Il mio ultimo post è datato 21 luglio, il che mi fa sentire in debito con voi tutti. E’ vero che il colloquio è continuato, con i vostri commenti e le mie risposte, anche durante le ferie estive, ma mi sembra ugualmente di avervi abbandonati. La questione del giorno (di domani per essere esatti) è il destino di Silvio Berlusconi e del centro-destra. Anche se non imparziale, vorrei dire la mia sull’argomento, ripetendo, quando necessario, argomentazioni già usate.
La prima è stata già ampiamente riproposta da questo blog: l’elettorato italiano, considerando anche quanti hanno perso la speranza e non votano, non è di sinistra. Sono in larga maggioranza di opinioni “moderate” (termine orrendo ma ormai entrato a far parte del linguaggio comune), cioè di centro-destra. Un partito o un movimento politico non di sinistra, con un programma coerente, chiaro, credibile e calendarizzato, rappresentato da persone che non vivono di ma per la politica, vincerebbe facilmente le elezioni, indipendentemente dal sistema elettorale, ma a una condizione.
Il contenuto del programma non dovrebbe essere “moderato” ma profondamente riformatore: i nostri elettori non vogliono che l’esistente sia gestito, ma che sia cambiato, e hanno ripetutamente indicato la direzione del cambiamento desiderato. Vogliono un’Italia più liberale e meno statalista, vogliono più spazio per le libere scelte personali, meno fisco, meno burocrazia, meno divieti, restrizioni, permessi graziosamente elargiti da lorsignori, quando lo credono opportuno, meno sprechi, corruzione e abuso di potere.
Se le cose stanno in questi termini, e profondamente lo credo, la questione non si riduce al destino personale del leader che ha per primo indicati questi come obiettivi di un movimento liberale, ma coinvolge anche altri fattori. Non vedo Berlusconi da un paio di mesi, ma l’ho sentito alcune volte. La sua energia e il suo entusiasmo non sono stati domati dal vergognoso abuso di potere ai suoi danni, è sempre in grado di guidare la rinascita di un partito che possa convincere la maggioranza degli italiani a votarlo.
Anche se lo mandassero ai servizi sociali, agli arresti domiciliari o in galera, sia che restasse senatore sia in caso contrario, continuerebbe almeno per qualche anno a essere il leader naturale del centro-destra, potrebbe rilanciare Forza Italia, con la stessa ispirazione del 1994, con candidati nuovi e vecchi, tutti presentabili e convincenti, e vincere le prossime elezioni.
Ciò, com’è ovvio, non piacerebbe per nulla ai suoi, ai nostri, nemici. La persecuzione giudiziaria continuerebbe con rinnovato vigore, ma non potrebbe prevalere su chi avesse il consenso della maggioranza degli elettori. Piegare la mala bestia della corporazione giustizialista non sarebbe semplice, ma deve essere fatto se vogliamo che la libertà dell’Italia abbia un futuro. Gli interessi consapevoli, concentrati e organizzati dei pochi non possono, non devono avere la meglio sull’interesse generale.
Non so se Berlusconi proverà a fare quanto auspico, ma sono convinto che se lo farà e vincerà la guerra con forcaioli e tricoteuses, resterà per sempre nel grato ricordo di tutti gli italiani. Illusione? Forse, ma la speranza, per nostra fortuna, non è ancora tassata, possiamo permettercela.
Intanto, domani tornerò a Montecitorio, consapevole del male che la visione dell’aula farà al mio umore e al mio benessere mentale. Il nostro paese, la nostra patria, non può finire così, soffocato dalle plateali idiozie dell’antipolitica e dalla disinvoltura di dipendenti pubblici strapagati e irresponsabili, che abusano del loro potere per impedire alle istituzioni democratiche di funzionare. Credo di essere immune da simpatie golpiste, ma temo il loro diffondersi: un numero crescente di persone sensate è arrivato alla conclusione che l’Italia non si salva con le armi spuntate della democrazia. Dobbiamo convincerli che sbagliano e che la forza delle idee riesce talora a prevalere sul mito della forza.
Cordialmente,
am
Gentile Professore,
osservo con interesse questo blog quasi quotidianamente ma non ho mai commentato. Oggi se permette vorrei esprimere personali considerazioni sul post, come sempre molto incisivo e garbato in perfetto stile Martino, riguardante la questione Berlusconi e la decisione presa dai giudici.
Sono di destra ma resto comunque obiettivo. Non sono di sinistra perché non sostituirò mai la discussione con il fondamentalismo della mia ideologia.
Non come un sinistroide, non si vuole condannare Berlusconi con una legge retroattiva ma si vuole semplicemente evitare che nel futuro dei condannati possano decidere su quali leggi approvare… Lei non crede?
Certamente la magistratura politica c’è, così come è evidente la persecuzione del leader, ma è altresì vero a mio modesto parere, che come diceva qualche giornalista accanito in tv, non è un problema di fede politica (ammesso che ancora si possa accostare la parola fede a politica!). Sarò franco, mettiamola così.
Non sopporto il vittimismo, mi infastidisce la spudorata falsità. Era lui che diceva che noi eravamo salvi dalla crisi
economica che stava colpendo tutto il mondo. Lo stesso che apre il suo video messaggio dicendo che siamo in una crisi senza uguali.
Lo stesso che ha stretto coalizioni con cani e porci pur di salire al governo, scade miseramente in tv di sera dicendo a reti unificate che piccoli e insignificanti partiti hanno impedito ai suoi governi di fare riforme. Potrebbe usare il potere tv in modo molto diverso.
Rispetto alla giustizia non commento perché non ho gli strumenti per farlo ma… mi permetta di ragionare solo su una cosa. Ma con il clima con cui siamo costretti a SOPRAVVIVERE, come si fa ad istigare la gente alla protesta? Un conto è se lo faccio io chiacchierando al bar ma lui… sicuramente un bellissimo comizio ma, nella sua posizione, avrebbe dovuto garantirci stabilità politica, avrebbe dovuto comunicarci che le sue faccende giudiziarie non daranno il solito scossone politico di cui non abbiamo bisogno. Siamo già tutti incazzati come non mai e lui, con il suo carisma, avrebbe dovuto buttare acqua sul fuoco, non una tanica di benzina.
Detto ciò, non ho mai creduto e non credo tutt’ora ai politici ma, in particolare, fatico a dare fiducia alle prime donne.
Il caro Silvio, alla fine troverà il modo per cavarsela come sempre ma…un pochino di decenza…
Grazie a Dio non c’è solo Berlusconi a destra, ma se proprio deve rappresentarci lui, almeno abbia la decenza di mettere in campo il vecchio buon programma del 1994. Ringrazio per lo spazio.
Cari Saluti
Cari amici voglio segnalare che su rete 4, a ” quinta colonna”, c’è un Italiano in collegamento dalla Calabria, tale Vittorio Romano, che credo gli ADAM debbano vedere e sentire. Buonaserata
errata corrige: scusate V.R. era il giornalista inviato in Calabria, invece il tizio a cui mi riferivo è uno che ha messo il registratore di cassa in piazza e ha detto che lui “il pizzo allo stato non lo paga più” non a queste condizioni di estorsione, bisogna poter essere in grado di pagarle le tasse ha sintetizzato, e pare che lo stia facendo da 2 mesi. Ho sentito stamane alla la stessa notizia come riportata dai giornali.
saluti
cg
eh eh eh la Cermania! Gli alemanni … Ein Volk, ein Reich, ein Führer l’ importante è non allearvisi, l’ ultima e unica volta che l’ abbiamo fatto abbiamo perso la guerra!
Grazie,MdP, caro amico.
In Germania l’FDP e’ fuori dal Bundestag (4,8%),peccato, evidentemente la signora Merkel e’ anche “cannibale” oltre che “culona”. . .
Saluti Matteo Napoletano
“Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?”
Grande Mario, Mi permetta! Mai chiosa fu più precisa negli ultimi 67 anni!
Il viceministro dell’economia Fassina ha candidamente dichiarato (radio24,h8.32) che non si puo’ ridurre la spesa pubblica causa il riproporsi di fenomeni come quello degli”esodati”ed ha aggiunto che e’ stato il governo Berlusconi ha programmare l’aumento dell’iva e lo stesso Berlusconi ha contrattato con la Merkel la soglia del deficit al 3%(sic).
Quousque tandem abutere, Catilina patientia nostra?
Saluti Matteo Napoletano
Esimio prof. Martino, ho appena terminato di vedere la sua intervista con F. Summonte, e devo dire che da tempo non “gustavo” un intervista così lunga di un politico condividendola. Mi riferisco in particolare alla visione della situazione paradossale del sistema di governo italiano e delle soluzioni ancor oggi proposte dal governo (la proposta di aumentare l’IVA sapendo già che le relative entrate diminuirebbero mi fa davvero impazzire!), che definisco miopi ma sarebbe più corretto definire autodistruttive. Le confesso che il sottoscritto, nonostante io sia un liberale e comunque anti-comunista, da un pò di anni fa parte di quel partito dei “non votanti”, che lei stesso ha definito come il più grande oggi in Italia. Lei ha elencato con grande chiarezza ed onestà gli errori che Berlusconi ha commesso e che gli hanno impedito di fare le grandi riforme che avrebbe voluto. Forse gli errori sono anche più numerosi ma in ogni caso,da economista e certamente da amante della meritocrazia concorderò con me che chi sbaglia molte volte, se pure in buona fede, forse non ha la capacità per svolgere certe funzioni ma non voglio dare giudizi su singole persone. Lei capirà che risulta difficile, o almeno mi risulta difficile credere che una rinascita di Forza Italia, ora che Berlusconi potrebbe uscire dal panorama politico e che comunque perso la forza catalizzatrice di 20 anni fa, potrebbe realizzare quelle meravigliose riforme che lei ha citato per rendere l’Italia un paese moderno. Ci vorrebbe la maggioranza assoluta. Concordo. E’ l’unica soluzione. Ma lei sa bene che oggi e nel breve periodo è un miraggio per qualunque partito politico italiano ottenere la maggioranza assoluta in entrambe le camere. Ciò detto, le riforme dello Stato (e mi riferisco al numero spropositato di livelli di governo e di enti inutili) ed il taglio della spesa pubblica a non più del 40% del reddito nazionale sono musica per le mie orecchie. Sappiamo bene che i paesi più ricchi e sviluppati sono quelli che chiedono poco ai cittadini e danno in cambio i servizi essenziali a chi ne ha davvero bisogno. E l’Italia è l’opposto di tutto questo. Voglio per questo darLe fiducia e per questo continuerò a seguirLa nel processo di ricostruzione di Forza Italia e nel tentativo di cambiare DAVVERO l’Italia. Cordialità.
Caro Luca e caro Remo,
grazie per le cortesi parole. Da molti anni non mi veniva fatta un’intervista così lunga. E’ stata un’esperienza molto gradevole. Quanto alle perplessità di Remo, assolutamente comprensibili, mi auguro che ci riesca di fugarle, ma non ne sono affatto sicuro.
Cordialmente,
am
Caro professore, per puro casi ho visto adesso la sua intervista al TGCom, è stato un piacere come sempre ascoltarla. Sulla Siria condivido ogni sua osservazione e ritengo come lei Il presidente Obama un assoluto incompetente e non solo in politica estera
Fuori tema.
Vivo nel Chianti e l’altro giorno mi sono recato nell’azienda vitivinicola appartenente ai Mazzei. Sono costoro i discendenti di Philip Mazzei, un personaggio affascinante, originario di Poggio a Caiano, amico di Jefferson, di Franklin, di G. Washington, di Madison e di altri presidenti americani, presente in America, in Francia, in Polonia, insomma là dove il popolo si batteva per l’Indipendenza e la libertà. Il suo legame più forte è stato con T. Jefferson al quale lo legavano anche motivi di affari. Ho consegnato nelle mani di un discendente, anche lui Filippo Mazzei, un francobollo, per caso recuperato in Sud America, emesso negli Stati Uniti in ricordo del “patriota” Philip Mazzei. L’azienda vinicola, una bell’azienda all’avanguardia nel settore, ha, qualche anno fa, messo sul mercato una bottiglia “Philip”, con un’etichetta che riproduce l’immagine stilizzata del patriota. Sull’etichetta posteriore si legge, a proposito del personaggio che dà il nome alla bottiglia:
“”””E’ sua l’idea che “… tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità”””, cardine della Dichiarazione di Indipendenza Americana. E poi l’azienda conclude: prodotto da una selezione di uve della tenuta Mazzei questo vino, interpretando il carattere rivoluzionario di Philip, rappresenta la nuova frontiera dell’enologia toscana ed esprime il nostro desiderio di ricerca della felicità. “”””””””””””””””””””””””””””
Anche in questo piccolo angolo di mondo è possibile trovare un refolo d’aria fresca.
Grazie, Giulio. Come amante del buon vino e della libertà, cercherò di procurarmelo e di berlo alla memoria del grande Mazzei!
am
Mi unisco alla dichiarazione del Professore Martino. Peccato che sia gia’ importato in Giappone, altrimenti un pensierino ce lo farei.
DM
Aggiungerei, professore, delle donne e dei libri. A proposito del vino Philip Filippo Mazzei mi chiede un suo recapito. Se vuole me lo può segnalare al mio indirizzo di posta elettronica che è il seguente: luigi.delgaudio@libero.it
La bottiglia è da tenere nelo salotto. Giulio di siena è il mio nick, cedutomi da mio figlio per il fatto che sono (ero, perché adesso lo sono ancora ma molto meno) un’autentica mozzarella con il pc
Carrissimi amici sicuramente anche voi ,come me, sarete appassionati di storia.Ieri sera ho assistito su RAI STORIA a qualcosa di vomitevole. Un documentario della serie RAM (ricerca archivio memoria) di Alessandra Bisegni,Andrea Branch e Massimo Gamba affermare che effettivamente Trieste e’ una citta’ piu’ slovena che italiana che il 9 korpus sloveno era formato da eroi della liberta’ che i partigiani titini rappresentavano la forza della democrazia,che il Regio Esercito era formato da criminali di guerra della peggor specie.Hanno infoibato migliaia di italiani un’ altra volta.Io non sono certamente un fascista ma sentire falsita’ del genere da questi comunisti anti italiani fa venire voglia di esserlo.
Saluti Matteo Napoletano
Vergognoso residuo di comunismo antistorico e antitaliano!
am
Mi pare di ricordare che in Italia due giorni orsono un imbecille di vaglia ha definito comprensibili le farneticazioni dei nipotitini discendenti dei figuri cui sopra. Urge bombardamento catodico liberale!
P.S. tuttavia è anche vero che codeste uscite potrebbero garantirci il 60% e fare al contempo un po’ di chiarezza nella testa di qualche sprovveduto e/o smemorato.
Caro MdP
Visto che noi italiani paghiamo il canone, Rai Storia si dedichi ha diffondere le gesta di Filippo Mazzei (sconosciute ai piu’) invece di glorificare i comunisti titini (e poi e’ Berlusconi che usa la tv per fare propaganda ! ! )
Saluti Matteo Napoletano
Ricordo un’ intervista in cui Berlusconi raccontava che nel 1994 nell’ intento di dare vita ad una svolta liberale nell’ economia in Italia e disinnescare la gioiosa macchina di distruzione di massa, si era prefisso di vincere le elezioni per entrare così nella stanza dei bottoni, vinto che ebbe disse che la prima cosa che notò fu che nella stanza non vi erano bottoni da pigiare.
Credo che allora avrebbe dovuto ascoltare i sinistrati che continuavano a dirgli di fare un uso strumentale delle Sue TV ed ascoltare noi che gli diciamo la stessa cosa oggi. Sono lì i bottoni veri (conoscere per deliberare). Vogliamo parlare di storia? Bene, parliamo di L. Einaudi, di B. Leoni ( se proprio vanno forte i partigiani), di M. Friedman, della storia Americana ed europea nelle proprie profonde radici antisocialiste, antistataliste ecc. ecc. mettiamoci Professori e giornalisti a 24 carati. Penso basterebbero un paio di trasmissioni alla settimana ( ma anche 3).
saluti
Ci vorrebbe un bel Presidente o Premier, eletto dai cittadini che potesse tagliare gli entitelments, togliendo così allo Stato-Latro (& partiti) il potere di maneggiare/intermediare soldi non suoi e/o coglionare il popolo promettendo servizi/diritti=privilegi assurdi in cambio di voti=soldi. Per fare questo si dovrebbe cambiare la costituzione, ma per ottenere ciò bisogna che qualcuno di centrodestra vinca con il 51% di voti, sia un vero antistatalista e quindi bisogna che il Cav. Berlusconi vada nella stanza dei bottoni, quella vera, che si chiama TV e cominci a pigiar bottoni come lui solo sa fare, infine perché ciò accada forse è il caso che il Ns decada e/o sia messo agli arresti domiciliari almeno fino alla fine della legislatura, infatti credo che il lavoro di pigiatura debba proseguire per un ciclo di almeno 5 anni di fila.
Insomma per affamare una Bestia bisogna Sguinzagliare l’ Altra.
Ma io non sono un politico e non so esattamente come si curano certi malanni, tuttavia a occhio e croce ascoltando gli interventi dei cari ADAM e le chiose/risposte del Ns Professore che approfitto per salutare e ringraziare, qualcosa mi dice di non essere lontano dal vero.
cordialmente,
cg
Lei sa bene che ha visto giusto anche stavolta,
am
Grazie ancora Professor Martino, Lei sa che il Suo parere è per noi fondamentale.
Ora vado a cercaLa sul tubo perché non mi voglio perdere le Sue interviste.
Buona serata e buona settimana,
cg
Professor Martino, è rinata Forza Italia. In un video ho visto che anche Lei era presente. Mi auguro che abbia un ruolo importante nell’organizzazione. Abbiamo bisogno di un autentico Faro Liberale.
Bisogna abbattere le tasse, solo così la classe politica riuscirà a tagliare la spesa pubblica. Bisogna assetare la Belva.
Tutti parlano di tagli, ma questo non avverrà mai, poichè le entrate saranno sempre uguali. Bisogna tagliare le tasse e poi inevitabilmente la spesa pubblica si potrà sistemare.
Se la spesa pubblica è 100 e le tasse 100, e diminuiamo la spesa pubblica di 2 avremo un surplus che andrà ad aumentare nuova,ente la spesa pubblica. Ma se interveniamo sulle tasse, meno 2, a meno di rimanere o aumentare il debito, la spesa dovrà per forza scendere a 98. Solo intervento sulle tasse, diminuendole si potrà avere una diminuzione della spesa pubblica.
Quindi tutti coloro che parlano di tagli alla spesa pubblica vogliono solo che le cose rimangano come sono adesso.
Cordiali
Dm
ecco, questa impostazione mi convince molto di più…che comincino a tagliare le tasse e dopo saranno costretti a tagliare la spesa! E invece cominciano col tagliare la spesa…e state sicuri che le tasse non diminuiranno.
Caro Diego, hanno cominciato a tagliare una tassa (l’IMU) su pressione di un partito della maggioranza, il PDL, ma c’è un ministro dell’Economia, il grigio Tentenna, che finirà per optare per la reintroduzione della tassa eliminata(si tratta di una imposta, in verità) e che aggiungerà, per mantenersi in esercizio – l’unico nel quale sono bravissimi – un’altra tassa, chiamandola in inglese. Mi chiedo: ma perché deve esserci un rappresentante della Banca d’Italia nella compagine governativa (o addirittura al Quirinale)? Cos’ha di speciale Saccomanni, qual’è il valore aggiunto? Resistere ai tagli? Evitare che venga dimenticato Monti? Giorni fa ho letto che il Ministero dell’Economia aveva ripreso l’esame della relazione Giavazzi, che, in sintesi, ipotizzava la possibilità di tagliare 10 miliardi di inutili contributi alle imprese. Ovviamente non se ne fa nulla perché è più facile tartassare.
Quindi, caro Diego, questi hanno inventato una variante: far finta di eliminare una tassa, ipotizzarne un’altra di minore importo e poi reintrodurre quella eliminata per finta con l’aggiunta della seconda.
Caro Giulio.
la Banca d’Italia non ha, e da molti anni, titolo ad essere considerata una scuola per grandi economisti. L’ultimo che lo fosse è stato Paolo Baffi, ma la sua grande figura è stata ampiamente oscurata da personaggi come Padoa-Schioppa, Visco, Draghi, Saccomanni e tanti altri.
Quanto a Diego, si può portare il cavallo all’acqua ma non lo si può costringere a bere. Non ha ancora capito che il vero peso della fiscalità è dato dalla spesa pubblica, comunque finanziata. Tagliare le spese significa tagliare per ciò stesso il costo del settore pubblico che grava sui privati. Il resto sono solo fanfaluche.
Cordialmente,
am
Caro prof.
che il peso della fiscalità è dato dalla spesa pubblica lo capisce anche un bambino ed io essendo adulto, l’ho capito da qualche decennio.
Quello che non ho capito e non riesco ancora a capire è l’ordine di priorità di questo governo.
Pensano seriamente di ridurre i tassi di interesse ( ovvero una grossa fetta della nostra spesa pubblica…) facendo i bravi camerieri di Olli Ren? (me ne frego di come si scrive).
Abbiamo ampiamente osservato in questi anni come i tassi di interesse sul nostro debito seguano altre logiche…da qui la pesante sensazione che questi signori stiano perseverando nell’errore seguendo una linea che non ci porta da nessuna parte.
Caro Diego,
Steward Alsop in uno dei suoi ultimi articoli sosteneva che “Il genio consiste nel vedere ciò cge è ovvio”. Lei ha visto giusto ma non ne ha tratto le logiche conseguenze: non c’è antitesi fra ridurre le spese e ridurre le tasse, sono la stessa cosa. Quanto alle considerazioni sul governo, ha perfettamente ragione: siamo tornati a politiche che speravamo abbandonate.
Cordialmente,
am
Caro Professore, ridurre le spee o tagliare le tasse sono la stessa cosa, e ha ragione.
Il punto e’ che tutti dicono che bisogna tagliare le spese almeno quelle improduttive (acnhe questa cosa la devo ancora capire)
Se tagliassimo le spese le tasse resterebbero le stesse e si utilizzerebbero le risorse in piu’ a finanziare altra spesa.
Se tagliassimo le tasse, applicassimo una tassa unica, nel breve periodo avremmo un minor introito nelle casse dell’Erario e costringerebbe a togliere tutte quelle spese inutili per avere il pareggio di Bilancio.
Nel lungo periodo invece questo taglio delle tasse come sappiamo, almeno noi Liberali, aumenterebbe l’introito nelle casse dell’Erario.
Quindi bisogna riprendere a parlare di abbattere le tasse, per differenziarsi da quelli che invece in modo furbo dicono che sono d’accordo a tagliare le spese inutili.
Qualche volta mi sembra di vedere il gioco delle tre carte:
1. taglio la spesa
2. taglio le tasse/ imposte
3. introduco nuove tasse o imposte per trovare la copertura.
RISULTATO= SONO TORNATO AL PUNTO DI PARTENZA.
Il punto 3/ e’ la nostra maledizione e il punto 1 viene solo sbandierato.
domanda, ma cosa servono le sedi regionali in vari Paesi esteri? Da quando una Regione ha tra i suoi doveri quello della politica estera?
Io abito a Yokohama. E’ come se a Milano o Roma la regione Kanagawa aprisse una sede. I giapponesi hanno anche loro mille difetti, ma questa cosa non passerebbe.
Cordiali saluti
DM
Dies Irae, dies illa
solvet saeclum in favilla:
teste David cum Sybilla.
Quantus tremor est futurus,
Quando judex est venturus,
Cuncta stricte discussurus.
Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis:
gere curam mei finis.
Ingemisco, tamquam reus,
culpa rubet vultus meus
supplicanti parce, Deus
Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis:
gere curam mei finis.
Caro Mario, avrei postato queste righe stamane e non l’ ho fatto, ho pensato ad un impulso poco intelligente, ma ora al secondo Suo sacrosanto post non posso ne ho voluto più trattenerlo, mi scappa proprio strappato dalle dita e credo sia appropriato. Ritengo proprio che Lei abbia ragione e i fatti e i numeri sono li a dimostrarlo, credo anche che oltre a combattere “fino al sangue” non ci resti altro che pregare il buon Dio. Eggià caro Mario è che io sento una puzza di mefitico in questo STATO-LATRO. Mah, avrò delle turbe… e chi non ha oramai?!
cordialmente
cg
Liberalizzare l’economia, abbattere la spesa pubblica,ridurre le tasse,privatizzare,alleggerire il pubblico impiego(forestali,province,burosauri),costruire centrali nucleari(che senso ha comprare energia nucleare da sloveni e francesi?)chiedere a Bruxelles una sospensione dall’euro per almeno 5 anni ,abbattere il costo del lavoro
.Niente da fare : aumento dell’iva, 2a rata imu, 35000 lettere per chi ha speso un po’ di piu’,i diritti dei gay ,la decrescita felice, l’ecologia dei no tav ed il politicamente corretto….peggio del comunismo!
Saluti Matteo Napoletano
PIL -1,7 DEBITO/PIL 133% DEFICIT 3,1
Mettiamo un leone (Germania) in una gabbia(eurozona) con un cane(Francia) ,due gatti(Italia e Spagna) e 13 topolini (altri) dopo qualche giorno non ritroveremo 17 leoni ma solamente un leone piu’ grande. . .
Io non ho niente contro la Germania anzi l’ ammiro e l’ invidio, ma cosi’ proprio non va’. L’ euro-marco e’ un errore non perseveriamo, guardiamo ai nostri interessi.
Saluti Matteo Napoletano (free minds and free markets)
e invece perseverano nell’errore…tra l’altro, detto in tutta franchezza, dubito che si possano fare riforme strutturali serie ( ovvero con tagli drastici alla spesa pubblica come giustamente invoca il prof. Martino) mentre siamo a -2% di pil…tagliare la spesa pubblica è una misura strategica nel medio e lungo periodo ma nell’immediato con un’economia allo sbando togliere 80 miliardi di spesa dal circuito dell’economia privata è un tantino “rischioso” diciamo…. e allora? Ripeto E ALLORA? E allora il rischio di svendere i gioielli di famiglia a lor signori è alle porte. Io sono contrario. Non mi sembra un idea geniale svendere degli asset industriali sotto ricatto. Io penso che qui si stia combattendo una guerra e come in tutte le guerre saltano gli schemi, c’è solo chi difende la Patria e chi la attacca e poi, immancabilmente, ci sono i traditori, i quali se riusciranno a sfuggire al giudizio dei cittadini ( eventualmente a quello dei magistrati…) non sfuggiranno al giudizio della Storia…comunque.
Caro Diego,
non commetta l’errore, caro ai sinistri, di credere che il taglio delle spese pubbliche equivalga a un taglio della spesa totale. Se lo Stato spende meno, i privati avranno più possibilità di spendere (quanto gli veniva prime sottratto per le pubbliche spese) e non metteranno certo i soldi nel materasso. Quanto alle privatizzazioni, non usi più, per piacere, l’espressione “svendere i gioielli di famiglia”: puzza di Repubblica lontano mille miglia. Le privatizzazioni sono, oltre tutto, il modo migliore di ridurre il prepotere dei politici e ridare spazio alla società. Non servono solo a portare quattrini nelle casse dello Stato, servono anche per accrescere la concorrenza e allargare l’economia privata. Non crede?
Cordialmente,
am
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certamente sono d’accordo! Io mi riferivo all’idea di svendere Eni Enel e Finmeccanica a capitali esteri mentre siamo con l’acqua alla gola, questa idea non mi piace e non credo che ne trarremmo particolari vantaggi.
Certamente se lo stato spende troppo sottrae soldi ai cittadini!…La spesa pubblica sono le tasse pagate da tutti noi, ben lo sappiamo…dunque è giusto che lo stato riduca la spesa pubblica…a patto, pero’, di ridurre contestualmente la pressione fiscale! Ma non mi sembra che si parli di questo…la mia impressione ( ma sarei felicissimo di sbagliarmi) e che questi stiano cercano di tagliare la spesa PER NON AUMENTARE LE TASSE e non per diminuirle!! Cosa leggermente diversa…ripeto, spero di sbagliarmi, ma se si taglia la spesa e basta, senza ridurre le tasse non capisco dove sia il vantaggio per l’economia del paese.
Io però ricordo le privatizzazioni fatte da Prodi&c, ricordo Telecom dei “capitani coraggiosi” e della Merchant bank che non parlava l’inglese. La “mano invisibile” di Smith era stata semplicemente sostituta dalla “manona” visibilissima di D’Alema (che da bambino frequentava i campi scuola dei figli dei dirigenti comunisti in Russia, o meglio,nell’Unione Sovietica), che aveva deciso, lui, come arricchire il mercato. Poi sono stati presi da una irresistibile passione per le banche (una volta strumento del capitalismo da abbattere) e le hanno amate fino a soffocarle (MPS docet).Letta nipote è la continuazione di Monti, e ciò non tranquillizza.
Caro Diego e caro Giulio,
non è vero che una riduzione della spesa pubblica, senza una uguale riduzione delle tasse, riduca la spesa totale. Come veniva finanziata la spesa pubblica che viene ridotta? Ovviamente con denaro privato preso a prestito o estorto con imposte varie. In entrambi i casi, se la spesa pubblica diminuisce, quella privata può aumentare. Quanto alle privatizzazioni, Diego ha torto: gli acquirenti, non importa se nazionali o esteri, sborsano quattrini che lo Stato può usare per ridurre lo stock di debito. Nel caso di acquirenti esteri, poi, si tratta di investimenti in Italia, il che non può che essere utile alla nostra economia, facendo aumentare il totale degli investimenti. Le esperienze che Giulio richiama suggeriscono che la privatizzazione può diventare un modo per arricchirsi fraudolentemente o per farlo fare ad amici. Ma, in questo caso, è la frode a creare il danno, non la privatizzazione. Il fatto che io possa essere costretto a spendere, per esempio tramite ricatto o estorsione, non significa che la mia spesa si da condannare!
Cordialmente,
am
Da molte parti si giunge ormai alle stesse conclusioni: fuori dall’Euro prima che con le svendite prossime venture di Finmeccanica ed ENI non ci rimanga piu’ nulla per ripartire…
http://www.youtube.com/watch?v=zg8ogpfdst4&feature=youtu.be
Letta l’intervista a Piero Ostellino. Un effetto catartico lo genera soprattutto la risposta alla domanda “”Chi ci porterà fuori dalla crisi?”. Per sentirmi meglio la ricopio: “” Monti era stato chiamato per risolvere i problemi che Berlusconi non aveva affrontato e invece ha massacrato il Paese. Il suo è stato il peggior governo del dopoguerra, un diluvio di tasse””.
Consiglio ai carissimi amici del blog l’intervista di Stefano Zurlo del Giornale a Piero Ostellino ( dal sito del quotidiano) con le sue considerazioni riguardo il governo Monti (musica per le nostre orecchie liberali).
Saluti Matteo Napoletano
Condivido in pieno e appoggio la mozione! Mi ha rubato le parole dalla tastiera :). E’ da ieri che sono tentato di postare la curiosa novità che viene dall’ Olanda riportata su “IL GIORNALE” di ieri 19/09/2013, appunto. In sintesi dice il loro Re, questo welfare ci costa troppo perciò, addio welfare tantopiù che gli olandesi preferiscono fare da se.
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/rivoluzione-olandese-stato-non-aiuta-pi-951442.html
Eggià cari compagni, proprio così, ma non temete noi abbiamo un altro Cardinale e un altro Re, e povero anche il cavallo haa bhè si bhé … per cui potete continuare ad illudervi che si possa andare avanti così, ancora un poco … solo un altro pochino.
!!!ADDAVENIATACCE!!!
Ieri sera poi ho molto apprezzato l’ intervento dell’ On. Galan soprattutto per la chiarezza e il vigore con cui ha sostenuto i seguenti punti 1994 – F.I. – antistatalismo – siamo liberali – non cediamo – Prof. Antonio Martino
W. Martino W. Ostellino W. Galan W. Berlusconi!!!
Il “partito delle tasse” e la sua cieca osservanza alla politica di austerita’, ottusa ed autolesionista, propinata dall’Europa (Germania) non ci fara’ mai uscire da questa crisi . Berlusconi aveva proposto un intervento shock per l’economia (bisogna frustare il cavallo) aveva chiesto di diffondere ottimismo (e’stato deriso dal pd) ma per rilanciare i consumi l’ottimismo e’ fondamentale forse inutile per chi e’in difficolta’ ma spronante per chi puo’spendere ma rinvia o rinuncia per paura.E non ultimo iniziare veramente a studiare una strategia d’uscita dall’euro-marco. Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
se non riformiamo sanità, enti locali e fisco, la spesa pubblica continuerà a crescere, le entrate a non riuscire a raggiungerla, l’economia a decrescere e la disoccupazione ad aumentare. La sembra che abbiamo speranza di potere realizzare queste riforme a breve? Io non ne ho, spero in un’elezione che dia al centro-destra la maggioranza assoluta e questo trovi finalmente il coraggio per realizzare riforme vere.
Cordialmente,
am
Che tristezza tutte le prime 5 cariche dello Stato in mano alla sinistra , i nuovi senatori a vita allineati o simpatizzanti con la sinistra e rigorosamente antiaberlusconiani la legge che con la sinistra viene interpretata mentre con il centro destra viene applicata a costo di calpestare il Diritto.
Ogni giorno si parla di nuove tasse, non si vede nessun dato economico che possa far percepire un cambio di rotta ,saro’ pessimista ma vedo grossi nuvoloni neri ( rossi ) sopra la Patria
Caro Mario,
condivido il suo pessimismo. Sono disposto a pagare qualsiasi prezzo per il privilegio di essere italiano, ma temo che le cose siano come dice. Passerà, ma quando?
am
Caro Professore sono contento di sapere che è tornato in Italia. Sulle prime le avrei scritto”ma chi glielo fa fare a vivere in un paese dove tutto e tutti sono contro tutto e tutti” poi ho pensato a quei patrioti, quelli veri, che dopo l’ 8 settembre del ’43 hanno preso le armi e loro! hanno combattuto contro il disfacimento morale e materiale della nazione italiana. Ci metto i repubblichini e i partigiani. Tutti loro combattevano sapendo che, pur con opinioni diverse, bisognava raddrizzare la barca. Sappiamo come è andata. Oggi siamo nella stessa situazione. Un ordine costituzionale, la magistratura, si arroga il potere di decidere su tutto e tutti. Come diceva Gandhi non serve ricorrere alla violenza. Le nostre armi sono le elezioni ma intanto serve che qualcuno in Parlamento si faccia portavoce dei fabbisogni del popolo che è stanco. Stanco dei raggiri, delle tasse della presa per i fondelli che una parte della classe politica e della magistratura attua nei nostri confronti. E lei che è studioso e innamorato degli Stati uniti d’ America ricorderà sicuramente il Preambolo della Costituzione americana:
“Noi, il popolo degli Stati Uniti, al fine di perfezionare la nostra Unione, garantire la giustizia, assicurare la tranquillità all’interno, provvedere alla difesa comune, promuovere il benessere generale, salvaguardare per noi e per i nostri posteri il bene della libertà, poniamo in essere questa Costituzione quale ordinamento per gli Stati Uniti d’America.”
Se i Padri Costituenti della più antica (dopo quella inglese) democrazia del mondo scrissero quelle parole che valgono ancora dopo più di duecento anni in America perchè il popolo italiano non può decidere dei suoi destini? Che male abbiamo fatto ad avere una classe politica così? Mi può aiutare a capire per
favore? Grazie di cuore.
Con tutta la mia stima. Max Piras
Caro Max,
tutto ruota attorno a quel “We, the people of the United States…”. La costituzione americana parte dal popolo, che è il titolare della sovranità; quella italiana parte da “L’Italia è una repubblica…”, cioè va dallo Stato per poi parlare del popolo e della sua sovranità. Sono due concezioni antitetiche della società: il popolo americano si è dato uno stato federale, la Repubblica italiana ha riconosciuto l’esistenza di un popolo. Non credo sia necessario aggiungere altro.
Cordialmente,
am
Professore Martino occorre rimettere mano anche alla prima parte della Costituzione. Non capisco come ci sia ancora gente, e ragazzi anche giovani, che insistono a dire che la nostra Costituzione è la più bella del mondo.
Cosa vuol dire che la Repubblica è fondata sul lavoro.
Bisogna rivoluzionare l’Italia, e non cambiare un po’ qui e un po’ là.
Ai tempi della costituente, quando venne proposto l’articolo che solennemente proclamava che “la Repubblica è fondata sul lavoro”, un arguto componente di questa assemblea osservò: “perché? c’era qualcuno che la voleva fondare sulla disoccupazione?”
Non ho mai capito cosa significhi “fondata sul lavoro” e la battuta riferita da TD è certamente appropriata. Cambiare l’Italia ab imis fundamentis è, forse, più facile che non a pezzi e bocconi; tuttavia, caro Donatello, nessuna delle due cose sembra a portata di mano. Fra il dire e il fare c’è di mezzo la politica attuale.
am
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Secondo Olli Rehn l’Italia va in direzione opposta rispetto alle richieste UE di spostare la tassazione sul patrimonio, sui consumi e sulle emissioni inquinanti. Secondo il Commissario dell’Unione delle Repubbliche Europee (URE), l’abolizione dell’IMU è cosa sbagliata e non soddisfa l’Europa. Tutto ciò a proposito della sovranità nazionale sulla politica tributaria e di bilancio.
Sentirete domani il nostro Primo Ministro (o nei prossimi giorni, quando avrà smaltito l’ubriacatura della “raddrizzamento” della “Concordia”): non vorrei essere nei panni di Olli Rehn!! Lo manderà a .. secondo lo stile di Grillo o gli dirà “ma fatti i …tuoi?”. Propendo per la prima.
Giulio, rimediano subito: stanno votando a spron battuto la riforma del catasto, che da valore simbolico passa a valore di mercato, e calcolato sui metri quadri. Col Berlusconi fuori combattimento, e l’alito dell’europa sul collo, voteranno tutti a favore. Sara’ un massacro fiscale, dal valore catastale sono desunte moltissime imposte nonche’ le tariffe dei servizi locali. Lo Stato Italiano oramai quasi inesistente se non come esattore, ci sta uccidendo, e’ un nuovo 8 settembre.
Ieri mi è stata recapitato un avviso di pagamento:il Consorzio di Bonifica della Toscana Centrale, chiede un balzello “introducendolo” nel modo seguente: “”Gentile consorziato/a, le inviamo il seguente avviso bonario …relativo al pagamento del contributo di bonifica al Consorzio di bonifica per la difesa del suolo…”. Non mi sono mai consorziato con alcuno, men che meno con un ente regionale con quel nome e con quelle finalità perchè ritengo che la fiscalità generale, alla quale contribuisco abbondantemente e fedelmente, dovrebbe essere più che sufficiente. Ma se non pago, arriva il boia Equitalia. Ormai è assalto alla diligenza.
Mi darò da fare per avviare il ricorso, perché spetta a me dimostrare che non ricevo alcun beneficio (e che non mi sono mai consorziato). Le regioni? Ecco, cominciamo dalle regioni, abolendole immediatamente.
Un’altra domanda per il prof. Martino. Cosa ne pensa delle dichiarazioni di Bini-Smaghi, secondo le quali Berlusconi sarebbe stato dimissionato e sostituito da Monti, perché avrebbe seriamente iniziato a verificare se vi era la possibilità di far uscire l’Italia dall’Euro?
La ringrazio e scusi se la disturbo spesso. Ma come vede capirci qualcosa risulta un po’ difficile, considerata la mole di false notizie che girano
Benissimo. Certo c’è da rimanere sconcertati dal numero di persone, anche di rilievo (economisti, politici … da ultimo un politico tedesco ieri sera in TV), che affermano che “i tedeschi non devono pagare i debiti degli italiani o dei greci”.
Mi sembra di capire che anche l’UE è nella stessa situazione degli USA, in cui uno stato non è responsabile del debito dell’altro. Come in USA la california non è tenuta a ripagare il debito del Missouri, anche da noi la Germania non è tenuta a ripianare il debito greco.
Devo, tuttavia, capire il perché dell’isterismo tedesco di fronte alla crisi greca, dovuta ad uno strabordante debito pubblico, o a quella cipriota, in cui non vi era debito pubblico.
si ma negli USA ci sono i trasferimenti interni che non esistono o quasi nell’UE ( i fondi strutturali sono poca cosa e l’Italia risulta comunque tra i paesi che finanziano e non tra i paesi finanziati…).
Personalmente non auspico che nell’UE si opti per questa soluzione che implica la nascita di un Super Stato Europeo ( il famoso “più Europa”), una simile soluzione oltre ad essere campata in aria e di fatto irrealizzabile, sarebbe un enorme pericolo per la democrazia in Europa oltre che un baratro economico per l’industria dei paesi del sud, Italia in primis.
Quanto al politico tedesco mi sarebbe piaciuto ricordargli che finora nel giochetto del “chi ha pagato per chi”, stanno vincendo loro… i principali perdenti sono gli italiani, dissanguati da IMU IVA ed Equitalia per consentire alle banche tedesche il rientro dei loro investimenti “spericolati” in Grecia tramite i piani di salvataggio finanziati pro quota…
Ebbene si.Finora è l’Italia che ha dato soldi alla Germania! Eppure questo fatto è scientemente occultato dai politici e dai media di quel paese che hanno anche l’arroganza e la faccia tosta di ribaltare la realtà! Ma si puo’ anche capire…più difficile è capire le ragioni di questa “ignoranza” presso i media e i politici italiani.
Caro Diego, come disse l’ambasciatore francese a Ciano dopo aver ricevuto la dichiarazione di guerra :”Ve ne accorgerete anche voi i tedeschi sono dei cattivi padroni” forse dopo 73 anni la profezia resta ancora valida. Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
i tedeschi saranno dei cattivi padroni ma gli italiani si stanno rivelando degli ottimi servi…purtroppo.
Aggiungo che se uno stato dell’Euro Zona fallisce sono sicuramente affari “suoi” …ma in maniera altrettanto rilevante sono anche affari del suo creditore!:)…
In ogni modo non auspico un default dell’Italia ( come qualche fascista “buffo” va raccontando in giro per le piazze) detto questo pero’ faccio anche notare che il famoso spread che stiamo pagando dal 2011 altro non è che il prezzo per la nostra uscita dall’euro… ovvero il prezzo della svalutazione che i nostri titoli di debito detenuti all’estero avrebbero nel caso di una eventuale riconversione in lire. Questo rischio di cambio, che dall’introduzione dell’euro sino alla crisi greca del 2010, veniva ritenuto nullo (per via dell’esistenza stessa della moneta unica) ora sussiste. Questo significa che per i mercati finanziari l’euro non esiste più!
In pratica noi stiamo già pagando per un alleggerimento del debito che non è avvenuto…
Caro Diego, Cornuti e mazziati paghiamo il prezzo della nostra eventuale uscita dall’euro senza riceverne i benefici.Dovevamo avere un Vaclav Klaus invece del burocrate Prodi per salvarci dall’euro-marco.
Saluti, Matteo Napoletano(europeista euroscettico)
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Caro Mario Teo,
la colorita espressione napoletana “cornuti e mazziati” è senz’altro la più efficace nel descrivere la situazione dell’Italia nell’Euro Zona.
Saluti.
mentre scrivevo il mio commento il Prof Martino aveva già risposto!:)…
@ Tenerone
aspettando l’eventuale risposta del Prof. Martino se ho capito bene la tua domanda credo che queste “fonti normative” che stai cercando semplicemente non esistano…lo dico da ignorante, magari mi sbaglio. Dubito che i relatori del trattato di Maastricht e degli altri trattati da esso scaturiti fossero mossi da una tale impostazione. La crisi dell’euro zona lo prova: se un paese non è più in grado di onorare il suo debito non vi è alcun obbligo normativo da parte degli altri paesi di prestargli soccorso…e del resto stabilire un tale obbligo avrebbe forse reso ancora più fragile la credibilità dell’euro stesso!…Questo la dice lunga sulla fragilità sostanziale del progetto eurista, forse non bisognava essere geni (Milton Friedman) per capirlo…
Caro Professore, non riesco a trovare le fonti normative che impongono ad un Paese aderente all’EURO di garantire il pagamento del debito pubblico di un altro Paese aderente all’EURO, nonché prevedono le modalità di azionamento di tale obbligo (Quando si deve pagare? E come viene ripartito il pagamento fra i Paesi garanti?).
Le sarei grato se cifornisse qualche dettaglio.
Grazie e saluti cordiali.
Caro TD,
lei non può trovare ciò che non esiste. Esiste, invece, una norma del Trattato di Maastricht che fa divieto alla Bce di monetizzare il debito degli Stati membri dell’eurozona, acquistandone titoli del debito pubblico. Tale norma ha un semplice significato: la politica monetaria è di responsabilità europea (Bce), quella tributaria e di bilancio resta sottoposta alla sovranità nazionale (com’è giusto che sia, specie in assenza di un governo federale europeo). Stando così le cose, l’idea che uno Stato debba onorare i debiti contratti da un altro Stato è solo una fanfaluca che non ha rispondenza nei Trattati vigenti. I tedeschi, quindi, per dirla tutta, non hanno nulla da temere: se uno Stato membro dell’eurozona non riesce a finanziarsi, collocando titoli di debito pubblico, sono affari esclusivamente suoi. Gli “aiuti” decisi “a favore” di questo o quello Stato membro sono del tutto fuori dalla logica dei Trattati.
Cordialmente,
am
Caro Prof, mi domando come sia possibile che gli italiani non protestino contro l’euro…..
Per la nostra economia è un lusso insostenibile.
La Germania imponendoci una valuta forte si è liberata dalla concorrenza.Niente da fare ,l’euro è un dogma ,indietro non si torna,e subito le cassandre prospettano in caso di un nostro ritorno alla valuta nazionale (con necessario riequilibrio)scenari apocolittici.Non mi sembra che danesi,inglesi,ceki,polacchi etc siano disperati.
Saluti Matteo Napoletano (un commilitone)
Caro Prof, vedo che anche Lei umilmente ammette che al momento non esistono soluzioni fattibili per riformare l’Italia visto che chi abbiamo delegato, per motivi puramente personali, non ha alcun motivo di cambiare. Sul dittatore ha perfettamente ragione. Magari inizialmente darebbe respiro ma poi ti toglie l’aria. Il sig. Monti ci ha messo nelle mani del tutor Europa che è come consegnarsi agli usurai. si dice che con i se e con i ma non si risolve niente “ma se al posto di Monti, Napolitano avesse messo Lei con i poteri che gli ha conferito (senatore a vita, diktat ai partiti se non lo appoggiavano ecc.)” sono sicuro che oggi ci sentiremmo un pò meglio. ma la domanda che le faccio è la seguente: ma Lei avrebbe accettato?
Caro Alberto,
non mi sarei tirato indietro e credo che sarei riuscito a riequilibrare il rapporto di sudditanza che l’Italia aveva stabilito con gli eurosauri. Avrei cercato di fare accettare le riforme di enti locali, sanità e giustizia di cui abbiamo bisogno e, se non ci fossi riuscito, me ne sarei tornato a casa. Ma queste congetture servono a poco, anzi a nulla.
Cordialmente,
am
Professor Martino lei ha ragione, ma occorre dare al primo ministro dei poteri veri, per far sì che finalmente la responsabilità ci sia. Il nostro sistema è stato creato per far sì che le reaponsabilità siano sempre degli altri poiché tutti ha un potere ma nessuno ha un vero potere.
Cordialmente
Dm
Concordo in pieno. Il nostro sistema è un meccanismo di scarico della responsabilità; quando tutti sono responsabili, nessuno lo è davvero.
Cordialmente,
am
Caro Onorevole,
è vero che la maggioranza degli italiani per bene desiderano una rinnovata Forza Italia stile ’94, ma, purtroppo, si va parallelamente sviluppando sempre più velocemente il desiderio di un “dittatore” (per fortuna nella accezione della antica Roma) che, comunque, sarebbe un macroscopico errore…anche se occorre tenere presente che l’attuale Parlamento (e i passati?…) è semplicemente vomitevole. Personalmente attendo sue istruzioni.
Per quanto riguarda le imposte (lei ha avuto occasione di vedere quale fiume di ricchezza oggettiva ho versato per rispetto alla legge, contribuendo così allo sfascio cui siamo giunti – sto pensando di autodenunciarmi per i gravi danni arrecati allo Stato -)leggo per la terza volta l’onorevole termine “patriota” da lei usato per identificare l’evasore fiscale, ovviamente in questo regime tirannico; ricordo l’uso del termine nel suo intervento al Tea Party di Venezia, in un precedente pezzo del suo blog e da ultimo nel suo intervento a “La Zanzara” su Radio24. Leggo anche che lei lo ha usato col signor Befera, che le ha risposto “e allora chiudiamo bottega”?, Esatto è stata la sua risposta…ed è proprio questo che terrorizza la faraonica e onnipotente burocrazia, in ispecie fiscale, chiudere bottega!
Lei sa che io, imprenditore, da alcuni anni non sono più operativo, ma ora ho una voglia crescente di ricominciare con due scopi.
Primo, produrre ricchezza oggettiva (che, guarda caso, produce a sua volta come prodotto secondario lavoro), secondo evadere, evadere, evadere e reinvestire e far circolare la ricchezza…
In questo clima tirannico pensa che la “voglia” sia considerata un reato?
In attesa di una sua chiamata alle armi delle idee contro le armi della forza, i miei più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Caro Barabaschi,
grazie per la costante attenzione e per le cortesi parole. L’apologia di reato è reato, non forniamo pretesti ai carnefici per torturarci ulteriormente. Quanto al desiderio dell'”uomo forte” che risolva i nostri problemi, esiste ed è diffuso, ma pericoloso. “Un governo forte abbastanza da darci tutto ciò che vogliamo, è anche forte abbastanza da prenderci tutto ciò che abbiamo”!
Cordialmente,
am
Su http://forzaliberta.com/blog/?p=574 “La libertà e l’egoismo”.
lucio@forzaliberta.com
Illustre Professore (per me è e sarà sempre professore di liberalismo), ho letto le Sue dichiarazioni a quelli de “la zanzara”. Eccezionali!! Una randellata all’ipocrisia e l’esaltazione delle piccole grandi gioie di cui lo spirito dovrebbe nutrirsi e che vorrebbero proibirci nel nome di un lurido moralismo.
Ma perché ci fa sudare la Sua presenza in televisione?
cordialità
cg
Io ieri ho mandato una email al dottor Porro
Fatelo anche voi.
dm
Caro Goldsmith, la Cassazione si è trasformata nel braccio violento del fisco. Avviare un contenzioso è un terno al lotto anche se ha ragione da vendere. E poi hanno surrettiziamente reintrodotto l’incostituzionale “solve et repete” (genialità del tributarista di Sondrio). Relativamente al secondo post, ha perfettamente ragione. Per l’amministrazione finanziaria dovrebbe valere quanto sosteneva Cesare Beccaria per i giudici:” Nemmeno l’autorità d’interpretare le leggi penali può risiedere presso i giudici criminali per la stessa ragione che non sono legislatori” (Beccaria, “dei delitti e delle pene”). Ma questo è il paese degli azzeccagarbugli ed allora abbiamo (hanno) inventato il “diritto sostanziale” che teorizza l’interpretazione “dinamica” delle leggi. Basta leggere le finalità di una corrente della Magistratura; non le dico quale.
Ma ora è tempo di redditomentro e lei, se vuole essere un benemerito, si attrezzi per “fare la spia”. Questo è lo spirito dei tempi, questi gli orizzonti luminosi della giustizia (?) fiscale esaltati da chi ha ora scoperto gli sperperi della spesa pubblica.
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In verità ho “elogiato” anche Amato, che di “rapine notturne” se ne intende. Ho svolto un’attività parente stretta, se così si può dire, di quella svolta da Smith che brucia i colletti. In un certo senso, un “rapinatore” anch’io; ma applicavo solo la legge. Mi pare che oggi si sia smarrito il senso della decenza e che i più pericolosi siano proprio i suggeritori del “principe”, quelli ai quali questi si rivolge per studiare regole nuove per meglio tosare i sudditi senza tener conto di fastidiosi diritti. E che il massimo si sia raggiunto durante il governo del “liberale” Monti, per il quale si pone il problema dell’ambiguità dell’aggettivo “liberale”.
Sì, Befera è stato non bravo, ma bravissimo.
Mario Monti ha molte qualità, ma non mi risulta che esse comprendano l’essere liberale. Il termine non è affatto ambiguo, come credo mostri la mia affermazione in testa a questo blog, ma viene usato spesso a sproposito. Non crede?
Cordialmente,
am
Ha ragione, il termine viene usato a sproposito, specie quando viene associato a Monti, perché è stato associato a Monti ed alla sua politica (?).
E meno male che non ha avuto un incidente stradale, altrimenti il vero nemico dell’erario sarebbe stato chi guida in stato di ebbrezza. Befera si considera il centro del mondo , non certo il cittadino, non il contribuente tartassato del quale lui, come suggeritore del “principe”, ha violato ripetutamente la privacy in modo illegittimo. E noi pendiamo dalle elucubrazioni del fosco “tassatore”, anzi dovremmo tifare perché finalmente raggiunga consapevolezza che non è tassando che si raddrizza la barca, ma eliminando la zavorra.
Perché il “tassator scortese” non lo ha chiarito a Monti, il grigio ed ottuso euro burocrate al guinzaglio della Merkel? Perché di quest’ultimo ha agevolato i furti con destrezza, a cominciare dall’IMU? Perché non gli ha ricordato che la Costituzione ha favorisce l’acquisto della prima casa (art. 47, secondo comma) non per tassarla ma per evitare che il risparmio si trasformi in un mucchietto di cenere, divorato dalla inflazione? Perché non ha suggerito di incriminare i vari Amato, i Pellegrino Capaldo, per associazione per delinquere, di denunziare cioè quelli che orchestravano la confisca della “rivalutazione” dell’abitazione (proprio l’effetto che i “Costituenti” intendevano proteggere)? Perché è stato acquiescente Tigellino, desideroso solamente di accontentare il Nerone di turno?
Caro Giulio,
quanto dice conferma l’ambiguità dell’aggettivo “bravo”. Noi apprezziamo un bravo poliziotto, non un bravo rapinatore. Mi duole dir male di uno dei più grandi uomini di tutti i tempi, ma Adam Smith (che aveva elogiato il contrabbandiere), divenuto funzionario delle dogane, bruciò i colletti delle sue camicie perché usavano un tessuto di cui era vietata l’importazione. Spesso, è la carica che fa l’uomo e alla carica ricoperta da Befera noi avremmo preferito un incompetente citrullo, che avrebbe fatto male il suo esecrabile lavoro. Le sue parole, intendo dire, sono un elogio delle capacità di Befera.
Cordialmente,
am
MI VIENE DA PIANGERE AL PENSIERO CHE L’ITALIA HA LA FORTUNA DI AVERE A DISPOSIZIONE UOMINI COME LEI E NON RIESCA SFRUTTARLI COME INVECE E SUCCESSO PER I FORTUNATISSIMI CEKI CON KLAUS.CHE PECCATO NON AVER OSATO DI PIU’ NEL 1994 . PRESIDENTE MARTINO OGNI VOLTA CHE HO IL PIACERE DI ASCOLTARLA MI TROVO A CONDIVIDERE LE SUE OPINIONI COMPLETAMENTE PER ME LEI E’UN GRANDISSIMO!!!!!! Saluti Matteo Napoletano (anarchico libertario)
Grazie, caro Matteo. Per un ex-corrispondente di Reason, i libertari sono commilitoni!
am
Caro, mario teo, ringrazi Berlusca per questo spreco. Ieri sera ha mandato in tv a parlare di sprechi della politica la Polverini che di milioni ne ha sprecati a bizzeffe, in ruberie e (doppie) autoblu.
Ha detto bene Zucco: è preferibile Bersani perché vuole aumentare tasse e spese, ma lo dice apertamente; come nemico gli va riconosciuto l’onore delle armi per la lealtà.
badabum badamum badamum
udite udite udite
vi annuncio una notizia eccezionale
udite udite udite
Dicitte Befera: il vero nemico e’ chi spreca denaro pubblico
Frascati, 9 set. (Adnkronos) – “Gli evasori non sono il vero nemico dell’Agenzia delle entrate perche’ danno senso al nostro lavoro. Il vero nemico e’ chi spreca denaro pubblico”. Lo ha affermato il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, parlando alla summer school della fondazione ‘Magna Carta’, oggi a Frascati. “Un evasore -ha detto Befera- contrasta l’Agenzia delle entrate ma e’ colui che da senso al mio lavoro se faccio bene il mio lavoro ma poi se io recupero denaro e qualcun’ altro spreca denaro pubblico, questo toglie senso al mio lavoro”.
UDITE UDITE UDITE
se lo dice pure lui vuol dire che Per noi ovviamente) sono cazzi … per usare un espressione cara al Manzoni
Incontratolo a SKY, gli dissi: “Un evasore sottrae risorse al pubblico spreco per destinarle a scopi produttivi. Va considerato un patriota, non un criminale.” E Befera: “Dovremmo, quindi, chiudere bottega?” “Esatto”, risposi. Da quello che ha detto a Magna Charta, deduco che ho sprecato il mio fiato: era già perfettamente consapevole dell’assurdità di perseguire l’evasore per consentire a quanti dilapidano i nostri soldi di continuare a farlo. Chapeau!
am
Può anche essere, Professore, che le sue parole abbiano lavorato come un tarlo nella mente di Befera fino a farlo rinsavire. Oppure, più prosaicamente, la zecca si preoccupa della morte della pecora cui succhia il sangue. Una volta morta la pecora, la zecca morirà di fame.
Saluti.
P.S. La prossima volta che sente Berlusconi, gli suggerisca di non mandare più in giro la Polverini in TV, soprattutto a parlare di costi e sprechi della politica, perché riesce solamente a convincere chi non vota più pdl che ha fatto bene ad abbandonarlo.
Perché non metterla su YouTube quella serie??
Il blog è frequantato da gente molto preparata su temi economici e che conosce molto bene il pensiero di Miltono Friedman.
Agli “impreparati” segnalo questa iniziativa di italia oggi, “Milton Friedamn spiega l’economia” che consiste in video sottotitolati del famoso economista:
http://video.italiaoggi.it/italiaoggi/Eventi/
Grazie, caro Goldsmith, per la preziosa indicazione. Mi ha commosso rivedere e riascoltare il mio amico e maestro. I diritti della serie “Free to choose” era stati acquistati da Mediaset nel 1981; non venne mai trasmessa nemmeno una puntata. Vennero poi acquistati dalla Rai, che mi contattò per coinvolgermi; non trasmisero mai nulla. W Italia Oggi, dunque, per l’iniziativa. A oltre trant’anni di distanza, ogni parola di quella serie continua a essere valida.
Cordialmente,
am
Gent.mo Professore raccolgo lo stimolo di Donato Masellis, e provocare il Suo amico Dr. Porro sulla questione MILTONFRIEDMAN-FREE TO CHOOSE-ANTONIO MARTINO? Che so 2-3 puntate nella seconda parte riservata alle interviste dei “Personaggi”.
Mi scusi la provocazione, ma lo sa Lei ci è caro così come la causa che rappresenta e da come leggo nel Suo post il nostro entusiasmo si va’ sempre più rinfocolando e ciò credo sia una buona cosa.
cari saluti Professore
cg
Gent. mo Sig. Donatello Masellis, ho commesso un errore chiamandoLa Donato, chiedo vaenia.
cg
Nessun problema Signor “il medico di provincia”. Mi scuso ma non trovando il nome non sapevo come chiamarla.
La cosa importante che il Professore Martino accolga la nostra richiesta, per dar voce ai quei ideali di liberta’ che l’uminita’ aspira.
dm
Nicola Porro ci segue, credo, su questo blog. Se non lo fa, perché non andate sul suo blog a suggerirgli l’idea? Potrei anche farlo io o telefonargli, ma preferirei che a farlo foste voi.
Grazie,
am
io mi metto in moto…
cambiando discorso 12 anni fa l’integralismo, terrorismo aprì una ferita nel cuore di tutte le persone libere.
God bless USA.
dm
Desideravo solo far notare che l’iniziativa “Milton Friedamn spiega l’economia” è dell’Istituto Bruno Leoni x ricordare i 101 anni dalla nascita dell’economista americano.
E’ stato anche pubblicizzato da un articolo comparso su “Il Giornale” nel mese di agosto.
Di seguito il link:
http://brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=13533
Aggiungo la mia piccola esperienza con l’agenzia delle entrate.
Alcuni anni fa ho aperto partita iva e, guarda caso, proprio nel primo esercizio ho ricevuto richiesta di documentazione da parte dell’erario.
Il commercialista mi dice che è tt ok, ma dopo poche settimane mi arriva una multa via posta.
Il commercialista torna all’agenzia e mi dice che la sanzione non ha ragione di essere applicata e quindi mi arriverà una nuova raccomandata per eliminare la multa.
Sono passati due mesi e non è ancora arrivato nessuna rettifica.
Alcune considerazioni:
1) finchè ero dipendente (10-11 anni)non ho mai avuto un controllo. Appena sono diventato agente…ZAC! Mi sono sentito come un untore di manzoniana memoria…
2) pensate quanta burocrazia e quante spese hanno sostenuto per una questione piccola piccola che dovrebbe risolversi in una bolla di sapone
3) pensate come sono solerti a sanzionare, mentre diventano lenti quando devono rettificare.
Saluti caro Professore, abbiamo ancora bisogno di lei!
Secondo me,
c’è un elemento che unisce gli elettori, di dx e di sx:
non ne possono più dei partiti.
La forza dell’eventuale nuovo movimento di “centro destra”, o “liberale senza socnti”, o “moderato”, o “Forza italia del ’94”,
deve fare i conti con questo sentimento.
Qualunque cosa composta da partitocrati (di cui è composto ora il PDL) sarà votata non per consenso, ma per dissenso contro “l’altra parte”. Ma sarà l’astesnione, o il “grillismo”, a vincere.
E non c’è dubbio che gli elettori abbiano ragione: la partitocrazia, contraria alla democrazia ed alla competenza, nonché madre dell’arbitrio e dell’abuso, è la madre di tutti i mali di questo paese.
E per abbatterla, è necessario agira sulla “nonna”, ovvero alla Costituzione.
Non è difficile, in teoria.
In pratica, è impossibile.
Acc . . . se in questo blog fosse possibile correggere i testi, si vedrebbero meno errori orto-grammaticali . . .
Facile a dirsi, caro Cacciari, ma non a farsi. Chi, se non i parlamentari attuali o futuri, dovrebbe mettere mano alla riforma della Costituzione? E lei crede davvero che la partitocrazia, da essi rappresentata, voglia decretare la propria fine? Se si accetta la sua visione, non c’è speranza, temo.
Cordialmente,
am
Già, proprio così.
Però, abbiamo due esempi che mettono in dubbio la rassegnazione. Uno è Forza Italia del ’94, l’altro è Grillo.
Ambedue i movimenti sono riusciti, nel bene o nel male, ad avere successo portando parlamentari inizialmente estranei alla partitocrazia. Mi spiace dell’infelice accumunamento, ma direi che questa è stata la chiave comune.
Ora ci vorrebbe un terzo fenomeno simile, ma finalmente illuminato.
La formula politica dell’antipartitismo è chiara e di successo. Sarebbe necessario condirla con uomini ed idee riformatrici altrettanto valide.
Caro Professore,
lei ha ragione. Purtroppo pero’ il Centro Destra italiano e’ in una situazione molto negativa.
Il suo leader e’ stato fatto fuori da un potere dello Stato, non doveva essere un ordine?: la Magistratura.
A meno di improbabili rivoluzioni, Berlusconi dovra’ scontare la pena e non potra’ mai piu’ sedersi al tavolo dei potenti poiche’ la Politica vive di immagine e la immagine di Berlusconi e’ stata macchiata.
Vie di uscita non ce ne sono. L’unica potrebbe essere la riapertura del processo Mediaset, ma visto che sara’ sempre un magistrato a decidere la vedo dura che questo possa accadere.
Cosa fare? Non ho idee a riguardo, ma se posso permettermi di darle un consiglio, vada di piu’ in Televisione. Faccia sentire di piu’ le sue idee. L’Italia ne ha bisogno.
So che il dottor Porro conduce una trasmissione. Potrebbe essere il palcoscenico adatto per divulgare idee liberali, visto anche la cultura economica del conduttore.
L’Italia, Paese che amo e che nel mio piccolo rappresento all’Estero, non merita una pubblicita’ cosi’ negativa.
Abbiamo bisogno di persone come Lei.
Cordiali saluti
Donatello Masellis
Una condanna incredibile senza alcuna prova,come paradossalmente affermato nelle stesse motivazioni della sentenza, e comminata solo per eliminare per via giudiziaria un avversario politico. Sono assolutamente d’accordo con lei che i voti moderati o meglio liberali non confluiranno mai nel centrosinistra per cui il PD e i suoi alleati sbagliano a cantar vittoria. Un caro saluto