Gli amici di questo blog non avranno difficoltà a confermarlo: da sempre non mi sono stancato di ripetere che ci stavamo avviando verso una depressione che avrebbe fatto impallidire quella del 1929-33. Ci siamo: dal ’29 al ’34 il reddito pro-capite diminuì di oltre il 5%, nell’ultimo quinquennio è diminuito di ben oltre il 6%. Le imprese muoiono come le mosche, la disoccupazione è enormemente aumentata (sono quasi tre milioni i senza lavoro), i consumi sono tornati al livello del 1997 e le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese sono un numero imponente.
L’Italia non ha un governo, o meglio sarebbe preferibile che non avesse nemmeno questa parodia di uno. L’esecutivo Monti, dopo essersi coperto di gloria con la vicenda dei marò con conseguenti dimissioni del ministro degli esteri, dopo aver goduto di un consenso plebiscitario per quasi un anno, ha distrutto questa popolarità per via di una campagna elettorale che il presidente del Consiglio ha condotto all’insegna della volgarità e degli insulti gratuiti. Con modestia insuperabile, aveva dichiarato che a molto rinunziava per “salire in politica” ma gli elettori, invece di essergliene grati, gli hanno regalato una bruciante sconfitta. I suoi due sodali sono stati puniti – Gianfranco Fini in Tulliani non è stato nemmeno eletto, Pierferdinando Alcide Casini è stato talmente ridimensionato che ha dovuto riconoscere di avere sbagliato tutto – e la coalizione centrista ha ottenuto un consenso marginale. Complimenti super - Mario!
Vengo adesso a cose serie (le vicende del governo non lo sono per nulla). La mia previsione era basata su un ragionamento ovvio: l’idea che, per salvare l’euro, gli Stati membri dovessero rinunziare alla sovranità in materia di politica tributaria e di bilancio era priva di senso. Come ho più volte ricordato, i cinquanta Stati degli USA adoperano la stessa moneta ma sono completamente liberi di decidere la loro politica tributaria e di bilancio. Ogni Stato sopporta le conseguenze delle sue decisioni in materia e gli altri Stati non se ne occupano. Non se ne occupa il governo federale (che, a differenza del nostro caso, in USA esiste), né la Fed (la banca centrale americana).
L’Unione Europea, una finzione dietro la quale si cela il nulla salvo una masnada di burosauri strapagati ed esentasse, vuole adesso anche occuparsi di lotta all’evasione fiscale! Pretende di dare vita all’unione bancaria, togliendo il potere di vigilanza alle banche centrali nazionali (che continuano ad esistere e pagare profumatamente i dipendenti). Prima o poi, chiederà di mettere bocca nella politica industriale (che sarebbe comunque meglio se non esistesse affatto), e tornerà a chiedere l’armonizzazione fiscale.
Intanto, per via dell’isterismo teutonico, i paesi membri dell’eurozona stanno perseguendo simultaneamente politiche recessive, le cui conseguenze vengono pertanto amplificate e l’intera zona marcia con decisione verso la depressione. “Avere ragione, mi disse una volta Urbani, in politica non conviene mai, specie se hai l’impudenza di averla prima”!
La povertà non mi fa paura, sono stato più povero di adesso per tutta la vita; ho, invece, il terrore della schiavitù verso la quale temo che ci stiamo avviando. Il terrorismo tributario, l’intrusione nella nostra sfera privata condotta con mezzi aberranti per “snidare l’evasione”, la graduale eliminazione dello spazio privato, personale, inviolabile mi fanno paura e ribrezzo. Ci hanno disarmato, privati del diritto di difenderci dalle aggressioni, considerati incapaci di guidare un veicolo, un natante o un cavallo senza preventiva autorizzazione, ci ritengono tanto imbecilli da non sapere che il casco in certe situazioni potrebbe salvarci la vita, e al tempo stesso infallibili giudici dell’interesse nazionale votando. Dubito che persone che non riescono a valutare correttamente il proprio interesse siano invece capaci di farlo quando si tratta dell’interesse di tutti.
Lo Stato non è quasi mai la soluzione, ma spesso il problema: affamiamo la bestia, solo una ribellione diffusa e, se necessario, violenta può salvarci.
Caro Antonio, le tue parole sono miele sulle ferite inferte al mio cervello e alla mia anima di antieuropeista e di antieuroista. Non te ne andare …
http://www.ilfazioso.com/appello-per-un-presidente-della-repubblica-liberale-scegliamo-antonio-martino.html
Un paese con un minimo di bon senso dovrebbe rompere con questi disgustosi rituali paraistituzionali e dare la possibilità alla prima forza di opposizione, la nostra, di esprimere un candidato dal profilo alto.Se avessimo l’elezione diretta del Presidente della Repubblica sono certa che Martino diventerebbe il Nostro Presidente.Mi auguro che il prossimo abbia abbastanza buon seno da capire che la sua è una legittimazione debole, che si faccia promotore della grande riforma istituzionale per darci ci’ che ci spetta.Antonio Martino Presidente della Repubblica.
Per quel che vale, a titolo personale, grazie Unknown, almeno qui si sente dire cose realistiche e di semplice buon senso, immagino che molti di noi siano, inspiegabilmente a sé stessi, in contatto con la camera per vedere cosa succede e di conseguenza costretti a sentire cose che “ridir nol puote chi nol vide” ah ah ah per esempio l’ idea peggiore di quella di candidare Rodotà, di una prorogatio per G. Napolitano, cioé una prorogazio per il PD, maddai! E prosegua pure la “mattanza”, adesso archiviato ERRodotà, come dice la presidenta della Camera toccherà alla Sig. ra Bonino, evvai!
A questo punto il centrodestra unito deve proporre un proprio candidato per il Quirinale e votarlo in aula.
Antonio Martino o in alternativa Marcello Pera.
In the present crisis Government is not the solution is the problem, so, do we have any chance? No!
Adesso ovviamente credo che si dovrebbe porre un serio problema per gli eletti del PDL di fronte agli elettori di area liberale. Soprattutto in vista delle prossime elezioni.
ADDAVENIATACCE! NO MARTINO NO PARTY!
scusate ho dimenticato il premio dei premi istituito nel 2001 dal mitico granzotto nell’occasione della guerra contro l’iraq:
PREMIO Muhammad Saeed al-Sahhaf
(VE LO RICORDATE E’ IL MINISTRO CHE CON I CARRI ARMATI AMERICANI ALLE SPALLE CONTINUAVA A RIBADIRE CHE IL NEMICO ERA STATO ANNIENTATO)
Credo non ci siano più dubbi.
bersani verrà ricordato come il più grande “rottamatore” e colui che aprirà, anzi spalancherà, le porte alla deriva populista.
Ritengo inoltre sia giusto che riceva i sottoelencati premi:
TAPIRO D’ORO;
UN PUPAZZO RAFFIGURANTE IL TAFAZZI;
PREMIO IG-NOBEL;
Concordo,
am
Il testimone del dio U T O P I A, vera divinità a cui si piegano le ginocchia, le schiene, LA RAGIONE E LE MENTI di tutti i “sinistri” cosìcomeliintendiamooggiinquestopaese, come dicono loro, cioè in Italia. Il testimone dunque, verrà raccolto da Grilli e pidocchi, il processo di riorganizzazione a sinistra iniziato da tempo pare avere uno scatto decisivo, in verità lo sbocco mi pare naturale
e non credo che ciò sia per forza un male, almeno per quanto ci riguarda. Infatti se seguiamo l’ approccio di Sir W. Churchill il quale usava dire che un ottimista vede in una difficoltà una opportunità potremmo avere un ruolo da giocare. Infatti in Italia ci si dovrà decidere a fare chi, pochi, gli utopisti populisti o i sindacalisti del popolo, chi i liberaldemocratici ( Renzi?) e chi finalmente il liberal-conservatori (Martino ed eredi). Martino sarebbe perfetto come capo dello stato per promuovere una vera stagione di riforme, molto più della Sig. ra A.M. Cancellieri o di una eventuale Bonino. Il problema (in)sorgerebbe con una egemonia utopista Rodotà, Grillo ed uniti. Una vera iattura! Ma se dobbiamo attraversare questo deserto per far morire tutti quelli che preferiscono i porri, l’ aglio e le cipolle con la schiavitù d’ Egitto. . . Bhè va bene, ma rimarrà solo un piccolo resto!
ADDAVENIAATACCE! NO MARTINO NO PARTY
ERRAT CORRIGE:
Chiedo scusa, una precisazione: “chi finalmente, semplicemente liberali(Martino ed eredi)”, forse é più corretto e rispettoso della realtà.
Egregio Professore, La ringrazio per la lucida esposizione sull’euro, che però mi induce a formulare una richiesta. Perché non riassume il suo pensiero (in cui vive ancora Friedman) su questa valuta e sull’evoluzione dell’UE degli ultimi 30 anni in un libro? Non parlo di un tomo per specialisti, ma una breve ed agile summa riservata ai non addetti ai lavori. Io lo leggerei volentieri e così penso molti altri frequentatori di questo blog.
Inoltre, penso che sarebbe opportuno un altro suo intervento per confutare l’opinione comune, assai diffusa fra una moltitudine di anime candide, secondo cui a rovinare l’Italia, provocando l’attuale crisi, sia stato l’eccesso di liberalismo. Io nel mio piccolo cerco di fare qualcosa, quando ne incontro una, cominciando col chiedere quali profili di liberalismo e di liberismo esistano in Italia e, generalmente, a questo punto le anime candide o fingono di non udire o si in ….. alberano come bestie.
Ho un’ultima richiesta da formulare. Anche io ho aperto un blog: non è un’opera pregevole come il suo, ma piuttosto un’occasione per ridere alle spalle dei tanti che hanno rovinato l’Italia: anime candide che “le tasse sono una cosa bellissima”, papponi che con le tasse “ce magneno” (scusi l’uso del romanesco, ma in certi casi è così efficace) e veri e propri ignoranti, come un certo presidente del consiglio che ancora si sta chiedendo come mai le entrate fiscali dello stato sono scese dopo che lui ha aumentato le aliquote. In un precedente post -destinato a mettere alla berlina la nota pubblicità dell’Agenzia delle Entrate- mi si era reso necessario esaminare l’aumento della pressione fiscale dagli anni 60 ad oggi. Ho trovato solamente fonti frammentarie. Lei mi potrebbe suggerire dove reperire informazioni più organiche. Penso che in futuro le userei massicciamente, perché, con questi chiari di luna, difficile est saturam non scribere.
La saluto cordialmente
Caro TD,
ci sono innumerevoli miei scritti sull’euro e sui vari progetti di unificazione monetaria europea; quando avrò il tempo e la voglia gliene manderò un elenco. Al momento mi mancano entrambi. Scrivere un libro ad hoc in questo momento sarebbe tempo perso, perché la situazione continuerà a cambiare di continuo per ancora molti mesi (o anni). Nel giro di qualche settimana, qualsiasi libro diverrebbe obsoleto. Ma è uno dei miei progetti per il dopo-politica. Al momento giusto, la informerò.
Cordialmente,
am
P. S. Complimenti per il blog. L’analfabetismo economico è stato per anni la mia principale fonte di reddito!
La ringrazio per la cortese risposta. In effetti stavo pensando di aprire un secondo blog, finalizzato all’informazione più che economica sulla normativa dei mercati, che anche è derelitta in Italia. Il blog attuale serve a fare polemica politica, ma anche ad aprire gli occhi ai molti beoti che credono che i politici gestiscano il nostro denaro meglio di noi.
Saluti cordiali
Riguardo al paragone con la crisi del ’29, la pregherei di chiarirmi il suo punto di vista sulle cause economiche di quella, rispetto a quella attuale.
Inoltre, sono confuso, poiché autorevoli istituzioni e centri studi internazionali continuano a farci sapere che la ricchezza sta in realtà fortemente aumentando nel mondo e che quantità sempre maggiori di persone nel mondo stanno uscendo da una condizione di miseria per avviarsi a una condizione di (relativo) benessere.
Ci vengono propinati dati farlocchi oppure la nostra visione è, direi comprensibilmente, troppo occidentalocentrica?
Fame in Grecia: http://www.corriere.it/esteri/13_aprile_18/grecia-bambini-affamati-cercano-cibo-crisi_5b3960c8-a83d-11e2-96ed-0ed8c4083cbe.shtml
Carissimo Onorevole Martino, quando lessi nel suo intervento del 26 marzo: il mio tempo sta scadendo, mi colse una profonda tristezza. Oggi nel rileggerla mi pervade una grande felicità, di cui la ringrazio di cuore.
Personalmente sono letteralmente angosciato da uno Stato/Governo che arriva, o manda qualcuno col deliberato e sbandierato scopo di farci del bene.
Se un Uomo, non pacifista, ma pacifico come lei sente la necessità di dire con severa ma determinata pacatezza che occorrerebbe una “rivoluzione, magari anche violenta” c’è di che preoccuparsi seriamente.
Conti sulla mia collaborazione fattiva, qualora intendesse intraprendere qualsivoglia azione.
Grazie di essere tornato ed i più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
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http://triskel182.wordpress.com/2012/01/12/perche-far-pagare-le-tasse-e-una-rivoluzione-culturale-stefano-rodota/
http://www.ilpost.it/2013/04/18/cosa-pensa-rodota-di-beppe-grillo/
http://www.ilgiornale.it/news/interni/quando-grillo-voleva-monti-quirinale-e-odiava-rodot-908939.html
commentate, se volete.
Evviva Silvio Berlusconi!!! Tutto ciò che fa è bello e giusto!! Gli altri hanno sempre torto!!!
Aderisco al Pdl e nessun deve osare a muovere delle critiche al partito!! Chi lo fa è solo un comunista e disfattista!! Chi non vota Pdl è un comunista!!
!!!!! non ho parole
Caro Lucio ho trovato un intervento alla camera dei Lords di Londra in cui Lord Norman Tebbirt fa una analisi del lavoro e della persona della Compianta Baroness Lady M.T..Ebbene io credo che questa é la sola politica concepibile e altresì che fatte le debite traslazioni di latitudine e di storia personale la qualità di ciò che occorre e ciò di cui dispone l’ Italia sia sicuramente comparabile e mi riferisco a Personalità come il Prof. Martino (e non solo). Non credo che chi blatera di politica escludendo tali uomini, idee o appeocci sia degno di attenzione. Non riesco a trovare una ragione per cui si debba perdere tempo a discutere di politica se si considera plausibile dare ancora credito a figuri come quelli che ci vengono propinati non perchè ladri, ma percheè inutili (grilli, bersani, roditori e rodatori assortiti, marini and so on ..,) soggetti che di riffa o di raffa, alla fine si rifanno a modelli statalisti e ci rifanno le terga.
P.S. preciso che il mio scritto non é una risposta a Golsmith nel caso sembrasse ed a scanso di equivoci, non contempla SB come esempio politico. Ci vuole decisamente un cambio di passo ed attendo che chi sà dove andare e come andarci ci guidi.
https://www.youtube.com/watch?v=tf5XyZH_Rro
Buona notizia (forse… speriamo): il PD implode. Comunque sicuramente sta male. Vendola ha detto: “E’ fine alleanza”.
Renzi dice che Marini è la scelta peggiore. Certo, per uno che nel 1996 contribuisce alla nascita in Toscana dei Comitati Prodi, meglio Prodi al Quirinale.
Ad Adriano che dice “… a me per tutte le volte che ti ho dato il mio voto!!!”, ricordo che lui scrisse “Mi sa che è meglio votare Grillo”,”Mi spiace, SB ha perso il mio voto definitivamente”… Questo è il risultato. Se Berlusconi avesse vinto le elezioni, avrebbe messo chi voleva. Avendo solo non fatto vincere Bersani (per soli centomila voti, medita Adriano) quanti grandi elettori ha a disposizione? Mi risulta meno del 30%. Può solo giocare in difesa.
Adriano ha detto: “Pirla a me per tutte le volte che ti ho dato il mio voto”.
Infatti Adriano si riferiva a tutte le elezioni precedenti…
Adriano ha meditato e molto prima del voto e ha detto (anche a se’ stesso): “Mi spiace, SB ha perso il mio voto definitivamente”, “mi sa che e’ meglio votare Grillo”.
Ma, Adriano scrisse pure:
“-alla presidenza della repubblica il Silvio ha fatto la voce grossa chiedendo (giustamente) che stavolta si cambi colore.”
…e, ovviamente come tutti in questo blog, Adriano aveva sperato che potesse prendere forma una certa “candidatura”.
Adriano, avendo purtroppo tra i suoi innumerevoli difetti quello di essere piu’ realista del re, scrisse pure:
“Certo… non sono proprio sicuro del pieno appoggio del pdl !” … e….
“Non arrabbiatevi se avanzo il sospetto che ad un certo punto il Silvio “rinuncerà” alla sua richiesta in cambio di “qualcos’altro”. “
Adriano e’ convinto che dove vuole Silvio sappia molto bene come mettersi di traverso. Se avesse voluto una personalita’ di area “moderata” che andasse bene a tutti l’avrebbe potuta appoggiare e farla votare.
Ma Adriano concorda che Silvio allo stato attuale non possa che giocare in difesa, la SUA!
Ma Adriano, si sa, si da’ del pirla da solo!
Che il PD esploda a me non me ne può fregar de meno.
Berlusconi ha una responsabilità pesantissima e ti assicuro che la base del pdl è infuriata per questa scelta.
Non è vero che Berlusconi poteva giocare solo in difesa. Ha preferito il gioco dell’inciucio votando un cattocomunista al Quirinale (il secondo dopo Scalfaro) all’astensione come fece nel 2006 sulla candidatura di Napolitano.
Magari la prossima volta voterò per Grillo o per Renzi.
Di sicuro il mio voto a Berlusconi non lo darò più
Cosa ne pensa dell’ampliamento, ai massimi livelli possibili, delle forme di democrazia diretta?
Intendo referendum senza quorum, anche propositivi?
Secondo me dovrebbero restarne escluse pochissime materie e tenersene almeno una trentina all’anno – raggruppati, of course!
W W W Silvio!
Aveva sbattuto i pugni indignandosi (come il solito).
E cribbio! Non se ne poteva piu’ di anni e anni di egemonia del centro sinistra al Quirinale.
Era necessaria una svolta che portasse una personalita’ “liberale” al Colle!!!
Ebbene la svolta e’ venuta: il Pdl appoggera’ un EX-SINDACALISTA!!!
Grazie Silvio per aver sostenuto le tue richieste con “Thatcheraggine” e PIRLA a me per tutte le volte che ti ho dato il mio voto!!!
Ovviamente chiedo scusa agli amici del blog per il mio sfogo…
Per una omeostasi gastrica consiglio il digestivo: chientrapapaescecardinale
sperèm…
Marini, Rodotà, Amato, è uguale: gli italiani dovranno aspettare altri 7 anni per riforme in senso democratico e liberale. La partitocrazia non può suicidarsi. E anche quello di Grillo, come si vede, è un partito (l’ottantenne Rodotà è stato presidente del PDS). E il più statalista di tutti.
D’accordo con te, perfettamente d’accordo.
Caro Antonio, sono d’accordo su tutto.
Spero che non voterai per il cattocomunista Marini. Berlusconi con questa scelta si è completamente calato le braghe di fronte a Bersani. Ha una responsabilità pesantissima. Qualcuno nel pdl si dovrebbe ribellare a questa decisione che non farà altro che portare acqua al mulino di Grillo.
Sapendo come la pensi non credo che voterai Marini.
Cordiali saluti
Scusate c’erano errori di battitura. Riscritto(non si puo’ correggere).
Gentile Adriano, visto che cita Bastiat quale “liberale di sinistra”, che e’ una mia definizione (c’e’ anche un video), devo aggiungere qualcosa: Bastiat alle elezioni francesi si presento’ sempre come candidato della sinistra opposto alla destra, alla fine, nel ’48, riuscì ad andare in Parlam., sedendo a sinistra (che era una sin. rivoluzionaria dem., lui salì sulle barricate e fu tra i vincitori che portarono al potere Luigi Filippo). Era invece feroce oppositore della destra catto-reazionaria o fascista, ed era anti-protezionista. Ovviamente era contro la sinistra statalista e sprecona.
Era pero’ anche per uno “stato forte”, alla Bastiat, cioe’ il contrario dei suoi ammiratori nostrani (e di tutto il filone rothbardiano-hayekiano tanto di moda: Bastiat “precursore” degli “austriaci”… ma per piacere), che si definiscono “liberali”, ma spesso sono solo dei cattolici reazionari.
Non e’ inutile fare certi studi, perche’ si svelano i trucchetti e le falsita’ nel campo degli studi (ridotti a meretricio), e quel che piu’ conta le politiche.
I suddetti poi sono, ovviamente, per il ritorno agli staterelli pre-unitari e -giusto o no che sia- pro-euro (da Hayek).
Cosa abbiano a che fare dunque con Bastiat e Friedman (peraltro definito dai rothbardiani keynesiano) e quindi con il liberalismo, e’ a questo punto un mistero.
Non a caso, anche sul tema che sembra unire, e cioe’ “contro le tasse”, poi sono pronti a fare i dovuti distinguo, come sull’Imu, perche’ tassa “federale”.
E’ inutile parlarne dunque? Non mi sembra.
Luciano Priori Friggi
Non vedo la necessità di contrapporre Bastiat considerato di “sinistra” a Hayek e Rothbard considerati di “destra”.
Hayek tra l’altro si considerava un old whig e i whig non si sedevano certo a destra. E poi era contro l’integrazione monetaria europea in quanto era contro qualsiasi monopolio della moneta (vedi la sua prefazione al libro di Pascal Salin “L’unione monetaria a beneficio di chi?” del 1980).
Riguardo alla questione delle dimensioni dello Stato, Bastiat era favorevole alla sua riduzione ai minimi termini. Per Stato forte forse lui intendeva che lo Stato dovesse svolgere poche funzioni (difesa, politica estera, sistema di leggi,ecc.)ma in maniera incisiva.
E poi perché caratterizzarlo come un uomo di sinistra quando da 100 anni a questa parte il termine sinistra è sinonimo di collettivismo, statalismo e dirigismo.
In America la parola liberale se la sono appropriata i socialisti alla Obama e i liberisti si chiamano libertari o conservatori. In Inghilterra Keynes si considerava liberale.
In conclusione dico che a parte la politica monetaria (dove la differenza tra friedmaniani e austriaci è piuttosto netta)non vedo tante differenze tra gli autori sopracitati che appartengono di diritto al grande filone del liberalismo classico iniziato da Adam Smith
Caro Luca,
sono certo che lei conosce la tesi di Schumpeter: “Liberale significa essere favorevoli al sistema della libertà d’impresa. Come supremo, anche se non intenzionale, complimento, i nemici della libertà hanno pensato bene di appropriarsene.”! Lei ha ragione,le etichette non hanno importanza: io sono liberale in Italia, ma in Inghilterra o negli USA sarei conservatore. Quello che conta sono le idee dietro le formule: Milton Friedman, odiato dai sinistri, era favorevole alla legalizzazione di tutte le droghe, contrario al servizio di leva e aveva proposto l’imposta negativa sul reddito, cioè un reddito minimo garantito!
Cordialmente,
am
Il prof. Martino ha precisato bene cio’ che conta oggi, solo che se uno fa un lavoro su Bastiat deve leggersi tutto e riportare quel che lui pensava di se stesso, non quel che conviene oggi. E all’epoca lui in parlamento stava a sinistra. Anche allora sinistra era “sinonimo di collettivismo, statalismo e dirigismo”, lui rappresentava quella sinistra diversa da tutto cio’ (che fino al ’48 era l’unica esistente). Che vuol farci?
In Italia il suo maggiore estimatore, l’economista Ferrara, era un “eroe” del Risorgimento, altro estimatore Cavour, ecc. Caso strano, ma non troppo, chi si e’ appropriato in questi ultimi anni di Bastiat era gente di destra, quasi sempre cattolica integralista (come dalla stesa Francia mi hanno dichiarato, salvo poi rimanerci un po’ male dopo aver letto il libro).
Io continuo a pensare che sia utile continuare a scavare ancora un po’ e tracciare linee nettissime tra sinistra statalista, liberalismo classico e conservatorismo. Almeno a livello teorico, cioe’ dei pensatori. Per la politica il discorso e’ un piu’ complicato, almeno da noi.
Quanto agli hayekiani sono per i cambi fissi (Hayek, 1978), al contrario di Friedman.
Mi sembra non serva altro.
Cordialita’ – Luciano Priori Friggi
Caro LPF,
premetto che mi piace considerarmi un ignorante, non avendo fatto gli studi classici e non avendo studiato latino e filosofia. Mi interesso amatorialmente di economia con approccio molto “pratico” e di politica perche’ quella va bene anche al bar (quando non si discute di soldi, donne o sport).
Mi riprometto di leggere il suo libro, se lo trovo in formato kindle, tanto male sicuramente non fa…
Avrei pero’ tanti pero’! Sfortunatemente al momento sono un po’ a corto di quella scarsa risorsa che si chiama tempo e dopo aver visto le google news mi necessita di urgenza uno sfogo! (Vedi sotto…)
Tornero’ sull’argomento appena possibile perche’ la cosa mi intriga.
Caro LPF,
non so a chi ti riferisci quando parli di gente di destra.
Certo Hayek non si è mai definito nè di destra nè conservatore. E poi anche se era favorevole ai tassi di cambio fissi era sicuramente contrario all’integrazione monetaria europea. Lui odiava qualsiasi monopolio nazionale o sovranazionale sulla moneta.
Sui cambi fissi lui si riferiva al ritorno al gold standard.
E comunque la questione dei tassi di cambio non mi sembra che possa considerarsi come un tema divisivo all’interno del grande movimento liberale che trae la sua origine da Adam Smith e che contiene economisti neoclassici, monetaristi e neoaustriaci tutti d’accordo nel volere uno stato leggero, tasse basse e la massima libertà per i cittadini di esprimere il proprio potenziale.
Cordiali saluti
Caro Luca,
l’errore piu’ grande, credo, sarebbe trasformare questo assennatissimo blog (nonostante la “violenza” accennata del finale di articolo) in una specie di FaceB.
Mi sembra di aver detto “gente di destra, quasi sempre cattolica integralista” (ho le emails dei francesi, sostenitori di un Bastiat largamente inesistente, che lo dichiarano di se stessi; ovviamente, avendo le idee poco chiare, sono anche per Rothbard, Hayek, ecc.).
In Inghilterra, al tempo della maturazione di Bastiat, c’erano a destra i Tory e a sinistra i Whig (cioe’ i liberali), come oggi, cui si aggiunsero col tempo i laburisti, collocando al centro per forza di cose i Whig. Non sono sigle intercambiabili, all’italiana, quando i Whig vincono in Inghilterra (primi anni Trenta ‘800) per prima cosa eliminano la schiavitu’ (difesa dai Tory) e cambiano il clima in Europa. Senza tutto questo niente possibilita’ per il moto filo-italiano di riaprire il discorso e poi di vincere (allora i Tory erano per la Restaurazione, filo-austriaci… poi c’e’ anche la Tatcher e, in parte, non e’ certo la stessa cosa).
Ma quando difendo i liberali italiani, l’unita’ italiana, il Risorgimento, trovo sistematicamente gli usurpatori attuali del nome di liberalismo (in genere cattolici, hayekiani, rothbardiani) sistematicamente dall’altra parte, cioe’ ferocemente anti-italiani, ovviamente sotto copertura dell’idea federale.
I liberali della tradizione sono unitari, vogliono la separazione tra Stato e Chiesa, le regole e sono contro i conflitti di interesse. Condividono poi l’idea che il mercato viene prima ma non sono contro lo Stato, e sono per la flessibilita’ dei cambi.
Venendo a noi, prenda tutti questi punti, di base, e vedra’ che nella pratica (spesso anche nella teoria, come quando Berl. santifica la sanfedista Pellicciari) nel centro destra non ce ne e’ neppure uno. Puo’ bastare la presenza del prof. Martino a far cambiar di segno al tutto?
Cordialita’ – Luciano Priori Friggi
P.S.: per quanto riguarda cambi, ecc., mi pare che il prof. Martino, trattando di Friedman, abbia detto cose precise, ben diverse dall’hayekismo.
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
Nell’ intento di contribuire alla bella dissertazione culturale in ambito liberale vi giro, il bell’ articolo di P. Ostellino che mentre ribadisce ed integra alcuni dei concetti contenuti negli ultimi interventi sia degli amici che del Professore dimentica tuttavia di citare appunto il Nostro ed i Suoi interventi.
http://www.corriere.it/opinioni/13_aprile_17/ostellino-scomparsa-pensiero-liberale_25564a3c-a736-11e2-ae64-724b68a647ec.shtml
Mi chiedevo se non era il caso di fare una telefonata al Dott. N. Porro e chiederGli di fare una bella puntata di IN ONDA con Piero Ostellino a confronto con il Prof. A. Martino e, se proprio non se ne può fare a meno di sentire anche la campana neostatalista, invitare il Professorissimo G. Saputelli ed il prof. M. Cacciari che mi pare un tipo iteressante nel contesto e lo trovo meno statalista del Primo. Devo dire la verità, per quel che vale la mia opinione, che, per un proficuo confronto, preferirei al posto di Sapelli il Prof. L. Ricolfi.
P.S. Gent.mo e Stim.mo Dott. Porro, non ho il Suo recapito telefonico, ma sò che frequenta questo blog, col Suo permesso, Le chiederei una cortesia. Sentito, ovviamente, anche il parere del Prof. Martino e degli altri Illustri colleghi succitati, ci faccia sapere una Sua opinione in merito a questa idea.
Mah…
purtroppo credo che solo conoscenza e tecnologia si accumulino al passare delle generazioni, mentre per la saggezza si riparta sempre da zero.
Credo che una brutta fine ce la meritiamo, eccome.
Se lo Stato e’ diventato quello che e’ diventato e’ per l’abbondanza di complici e l’assenza di oppositori.
Adesso che la crisi morde, ma evidentemente ancora troppo poco, cominciano i segnali di ribellione. Resto pero’ sempre dell’opinione che le lamentele riguardino una sopravvenuta carenza di “panem et circenses” piu’ che una accresciuta privazione di liberta’.
Non mi riferisco ovviamente a Martino e alla sua pluridecennale quasi solitaria battaglia per la limitazione dell’invadenza dello Stato, in tempi di vacche sia magre che grasse.
Certo certo, lamentiamoci della bestia. Gridiamo alla rivoluzione! Pero’ guai a parlar non proprio bene di Berlusconi. Lamentiamoci dello statalismo e keynesianismo inarrestabile pero’ facciamoci la guerra tra liberali di “destra” o di “sinistra”, tra classici e “anarcoidi”, tra “austriaci” e “monetaristi”. E via, a far la gara a chi ce l’ha piu’ lungo!
Facciamoci pure rizzare i capelli perche’ Casaleggio dice che il M5S appoggera’ in parlamento la candidatura RMP (al secolo Romano Mortadella Prodi) se i suoi iscritti indicheranno tale preferenza.
Facciamoceli anche rizzare pero’ dal fatto che lo stesso Casaleggio ha citato uno studio dell’Istituto Bruno Leoni (noto circolo di austriaci anarcoidi) secondo il quale la macchina dello stato in italia costa 15 miliardi di euro piu’ che in Francia.
Facciamoceli anche rizzare dal fatto che il comunista Napolitano non fu votato a presidente solo dall’allora DS.
E, ormai che ci siamo, scandalizziamoci anche delle continue proposte “indecenti” del PDL al PD: dal “governo per la liberta'” al “governo per la responsabilita'”!
Ma in fondo a discutere del sesso degli angeli e’ pur sempre un divertimento!
E allora vorrei che gli intellettuali mi illuminassero e, dopo avermi costretto alla necessaria atroce scelta tra l’ammiratore per Bastiat e la stima per von Mises, rispondessere a questa elementare domanda:
se Bastiat era un liberale di “sinistra”, il suo fan “austriaco” Rothbard (che si auto definiva anarco-capitalista) che condannava l’imperialismo americano, simpatizzava per Che Guevara, Malcom X ed i palestinesi era forse di “destra”?
Concludo con una citazione tri-partisan, cosi’ non scontento nessuno.
1)Bastiat (non so se quello di destra o di sinistra, boh)
“Lo Stato è la grande finzione attraverso la quale ognuno cerca di vivere a spese di tutti gli altri.”
2)Friedman
“Se incaricassimo il governo federale della gestione del deserto del Sahara, in cinque anni avremmo carenza di sabbia”
3)von Mises (l’anarcoide austriaco per autonomasia che non ha evidentemente mai capito un fico secco di Bastiat vista la propria limitatezza intellettuale)
“Con una natura umana che è quello che è, lo Stato è una istituzione necessaria e indispensabile. Lo Stato è, se correttamente amministrato, il fondamento della società, della cooperazione e della civiltà umane. Esso è lo strumento più benefico e utile negli sforzi dell’uomo per promuovere la felicità e il benessere umani. Ma è soltanto uno strumento e un mezzo, non il fine ultimo. … I governi diventano liberali solo quando vi sono costretti dai cittadini.”
Caro Adriano: grande!
am
Non esistono molte discordanze tra gli autori sopra citati.
L’unica differenza tra Milton Friedman e gli “austriaci”(Mises, Hayek, Hazlitt) risiedeva esclusivamente sulla politica monetaria.
Gli austriaci ritenevano che le banche centrali fossero all’origine delle crisi economiche a causa della manipolazione dei tassi di interesse e per questo auspicavano il ritorno del gold standard per legare le mani ai banchieri centrali
Hayek era invece favorevole alla denazionalizzazione della moneta con contestuale abolizione delle banche centrali.
Milton Friedman sull’argomento era un po’ ondivago perché in alcuni casi ha sostenuto una regola monetaria fissa per la gestione dell’offerta di moneta ma negli ultimi anni della sua vita invece aveva cambiato idea sostenendo la superiorità della gestione discrezionale.
Purtroppo è morto prima della crisi economica (2006) quindi non saprei proprio cosa avrebbe detto della crisi attuale ma magari Antonio Martino ci saprebbe dire qualcosa di più in merito.
cordiali saluti
Caro Prof. Martino, mi consenta di chiamarla prof. perché Lei è l’unico progressista in un paese di conservatori dello sfascio idioti e parassiti, in attesa del default.
Da queste sue parole sante si deduce l’abisso di diversità che c’è fra Lei e la politica italiana e europea. Lei dice: “Lo Stato non è quasi mai la soluzione, ma spesso il problema: affamiamo la bestia, solo una ribellione diffusa e, se necessario, violenta può salvarci.”
Lei sa bene che io, dei suoi scritti, condivido pure le virgole da 25 anni; ma se partiamo dalla frase di chiusura del suo bellissimo articolo, non possiamo non vedere che in Italia, la responsabilità dello sfascio, che sembra imputabile al 100% alla politica, è almeno per il 70% imputabile ai sindacati degli imprenditori, posto che in Italia e in Europa la politica non obbliga nessuno a fare impresa, non obbliga gli asini a fare da cavalli se non hanno la forza di portarsi a rimorchio lo Stato e il popolo, ma solo quella di farsi spingere di dietro.
In Italia non è obbligato nessun imprenditore intelligente a subire i condizionamenti della politica idiota; tant’è che i migliori non si sono lasciati ridurre al suicidio, ma hanno delocalizzato 20/30 anni fa, o hanno chiuso le imprese, perché un mercato che accetta i pesanti e criminali condizionamenti della politica è condannato alla distruzione delle imprese e al suicidio degli imprenditori e al collasso del sistema sociale.
Io guardo la realtà dalla mia angolazione di imprenditore con una fede incrollabile nella onestà, legalità e giustizia, che nel 1987, per la persecuzione fiscale, fui indotto a dire a me stesso: se in Italia non c’è posto per il franco luceri imprenditore onesto, non c’è posto per nessuno. E a giudicare da come siamo ridotti tutti gli onesti in Italia, non credo di aver peccato di eccessiva presunzione.
Così smisi di produrre, convinto e lo sono ancora, che se non sono gli imprenditore ad “affamare la bestia” smettendo di produrre, (non producendo ed evadendo come va di moda nel mondo) la “bestia” finisce per affamare, uccidere e mangiarsi gli imprenditori anche da morti.
Non puoi allevare una “bestia” carnivora in un macello e pensare che si auto converta ad una dieta vegetariana. Gli imprenditori che hanno accettato la spinta degli aiuti di stato, o si sono spinti da sé producendo ed evadendo, hanno la più grossa responsabilità dello sfascio italiano, con la politica resa insaziabile e gli imprenditori trasformati da cavalli da tiro ad agnelli da sgozzare.
E fino a quando la politica avrà la forza di condizionare gli imprenditori, invece di esserne condizionata: chi crede di vedere e vivere nel “libero mercato”, ha le traveggole.
Solo quando e dove il mercato sarà libero, lo Stato smetterà di essere il problema e diventerà un valido complemento della soluzione. Altrimenti, a noi imprenditori, a quelle teste d’uovo degli industriali e banchieri, non resta che piangere sul latte versato.
La ringrazio se avrà la bontà di correggere le mie idee controcorrente, e la saluto con immutabile stima. Franco Luceri.
Caro Franco, il prof. Martino sapra’, se crede, dirle cose ben piu’ importanti delle mie, io mi occupo di economia e ho anche una discreta conoscenza delle imprese. Ebbene, molte di esse, la maggioranza, non sono fuggite dall’Italia. Ricordo con estrema precisione che ancora 5/6 anni fa in tantissime non si riusciva a trovare lavoratori, tanto era la richiesta di prodotti, quindi lo Stato e la tassazione e’ uno dei problemi, enorme, ma non il solo. Cio’ vuol dire allora che in questi ultimi anni e’ successo qualcosa di grosso, forse anche di anomalo… ma dove sono gli ambiti per approfondire in modo scientifico le cose? Forse nei talk-show? Ecco L’Italia dei raccomandati, delle cordate, degli interessi privati sovrapposti a quelli pubblici, oggi ha chiuso le porte alla riflessione vera e disinteressata, non ci sono spazi, giornali, istituzioni dove cio’ sia possibile o abbia un senso farla.
Con tutto cio’ non voglio dire che lei abbia sbagliato ad andarsene.
Un saluto – Luciano P. F.
Caro Luceri,
sono certo che conosce già la tesi di Friedman: “La libertà ha due categorie di nemici, gli imprenditori e gli intellettuali. I primi la vogliono per gli altri, non per sé; predicano le virtù della libera concorrenza, ma per sé vogliono sussidi, tariffe protettive e altri aiuti statali. Gli intellettuali, invece, non vogliono che nessuno dica loro cosa scrivere, pensare o creare, ma non consentono che gli altri siano liberi di decidere cosa fare, produrre, realizzare.”!
In un certo senso, Friedman la pensava come lei: la “mano invisibile” dei liberali veri.
Cordialmente,
am
Buonasera Prof. Martino,
Sara’ un caso che ora che siamo senza un governo i titoli di stato continuano ad andare a ruba e lo spread non preoccupa.
Chissa’ mai che l’Italia vada meglio senza una guida dall’alto, portatrice magari di politiche interventiste….
Altre due note:
– mi spiace non aver letto un suo commento su Margaret
– mi spiace, x motivi opposti, non vedere un commento sulla possibile elezione di Prodi a Pres. Della Repubblica. Quando leggo che i grillini sono pronti a votarlo mi si drizzano i pochi capelli rimasti. E’ stato ministro di un governo Andreotti… alla faccia dell’antipolitica!
Spero di averle dato qualche spunto.
Cordialmente,
Da una regione a Rossa!
Caro professore grazie per questo frizzante articolo che se da un lato rispecchia tutta la delusione ed insofferenza per l’odierna situazione europea, dall’altra mette anche entusiasmo perché ci fa capire di non essere rimasti soli a sostenere queste tesi.
La promessa crociata europea contro gli evasori (i nuovi ebrei a cui dare la colpa della crisi) mi fa davvero paura. Van Rompuy ha detto che l’europa perde 1.000 miliardi di euro all’anno….non ho mai capito come calcolano questi numeri, ma mi fa ribrezzo come quei signori siano convinti che siano soldi loro, “soldi rubati allo Stato”, tanto per usare una frase di moda negli ultimi tempi.
Lei ha citato le varie autorizzazioni che ci obbligano a prendere, pensi che in alcuni comuni della mia regione hanno inventato il patentino per andare a raccogliere funghi, senza non si può più perché i sindaci pensano che siamo tutti deficienti e sicuri avvelenatori.
Caro Giulio,
sapevo del patentino per raccogliere funghi e sono certo che lei sappia del libretto di circolazione e della istituenda patente per cani. Aggiungo solo che sono contrario a questa pseudo-unione europea anche perché sono europeista: una federazione di Stati, con un governo federale che si occupa solo della Difesa e della politica estera e non mette bocca in niente altro.
Cordialmente,
am
Io sarei contrario anche alla patente di guida.
A chi serve?
Onorevole, Onorevolissimo Professor Martino:è necessaria una trasfusione di pensiero liberale nel Pdl:la prego,c’è bisogno di Lei.Non ci faccia accappottare di nuovo.La vogliamo alla Presidenza della Repubblica.
angela piscitelli
Cara Angela,
grazie per le cortesi parole e per l’augurio. Io acconsentirei!
Cordialmente,
am
Abbiamo una pagina facebook ed otteniamo costantemente adesioni:ma il tempo è poco.Stiamo postando il suo blog un po’ dappertutto:chiedo pertanto ai frequentatori di questa pagina di darci una mano e tempestare i giornali:la censura del pensiero liberale è agghiacciante:dobbiamo e possiamo contrastarla
Le istituzioni parlamentariste e partitocratiche del ‘900 hanno tutte viste il loro epilogo in forme dittatoriali.
La fortuna francese è che la sua era capeggiata da DeGaulle.
Quella tedesca che i teutonici bastonati, imparando dal passato, modificarono le propria carta rispetto alla repubblica di Wiemar.
Nel nostro caso, invece, abbiamo copiato e peggiorato tutti gli errori precedenti, aggiungendovi il sindacalismo (i fasci erano sindacati), la “concertazione” mussoliniana, ed i vari monopoli statali ereditati dal regime oltre altri.
La domanda è: quale sarà il prossimo “epilogo” italiano?
Vista la paura rimasta dell'”uomo forte”, secondo me compariranno invece forti spinte autonomiste.
Vuoi che le cosche meridionali non si romperanno le scatole, se non ci potranno neanche più guadagnare?
Vuoi che tutto ‘sto separatismo veneto non si concretizzerà prima o poi?
Daltronde, fu proprio il separatismo algerino a favorire la dittatura di Degaulle.
Il cambiamento potrebbe arrivare dalle spinte centrifughe . . .
Il problema è solo italiano? Penso a tanta gente schiavizzata nel mondo, con tanta restrizioni alla libera iniziativa. In questo senso penso che la persecuzione della Europa a Google e Microsoft, possono per certi aspetti , essere comparabili ai problemi di diversi popoli – senza cadere nelle idiozie di Galbraith.
La divisione tra Nord e Sud Italia, come Germania e Italia è marginale, la vera divisione è tra chi difende e usa proficuamente la libera iniziativa, e chi vuoi governare gli altri e avere privilegi senza titolo. Auguro non ulteriori divisioni, ma usare internet finché possiamo per unire il massimo di gente per difendere la libera iniziativa.
La storia è una cosa lunga lunga, troppo lunga per la nostra memoria e per la nostra immaginazione.
L’Europa, quella continentale, è sempre stata terra di sudditi e campo di battaglia tra nobili casate o dittatori che si contendevano il suo dominio.
Dopo il ‘45 ci siamo ritrovati in una bolla innaturale ed assolutamente nuova.
L’Europa era spezzata in due, ma i contendenti non erano europei. Erano gli USA-popolo di cittadini e non di sudditi- e la CCCP- popolo di schiavi per definizione e soprattutto popolo mai completamente europeo-.
Noi stavamo lì dentro, al riparo del nostro bozzolo, in gran lotta intestina per sceglierci i nuovi padroni, ma in realtà sollevati dal fatto di non dover prendere decisioni autonome. Stavamo bene nel nostro guscio, crescevamo, sperperavamo il presente ed il futuro, ma -felicemente- non eravamo responsabili di nulla.
Ci siamo dimenticati il passato ed il presente. Per esempio abbiamo considerata chiusa la guerra di un millennio e mezzo con l’Islam conquistatore; per esempio abbiamo pensato che tutti i popoli del resto del mondo sarebbero per sempre rimasti confinati nel loro limbo, stretti nella ganascia della guerra fredda. Tanto altro ci siamo dimenticati e questo oblio ci ha perduto. Da sudditi quali siamo sempre stati ci siamo creati dei nuovi autocrati, li abbiamo incensati come gli artefici del nostro fulgido futuro, e ci siamo consegnati loro, a queste nullità arroganti e ignoranti, legati mani e piedi, per obbedire come i servi che siamo e per farci portare alla rovina.
Questa è la nostra storia, tutto il resto sono accidenti.
Caro professore, io ho scritto un libro su Bastiat, i francesi, i suoi fan, lo avevano preso per una sorta di Palin, in Italia aveva (ora con l’uscita del mio libro sembra non piu’) come fan gli “austriaci”, per via di una supposta sua visione anarcoide dello stato. Invece nel Bastiat che ho riportato alla luce (e la cosa ha avuto gia’ sufficienti riconoscimenti all’estero) credo ci sia gran parte della “chiave” per sistemare (almeno teoricamente) le cose. In Francia non presero, con Napoleone III, la strada di Bastiat, fecero tuttavia l’intelaiatura di uno stato serio. Noi l’abbiamo tentata davvero con Mussolini, e la differenza si vede.
La soluzione pero’ non sta certamente nel superare le nostre difficolta’ attuali con la creazione dell’unita’ politica europea, per allinearci agli Usa. Bisognerebbe progettare piuttosto una diversa intelaiatura dove sia preservato il necessario perche’ un futuro di pace in Europa non sia messo in crisi, e nello stesso tempo ripristinare la possibilita’ per l’economia (italiana) di poter gareggiare ad armi pari (innanzitutto con gli altri partners europei, in primis la Germania).
Ma come farlo se in Italia i due partiti maggiori (degli ultimi venti anni) sono cosi’ diversi dal resto dell’occidente, innanzitutto per i loro conflitti di interesse (piu’ grande e duraturo a sinistra)?
Che interesse possono avere perche’ le cose vadano diversamente da come vanno? (non mi dilungo sul perche’ per non prendere ulteriore spazio).
E allora, contro chi si dovrebbe fare una rivoluzione, anche violenta, solo contro l’Europa?
Luciano Priori Friggi
Caro Luciano,
complimenti per quanto ha fatto su Bastiat (un grande pensatore liberale, assai poco conosciuto e spesso male interpretato). Per il resto, concordo con lei.
Cordialmente,
am
Caro professore, grazie per le stringate ma importanti considerazioni che ha fatto. Volevo per la verita’ chiederle anche qualcosa su Bastiat/Friedman, ma non sono qui per far pubblicita’ al mio libro, solo che non vedo una email per farlo in modo non pubblico.
La mia email e’ l_pf@yahoo.it
(la prima lettera e’ una L)
Ho paura che la bestia non si possa combattere ma solo eludere. L’unica speranza, per un individuo, è rendersi invisibile (e forse quello è l’unico modo di affamare la fiera; perché se non ci può trovare, non ci può mangiare). Bisogna tagliare i vincoli affettivi che ci legano al paese (d’altra parte, come diceva Guicciardini, un uomo non può identificare le sue sorti personali con le sorti della sua repubblica; se non vuole uscire pazzo); e dividersi in più di una nazionalità, portare i propri beni all’estero e, appunto, se si può,eludere la sorveglianza.
La nostra responsabilità primaria è verso noi stessi e le nostre famiglie.
Noto una punta di euroscetticismo nel suo intervento. Non sarebbe il caso che lei si schierasse definitivamente a favore del ritorno alla lira. D’altronde il suo maestro Milton Friedman (così come la Thatcher)ci aveva avvisato che l’euro non avrebbe funzionato e che sarebbe durato poco tempo.
Non capisco perché la maggior parte dei liberisti italiani (Giavazzi, Alesina,Giannino) non si siano accorti di questo e addirittura si dichiarino favorevoli a quell’oscenità che è il fiscal compact.
Purtroppo il campo euroscettico è attualmente presidiato solo da economisti di sinistra (Napoleoni, Borghi, Bagnai) o movimenti populisti-statalisti (Grillo, Lega Nord).
E’ sempre più necessario quindi il suo ritorno da protagonista nella scena politica italiana.
Caro Luca,
come ho ricordato, il mio primo scritto contro la moneta unica risale al 1971; la piccola delle mie figlie ha scritto la sua tesi di laurea sull’euro (110 e lode); e le mie posizioni sull’euro mi hanno da oltre vent’anni fruttato l’epiteto di euroscettico. Adesso non mi basta più: sono antieuropeo, contrario visceralmente oltre che razionalmente a questa associazione a delinquere che nulla ha da spartire con l’ideale europeo. Mi stupisce che lei non lo avesse ancora capito.
Cordialmente,
am
Infatti non avevo dubbi sulla sua risposta.
Il problema ora è che ci sta a fare in un partito che nel suo programma vuole le quattro unioni (bancaria, fiscale, economica e politica), eurobond, project bond, bce prestatrice in ultima istanza e che soprattutto ha votato il fiscal compact(cioè tasse,tasse,tasse per venti anni).
Un partito che a livello europeo fa parte del PPE, che conta i principali responsabili della crisi attuale (Barroso, Van Rumpoy, Merkel, Sarkozy).
Insomma, mi dispiace dirlo ma credo che in un Pdl dominato da democristiani, socialisti e fascisti non ci sia spazio per le idee che da anni lei porta avanti e che personalmente condivido.
con l’ultima frase si è giocata la presidenza (se mai fosse stato in lizza). Il problema è chi. Chi è quell’uomo o quella donna pronto a immolarsi per riformare lo stato italiano con soluzioni liberali e liberiste?
io non ne vedo e voi?
Caro professore anche la Perfida Albione Le fa eco dai banchi del parlamento europeo.
https://www.youtube.com/watch?v=6MQ-DZDaOx8&NR=1&feature=endscreen
Welcom back, Mr President R.R. & Antonio Martino! Lo sapevo che sarebbe tornato in forma smagliante!
Parole illuminanti. Ce n’era bisogno. Non ci lasci soli. Buon lavoro
Bentornato !