Ritengo che i frequentatori di questo blog possano gradire questa paginetta tratta dalle mie memorie che, al ritmo con cui procedono, temo non vedranno mai la luce.
Avendo vinto una borsa di studio Harkness, feci domanda alle università di Harvard e Chicago. Fui ammesso da entrambe, ma decisi di andare a Chicago per studiare con Milton Friedman. All’università di Messina (dove mi ero laureato in Legge) i professori erano circondati dal rispetto reverenziale degli studenti: ci alzavamo in piedi e battevamo le mani quando entravano e quando uscivano. Condizionato da quell’esperienza, non avevo trovato il coraggio di presentarmi a Friedman. Finalmente, preso il coraggio a due mani, andai al dipartimento e cercai il suo ufficio. Nella stanza antistante sedeva a una scrivania Gloria Valentine, la sua storica segretaria.
Le chiesi se potevo incontrare Friedman, sperando mi fissasse un appuntamento, e lei rispose: “Quello è il suo ufficio, bussa ed entra”. Ero sbalordito, ma feci come mi disse e sentii Friedman che mi diceva di entrare. Lo feci e vidi un signore di bassa statura, in maniche di camicia e con i piedi sulla scrivania.
Mi presentai e gli dissi che mi avevano assegnato come advisor Zvi Griliches, un econometrico, e che sarei stato onorato se fossi invece affidato a lui. Andò a controllare e, dopo qualche minuto, tornò e mi disse che non era possibile ma che potevo venire a trovarlo quando volevo. Lo ringraziai profusamente e mi disse: “Non devi ringraziarmi, sono pagato per questo,”! Era la fine dell’ottobre del 1966; cominciò allora un’amicizia che sarebbe finita nell’agosto del 2006 con la sua morte.
L’ho sentito per l’ultima volta il 31 luglio 2006. Gli telefonavo tutti gli anni per fargli gli auguri per il suo compleanno, Appena sentì la mia voce, avendo saputo che avevamo perso le elezioni e che non ero più al governo, esclamò: “Antonio, you are out of business”! E’ stato una guida preziosa e mi sono sempre rivolto ai suoi consigli ogni volta che ne ho sentito il bisogno. Era un uomo assolutamente straordinario e il miglior insegnante che abbia conosciuto. Farne un ritratto anche solo approssimativo, tuttavia, richiederebbe ben più di poche righe.
Quando, il 22 dicembre 1992, compii cinquanta anni, mi mandò una mail di auguri. C’era scritto: “Un mio amico novantenne, camminando per strada, si è imbattuto in una bella donna e ha sospirato ‘Averne ancora ottanta’!” Seguiva una poesia di Robert Browning: “Grow old with me, the best of life is yet to be, the last for which the first was made.”
Caro professore, a distanza di più di due mesi, quando tutti i commenti economici e politici si sono conclusi, voglio dimostrarle la mia stima raffrontando il suo aneddoto con uno che ho letto da ragazzo ne “I trent’anni che sconvolsero la fisica”. Forse lei lo conosce: è un libro di divulgazione scientifica – scritto dal fisico russo/ucraino George Gamow – che è anche un diario e una raccolta di episodi e facezie dei grandi fisici dei primi trent’anni del secolo scorso.
Racconta di sè che nel ’29 a venticinque anni, dopo aver concluso una borsa di studio a Gottinga, nel viaggio di ritorno volle passare a Copenhagen per conoscere il grande fisico Niels Bohr (Nobel nel ’22).
Con i pochi soldi che gli erano rimasti in tasca cercò una stanza in affitto al minor costo possibile, poi si rivolse alla segretaria per avere un incontro pensando di dover attendere molto tempo, invece fu ricevuto immediatamente. Parlò delle sue idee con Bohr, che restò colpito da questo giovane simpatico e di grande talento e gli propose di fermarsi un anno in Danimarca con una borsa di studio che lui stesso gli avrebbe procurato. Non solo, ma gli trovò anche l’alloggio gratuito. Con i suoi ultimi risparmi George aveva affittato una camera per niente!
Storie di titani della fisica e giganti dell’economia…
A Luciano
Pragmatico nel senso che mi baso sui fatti concreti e rifuggo dalle ideologie che vogliono cambiare il mondo.
Sono sicuro che starei dalla parte dell’impugnatura se tornasse Cromwell, grande uomo che scanno’ coloro che imponevano tasse esose agli inglesi, anche perché correrei ad arruolarmi fra le teste rotonde.
Presidente Martino
Siamo sempre molto critici nei confronti del nostro partito Forza Italia, così, per una volta, voglio elogiare il partito segnalando il discorso che ho potuto ascoltare, ieri sera, alla riunione FI di Venezia.
Riunione che ha visto la partecipazione di Renato Brunetta, del Senatore Marco Marin, coordinatore regionale del Veneto oltre al Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e agli assessori forzisti.
Il discorso, che ho molto apprezzato da liberale Martiniano, è stato fatto dal dott. Michele Zuin, assessore economico della Giunta Veneziana, degno del grande Milton Friedman!
Riassumendo:
Lotta senza quartiere alla spesa pubblica.
Stop tasse
Meno burocrazia
e il tutto senza fare prigionieri…..
Grande Zuin!
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
grazie per questa buona notizia,
am
Caro Professore,
ho seguito con attenzione Virus di ieri sera, anche perché sapevo della sua intervista (purtroppo breve, ma come sempre incisiva e spumeggiante). Inutile dire che l’ho molto apprezzata e condivisa.
Ho anche molto apprezzato i brevi interventi di Luttwak ?, in particolare la sua affermazione: i paesi mussulmani (per cultura, religione, tradizione, ecc.) possono essere governati solo da dittature, la alternativa è l’anarchia ed il caos. Esempi sono la Libia, la Siria, l’Irak ecc.
Quando lo capiranno i leader occidentali ?
Grazie, caro Ivo
am
Prof.Martino
voglio ben sperare che venga convocato: http://www.ilgiornale.it/news/politica/berlusconi-prepara-leopolda-centrodestra-1172065.html
a che pnto e’ rivolta l’italia ?ho visto che e’ nata insieme per l’italia di Andrea Ronchi (Ex AN?)
cordiali saluti
madmax
Caro MM,
quanto al primo punto, non ne so nulla. Quanto a Rl’I, ho visto Giuseppe stamani e si sta muovendo. Gli chiederò di fare il punto della situazione su questo blog. Fra parentesi, stasera Nicola Porro trasmetterà nella sua trasmissione un’intervista che mi hanno fatto.
am
Grazie per l’informazione, ma non vedo in che modo mi possa interessare. Nell’articolo si parla di senatori e deputati che pietiscono una ricandidatura … roba da soviet supremo.
A me interessa organizzare qualcosa che sopprima Equitalia e dimezzi le tasse.
Se poi a qualcuno interessa se l’onorevole Scemolao Persichetti tornerà in parlamento, libero di sostenere l’idea, ma per carità: non si azzardo di appropriarsi del marchio liberale. Già devo faticare sette camicie per far capire a chi incontro che Monti con noi liberali nulla ha a che spartire.
Gentile Td, mi permetto di attirare la Sua cortese attenzione su due pensieri del prof. Ricossa che sarà pure un pessimista cosmico, (come sostiene il nostro prof. Martino, “marciatore” come il suo amico Ricossa nella manifestazione antifisco del 1986), ma a cui i fatti sembrano dar ragione:
“Da una vita non riesco a diffondere l’abbicì del liberismo: OGNI terra promessa è un miraggio” (cfr. S.R., Come si manda in rovina un paese, Rizzoli, 1995, p. 268)
DILEMMA DI RICOSSA
“E’ molto difficile accettare la posizione libertaria se si ha un’ambizione politica. La carriera politica è faticosa, e proprio per questo chi, una volta raggiunta la vetta, lavorerà solamente per smantellare il potere senza guadagnare un soldo? Non ci sarebbe la possibilità di far quadrare il bilancio personale, per i singoli politici. Non so come i libertari possano risolvere questa questione.
(cfr. S.R., Da liberale a libertario, Leonardo Facco ed, p. 86)
Caro Luciano,
il dilemma di Ricossa è, se possibile, più vero di quanto pensi il suo autore. Te lo dice uno che soffre da ventun anni l’insanabile contrasto fra le sue idee e la realtà della politica. Ricossa, in occasione di quella famosa marcia, disse: “Vedrete che, dopo il successo di questa iniziativa, qualcuno ci offrirà di entrare in Parlamento. Non riusciranno mai a farmi passare dalla parte degli sfruttatori; preferisco restare con gli sfruttati”!
am
Anche un breve post come questo rende imperdibile questo blog.
Grazie molte, caro Prof. Martino
Grazie a lei, caro Ivo,
am
Gentilissimo professor Martino, ancora Ricossa ci aiuta a spiegare perché Ella faceva parte di una corposa minoranza composta di una sola persona: Lei stesso (trovo irresistibile il Suo umorismo anglo-siciliano). Temo che quella minoranza non sia numericamente molto aumentata.
“Perfino i liberali del PLI temono di essere confusi coi liberisti. Leggo su «Libro aperto», rivista presieduta (?) da Malagodi: « Quale significato ha, nel contesto attuale lo “stato minimo”? Quale il monetarismo spinto agli estremi? Il rifiuto di ogni significato al concetto di giustizia sociale? La ripulsa di ogni forma di programmazione come “via della servitù”? Vi è qui una trappola in cui il liberale non deve cadere, soprattutto il liberale.»
E così sono epurati Nozick, Friedman, Hayek (due premi Nobel).”
p. 176 Come si manda… citazione del 1982.
Caro Luciano,
“Libro aperto” è sempre stato l’organo ufficiale di quanti si dichiarano liberali, ma non conoscono il significato del termine! 😉
am
SOno liberale e quindi pragmatico. Ci sono persone disinteressate come la Thatcher e come fu a suo tempo Cromwell. Anche da noi ci sono e il professore Martino ne è esempio. Ci sono anche persone piu’ giovani come Moles. Se avessero il coraggio di prendere la testa del corteo e trascinsarci. Basterebbe un fischio un appello scritto qui e ci troveremmo sotto la sede di Equitalia a fare cagnara. Io da solo ho liberato una corsia preferenziale dalle autoblu: sono bastate due paroline giuste a qualche autosta. I parassiti non sono molto coraggiosi RICORDATELO
Caro TD,
grazie per il complimento. Quanto alla sua considerazione, che peraltro condivido, non si offenderà, spero, se la considero quintessenzialmente bersaglieresca. 😉
am
Il professor Martino mi correggerà se sbaglio, ma essere pragmatici non equivale ad essere liberali. Pragmatico sarà Berlusconi che ha governato con i sondaggi in mano e i risultati li ha subiti, da gentiluomo, il prof. Martino. Per esempo, è mancata perfino la dosa pediatrica di dignità che consentisse almeno di votare alle elezioni presidenziali il degnissimo candidato proposto. Dato che il blog che ci ospita non è l’enciclopedia Britannica, mi asterrò dall’elencare i nomi di coloro che, professando liberalismo, vantavano origini socialiste, mercantiliste o keynesiane. Il prof. Martino è persona libera e quindi, dopo aver riconosciuto che Berlusconi non è la Thatcher né Reagan, ci ha spiegato, con sintesi brillante, che mentre speravamo in un partito liberale di Massa ci hanno rifilato un partito socialista di Carrara! “Ghe pensi mi” sarà anche pragmatico, ma non mi pare liberale. Mi permetto di ricordare che il massimo ottenuto dal PLI fu un 7,38% al senato nel lontano 1963. Non sarà necessario, prima di invocare improbabili rivoluzioni, rivedere la strategia comunicativa?
Al gentile TD, suggerisco timidamente che quando il Suo Amico Cromwell farà roteare le spade, cerchi almeno di trovarsi dalla parte dell’impugnatura e non della lama.
Scusatemi per la franchezza; un cordiale saluto a tutti.
Caro Professore, cari ADAMs,
questa notiziola
https://www.maurodellaportaraffo.com/2015/09/16/primo-treno-diretto-cina-spagna-13-000-km-in-21-giorni-la-nuova-via-della-seta/
dovrebbe farci riflettere sulla sempre più accelerata marginalizzazione dell’Italia (cui del resto contribuiamo fattivamente, data l’insipienza e miopia delle nostre attuali classi dirigenti).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
non continuiamo ad autoflagellarci! La notizia, tuttavia, è incredibile. Grazie per averla segnalata,
am
Caro Professore,
mi scusi se mi manifesto di nuovo (però non sono un fantasma), ma Le chiedo in che mani siamo.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/eurofighter-gaffe-palazzo-chigi-mette-rischio-laccordo-itali-1170793.html
Se fosse vero sarebbe doveroso concludere che il piazzista di Rignano riuscirebbe meglio come venditore porta a porta di aspirapolvere, assieme a tutta la sua corte di dilettanti allo sbaraglio.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
roba da matti!
am
Perdoni Franco, ma ancora non ha capito che siamo in mano a una casta occupata solo a magnare e spartirsi i beni confiscati agli italiani finché si può e a cui non frega una beneamata ceppa di quello che succede al paese?????
Caro Professore,
cosa ne pensa?
http://blog.ilgiornale.it/foa/2015/09/13/presidente-mattarella-perche-non-risponde/
A me pare che il quesito sia più che legittimo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
ha ragione: il quesito è più che legittimo. E’ stato, tuttavia, indirizzato alla persona sbagliata, temo.
am
http://www.ilgiornale.it/news/politica/vizio-rosso-spremere-chi-lavora-e-innova-1169930.html
Non solo Milton Friedman. Aveva ragione anche Carlo Maria Cipolla di “Allegro ma non troppo”: continuiamo a sottovalutare l’ineliminabile “frazione Sigma”!
Stupendo articolo. Dimenticava pero’ di citare la tassa di soggiorno, che ha messo sul lastrico centinaia o migliaia di lavoratori della nautica.
Oggi e’ l’11 settembre. Un reverente ricordo all’11 settembre del 1973 ed al generale Augusto Pinochet Ugarte
Caro TD,
forse potremmo anche rivolgere un altrettanto reverente pensiero alle vittime delle torri gemelle e del Pentagono, non crede?
am
Sicuramente. Ma lì c’e’ gia’ tanta gente che piange e a me da’ fastidio la folla.
L’unione fa la forza…ma in questo caso, con l’ Unione Europea, abbiamo fatto…la debolezza.
Più Stati insieme ma senza una politica estera comune ed incisiva.
Tutto intorno l’inferno e l’ UE inerte limitandosi ad accogliere da ovest, da sud e da est;
da mare e da terra.
Penso che la misura sia abbastanza colma e sia tempo questo non di indugi,
ma di interventi.
L’inazione può solo compromettere ulteriormente il delicato equilibrio
internazionale, già molto in equilibrio…ma precario, ed innescare ulteriori
disastri difficilmente risolvibili.
Cosa ne pensa professore?
Con stima
Michele De Luca
E’ proprio come dice lei, caro Michele!
am
L’UE è moribonda. Non sarebbe il caso di finirla con q
L’UE è moribonda. Non sarebbe il caso di finirla con l’accanimento terapeutico?!?!?
Credo di sì, caro TD! 😉
am
Stupendo intervento quello del Professore, ma mi si consenta di osservare che non è lontano dalle posizioni di Blondet, almeno su questo particolare argomento.
E, visto che siamo in tema, completiamo la storia della famosa foto
http://www.rischiocalcolato.it/2015/09/non-lhanno-trovato-sulla-sabbia.html
ovviamente gli sciacalli sono quelli che chiedono un tappo contro gli immigrati non quelli che si impietosiscono e chiedono una casa e un lavoro per ognuno che mette piede qui
Caro TD,
non confondiamo, please! Come può fare affermazioni come questa senza vergognarsene?
am
MI sembra che entrambi abbiate chiesto il coinvolgimento della Russia e di mantenere al potere una persona che, pur con le sue ombre, assicura il mantenimento di uno stato di pace.
Poi sicuramente ognuno ha idee diverse e una casa propria.
Caro TD,
lei è un amico e, quindi, non la sfiderò a duello (anche perché contro un bersagliere non avrei possibilità), ma se lo meriterebbe!
am
Antonio Martino e Vaclav Klaus, pilastri del liberalismo mondiale!
Saluti Matteo Napoletano
Troppo buono, caro Matteo! 😉
am
Prof., ci dica la verità: non si è stufato di sentirsi dire aveva ragione Lei? ora sugli immigrati è la stessa cosa e sulla siria e sulla libia. non Le viene il prurito alle mani?
Una gentilezza: mi può spiegare perchè uno deve pagare un sacco di soldi per venire in europa in maniera clandestina quando potrebbe prendere un aereo? forse non li fanno partire oppure perderebbero la possibilità di chiedere asilo?
grazie anticipate
ap
Caro Alberto,
avere ragione in politica è dannoso, specie se la si ha prima. 😉
am
Il Vaclav Klaus che non vi hanno raccontato
PAGINE ITALIANE, 12. 1. 2009
Nel 1988 si tenne a Vienna un incontro fra economisti dell’Europa orientale e dell’Occidente. I lavori si tenevano in un albergo vecchiotto e ricco di fascino ed ebbero inizio alle 9. Alle undici uno dei partecipanti si alzò e, indignato, esclamò: “siamo qui da appena due ore e Karl Marx è già stato nominato tre volte! Nel mio paese nessuno ne parla, mai”. Approfittando della pausa caffè, mi avvicinai e iniziammo a conversare; scoprii che conosceva benissimo il pensiero dei grandi liberali del XX secolo: Hayek, Friedman, Stigler.
Gli chiesi come facesse a sapere quelle cose, in Cecoslovacchia questi autori erano probabilmente al bando. Rispose che non li aveva scoperti a Praga, ma a Napoli dove aveva trascorso un periodo di studio. Gli feci presente che non mi risultava che a Napoli ci fossero economisti liberali; “può darsi, rispose, ma ci sono biblioteche”. In questi vent’anni ci siamo incontrati innumerevoli volte e credo di conoscerlo abbastanza.
Non dimenticherò mai il suo racconto della serata che concluse la “rivoluzione di velluto”: “nostro figlio tornò molto tardi e noi lo aspettavamo in ansia. Quando finalmente rientrò ci disse: noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca a voi!” Come ministro delle finanze e poi come primo ministro, Klaus ha fatto di tutto per far passare l’economia ceca dal comunismo alla libertà di mercato. Il suo coraggioso piano di privatizzazioni fondato sulla distribuzione di voucher cui corrispondeva una quota parte della proprietà delle aziende di Stato, anche se non ha avuto tutto il successo che meritava per via dell’opposizione della vecchia nomenclatura, non è stato nemmeno il clamoroso fallimento previsto dagli statalisti ed ha avviato la repubblica ceca verso un’economia più libera.
Parlo di lui perché il fatto che la repubblica Ceca sia presidente di turno della UE fa di Klaus il successore di Sarkozy alla presidenza europea e la cosa ha terrorizzato i benpensanti e gli euro-entusiasti. Il logoro anatema – “euroscetticismo” – è stato spolverato e adoperato a tutto spiano. Si tratta di un’accusa che non contempla appello, il destinatario è condannato in via definitiva. Essendone stato colpito anch’io so benissimo che è perfettamente inutile tentare di difendersi, specie se non si ha nulla da farsi perdonare. Un accusato di stupro, di omicidio, di rapina, ha la possibilità di esporre le sue ragioni e difendersi davanti ad un tribunale; tutto ciò è precluso a chi è accusato di euroscetticismo.
Vaclav è il tipo di uomo di Stato che i benpensanti amano criticare, offrendo di lui una grottesca caricatura a tinte fosche. D’altro canto, dato che il presidente ceco ha il coraggio di dire ciò che pensa, questo offre ai suoi critici la possibilità di raccontare storielle sul suo conto. Tanto per fare un esempio, dopo il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS, nessuno aveva più l’impudenza di invocare un ritorno al comunismo; d’altro canto, gli ex-comunisti non erano diventati di colpo liberali; divenne così di moda, più di quanto fosse in passato, la “terza via” – una sorta di via di mezzo fra il comunismo sovietico ed il capitalismo “selvaggio”. Klaus liquidò sbrigativamente l’idea affermando che la terza via conduce immancabilmente al sottosviluppo. Com’è ovvio ciò non gli ha conquistato le simpatie degli ex-comunisti.
Quando sento alcuni leader europei, cui la storia non ha inflitto la terribile esperienza di vivere in una dittatura comunista, parlare con tanta superficialità della libertà come principio di organizzazione sociale e motore di progresso economico e civile, vedo la presenza di Klaus alla guida dell’UE con soddisfazione. Essere rappresentati da chi quegli orrori ha conosciuto è rassicurante, non sarà certamente lui per compiacere i benpensanti a mettere a repentaglio le libertà di cui ancora godiamo.
Antonio Martino, Instituto Bruno Leoni, 12 gen 2009
Caro Matteo,
vedo che è appassionato di “archeologia martiniana”! Grazie,
am
Egregio Professore, ho appena letto l’intervista da Lei rilasciata al Resto del Carlino. Ebbene era ora che qualcuno parlasse chiaro. Un saluto
Grazie, caro Michele,
am
Per gli ADAM: eccovi il link
http://giornalesm.com/anche-litalia-nellazione-militare-martino-il-tiranno-e-il-male-minore-assad-va-salvato/
Capisco di andare fuori tema ma majora premunt e penso sia il caso di leggere con attenzione:
http://www.rischiocalcolato.it/2015/09/il-ricatto.html
Caro TD,
la storia della foto e della reazione dei media sta nei termini descritti nel pezzo. Ma la cosa più grave è che a nessuno di questi superfetati commentatori viene in mente che quanto sta accadendo ci riguarda molto da vicino e che, se non faremo qualcosa ora, in futuro potremmo pentircene amaramente. Non possiamo lasciare gli sgozzatori a perpetuare indisturbati le loro barbarie. L’uso della forza militare è, a mio parere, inevitabile. Ma sono certo che su questo siamo d’accordo, no? 😉
am
Caro Professore,
mi permetta di esprimere un parere non sulla necessità di intervenire contro i tagliagole islamici, bensì sul pulpito da cui proviene la predica.
Mauirizio Blondet è un cattolico ultraintegralista, violentemente antisemita, odiatore di Israele, cui addossa tutte le colpe ed i misfatti possibili ed immaginabili sin da prima della crocifissione di Cristo – opera, sia detto per inciso, ma non fatelo sapere al nostro, dei Romani – tanto che sarei tentato di definirlo nazi-islamico, sempre e comunque antiamericano (anche gli Stati Uniti, istigati dalla potentissima lobby giudaica, commettono da sempre e costantemente, per amore dello sterco del diavolo, i più turpi crimini ai danni dell’umanità). Al contrario ama visceralmente ed ammira i miti e pacifici palestinesi martirizzati dai feroci ebrei e gli islamici in generale, oltre che il suo campione Putin e la Santa Madre Russia, soprattutto quando si annette territori di altri stati di cui, con trattati aveva riconosciuto i confini, o rapisce in Estonia cittadini estoni e, sia ben chiaro, dopo regolare processo li imprigiona nelle proprie galere. In breve vede complotti giudaico demoplutocratici massonici anche in un temporale estivo.
E’ vero che un tale modo di pensare è quanto di più alla moda sia oggi in circolazione, ma le prediche di un tale soggetto non mi sembrano una fonte di saggezza cui abbeverarsi.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
pur non conoscendo l’autore, la lettura del pezzo mi aveva fatto comprendere quali fossero le idee che ispiravano l’estensore. Purtroppo, l’antisemitismo e l’antiamericanismo, sempre detestabili, sono oggi anche tremendamente pericolosi, perché fanno sottovalutare il mortale pericolo che ci minaccia. Comunque, grazie per avermi illuminato sulle idee di questo fogliettante.
am
Una grande quantità di gente di buonsenso, molti di quelli che avevano anche sentimenti Cristiani rinnovati dopo la devastazione della prima guerra mondiale sono stati ingannati e portati al nazismo per gente con queste idee. Persone con fede Cattolica scandalizzate gli errori del cattocomunismo spesso cascano in queste trappole.
Ho sempre difeso gli USA, ma questi USA che hanno approvato il FATCA e si fanno rappresentare da uno squallido burocrate come Saint Amens dovranno fare a meno del mio piccolo contributo. Senza contare che devono spiegare alcune stranezze nella loro politica verso l’ISIS
Blondet avrà i suoi difetti, ma in questo momento sta difendendo i nostri interessi e le nostre famiglie
Caro TD,
d’accordo che ”ha da passà ‘a nuttata” Hussseinobamiana (ancora sedici mesi, si spera) e la sua ridicola, inesistente politica estera, però preferisco farmi difendere dall’U.S.M.C. che da Maurizio Blondet!
Cordialità,
Franco Cattaneo
La sparizione di Obama sarà una gioia, ma rimane il fatto che gli stati uniti hanno approvato il FATCA e nominato proprio rappresentante Saint Amens. E queste iniziative non fanno capo al solo Obama. Devo capire quanto ci si puo’ fidare ancora degli USA.
Cisono problemi a scrivere
Si, ma ci vadano inglesi e francesi a spazzare in terra, visto che sono stati loro a sporcare
Professore, Lei nell’intervista parla di come gli alleati, per sconfiggere il nazismo, si siano alleati con Stalin. Ma a quel tempo c’erano Churchill e Roosevelt (persino lui !), oggi invece abbiamo Obama e Kerry che in questi giorni sono in Alaska ad illustrare i mali del global warming “causato dall’uomo”. Obama si è fatto fotografare nel mentre che accarezza un salmone…mentre Kerry ha dato la responsabilità delle emigrazioni mediorientali al riscaldamento climatico che ha reso quei posti invivibili. Quando l’ho letto non potevo credere ai miei occhi !
Temo che ci dovrà pensare il prossimo presidente USA tra due anni a prendere provvedimenti, sperando che non porti la gonna né i capelli arancioni, ma che venga da quella famiglia dalle solide ed antiche tradizioni politiche.
Gentile professore , complimenti per l’articolo su Friedmann ” visto da vicino”
raccontato in modo cosi familiare , che si percepisce come una ” presenza” che vivifica
l’ attuale silenzio e vuoto pneumatico liberale .
Una mancanza di spirito liberale nella attuale società e politica italiana ed europea
per cui ho una costante malinconia e nostalgia , che pero’ almeno mi fanno sentire vivo .
Quanto al NIT , non avrei dubbi di proporlo come FI , almeno si riparlerebbe M. Friedmann
e non di Brunetta .
Le sue personali perplessità potrebbero anche essere fondate , anche se credo
che con una soglia di 500 euro ( da sopravvivenza ) non c’e’ disincentivo a trovare lavori piu ‘ redditizi .
Se poi fosse una politica sbagliata , si puo’ sempre correggere il tiro in base a monitoraggi e analisi successive ,
che un Friedmanniano a differenza di un Austriaco , come ci ha insegnato Lei puo’ sempre fare .
Si riaprirebbe inoltre un dialogo con l’attuale chiesa cattolica statalista , per un nuovo modello di welfare che consenta lo sviluppo .
Semplicemente geniale questa idea ! Portiamola avanti , differenziadola profondamente dalla proposta grillina .
Cordiali saluti Giovanni
Caro UL,
grazie per le cortesi parole. Malgrado le perplessità, credo che sarei favorevole ad includere la NIT in un programma politico, sia per stanare gli statalisti, che difenderebbero lo status quo, sia per sottolineare l’assoluta inefficineza dell’assistenzialismo di Stato che, malgrado le ingentissime somme elargite, non ha nemmeno intaccato in superficie il problema della povertà.
am
Oltre ad unirmi alle considerazioni e ai complimenti degli ADAM per quest’ultimo post volevo rimarcare la risposta tipicamente americana che Le diede Friedman: “Sono pagato per questo”! Ecco da noi ciò sarebbe considerato eresia…perché accostare educazione al pagamento di un servizio ricade nell’assioma denaro=sterco del demonio ed educazione=missione statale!
Chissà se questo vento arriverà prima o poi da noi. Ne dubito stante così la situazione…
Leggo sul Corriere che il premier Netanyahu ci dice, spiegandolo con la Curva di Laffer all’amministratore dell’Expo Sala, che noi paghiamo troppe tasse…Ecco avessimo seguito le idee liberali-liberiste e meno quelle stataliste-cattocomuniste non saremmo qui solo a ricordare il compianto Maestro Friedman ma saremmo invece qui a celebrare i risultati delle sue teorie.
Grazie ancora e vado ad incorniciarmi il Suo post.
Saluti e si ricordi che siamo tutti con Lei,
Parrini
Caro Alberto,
grazie per le cortesi parole e l’attenzione costante. Ieri Nicola Porro ha scritto sul Giornale un pezzo molto bello che ricorda una rivoluzionaria proposta di Friedman e quanto feci per farla conoscere in Italia. Le manderei il link se solo sapessi come diavolo si fa. 😉
am
Ecco il link:
http://www.ilgiornale.it/news/limposta-negativa-sul-reddito-spiega-martino-1164581.html
Eccolo qua caro Professore!
http://www.ilgiornale.it/news/limposta-negativa-sul-reddito-spiega-martino-1164581.html
Pezzo veramente fantastico!
Anche se mi sembra di capire caro Professore che la creazione di un esercito di mantenuti alle spalle di altri rimarrebbe anche con la NIT…giusto?
Credo sia questo il grosso punto a sfavore. Ad ogni modo sarebbe già un bel passo in avanti…ma solo se in completa sostituzione del sistema attuale non in aggiunta.
Saluti e avanti tutta,
Parrini
Caro Alberto,
sono le due obiezioni serie alla proposta. 1) Non sarebbe mai sostitutiva di TUTTO l’assistenzialismo di stato. 2) Creerebbe un esercito di persone prive di incentivi a lavorare. Ho scoperto, grazie a Porro, che ne avevo coscienza quando scrissi quella prefazione, ma restavo favorevole. Molti anni dopo, un saggio di un economista della George Mason University, che non riesco a ripescare, mi convinse che la proposta era impraticabile, perché chi usufruiva della NIT non avrebbe mai accettato un lavoro se il suo compenso al netto degli oneri tributari fosse stato inferiore all’importo della NIT. Comunque, bravissimo Porro e geniale l’idea.
am
Caro Professor Martino,
la prego perdonarmi se mi permetto di uscire totalmente dal’ argomento e, ove ritenga i ogni senso inopportuna una sua risposta, consideriamo come non detto.
Mi riferisco all’articolo di Antonio Socci su “libero” di oggi.
Mi limito a dirle che mi ha lasciato quanto meno turbato. Mi interesserebbe molto il suo pensiero in merito.
Mi scuso ancora e la saluto con viva cordialità.
Pietro Barabaschi
Caro Barabaschi,
sfortunatamente, non le posso essere utile perché non ho letto i giornali (un lusso che mi permetto quando sono in vacanza ;-))
am
Che bella questa descrittiva su M.F. prof.Martino sono d’accordo con Michele Lei ci manca in FI .Mi chiedo che cacchio è saltato in testa a SB dal 94 al non attuare la rivoluzione liberale ? boh mistero…
Sinceramente sono sconfortato deluso e rammaricato da FI ,io ero tra le prime 1800 tessere…non abbiamo un leader, una classe dirigente ,temo che l’età a Silvio e le battaglie l’abbiano spossato.
Brunetta nn mi appartiene è un socialista keynesiano. io voglio Martino all’economia punto e basta.
Cmq dopo questo piagnisteo ,anche io mi vedro costretto a votare un altro schieramento.Salvini l’ho ascoltato a Riccione a fine luglio, è stato molto bravo nn ha sbagliato una virgola,se vogliamo battagliare con REnzi dobbiamo puntare su di Lui. TRa l’altro ha fatto prima di lui un intervento il loro economista/fiscalista ed ha parlato della flat tax che fatti i dovuti conti la farebbero partire dal 15% se non ricordo male.
Cmq Prof. si ricorda che Le chiesi di darci perlomeno una illuminazione per sommi capi sulla differenza tra La scuola economica austriaca (mises,von hayek,rothbard,ecc.) e la scuola di Chicago (Friedman & C.) ,forse questo e’ il post che si addice.
e se non sbaglio in uno dei post ha criticato la teoria economica austriaca ,disse che gli mancava o che non “riuscivano ad interpretare ” bene l’economia
So ‘ che l’argomento e’ vasto ma,chissa se riesce a deliziarci con uno schema o una replica intrisa del suo humor ?
GRazie di tutto e’ sempre un piacere leggerla e buona estate.
Mad Max
Caro MM,
fermo restando che una risposta esauriente alla sua domanda richiederebbe un trattato, mi provo a indicare alcune differenze che a me sembrano significative. La prima è la concezione dei compiti che la scienza economica deve svolgere. Per Friedman l?economia è uno strumento che consente di analizzare il mondo reale e comprenderne il funzionamento. Quindi, per sapere se una teoria funziona bisogna confrontare le sue conclusioni con i dati della realtà. I dati statistici sono essenziali per sapere se una data ipotesi può continuare a essere usata o meno. Mises, Rothbard e molti “austriaci” non credono all’uso della statistica, convinti che i dati non siano affidabili. “La verità non ha bisogno di essere provata” sembra essere il loro assunto. Da qui la loro tendenza al dogmatismo e all’intolleranza. Devo aggiungere che questa impostazione è vera per alcuni ma non per tutti gli “austriaci”. Haberler e Hayek, per esempio, ne erano largamente immuni. Haberler, frequentatore del seminario privato di Mises a Vienna è stato, a mio parere, uno dei più grandi economisti del XX secolo. Le differenze sono molte, ma, per capire quanto le due scuole siano distanti in campo monetario, basta leggere i testi di Friedman e di Rothbard sulla Grande Depressione. Mi spiace che autentici liberali debbano dividersi su temi così importanti e consiglierei di non lasciarsi fuorviare dalle posizioni politiche, più radicale quella “austriaca”, più razionale quella friedmaniana. Tutto ciò non risponde certo al suo quesito ma penso che in questa sede sia sufficiente.
am
gent.mo Prof. Martino, La ringrazio per il tempo dedicato a questo quesito che mi frulla in testa da un po’ di tempo: ho recepito i suoi consigli sui libri. Cmq ha già attuato due distinzioni che per me sono fondamentali. grazie ancora e buona estate,cordiali saluti madmax
Caro Professore,
il grosso (e gustosissimo, se visto sub specie culinaria) anatide scrive oggi qualcosa che getta un’ombra di rimpianto sui tempi di Luigi Einaudi e di Milton Friedman
http://www.lintraprendente.it/2015/08/ci-mancavano-i-marxisti-bocconiani/
Del resto ormai icona di questa università è divenuto il grande accademico ricercatore (di cadreghini e vitalizi) Mario Monti…..
Devo sempre più dar ragione a mio padre che, una sessantina di anni fa, dei bocconiani diceva “A in di ragiunat che se voeren fa ciamà dutur” [traduzione per coloro che non avessero dimestichezza con la lingua del Porta: sono dei ragionieri che vogliono farsi chiamare dottore].
Ma almeno allora i ragiunat, una volta usciti dalla banca presso cui lavoravano, si precipitavano dall’industrialotto o dal commerciante per tenergli in ordine (nel modo più profittevole possibile) la contabilità. Erano i tempi dell’IGE e della Vanoni e del miracolo economico.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
persino per un siciliano – nato cioè più vicino a Tunisi che a Roma – come me è chiaro cosa sia un ragiunat! Tuttavia, il fatto che dalla Bocconi escano, per bocca dei suoi docenti, clamorose fanfaluche non mi sorprende per nulla. Non è il primo caso e, ne stia certo, nemmeno l’ultimo. Del resto, la produzione di corbellerie è in forte crescita. Fa bene a scandalizzarsi, ma non esageri, potrebbe essere dannoso per la sua salute! 😉
am
Egregio Professore, che bello poter leggere un’altra Sua riflessione. Ne sentivamo il bisogno. Però fa stare male: il mondo anglosassone non ha paura dei giovani. Anzi. Per un americano è normale che un mito come Friedmann abbia ricevuto una persona senza sapere chi era. Comunque anche io ero dispiaciuto che Lei non fosse più ministro. Così come sono dispiaciuto del declino di Forza Italia. Infatti alle ultime elezioni ho votato la Lega. Con dispiacere. Vorrei rivotare per FI ma lo farei solo se Lei tornasse ad avere un ruolo di primo piano. Siccome penso che Lei abbia di meglio da fare mi rassegnerò a non avere più un partito. Un caro saluto
Grazie, caro Michele. Condivido il suo sconforto,
am
Presidente Martino
Grazie per il regalo è un privilegio poter leggere in anticipo la sua biografia e grazie ai suoi racconti poter conoscere particolari privati del nostro mito Milton Friedman.
Il cantante inglese Elton John ha offeso il sindaco di Venezia definito come cafone e bigotto colpevole di essersi fermamente opposto alla diffusione di un libretto transgender creato dalla Giunta comunista precedente con lo scopo di perorare la causa omosessuale agli ignari bambini delle scuole pubbliche.
Noi italiani non ci permettiamo di offendere e denigrare il sindaco di Londra o Parigi ,ne tanto meno di pontificare idiozie sulle suddette città, invece inglesi e stranieri di ogni risma si convincono di poter dire tutto quello che gli pare nei nostri confronti senza rispetto alcuno!
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
sono lieto che la paginetta le sia piaciuta. Quanto a Elton John e ai suoi obiter dicta, non se ne curi. Non ne vale la pena! 😉
am
Caro Professor Martino,
la ringrazio anch’io anzitutto di aver pensato a noi suoi seguaci in piena estate e, sopratutto, per avermi dato il piacere di conoscerla. l’avevo già ascoltata un paio di volte in Confindustria, ma non avevo mai avuto il coraggio di presentarmi.
Quando poi chiesi un appuntamento al suo ufficio e fui richiamato direttamente da lei il piacere divenne un onore. Una microscopica somiglianza alla sua conoscenza di Milton Friedman, perché, fatti i debiti rapporti, io ero una formichina.
Al rinnovato piacere di rivederci presto cari saluti.
Pietro Barabaschi
Caro Barabaschi,
grazie di quanto mi scrive. Non sapevo mi avesse visto prima del nostro incontro nel mio ufficio. Le auguro di trascorrere serenamente quanto resta di questa estate. Con viva cordialità,
am
Caro Professore,
la ringrazio, in quanto lettore appassionato di questo blog, per avermi consentito di conoscere alcuni tratti della personalità di Milton Friedman che mi erano sconosciuti. Insegnare è una missione e solo pochi grandi uomini sono capaci di assolverla al meglio, perchè è un qualcosa che si ha dentro, un piacere reale di riuscire a trasmettere agli altri conoscenze difficili tramite un linguaggio semplice.
Lei fa bene a ringraziare il destino per quell’incontro così positivo. Nel mio piccolo, anch’io ringrazio il destino per avermi fatto conoscere la sua persona tramite la lettura de “Il Giornale” quando ero un semplice studente al Liceo Classico. Credo che senza la linearità del suo pensiero, oggi le mie convinzioni liberali non sarebbero così radicate.
Con la consueta stima,
Massimo B.
Caro Massimo,
grazie di cuore per le sue cortesi parole. E’ vero, insegnare è un’autentica droga. Sono in crisi di astinenza da oltre vent’anni! Una delle cose che più mi rende felice è essere riconosciuto e salutato da miei studenti anche di molti decenni fa.
am
Caro Professore, grazie di questo post che rinnova in me affetto e riconoscenza per lei e per il grandissimo Milton Friedman. Ero già liberale per natura o per insegnamenti e buon senso contadino/artigiano di mio padre quando, nel 1980, trovai in libreria “Liberi di scegliere” con prefazione di Ricossa, e qualche anno dopo “La tirannia dello status quo”. Libri che conservo come icone.
Trovai in essi conferme ed arricchimenti per le mie semplici idee. Ma ancor più colpito fui per la semplicità e la linearità dei capitoli che leggevo, tali da essere facilmente compresi anche da persona poco acculturata come me.
Per questo credo anch’io che Milton Friedman sia stato, oltre che un grande economista, un grandissimo insegnante e come lei ci descrive una persona di grande umanità (forse le due qualità si compenetrano). Grazie di nuovo.
Caro Ivo,
grazie. Sono contento che questa paginetta le sia piaciuta. Milton era un insegnate insuperabile. Gli studenti iscritti al suo corso eravamo circa una ventina, ma l’aula conteneva un centinaio di persone: studenti anziani, giovani insegnanti, uomini d’affari che venivano per il piacere di ascoltare le sue lezioni. La semplicità con cui si esprimeva, che è stato uno dei fattori della sua enorme influenza, traeva in inganno. Il suo testo di microeconomia “Price Theory” si legge senza difficoltà, ma i problemi alla fine di ogni capitolo sono quasi impossibili da risolvere. Pensavo che questa mia convinzione fosse dovuta alla mia inadeguata preparazione. Ho scoperto molti anni dopo che non era così: il grande e compianto Gary Becker, Nobel per l’economia e allievo prediletto di Friedman, mi confessò che c’erano un paio di problemi che nemmeno lui era riuscito a risolvere! 😉
am