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Il Blog di Antonio Martino

Due scenari possibili

PUBBLICATO IL 25 giugno 2016 IN Interventi, L'Europa e L'Euro - COMMENTI (385)
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  • 19 aprile 2018
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    http://www.ilgiornale.it/news/politica/rimuovere-assad-potere-errore-evitare-1516498.html Ecco il li[...]

385 Commenti su “Due scenari possibili”

  1. giuseppe 24 maggio 2017 alle 1:47 pm

    buonasera a tutti,
    al contrario di voi io sono contento di vivere in un paese in cui se entri in un negozio e chiedi del titolare tutti ti rispondono : no, io sono solo un dipendente, e meno male.

    Un caloroso ringraziamento ai vari governi di questi ultimi vent’anni ma soprattutto a quelli degli ultimi sette.

    gs

    Rispondi ↓
  2. Alberto P. 22 maggio 2017 alle 4:15 pm

    Caro professore,

    Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa a riguardo di questo articolo:

    http://vonmises.it/2017/05/22/milton-friedman-confutato-dagli-econometrici/

    La ringrazio e W la Libertà e abbasso i tassassini e lo Stato Ladro,
    Alberto

    Rispondi ↓
    1. am 23 maggio 2017 alle 7:41 am

      Caro Alberto,
      per rispondere in modo fondato al suo quesito dovrei leggere l’articolo. L’esposizione che ne fa l'”austriaco” non è chiara né l’autore attendibile. Gli “austriaci” hanno sempre avuto un atteggiamento psicotico nei confronti dei dati statistici. I più onesti dichiarano semplicemente che “la verità non ha bisogno di prove” e che i dati statistici non sono mai certi, rifiutando tout court il confronto statistico. Altri, più subdoli, arzigogolono come l’autore da lei richiamato. Da un lato rifiutano le statistiche, dall’altro si appoggiano ad esse quando pensano che confermno le loro tesi. In realtà, la monumentale opera di Milton Friedman e Anna Schwartz costituisce il maggior lavoro di storia monetaria mai prodotto. Questo non significa, ovviamente, che tutte le tesi in esso contenute siano vere per definizione, ma ci vuol più del resoconto di un articolo per rimetterle in discussione interamente. Fossi in lei, lascerei gli “austriaci” al loro destino, che è quello di tutti i dogmatici intemperanti.

      am

      Rispondi ↓
      1. Alberto P. 23 maggio 2017 alle 2:22 pm

        Esatto caro Professore,
        proprio come pensavo! La dogmaticità austriaca mi infastidisce molto, anche se molto meno delle tesi Keynesiane… 😉

        Grazie ancora per il commento e a presto!
        Saluti,
        Alberto

        Rispondi ↓
        1. am 23 maggio 2017 alle 4:32 pm

          Caro Alberto,
          bene! Anche su questo siamo d’accordo, come in altri casi mi pare.

          am

          Rispondi ↓
      2. Tenerone Dolcissimo 24 maggio 2017 alle 7:58 am

        Meno male che si cominciano a mettere le cose in chiaro.
        Spero che l’onda arrivi a travolgere Mario Monti. Sinceramente sono stufo di essere apparentato a rigor montis e di sentirmi dire che il leader del movimento liberale europeo è una signora che a suo tempo si trasferi’ nella germania dell’est e la cui professione era di introdursi nei cessi pubblici per origliare e riferire alla Stasi

        Rispondi ↓
        1. Franco Cattaneo 24 maggio 2017 alle 9:39 am

          Caro TD,
          mi pareva di aver letto che fosse stato il padre prete a trasferirsi dalla Germania Ovest a quella comunista, da dove gli era permesso di fare continui viaggi nel decadente mondo capitalista. Che la figlia del prete frequentasse a scopo di spionaggio i cessi pubblici non lo revoco in dubbio: era pratica comune all’interno del patto di Varsavia. Al riguardo ricordo una barzelletta un po’ trucida raccontatami da un alto funzionario sovietico quando stavamo trattando la possibilità di costituire una joint-venture:
          Tedeschi dell’Est ed Ungheresi (la baracca più allegra del Gulag) hanno da tempo in essere una joint-venture per la produzione di carta igienica rispondente agli standard occidentali (non so se abbia avuto modo di conoscere – riuscire a trovarla! – la carta igienica sovietica…) che purtroppo non riesce a raggiungere gli obiettivi tecnologici prefissati. I crucchi, comunisti ma pragmatici, propongono ai soci di farla finita con un progetto che produce solo perdite. Gli ungheresi si oppongono risolutamente: “Ancora un piccolo sforzo e raggiungeremo l’obiettivo sperato. Pensate al successo commerciale ed ai profitti con l’enorme mercato del Comecon che si aprirà per la nostra carta igienica due veli: i nostri fratelli di Mosca ne renderanno obbligatorio l’uso in tutta l’area del Patto di Varsavia, loro che vogliono ricevere una copia di tutto quello che facciamo….”
          Al che io risposi che le joint-venture debbono essere fondate su basi solide, non come quella proposta per sfruttare le sinergie dalla gallina al maiale per la produzione di uova al prosciutto… Noi nella società da eventualmente (sia in senso anglosassone che italiano) costituirsi non volevamo essere il maiale.
          Cordialità,
          Franco Cattaneo

          Rispondi ↓
          1. Tenerone Dolcissimo 24 maggio 2017 alle 9:51 am

            Infatti, il padre pastore si trasferi’ con tutta la famiglia, ma non mi sembra che la giovane angelina si oppose.
            D’altronde tutta la famiglia spiava per la stasi

            Rispondi ↓
  3. Tenerone Dolcissimo 17 maggio 2017 alle 12:29 pm

    Tanto per confermare le visioni di SB che invita a restare moderati e con i calzoni calati …………

    Esponente sinistra francese: “la Francia non è un paese bianco e cristiano: la narrativa deve essere cambiata”

    http://www.controinformazione.info/esponente-sinistra-francese-la-francia-non-e-un-paese-bianco-e-cristiano-la-narrativa-deve-essere-cambiata/

    come dire …………. DOPO L’ELEZIONE DI MICRON (E NONNA ABELARDA) NON HANNO PERSO TEMPO

    Rispondi ↓
    1. am 17 maggio 2017 alle 2:08 pm

      Caro TD,
      la realtà supera l’immaginazione!

      am

      Rispondi ↓
  4. Franco Cattaneo 12 maggio 2017 alle 9:50 am

    Caro Professore, cari ADAMs,
    sarà, come ebbe a dire il Papa, a causa della “ingravescente aetate”, ma non ricordo più tanto bene: mi sembrava che nel ’94 SB, prima di “scendere in campo” personalmente, dopo aver offerto, ottenendone sdegnoso rifiuto, la guida di un costituendo movimento liberale di salvezza nazionale a Mariotto Segni, fosse paladino del presidenzialismo e del suo presupposto metodologico, il sistema di voto maggioritario in collegi elettorali relativamente piccoli, e con questa premessa si fosse presentato alle elezioni (allora con metodo parzialmente uninominale maggioritario), vincendole contro i pronostici dell’intelligentsia al caviale.
    In seguito, per leccare i piedi, non potendogli, per motivi igienici, baciare le mani dato che, nel suo incedere sciolto e quasi disarticolato, strisciava le nocche sul pavimento, al bel Pier Ferdinando (allora) Azzurra Caltagirone (ricordo, questa volta bene, le numerose lettere inviate al giornale da elettrici del centro destra, che presumo avessero già raggiunto l’ “età sinodale”, che chiedevano a SB di farsi da parte cedendo lo scettro del comando al per loro affascinante prete falso bolognese) si convertì al proporzionale.
    Rieccolo il Silvio ancor oggi invocare di bel nuovo il proporzionale schifando il maggioritario.
    Avrà le sue ragioni, ma non sarà che abbia ragione Mauro Mellini (http://www.lintraprendente.it/2017/05/pasticcium-allitaliana/)?
    A me, da sempre fautore del metodo anglosassone l’idea del proporzionale, magari vantaggiosa per le sorti del centro-destra, non garba per nulla: mi pare un tradimento.
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 12 maggio 2017 alle 3:12 pm

      Caro Franco,
      per disciplina di governo (ammesso che esista) votai a favore del “porcellum”, commentando a voce alta: “Che Dio ci perdoni”! A distanza di anni continuo a tormentarmi per quel voto, anche se so che l’alternativa sarebbe stata inutile e masochstica. Sono anch’io, oggi come ieri, convinto della superiorità del maggioritario, meglio se uninominale, a uno o due turni. SB si è convinto al proporzionale perché i sondaggi gli suggeriscono che, col maggioritario, il centro-destra sarebbe clamorosamente sconfitto. Io non lo credo e non lo credeva nemmeno SB nel 1994. Allora, tuttavia, avevamo tutti 23 anni di meno!

      am

      Rispondi ↓
      1. Franco Cattaneo 12 maggio 2017 alle 4:21 pm

        Caro Professore,
        la differenza sta nel fatto che Lei non lo crede, mentre SB nel ’94 non lo credeva.
        Cordialità,
        Franco Cattaneo

        Rispondi ↓
      2. Guido Cacciari 16 maggio 2017 alle 4:08 pm

        In una democrazia “liberale” (demarchia), i poteri andrebbero separati, quindi il problema della “governabilità” a seguito delle elezioni legislative non avrebbe senso.
        Il fatto poi di avere una maggioranza proporzionale nel legislativo sarebbe di già pericoloso nei confronti delle minoranze, per cui il potere legislativo andrebbe circoscritto da un ambito costituzionale e di sorveglianza che impedisca la violazione dell’isonomia.
        Quindi, parlare in ambito liberale di “maggioritario”, cioè di un qualunque “premio di maggioranza” (di valore, peraltro, a capocchia), secondo me non avrebbe senso.

        Escluso questo, la vera differenza, in ambito sia democratico che liberale, la farebbero:
        – la modalità di presentazione dei candidati
        – quella della comunicazione tra questi e l’elettorato,
        – quella di computazione dei vincitori.

        Per quest’ultimo punto i metodi sarebero tre: uninominale, plurinominale, ed a classifica partitica (numero in lista).
        I primi due sono democratici. In particolare, il secondo (esperienza del Regno d’Italia) è quello che permette la rappresentanza più “proporzionale”.
        Il terzo è partitocratico.

        Quindi, la risposta è:
        – per il legislativo (camera): proporzionale plurinominale.
        – per la sorveglianza locale (è a questo che servirebbe il senato): rappresentanti di ogni regione, almeno due, secondo le proporzioni nei consigli relativi.
        – per l’esecutivo: elezione diretta del premier, con ballottaggio come i sindaci.

        Elettorato: composto da tutti i cittadini che pagano l’Irpef, secondo la logica “contrattualista”.
        Ovvero tutti coloro i cui redditi superano la soglia di sopravvivenza di tutti coloro che dipendono da quei redditi, e quindi sono dotati di un “imponibile” che non pregiudica vita e salute.

        Per concludere, Anche il potere giudiziario dovrebbe essere ad elezione diretta (da un elettorato forense) ed a termine.

        Rispondi ↓
  5. Tenerone Dolcissimo 8 maggio 2017 alle 10:09 pm

    Vi ricordate quando (ANCHE) i francesi ci dicevano che con Berlusconi ci eravamo scelti come PdC un malato mentale???
    Guardate chi si sono scelti loro come presidente della Repubblica, che è praticamente un monarca.

    MACRON E’ PERICOLOSO
    https://www.youtube.com/watch?v=sWMuwfwjI_c

    Consentitemi anche di dire con un po’ di vanagloria che alcune delle cose affermate dallo psicologo SAGATORI le avevo già dette io

    Rispondi ↓
    1. am 10 maggio 2017 alle 10:19 am

      CaroTD,
      ottima segnalazione! Fa riflettere e sorprende.

      am

      Rispondi ↓
  6. Tenerone Dolcissimo 8 maggio 2017 alle 12:19 pm

    Egregio Professore, faccia i miei complimento al buon TAJANI che si è prefisso un’opera meritoria: convincere chi non vota piu’ Forza Italia che fa bene a non votarla piu’ e indurre chi ancora la vota a non votarla piu’. Forse, quando resterà senza cadrega, la Merkel gli concederà un posto di puliscicessi nella cancelleria.

    Rispondi ↓
  7. Guido Cacciari 6 maggio 2017 alle 9:28 am

    E’ strano dover citare le parole di un pensatore di 350 anni fa.
    Comunque, J. L. disse questo:
    Gli uomini tutti, sono dotati di istinti sociali che impediscono di uccidere e rubare ai propri “amici”. Al contrario, sono capacissimi di farlo nei confronti dei “nemici”.

    Chi entra in casa tua per rubare non è tuo amico. E’ tuo nemico. Non è trattenuto da istinti sociali, perché TU non fai parte della SUA società. Perciò, “non puoi avere idea di dove si fermerà la sua azione aggressiva” (cit.).
    Ergo, non è importante la commisura della reazione all’azione. E’ importante rendere impotente l’aggressore.
    Sono due metri differenti. Bisognerebbe abbandonare il primo per il secondo.

    Rispondi ↓
    1. am 6 maggio 2017 alle 3:13 pm

      Concordo,

      am

      Rispondi ↓
      1. Franco Cattaneo 6 maggio 2017 alle 9:23 pm

        Caro Professore, cari ADAMs,
        quando si parla di legittima difesa (e la ridicola legge voluta dagli attuali detentori del potere può solo far finire tutto in barzelletta: la Juventus chiederà di non giocare più in notturna perché di notte sarà possibile sparare ai ladri) i cattocomunisti iniziano a starnazzare che non possiamo trasformare l’Italia in un Far-West.
        Senza scadere nel personale vorrei dire che proprio l’altro ieri, leggendo un romanzo di Tom Clancy (quello di Ottobre Rosso) ho trovato scritto che “…una ventina di anni fa un professore di Oklahoma State ha scritto un libro … ed ha scoperto che, tranne le sparatorie da saloon, …non venivano commessi molti crimini nel West”. Poiché Clancy basa le sue storie su fatti reali (ne “Il Cardinale del Cremlino” allega una foto satellitare di una base sovietica, prossima al confine afghano a sud di Dushanbe, che avrebbe sparato un raggio laser in grado di distruggere un satellite; ero andato a controllare su Google Earth – conosco la zona per ragioni di lavoro: un paio di giorni prima del Natale 1979 mi telefona a Mosca un nostro capo cantiere, siciliano di Mirabella Imbaccari, da Yavan, tra Dushanbe e la frontiera afghana, “Ingegnere, qui sembra di essere in Sicilia nel ’43” “Cosa sta dicendo?” ”E’ tutto un movimento di carri armati e truppe” “Pronto, non si capisce niente, la linea è molto disturbata”, riappendo. Il giorno seguente: l’invasione dell’Afghanistan. Dopo capodanno vogliono incontrarmi due funzionari dell’Ente Commerciale sovietico che mi chiedono di sostituire e far rientrare in Italia il capo cantiere adducendo come motivo incomprensioni con la direzione di fabbrica – e trovo N 16°43’68” E 69°13’30” la stessa identica immagine “Space Monitoring Station ‘Okno’=Finestra”) per cui anche in questo caso controllo, anche perché la notizia corrispondeva con quanto avevo a suo tempo letto in una, secondo me mediocre, “Storia degli Stati Uniti d’America” di Maldwyn A. Jones. Mi è bastata un’oretta di ricerche su Internet per individuare il libro cui si accenna nel romanzo: W. Eugene Hollon “Frontier Violence: Another Look” ed un altro volume sullo stesso argomento di Terry L. Anderson e Peter J. Hill (la mania degli americani per il doppio nome rasenta la comicità: Carlo Cipolla ha raccontato che, giunto negli Stati Uniti, si è inventato un M. per compiacere i locali) “The Not So Wild West: Property Rights on the Frontier”, che ho potuto scaricare in pdf, ed un articolo, tradotto anche in italiano “Un Esperimento Americano di Anarco-Capitalismo: il Non Poi Così Selvaggio Far-West” su vonmises.it. Qui basti accennare che tale Juan Fernando Di Caprio commentando il lavoro di Hollon riporta che “In Abilene, Ellsworth, Wichita, Dodge City, and Caldwell, for the years from 1870 to 1885, there were only 45 total homicides. This equates to a rate of approximately 1 murder per 100,000 residents per year. In Abilene, supposedly one of the wildest of the cow towns, not a single person was killed in 1869 or 1870. Zooming forward over a century to 2007, a quick look at Uniform Crime Report statistics shows us the following regarding the aforementioned gun control “paradise” cities of the east: Washington DC – 183 Murders (31 per 100,000 residents), New York – 494 Murders (6 per 100,000 residents), Baltimore – 281 Murders (45 per 100,000 residents), Newark – 104 Murders (37 per 100,000 residents). For further debunking of media propaganda: the city of New York, with a worldwide reputation as a partly chaotic and violent city during most of the 1970’s and 80’s, has recently had less than half the per capita criminality than the country of Sweden, with roughly the same population“.
        Gli obamiani liberal e democrat criticano questi studi sostenendo che si basano su fonti parziali (resoconti di processi, giornali dell’epoca, statistiche giudiziarie relative solo a pochi stati e contee) e che comunque un americano del West aveva una probabilità su 200 di finire ammazzato (magari, dico io, probabilità più favorevole di quella di lasciarci la pelle per calci di cavallo o incornate di vacca). Secondo me si può concordare con Di Caprio e concludere che gli abitanti della frontiera, quasi tutti reduci da una delle più feroci e sanguinose guerre mai combattute, quella di secessione, sapevano come usare le armi e non avevano timore, se costretti, ad usarle, per cui pochi osavano violare le regole della civile convivenza, consci dei rischi che ciò avrebbe comportato. Meno stato incombe su un territorio più questo è prospero e pacifico perché nessun paese è meglio servito da un monopolio che dalla libera concorrenza, anche per quanto riguarda la difesa della vita, della proprietà, della libertà e la risoluzione dei conflitti.
        Mi scuso per avervi annoiato con questa prolissa esposizione.
        Cordialità,
        Franco Cattaneo

        Rispondi ↓
        1. am 7 maggio 2017 alle 7:42 am

          Caro Franco,
          non mi ha annoiato, ma deliziato. Le fanfaluche che prevalgono sul “Far West” sono in larga misura dovute ai film western e hanno poco o nulla di storicamente vero. Laddove i cittadini possono difendersi dagli aggressori le aggressioni sono minori di quanto siano dove ciò non è permesso. E’ un dato di fatto, razionalmente comprensibile e inconfutabile. Impedire ai cittadini di difendersi è il modo più efficace di promuovere le aggressioni. Tuttavia, è fatica forse inutile cercare di farlo comprendere: sono stato coperto di vituperi per aver sostenuto queste tesi quando ero ministro della Difesa!

          am

          Rispondi ↓
  8. Franco Cattaneo 5 maggio 2017 alle 10:37 am

    Caro Professore, cari ADAMs,
    nell’imminenza delle elezioni francesi (di cui, data la mia scarsa simpatia per quel paese, in realtà poco mi interessa) richiamo la loro attenzione su questa analisi (di provenienza francese ma riportata da Antonio Socci) che mi pare colga un interessante aspetto trascurato dai commentatori nostrani, nel caso fosse loro sfuggita:
    http://www.antoniosocci.com/la-sottomissione-della-sinistra-francese-allislam-alla-tecnocrazia-globalista-ad-aver-sorgere-la-le-pen-la-prova/
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
  9. Matteo Napoletano 3 maggio 2017 alle 10:03 am

    Presidente Martino
    Siamo finiti ad essere governati da un monocolore PCI sotto l’occupazione dela UErss comandata da una tedesca della DDR al peggio non c’è limite?
    Saluti Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. am 3 maggio 2017 alle 3:00 pm

      Caro Matteo,

      forse la situazione è meno tragica di quanto lei crede, ma non di molto! Al fondo, tuttavia, purtroppo non c’è fine.

      am

      Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 4 maggio 2017 alle 8:42 am

      Io ho una parola di speranza da elargire.
      Tra un po’ non potendo mettere l’imposta patrimoniale -bocciata con il referendum di dicembre- rivaluteranno le rendite catastali provocando un fortissimo deprezzamento dei valori di mercato delle nostre case che verranno prontamente e massicciamente acquistate da società immobiliari tedesche.
      PS Dimenticavo: mentre parliamo è arrivato in Italia Soros a ordinare al collaborazionista Gentiloni di stroncare ogni iniziativa come quella della procura di Catania che blocchi l’invasione dall’africa.

      Rispondi ↓
  10. Franco Cattaneo 29 aprile 2017 alle 12:10 pm

    Caro Professore, cari ADAMs,
    Barbara Di Salvo, un avvocato (un’avvocata per la presidenta e anche per l’Ordine degli Architetti di Bergamo che ha accolto l’istanza di tre proprie associate – stavo per scrivere membre ma mi sono sorti dei dubbi – che bramano essere ufficialmente chiamate architette al plurale e architetta al singolare….) di sentimenti liberali trapiantata dal Friuli a Roma (percorso inverso rispetto a quello della Serracchiani, che però non so se abbia mai esercitato) e che da anni scrive in rete, ha pubblicato una cosa che mi sembra interessante e di strettissima attualità
    http://blog.ilgiornale.it/legoista/2017/04/28/zuccaro-arrestali-invece-di-parlarne/
    cui mi sembra pochi abbiano pensato.
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. AM 29 aprile 2017 alle 3:01 pm

      Caro Franco,
      grazie per la segnalazione: tesi ineccepibile e, temo, del tutto minoritaria!

      am

      Rispondi ↓
      1. Franco Cattaneo 30 aprile 2017 alle 11:45 am

        Caro Professore,
        da un articolo odierno apparso sul Giornale
        http://www.ilgiornale.it/news/politica/quellallarme-inascoltato-pm-zuccaro-1391350.html
        apprendo che
        .. il 22 marzo scorso il procuratore capo di Catania, insieme al sostituto Andrea Bonomo, aveva già anticipato nei dettagli al Comitato parlamentare di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, presieduto dalla forzista Laura Ravetto, i contenuti dell’inchiesta…”Stanno creando un corridoio che consente un accesso in Italia, che non ci sarebbe stato se le Ong non lo avessero creato… Questi soggetti, a prescindere dal fatto che ancora non ci risulta [perseguano] profitti privati, si rendono comunque responsabili del reato di cui all’articolo 12 della Bossi-Fini [ex art. 10 della Turco-Napolitano] (trasporto ingresso illegale di stranieri in Italia, ndr), o no?…”
        E allora perché non confisca le navi ed arresta gli equipaggi?
        Cordialità,
        Franco Cattaneo

        Rispondi ↓
        1. Tenerone Dolcissimo 2 maggio 2017 alle 8:16 am

          Caro Franco, anche i giudici tengono famiglia. Già è tanto quel che ZUCCARO ha fatto. Sempre piu’ della procura di Milano (si’ proprio quella che scrutava attenta fra le lenzuola di Silvio) che ha subito archiviato il suo filone dell’inchiesta sui rating e sullo spread.
          Penso che sia il caso di incominciare a preparare tribunali straordinari.

          Rispondi ↓
          1. Franco Cattaneo 2 maggio 2017 alle 9:14 am

            Caro TD,
            in genere prima di arrivare ai tribunali straordinari si passa dai forconi, cosa che ritengo assai improbabile nella cloroformizzata Italia cattocomunista in cui gran parte della popolazione è satolla a nota spese dello stato.
            Cordialità,
            Franco Cattaneo

            Rispondi ↓
            1. Tenerone Dolcissimo 2 maggio 2017 alle 12:36 pm

              Mai dire mai. Il numero dei satollati è di molto diminuito.

              Rispondi ↓
  11. Franco Cattaneo 18 aprile 2017 alle 10:18 am

    Caro Professore,
    su quell’illeggibile quotidiano di infimo livello che è ormai divenuto il Giornale, ridotto a fazioso ed acritico house-organ di casa Berlusconi, leggo in un articolo di tale Fulvio Scaglione “Nel solo mese di marzo, inoltre, la lega saudo-americana avrebbe ucciso tra 1.782 e 3.471 civili, in gran parte sui fronti di Mosul (Iraq) e Raqqa (Siria), le due roccaforti dell’Isis”. Come possano venir pubblicate castronerie di questa portata su un pezzo di carta che va in edicola per essere smerciato in cambio di moneta che sarebbe meglio spesa per qualche caramella, sinceramente non arrivo a capirlo. Uno che vuole apparire così preciso sulle unità ed è a tal segno incerto sulle decine, centinaia e migliaia non può che essere frutto della scuola post-sessantottina, fucina di ignoranti decerebrati. Se questo è il livello di uno dei quotidiani che dovrebbero farsi portavoce delle idee del centrodestra, la vedo proprio brutta…
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 18 aprile 2017 alle 2:47 pm

      Caro Franco,
      brutta storia, meritevole di essere segnalata e indicativa del degrado intellettuale del nostro tempo. La qualità della nostra stampa di informazione è da sempre vergognosamente bassa, ma speravo ci fosse un limite!

      am

      Rispondi ↓
    2. Giulio 18 aprile 2017 alle 3:13 pm

      A volte temo che l’anti-obamismo sia diventato anti-americanismo, o quantomeno putinismo. Sul giornale online e sui principali blog ad esso collegati non si fa altro che leggere esaltazioni di Putin e continuo biasimo per gli Stati Uniti, addirittura in un articolo contro la “russofobia” si è messa in dubbio la pericolosità dell’Unione Sovietica.
      Mi piace seguire Nicola Porro che ogni mattina in 10 minuti commenta i fatti del giorno su You Tube , quello è il vero Porro e non quello moderato (da Mediaset) che va in onda la notte su Canale 5 (di cui non capisco più la linea editoriale, soprattutto del tg5 animalista…).

      Rispondi ↓
      1. Franco Cattaneo 18 aprile 2017 alle 5:23 pm

        Caro Giulio,
        Il putinismo (oserei dire puttanismo) dei Salvini, dei cattolici che vedono in Putin il “defensor fidei”, dei comunisti e dei fascisti (da sempre antiamericani),
        dei complottisti e dietrologi che continuano a parlare di massoneria, giudaismo, Bilderberg, Kalergi, Soros, si è ormai diffuso dappertutto.
        Anche Trump, che agisce prima di tutto come Presidente degli Stati Uniti e non come arrendevole lacchè di Putin, come da loro sperato, non è più nelle loro simpatie. Ciò è ben espresso da una profonda conoscitrice degli U.S.A. come Maria Giovanna Maglie
        http://www.lintraprendente.it/2017/04/trump-spiegato-ai-putiniani-ditalia/
        ed in un precedente articolo di Giulio Terzi di Sant’Agata apparso sempre sull’Intraprendente e già da me qui segnalato prima di Pasqua.
        Cordialità,
        Franco Cattaneo

        Rispondi ↓
      2. Tenerone Dolcissimo 19 aprile 2017 alle 8:17 am

        Cito quanto riferitomi di una persona competente, dirigente di una società operante nel campo finanziario.
        “OGGI NEGLI STATI UNITI PRIMA SI PAGANO LE TASSE E POI SI MANGIA”
        Obama è stato solo un sintomo. Purtroppo, gli amori finiscono. Le persone cambiano. Chi prima si mostrava un essere meraviglioso poi si manifesta come spregevole. Oggi gli USA sono un inferno fiscale. La Russia di Putin No. Certamente Putin non è il massimo che si possa pretendere in fatto di democrazia, ma chi ha tollerato Monti e i suoi abusi di democrazia non ha molto titolo per accusarlo.

        Rispondi ↓
  12. guido cacciari 16 aprile 2017 alle 8:34 am

    Non so se qualcuno ricorda il mio allarme contro la pessima e fuorviante definizione in Wikipedia della voce “Liberalismo”,
    anche in relazione dell’importanza di tale mezzo di diffusione culturale (Wikipedia) nel mondo moderno.

    Ebbene, ne ho appena completato il totale rifacimento ed ampliamento, e sarei lieto del vs. commento.

    Ho dovuto lasciare, nella sezione storica, alcune parti preesistenti, altrimenti la voce avrebbe avuto un solo artefice il che è contrario allo spirito wikipediano, però anche quelle le ho ristrutturate, modificate ed integrate.

    Altre voci da me create in Wikipedia sono “Atto dei diritti”, “La teoria delle classi politiche” e “Gaetano Mosca”, oltre a diversi contributi nel “Wikibolario”.

    La prossima voce a cui mi dedicherò se troverò il tempo sarà la mancante “Teorie dello Stato”.

    Rispondi ↓
    1. am 16 aprile 2017 alle 3:43 pm

      Caro Cacciari,
      complimenti! MI piacerebbe che qualcuno rifacesse la mia voce su Wikipedia, che è quasi insultante, con affermazioni infondate e giudizi fuorvianti. Ma, fose, lei sovrastima l’importanza di Wikipedia, che è sì molto consultata ma che dubito venga considerata deinitiva nei suoi giudizi.

      am

      Rispondi ↓
      1. guido cacciari 16 aprile 2017 alle 5:15 pm

        Grazie dei complimenti! Sono la miglior recesnione possibile.
        Temevo di non essermi sempre espresso in modo equilibrato e imparziale, o aver citato in modo troppo libero.
        Alcuni periodi mancano infatti di un po’ di citazioni letterali, documentazione o bibliografia, ma spero per ora sia passabile.

        Per quanto concerne la voce Antonio Martino, se non si vuole farlo di persona si possono però evidenziare e descrivere nella sezione “discussione” tutte quelle parti che necessitano correzione, cancellazione o integrazione, magari salvando tali proposte di discussione selezionando l’opzione “aggiungi agli osservati speciali”.

        Rispondi ↓
        1. guido cacciari 16 aprile 2017 alle 5:16 pm

          Oppure, se manda a me le sue note (la mia e-mail la conosce) , ci penso io ad effettuare la modifica.

          Rispondi ↓
          1. am 17 aprile 2017 alle 8:28 am

            Grazie per la sua disponibilità. Non so se ne approfitterò, anche perché non sono certo di condiividere il suo entusiasmo per Wikipedia.

            am

            Rispondi ↓
            1. Guido Cacciari 18 aprile 2017 alle 10:01 pm

              Forse ora le piacerà di più: ho aggiunto delle foto che spero gradirà.

              Rispondi ↓
  13. Franco Cattaneo 15 aprile 2017 alle 11:38 am

    Caro Professore, cari ADAMs,
    sinceri auguri di buona Pasqua, in particolar modo ad un ADAM in incognito: il Papa che domani, in coincidenza con la Pasqua, festeggia anche il novantesimo compleanno. Che ciò possa essere di buon auspicio.
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 15 aprile 2017 alle 3:09 pm

      Grazie, caro Franco! Ricambio di cuore a lei e a tutti gli Adam,

      am

      Rispondi ↓
  14. PM 9 aprile 2017 alle 11:10 am

    Per la tomografia, ci voleva mesi per essere ricevuto per il sistema sanitario in S. Paulo, Brasile. Il nuovo sindaco con buoni atteggiamenti liberali, ha convenuto con le strutture private, per fare gli esami in orari notturni. Per gli istituti privati non è stato nessuna perdita, perché tecnicamente è meglio che l’apparecchio non sia mai spento, in più già doveva pagare per vigilare l’apparecchio la notte. Questo ha anticipato di mesi tutte prenotazioni per questo tipo di esami, a costo zero per il governo.

    Rispondi ↓
    1. am 9 aprile 2017 alle 3:48 pm

      Caro PM,
      ottima notizia. L’ingegno individuale continua a surclassare lo statalismo ovunque e sempre!

      am

      Rispondi ↓
  15. urbanista liberale 7 aprile 2017 alle 8:55 pm

    Caro professore che ne pensa dell’ attacco di Trump ? Pur se difficile mi sembra che nonostante la giuerra non sia ‘ mai bella , dopo la strage di bambini innocenti a mio avviso non si poteva non reagire . Donald Trump ha compiuto un capolavoro di realismo e di tattica, che non solo non mo sfugge, ma la considero una buona notizia. Ha mandato un messaggio all’intero globo, con lo “strike” di stamattina, di per sé contenuto per quanto letale. L’America c’è. L’America ha intenzione di giocare un ruolo alla propria altezza in tutti gli scenari, compresi quelli da cui l’inettitudine obamiana sembrava averla estromessa. L’esplosione dei missili Usa è stata udita a Mosca, ovviamente, e dietro le ovvie dichiarazioni sul “crimine” e l’ “aggressione” americana c’è la consapevolezza di Putin che non può più giocare a scacchi in Medio Oriente prescindendo dalla Forza americana . I comunisti che pensavano che Trump fosse amico di Putin si sbagliavano

    Rispondi ↓
    1. am 8 aprile 2017 alle 3:18 pm

      Caro UL,
      a me sembra “molto rumor per nulla”: 59 missili per 4 morti? Non solo ma, anche riconoscendo l’atrocità della strage di civili con armi chimiche, a me non sembra certo né che agli USA competa il ruolo di gendarme internazionale, né che l’azione sia nell’interesse americano o dell’Occidente. L’ISIS, avverario di Assad, è ben più credibilmente nostro nemico. Detto questo, forse Trump ha fatto bene a ricordare al mondo che l’America esiste, Dopo Barack Hussein Obama, avrebbero potuto dubitarne!

      am

      Rispondi ↓
      1. Franco Cattaneo 10 aprile 2017 alle 8:39 am

        Caro Professore,
        sarò presuntuoso, ma ritengo che il livello dell’attuale giornalismo italiano sia infimo (a parte il fatto che molti giornalisti mi pare non conoscano neppure l’uso dello strumento indispensabile per esercitare la loro professione: la lingua italiana. A volte debbo rileggere un articolo per cercare di capire cosa l’autore volesse comunicarmi, ciò sarà magari dovuto a mia scarsa perspicacia, ma mi pare che già ai tempi di Cicerone si dicesse rem tene, verba sequentur). Tra l’altro non capisco perchè i giornalisti cattocomunisti debbano chiamare “Tycoon” (o con nomignoli ugualmente spregiativi) quello che è il Presidente degli Stati Uniti d’America.
        Sull’attacco di Trump alla base siriana ho letto di tutto, e tutto ciò che ho letto rifletteva non ciò che è accaduto, ma quello che il giornalista di turno desiderava fosse accaduto. Oggi ho trovato un’analisi che mi sembra degna di essere sottoposta all’attenzione Sua e degli ADAMs:
        http://www.lintraprendente.it/2017/04/scordatevi-obama/
        in cui Giulio Terzi di Sant’Agata analizza in modo secondo me molto professionale, chiaro e scevro da ogni ideologia personale la decisione presa da Trump, anche alla luce del lascito barackhusseiniano.
        Cordialità,
        Franco Cattaneo

        Rispondi ↓
        1. Tenerone Dolcissimo 10 aprile 2017 alle 10:41 am

          Certo i soccorritori che lavorano in zona contaminata da gas in canotta fanno pensare.
          Avendo qui un ex ministro della difesa potremmo avere conferma che in tali zone ci si entra solo con la tuta NBC

          Rispondi ↓
  16. PM 7 aprile 2017 alle 7:52 am

    Mario Monti ha detto che dopo una Rivoluzione, le cose possono riprendere parte della configurazione di prima, ma altre sono cambiate definitivamente.
    La odiosa tassa sulla proprietà è un esempio, sembra avere cambiato l’oggettivo di nessuna tassa sulla proprietà, ad un oggettivo rimuovere la tassa sulla prima casa.
    Non stiamo facendo per caso il gioco di Mario Monti, togliendo solo l’imposta sulla prima casa?
    A livello delle idee non è importante chiarire che imposta sulla proprietà è ingiusta e inefficace, soprattutto per il rilancio della edilizia che può essere fatto autonomamente, senza dipendere dall’estero?

    Rispondi ↓
    1. am 7 aprile 2017 alle 3:28 pm

      Caro PM,
      non credo sia il caso di rifarsi al pensiero di Mario Monti, senza offesa. E’ vero, però, che, quando si comincia a violare un principio, è molto difficile poi recuperarlo. L’approccio radicale dovrebbe mirare al recupero, a qualsiasi costo, del principio in questione nella sua completa integrità, senza eccezioni.

      am

      Rispondi ↓
      1. PM 9 aprile 2017 alle 10:50 am

        Grazie Professor, una notizia di oggi nel “Il giornale” relata quello che succede in Grecia con l’aumento della tassa sulle successioni e proprietà: http://www.ilgiornale.it/news/mondo/greci-fame-troppo-poveri-persino-ereditare-1383886.html

        Rispondi ↓
  17. Franco Cattaneo 2 aprile 2017 alle 5:46 pm

    Caro Professore, cari ADAMs,
    sono ormai tre mesi che non compaiono sul Giornale scritti di Piero Ostellino. Pubblica forse altrove?
    E’ una voce autenticamente liberale che ci manca.
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 3 aprile 2017 alle 7:13 am

      Caro Franco,
      è vero e mi auguro che non si tratti di problemi di salute. Gli telefonerò e le farò sapere.

      am

      Rispondi ↓
      1. am 3 aprile 2017 alle 2:59 pm

        Caro Franco,
        ho telefonato: grazie a Dio, il silenzio di PO non è dovuto a problemi di salute, come temevo, ma al venir meno della voglia di scrivere.

        am

        Rispondi ↓
        1. Franco Cattaneo 3 aprile 2017 alle 3:44 pm

          Caro Professore,
          La ringrazio per la cortesia: ha fugato il timore sulla salute di Piero Ostellino ma, purtroppo, non quello sull’attuale stato di salute del Liberalismo Italiano.
          Cordialità,
          Franco Cattaneo

          Rispondi ↓
  18. Franco Cattaneo 29 marzo 2017 alle 8:38 am

    Caro Professore, cari ADAMs,
    mi permetto di segnalare loro questo scritto dell’ex-procuratore di Venezia Carlo Nordio (che si differenzia, lui come quello dimissionario di Cagliari, Pintus, dalla banda dei suoi colleghi, inquirenti e giudicanti, anche per ragioni lombrosiane: ha la faccia della persona normale, che non presenta alcun indicatore evidente di malvagità, ritardo mentale, ”carognettismo” da primo della classe – il pallone è mio e se non mi fate giocare centravanti lo porto via – tendenze criminali).
    http://www.ilgiornale.it/news/cronache/schiaffo-nordio-questo-paese-vieta-legittima-difesa-1380137.html
    Affronta il tema della legittima difesa da un perfetto punto di vista liberale e ne inquadra la normativa vigente nelle fondamenta dello stato etico (prima fascista poi cattocomunista) in cui viviamo da quasi un secolo!
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 29 marzo 2017 alle 4:42 pm

      Ottima segnalazione, grazie! Condivido il giudizio sul giudice,

      am

      Rispondi ↓
  19. Matteo Napoletano 18 marzo 2017 alle 5:43 pm

    Presidente Martino
    FI è in grave difficoltà, inutile nasconderlo, evidentemente l’aver appoggiato esternamente il Governo Monti, Letta e poi sostenuto Renzi e oggi Gentiloni, un Gentiloni che cancella i voucher per volere della Cgil e che porterà l’IVA al 24%!, ha deluso e continua ad allontanarallontanare molti suoi elettori.
    Leggo oggi questa intervista a SB di Libero: In merito alle imposte, Berlusconi spiega: “Nel nostro programma prevediamo nessuna tassa sulla prima casa, che per noi è sacra, nessuna tassa sulla successione, che è ricchezza già tassata quando è stata prodotta, nessuna tassa sulla prima auto, che è uno strumento di lavoro, Flat Tax uguale per tutti al 22-24%. Meno non è credibile. E ancora abolizione dell’Irap che l’azienda paga anche quando perde. Le imposte non sono un diritto dello stato, sono il pagamento di servizi. Per questo se lo stato ci chiede 1/3 di quello che guadagniamo lo sentiamo giusto e lo paghiamo volentieri, se invece ci chiede oltre il 60% ci sembra una rapina. Questo non vuol dire ovviamente che le tasse non vanno pagate, significa che vanno ridotte”.
    Volesse la Madonna!
    Purtroppo alle intenzioni devono sempre seguire i fatti e se si propongono meno tasse per poi lasciare strada libera ai tassatori, assassini,comunisti,statalisti spendaccioni del Pd non si va da nessuna parte, ma tant’ è…
    Saluti Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. am 19 marzo 2017 alle 9:28 am

      Caro Matteo,
      le cose stanno, temo, esattamente come lei dice. Tuttavia, il resto del quadro politico è allo sbando: il PD è spaccato e ha perso credibilità, Grilllo viene visto sempre più per quello che è, gli altri sono divisi e irrilevanti. Se FI riuscisse a coalizzare un centro-destra unito su un programma comune… Vedremo!

      am

      Rispondi ↓
      1. Alberto 26 marzo 2017 alle 8:24 pm

        Prof buonasera sarebbe carino un suo commento sulla commemorazione di ieri a Roma e anche sapere se ha incontrato qualcuno che ha vissuto l’evento di 60 anni fa
        Grazie
        Ap

        Rispondi ↓
        1. am 27 marzo 2017 alle 7:40 am

          Caro Alberto,
          la cerimonia è andata bene, ma .. solo “pompam vel ostentationem”! Accanto a me era seduto Mario Segni ma non so cosa facesse nel 1957. Quello che mi ha colpito è considerare anziano mio padre nelle foto d’epoca, eppure aveva 18 anni meno di quanti ne abbia io oggi (lui 56, io 74)!

          am

          Rispondi ↓
      2. Franco Cattaneo 27 marzo 2017 alle 12:52 pm

        Caro Professore,
        capisco la necessità di un centrodestra unito per non lasciare strada libera ai grillini ed ai cattocomunisti, ma essere costretti a correre assieme ad un Salvini che commentando l’arresto di Naval’ny a Mosca non trova di meglio da dire che “ma ha solo il 3%” ….
        Cordialità,
        Franco Cattaneo

        Rispondi ↓
        1. am 27 marzo 2017 alle 3:37 pm

          Caro Franco,
          ahimè, è così: per scongiurare guai peggiori, dobbiamo cercare di restare uniti!

          am

          Rispondi ↓
          1. Tenerone Dolcissimo 31 marzo 2017 alle 6:08 pm

            Con un berlusca che fa concorrenza a gentiloni nel baciare la pantofola della Merkel mi sembra difficile

            Rispondi ↓
  20. Guido Cacciari 18 marzo 2017 alle 8:56 am

    Vicenda voucher, nello Stato Sindacale.
    Vicenda Cosmoprof, nello stesso posto.

    Premetto che il voucher contiene un sopruso di fondo, che non è quello del precariato che anzi è un valore, bensì quello della decurtazione del 25% ai fini previdenziali su un reddito lordo di 7.000 Euro/anno.

    Ma la mia domanda è un’altra, più generale. A quando risale la dipendenza delle istituzioni italiane dalle organizzazioni corporative?

    Per la Repubblica, li primo decennio dopo l’eliminazione dei fasci (che erano sindacati) fu abbastanza tranquillo. Infatti, fu l’epoca del boom economico. Poi ricominciò la manfrina, tra scioperi generali, nuovi ordini professionali, statuto dei lavoratori, contratti nazionali etc.

    Un retaggio dellol stato corporativo fascista, che inaugurò la “concertazione” di invenzione mussoliniana.

    Ma prima? Il regno d’italia era anch’esso vittima dei soprusi delle “bande” organizzate? Dopo la prima guerra mondiale, certamente sì. Bande armate, peraltro. Ma anche a cavallo del 1900.

    Io ritengo che la chiave sia la mancanza di chiarezza sulla pericolosità dei gruppi organizzati nei confronti dei diritti individuali.

    Daltronde, il gruppo organizzato esiste proprio per questo; essere più forte del singolo. Quando questo semplice concetto sarà chiaro, allora forse il diritto potrà trovare le armi, per far fronte al sopruso, nelle proprie radici cosituzionali.

    Rispondi ↓
    1. am 18 marzo 2017 alle 4:22 pm

      Caro Cacciari,
      in epoca repubblicana, direi che lo strapotere sindacale comincia a manifestarsi alla fine degli anni Sessanta (autunno caldo del ’68). Prima, in epoca monarchica, direi dopo la prima Guerra, il 1921 e l’occupazione delle fabbriche per esempio. Il fascismo non rafforzò il potere delle corporazioni, le istituzionalizzò. Ma il problema vero non è l’inizio, è la fine: quando e se finirà mai?

      am

      Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 20 marzo 2017 alle 11:03 am

      Lei ha dimenticato l’OCSE

      Rispondi ↓
  21. Massimo B. 7 marzo 2017 alle 4:43 pm

    Caro Professore,
    perdoni l’argomento poco attinente coi discorsi relativi all’euro, ma sarei alquanto curioso di conoscere la sua opinione sulla proposta di Marco Cappato in riferimento alla legge sul fine vita ed al vespaio di polemiche che ha sollevato il suicidio in Svizzera del DJ Fabo. Personalmente sono abbastanza stanco di sentire gli strilli moralisti ed inneggianti alla vita (?) di una certa parte dell’opinione pubblica. Lo sono perchè è intollerabile che una persona malata terminale o in una condizione vegetativa debba essere costretta a vivere nel dolore fisico e nella sofferenza spirituale sulla base dei principi astratti difesi da coloro i quali ritengono la vita un bene indisponibile. Non credo che possa esistere una normativa perfetta sul tema. Qualsiasi legge potrebbe avere dei difetti, ma sarebbe comunque più logica dell’attuale stasi che non consente ad una persona che soffre di poter porre fine al suo calvario. Basterebbe avere rispetto del dolore delle persone, invece questo talebanismo del dolore sta “rincoglionendo” una certa parte della popolazione. Una legge che tuteli la libertà di scelta per ogni persona non mi pare nulla di offensivo. Ognuno sia libero di scegliere come andarsene da questo globo e nessuno imponga ad altri la propria visione delle cose perchè davvero stiamo scadendo nella commedia dell’assurdo.

    Con stima,

    Massimo B.

    Rispondi ↓
    1. am 8 marzo 2017 alle 3:52 pm

      Caro Massimo,
      per il non credente la sua vita appartiene a lui soltanto, per il credente appartiene a Dio. Entrambi, tuttavia, concordano sul fatto che a nessuno, nemmeno a 630 “legislatori”, è consentito di interferire nel rapporto fra una persona umana e la sua vita. Per questo credo che nessuna legge sia meglio di qualsiasi legge che, inevitabilmente, interferirebbe in un qualche modo nel rapporto con la MIA vita. Comprendo il suo punto di vista e ne condivido lo spirito ma non sono disposto a consentire a Rosi Bindi, Alessandro Di Battista e altri 628 deputati di dirmi se posso o non posso por termine alla mia esistenza. Credo che il disaccordo fra noi sia legato solo ai 23 anni di mia esperienza di deputato! 😉

      am

      Rispondi ↓
      1. Ivo Biavaschi 8 marzo 2017 alle 5:35 pm

        Caro Professore, mi permetta di ringraziarla e di sottoscrivere questa sua risposta su un tema che divide in due identiche intolleranze l’Italia intera.
        E’ triste che sia così minoritaria la sua, e più modestamente mia, concezione liberale delle vicende umane.

        Rispondi ↓
        1. Franco Cattaneo 9 marzo 2017 alle 12:05 pm

          Caro Professore,
          non si infili tra i bifolchi: “…altri 627 deputati…”
          Cordialità,
          Franco Cattaneo

          Rispondi ↓
          1. am 9 marzo 2017 alle 4:58 pm

            Caro Franco,
            ha ragione!!

            am

            Rispondi ↓
      2. Massimo B. 9 marzo 2017 alle 2:46 pm

        Pur avendo un’opinione diversa sul punto rispetto alla Sua, La ringrazio perchè la Sua risposta è stata per me fonte di riflessione e ponderazione. Non ho cambiato idea ma devo dire che ho colto uno squarcio di luce in quanto da Lei detto. Grazie Professore per le opportunità di crescita che permette a tutti noi tramite questo blog.

        Massimo B.

        Rispondi ↓
  22. Filippo Marcodi 6 marzo 2017 alle 11:57 am

    Gent.le prof. Martino.

    Su diversi Blog di economia, ed in particolare “scenarieconomici.it” si è acceso un dibattito sulla proposta di Berlusconi di istituire una moneta complementare.
    Premesso che allo stato attuale la sua costituzione pare violare l’art. 1 del Treaty on the Functioning of the European Union (TFEU), che recita: “The European Central Bank shall have the exclusive right to authorise the issue of euro banknotes within the Union. The European Central Bank and the national central banks may issue such notes. The banknotes issued by the European Central Bank and the national central banks shall be the only such notes to have the status of legal tender within the Union.” Mi chiedevo se il TFEU è vincolante per l’Italia e fino a che punto. Se lo fosse , come si sarebbe potuto concedere alla Gran Bretagna di mantenere la propria moneta, a fronte tra l’altro di una partecipazione al capitale della BCE?

    In ogni caso questa idea mi fa venire in mente la sua proposta per far uscire la Grecia dall’Euro, come da una delle sue più recenti interviste su Libero.
    Sarei curioso e vorrei chiederle se, a suo parere, la proposta di Berlusconi è concreta e quanto sia in relazione con la sua.

    Grazie per l’attenzione

    Rispondi ↓
    1. am 6 marzo 2017 alle 3:30 pm

      Caro Filippo.
      l’articolo da lei richiamato è certamente vincolante per lItalia, paese dell’eurozona, ma non per la Gran Bretagna che non ha mai adottato l’euro. La proposta di SB e la mia sono uguali, credo. Entrambe avrebbero il problema del vincolo del Trattato da lei richiamato, ma non è insuperabile. I problemi veri sarebbero altri. Tuttavia, ha ragione. è quanto con un gruppo di economisti di vari Paesi europei suggerimmo nel 2012 per la Grecia ed è, in fin dei conti, la proposta inglese di “hard Ecu”.
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
      1. Filippo Marcodi 7 marzo 2017 alle 10:41 am

        La ringrazio molto per la sua cortese risposta, Caro Professore.

        Rispondi ↓
  23. Massimo B 3 marzo 2017 alle 11:22 am

    Caro Professore,
    come giudica la vicenda del Dj Fabio è la mancanza di una legge per l’eutanasia in Italia? Personalmente trovo inaccettabile che un singolo cittadino non possa decidere di andarsene e sia costretto ad una sorta di “dolore di Stato”, gentilmente impostogli da chi crede che la vita vada comunque vissuta. Chi sono questi filosofi del menga che possono arrogarsi il diritto di imporre la sopportazione di un dolore fisico senza speranze? A tal proposito trovo inaccettabile la posizione del Foglio e del pur stimato Marcello Pera.
    Aspetto una sua illuminante opinione.

    Con la solita stima,

    Massimo B.

    Rispondi ↓
  24. Franco Cattaneo 28 febbraio 2017 alle 3:51 pm

    Caro Professore,
    siamo ridotti peggio del PLI di una sessantina di anni or sono, di cui Piero Chiara diceva che nella sede di via Fratina aspettavano con ansia che qualcuno bussasse alla porta, fosse pure il postino, per catturarlo ed essere così in quattro per il tresette! Ultimamente siamo rimasti in due!!! Pochi ma buoni.
    Al fine di stanare gli ADAMs in sonno (nulla a che vedere con la massoneria) propongo la lettura di una intervista ad un tizio, un indiano definito matematico ed economista, di cui mai avevo sentito parlare prima, che mi pare interessante. Se volessi fare lo splendido indicherei il link al sito originale (The Hindu, quotidiano indiano in lingua inglese) ma, per i più pigri indico il sito italiano su cui l’ho scoperta (già tradotta):
    http://www.maurodellaportaraffo.com/2017/02/27/nassim-taleb-non-fascismo-rivolta-atto-gli-pseudo-esperti/
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 28 febbraio 2017 alle 5:15 pm

      Caro Franco,
      ci sono affermazioni dubbie e tesi non condivisibili, ma dice anche molte cose sensate. Non è affatto un liberale, è un conservatore vecchio stile. In passato, quelli che la pensavano come lui erano numerosi e, in qualche caso, maggioritari. Oggi lui è una mosca bianca, ma gli va dato atto che non cede al conformismo e non cerca la popolarità delle elite!

      am

      Rispondi ↓
  25. Franco Cattaneo 26 febbraio 2017 alle 3:28 pm

    Caro Professore,
    atteso che “il tema della compatibilità dell’Italia nell’eurozona germanica non è più un problema posto da Salvini o dalla Meloni ma si avvia ad essere LA questione posta dalla realtà e dall’Europa stessa” e “delineare una strategia con diverse variabili diventa essenziale perchè non possiamo permetterci di essere travolti dagli eventi”, oggi, in questo articolo,
    http://www.antoniosocci.com/togliersi-cappio-dal-collo/
    Antonio Socci invoca “un grande dibattito pubblico dentro il centrodestra” di cui si dovrebbe fare promotore lo stesso SB al fine di “confrontare le idee di addetti ai lavori come Martino, Brunetta e Tremonti con le questioni poste da Lega e Fratelli d’Italia”.
    Sorvolando sulla compatibilità con un programma liberale degli ultimi quattro soggetti nominati (e, a ben vedere, dello stesso SB quando si tratti di passare dalle parole ai fatti), essendo sempre vero, come diceva Churchill, che un alleato impresentabile è pur meglio di nessun alleato, penso che sarebbe interessante per noi tutti ADAMs conoscere il suo pensiero.
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. Franco Cattaneo 26 febbraio 2017 alle 3:46 pm

      Caro Professore, cari ADAMs,
      sono finalmente riuscito a scaricare l’intervista rilasciata dal Professore a Pietro Senaldi di Libero (14.02.2017) e la riporto qui perché contiene in parte le risposte a quanto accennato qui sopra.
      «Ebbene sì, anch’io ho uno scheletro nell’ armadio. Fui io a suggerire a Berlusconi di nominare Mario Monti alla Commissione Europea. Lui non voleva accettare».
      Si è comportato meglio a Bruxelles che a Roma?
      «Diceva che non era il mestiere suo, e aveva ragione. Ha lavorato bene per sé, aumentando la propria credibilità personale ma questo non è vero in assoluto perché ha acquisito consensi in un ambiente che ragiona male».
      Gli italiani a Bruxelles piegano sempre la testa?
      «Il peggiore fu Prodi, pessimo da presidente della Ue almeno quanto lo era stato da presidente dell’ Iri. Allargò l’ Unione senza darle unità. Non seppe imporre una propria visione, alla fine divenne perfino oggetto di pubblico scherno».
      Immagino che lei non apprezzi neppure la Mogherini, rappresentante dell’ Unione per gli Affari Esteri?
      «E come faccio? Il suo dipartimento non esiste, è completamente privo di utilità. La ragione principale del fallimento della Ue è proprio questa: gli Stati europei in realtà non puntano all’ unità politica e a un’ Europa forte perché questo comporterebbe la rinuncia alla sovranità nazionale su difesa e politica estera e nessuno è disposto a questo».
      La Germania sembrava voler lanciare un’ Europa a due velocità, dove chi voleva poteva procedere a politiche estere comuni. «Mi sembrava più che altro un escamotage verbale per esortare gli Stati più forti a mollare gli altri. Oppure un mezzo ricatto: o state con noi o state fuori. Ma poi le parole della Merkel sono state interpretate come un preludio al doppio euro, Draghi è intervenuto a stopparla e lei, che in questo momento è in grande difficoltà perché è indietro nei sondaggi e in Germania presto si vota, ha dovuto abbozzare».
      Doppia moneta, allora è possibile uscire dall’ euro?
      «Certo che è possibile. Non è semplice né indolore; anzi, è costoso e difficile, ma è realizzabile».
      Il punto è se ci converrebbe.
      «Non risolverebbe il problema dell’ enorme spesa pubblica che abbiamo ma ci libererebbe dalla schiavitù di una politica economica decisa dagli altri. Non è affatto detto che staremmo peggio, anche perché non bisogna dimenticare che in Europa ognuno pensa per sé e la nostra economia spesso è stata attaccata e scientemente impoverita dai partner Ue. Sono d’ accordo con l’ ex leader della sinistra tedesca Joschka Fischer, secondo cui la Germania ha distrutto due volte l’ Europa con i carri armati e per la terza volta ci sta provando con le banche».
      Come si potrebbe uscire?
      «Si torna alla lira in concorrenza con l’ euro. In un paio d’ anni il tasso di cambio tra le due monete si stabilizza. A quel punto, con un rapporto di cambio deciso dal mercato, si converte in lire il debito pubblico. È il piano che, assieme a diversi economisti europei, avevamo previsto nel 2012 per l’ uscita della Grecia».
      Ma usciremo o no dall’ euro?
      «Di certo non credo a un’ uscita frutto di una scelta razionale. Temo piuttosto che possa essere determinata da eventi convulsi e questo mi spaventa. Bisognerebbe iniziare a studiare un’ uscita morbida già adesso. Anzi, il piano andava studiato quando è stata avviata la moneta unica: adottare una decisione importante senza valutare la possibilità che non abbia successo è come chiudersi in una stanza buttando la chiave: come si esce poi? È stato fatto un tragico errore».
      Per la verità non l’ unico.
      «Un altro terribile errore fu creare l’ euro intorno a un tavolo, dove degli esperti hanno deciso senza confrontarsi con il mercato che un pezzo di carta, che non era mai stato usato come moneta, avrebbe dovuto avere per sempre il valore di 1936,27 lire. Ma se fosse possibile stabilire oggi e per sempre il valore di una moneta non ci sarebbe più la miseria nel mondo, basterebbe continuare a stamparla».
      L’ euro ha aggravato la grande crisi che ha colpito l’ Europa?
      «Più che aggravarla, ha contribuito in modo decisivo a determinarla. L’ euro avrebbe avuto bisogno di un paio d’ anni di circolazione parallela con le monete nazionali. Introdurlo dall’ oggi al domani ha causato un impoverimento di tutti i cittadini europei, che si sono comportati come si fa sempre quando si ha per le mani una moneta che non è la propria e di cui non si conosce il valore reale: hanno cominciato a spendere con più facilità. Chi prima dell’ euro lasciava mance di duemila lire? È così che il potere d’ acquisto si è ridotto rapidamente e il valore reale dei redditi è crollato».
      Meno male che c’ è Draghi alla Banca Centrale Europea?
      «Non mi accodo al coro di elogi unanimi verso il governatore. Il suo quantitative easing non serve a far ripartire l’ economia, com’ era prevedibile visto che la domanda di credito non dipende solo dalla disponibilità delle banche ma bisogna creare anche le condizioni di convenienza a investire. Se poi un giorno l’ economia dovesse mai ripartire, grazie alle iniezioni di denaro della Bce rischiamo di trovarci davanti a un’ impennata dell’ inflazione».
      Non l’ hanno fatta mai ministro dell’ Economia per il suo anti-europeismo?
      «Ma guardi che io sono un europeista, è l’ Unione Europea a non esserlo davvero. Comunque sono stato io a non voler fare il ministro dell’ Economia, ho preferito gli Esteri, il ministero era più vicino a casa e aveva un parcheggio più grande».
      Sia serio, professore…
      «All’ inizio non avrei neppure voluto candidarmi in Parlamento perché la politica è compromesso e questo non mi piace. Ma il mio professore Milton Friedman mi disse: “Candidati e fai compromessi sui dettagli e non sulle cose importanti”. Per me essere un economista liberale era la cosa più importante: su questa non potevo fare compromessi, mi avrebbero screditato».
      Mi sta dicendo tra le righe che l’ Italia non sarà mai un Paese davvero liberale?
      «Non è detto, la maggioranza degli italiani ha un’ aspirazione liberale. Berlusconi ha sempre vinto le sue campagne elettorali promettendo un’ Italia liberale e ha cominciato a perdere consenso quando i cittadini hanno visto tradita la promessa di una rivoluzione liberale».
      Però poi questa benedetta rivoluzione liberale Berlusconi non ebbe mai il coraggio di farla.
      «Più che il coraggio direi la forza: fu fermato dagli alleati, che in campagna elettorale appoggiavano i nostri programmi ma dopo le vittorie si sfilavano. Sono i limiti di un governo di coalizione: ogni membro della coalizione per garantirsi la sua fetta di consenso elettorale si adopera per emergere, anche a costo di tradire il programma elettorale».
      Ha fatto anche degli errori.
      «Tragici i presidenti delle Camere: Pivetti, Casini e Fini non ci hanno mai aiutato».
      Adesso il centrodestra sembra ancora più diviso: in teoria unito sarebbe primo nei sondaggi ma la sensazione è che non troverà il bandolo della matassa.
      «Berlusconi non ha ancora deciso se stare con Salvini o con Renzi. Si rende conto che il centrodestra dev’ essere unito se vuole dare battaglia a Cinquestelle e sinistra ma sa anche che un’ alleanza unita sulle posizioni estremiste di Salvini e Meloni danneggerebbe Forza Italia».
      Come se ne esce?
      «Silvio è in grado di sbagliare da solo senza bisogno dei miei consigli. Io comincerei a scrivere un programma vincolante, chiaro e calendarizzato e vedere chi ci sta. E alla peggio, andare da solo».
      Su euro e Ue Berlusconi e Salvini non vanno d’ accordo.
      «Quelle sono battaglie ideologiche. Si accordino su un programma concreto e non necessariamente ampio. Abolire le Regioni, separare magistratura giudicante da magistratura inquirente, fare un’ unica aliquota fiscale e introdurre un welfare selettivo, per cui le medicine non siano gratuite per il milionario e il poveraccio. Su questi temi l’ accordo si può trovare e Berlusconi ha una visione comunque più vicina a Lega e Fdi che alla sinistra. L’ idea della grande coalizione con Renzi, presa in prestito dal modello tedesco, sarebbe un errore».
      Lei che è per un governo forte, ha votato Sì al referendum?
      «Ho votato No. Il referendum di dicembre era solo una mossa politica di facciata con cui Renzi voleva rafforzare il proprio potere. L’ unica cosa innovativa, ma in senso negativo, era il nuovo ruolo del Senato, ridisegnato come amplificatore delle Regioni, l’ ente pubblico più marcio di tutti. Il rafforzamento del potere del governo era affidato invece all’ Italicum, la riforma elettorale che la Corte Costituzionale ha bocciato».
      Cosa pensa del governo Renzi?
      «Non ha ridotto né le spese né il debito pubblico. Anzi, ha mandato via tre commissari alla spending review. Per il resto, Renzi non è un economista e non gli do tante colpe. Me la prendo invece con il ministro dell’ Economia Padoan, che non lo ha saputo consigliare e non ha tradotto in qualcosa di rivoluzionario le intenzioni dell’ ex premier».
      Chi vince le elezioni in Italia?
      «Non ne ho idea. Certo ritengo che il successo di M5S non sia inarrestabile. Calano. E anche il Pd è in grande crisi, non si sa bene cosa sia, è composto da persone che hanno radici politiche molto diverse, non c’ è più disciplina di partito, ognuno vuole distinguersi. A confronto la Dc delle correnti era un monolite. Ripeto, c’ è un corridoio vincente in cui il centrodestra può infilarsi».
      Guardando all’ estero, si augura che in Francia vinca la Le Pen?
      «Sarebbe uno schiaffo niente male ai benpensanti. Un modo per ribadire che la realtà non va per forza nella direzione in cui si sforza di indirizzarla il pensiero unico. Il terzo schiaffo, dopo la Brexit e Trump».
      Gode del successo di Trump?
      «Sì, perché è stata una vittoria della democrazia. Sfatiamo il mito di Obama, è stato il peggior presidente della storia americana. Un disastro in politica estera ma anche in economia: ha raddoppiato e fatto declassare il debito Usa e ha fatto una riforma della sanità che costa ai ceti bassi e medi».
      Ma Trump è un protezionista, un liberista come lei non dovrebbe apprezzarlo.
      «Non è certo Reagan ma sarà migliore di quanto sarebbe stata la Clinton. Non mi piace il suo protezionismo commerciale perché ritengo lo scambio una ricchezza soprattutto per chi riceve ma taglierà le tasse, metterà spalle al muro gli eurosauri e combatterà Isis e Cina».
      La Brexit si rivelerà un affare o un disastro per l’ Inghilterra?
      «Londra avrà problemi di adattamento ma poi farà una riforma fiscale sul modello dell’ Irlanda e andrà incontro a un boom economico».
      Cordialità,
      Franco Cattaneo

      Rispondi ↓
      1. am 27 febbraio 2017 alle 4:10 pm

        Grazie dell’attenzione, caro Franco!

        am

        Rispondi ↓
    2. am 26 febbraio 2017 alle 5:04 pm

      Caro Franco,
      mi stupisce (piacevolmente) che Socci faccia anche il mio nome, anche se in compagnia di Tremonti e Brunetta. Nessuno di noi, credo, si rifiuterebbe a un confronto di idee sul futuro dell’Italia (in?) Europa (rectius, UE), ma dubito che arrivremmo a un esito conclusivo. Alcune delle cose sostenute da Socci sono solo ipotesi più o meno plausibili, la passione di SB per il PPE e la Merkel, la preferenza di SB per Renzi rispetto a Salvini, e così via. Sono anche congetture largamente inutili di fronte a un fatto: dopo la scissione nel PD, un centro-destra unito, con un programma limitato nelle dimensioni ma chiaro e vincolante, potrebbe vincere le elezioni, escludendo il M5S dalla maggioranza e facendo a meno di un accordo col PD. Se questo è vero, il dovere di tutti gli esponenti del centro-destra è uno solo: adoperarsi per dar corpo a quel programma e realizzare quell’accordo. Solo se questi sforzi dovessero mancare o fallire, l’Italia rischierebbe di finire in mano al M5S o ad una grande coalizione PD-FI + altri. Entrambe le ipotesi sono preoccupanti e chi crede nell’Italia libera dovrebbe fare il possibile per scongiurarle. Il resto è fuffa!

      am

      Rispondi ↓
  26. Franco Cattaneo 24 febbraio 2017 alle 4:20 pm

    Caro Professore,
    ho imparato a leggere, senza che nessuno me lo insegnasse ma semplicemente per curiosità infantile, molto prima del compimento dei sei anni: questo non lo dico per vantarmi di una cosa in fondo niente affatto straordinaria bensì solo per introdurre il tema su cui vorrei sentire il suo parere. Ricordo che all’ora di pranzo, specialmente d’inverno, in una cucina in cui aleggiavano i vapori dei cibi invernali, ascoltavo, assieme al resto della famiglia, il ”Gazzettino Padano” cui seguiva il ”Giornale Radio” che trovavo molto divertente quando veniva, quasi tutti i giorni, nominato il sovietico Kaganovich e quando, come accadeva con una certa frequenza, veniva comunicato l’elenco dei ministri del nuovo governo italiano ed al nome di Andreotti mio padre commentava ”Chel gubasc el gh’è semper denter”. Questi sono stati i miei primi contatti con la politica estera ed interna. Dopo pranzo stendevo sul pavimento della cucina il ”Corriere della Sera” (che non poteva mancare in una casa della – piccola – borghesia milanese) e mi sdraiavo a ”leggerlo”.
    Ricordo i nomi dei direttori Mario Missiroli ed Alfio Russo e quelli degli articolisti Luigi Barzini, Egisto Corradi, Dino Buzzati, Indro Montanelli, ma soprattutto di Giuseppe Maranini, Panfilo Gentile, Augusto Guerriero e del suo conterraneo Epicarmo Corbino. E proprio di quest’ultimo volevo parlare perchè oggi, su una delle poche bancarelle sopravvissute a Milano, ho trovato un suo libro ”Racconto di una vita”. La sua figura mi ha sempre incuriosito perchè, nato, a quanto ho appreso, in una modestissima famiglia che però ha dato i natali anche ad Orso Mario, ordinario di Fisica e balia della generazione dei ”Ragazzi di via Panisperna”, ottenne, benchè non laureato, la cattedra di Economia a Napoli. Fu Ministro del Tesoro nei Governi De Gasperi e deputato liberale.
    Le sarei grato se esprimesse il suo giudizio su Epicarmo Corbino e la sua opera, sia come economista che come politico.
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 25 febbraio 2017 alle 8:52 am

      Caro Franco,
      la ringrazio della sollecitazione e sarei felice di poterle rispondere. Sfortunatamente, non è così. Ho sentito parlare molto di Epicarmo Corbino, a casa da bambino: ne parlava, con stima, mio padre e i suoi amici, ma non sono in grado di risponderle perché sono all’oscuro sul personaggio e le sue opere. In casi come questo mi viene fatto di chiedermi perché conosco a fondo vita e opere di stranieri, poco conosciuti in Italia, e sono del tutto ignorante su persone che hanno avuto un ruolo nel nostro Paese e le cui origini sono vicine alle mie. Nemo propheta in patria? Non so, ma grazie per lo stimolo.

      am

      Rispondi ↓
  27. Ernesto Di Marco 24 febbraio 2017 alle 12:28 pm

    Buongiorno professore,

    da assiduo quanto silenzioso frequentatore di questo blog da lungo tempo, le sarei molto grato se volesse accogliere la mia richiesta di un suo parere su una questione su cui credo vi sia in molta confusione e, perché no, magari di un suo articolo sull’argomento se ne avesse tempo e voglia. La questione sarebbe quella della posizione dell’Italia verso il sistema Target 2 in caso di ritorno alle valute nazionali.

    In questo periodo, infatti, si fa sempre più insistente l’ipotesi di una rottura dell’Euro. Anche se personalmente ritengo che questa sia una strada già segnata, i tempi restano un’incognita. Molto dipenderà dalla effettiva politica dell’amministrazione Trump e dall’esito delle elezioni in Francia e Germania, ma la questione potrebbe diventare palesemente urgente. Recentemente si sta dibattendo molto sul se:

    1) il sistema Target 2 sia una semplice contabilizzazione dei flussi finanziari all’interno dell’Eurozona, e in questa ipotesi i saldi negativi non rappresentano dei debiti reali da rimborsare in caso di rottura dell’euro. Anzi, alcuni sosterrebbero che i saldi andrebbero azzerati con emissione di corrispondente valuta nazionale dalle banche centrali nazionali e questo sarebbe un vantaggio per l’Italia, mentre altri ritengono che la valuta andrebbe ri-denominata in base alla residenza del suo possessore, indipendentemente se questa sia depositata in una banca tedesca o italiana;

    2) anche a valle di quanto affermato da Draghi, se in caso di uscita dall’Euro i saldi dovrebbero essere effettivamente rimborsati dalla banche centrali nazionali che detengono saldi negativi, e in questo caso per l’Italia questo equivarrebbe a una esplosione del debito pubblico ben oltre l’attuale entità effettivamente contabilizzati.

    3) Altri infine, e probabilmente correttamente, vedono che il problema è più di carattere giuridico che finanziario. Dal momento che le ipotesi di uscita e/o rottura dell’euro non sono mai state prese in considerazione nei trattati e non esiste un regolamento che ne disciplini il processo. Si dovrà quindi attivare una fase di negoziazione, non si sa se bi o multi-laterale tra gli Stati. Questione che diverrebbe potenzialmente esplosiva e con diversi scenari possibili, alcuni anche molto inquetanti.

    Mi rendo conto che la questione è complessa e non può esaurirsi in una semplice risposta in un senso o nell’altro. Non sarei nemmeno sicuro, tra l’altro, se ci troveremmo di fronte alla fine dell’euro e dell’Unione Europea. Tuttavia, per chi conosce il suo curriculum, un suo parere è senza dubbio tra i più autorevoli per cui mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensa.
    Certo è che, in ogni caso, dovremmo sperare vivamente che il governo abbia attivato i suoi tecnici per studiare, magari in gran segreto, un piano per la gestione di una probabile rottura dell’Euro. Purtroppo ho dei seri dubbi su questo. Ho invece l’impressione che si stia semplicemente ignorando la questione semplicemente per incapacità a capirne le possibile dinamiche, mentre si considera più urgente quando andare a votare, per l’ennesima volta.

    La ringrazio in ogni caso per la sua attenzione e le porgo i miei più sentiti saluti

    Ernesto Di Marco

    Rispondi ↓
  28. Franco Cattaneo 19 febbraio 2017 alle 7:13 pm

    Caro Professore,
    il tema che Le propongo è tale per cui voglio che sappia sin d’ora di avere tutta la mia comprensione nel caso preferisse non pronunciarsi.
    Mi riferisco ad un “collega” e, con molta probabilità, una conoscenza di Suo padre: il professor Vincenzo Mario Palmieri, anatomopatologo, che, ordinario di Medicina Legale dal 1935, all’età di 35 anni, tenne a Napoli, dal 1941, la cattedra della materia presso la Facoltà di Medicina e, nel contempo, per incarico, presso quella di Giurisprudenza.
    Fece parte della commissione internazionale nominata dalle Potenze dell’Asse che indagò sulle fosse di Katyn stabilendo la responsabilità sovietica per il massacro.
    Con l’arrivo degli Alleati a Napoli subì, da parte del PCI, una vera persecuzione, venendo accusato di complicità con il nazismo. Visse per alcuni anni (come mi raccontò Massimo Caprara) in preda ad autentico terrore per la propria vita (alcuni membri della commissione, originari dell’Est-Europa, andarono incontro a morti sospette quando i loro paesi vennero occupati dall’Armata Rossa) e per l’incolumità della famiglia, che decise di allontanare dalla città per un certo tempo. Le sue lezioni venivano impedite dagli universitari iscritti al PCI che lo minacciavano di morte:
    http://193.205.101.169/magazine/Katyn/Katynridotto.pdf
    Palmieri fu poi anche Sindaco di Napoli per la Dc dall’ottobre 1962 al luglio 1963.
    Mi domando se sia verosimile che uno studente dell’Università di Napoli di quegli anni, membro del PCI, abbia potuto fare una fulminea e prestigiosa carriera all’interno del partito e, grazie a questo, nelle istituzioni senza aver mai cantato nel coro dei contestatori del professor Palmieri.
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 20 febbraio 2017 alle 8:48 am

      Caro Franco,
      di quanto lei riferisce non so nulla. E’probabile che mio padre conoscesse il prof. Palmieri, ma non lo so. Certo, la storia è impressionante ma non atipica, purtroppo!

      am

      Rispondi ↓
  29. alberto 18 febbraio 2017 alle 10:46 am

    buongiorno Prof,
    ultime notizie dalla sua Messina.
    Come Lei ben sa abbiamo un sindaco venuto dal basso. E lì fino ad ora è rimasto.
    Ma da qualche giorno si è ringalluzzito: a fine Gennaio l’assessore al bilancio amico di Renzi venuto da Firenze (Eller) da le dimissioni precisando che però resterà in carica fino al 10 Febbraio. Cosa fa il nostro amato sinnaco? Lo butta fuori a calci nel culo con l’aiuto dei vigili urbani, immediatamente. La cosa strana è che ancora l’Eller gira attorno al Gran Mirci come se nulla fosse (chissa cosa doveva deliberare in quei giorni?).
    due giorni fa si è votata la sfiducia al sinnaco, dopo un anno di rinvii perchè non si raggiungeva il quorum. Bene raggiunto il quorum uno si aspetta che gli stessi firmatari votassero per la sfiducia. questo in una città normale, ma La Falce ha sempre primeggiato nel politicamente scorretto e così il sinnaco ha vinto per la seconda volta. E così sotto l’onda emotiva di mammasantissima ha sfanculato gli emissari dell’ambasciata cinese che non tollerano la futura visita (a Maggio) del Dalai Lama a Messina. In pratica i cinesi hanno ricordato al governo siciliano che per loro il Dalai Lama è un sovversivo per cui chi lo ospita deve tenere conto delle probabili conseguenze ossia che, come i siciliani sono liberi di ospitarlo, i cinesi sono altrettanto liberi di interrompere i rapporti commerciali e turistici con la Sicilia. Il nostro pacifico sinnaco non manda emissari e subito risponde: “JO’ A ME CASA INVITU CU VOGGHIU!!!!!.
    Si potrà pensare di lui tutto il male possibile ma in questi giorni questo sinnaco mi sta cominciando a diventare troppo simpatico.
    Lei che ne pensa?
    Baciamo le mani
    ap

    Rispondi ↓
    1. am 18 febbraio 2017 alle 11:06 am

      Caro Alberto,
      de gustibus… Lei può trovare simpatico chi crede, io mi permetto di avere opinioni diverse dalle sue. Quello che lei chiama sindaco ha celebrato il sessantennale della Conferenza di Messina invitando Giuliana Sgrena (sic), ma non il figlio dell’autore di quella storica iniziativa. Forse, mi sarei comunque astenuto dal partecipare – vedere la mia città nell’attuale condizione mi fa star male – ma da parte di quello che lei chiama sindaco era atto dovuto. Un figuro che si presenta scalzo e con maglietta “no-ponte” all’insediamento sarà pure il suo sindaco ma, se permette, non il mio! 😉

      am

      Rispondi ↓
      1. alberto 18 febbraio 2017 alle 11:50 am

        Professore Lei normalmente è un tipo che non se la prende più di tanto ma su quest’episodio ne ha fatta una questione personale perchè non è la prima volta che rimprovera il sindaco per non averLa invitata. Qui da noi, come ben Lei sa, in questi casi si usa dire a chi si comporta male “ca’ ssutta non chiovi ” o ” lassa a pezza pi quannu arriva u puttusu” . Bene, il momento per ricordargli l’errore fatto era arrivato con la mozione di sfiducia. Mi spiace dirLe che chi ha salvato il sindaco sono tutti appartenenti al Suo partito. Ma non mi sembra di aver letto una sua nota di biasimo verso di loro.
        Magari questa è la volta buona.
        saluti
        ap

        Rispondi ↓
        1. am 19 febbraio 2017 alle 9:05 am

          Caro Alberto,
          il mio partito? Le sarò grato se mi farà sapere di che partito si tratta. Grazie! 😉

          am

          Rispondi ↓
          1. alberto 19 febbraio 2017 alle 11:00 am

            forse mi sono perso qualche passaggio in questi anni?
            ap

            Rispondi ↓
  30. Franco Cattaneo 13 febbraio 2017 alle 3:26 pm

    Caro Professore, cari ADAMs,
    per iniziare la settimana
    http://www.lintraprendente.it/2017/02/colpevole-dintraprendenza/
    Naturalmente quelli che si sono presi una immediata ed implacabile vendetta sull’intraprendente ragazzo sono tutti impiegati dello stato (preside, professori, bidelli – ah no, oggi si deve dire commessi – agenzia delle entrate, impiegati del comune), con lo stipendio pagato da noi che arriva ineluttabilmente il 27 del mese anche se hanno solo fatto finta di lavorare, e che, comunque, non sanno, neanche per sentito dire, cosa significhi rischiare o produrre in proprio.
    Cosa penserebbero i vignettisti americani che ritraggono sempre il banchetto dei bambini che sulla strada vendono per 5 cents la limonata (in mancanza di questa, allo stesso prezzo, una leccata/bacino del proprio cane)?
    Lì pero sono dei biechi “mercatisti” e per di più hanno Trump, mica fortunati come noi ad avere il dossettiano Mattarella, la presidenta, Gentiloni, etc.
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 13 febbraio 2017 alle 4:19 pm

      Caro Franco,
      storia allucinante! La realtà supera senza sforzo l’immaginazione più sfrenata. Come dice sempre Marcello Pera: “Quando parlano di me, siamo alla frutta”! Siamo veramente alla frutta: l’imprenditorialità come reato! Nomineremo cavalieri del lavoro i furbetti del cartellino? 😉

      am

      Rispondi ↓
  31. Ivo Biavaschi 13 febbraio 2017 alle 12:46 pm

    Complimenti vivissimi per la sua intervista a Libero di oggi.
    Le fa onore anche la sua signorile benevolenza verso Berlusconi, unico aspetto che non riesco a condividere.

    Rispondi ↓
    1. am 13 febbraio 2017 alle 4:20 pm

      Grazie, caro Ivo. La buona educazione è un male incurabile!

      am

      Rispondi ↓
  32. Alberto 9 febbraio 2017 alle 3:08 pm

    Buongiorno Prof., Una semplice domanda che da un po’di tempo mi frulla in testa.
    In base ai comportamenti di questi anni degli appartenenti al m5s mi viene da pensare che siano nati solo per raccogliere i mal di pancia del popolo italiano non per risolverli. Se penso che essi siano funzionali a chi non vuole le riforme faccio dietrologia?
    Grazie ap

    Rispondi ↓
    1. am 9 febbraio 2017 alle 3:35 pm

      Caro Alberto,
      pensi quello che vuole, a me danno solo fastidio per come parlano, si vestono, agiscono…. non li sopporto più!

      am

      Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 13 febbraio 2017 alle 9:31 am

      E’ un sospetto fondato. D’altronde quando si è trattato di combattere l’euro si sono tirati indietro

      Rispondi ↓
  33. Urbanista_Liberale 6 febbraio 2017 alle 11:38 am

    Carissimo professore , ci aiuti a capire Trump . Non e’ semplice credo da capire . Provo a dire la mia .
    Cosa vuol fare Trump ? Le ” Regole ” non la “Deregulation ” di tipo “Europeo” o ” Italiano ” .
    Il contraltare al Liberismo Economico sono le Regole ( la Rule of the Law tradotta il ” Primato della Legge ” ) non certo la democrazia ” Europea ” o ” Italiana ” che si disperde in una miriade di confuse leggi discrezionali . Trump blocca la Globalizzazione ? No ! Semplicemente la rende piu’ equa .
    Trump viene dall’ Edilizia e ‘ un “capomastro” prestato alla Politica , sa’ come funziona il mondo reale , anche se temo non abbia studiato i classici liberali ( come Berlusconi del resto ) .
    Sulla Sanità, sulle banche e sull’ energia: ecco dove Trump vuole ridurre le regole . La ricetta per mantenere la crescita dell’economia: semplificare procedure, norme e burocrazia . Quando Ronald Reagan divenne Presidente portava con sé una filosofia: lo Stato non è la soluzione, è il problema. Trump capovolge apparentemte i termini della questione , ma e’ contro la miriade di leggi discrezionali fatte dall’ Amministrazione Obama .
    L’amministrazione Trump ha verosimilmente due obiettivi. Nel breve periodo, deve prolungare l’attuale fase espansiva del ciclo economico Nel medio, deve cercare di tamponare quella «fuga dal lavoro» degli americani maschi che caratterizza oggi l’economia statunitense. La promessa di una crescita economica al 4% e di «25 milioni di nuovi posti di lavoro» vanno lette in questa luce. Noi nel frattempo in Italia e in Europa cosa facciamo ? Siamo Trump _piani o anti Trum_piani ? Non serve un aggironamento di Forza Italia in chiave Liberale _Trum_piana , pro Regolation e Anti_Europeista e Anti Merkel ? Come ci riaggaciamo all’ America e all’ Inghilterra ? Siamo certo disillusi dalla politica , ma non sconfitti .
    Cordiali Saluti Giovanni _ Urbanista Liberale

    Rispondi ↓
    1. am 6 febbraio 2017 alle 3:34 pm

      Caro Giovanni,
      Trump lo capiremo meglio fra qualche mese. Attualmente sta solo mantenendo le sue promesse elettorali, con una serie di ostacoli da parte della magistratura e dei media. Vedremo se darà buona prova di se, rinunciando ad alcune delle sue promesse, come quella di fare guerre commerciali a Cina, Europa e quant’altri.
      Non sono pessimista, ma non mi creo eccessive illusioni: temo che Trump non sia né Reagan né Coolidge, sia solo il successore del peggior presidente nella storia degli USA!

      am

      Rispondi ↓
  34. Franco Cattaneo 5 febbraio 2017 alle 5:55 pm

    Caro Professore, cari ADAMs,
    3.11.2020,
    5.11.2024,
    7.11.2028,
    2.11.2032,
    4.11.2036, ……
    Non sono numeri del lotto: sono le date in cui i cittadini degli Stati Uniti d’America eleggeranno (il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre degli anni bisestili) il loro 46-o, 47-o, 48-o, 49-o, 50-o, ……. Presidente.
    E noi italiani quando leggeremo qualcuno?
    Cordialita’,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 6 febbraio 2017 alle 3:35 pm

      Caro Franco,
      mi basterebbe che lo sorteggiassero!

      am

      Rispondi ↓
  35. Pierpaolo Sette 30 gennaio 2017 alle 3:13 pm

    Carissimo Professore e Presidente Martino,

    Le faccio ancora i miei complimenti per l’ottimo articolo ed intervista comparsa sul Giornale riguardo l’Euro. E’ un peccato davvero avere ragione sempre a conti fatti ( come lei sa anche io da studente ne ero convinto ed avendo studiato in sede di tesi le aree valutarie ottimali ne avevo visto il loro possibile fallimento). Ora il dado degli errori dei burocrati europei è ormai tratto e purtroppo un poco di conseguenze negative le pagheremo. Grazie sempre per i suoi contributi efficaci come sempre e sono fiero di essere sempre un ADAM.
    N.B: Un saluto a tutti gli ADAMS
    Con affetto e stima immensa,
    Pierpaolo Sette

    Rispondi ↓
    1. am 2 febbraio 2017 alle 9:38 am

      Grazie, caro Pierpaolo!

      am

      Rispondi ↓
  36. Tenerone Dolcissimo 30 gennaio 2017 alle 12:28 pm

    Una riflessione dalla lettura dell’articolo sulla UE postato dall’amico Franco Cattaneo.
    Mi sembra che quasi tutti qui il 4 dicembre abbiamo votato NO alla schiforma RENZI.
    Ora è umano che a qualcuno possa essere venuto il dubbio di avere sbagliato. Dubitare è segno di intelligenza soprattutto se si dubita di se stessi.
    Per fortuna l’Unione Europea -che era la vera autrice nonché principale beneficiaria della deforma- ha provveduto a toglierci ogni dubbio come emerge dalla lettura del citato articolo. Quindi …………………….
    ITALIA FUORI DALLA UE E SUBITO

    Rispondi ↓
    1. am 2 febbraio 2017 alle 9:38 am

      Vaste programme, caro TD!

      am

      Rispondi ↓
  37. Franco Cattaneo 30 gennaio 2017 alle 10:24 am

    Caro Professore, cari ADAMs,
    Sulla versione on-line del Giornale trovo questa notizia che mi permetto di segnalare loro
    blog.ilgiornale.it/foa/2017/01/29/attenti-arriva-la-censura-google-punisce-il-blog-di-messora/
    Anche guardando il filmato annesso, mi pare che sul fronte delle liberta’ le cose si stiano mettendo molto male.
    Se poi la notizia viene affiancata da questa
    http://www.ilgiornale.it/news/politica/lue-sintromette-ancora-e-vuole-condannarci-a-processi-senza-1357071.html
    si perde il senso dell’orientamento. Per inciso noto che, se non ricordo male, non mi pare che nel caso SB la Consulta si sia pronunciata sulla non retroattivita’ dela legge.
    Cordialita’,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. Tenerone Dolcissimo 30 gennaio 2017 alle 10:42 am

      Stranamente a quel link non c’è nulla

      Rispondi ↓
      1. Franco Cattaneo 30 gennaio 2017 alle 11:54 am

        Caro TD,
        il primo link l’ho trascritto (non potendo fare copia e incolla).
        Si tratta comunque del blog di Marcello Foa cui si accede dalla home page del Giornale (colonna di dx).
        Cordialita’,
        Franco Cattaneo

        Rispondi ↓
        1. Tenerone Dolcissimo 30 gennaio 2017 alle 12:26 pm

          parlavo del linl all’articolo sulla UE

          Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 30 gennaio 2017 alle 11:08 am

      cosa strana ho trovato l’articolo allo stesso indirizzo ma cliccando sul link non ci si arriva.

      Rispondi ↓
    3. Tenerone Dolcissimo 30 gennaio 2017 alle 11:10 am

      Cmq dalla lettura dell’articolo si conferma che abbiamo fatto non bene ma benissimo a votare contro la deforma RENZI. Pensate cosa sarebbe accaduto se avesse vinto il si in una vicenda come quella riportata

      Rispondi ↓
  38. Lucio 29 gennaio 2017 alle 5:54 pm

    Cari ADAM,
    al seguente link http://www.ilgiornale.it/news/politica/laddio-sar-duro-restare-sarebbe-peggio-1356529.html si può leggere l’intervista rilasciata dal Professore ed uscita ieri.

    Rispondi ↓
  39. alberto 29 gennaio 2017 alle 9:53 am

    Caro Prof. ,
    perchè è populista dire che per salvare una banca lo stato ha trovato 20 miliardi mentre per risollevare un terriotrio devastato da continue scosse e dalle intemperie non si riescono a trovare poche centinaia di milioni di euro?

    grazie

    ap

    Rispondi ↓
    1. am 29 gennaio 2017 alle 3:26 pm

      Caro Alberto,
      il problema non è se sia populista o meno ma se sia vero o falso. Se è vero, è grave anche se lo chiamiamo “Brambilla”!

      am

      Rispondi ↓
      1. alberto 29 gennaio 2017 alle 5:11 pm

        grazie sia a Lei che al ns. tenerone.
        entro nel partcolare: lo stato italiano se spende 20 miliardi per risanare le banche la comunità europea lo concede senza chiedere aggiustamenti di bilancio. se lo stato italiano per risanare quei territori investe qualche centinaio di milioni l’europa non concede deroghe di bilancio.
        questo fatto mi ricorda una sua battuta: lo stesso vestito che si vuole fare indossare sia a fassino che a giuliano ferrara, ossia la mancanza di flessibilità. ma forse questa è dovuta al fatto che la stessa comunità europea è composta da burocrati e non da leader politici per cui le regole devono essere necessariamente rigide. o mi sbaglio?
        grazie
        ap

        Rispondi ↓
        1. am 30 gennaio 2017 alle 9:07 am

          Caro Alberto,
          la stupidità eurocratica non sembra conoscere limiti. Non si tratta di sapere se sono politici o burocrati, basta constatare che sono fondamentalmente stupidi!

          am

          Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 29 gennaio 2017 alle 3:59 pm

      Perché la razza Booldrina deve far condannare chi si fa le domande giuste evitando che il discorso entri nel merito
      Mi perdoni il professore per avergli scippato la risposta-

      Rispondi ↓
  40. Tenerone Dolcissimo 26 gennaio 2017 alle 1:36 pm

    http://www.rischiocalcolato.it/blogosfera/lagarde-fmi-sarebbe-un-disastro-abbassare-le-tasse-228237.html
    Invito tutti gli ADAM a leggere questo articolo, che evidenzia un grave problema. Non tanto il fatto che una squallida mezzemaniche, diventata per oscuri meriti capessa di una inutile, anzi perniciosa, entità sovranazionale caldeggi le tasse. Ce ne sono stati tanti prima di piccoli burocrati avidi dei nostri soldi.
    No il guaio è che per la massa dei lettori questa impiegatozza sarebbe una dei massimi esponenti del movimento LIBERALE mondiale come già MONTI e quei quattro ciarlatani dell’ALDE.
    Domanda: non sarebbe il caso che noi liberali italiani pubblicassimo un manifesto o una dichiarazione o una allocuzione o un tatzebao in cui comunicassimo che noi con questa gente non abbiamo nulla a che spartire e diffidassimo questi figuri dal definirsi liberali e diffidassimo gli altri dal chiamarli liberali???

    Rispondi ↓
    1. am 26 gennaio 2017 alle 3:43 pm

      Caro TD,
      non è altro che una francese, un prodotto di scuole come l’ENA, statalista per natura e istruzione. Merita solo di essere ignorata. Quanto alle sue credenziali di liberale, sono inesistenti, ma, purtroppo non possiamo fare nulla: il marchio non è protetto da alcun brevetto!

      am

      Rispondi ↓
      1. Tenerone Dolcissimo 26 gennaio 2017 alle 6:49 pm

        Certamente no! Ma anche se non è protetto da alcun brevetto possiamo sempre far sentire la nostra voce. Sinceramente sto diventando rauco a forza di chiaarire che Monti e Letta e Renzi e Juncker e la Merkel (ex spia della stasi) non sono liberali

        Rispondi ↓
  41. Franco Cattaneo 24 gennaio 2017 alle 6:41 pm

    Caro Professore,
    Mi rivolgo al (purtroppo da troppi anni) ex Ministro degli Affari Esteri.
    Le risulta (come apprendo da un articolo sul sito “Informazione Corretta” del solitamente attendibile Ugo Volli) che sui passaporti dei cittadini italiani quando il luogo di nascita sia Gerusalemme, lo stato di nascita venga designato con ZZZZZZZ?
    Che stato e’ ZZZZZZZ? E’ forse la traslitterazione in cattocomunistese di Israele?
    Sempre a proposito di Gerusalemme e del promesso da quel novello Hitler di Trump (Bergoglio dixit) trasferimento dell’ambasciata USA nella capitale dello stato israeliano – come, da che mondo e’ mondo, si usa per tutte le ambasciate – che altro non sarebbe se non il recepire una risoluzione approvata nel 1995 dal Congresso degli Stati Uniti e da allora sospesa, con cadenza semestrale, da tutti i presidenti, Lei cosa ne pensa? La ritiene una mossa azzardata?
    Grazie e cordialita’
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 25 gennaio 2017 alle 4:15 pm

      Caro Franco,
      non conosco la risposta alla prima domanda ma, se quanto lei dice è vero, siamo ai limiti del farneticante. Solo figli di nn perfettamente psicopatici possono aver immaginato una soluzione del genere! Quanto alla decisione di “Adolf” Trump, la trovo assolutamente giusta, ineccepibile e mi stupisce non sia stato fatto prima (ovviamente non da BHO!).
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
  42. Tenerone Dolcissimo 23 gennaio 2017 alle 10:51 pm

    Qualcuno ha notato che quando e’ strisciato dalla Merkel, qualche giorno fa mentre l’Italia sprofondava nel caos del terremoto e della neve, Getiloni ha garantito che l’Italia non sarà più lassista in campo fiscale.
    Tradotto significa: NOI CONTINUEREMO A DEPREDARE GLI ITALIANI DEI LORO REDDITI E DEI LORO BENI PER MANDARE SOLDI IN GERMANIA
    Non a caso la germania ha bisogno di soldi per salvare deutsche bank come ai tempi di Monti che mando’ 63 miliardi in germania per salvare le banche che avevano sottoscritto titoli di stato greci

    Rispondi ↓
  43. Franco Cattaneo 21 gennaio 2017 alle 3:36 pm

    Caro Professore,
    Ultimamente si fa un gran parlare di massoneria.
    Internet, purtroppo ricettacolo degli sproloqui di molti cosiddetti analfabeti di ritorno, e’ piena di invettive contro i massoni lanciate da cattocomunisti, leghisti, fascisti ed affini, stimolati a cio’ dalla degna erede di quell’altra comunista da sagrestia della Tina Anselmi, tale Rosi Bindi da Sinalunga (SI), versione femminile di Ermete Realacci.
    Quando si parla di massoneria si tirano in ballo anche i sionisti ed il piano Kalergi (una specie di protocollo dei savi anziani di Sion).
    Ora io nulla so della massoneria, tranne che fu importante tra la fine del settecento ed i primi anni del novecento (rivoluzione americana e risorgimento italiano) e che ne furono membri personaggi invero notevoli.
    Mi pare pero’ che il circo Barnum (a proposito, ha chiuso definitivamente i battenti nei giorni scorsi – il fondatore Phineas Barnum interrogato sulle ragioni del successo del suo spettacolo rispose “Le persone intelligenti sono meno del 10% del genere umano: io intrattengo le altre”) montato dalla magistratura italiana e dalla Anselmi sulla famigerata P2 (cui hanno fatto seguito in tempi recenti la P3, la P4 ed adesso i fratelli Occhionero) si chiuse giudiziariamente con un “il fatto non sussiste o non costituisce reato”.
    Resta il fatto che nel corso della mia vita, ahimè ormai non breve, non mi sono mai trovato a passare coscientemente accanto alla massoneria e nessuno mai mi ha proposto di diventare apprendista muratore.
    Dice, visto che il grembiulino lo indosso’ perfino l’ Alberto Sordi del borghese piccolo piccolo, che sia una ulteriore prova che sono un emerito nessuno, che faccio parte, come direbbe il Manzoni, della gente meccanica e di piccolo affare?
    Spero nel suo conforto, anche se non potra’ inviarmi, non dico un grembiulino, ma neanche una cazzuola.
    Cordialita’,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 22 gennaio 2017 alle 9:15 am

      Caro Franco,
      non sono per nulla un esperto in massoneria, ma so che i Padri Fondatori degli USA erano quasi tutti massoni, come i fondatori dell’Italia unita, compreso il re. So anche che le invettive contro la massoneria provengono in genere da ambienti illiberali e non hanno motivazioni accettabili. La P2 fu, chiaramente, una vergognosa montatura cattocomunista: nessun reato è stato accertato dai magistrati a carico degli iscritti alla loggia in questione o del suo fondatore. E montagne di fango sono state scagliate contro la P2, gli iscritti, il fondatore e la massoneria. Il fatto è che per molte persone il cospirazionismo – attribuire a poteri occulti la responsabilità dei nostri problemi – è essenziale per accettare la realtà.

      am

      Rispondi ↓
      1. Guido Cacciari 23 gennaio 2017 alle 11:50 am

        Più che per “accettare” la realtà, per spiegarsela.

        In una pagina del libretto di Raymond Boudon Perché gli intellettuali non amano il liberalismo, la connessione tra antiliberalismo, complottismo e “plot colto” è richiamata con due riferimenti convergenti:
        – uno a von Hayek, il quale osservò che per un anti-liberale è più facile accettare un ordinamento costruito rispetto a un ordinamento economico spontaneo
        – l’altro a Herbert Spencer, per il quale all’anti-liberale appare più sensato un ordinamento militare che uno economico[i].

        Senza dubbio nella mente complottista “l’ordinamento spontaneo” non ha udienza: il caso, l’errore, la natura umana, la politica (con i suoi compromessi) non ci sono.

        Ma la necessità di razionalità ha un’altra conseguenza: quella di ritenere la classe politica sempre e comunque intelligentissima, anche a fronte delle sue uscite più irrazionali. Io ho probabilmente una deviazione opposta: io credo maniacalmente nella stupidità della classe politica.
        Tale patologia mi è probabilmente stata suggerita dalla constatazione che la storia dell’uomo appaia null’altro che una successione di errori clamorosi in contesti evidentemente folli.

        Vi sono diverse pubblicazioni che tentano di spiegare la “stupidità innata dell’uomo politico” (salvo doverose eccezioni, ovviamente). A mio avviso, la spiegazione più efficace è che la capacità di esprimersi per slogan dei demagoghi di successo sia incompatibile con l’intelligenza…

        Rispondi ↓
  44. Matteo Annovazzi 13 gennaio 2017 alle 10:29 pm

    Caro Professore,
    Dai che è molto che non scrive nuovi interventi sul blog, mi permetto di fornirle qualche stimolo…
    Le mie figlie frequentano entrambe le elementari in una scuola salesiana paritaria e, sia io che loro, siamo molto felici dell’ambiente scolastico e della scelta fatta (io ho sempre frequentato scuole statali).
    Si tratta di una scuola molto apprezzata nella ns zona.

    Mi piacerebbe leggere un suo commento circa lo School Bonus, che predeve un credito di imposta del 65% in 3 anni, x erogazioni liberali fino a € 100K. Vale x scuole statali e paritarie (http://www.schoolbonus.gov.it).
    È nella legge di stabilità di Renzi, ma mi pare una idea che va nella giusta direzione.

    Ora un paio di note dolenti:

    – le erogazioni liberali vanno versate al MIUR e non direttamente alla scuola scelta e sappiamo che lo stato centrale è un elefante inefficiente, quindi chissà quando arriveranno a destinazione i soldi…
    – la seconda questione riguarda una norma di qualche anno fa che prevede che se un insegnante svolge il proprio lavoro presso una scuola paritaria “guadagna” dei punti nella graduatoria statale. Morale: le scuole paritarie formano gli insegnanti e poi lo stato gliele fotte (scusate il termine, ma è proprio una furbata del ns caro stato…) dato che in Italia esiste ancora il mito del posto fisso anche tra i giovani. E così capita anche che degli insegnanti se ne vadano anche a metà anno scolastico, creando grandi disservizi agli alunni, perché hanno ricevuto “la chiamata”.

    Come vede gli esempi di distorsione del mercato sono innumerevoli, ma anche qui c’è lo zampino dello stato…

    Grazie x l’attenzione.

    Rispondi ↓
    1. am 14 gennaio 2017 alle 9:16 am

      Caro Matteo,
      il buono-scuola è una grande idea di Milton Friedman, finora quasi del tutto irrealizzata per via dell’opposizione di burocrati e sindacati degli insegnanti. Quanto ai suoi rilievi, li trovo entrambi fondati. Le scuole non statali non potranno mai competere efficacemente con quelle statali anche per via della permanenza in ruolo degli insegnanti nellle scuole di Stato e, in secondo luogo, non si vede proprio perché le erogazioni liberrali debbano andare allo Stato e non direttamente alle scuole destinatarie. Ho fatto le elementari e le medie ai Salesiani, poi sono passato alla scuola statale. Gli otto anni trascorsi presso i Salesiani sono un bel ricordo. Auguro alle sue figlie di avere uguale fortuna.

      am

      Rispondi ↓
      1. Matteo Annovazzi 14 gennaio 2017 alle 12:50 pm

        Mi sorge spontanea una domanda, caro Professore: quando è stato al governo perché non è stato portato avanti il discorso del buono scuola? Oppure, se è stato proposto, perché non ha visto la luce?
        Credo che nessuno nella maggioranza di allora potesse essere contrario: i cattolici avevano solo da guadagnarci, i leghisti potevano spezzare il legame con lo stato centralista e Forza Italia di allora era più liberista di oggi e cmq sempre favorevole all’iniziativa privata e alla libertà di scelta. Per di più ricordo che avevate affermato e ribadito il sacrosanto principio di sussidiarietà dello Stato.
        Il discorso del buono scuola non sia un’idea né di destra, né di sinistra. È solo una grande idea.
        Com’è andata

        Grazie.

        Ps1: Qualche anno fa avevo regalato alla direttrice SR. Giovanna (una persona con un carisma speciale), che ora è diventata maestra delle novizie salesaiane a Roma, un testo di Antiseri, che da sempre combatte x il buono scuola come ben sa visto che entrambi eravate alla LUISS, se non sbaglio. Ovviamente sr. Giovanna non lo conosceva, ma lo aveva sinceramente gradito.

        PS2: professore, non x farmi gli affari suoi, ma perché non torna ad insegnare? Giusto x avere qualche soddisfazione in più che dall’attuale politica….

        Rispondi ↓
        1. am 15 gennaio 2017 alle 9:41 am

          Caro Matteo,
          lo proposi alla Moratti nel 2001 ma ignorò l’idea. Nel 1994 la situazione interna al governo era ancora peggiore e mi astenni dal proporlo. Antiseri è responsabile del mio passaggio alla LUISS dalla statale: fu lui a insistere e convincermi a passare. Non lo vedo da tempo ma siamo amici. Quanto a tornare a insegnare, mi piacerebbe molto anche se non sono certo di essere in grado di affrontare l’impegno, ma dove e a chi?

          am

          Rispondi ↓
          1. Matteo Annovazzi 15 gennaio 2017 alle 5:31 pm

            Qualcosa mi dice che basterebbe prendere il telefono e richiamare il suo amico Antiseri, ad esempio…
            Non voglio credere che in una università romana non ci sia spazio per una mente lucida e acuta come la sua, caro Professore.

            Rispondi ↓
  45. Ivo Biavaschi 10 gennaio 2017 alle 9:50 am

    Vedo che diversi Adams, in particolare TD, dibattono del tema uscita dall’Euro spesso facendone una premessa necessaria per qualsiasi possibilità di uscita dalla crisi attuale.
    Mi permetto quindi di rimandare questi amici alla rilettura dell’articolo “Il trilemma” del luglio 2012, nel quale il nostro Professore esemplifica mirabilmente le possibili alternative. Tra queste quella che preferisco prevede la riduzione del peso dello Stato al di sotto del 40% del PIL (ovviamente non una passeggiata), che ci permetterebbe di progredire anche rimanendo nell’Euro.
    A mio parere uscire dall’Euro senza una radicale riforma del nostro Stato non serve a nulla. E sarebbe oltremodo rischioso e doloroso se fatto unilateralmente; mentre rimane vero che il perseverare nelle politiche attuali ci porterà comunque alla disgregazione dell’Euro e della Europa.

    Rispondi ↓
    1. am 10 gennaio 2017 alle 10:19 am

      Proprio così, caro Ivo!

      am

      Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 10 gennaio 2017 alle 1:33 pm

      Egregio Biavaschi, non essendo economista non incrocio il brando con chi ne sa più di me, ma -come detto in altro passo, da giurista non posso non rilevare che fino a che l’euro non è arrivato l’Italia bene o male prosperava e dopo patapunfete. Poi puo’ essere anche che non vi sia nesso di causalità fra i due eventi, ma è tuttavia d’uopo rilevare la stranezza, che va valutata anche alla luce dei disastri provocati dalla precedente moneta comunitaria e cioè l’ECU.
      Tenga anche conto che per colpa dell’euro una auspicabile diminuzione delle tasse farebbe aumentare i consumi, ma a vantaggio delle imprese tedesche.
      C’è poi da valutare il fatto che se si vuole diminuire il peso dello stato anche la UE è uno stato e non meno pesante e burocratico e vessatorio dell’Italia e perdippiù privo anche della benché minima parvenza di democrazia nonché autore di tentativi subdoli di fregarci ulteriormente sempre sul piano della democrazia come dimostra il tentativo di modificare la nostra costituzione ideato dai burocrati di Bruxelles e fortunatamente bocciato.

      Rispondi ↓
    3. Tenerone Dolcissimo 10 gennaio 2017 alle 2:28 pm

      Ovviamente non ho parlato della politica di esproprio e abolizione del segreto bancario e da ultimo di soppressione del diritto di parola perpetrata dalla UE
      Altro che uscire … in tali casi si procede con altri sistemi.

      Rispondi ↓
      1. Ivo Biavaschi 10 gennaio 2017 alle 4:24 pm

        Caro TD, le mie opinioni di ex-metalmeccanico sono ovviamente opinabili e valgono come quelle di chiunque. Con le sue sono poi molto vicino, infatti penso che:
        – tutto ciò che lei afferma sulla UE è sacrosanto, forse è persino peggio di come lei brevemente la descrive.
        – piuttosto che questo lento ed inesorabile declino sia preferibile il trauma dell’uscita dall’Euro, probabilmente accompagnata dall’uscita di tutti i paesi europei, quindi inevitabilmente concordata con essi.
        – il trauma sarebbe inizialmente molto doloroso per tutti, ma come si dice dalle mie parti in dialetto (traduco) “per fare ordine è prima necessario azzerare tutto”, quindi potrebbe divenire una salutare ripartenza come quella del dopoguerra. Ovviamente solo con politiche anti-stataliste e liberali.

        Per il resto confermo il mio post precedente, nel senso che è per me assolutamente prioritario, anche rispetto all’Euro, una drastica riduzione del peso dello Stato, con i risultati che vedo nella mia confinante Svizzera:
        – peso statale 33% del PIL, occupazione all’ 80% dei cittadini in età da lavoro, disoccupazione 4%, benessere e sicurezza diffusa.
        – Italia, peso al 52% del PIL, occupazione al 56% (di cui molti in lavori statali finti), disoccupazione al 12 %, povertà ed insicurezza diffusa.
        Altro confronto: UK con 64 milioni di abitanti 31 milioni di occupati. Italia 60 milioni di abitanti 22,5 milioni di occupati (di cui molti in lavori statali finti).

        Rispondi ↓
        1. Ivo Biavaschi 10 gennaio 2017 alle 4:31 pm

          Aggiungo che come ben motivato da Milton Friedman per l’economia americana (ma vale il principio ovunque) ogni posto di lavoro statale superfluo comporta 4 posti di lavoro produttivi in meno, per effetto della inefficienza del sistema. Mi piacerebbe che questo concetto fosse ben spiegato dal nostro Professore.
          Anche questo mi fa dire che siamo conciati molto male.

          Rispondi ↓
          1. alberto 10 gennaio 2017 alle 7:03 pm

            buonasera a tutti,
            scusate se mi intrometto,
            ma io credo che il vero problema sta negli uomini che ci comandano. fanno parte tutti dell’apparato burocratico. persone preparate ma con il vizio di non guardare oltre l’oggi e soprattutto pronto a tutto pur di salvaguardare il proprio posto di potere.
            basta vedere quello che stanno combinando con trump.
            perchè aldilà se giusto o sbagliato, è alquanto singolare che un presidente uscente faccia di tutto per mettere i bastoni nelle ruote a quello eletto. e poi la cia e tutto il caravan serraglio.
            abbiamo visto come hanno annichilito tsipras che ha svenduto la grecia, e come stanno ridicolizzando i grillini.
            spero che trump distrugga l’apparato che lo ostacola ma solo per dare un segnale a coloro che hanno paura di tentare.
            forse ha ragione quel politologo che consiglia a chi vuol diventare leader politico di guardare tutta la saga di starwars.
            che la forza sia con noi
            ap

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            1. Tenerone Dolcissimo 11 gennaio 2017 alle 3:31 pm

              Infatti. Noi modestamente possiamo fare qualcosa nel nostro piccolo. La prima cosa da fare è identificare i collaborazionisti

              Rispondi ↓
  46. urbanista_liberale 9 gennaio 2017 alle 10:56 am

    Caro professore ,
    gia ‘ siamo un po’ in via di estinzione Darwiniana come Liberali , in piu ‘ ci danno anche colpe non credo abbiamo .
    Infatti Il prof .re Giulio Sapelli ( neo – keinesiano segue Paul Krugman e Joseph Stiglitz ) dice che la colpa
    dell’ attuale situazione economica Europea e ‘ della sia della Costituzione Tedesca che dei Trattati Ordoliberali Europei ad essa ispirati ( un liberismo imposto dalla Costituzione , con il pareggio di Bilancio per esempio ) . Tali rigidità’ sono causa della deflazione per gli stati membri UE che favoriscono la sola Germania ( meglio messa con i conti interni ) . Il lordo liberismo Tedesco ispirato dalla scuola di Friburgo di Wilhelm Röpke ( per altro mi pare membro della Pelarin ) , avrebbe di fatto Imposto una dittatura liberale a solo vantaggio Tedesco . Che ne ‘ pensa professore ? Come se ne esce da queste critiche ?

    Rispondi ↓
    1. am 9 gennaio 2017 alle 4:15 pm

      Caro amico,
      queste sono innocue farneticazioni demenziali di un citrullo incolto, non se ne curi!

      am

      Rispondi ↓
      1. Giulio 9 gennaio 2017 alle 5:18 pm

        Professore, come è potuto accadere che in USA gli statalisti di sinistra vengano chiamati “liberal” ? Se un americano mi chiede di che tendenza politica sono, ho paura di rispondergli per non essere scambiato con quella roba.

        Rispondi ↓
        1. am 10 gennaio 2017 alle 9:28 am

          Caro Giulio,
          Schumpeter sosteneva che gli statalisti, come “supremo anche se non intenzionale complimento”, all’inizio del XX secolo si appropriarono dell’etichetta “liberale”. Oggi in USA “liberal” è quasi un insulto; nel corso di elezioni primarie qualche anno fa un candidato è riuscito a far condannare un suo rivale che lo aveva chiamato “liberal”! Liberale nel gergo politico americano di oggi può essere tradotto “conservatve” ed è imbarazzante doversi chiamare conservatore quando si è liberale.

          am

          Rispondi ↓
  47. Tenerone Dolcissimo 6 gennaio 2017 alle 8:28 pm

    Egregio Professore, l’ineffabile Lara COMI, che campeggia spesso in televisione in rappresentanza di Forza Italia quasi scalzando la POLVERINI (e penso non occorra aggiungere altro), ha dichiarato quanto segue:
    “Abbandonare la moneta unica vorrebbe dire, secondo alcune stime, un calo del nostro Pil nell’ordine del 30% nel giro di due anni e una svalutazione del 20-30% di tutti i patrimoni degli italiani.”
    Si potrebbe sapere dove ha preso la COMI questi dati?

    Rispondi ↓
    1. am 7 gennaio 2017 alle 4:00 pm

      Caro TD,
      la stupidità umana, come l’universo, non ha fine! Bisognerebbe chiederlo a lei ma … chi è? Se riesce ad avere lumi, le sarò grato se vorrà informarmi. Buon 2017!

      am

      Rispondi ↓
      1. Tenerone Dolcissimo 7 gennaio 2017 alle 9:01 pm

        Chi sia Lara COMI penso non lo sappia nemmeno Lara COMI. Bisognerebbe chiedere al gruppo parlamentare di Forza Italia.
        Auguriamoci per l’intanto che quest’anno l’Europa tiri le cuoia o perlomeno sparisca l’Euro.
        P.S. Dopo che la cosa è diventata pubblica, la dichiarazione della COMI e’ sparita dal suo sito.

        Rispondi ↓
      2. Tenerone Dolcissimo 8 gennaio 2017 alle 1:13 pm

        E’ triste notare che Forza Italia e’ partita con Antonio MARTINO ed è finita con Lara COMI e la POLVERINI

        Rispondi ↓
        1. am 9 gennaio 2017 alle 4:16 pm

          Caro TD,
          la vita è – ahimé – troppo breve per consentire alla Comi e a quelli come lei di rovinarcela. “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”!

          am

          Rispondi ↓
      3. Alberto P. 8 gennaio 2017 alle 10:55 pm

        Cari tutti,

        Nell’augurarvi un fantastico 2017, vi metto a questo proposito un articolo (interessante oppure no…a voi il giudizio) che almeno analizza e da qualche dato su una possibile uscita dall’euro:

        https://ricpuglisi.it/2017/01/02/quanto-costa-uscire-dall-euro/

        Commenti?

        Grazie,
        Parrini

        Rispondi ↓
        1. Tenerone Dolcissimo 9 gennaio 2017 alle 9:46 am

          Articolo serio, ma scorda di spiegare come mai quando siamo usciti dalla moneta comune europea -perché già siamo usciti dalla moneta comune europea allora detta ECU- gli effetti sono stati benefici ed ora dovrebbero essere un disastro.

          Rispondi ↓
        2. am 9 gennaio 2017 alle 4:19 pm

          Caro Alberto,
          l’ho letto e la sua serietà non mi ha folgorato. Lo lasci perdere,

          am

          Rispondi ↓
          1. Tenerone Dolcissimo 9 gennaio 2017 alle 11:53 pm

            Egregio Professore, sono una persona educata e non ho il suo prestigio accademico, quindi devo rendere omaggio a chi avanzi una tesi con un minimo di credibilità
            Fuori dai denti e facendo un esame di queste posizioni economiche da non tecnico dell’economia e con spirito da giurista, osservo che sarebbe assai gradito se questi ayatollah dell’euro, prima di illustrarci ulteriori macchinosi fallimenti, ci spiegassero il perché un progetto presentato come la panacea di tutti i mali ha creato disastri epocali.
            A cominciare dai cialtroni dell’ALDE, che si qualificano liberali ma mai hanno detto una sillaba in favore del segreto bancario (anzi, anzi, anzi…), che ci spiegano come l’Italia stesse male prima dell’euro.
            Ora che l’Italietta democristiana e postdemocristiana fosse piena di difetti sono il primo a dirlo, ma era un’Italietta che permetteva di vivere ed anche di prosperare. Ma dopo l’euro lo sfacello e’ totale ed irredimibile, anche perché questi pseudoliberali se ne sono usciti con provvedimenti che solamente stalin aveva progettato e neanche realizzato.
            Lei se la prende con gli oppositori dell’ordoliberismo, ma i primi colpevoli di questo stato di cose siamo noi liberali che non abbiamo con la dovuta energia chiarito che con noi liberali Monti e la sua cricca di finti liberali nulla hanno da spartire.

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            1. urbanista_liberale 12 gennaio 2017 alle 12:48 am

              Gentile TD , nessuno mi toglie dalla testa , per quel che come architetto posso capire di economia , che la Costituzione Ordoliberale Tedesca e Trattati Europei ad essa ispirata , siano la causa del disastro attuale della UE . Il complesso modello Ordoliberale Tedesco sviluppato con il contributo dell’ Economista W. Röpke ( di fede ed etica luterana ) che fu consigliere del Cancelliere tedesco Konrad Adenauer ) , non può’ funzionare in un paese con una storia diversa come l’ Italia . Solo Mario Monti poteva anche solo pensare ad una cosa del genere . L’ ordolineralismo funziona pero’ bene in Germania , che ci tiene in deflazione con le regole imposte dai trattati , sfruttando la nostra debolezza sui conti pubblici e distruggendo la nostra economia . Preferisco uscire dalla UE , pagandone il prezzo ma salvaguardando maggiore libertà ‘ e autonomia dell’ Italia . Certo che per costruire un progetto politico con una qualche possibilità’ di riuscita ci vorrebbe un centro destra unito , con una punta di diamante Liberale con una concezione della Politica e del Mercato anti statalista stile F. Hayek e M. Friedmann .

              Rispondi ↓
  48. Guido Cacciari 3 gennaio 2017 alle 1:53 pm

    Berlusconi d’accordo con il PD per salvare MPS e con M5S per il reddito di cittadinanza… boh..
    L’itaGlia è talmente statalista che ha la sinistra comunista e la destra ancor di più.

    Rispondi ↓
  49. Pierpaolo Sette 3 gennaio 2017 alle 11:05 am

    Carissimo Professore e Presidente Martino,

    Tantissimi auguri di un buonissimo Anno per lei e tutti i suoi cari come per tutti gli impareggiabili ADAM …..che sia un anno migliore e più liberale almeno sarà un anno senza Obama.
    Con affetto e stima immensa,
    Pierpaolo Sette

    Rispondi ↓
  50. Tenerone Dolcissimo 3 gennaio 2017 alle 11:00 am

    C’è in giro un certo Pitruzzella che va affermando che noi non dobbiamo avere un’opinione personale su quello che appare su blog e giornali, perché a giudicare se quello che dicono sia vero o falso deve essere un ufficio della unione europea.
    Io penso che valga la pena di farci una riflessione

    Rispondi ↓
  51. Lucio 31 dicembre 2016 alle 2:52 pm

    Auguri di Buon Anno al Professore e a tutti gli ADAM.
    Edoardo Lucio

    Rispondi ↓
    1. am 1 gennaio 2017 alle 9:32 am

      Grazie, caro Lucio. A lei e a tutti gli ADAM i miei migliori auguri per il 2017,

      am

      Rispondi ↓
  52. Giulio 29 dicembre 2016 alle 9:28 pm

    Il nuovo premio nobel per l’economia, Oliver Hart ha rilasciato un’intervista riportata da Libero in cui dice:
    L’Unione europea «dovrebbe avviare un processo di decentramento che restituisca ai Paesi membri spazi di manovra. Forse l’Ue si è spinta troppo oltre nel centralizzare il potere. Se abbandona questa tendenza, l’Unione europea può sopravvivere e prosperare, ma in caso contrario potrebbe fallire».
    «Abbiamo visto la preoccupazione per i diritti decisionali che sono stati trasferiti dai singoli Paesi al centro, a Bruxelles, e penso che la via da seguire sia quella di ripristinare la capacità decisionale dei singoli Paesi. L’Unione europea potrebbe continuare a gestire «aree importanti della politica, come le questioni legate al libero scambio o al mercato del lavoro».
    «E’ un’idea che mi piace personalmente, anche se capisco che ci sono dei timori politici nell’attuarla. L’Ue deve ridefinire le proprie priorità, limitando le sue attività e il suo braccio normativo a concentrarsi sulle cose essenziali».
    «Non sarebbe triste se in futuro l’Europa evitasse di usare l’euro: gli inglesi sono stati molto intelligenti a restare fuori». Il ritorno alle singole valute nazionali non sarà una passeggiata: per Hart servirà individuare «una qualche autorità» per permettere ai governi di riappropriarsi la rispettiva sovranità monetaria».

    Quando si parla di sovranità monetaria io temo gran parte dei nostri politici. Il problema è cosa farsene della sovranità monetaria, dato che tutte le volte che sento gente favorevole, è solo per stampare, inflazionare etc… Anche il Venezuela ha la sovranità monetaria.

    Rispondi ↓
    1. am 30 dicembre 2016 alle 8:30 am

      Caro Giulio,
      concordo con le opinioni da lei riportate. Quanto alla sovranità monetaria, è vero che offre ai politici tentazioni di abusi, ma è anche vero che, oltre al Venezuela, anche la Svizzera ha la sua sovranità monetaria. Può essere abusata ma non necessariamente. Se usata con saggezza, può contribuire al corretto funzionamento dell’economia. E non dimentichi che, se l’inflazione a livello nazionale è nociva, a livello europeo sarebbe disastrosa!

      am

      Rispondi ↓
      1. Guido Cacciari 3 gennaio 2017 alle 11:28 pm

        Non penso sia saggio sperare semplicemente sulla saggezza di chi sta al timone.
        Penso sia necessario indicare a chiare lettere quale debbano essere la meta e la rotta.
        Sto parlando di regole costituzionali.

        Prima di ciò, è però necessario che la comunità “scientifica” si accordi se la rotta giusta debba essere ciclica o anticiclica.
        La battaglia di pensiero tra chicago e austria contro il resto del mondo deve conclamare un vincitore definitivo.
        Maastricht ha purtroppo indicato a chiare lettere una rotta anticiclica che ha depresso tutto il deprimibile.
        E’ necessario un Ercole intelettuale che spazzi via la nebbia che ha accecato i tracciatori.
        Dov’è?

        Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 3 gennaio 2017 alle 11:02 am

      Il problema non e’ tanto che l’Europa ha accentrato quanto che ha accentrato in mani non elette da alcuno e perdippiu’ nemiche dell’Italia

      Rispondi ↓
  53. Pierpaolo Sette 29 dicembre 2016 alle 3:20 pm

    Carissimo Professore e Presidente Martino,

    Tantissimi auguri di Buon Compleanno e scusi per il ritardo ,
    Con il solito affetto e cordialità,

    Pierpaolo Sette

    Rispondi ↓
    1. am 30 dicembre 2016 alle 8:30 am

      Grazie, caro Pierpaolo!

      am

      Rispondi ↓
  54. Massimo B. 28 dicembre 2016 alle 1:09 pm

    Caro Professore, approfitto dell’occasione per inoltrarLe i migliori auguri per il compleanno e per le festività. Volevo chiederLe se, a suo giudizio, la vicenda di Lehman Brothers ha condizionato ultimamente i Governi nel tentativo di evitare il fallimento di alcune banche strategiche per il sistema (ultimo caso MPS). Ciò nasce dal fatto che, a quanto mi risulta, è troppo capzioso e complicato prevedere gli effetti a catena del fallimento di un colosso bancario nel medio periodo. Mi piacerebbe avere, sul punto, una sua opinione.

    Massimo B.

    Rispondi ↓
    1. am 28 dicembre 2016 alle 3:43 pm

      Caro Massimo,
      i fallimenti bancari sono molto pericolosi: un eventuale effetto domino produrrebbe gravi danni a tutta l’economia nazionale, ma i salvataggi bancari non sono privi di rischi e conseguenze negative. Salvare una banca rende ancora più irresponsabile il comportamento delle altre, convinte che, se necessario, lo Stato interverrà a salvarle. Non esiste, credo, una regola generale che ci consenta di sapere cosa è opportuno fare. La decisione va presa caso per caso.

      am

      Rispondi ↓
      1. PM 28 dicembre 2016 alle 10:42 pm

        Come criteri possiamo pensare alle banche come le case di tolleranza, di se sono un male, ma servono a un male minore nel quale i delitti sono circoscritte ad una zona geografica, fuori dai confine della società sana?

        Rispondi ↓
      2. alberto 29 dicembre 2016 alle 4:03 pm

        e chi stabilisce il caso per caso?
        la banca è o non è un’attività come tutte le altre?
        bene se lo è allora le regole devono valere per tutti.
        si salva la banca? ok e allora si salvi anche il fruttivendolo.
        altrimenti che tutti vadano al diavolo. fra le sue righe io ho letto quello che anche le pietre sanno. tutto è stato calcolato e tutti sapevano.
        quello che a noi maggioranza silenziosa manca è un maledetto pazzo che tagli questo nodo alla gola che continua a stringere e finalmente ci dia una speranza di libertà. per poi finire ammazzato come (quasi) tutti.
        finchè c’è prosecco c’è speranza. buon fine anno a tutti
        ap

        Rispondi ↓
      3. Guido Cacciari 3 gennaio 2017 alle 2:11 pm

        Caro Martino,
        concordo con lei che i fallimenti bancari, oggi, sono pericolosi.
        Vorrei però rifarmi al concetto del mercato come sistema giuridico,
        confidando che un approccio giuridici-economico di buon senso possa evitare il rischio ed al contempo riportare anche il settore bancario alle regole della concorrenza. E, quindi, della fallibilità.

        I rischi, sappiamo, sono due: la corsa agli sportelli e la deflazione. Crisi del ’29 docet. Se una quantità di moneta che il mercato (i correntisti, cioè tutti i cittadini) contava di detenere sparisce da un giorno all’altro, non c’è dubbio che risulti più scarso, e l’equilibrio tra sua domanda ed offerta si sbilanci.

        Chi ha il compito di intervenire in questo caso? Un fondo interbancario? Un governo con finanziamenti starordinari? No. La Banca centrale.
        E’ semplicissimo. Basta che la BC si auto allochi tutti i conti correnti edella banca fallenda. I risultati sarebbero questi:
        – la banca fallisce;
        – ai correntisti non glie ne importa niente;
        – nessuno squilibrio monetario (come noto, entrate ed uscite dai conti correnti tendono a pareggiarsi).

        In più, la banca centrale acquisisce uno strumento n più per regolare (in aumento) la quantità di moneta, direttamente con le condizioni di conto corrente (che si aggraveranno quando la BC vorrà che tali conti si trasferiscano, aumentando così M1).

        Non ho ancora trovato nessuno che smentisca questa teoria. Ma neanche che la confermi. Perché?

        Rispondi ↓
  55. Lucio 24 dicembre 2016 alle 2:23 pm

    Auguri di buon Natale al Professore e a tutti gli ADAM
    Edoardo Lucio

    Rispondi ↓
  56. Tenerone Dolcissimo 24 dicembre 2016 alle 12:04 pm

    Tanti auguri al Professore a Giuseppe Moles ed a tutti gli ADAM

    Rispondi ↓
  57. Pierpaolo Sette 24 dicembre 2016 alle 10:46 am

    Carissimo Professore e Presidente Martino,

    Un Augurio di cuore e uno splendido Natale e festività per lei ed i suoi cari .
    Un augurio anche per tutti gli ADAM,

    Pierpaolo Sette

    Rispondi ↓
  58. Michele Ceparano 24 dicembre 2016 alle 10:05 am

    Egregio Professore, laici auguri a Lei e agli Adam. Michele Ceparano

    Rispondi ↓
  59. urbanista_liberale 22 dicembre 2016 alle 8:24 pm

    Santo Natale 2016

    Caro Professore Martino
    anche i Liberali festeggiano (si intende il Natale ) .
    Vivissimi Auguri a lei , famiglia e a tutti gli Adam !
    Giovanni

    Rispondi ↓
  60. Marco P. 22 dicembre 2016 alle 2:44 pm

    Vivissimi Auguri, caro professore, per i Suoi 47 anni!

    Rispondi ↓
    1. am 24 dicembre 2016 alle 4:21 pm

      Grazie, caro Marco e cari ADAM. Ricambio a tutti i più sentiti auguri per Natale e per un 2017 formidabile,

      am

      Rispondi ↓
  61. Franco Cattaneo 21 dicembre 2016 alle 1:34 pm

    Caro Professore,
    Sergio Ermotti, direttore generale di UBS, nel presentare gli ottimi risultati della banca elvetica da lui guidata, ha dichiarato che l’istituto per il futuro puntera’ su USA e Cina, ponendo in secondo piano l’Europa, dove peraltro la banca e’ in espansione, perche’ “in Europa l’economia non e’ in espansione, e dove non vi e’ crescita non vi e’ ricchezza”.
    Cordialita’,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
  62. Matteo Napoletano 18 dicembre 2016 alle 9:00 pm

    Presidente Martino, cari amici del Blog
    È bello leggere i vostri commenti, era da un po’ che non passavo e la sensazione che provo è sempre quella di un povero affogato che ritorna a respirare!
    Per il resto non voglio scrivere di politica o di ministri all’istruzione con la Terza Media, preferisco non rovinarmi/vi il Natale.
    Auguri di Buon Natale
    W la Libertà
    Saluti Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. am 21 dicembre 2016 alle 4:41 pm

      Caro Matteo,
      grazie per gli auguri che ricambio sentitamente a lei e a tutti gli ADAM,

      am

      Rispondi ↓
      1. Matteo Napoletano 22 dicembre 2016 alle 1:37 pm

        Buon compleanno, Presidente Martino
        Matteo Napoletano

        Rispondi ↓
        1. am 22 dicembre 2016 alle 4:21 pm

          Grazie, caro Matteo: fugit irreparabile tempus!

          am

          Rispondi ↓
          1. Matteo Napoletano 25 dicembre 2016 alle 10:41 am

            Il tempo, a sentir noi, è sempre una disperazione. Il tempo è come il governo, non ne fa mai una dritta.
            Jerome, Jerome Klapka

            Rispondi ↓
  63. Franco Cattaneo 18 dicembre 2016 alle 2:13 pm

    Caro Professore,
    Ieri un mio post ha compiuto un mese “in attesa di moderazione”. Credo sia ormai in putrefazione.
    In occasione di tanto genetliaco, invio a Lei ed a tutti gli ADAMs i migliori auguri di buon Natale.
    Cordialita’,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. admin 20 dicembre 2016 alle 8:59 pm

      Caro Cattaneo,

      i suoi due ultimi post, tra i quali come da lei evidenziato corre esattamente un mese, sono stati entrambi vittima di un controllo sul nome e messi nella cartella dello spam.
      Questo è accaduto perché esistono vari indirizzi email con cui lei ha pubblicato sul blog e l’ultimo indirizzo che ha utilizzato è risultato associato ad un titolare, Franco Cattaneo, che aveva già scritto post con almeno altri due indirizzi di posta elettronica: questo fatto non è piaciuto ad uno dei filtri antispam attivi sul blog, che ha “sparato” i suoi due recenti commenti tra le migliaia di messaggi che quotidianamente cercano un varco verso la pubblicazione molesta.
      Dispiaciuto per l’accaduto, spero comprenda che è anche grazie alla presenza di questi filtri che possiamo leggere e commentare liberamente sul blog di Antonio Martino.

      Admin

      Rispondi ↓
      1. Franco Cattaneo 21 dicembre 2016 alle 1:17 pm

        Caro Amministratore,
        La ringrazio dei chiarimenti.
        Il fatto e’ che non sono piu’ abbonato a Fastweb e non dispongo piu’ della mail con cui ho scritto sino ad ora, e, con la nuova (g-mail), fidandomi troppo della mia memoria, la prima volta ho indicato un indirizzo sbagliato.
        Temevo fosse intervenuta la smania di “moderazione” di Silvio Berlusconi….
        Auguri anche a Lei,
        Franco Cattaneo

        Rispondi ↓
    2. am 21 dicembre 2016 alle 4:43 pm

      Caro Franco,
      perdoni l’inadempienza che non si ripeterà. Grazie per gli auguri (74!) per il compleanno. Ricambio di cuore quelli per Natale e il 2017,

      am

      Rispondi ↓
  64. Guido Cacciari 15 dicembre 2016 alle 5:14 pm

    Ho come l’impressione che di riforme costituzionali non ne vedremo più per un bel pezzo.
    Né di riduzione di parlamentari, di prebende e di enti inutili, né di riforma del senato, né altro.
    Neanche la timida riforma della PA della Madia vedrà mai la fine del tunnel.
    Daltronde, sono sessant’anni che ogni tentativo di riforma della PA è finita in un nulla di fatto. Adesso poi, che il consenso è interpretato tutto per lo status quo…

    Rispondi ↓
    1. Ivo Biavaschi 16 dicembre 2016 alle 5:35 pm

      Il nostro Professore ci insegna ad essere ottimisti, spiegando che l’alternativa è di soffrire due volte. Quindi io mi sforzo di esserlo, riferendomi però al lungo periodo, vale a dire ai prossimi decenni od alla ripresa del post-default .
      Mi sono infatti convinto che l’Italia da tempo abbia imboccato il lento declino che abbiamo osservato nei regimi comunisti. Declino che si interrompe traumaticamente solo quando le masse raggiungono la miseria, o peggio a seguito di guerre.

      Perdonatemi la riflessione poco natalizia, spero tanto di sbagliarmi.

      Tanti auguri al Professore ed a tutti gli Adam.

      Rispondi ↓
      1. am 18 dicembre 2016 alle 3:28 pm

        Grazie, caro Ivo, ricambio sentitamente gli auguri e la prego di non dare retta agli incubi che la affliggono.

        am

        Rispondi ↓
      2. Guido Cacciari 19 dicembre 2016 alle 10:42 am

        Grazie Biavaschi.
        Effettivamente, ambedue le sue alternative suonano poco attraenti.
        O nel lungo periodo (cioè quando saremo tutti morti, come avrebbe detto il deprecabile Keynes) una classe politica illuminata e disinteressata riproverà a ridurre i propri privilegi (magari in modo più elegante). oppure dobbiamo attendere guerre e rivoluzioni. Immagino neanche quelle imminenti.
        Vabbè, pensiamo ad altro, rifugiamoci nella speculazione teorica o nel campionato di calcio…

        Rispondi ↓
  65. Maurizio Petrò 12 dicembre 2016 alle 9:41 am

    Buongiorno,
    mi piacerebbe conoscere il suo pensiero sull’esito del referendum e sul futuro del centro-destra.
    Grazie

    Rispondi ↓
    1. am 21 dicembre 2016 alle 4:45 pm

      Caro Maurizio,
      dopo Natale scriverò su entrambe le cose. Per piacere, me lo ricordi- Grazie,

      am

      Rispondi ↓
  66. Alberto P. 12 dicembre 2016 alle 8:16 am

    Buongiorno Professore,

    E’ un po’ che non La sentiamo, ci manca!

    Le auguro un felice periodo natalizio e un radioso 2017 a Lei e alla Sua famiglia! (nonostante la mestizia/mediocrità al potere —> Gentiloni)!

    A presto,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. Alberto P. 12 dicembre 2016 alle 9:57 am

      Ah e auguri a tutti gli ADAM ovviamente!!

      Saluti,
      Parrini

      Rispondi ↓
    2. am 13 dicembre 2016 alle 3:20 pm

      Caro Alberto e cari ADAM,
      ricambio sentitamente gli auguri a voi tutti e mi scuso per la scarsa presenza degli ultimi tempi. Ora sto meglio, grazie a Dio, è stato solo un fastidio temporaneo. W la libertà!

      am

      Rispondi ↓
      1. Alberto P. 14 dicembre 2016 alle 8:45 am

        Eccellente Professore!

        Ottima notizia! E ovviamente W la Libertà!

        Saluti,
        Parrini

        Rispondi ↓
  67. Guido Cacciari 7 dicembre 2016 alle 7:56 am

    Il primo che ruppe l’egemonia partitocratica fu Bossi con la lega (secessionista da “Roma ladrona”).
    Poi Berlusconi, con un partito nuovo, e con anche nuove idee, confuse dall’alleanza con la lega, con l’UDC e con AN.
    Il terzo Grillo, con il “vaffa” partito.
    L’ultimo è stato Renzi “il rottamatore”, con una corrente nuova all’interno di un partito esistente.

    Non che siano stati leader illuminati, in quanto nessuno dei quattro ha portato idee nuove. A parte quella di sostituire il potere. Però nuovi leader sì.

    Nuovi leader politiici, quindi, è possibile.
    A quando nuovi leader culturali?

    Rispondi ↓
  68. PM 5 dicembre 2016 alle 12:08 pm

    La telefonata di Formosa a Trump, apre un contenitore sigillato da 40 anni, e mai giustificato. Alla luce della libertà come vedere le relazioni con la Cina e quale Cina?

    Rispondi ↓
  69. Alberto P. 5 dicembre 2016 alle 11:28 am

    Una batosta così…raramente s’era vista!

    Ben gli sta allo spaccone presuntuoso Renzi. I suoi compagni di scuola ci avevano proprio azzeccato soprannominandolo “Il bomba” per come le sparava già all’epoca…

    Forza Professore siamo tutti con Lei!

    Saluti,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. Tenerone Dolcissimo 6 dicembre 2016 alle 9:37 am

      RENZI era solo un piccolo quisling di provincia. Certamente non aveva la statura per elaborare il piano raffinatissimo che era dietro questo schifo di riforma?

      Rispondi ↓
  70. Alberto P. 25 novembre 2016 alle 2:04 pm

    Mi piacerebbe un vostro commento così da aprire un po’ un dibattito:

    https://phastidio.net/2016/11/25/piove-germania-ladra/

    Che ne pensate?

    Saluti
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. Tenerone Dolcissimo 27 novembre 2016 alle 4:13 pm

      Ma neanche due parole sui circa 40 miliardi che abbiamo regalato alle banche tedesche via ESM?

      Rispondi ↓
  71. Tenerone Dolcissimo 25 novembre 2016 alle 8:41 am

    Un bell’articolo che spiega in modo sintetico chi e perché ha fatto questa Deforma e cosa succede se vince il SI
    http://www.rischiocalcolato.it/2016/11/come-la-riforma-costituzionale-vuole-fregare-la-destra-populista-anti-ue.html
    LEGGETELO E PARLATENE AGLI INDECISI
    FORZA E CORAGGIO CHE LA BATTAGLIA NON E’ ANCORA VINTA E OCCORRE VINCERLA CON LARGA MAGGIORANZA
    NON SERVE A MOLTO IL 51%

    Rispondi ↓
  72. Tenerone Dolcissimo 24 novembre 2016 alle 9:28 am

    Ma fare qualcosa di analogo a ROMA? Magari con RIvolta Italia?

    Rispondi ↓
    1. am 24 novembre 2016 alle 3:06 pm

      Caro TD,
      lo dirò a Giuseppe, è una buona idea!

      am

      Rispondi ↓
  73. Lucio 20 novembre 2016 alle 7:40 pm

    Cari ADAM,
    ieri pomeriggio ha avuto luogo a Torino il convegno del Tea Party “No alla Riforma Boschi-Renzi: Le Riforme che servono al Paese”. Ho chiesto di potere avere dal Professore una breve registrazione da proiettare all’evento sul perché votare no al Referendum secondo il Professore.
    Il Professore ha acconsentito ed il video è stato proiettato nella sala.
    Per vederlo ecco il link https://m.youtube.com/watch?v=EojyOLFOE2Q
    Grazie Professore. La sala è stata entusiasta di sentirLa.
    Edoardo Lucio

    Rispondi ↓
    1. pm 20 novembre 2016 alle 10:11 pm

      Grande Lucio! Grazie professor. Si può ritrasmettere per le reti sociali internet?

      Rispondi ↓
      1. Lucio 21 novembre 2016 alle 1:09 am

        Si deve condividere il video.

        Rispondi ↓
    2. Alberto P. 21 novembre 2016 alle 1:58 pm

      Grande Lucio!!

      Eccellente Professore come sempre, chiaro, conciso, efficace!

      Dovere nostro ora è diffonderlo il più possibile!

      Saluti e avanti tutta,
      Alberto

      Rispondi ↓
    3. am 21 novembre 2016 alle 3:52 pm

      Caro Lucio,
      grazie a lei e auguri a lei e agli amici del tea party,

      am

      Rispondi ↓
      1. Luca Berardi 24 novembre 2016 alle 12:25 am

        Caro professore, ho appena visto il video per il convegno del Tea Party Italia e sono felice di sapere che è come me per il NO a causa del fatto che ci ritroveremo un Senato non più elettivo, ma composto da consiglieri regionali e da sindaco che dovrebbero fare unicamente l’attività relativa alle elezioni per cui sono stati eletti negli enti locali. Un caro saluto

        Rispondi ↓
  74. Franco Cattaneo 17 novembre 2016 alle 10:44 am

    Caro Professore,
    Mi permetta di tornare alle miserie italiane dopo i festeggiamenti per il risveglio della vera America.
    Un’avvocato (ignoro se sia consentito l’uso dell’apostrofo, intendo solo sottolineare che mi sto riferendo ad una signora), Barbara Di Salvo, che si diletta pubblicando su un proprio “blog” delle considerazioni mai banali (e’ una dei nostri, una liberale) ha fatto una interessante scoperta circa la stomachevole propaganda renziana per il “si” al prossimo referendum:
    blog.ilgiornale.it/legoista/2016/11/15/la-lettera-agli-italiani-allestero-pagata-dal-governo-se-3-indizi-fanno-una-prova/
    che sottopongo all’attenzione Sua e degli ADAMs.
    Senza tacere la perla di un presidente del consiglio dei ministri che scrive alla signora Cecilia Ruth Cohen Hemsi indirizzandola a “93422 Jerusalem.A2 PALESTINA” (sic!!!), sarebbe opportuno anche venire a sapere come,ed a che titolo, il putto di Rignano sia venuto a conoscere gli indirizzi degli italiani residenti all’estero (interpellando l’AIRE dei singoli comuni, dal MAE, dal Viminale? ). Se la fonte fosse il MAE quel Gerusalemme/Palestina solleverebbe un bel caso diplomatico, anche se la comunita’ di Sant’Egidio, che regge con mano sicura il timone della politica italiana nei mari procellosi delle relazioni internazionali, non risponderebbe certo al governo di Gerusalemme, riconoscendo solo quello di Tel Aviv.
    Cordialita’,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
  75. Guido Cacciari 10 novembre 2016 alle 5:03 pm

    Sembra che Trump voglia ripristinare il GLASS STEAGALL ACT, Ovvero la separazione tra le banche commerciali e le banche d’affari

    “Nel corso di un comizio elettorale a Charlotte, nel North Carolina, il 26 ottobre, Donald Trump ha chiesto espressamente il ripristino della legge Glass-Steagall promulgata nel 1933, cioè la separazione tra le banche commerciali e le banche d’affari.
    Il tema della separazione bancaria è tra i più importanti nella rivolta degli elettori americani, in quanto rappresenterebbe una riforma vera dei meccanismi di Wall Street che hanno provocato la crisi finanziaria mondiale.
    Il ripristino del principio di Glass-Steagall, per proteggere l’economia reale dalle bolle speculative, è stato chiesto a gran voce principalmente sul lato democratico, dove l’attivismo della base è stata recepita da un gruppo di Senatori guidati da Elizabeth Warren del Massachusetts.
    Bernie Sanders e tutta l’ala progressista del partito hanno incalzato Hillary Clinton sul tema durante le primarie di quest’anno, ma Clinton si è rifiutata di impegnarsi su quel punto.
    -Marista Urru-“

    Rispondi ↓
  76. Massimo B. 9 novembre 2016 alle 12:08 pm

    Caro Professore,
    mi ero già espresso sul punto e continuo a ribadirlo. Trump non mi piace, non è liberale ed ho quasi la sensazione che cavalchi un’onda di cui non conosca l’effettiva portata. Detto ciò, stamattina ho provato un sano piacere nel vedere le facce dei benpensanti italiani (Severgnini, Riotta, Zucconi e compagnia cantante) dispensare il loro elogio limitato alla democrazia, un valore quando il popolo decide come piace a loro, un problema quando avviene il contrario. Erano gli stessi che nel 2011 esultavano per le dimissioni indotte di un premier voluto dal popolo e che nel 2008 e nel 2001 accusavano di ignoranza lo stesso popolo che lo aveva eletto. Si dicono democratici ma hanno una visione totalitaria della democrazia. Per loro, ha molto più senso che il concetto di democrazia possa esplicarsi con un premier nominato da Napolitano.
    Chiudo con una considerazione: se il 4 dicembre prevarrà il no, dopo la Brexit e l’elezione di Trump, l’anno 2016 potrebbe passare alla storia come l’anno in cui i popoli hanno emesso una sonora pernacchia verso gli illuminati che pretendono di sapere cosa è giusto. Anche per tali ragioni, io voto NO.

    Con la consueta stima,

    Massimo B.

    Rispondi ↓
    1. am 9 novembre 2016 alle 3:28 pm

      Caro Massimo,
      quel pernacchio popolare fatto ai soliti noti riscatta queso anno bisesto e funesto.

      am

      Rispondi ↓
      1. alberto 13 novembre 2016 alle 11:10 am

        Prof. buongiorno,

        non intervengo da molto tempo ma ogni giorno apro il suo blog e comprendo il suo ” non scrivere”. La realtà che ci circonda e le notizie giornaliere invece di stimolarci ci allontanano di più dal partecipare in prima persona. Siamo circondati da una mediocrità a livello planetario mai vista finora. abbiamo uno yuppi a palazzo chigi che ha scambiato il palazzo per una panineria, a capo della commissione europea un esponente del lussemburgo , dico il lussemburgo che si permette di andare oltre il suo mandato sfanculando il ns. primo ministro e addirittura il presidente degli stati uniti dandogli dell’incapace. lui che è stato nominato presidente senza elezioni, solo grazie ad astute manovre politiche, si permette di dare dell’idiota ad un presidente eletto senza peraltro dargli il tempo di dimostrarla questa inefficienza cosa di cui lui invece è maestro.
        vorrei andare oltre ma mi fermo qui per chiederLe invece un bel pezzo intriso della sua famosa ironia che commenti a modo suo questo anno bisesto
        grazie e saluti buddaci.
        ap
        ps. futtitinni

        Rispondi ↓
    2. Giulio 9 novembre 2016 alle 9:28 pm

      Ci sono tre cose da festeggiare: la fine di Obama, la fine dei Clinton ed il prossimo giudice conservatore alla Corte Suprema.
      Per il resto i nostri intellettuali che hanno sbagliato le analisi fino a ieri notte, continuano a sbagliare dicendo che la vittoria di Trump è causata dal fallimento del mercato e del liberismo. Non c’è speranza di sentire commenti illuminati.

      Rispondi ↓
      1. Tenerone Dolcissimo 11 novembre 2016 alle 2:58 pm

        Io Festeggerei anche e soprattutto la sberla che la Clinton ha mollato ai propri sostenitori.
        Alle elezioni del 2006 l’Ulivo sembrava che avesse perso. Poi i dati finali sancirono invece la sua vittoria su Berlusconi, anche se di misura.
        Quando si diffuse la notizia della sconfitta, i sostenitori dell’Ulivo che attendevano davanti alla sede si persero d’animo. Prodi, capo dell’Ulivo, percepi’ questo scoramento e scese in piazza e arringò alle sue truppe, rincuorandole e proclamando che persa una battaglia si sarebbe continuato a combattere.
        Faccio notare che stiamo parlando di Prodi cioè del mortadellone, non di Giulio Cesare o Alessandro Magno o del Duce al balcone o del Cid Campeador o di Bravehearth di fronte all’esercito inglese (un giorno oramai vecchi e agonizzanti sul letto di morte non barattereste l’intera vita da voi vissuta per tornare a combattere qui e morire da uomini?) o di qualche altro condottiero ardimentoso.
        E la Clinton? Alla notizia della sconfitta ha mandato a parlare ai sostenitori il capo dello staff.
        Il che dimostra che trattasi di una merda priva anche di una briciola di coraggio e soprattutto di una aristocratica alla marchese del Grillo (scusate ma io so’ io e voi non siete un cazzo), un’aristocratica che ritiene di poter comandare per diritto di vino e che non si mescola con il volgo.
        Ma ancora più merde sono i sostenitori, i quali, dopo avere ricevuto questo scaracchio in faccia, non hanno rivoltato il quartier generale democratico impalando la loro candidata.
        Bisogna ringarziarla comunque. Molti dopo avere votato Trump si saranno umanamente fatti prendere dal dubbio e si saranno chiesti “abbiamo fatto bene a votare TRUMP?”. La Clinton ha tolto loro ogni dubbio. Avete fatto bene.

        Rispondi ↓
  77. Matteo Napoletano 9 novembre 2016 alle 6:52 am

    YESSSSSSSSSSSSSS!!!!!!
    Presidente Martino
    A volte le cose cambiano!

    Rispondi ↓
    1. Alberto P. 9 novembre 2016 alle 8:49 am

      Vittoria Trump!!!

      Non è sicuramente la luce dei miei occhi (visto il suo programma a tratti protezionista e poco liberalista) ma sono molto contento che la bugiarda seriale moglie di un mentitore seriale e segretaria di stato del peggior presidente degli Stati Uniti, ossia Barack Hussein Obama, sia stata fatta fuori e abbia perso in modo schiacciante! Il ruolo dei media liberal americani e di quelli europei è stato scandaloso!

      Almeno la Clinton si è fatta il favore (a Lei e a noi tutti) di diventare il peggior presidente degli Stati Uniti.

      Saluti,
      Parrini

      Rispondi ↓
      1. am 9 novembre 2016 alle 9:54 am

        Caro Alberto,
        la vittoria di Trump non è esaltante, ma la sconfitta della Clinton è la migliore notizia dell’anno!

        am

        Rispondi ↓
    2. am 9 novembre 2016 alle 9:53 am

      E non sempre in peggio, caro Matteo!

      am

      Rispondi ↓
    3. am 9 novembre 2016 alle 3:28 pm

      Grazie a Dio, caro Matteo!

      am

      Rispondi ↓
  78. Guido Cacciari 7 novembre 2016 alle 11:30 pm

    Qualcuno conosce Deirdre McCloskey?
    Un giudizio sul premio “Bruno Leoni” conferitole?

    Rispondi ↓
    1. am 8 novembre 2016 alle 9:12 am

      Caro Cacciari,
      non conosco McCloskey e ho smesso da molto tempo di seguire le iniziative dell’IBL.

      am

      Rispondi ↓
  79. URBANISTA_LIBERALE 5 novembre 2016 alle 8:28 pm

    Caro Professore e cari Adam
    Nella Riforma non vi e’ in un limite alle Tasse e alle spese dello Stato . Dunque cambia poco , principi liberali quasi nulli . Se vince il si chi governa ha piu’ potere e dunque potrebbero aurmentare le tasse ancora di piu’ o fare come fece Amato nel 92 il prelievo forzoso . Ma se vince il no , con un centro destra disiso e nessun dialogo con la sinistra un’ atra costituzione si fara’ tra 20 anni forse. Una tragedia greca in cui non vi e ‘ male minore . Ma rischio e voto NO , sperando che accada qualcosa di positivo o si va verso ” The Road to Serfdom ”
    Saluti a tutti Giovanni

    Rispondi ↓
    1. am 6 novembre 2016 alle 8:46 am

      Caro Giovanni,
      proprio così! Lei ha riassunto perfettamente i dati della situazione.

      am

      Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 8 novembre 2016 alle 12:42 pm

      Nel referendum sulla deforma Renzi la QUESTIONE PRINCIPALE RIGUARDA LA UE anche perché la deforma non e’ stata scritta da Renzi ma dalla UE
      Allora, io ritengo che la costituzione attuale sia un indegno pateracchio, che rimesta insieme il peggio del pensiero di comunisti e cattolici e che non contiene norme liberali. Il che ha provocato enormi danni negli ultimi decenni -specialmente a danno di chi come me proviene da ceti popolari- aprendo una crisi strutturale che è divenuta inarginabile dopo che la UE ci ha costretti a politiche autolesionistiche e ad entrare nell’euro che è stata la mazzata finale e definitiva.
      Ma se passa il SI la già cattiva costituzione diverrà pessima: ci troveremo i trattati UE in costituzione e la corte costituzionale, oltre ad essere nominata da Renzi, anche volendo non potrà stroncare le norme peggiori imposteci dalla Merkel e dal simpatico etilista di Bruxelles. A quel punto saremo in completa balia della UE la quale potrà anche ordinare di sgozzare i primogeneti o di mandare a battere le donne italiane per ramazzare i soldi necessari al salvataggio della Deutsche Bank. Previsione SE PASSA IL SI’ FRA UN ANNO ARRIVA L’IMPOSTA PATRIMONIALE per salvare Deutsche Bank
      Penso che questo tagli la testa al toro

      Rispondi ↓
  80. Massimo B. 2 novembre 2016 alle 7:48 pm

    Caro Professore, mi permetto di intervenire nel dibattito sul referendum. A mio avviso ci sono 3 ragioni fondamentali per votare no ad esso e sono anche le 3 ragioni che motivano la mia scelta. 1. E’ vero, come sostiene giustamente Lei, che l’Italia non ha bisogno di più leggi. Ma è altrettanto vero che questa riforma non migliora l’iter di approvazione di una legge. La rende semmai più tortuosa e, ad oggi, nessuno è in grado di dire quanti siano i procedimenti legislativi con la nuova riforma. 2. Togliere il diritto di votare il Senato ai cittadini e stabilire che i senatori siano di nomina fra i consiglieri regionale e comunale, significa non aver compreso (o forse aver compreso troppo) quanto sia immondo l’ambiente degli enti locali e dei suoi amministratori. Le Regioni altro non sono che postifici la cui esistenza non ha giustificazione alcuna. Andrebbero abrogate. Così invece, si dà agli enti locali un potere enorme. 3. Lo Stato spende oltre 800 miliardi all’anno di spesa pubblica. Renzi vuol farci credere che un risparmio di una frazione dello 0,1% della spesa totale, sia una novità politica di rilievo. Basta avere il senso dei numeri e delle proporzioni per rendersi conto di questa balla.

    Io voto No.

    Massimo B.

    Rispondi ↓
    1. am 3 novembre 2016 alle 9:30 am

      Caro Massimo,
      d’accordo!

      am

      Rispondi ↓
  81. Guido Cacciari 1 novembre 2016 alle 10:16 am

    Sono perplesso sul referendum.
    Da una parte, l’approvazione renderebbe più efficiente il sistema politico.
    Dall’altra, il sistema politico è così sbagliato che mi intimorisce renderlo più efficiente.
    Mi toccherà proprio pensarci su…

    Rispondi ↓
    1. am 1 novembre 2016 alle 4:11 pm

      Caro Cacciari,
      l’Italia ha troppe leggi, non troppo poche. Facilitarne l’approvazione non è ciò di cui abbiamo bisogno,

      am

      Rispondi ↓
      1. antonio de grazia 2 novembre 2016 alle 4:55 am

        Egregio Professore, la nostra Costituzione è nata da un ibrido accordo, con l’intento di avere un Primo Ministro – se così si può dire – dimezzato. Forse, schierarsi per il no sarebbe uno sguardo al passato, una tattica legittima antirenziana ma dopotutto frustrante.
        Del resto, la compagnia di giro del No sfida la logica ed il buon senso.
        Con i migliori saluti.

        Anronio de Grazia

        Rispondi ↓
        1. antonio de grazia 7 novembre 2016 alle 12:24 pm

          Caro Professore,
          Renzi ha deluso, forse è stato sopravvalutato.
          Ma votare no al referendum, credo significherebbe un ritorno al passato.
          E se Renzi si dimettesse in ogni caso, prima del referendum, ritenendo il suo compito (e quello di un parlamento oggettivamente dimidiato dalla Corte Costituzionale) esaurito ?
          Non vorrei che i propugnatori del no divenissero degli involontari portatori d’acqua di Grillo.
          Con i migliori saluti.
          Antonio de Grazia

          Rispondi ↓
      2. Guido Cacciari 2 novembre 2016 alle 8:45 am

        E’ vero.
        Ma penso che anche la deregulation sia un’attività legislativa.

        Insomma, le riforme che necessita questa costituzione sono ben altre, e sono relative alla difesa dei diritti individuali e contro l’arbitrio e l’irresponsabilità politica.
        Ma anche queste riforme sono attività legislative…

        Mah… sono sempre più indeciso.

        Rispondi ↓
        1. Ivo Biavaschi 2 novembre 2016 alle 4:48 pm

          Scusi se mi permetto, ma avendo sempre molto apprezzato i suoi commenti sono molto sorpreso dalla sua perplessità ed indecisione. Non sto a ricordare le innumerevoli argomentazioni nel merito espresse da autorevoli personaggi (lei mi potrebbe dire di altre in senso opposto).
          Credo che basti ed avanzi leggere il nuovo articolo 70 per esprimere un NO irrimediabile.

          Rispondi ↓
          1. Guido Cacciari 2 novembre 2016 alle 5:03 pm

            Biavaschi, grazie del riferimento.
            Mi ha convinto.

            Rispondi ↓
          2. am 3 novembre 2016 alle 3:47 pm

            Caro Ivo,
            non credo che questo argomento si presti ad avere certezze. Perverrò, quasi certamente, alla sua stessa conclusione, ma con dubbi non con certezze!

            am

            Rispondi ↓
            1. Ivo Biavaschi 3 novembre 2016 alle 5:40 pm

              Caro Professore, la ringrazio del commento che mi sprona ad essere meno categorico (uno dei miei tanti difetti). Tuttavia sul quesito rimango irremovibile sia per le sue motivazioni (troppe leggi e spesso pessime) sia perché non vedo alcun efficientamento della macchina statale, sia per molte altre considerazioni che sarebbe lungo elencare.
              Ma rimane per me centrale anche la leggibilità e comprensibilità di una Costituzione. Non solo l’articolo 70, ma in particolare questo, è a mio parere assolutamente impresentabile. E mi dispiace molto che questo non venga quasi mai messo in evidenza dai media e nei dibattiti.

              Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 2 novembre 2016 alle 9:55 am

      1) Non mi sembra che abbiamo bisogno di più leggi che sono fin troppe;
      2) ammesso che ne averebbimo bisogno la riforma Renzi non saresse la soluzione considerato che introduce duecento meccanismi farraginosi di approvazione ed è scritta in un italiano indecente, che non favorisce la loro intepretazione;
      3) ma la QUESTIONE PRINCIPALE RIGUARDA LA UE Allora, io ritengo che la costituzione attuale sia un indegno pateracchio, che rimesta insieme il peggio del pensiero di comunisti e cattolici e che non contiene norme liberali. Il che ha provocato enormi danni negli ultimi decenni -specialmente a danno di chi come me proviene da ceti popolari- aprendo una crisi strutturale che è divenuta inarginabile dopo che la UE ci ha costretti a politiche autolesionistiche e ad entrare nell’euro che è stata la mazzata finale e definitiva.
      Ma se passa il SI la già cattiva costituzione diverrà pessima: ci troveremo i trattati UE in costituzione e la corte costituzionale, oltre ad essere nominata da Renzi, anche volendo non potrà stroncare le norme peggiori imposteci dalla Merkel e dal simpatico etilista di Bruxelles. A quel punto saremo in completa balia della UE la quale potrà anche ordinare di sgozzare i primogeneti o di mandare a battere le donne italiane per ramazzare i soldi necessari al salvataggio della Deutsche Bank. Previsione SE PASSA IL SI’ FRA UN ANNO ARRIVA L’IMPOSTA PATRIMONIALE per salvare Deutsche Bank

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      1. am 3 novembre 2016 alle 9:29 am

        Caro TD,
        forse lei esagera un tantino, ma non ha torto.

        am

        Rispondi ↓
        1. Tenerone Dolcissimo 3 novembre 2016 alle 1:00 pm

          Egregio Professore,
          spero non solo di avere esagerato ma di essermi sbagliato del tutto.
          Purtroppo, i precedenti sembrerebbero affermare il contrario e cioè che ci sono andato leggero, se ricordiamo che quando Berlusca è caduto l’ascesa di Monti era dovuta al fatto che lo stato non aveva soldi per pagare gli stipendi agli statali, anche se poi non si giustifica come sia potuto accadere che uno stato che non aveva soldi per pagare gli stipendi agli statali dopo pochi mesi mesi sia riuscito a mandare 40 miliardi alle banche tedesche
          Adesso la Deutsche Bank per sanare il buco ha bisogno di 19 miliardi … fonte Sole 24 Ore il che vuole dire che sono almeno 25

          Rispondi ↓
  82. leno lazzari 31 ottobre 2016 alle 9:56 am

    Grazie tante Professore .

    Chi soffre per simili eventi ha bisogno di tutta la solidarietà umana possibile .

    Leno

    Rispondi ↓
  83. leno lazzari 31 ottobre 2016 alle 5:25 am

    Con il suo permesso, Professore, un piccolo tributo a degli eroi che quasi nessuno conosce ne conoscerà mai . Sono tutti gli abitanti della zona di Cascia (ma ovviamente di Amatrice come di Visso etc etc) che non pensano ancora e neanche per un momento di abbandonare la propria terra .

    In seguito al tremendo terremoto del ’79, mia cugina e la sua famiglia (una ventina di persone) sta vivendo queste ore e giorni con la memoria vivissima degli undici anni vissuti nei containers della protezione civile . Nel centro di Cascia la figlia ha avuto di nuovo la casa classificata inagibile, forse stavolta per sempre . Li convivono da sempre con una media di una-due scosse al mese, eppure anche i più “tosti”, i più coriacei non ce la fanno più . Anche i caratteri più miti hanno i nervi a fior di pelle e scattano anche solo per sciocchezze . Per ora, crepetta più o meno la loro casa regge . Non così i vicini che non ricostruirono con criteri antisismici .

    Ma oramai, da quel mostro da 6,5, nessuno dorme più in casa . Di giorno ci si rientra, malvolentieri, per usare bagno o per prendere qualcosa da mangiare in dispensa da cucinare nella roulotte……….. quella si, antisismica. Se non altro ai bambini l’idea di vivere in roulotte diverte molto .

    Per me sono gli eroi che dopo la botta, anche quella distruttiva, del ’79 e una scossa o due al mese ogni mese ogni anno vissuto li hanno mantenuto vivi quei piccoli centri che sono le radici della nostra civiltà, la nostra cultura (c’è passato, tra gli altri, il Braamante) e in breve il nostro “ieri” . Tutto questo perché non vogliono saperne di abbandonare, nonostante la sua asprezza, la loro terra e le loro bestie che sono per loro ragione di vita .

    Non so descrivere l’effetto che mi fa vedere le immagini della cattedrale di San Benedetto finalmente, dopo restauri, consolidamenti e messe in sicurezza, soccombente .

    Leno

    Rispondi ↓
    1. am 31 ottobre 2016 alle 8:13 am

      Caro Leno,
      sono messinese e nel 1908 non ero ancora nato, ma comprendo perfettamente il suo stato d’animo. Il terremoto fa parte della nostra coscienza, ci ricorda implacabile la precarietà dell’esistenza, la fragilità della nostra vita.

      am

      Rispondi ↓
  84. Matteo Napoletano 29 ottobre 2016 alle 12:00 pm

    Presidente Martino
    Ho finito adesso di leggere la sua intervista a Linkiesta.
    Ancora una volta il suo quadro politico dell’attuale situazione italiana è il mio!
    E inevitabilmente cresce il rammarico per non averla come direbbe Milton Friedman “Inside of game” a porre il giusto rimedio alle politiche recessive dei cattocomunisti ,che alimentano il declino economico della Patria, con sane e prospere ed espansive politiche liberaliste!
    Saluti Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. am 29 ottobre 2016 alle 3:31 pm

      Grazie, caro Matteo! E’ bello avere un amico come lei!

      am

      Rispondi ↓
      1. Alberto P. 31 ottobre 2016 alle 4:29 pm

        Davvero bella intervista caro Professore!

        Qui il link per chi se la fosse persa:
        http://www.linkiesta.it/it/article/2016/10/29/antonio-martino-parisi-e-luomo-giusto-per-il-centrodestra-ma-non-sara-/32207/

        Siamo tutti con Lei,
        Parrini

        Rispondi ↓
    2. Guido Cacciari 31 ottobre 2016 alle 7:29 pm

      Matteo Napolitano, una domanda:
      dove ha trovato il termine “liberalista”?
      Pensavo di essere l’unico ad usarlo, tanto da pensare di averlo inventato.

      Rispondi ↓
  85. leno lazzari 29 ottobre 2016 alle 4:34 am

    Cosa esattamente non funziona più nel paese ? Ieri la notizia di un rumeno arrestato e processato per direttissima per furto e condannato a pochi mesi ma testé liberato . Ma in nove mesi era stato già “pizzicato” ben cento volte . Cosa deve combinare ancora questo personaggio perché il nostro codice lo tenga dentro per un tempo congruo magari a fare in carcere stesso lavori “socialmente utili” che potrebbero forse servire il valore del lavoro ?
    Leggo oggi la notizia di De Luca, già assolto in appello, rinviato ancora una volta a giudizio (lui ma anche altre 26 persone) per falso in atto pubblico per via di certi lavori da fare sul lungomare di Salerno . Lavori, va detto, che non si sarebbero potuti fare se De Luca non avesse “forzato la mano” approvando una variante d’opera visto che in fase di progettazione il responsabile dei lavori non aveva capito che la sottostante falda acquifera fosse in realtà molto più vicina alla superficie . L’accusa di abuso d’ufficio mi pare sia relativa più ai maggiori costi che si resero necessari per andare avanti comunque con l’opera ovviando al difetto di progettazione . Insomma, costi maggiori ma i soldi per due la Corte d’Appello non sarebbero stati “distorti” ne tanto meno dal De Luca .
    Può guardare avanti ai problemi veri della società un paese da un canto talmente inefficiente da non saper condannare un delinquete abituale e dall’altro attorcigliato su se stesso (sbaglierò ma ci vedo accanimento personale) e sul suo sistema giudiziario che da l’impressione di non aver di meglio da fare se non sentenziare, sempre più spesso, sul sesso degli angeli ?

    Alla mia età ormai ho rinunciato alla possibilità di vivere la rinascita della nostra società (nel suo insieme) ma sono preoccupatissimo per il futuro di mio figlio (e tanti altri come lui) e la sua famigliola .

    Leno

    Rispondi ↓
    1. am 29 ottobre 2016 alle 7:54 am

      Caro Lazzari,
      sarebbe difficile darle torto: sono storture clamorose, ma non suscitano clamore!

      am

      Rispondi ↓
  86. John Carter 25 ottobre 2016 alle 10:29 am

    Carissimo Antonio Martino,
    gradirei un commento da parte tua riguardo al contenuto di questo articolo che ho trovato sul sito La Nuova Bussola Quotidiana.
    Ti ringrazio. Cordialmente, John Carter.

    Le false difese della “clausola di supremazia”
    lanuovabq.it | 24-10-2016

    La “clausola di supremazia”, contenuta all’articolo 117, comma 4 della Costituzione che entrerà in vigore se vincerà il Sì, stabilisce che “su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”. Queste leggi saranno, secondo il nuovo articolo 70, comma 4, approvate dalla Camera, visto che il Senato avrà al massimo 10 giorni di tempo per esaminare il testo (il termine è così ristretto da apparire “canzonatorio”) e visto che, comunque, eventuali richieste di modifiche da parte del Senato possono essere rigettate dalla Camera. Tale clausola conferma la matrice marcatamente statalista e accentratrice della nuova Costituzione e dà al principio di preferenza della autorganizzazione della società rispetto allo Stato, cardine della Costituzione del 1948, uno schiaffo che si ripercuote sugli stessi principi supremi della Costituzione, formalmente non toccati dalla riforma.
    I sostenitori del Sì affermano che tale clausola recepirebbe un principio già affermato dalla Corte Costituzionale prima della riforma stessa, e costituirebbe una regola di chiusura presente anche nelle più evolute costituzioni federaliste moderne (in particolare, in Germania e negli USA). Niente di più errato. In realtà, il principio affermato dalla Corte Costituzionale si declina in modo totalmente diverso e le clausole contenute nelle costituzioni tedesca e statunitense prevedono delimitazioni neppure lontanamente comparabili con la clausola Renzi-Boschi. Il principio affermato dalla Corte Costituzionale (cosiddetta “chiamata in sussidiarietà”, elaborata a partire dalla sentenza n. 303/2003 e ripetuta con piccoli aggiustamenti nella giurisprudenza successiva) poggia su due requisiti fondamentali:
    1) l’esercizio del potere legislativo dello Stato in materie riservate alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni può avvenire soltanto previa consultazione e accordo tra Stato e Regione interessata: “per giudicare se una legge statale che occupi questo spazio sia invasiva delle attribuzioni regionali o non costituisca invece applicazione dei principî di sussidiarietà e adeguatezza diviene elemento valutativo essenziale la previsione di un’intesa fra lo Stato e le Regioni interessate, alla quale sia subordinata l’operatività della disciplina” (sent. n. 303/2003). La necessità della consultazione e del coinvolgimento della Regione sono rimaste ferme nella sostanza anche nelle decisioni successive, tanto che per la Consulta “il mancato raggiungimento dell’intesa costituisce ostacolo insuperabile alla conclusione del procedimento” (Corte Cost., n. 6/2004);
    2) la chiamata in sussidiarietà ha presupposti e limiti precisi. Deve dimostrarsi che ai sensi dell’art. 118 Cost. una certa funzione amministrativa non può essere svolta in modo soddisfacente a livello sub-statale; conseguentemente, la deroga al criterio di riparto di competenze legislative stabilito dalla Costituzione deve limitarsi alla “organizzazione e (al)la disciplina delle funzioni amministrative assunte in sussidiarietà”, poiché “il principio di legalità … impone che anche le funzioni assunte per sussidiarietà siano organizzate e regolate dalla legge”. Si statuisce quindi in modo chiaro che la chiamata in sussidiarietà non poteva basarsi su “mere formule verbali capaci con la loro sola evocazione di modificare a vantaggio della legge nazionale il riparto costituzionalmente stabilito”: infatti, come chiarisce sempre la Consulta nella sent. n. 303/2003, “ciò equivarrebbe a negare la stessa rigidità della Costituzione”.
    I due predetti elementi, richiesti dalla giurisprudenza costituzionale in materia di “chiamata in sussidiarietà”, sono completamente assenti nel nuovo testo costituzionale, che àncora la supremazia a concetti amplissimi (come tali, suscettibili di strumentalizzazione) ed esclude il coinvolgimento delle Regioni. L’affermazione secondo cui la clausola di supremazia del nuovo testo costituzionale costituirebbe la positivizzazione di un precedente orientamento della Corte Costituzionale risulta destituita di fondamento. Anzi, nella parte in cui indica come possibile elemento sufficiente per l’avocazione di competenze legislative “la tutela dell’interesse nazionale”, essa contrasta apertamente con la giurisprudenza costituzionale precedentemente formata e concretizza quello stesso rischio che la Corte aveva evocato in casi del genere, ossia la trasformazione della Costituzione da rigida a flessibile.
    Quanto agli USA, l’articolo 6, comma 2 della Costituzione americana stabilisce che soltanto le leggi federali approvate in conformità alla Costituzione prevalgono sulle legge dei singoli Stati e, considerato che le competenze del Congresso federale sono elencate tassativamente all’articolo 1, Sezione 8 della Costituzione, appare evidente come non possa essere rinvenuto alcun elemento di somiglianza rispetto al sistema delineato dalla riforma Renzi-Boschi. Per inciso, gli USA prevedono da oltre duecento anni un sistema parlamentare di vero e proprio bicameralismo perfetto (articolo 1, sezione 7): sono quindi false le affermazioni secondo cui la Costituzione Italiana del 1948 sarebbe risultato l’ultimo esemplare di bicameralismo perfetto nel mondo progredito.
    Quanto al sistema tedesco, l’art. 72 della GrundGesetz afferma che lo Stato Federale ha in ogni caso potere legislativo quando e nella misura in cui la creazione di condizioni di parità di vita o il mantenimento dell’unità giuridica o economica nell’interesse nazionale richieda una regolamentazione a livello federale, ma chiarisce che ciò può avvenire soltanto in determinate materie indicate tassativamente e già di regola (art. 74) comprese nell’ambito della legislazione concorrente (immigrazione; alcuni settori economici come industria, professioni, banche e assicurazioni; pubblica assistenza; circolazione stradale; diritto alimentare e fitosanitario; responsabilità dello Stato; bioetica), mentre in altre materie (cura e protezione di natura e paesaggio, ricerca scientifica, espropri, spesa sanitaria, pianificazione territoriale, distribuzione della terra, distribuzione dell’acqua, ammissione scolastica, caccia) vale il principio opposto, ossia quello per cui la legge dei Laender ha il sopravvento anche se il legislatore federale le abbia regolamentate diversamente.

    Ci si rende immediatamente conto che, senza considerare la presenza di una vera clausola di “reciprocità” che non è prevista nella nuova Costituzione italiana, la clausola di supremazia tedesca può esercitarsi soltanto in ambiti tassativi, mentre quella targata Renzi-Boschi non ha alcun limite e non patisce alcuna circoscrizione, prestandosi così a ogni abuso: anche considerato che la competenza legislativa esclusiva statale copre, in Italia, già tutto quello che può ragionevolmente incidere sulla unità giuridica ed economica del Paese, compresa la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale.
    La verità è che, a differenza della “chiamata in sussidiarietà” precedentemente elaborata dalla Corte Costituzionale, la “clausola di supremazia” contenuta in quello che, vincendo il Sì, diverrebbe il nuovo articolo 117, comma 4 della Costituzione si caratterizza per una estrema e pericolosa vaghezza e ampiezza dei requisiti in base ai quali l’avocazione può avvenire e per l’assenza di coinvolgimento delle Regioni (che sono distinte dal Senato, neppure al quale peraltro è conferito un sostanziale potere di incidere sul meccanismo). Ciò apre la via alla commissione di ogni abuso da parte del Governo e della Camera da essa controllata, rimettendo il tutto a un sindacato della Corte Costituzionale che si troverebbe in queste ipotesi le mani sostanzialmente legate per la vaghezza del meccanismo previsto dalla riforma. Non è un caso, del resto, che la nuova clausola utilizzi proprio quel concetto di “tutela dell’interesse nazionale” che la Corte Costituzionale aveva messo in guardia dall’invocare a questi fini denunciando che “ciò equivarrebbe a negare la stessa rigidità della Costituzione”.
    Che la riforma Renzi-Boschi tenda a trasformare nella sostanza la Costituzione Italiana da rigida (casa comune degli Italiani) a flessibile (strumento della maggioranza politica di turno) traspare in modo evidente da un molteplicità di elementi, che vanno dalle deplorevoli modalità di approvazione (maggioranze risicatissime e sempre variabili a seconda della stampella politica di turno) al legame propagandistico con la legge elettorale. La clausola di supremazia è uno degli elementi che traduce questo passaggio in dato giuridico inoppugnabile. Con buona pace di chi sostiene che essa non incida sui principi fondamentali della Costituzione Italiana.
    * Avvocato, Centro Studi Livatino

    Rispondi ↓
    1. am 26 ottobre 2016 alle 3:00 pm

      Caro John,
      risponderò quando, avendo avuto il tempo di leggere l’articolo, mi sarò fatto un’idea del problema.

      am

      Rispondi ↓
  87. urbanista_liberale 20 ottobre 2016 alle 6:12 pm

    Chiedo scusa prof.re Martino ( colpa del correttore” intelligente” ) , spero non si offenda
    saluti giovanni

    Rispondi ↓
  88. urbanista_liberale 20 ottobre 2016 alle 6:10 pm

    Caro professore Martini
    oggi ho conosciuto a Milano il professore Fred Emanuel Foldvary, docente di economia alla San Jose State University , California , ( e’ anche esponete del Libertarian Party) presentatomi dal proff.re Stefano Moroni ad un Convegno al Politecnico , in cui lo studioso americano esponeva le sue idee geolibertarie ( una forma di anarco liberismo ) e sulla ” land tax ” ad un giovane pubblico di dottori di ricerca . Praticamente togliere tutte le tasse fatta salva quella sul terreni di proprietà’ ( una sorta di affitto pagato alla comunita ‘ ) , indipendente dal reddito degli stessi ( sia che siano destinati ad attivita ‘ agricole , industriali o commerciali ) .
    Alla fine gli ho fatto una domanda premettendo se non fosse meglio la Flat Tax . Con mio stupore , citando anche Milton Friedman ( per questo motivo chiedo a lei ) ha risposto che anche Friedman approvava ( agree) la ” Land tax” , in quanto incideva meno sui contribuenti e incentivava maggiormente il libero mercato . Che ne pensa professore ? E una favola questa della” land tax” o ha una base di realta’ ?
    Cordiali Saluti Giovanni

    ps Osservo che i giovani ricercatori liberali stanno credendo di numero al Politecnico di Milano , feudo ancor oggi di prestigiosi docenti di Urbanistica dello statalismo riformatore illuminato

    Rispondi ↓
    1. am 21 ottobre 2016 alle 7:52 am

      Caro Giovanni,
      mi coglie di sorpresa: ero convinto di conoscere il pensiero di Friedman quanto conoscevo lui, mio amico per 40 anni. Invece, scopro di non conoscere la sua posizione sulla land tax! E’ strano, perché non ne parla in alcuna delle sue opere che ho letto. E’ possibile che si sia pronunziato favorevolmente a voce, il che spiegherebbe la mia ignoranza, ma non lo credo. Un tema come questo è importante, perché non ne ha mai scritto? E’ possibile che il libertario di cui lei dice confonda David con Milton. David potrebbe essersi espresso a favore della land tax, ma dubito che l’abbia fatto suo padre. In tal caso, sono convinto che l’avrei saputo. Tutto ciò, tuttavia, non ha molta importanza e non vedo perché i fautori della land tax dovrebbero nascondersi dietro Milton Friedman, attribuendogli una posizione ad essa favorevole.
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
      1. Alberto P. 21 ottobre 2016 alle 8:12 am

        Grazie Giovani per questo interessante questo spunto di riflessione.

        Mi chiedo, indipendentemente da cosa in realtà pensasse il grande Milton (io Professore credo a Lei!), cosa ineffetti possa essere più corretto se una land tax o una flat tax, partendo dal principio che sono entrambe due mali da accettare visto che le tasse non sono mai in nessun caso bellissime. Tra l’altro per un libertario, mi appare strana la proposizione di una tassa sui diritti di proprietà viste le battaglie di Rothbard et al sul home-standing e colonizzazione e rivendicazione delle terre vergini.
        Ad ogni modo, tornando alla mia domanda precedente, credo che dal mio punto di vista tenderei a preferei una flat tax invece che land tax in quanto penso che la proprietà privata sia sacra.
        Si potrebbe applicare lo stesso concetto al reddito, ossia ciò che si guadagna col sudore della fronte sia sacro…quindi sè di difficile soluzione.
        Secondo il mio modesto parere la più corretta è una tassa indiretta sui servizi (tipo IVA) con la quale ripagare i costi indiretti/nascosti della transazione (es. le infrastrutture su cui hanno viaggiato le merci che si sono acquistate).
        Qualora non bastasse e solo se proprio necessario allora come male minore metterei in aggiunta una flat tax bassissima sul reddito. Ma la proprietà la lascierei stare!
        Mi scuso per il linguaggio sicuramente non corretto dal punto di vista economico/tecnico ma penso che il concetto si sia capito.

        Che ne pensate?

        Grazie,
        Parrini

        Rispondi ↓
        1. Giulio 21 ottobre 2016 alle 1:54 pm

          Sono d’accordo, anche perché la maggior parte delle persone non ha terreni adibiti ad attività agricole, industriali o commerciali, dunque in pochi sarebbero costretti a pagare per mantenere i molti. Altre volte capita invece che un terreno non dia nessun reddito con cui pagare la maledetta tassa, come ad esempio terreni agricoli coltivati per hobby o tradizione familiare.

          Rispondi ↓
        2. am 21 ottobre 2016 alle 3:06 pm

          Caro Alberto,
          credo che la sua posizione sia corretta. Un’imposta sulla spesa, ad aliquota unica, andrebbe bene, ma non l’avremo mai: non accetterebbero mai di tassare pane e gioielli con la stessa aliquota!

          am

          Rispondi ↓
          1. Guido Cacciari 31 ottobre 2016 alle 8:11 pm

            A mio avviso:
            – non ha senso contrapporre flat tax e land tax. La prima è un’imposta sul reddito, la seconda un incentivo a chi detiene la terra a farla rendere.
            – La land tax non ha nulla a che vedere neanche con una imposta sulla casa, che colpisce un bene essenziale per la vita dei cittadini.
            – La land tax dovrebbe essere concettualmente differente dalle nefande imposte sulla proprietà. Tant’è che il maggior paladino del diritto alla proprietà privata, John Locke (e probabilmente proprietario terriero), non considerava il terreno come proprietà privata, bensì lo descrive nel suo “secondo trattato sul governo” come mezzo potenziale per produrre, a disposizione per diritto di chi lo utilizzava come tale, diritto che decadeva quando l’usufruttore mancava in questo impegno. Una visone da feudalesimo, riservando il giudizio all’arbitrio di re o feudatari, ma più oggettivo ed “isonomico” se tradotto in un’imposta minima ed in un contesto di libero mercato.
            – L’IVA, o imposta “sul valore aggiunto”, mi sembra invece, per pura definizione, qualcosa di perverso, visto cosa colpisce. In Texas, ad esempio, esiste qualcosa di analogo ma contario: l’imposta sugli acquisti, che esclude però tutti i beni che danno “valore aggiunto”, come elettricità, macchine o combustibile per usi produttivi. A mio avviso, ambedue i casi sono perversi, perché colpiscono senza motivo il libero scambio o la produzione.

            Conclusione: a mio avviso sono moralmente e logicamente plausibili solo:
            – le imposte sui redditi “imponibili” (ovvero su quanto resta di un reddito dopo aver detratto tutto ciò che è necessario a sopravvivenza e salute di TUTTI coloro che dipendono da quel reddito – come in USA ed in Svizzera – non in Italia).
            – le tasse, se veramente equivalenti al costo di un servizio pubblico come da definizione, e non quei pasticci giuridici che abbiamo in questo paese.
            – le accise, se veramente equivalenti al “costo sociale” (quindi solo se veramente calcolabile!) di un determinato bene, e non un valore arbitrario tipico di questo paese.

            Per quanto concerne la “land tax”: forse, ci devo ancora finir di pensare. Sono un fan di John Locke, ma devo approfondire questo particolare oggetto.

            Rispondi ↓
      2. urbanista_liberale 22 ottobre 2016 alle 1:28 pm

        Caro Professore ,
        aveva ragione lei , vi sono solo due interviste di Milton ( ho trovato i due video su internet ) ma davvero sorprendenti ! una del 1975 e una del 1999 . Come diceva lei , sulle sue opere scientifiche il tema non e’ stato pero trattato . Nella prima intervista cita anche il l’antico fondatore della tesi Henry George (1839-1897) e dice al pubblico che la meno peggio delle tasse e’ la “Land Tax ” poi come secondo male minore la ” flat Tax ” . Ma l’intervista che piu’ mi ha stupito e’ quella del 1999 in cui vede la Land Tax in rapporto alla rivoluzione ciberneca di Internet .
        Le lascio i lincks dei due video a lei e agli Adam ( chi vuole vedere i video ) tra l’ altro molto divertenti con una serie di battute spassose e di una una immediatezza e semplicita’ disarmanti ……davvero un grande : mai dogmatico , sempre critico , ironico e sempre aperto attento ai cambiamenti .
        Da qui a dire che la Land tax sia sostenibile ne passa . Comunque la questione e ‘ indubbiamente interessante .
        Ecco i due lincl dei video :

        https://www.youtube.com/watch?v=j2mdYX1nF_Y&feature=share del 1999 Milton Friedman, Land value tax and internet currencies

        https://www.youtube.com/watch?v=yS7Jb58hcsc&feature=share
        1978 Land Value Taxation is endorsed by Milton Friedman.

        Cordiali saluti Giovanni

        Rispondi ↓
    2. urbanista_liberale 21 ottobre 2016 alle 10:01 am

      Grazie professore , l’ ‘ortodossia va sempre difesa . Noto solo che vi ‘e interesse per le idee Liberali tra i giovani ( pur nel macrocosmo delle varie differenti tesi ) L’ università’ in questo senso sta veicolando , credo piu ‘ della politica e dei mass media , dove l’ambiente e ‘ davvero asfittico . Se lei abbandonerà la politica , come da intervista recente , in ambito Universitario e culturale avrebbe molto da dare alle giovani generazioni assetate di verità’ .
      Cordialmente Giovanni

      Rispondi ↓
      1. am 21 ottobre 2016 alle 3:08 pm

        Caro Giovanni,
        è questa una delle ragioni per cui mi manca l’insegnamento universitario. Il rapporto con gli studenti è una droga sottile che dà più dipendenza di quanto si creda!

        am

        Rispondi ↓
  89. Alberto P. 20 ottobre 2016 alle 3:11 pm

    Cari tutti,

    Ottimo articolo di Ostellino:

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/dubbio-1320687.html

    Saluti,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. am 20 ottobre 2016 alle 3:24 pm

      Caro Alberto,
      grazie per la segnalazione. E’ un ottimo pezzo che tocca un aspetto generalmente trascurato dell’attuale situazione in politica estera.

      am

      Rispondi ↓
    2. Tenerone Dolcissimo 26 ottobre 2016 alle 1:33 pm

      Occorrerebbe ricordare che l’odierna Russia non è più lo stato leader del comunismo ma soprattutto -e questo sono in pochi a notarlo- che gli USA non sono più il paese leader del liberalismo

      Rispondi ↓
      1. Ivo Biavaschi 27 ottobre 2016 alle 4:01 pm

        Concordo. Tanto più vale se il confronto si riferisce all’America di Obama o della Clinton.

        Rispondi ↓
  90. Franco Cattaneo 18 ottobre 2016 alle 12:25 pm

    Caro Professore,
    torno dopo un’assenza piuttosto lunga dovuta a motivi tecnici, perche’ vorrei raccontare a Lei ed agli amici ADAMs una storia, che ritengo emblematica, di libera imprenditoria italiana.
    Negli anni sessanta a Milano, ma penso anche in altre citta’ italiane, a settembre, al ritorno dalla “villeggiatura” (per chi allora se la poteva permettere, altri tempi) i liceali organizzavano delle bancarelle per la vendita dei libri di testo usati (con lo sconto del 30-50% sul prezzo di copertina a seconda dello stato di coonservazione e della richiesta del mercato) usando come “scaffali” cassette della frutta. A Milano il mercatino si teneva in piazza Sant’Ambrogio prima, in piazza Aquileia poi. i libri rimanevano al mercatino incustoditi anche la notte e rarissimi erano i casi di furti. (Allora le scuole iniziavano ad ottobre, un mese piu’ tardi di adesso, ma si imparata molto di piu’ in meno tempo, ed a settembre venivano pubblicate le liste dei libri di testo).
    La vendita che ricordo con maggior soddisfazione e particolare orgoglio fu quella di un libro di NicolaTerzaghi “Miti e leggende del mondo greco-romano” che convinsi un muratore meridionale passato di li’ per caso ad acquistare per 700 lire, garantendogli trattarsi, come in effetti era, di una lettura piacevole e divertente. Per inciso, lo stesso libro venne assegnato, una quarantina di anni dopo alla mia figlia piu’ giovane quando inizio’ a frequentare il ginnasio.
    Venne poi il ’68.
    I “collettivi studenteschi”, al fine di garantire il diritto allo studio equo e solidale al proletariato, “convinsero” gli studenti desiderosi di vendere i propri libri usati che era senz’altro piu’ giusto e politicamente corretto rinunciare ad una bieca attivita’ capitalista in proprio e, onde evitare lo sfruttamento del proletariato, cedere, non ricordo se in conto vendita – come ritengo quasi certo – o dietro pagamento immediato, al collettivo il monopolio della vendita dei libri usati, che venivano pagati al proprietario il 15-25% del prezzo di coperina e rivenduti al proletario con lo sconto del 30-50%, esattamente come durante il sordido regime capitalista.
    Un mio amico librario mi racconto’ anni fa che gli organizzatori del commercio equo e solidale dei libri di testo avevano poi fondato una societa’ che aveva aperto dapprima un negozio a Milano e si era poi ramificata in moltissime citta’ italiane e prospera tutt’ora in regime di monopolio.
    I soci fondatori, tutti di perdurante incrollabile fede comunista, tutti tesi, animati da spirito missionario, al bene del proletariato, mi dicono siano tutti divenuti miliardari.
    Cordialita’,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 26 ottobre 2016 alle 2:58 pm

      Buon pro gli faccia, caro Franco. Fare soldi spacciandosi per comunisti al servizio dei proletari, tutto sommato, è divertente. Anche Marx aveva portato il capitale in Svizzera! 😉

      am

      Rispondi ↓
  91. Nicola Marin 14 ottobre 2016 alle 9:27 am

    Caro Professore,
    sono uno studente di giurisprudenza e insieme ad altri giovani liberali e liberisti, oltre a seguirla in ogni occasione possibile, cerchiamo di far conoscere al maggior numero possibile di persone gli insegnamenti più importanti dei pensatori liberali. Molte volte, purtroppo, ribadendo la necessità di ridurre la spesa pubblica, ci viene chiesto il motivo per cui i Governi Berlusconi, nello specifico tema riguardante l’affamare la Bestia statale, non siano riusciti a mantenere le ottime promesse. Potrebbe cortesemente illustrarci le ragioni del fallimento relativo a questo determinato ambito? E nello stesso tempo elencarci, se esistenti, provvedimenti di riduzione della spesa da parte dei Governi Berlusconi? Grazie in anticipo!

    Rispondi ↓
    1. am 26 ottobre 2016 alle 2:54 pm

      Caro Nicola,
      i veti dei partiti alleati e le stravaganze di Giulio Tremonti spiegano il 90% degli insuccessi. Il restante 10% è da imputare al caso.

      am

      Rispondi ↓
  92. Massimo B. 12 ottobre 2016 alle 10:00 pm

    Caro Professore,
    ho seguito con interesse la campagna elettorale americana e ne ho tratto impressioni non positive per i repubblicani. Credo che Trump sia diventato schiavo del personaggio che si è creato ed ho la sensazione che la Clinton vincerà più per inconsistenza dell’avversario che per meriti propri. Ci terrei ad avere la sua opinione sulla vicenda e sull’esito finale del confronto.

    Con la consueta stima,

    Massimo B.

    Rispondi ↓
    1. am 13 ottobre 2016 alle 7:30 am

      Caro Massimo,
      Hillary Clinton sarebbe un disastro, ma Trump non mi piace. E’ protezionista e, invece di pensare a quello che dice, dice quello che pensa. Non so come o se voterei se fossi americano!

      am

      Rispondi ↓
      1. Pietro TX 18 ottobre 2016 alle 4:34 am

        Caro professore,

        E’ davvero dura decidere… Sono cittadino americano e per la prima volta in vita mia non so come votare (era piu’ facile in Italia dove il mio primo voto e’ stato per Forza Italia nel 1994 – bei tempi andati…).

        Ero molto tentato di votare Libertarian ma dopo il secondo dibattito sto pensando di turarmi il naso e di votare per Trump. I media stanno facendo una campagna faziosissima pro-Clinton che alla fine potrebbe anche giovare a Trump. Il buon Berlusconi avrebbe sfruttato questa faziosita’ a suo vantaggio. Trump ha cominciato a farlo adesso ma il personaggio e’ comunque diverso e non ha le qualita’ oratorie o intellettuali di Berlusconi.
        Poi in fondo mi dico che qualunque opzione e’ meglio di Hillary. Il prossimo Presidente nominera’ probabilmente uno o due giudici della corte suprema e se dovesse farlo la Clinton l’impatto per l’America sarebbe funesto.

        Cordiali saluti dal Texas

        Rispondi ↓
        1. am 26 ottobre 2016 alle 2:52 pm

          Caro Pietro,
          in fondo, sono d’accordo con lei ABH (Anybody But Hillary)!

          am

          Rispondi ↓
  93. Alberto P. 10 ottobre 2016 alle 1:18 pm

    Caro Professore,

    Volevo un Suo parere sulla recente assegnazione del premio Nobel per l’Economia a Hart e Holmstrom. Che ne pensa?

    Saluti,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. am 10 ottobre 2016 alle 3:46 pm

      Caro Alberto,
      non sono in grado di darle una risposta. Non li conosco.
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
  94. Domenico Campeglia 8 ottobre 2016 alle 1:59 pm

    Gentilissimo Professore,
    ho avuto l’onore di conoscere personalmente Josè Piñera, che è stato mio ospite in Italia poco prima dell’estate poichè stavo lavorando alla redazione del volume “Pensioni: modello cileno per l’Italia?”, una antologia di studi, articoli, saggi sull’esperienza cilena, con alcuni miei personali contributi in merito a delle proposte per il nostro Paese. Il volume e la relativa sinossi è visionabile qui: http://tinyurl.com/zpv79p8

    Sarei onorato di ricevere un suo indirizzo e-mail poichè non sono riuscito a trovare da nessuna parte un modo per contattarla. Da liberale quale sono ho fondato insieme ad alcuni amici una associazione denominata inLIBERTA’. Dirigo il blog http://www.affaripubblici.org

    Sarebbe per me e per noi un onore poterla magari ospitare qui al Sud, nella nostra città di Cava de’ Tirreni, alle porte della costiera amalfitana. Grazie.

    Domenico Campeglia
    dcampeglia@gmail.com

    Rispondi ↓
    1. am 26 ottobre 2016 alle 2:50 pm

      Caro Domenico,
      questo è, forse, il migliore: antoniomartino@camera.it.

      am

      Rispondi ↓
  95. leno lazzari 8 ottobre 2016 alle 4:27 am

    Purtroppo, le vere idee, quelle delle teste pensanti , nel mondo della nostra politica contano poco .
    E comunque ne vedo poche. I primi credono e propalano (inutilmente) idee politiche, mentre i secondi,
    al loro contrario, e agguerritissimi, perseguono pervicacemente il potere per fini non nobili . E’ per
    questa loro “spinta” interiore che i secondi, arrivisti assatanati di potere personale quando non anche
    di ricchezza, riescono a prevalere sui primi .
    Fatte queste premesse mi chiedo sempre più spesso quale futuro aspetta ai nostri figli e nipoti .

    Leno

    Rispondi ↓
  96. Alberto P. 27 settembre 2016 alle 7:43 am

    Cari ADAM,

    Qui intervista del nostro mitico Professore a Libero:

    http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11977358/antonio-martino-intervista-libero-futuro-forza-italia-silvio-berlusconi-uscita-euro-senza-danni-.html

    Io me la sono gustata! A voi la lettura se non l’avete già fatto!

    Spero che l’ultima parte sia diretta a nuora perché suocera intenda…anche se capisco il disappunto e il rigetto per questa politica, Lei abitutato all’esaltante periodo del ’94! Ma abbiamo bisogno di Lei! Lasci comunque una porticina aperta tra una perla di economia e l’altra… di questo non possiamo proprio farne a meno!

    Saluti,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. am 28 settembre 2016 alle 2:54 pm

      Grazie, caro Alberto!

      am

      Rispondi ↓
    2. Pierpaolo Sette 30 settembre 2016 alle 1:05 pm

      Davvero ottima e ricca di spunti! Grande professore come sempre, come ottima l’intervista da Porro di ieri sera.
      Con affetto e stima immensa,
      Pierpaolo Sette

      Rispondi ↓
      1. am 30 settembre 2016 alle 3:35 pm

        Grazie, caro Pierpaolo!

        am

        Rispondi ↓
  97. Matteo Napoletano 22 settembre 2016 alle 6:21 pm

    Presidente Martino
    Non vedo l’ora di ascoltare la sua intervista a Nicola Porro.
    Il professor Antonio Martino dovrebbe essere una presenza fissa della trasmissione per educare gli italiani, campioni di Statalismo, felici in uno Stato tassatore assassino e illustrare loro cos’è la libertà!!!
    Saluti Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. am 23 settembre 2016 alle 7:11 am

      Grazie, caro Matteo. Spero sia venuta bene.
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
      1. Alberto P. 23 settembre 2016 alle 9:09 am

        Grande notizia! La guarderò appena riesco a trovarla online, non vedo l’ora!

        Forza Professore, siamo tutti con Lei!

        Saluti,
        Parrini

        Rispondi ↓
        1. am 23 settembre 2016 alle 2:57 pm

          Grazie, caro Alberto!

          am

          Rispondi ↓
        2. Tenerone Dolcissimo 26 settembre 2016 alle 8:40 am

          Appena la trova pf la comunichi qui

          Rispondi ↓
  98. Alberto P. 16 settembre 2016 alle 10:02 am

    Caro Professore,

    Interessante questa Sua ultima risposta. Mi piacerebbe capire meglio un punto specifico, che genera tra l’altro discussioni infinite tra me e mio padre. Premesso che l’ideale europeo sia ben lungi dall’essere raggiunto e che questa Europa andrebbe rifondata da cima a fondo, vorrei però chiarire meglio quando si parla dell’austerità impostaci dall’Europa. Di cosa esattamente si parla? Si parla di rispettare i vincoli di Maastricht? Quindi:
    – rapporto deficit/PIL inferiore al 3%
    – Rapporto debito pubblico/PIL inferiore al 60% (da cui l’Italia e Belgio vennero all’inizio esantati per ovvie ragioni)

    Ma soprattutto, è l’Europa che ci impone anche COME raggiungere questi obiettivi? Oppure questo sta a noi?

    Perché io credo che un punto importante sia proprio questo: come raggiungere questi obiettivi (fermo restando che possano risultare vecchi e non adatti ai tempi). E allora mi chiedo:
    – E’ l’Europa che ci ha imposto di NON tagliare la spesa pubblica ma di aumentare le tasse e strozzare i cittadini italiani?
    – E’ l’Europa che ci impone un total tax rate del 70% sulle imprese?
    – E’ l’Europa che ci impone di non privatizzare il patrimonio pubblico per diminuire il debito?
    – E’ l’Europa che ci impone di avere 3500000 dipendenti pubblici?
    – E’ l’Europa che ci impone di avere una magistratura politicizzata che punta solo alla spettacolarizzazione mettendo in carcere persone e buttando via la chiave (tra l’altro cade in questi giorni i 30 anni del processo Tortora!)?
    – E’ l’Europa che ci impone di avere le idrovore Regioni, gli 8000 comuni e una sanità che fa acqua da tutte le parti?
    Potrei continuare….ma insomma in definitiva, è l’Europa che ci ha imposto di far fare l’austerità ai cittadini italiani e non all’apparato pubblico Statale?

    Se la risposta è SI, allora concordo perfettamente con chi vuole uscire (anche se bisogna intendersi poi per fare cosa…vedi sotto).
    Se la risposta è NO, come io credo (ma sono pronto a correggermi qualora così non fosse), allora scusate ma qui siamo di fronte:
    – ad una mancanza di volontà politica nel riformare (vedasi anche i governi Berlusconi con politiche Tremontiane e non Martiniane a parte la parentesi del 1994)
    – ad una volontà politica (e forse di mentalità nazionale) di attuare politiche Keynesiane e stataliste (vedi governi di sinistra, Monti e compagnia bella) e di campare alle spalle di quei pochi che in Italia producono e si spaccano la schiena nonostante abbiano di fronte uno Stato ladro che gli succhia reddito ed energie perseguitandoli.

    Si dice che uscire dall’euro ci darebbe sovranità monetaria e ci toglierebbe dai vincoli di Maastricht, bene, OTTIMO! Ma la domanda è per fare cosa?
    Per svalutare e fare più spesa pubblica? Beh allora…NO GRAZIE!
    Per aumetare quindi il debito pubblico sfondando il tetto del 3%? Beh allora…NO GRAZIE!
    Etc. etc.

    Se ci fosse Lei, caro Professore, non esiterei un istante, Le affiderei ad occhi chiusi l’uscita dall’euro e la rinascita dell’Italia, perché sono super sicuro che farebbe le riforme necessarie utilizzando saggiamente la sovranità monetaria, riducendo tasse, burocrazia, spesa pubblica e debito. Ma siamo davvero sicuri che vogliamo affidare tutto ciò al PD oppure a Grillo? Sì certo sotto un profilo ideale, la risposta sarebbe comunque SI’, ma sotto l’aspetto pratico e di risultati futuri…beh Dio ce ne scampi!

    Siamo tutti con Lei, caro Professore!

    Saluti,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. am 16 settembre 2016 alle 3:28 pm

      Caro Alberto,
      lei ha ragione: le cose da fare a noi sono chiare e non è certo l’UE a impedirci di farle. E’ anche vero che, per esempio in campo fiscale, potremmo e dovremmo fare ciò che gli eurocrati non vogliono; un’unica, e bassa, aliquota di imposizione diretta sia sulle persone sia sulle società, e altro. Voglio dire che i vincoli europei non ci assolvono per le gravi inadempienze in tema di riforme, ma esistono comunque e in alcuni casi sono molto dannosi.
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
    2. am 17 settembre 2016 alle 3:47 pm

      Caro Alberto,
      in realtà, la risposta è NI! Non è cero l’Europa ad imporci di insistere con politiche sbagliate, ma se, per esempio, decidessimo di adottare una flat tax al 15%, è assai probabile che gli eurosauri protesterebbero. L’influenza delle autorità (sic) europee non è nevessariamente esplicita e legata a regole scritte, è piuttosto implicita e potenzialee determina comportamenti uniformi da parte delle autorità nazionali. Questo, ovvviamente, pone il quesito del perchè le autorità nazionali non ignorino questa potenziale minaccia, facendo quanto sarebbe necessario. Non lo so, ma la cosa mi spaventa molto più di quanto non farebbero regole scritte e certe.

      am

      Rispondi ↓
      1. Tenerone Dolcissimo 19 settembre 2016 alle 7:45 am

        IO ho l’impressione che gli eurosauri contassero sul fatto che le spese non sarebbero diminuite e le tasse aumentate
        Il tutto per distruggere l’Italia che è il vero scopo dell’euro

        Rispondi ↓
      2. Alberto P. 21 settembre 2016 alle 1:45 pm

        Caro Professore, caro TD,

        Grazie per le risposte.
        Sì certo gli eurosauri protesterebbero sicuramente per la flat-tax, ma qui appunto entra in gioco la capacità di leadership di un governo e di riflesso della nazione che rappresenta. Anche con le politiche fiscali irlandesi la UE protesta, così come per la multa che vorrebbe commissionare all’Irlanda per il caso APPLE. Ma l’Irlanda (giustamente!) si guarda bene dal divergere dalla sua strada e con forte volontà politica e capacità di assumersi responsabilità tiene testa e va avanti. Tutto qui!

        Quindi facciamo come l’Irlanda e prendiamo la strada di politiche corrette e non nascondiamoci dietro la seppur ingombrante inerzia eurosaura dell’UE.

        E si, caro TD, gli eurosauri contano proprio sulla nostra incapacità di dimunuire le tasse e spesa pubblica! Certo! Che lo scopo sia distruggere l’Italia non ne sono sicuro…che sia invece sfruttare le incapacità e la debolezza dell’Italia a loro vantaggio invece sì! Ottima la risposta nei classici!

        Saluti,
        Parrini

        Rispondi ↓
    3. Tenerone Dolcissimo 21 settembre 2016 alle 7:57 am

      Colpa dei predatori tedeschi e della UE o della nostra classe politica altrettanto predatrice?!?!?!?!?!?!!?
      Ah, saperlo…!
      Come sempre la risposta è nei classici.
      Leggete attentamente e meditate.
      https://it.wikisource.org/wiki/Adelchi/Coro_dell%27atto_terzo

      Rispondi ↓
  99. Tenerone Dolcissimo 15 settembre 2016 alle 12:48 pm

    Caro Professore, come sta? Spero che le sue vacanze siano state quanto meno rilassanti e le auguro una proficua stagione invernale.
    Tanto per ravvivare il dibattito ho una domanda per lei che mi frulla per la mente da qualche settimana.
    LE RISULTA QUANTO OGNI TANTO RIFERITO DA QUALCHE GIORNALISTA E RIPRESTO A TRATTI DAL WEB CHE SILVIO BERLUSCONI AVEVA INTENZIONE, PRIMA DI ESSERE CACCIATO DA NAPOLITANO DEL 2011, DI FAR USCIRE L’ITALIA DALL’EURO E CHE ADDIRITTURA TRATTATIVE IN TAL SENSO ERANO STATE AVVIATE SIA PURE IN FASE PRELIMINARE?
    La ringrazio e cordialmente la saluto.

    Rispondi ↓
    1. am 15 settembre 2016 alle 2:50 pm

      Caro TD,
      anzitutto, ben ritrovato. Grazie, l’estate è trascorsa bene, anche se mi sono reso conto che il passare degli anni lascia qualche segno. Non mi risulta che SB avesse quel progetto e tenderei a escluderlo: è un tema sul quale non abbiamo necessariamente le stesse idee. E’ vero, però, che ha a lungo coltivato l’idea dell’adozione di una moneta parallela che, se accettata, ci consentirebbe di fare a meno dell’euro, del quale SB non ama l’austerità impostaci da altri paesi e le limitazioni che comporta per la nostra sovranità in politica economica. A ben pensarci, quindi, anche se a me la cosa non risulta, la notizia potrebbe anche avere qualche elemento di verità.

      am

      Rispondi ↓
  100. urbanista_liberale 10 settembre 2016 alle 1:45 pm

    Caro Professore
    Mi e ‘ sempre più difficile interpretare i tempi presenti anche dal punto di vista Liberale, sono un architetto digiuno di economia e solo istruito dal suo comunque sempre mitico blog . Da profano dunque faccio la seguente considerazione : Friedrich Von Hayek pubblicò il celeberrimo “The Road to Serfdom “ nel 1945 (quando negli Usa Il presidente Roosevelt applicava politiche Keynesiane del New Deal) , per mettere in guardia dai rischi dello Statalismo . Anche Margaret Thatcher , quando nel 1950 era studentessa universitaria si innamoro perdutamente del grande libro di Hayek . Negli anni ’80 fu il “nostro periodo” con l’esplodere della globalizzazione con Reagan e la Thatcher al potere . Mi domando cosa non ha funzionato nella globalizzazione e cosa rimane del libro di Hayek nel periodo attuale , in cui la crisi attanaglia moltissimi Stati e l ‘ Europa globalizzata, mettendo a rischio la Liberta’ stessa .Cosa non ha funzionato nella Finanza globalizza ? cosa dispiacerebbe a Hayek ? Forse che non sono state scritte le regole giuste? Ci vorrebbe una nuova Bretton Woods ( ma dei Liberali , non dei Keynesiani ) per stabilire delle nuove regole ? o cosa altro ? Chiedo venia per la mia ignoranza anche nel formulare le domande , e mi commuove sempre pensare che lei questi grandi e geniali personaggi li a conosciuti personalmente tutti .
    Cordiali saluti
    Giovanni

    Rispondi ↓
    1. am 10 settembre 2016 alle 3:27 pm

      Caro Giovanni,
      sono convinto che l’andamento della storia somigli al movimento di un pendolo: per un certo periodo si segue la via della libertà e dello sviluppo, poi gradatamente la tendenza si inverte e prevalgono le tendenze stataliste. Noi abbiamo avuto un trentennio di politiche liberali o quasi, ora siamo nel mezzo del ciclo opposto. Vedrà che, prima o poi, le cose costringeranno a ripensare alle tendenze in atto e indurranno ad invertire nuovamente la rotta. Non so quando questo accadrà ma non credo che dovremo attendere a lungo: l’andazzo statalista sta già mostrando i suoi limiti e prima o poi lo rimetteremo in discussione. Hayek, Friedman e gli altri giganti del pensiero liberale avevano visto giusto, ma nessuno di loro ha mai sostenuto che, un volta imboccata la “via verso la libertò”, non la si lascerà più. Il futuro è certamente nostro ma non sappiamo quale, quando la libertà sarà davvero la temdenza prevalente senza rivali. Se vuole trarre consolazione dall’andamento storico, faccia l’inventario delle tesi liberticide definitivamente sconfitte, scoprirà che è molto lungo.
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
  101. GEOMETRA 67 7 settembre 2016 alle 5:02 pm

    Chiedo scusa per l’intromissione ma sia come affezionato lettore di questo blog,sia come votante F.I. della prima ora, vorrei porre in evidenza un grande motivo che ha portato all’abbandono di F.I. di molti amici votanti.La delusione è stata devastante non solo per le promesse mancate,ma soprattutto per il trasformismo parlamentare!Riproporre la formula del’94 viene benissimo ma senza un regolamento in F.I. che cerchi di ridurre il non vincolo parlamentare aggirando in qualche modo la Costituzione potrebbe essere una battaglia persa in partenza!Con stima G.M.

    Rispondi ↓
  102. Massimo B. 7 settembre 2016 alle 1:25 pm

    Caro Professore,
    è vero, è dura, forse durissima. Ma non bisogna mai arrendersi. Parisi, al momento, sembra offrire un doveroso e speranzoso ritorno alle origini. Va supportato. Attendo con ansia le sue pillole economiche, magari in anteprima su questo blog.

    Un caro saluto,

    Massimo B.

    Rispondi ↓
    1. am 10 settembre 2016 alle 10:06 am

      Caro Massimo,
      arrendersi? Mai! Come si dice in Sicilia, “Come ‘nesce, si cunta”. Aspettiamo di vedere come andrà a finire!
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
  103. Alberto P. 6 settembre 2016 alle 8:38 am

    Caro Professore e cari ADAM,

    Spero abbiate passato tutti delle vacanze rilassanti ed assieme alle persone che contano per voi.
    Scrivo per ri-attivare un po’ la discussione…movimenti in FI, Parisi e il suo tentativo di ri-organizzare, cosa ne pensa Professore? Da parte mia lo scetticismo è d’obbligo, a meno che non sia Lei coinvolto e può quindi darci un barlume di speranza che si torni davvero al ’94!

    Siamo tutti con Lei,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. am 6 settembre 2016 alle 3:27 pm

      Caro Alberto,
      grazie per uqesto suo commento. Da più di un mese questo blog è deserto! Ho telefonato a Parisi per augurargli buona fortuna nel suo tentativo, ma ho il timore che la matassa sia eccessivamente imbrogliata. Vedo il futuro con timore: il centro-destra è a pezzi e non sembra possibile resuscitarlo, il PD è molto diviso e i 5 stelle, malgrado il fallimento della giunta Raggi, ancora in grado di creare problemi. L’economia va male, la demografia peggio e ls determinaziona a far uscire l’Italia dal pantano quasi assente.Ma non disperiamo, non serve a nulla!

      am

      Rispondi ↓
      1. Alberto P. 6 settembre 2016 alle 4:21 pm

        Caro Professore,

        Grazie per la risposta. Sono contento che si sia sentito con Parisi e spero che Lei possa avere un ruolo in questa fase di transizione. Ma come Lei ha ben detto la mattassa è molto imbrogliata! Credo sia necessario un rinnovamento, ma soprattutto bisogna ripartire dal ricostituire la fiducia perduta nell’elettorato, ammettendo in primis gli errori di 20 di promesse non mantenute e poi riaccendendo di nuovo la fiamma liberale del ’94 più forte di prima…la vedo dura!

        Sarebbe interessante Lei facesse una mini-serie di pillole/mini-lezioni di economia prendendo spunto da problemi/fatti d’attualità. E’ una cosa che sta già facendo, ma sarebbe interessante farlo in maniera più strutturata, prendendo di petto un argomento e sviscerarlo un po’ per punti.
        Mi scusi l’impudenza, ma era giusto così…un pensiero di fine estate!

        Saluti,
        Parrini

        Rispondi ↓
        1. am 7 settembre 2016 alle 8:51 am

          Caro Alberto,
          la cosa mi è già stata proposta e non mi tirerò indietro. Tuttavia, concordo con lei: la vedo veramente dura a questo punto!

          am

          Rispondi ↓
        2. Tenerone Dolcissimo 7 settembre 2016 alle 12:10 pm

          Mi associo. Tali pillole dovrebbero anche far capire chi sono veramente i liberali ed evitare che si infiltrino fra le nostre fila squallidi individui come Monti

          Rispondi ↓
      2. giuseppe sinatra 10 settembre 2016 alle 9:14 am

        Buongiorno è ben ritrovati, se il blog è in stagnazione non è colpa di nessuno ma solo perché non c’è niente che stimoli una discussione degna di nota. Certo ripetere certi concetti è utile e proprio per questo motivo vorrei ricordare una battuta del nostro Prof. Ma che potrebbe diventare risolutiva di tanti problemi. Mi riferisco alle elezioni. È ormai un fatto che chiunque può diventare sindaco o premier per cui invece di spendere soldi per la macchina elettorale tanto vale fare una bella estrazione con tanto di show presentatore e vallette. Magari per evitare defezioni si mettono nell’ urna solo coloro che vogliono quel posto.
        Si accettano proposte aggiuntive
        Saluti gs

        Rispondi ↓
        1. am 12 settembre 2016 alle 3:31 pm

          Ben detto, caro Giuseppe!

          am

          Rispondi ↓
  104. Lucio 31 luglio 2016 alle 12:15 pm

    Ecco cos’è la proprietà privata per il sindaco di Livorno Nogarin dei CinqueStelle.
    Il sindaco potrà requisire temporaneamente immobili privati.
    http://www.quotidiano.net/livorno-case-sfratti-1.2387711
    Dall’articolo: «Rientra nelle prerogative del sindaco – dice lapidario Nogarin – che può agire anche in questo modo in caso di emergenza. Questa mozione approvata rafforza tale capacità operativa del sindaco di intervenire con mezzi eccezionali per governare l’emergenza abitativa».

    Rispondi ↓
    1. AM 31 luglio 2016 alle 3:16 pm

      Caro Lucio,
      persino un sindaco ritiene di poter violare impunemente i diritti di proprietà in nome dell'”interesse pubblico”! Siamo alla frutta,

      am

      Rispondi ↓
      1. Matteo Annovazzi 2 agosto 2016 alle 2:39 pm

        Buongiorno Professore,

        vorrei fornirle un paio di spunti per eventuali sue riflessioni sugli argomenti sotto menzionati. Il filo conduttore è lo stesso: il denaro visto come il diavolo assoluto.

        1) Questa mattina alla radio ho udito le dichiarazioni di papa Bergoglio sul denaro nell’economia, che riporto dal sito de Ilgiornale.it:
        “Durante la conferenza stampa in diversi hanno voluto sapere perché, dopo gli attentati rivendicati dall’Isis e l’uccisione di padre Jacques Hammel, papa Francesco abbia sempre parlato di terrorismo senza mai citare l’islam. “Il terrorismo è dappertutto – ha ribattuto Bergoglio – il terrorismo cresce quando non c’è un’altra opzione mentre al centro dell’economia mondiale c’è il dio denaro e si caccia via la meraviglia del creato, l’uomo e la donna – ha concluso – questo è un terrorismo di base, contro tutta l’umanità”.”

        2) domenica ho partecipato alla Messa in una parrocchia della mia città. A parte l’assenza di mussulmani, il sacerdote ha concluso l’omelia affermando: “Il bene dall’uomo si raggiunge solo in solidarietà”.
        Affermazione ancora più assurda perché pronunciata da un prete giovanissimo. Anche i nuovi prelati confondono il cristianesimo con il socialismo.
        Possibile che a più di 200 anni da Adam Smith siano ancora così ignoranti?! Sarebbe interessante che gli aspiranti preti leggessero in seminario la Ricchezza delle Nazioni, per sviluppare un maggior senso critico.
        Il fornaio che vende il pane non è solidale, fa il suo interesse, ma anche il tuo bene e alla società intera.
        Il 99,99% dei sacerdoti sostengono che l’occidente è ricco perché sfrutta i paesi poveri, il che significa presupporre che il reddito sia un dato fisso, mentre è un flusso, che può anche variare. La “torta” può crescere o calare, non è sempre uguale! Lo vediamo molto bene in questi anni di crisi…
        Dato che solitamente i sacerdoti sono persone colte e preparate, perché non approfondire un po’ di più prima di parlare?

        Un cordiale saluto.

        Rispondi ↓
  105. urbanista_liberale 30 luglio 2016 alle 4:30 pm

    Caro professore , ma non le sembra che Renzi proponendo di far ripartire ( con soldi Statali ) l’Ilva di Taranto persegua
    vecchie politiche Democristiane ? Se l’ Ilva fosse chiusa la Puglia diventerebbe una California Europea un polo si sviluppo turistico – gastronomico
    con Pizzaioli , bagnini e agricoltori anarco liberali invece di operai statalisti che votano PD .
    Cordialità ‘ e buone vacanze . Chissa’ che la nuova Forza Italia di Parisi liberal- popolare ( come l’ha definita )
    ci sia piu voce per lei ? l’ unico e irripetibile Faro Liberale Italiano
    Giovanni Urbanista Liberale

    Rispondi ↓
    1. AM 31 luglio 2016 alle 3:20 pm

      Caro Giovanni,
      l’IRI fu una creazione fascista, adottata con entusiasmo dai catto-comunisti stile “mortadella”. L’IRI non c’è più ma le idee che la fecero nascere sono ancora vive. Detto questo, non sono certo che, chiudendo l’Ilva, la Puglia diverrebbe una California italica. Quanto a Parisi, al futuro del centro-destra e alla mia partecipazione ad esso non so risponderle. Devo ancora capire cosa sta succedendo.
      Buone ferie,

      am

      Rispondi ↓
  106. Matteo Napoletano 29 luglio 2016 alle 12:30 pm

    http://www.brunoleoni.it/buon-compleanno-milton
    Saluti Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. AM 30 luglio 2016 alle 7:53 am

      Caro Matteo,
      il 31 luglio del 2006 – dieci anni fa – telefonai a Milton per fargli gli auguri. Aveva saputo che, avendo perso le elezioni, il governo Berlusconi era caduto. Quando sentì la mia voce esclamò: “Antonio, you are out of business”! E’ stata l’ultima volta che ci siamo sentiti, in agosto se n’è andato. La nostra è stata un’amicizia durata 40 anni (1966-2006) e non lo dimentico.
      Buone ferie,

      am

      Rispondi ↓
  107. Pietro Barabaschi 27 luglio 2016 alle 12:18 pm

    Michele Boscolo
    10 luglio 2015 ·
    7 ore fa ·
    AUSTRALIA DA’ LEZIONE DI CIVILTA’ A TUTTO L’OCCIDENTE!!
    Ai musulmani che vogliono vivere secondo la legge della Sharia Islamica, recentemente è stato detto di lasciare l’Australia, questo allo scopo di prevenire e evitare eventuali attacchi terroristici.
    Il primo ministro John Howard ha scioccato alcuni musulmani australiani dichiarando:
    GLI IMMIGRATI NON AUSTRALIANI DEVONO ADATTARSI!
    “Prendere o lasciare, sono stanco che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la loro cultura. La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da milioni di uomini e donne che hanno ricercato la libertà.
    La nostra lingua ufficiale è l’INGLESE, non lo spagnolo, il libanese, l’arabo, il cinese, il giapponese, o qualsiasi altra lingua. Di conseguenza, se desiderate far parte della nostra società, imparatene la lingua!
    La maggior parte degli Australiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di cristianesimo, d’influenza della destra o di pressione politica, ma è un fatto, perché degli uomini e delle donne hanno fondato questa nazione su dei principi cristiani e questo è ufficialmente insegnato. E’ quindi appropriato che questo si veda sui muri delle nostre scuole. Se Dio vi offende, vi suggerisco allora di prendere in considerazione altre parti del mondo come vostro paese di accoglienza, perché Dio fa parte delle nostra cultura. Noi accetteremo le vostre credenze senza fare domande. Tutto ciò che vi domandiamo è di accettare le nostre, e di vivere in armonia pacificamente con noi.
    Questo è il NOSTRO PAESE; la NOSTRA TERRA e il NOSTRO STILE DI VITA. E vi offriamo la possibilità di approfittare di tutto questo. Ma se non fate altro che lamentarvi, prendervela con la nostra bandiera, il nostro impegno, le nostre credenze cristiane o il nostro stile di vita, allora vi incoraggio fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà australiana: IL DIRITTO AD ANDARVENE. Se non siete felici qui, allora PARTITE. Non vi abbiamo forzati a venire qui, siete voi che avete chiesto di essere qui. Allora rispettate il paese che Vi ha accettati”.

    Carissimo Professor Martino,
    il 10 luglio 2015 il signor Michele Boscolo scriveva il pezzo sovrastante. tratto oggi da Facebook, Mi scuso di uscire dl tema abituale, ma, con l’orrore con cui ci tocca ormai convivere, penso che un suo intervento sarebbe oltremodo utile.

    Siamo in guerra, ed allora guerra sia. Aggiungo che forse, ripeto forse, se la parte idonea del Paese cui mi onoro di appartenere e che amo, ove, dicevo, le persone idonee avessero la facoltà di essere armate, i terroristi starebbero molto più attenti ad esporsi, ad eccezione dei Criminali/folli che anzi cercano la morte. E’ questa la mia convinzione, dopo tante ma tante discussioni fatte con persone di ogni tipo.

    Temo che lei non sia d’accordo, ma la mia convinzione questa volta è irremovibile. Basta assistere a cattiveria+follia limitandosi il giorno dopo ogni tragedia ad esprimere le solite litanie.

    Basta anche assistere ad un Presidente del Consiglio che, mente assieme al Presidente Hollande ed alla Cancelliera Mrekel presenziavano all’ennesimo funerale, esibiva e guardava un telefono cellulare (vedere mia pagina personale si Facebook).

    Spero non me ne voglia per la durezza con cui mi esprimo, ma preferisco morire arma in pugno prima che mi si tagli il collo o lo si tagli a qualcuno dei nostri figli.

    Colla profonda stima di sempre ed i più cordiali saluti.

    Pietro Barabaschi

    Rispondi ↓
    1. AM 27 luglio 2016 alle 5:19 pm

      Caro Barabaschi,
      come quasi sempre, sono pienamente d’accordo con lei. Uno Stato che disarma i suoi cittadini, impedendo loro di difendersi se attaccati, non è uno Stato liberale, è un regime liberticida. Quanto agli immigranti, lei sa che credo fortemente che siano utili se non necessari, ma, ovviamente, a condizione che rispettino le nostre leggi e il nostro stile di vita. Così come non credo ad una politica di porte chiuse, non credo affatto ad una politica di accoglienza senza condizioni. Vengano pure in Italia, ma rispettino le leggi, le usanze e il modo di vivere italiano. Personalmente, toglierei il crocefisso dalle aule dei tribunali e lo sostituirei con la bandiera italiana: la nostra è giustizia di Stato, non di Dio! Ma gli immigrati devono rispettare il crocefisso se e dove intendiamo mostrarlo. Le mie fosche previsioni, ribadite anche su questo blog ad nauseam, si stanno puntualmente verificando<. siamo in guerra e non l'abbiamo dichiarata noi. Troviamo il coraggio di capire che ci sono ottimi motivi per difenderci dall'aggressione dei terroristi e di riconoscere che la nostra civiltà è certamente superiore alla loro barbarie.

      am

      Rispondi ↓
  108. Alberto P. 26 luglio 2016 alle 3:25 pm

    Caro Professore e cari ADAM,

    Che ne pensate del ruolo di Parisi? Io credo che possa smuovere qualcosa…

    Un’altra domanda per Lei Professore è la seguente.
    Ho riletto con interesse i libro “Stato vs Proprietà” di Rothbard, nel quale nella parte più interessante secondo me, affronta il tema dei diritti di proprietà.
    Per Rothbard, i diritti di proprietà sono “il fondamento più essenziale dei processi di mercato”. Oltre a stilare una sua teoria sui diritti relativi di proprietà,
    si scaglia contro anche i liberisti/utilitaristi (Coase e Demsetz) in quanto essi accettano che possa essere lo Stato in ultima istanza ad assegnare i diritti di proprietà basti che esso riduca al minimo i costi sociali complessivi di transazione. Costi che Rothbard sono per definizione soggettivi e quindi rigetta come non valido il criterio scelto dagli utilitaristi.
    Secondo Rothbard, infatti, non dovrebbe essere lasciato allo Stato, in modo arbitrario, il potere di decidere ma si dovrebbe procedere per “homesteading” o colonizzazione delle terre vergini (vedi sua teoria di giustizia relativa ai diritti di proprietà).

    Sebbene possa avere un certo rigore logico, credo che la posizione di Rothbard sia utopistica… Come la pensa Lei professore e cosa diceva a riguardo il grande Milton Friedman?

    Saluti,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. AM 26 luglio 2016 alle 3:47 pm

      Caro Alberto,
      non so cosa pensasse Milton Friedman sul punto specifico. So cosa pensava del teorema di Coase, che considerava una delle più grandi scoperte del pensiero economico-giuridico, e di Rothbard, che considerava un dogmatico eccessivo. Quanto a me, ho conosciuto sia Rothbard che Coase e Demsetz. Trovavo simpatico Rothbard, ma tendevo ad essere d’accordo con Milton su di lui, e considero Coase e Demsetz due grandi pensatori liberali. In particolare, il teorema di Coase, anche se di non intuitiva comprensione, è di enorme importanza. Sono anch’io, come Rothbard, riluttante a riconoscere allo Stato ruoli di alcun genere ma, forse a differenza di Murray, lo ritengo un male ineliminabile.
      Buone ferie,

      am

      Rispondi ↓
      1. Alberto P. 26 luglio 2016 alle 7:23 pm

        Caro Professore,
        Grazie per l’esaustiva risposta, e come al solito… come non concordare con Lei!

        Buone ferie anche a Lei e a tutti gli ADAM.

        Saluti,
        Parrini

        Rispondi ↓
  109. Matteo Napoletano 21 luglio 2016 alle 10:38 am

    Presidente Martino
    Sa dirmi qualcosa in merito al Corpo di Gendarmeria Europea?
    A quale Comando appartiene?
    Qual’è il suo ruolo operativo e in che contesto opera?
    Saluti Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. am 21 luglio 2016 alle 3:45 pm

      Caro Matteo,
      il corpo di Gendarmeria Europea è stato creato, credo, nel 2004. Su mia richiesta, il suo comando ha sede a Vicenza. Ospita rapppresentanti di polizie a statuto militare di vari Paesi membri dell’UE. Il suo obiettivo è insegnare ai partecipanti il modus operandi dell’Arma dei Carabinieri, che sono il modello cui tutti vogliono ispirarsi. Non so cosa sia stato fatto da allora, ma l’idea era buona, perché l’Arma è un modello insuperabile per le polizie a statuto militare, essenziali per le missioni internazionali.
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
  110. Antonio Pio Masciotra 15 luglio 2016 alle 5:25 am

    Chiarissimo Professor Martino,
    penso che nella vita di ogni essere umano (e per riflesso anche della societò) ci siano le fasi di crescita alternate in maniera ed in tempi e ritmi variabili a quelle di flessione. Queste ultime possono essere veramente dure per le persone fino a farle sentire sopraffatte e svuotate di energie di fronte ad un caos nel quale non riescono più ad orientarsi. Situazioni di questo genere si verificano anche nella vita delle ‘macchine’ come quelle che io utilizzo tutti i giorni da medico radiologo per cercare di capire quale sia la causa del malessere che affligge le persone che si rivolgono a me. L’ingegno umano che ha prima progettato e poi realizzato gli strumenti estremamente sofisticati che io utilizzo quotidianamente li ha dotati comunque di un ‘tasto magico’ denominato ‘reset’, premendo il quale la macchina ‘impallata’ sostanzialmente riparte da zero, verifica tutti i suoi processi interni, corregge gli errori che identifica ed il più delle volte ricomincia a funzionare correttamente. E quando vedo la macchina ripartire nella sua funzione normale non Le nascondo che provo un sentimento di grande sollievo da una parte misto all’ammirazione senza limiti verso l’ingegno che ha realizzato uno strumento che ha del ‘miracoloso’! Ebbene la mia impressione è che la fase storica che stiamo ‘vivendo’ (in realtà ‘subendo’) sia in tutto simile al ‘default’ di funzionamento delle macchine che ho descritto. E sento la necessità di cercare il tasto ‘reset’, la cui esistenza è subordinata al fatto che qualche grande mente lo abbia concepito e qualche grande mano lo abbia realizzato con i migliori materiali e strumenti. In sostanza penso che la nostra società vada riavviata e riprogrammata dalle Menti Aperte che diano il proprio contributo a riscrivere le norme del contratto sociale ripartendo ‘da zero’. Forse era questo lo spirito che animò i Membri della nostra ‘Assemblea Costituente’. Le Menti Aperte sono tali se innanzitutto non hanno tabù o scheletri negli armadi. Da ‘uomo qualunque’. ad esempio, non riesco a capire il motivo per cui non si cerchi di interrompere le tempeste dei mercati finanziari mettendo fine alla possibilità degli Istituti Finanziari di essere quotati in Borsa. Nella sua accezione etica la Borsa dovrebbe essere il posto dove le Aziende si presentano al mercato descrivendo la propria storia, la propria condizione attuale ed i propri progetti di sviluppo nella speranza di convincere i risparmiatori a sostenerle finanziariamente. Ed il valore della quotazione di un’Azienda non può avere oscillazioni con ritmi forsennati, proprio perchè l’andamento e lo sviluppo della sua attività richiede tempi medio/lunghi. Ed in uno Stato che si rispetti non è ammissibile che chi raccoglie il risparmio con gli sportelli bancari abbia la possibilità di raccoglierne altro quotandosi in borsa e sottraendo ossigeno alle Aziende della produzione. La ringrazio per la pazienza.

    Rispondi ↓
  111. PM 12 luglio 2016 alle 7:07 am

    Professor, piacerebbe un overview su Iraq, Afghanistan e resto dei paesi nord africani e medio orientali, dopo che Obama è salito. A distanza accusano tanto Bush e Blair, ma quali sono stati i principali errori della amministrazione Obama? In particolare un comento su Generale Petreaus che Obama ha ritirato del Iraq con promozione a capo della CIA.

    Rispondi ↓
    1. am 12 luglio 2016 alle 8:06 am

      Caro PM,
      ottimo suggerimento! Sto andando alla Camera ma, nei prossimi giorni, spero di farci un pezzullo. Grazie.

      am

      Rispondi ↓
  112. Franco Cattaneo 7 luglio 2016 alle 8:39 pm

    Caro Professore,
    ritorno su una discussione di ieri su statistica ed econometria per sottoporle, da profano, un caso che mi intriga personalmente.
    Alle 6.00 p.m. del 25 aprile (San Marco) scorso stavo infruttuosamente cercando di trovare on-line da scaricare il libro (pubblicato nel 1986) “Racetrack Betting. The Professors’ Guide to Strategies” di Peter Asch (1938-1990) e Richard E. Quandt (1930), quando, su un sito francese di vendite all’asta a me sino ad allora ignoto, l’ho trovato in vendita dal 2013 con chiusura dell’asta alle 19.30 dello stesso 25.04.2016 e per il quale nessuno nei tre anni trascorsi aveva presentato offerta. Ho offerto il prezzo base (1.00 €) e me lo sono aggiudicato spendendo 3.90 € (2.90 € di costi di spedizione).
    Peter Asch (per 25 anni alla Rutgers come professore di “Economics”) ha pubblicato, oltre a diversi libri, su “Journal of Financial Economics”, “Journal of Business”, “Journal of Industrial Economics”, “The American Economic Review”, “The Review of Economics and Statistics”, etc., mentre Quandt (nato a Budapest – e già questa sarebbe una garanzia – professore di Economics a Princeton, oltre ai libri, ha pubblicato su “Journal of the American Statistical Association”, “Journal of Econometrics”, “Econometrica”, “Operations Research”, “The American Economic Review”, etc., riviste tutte che, da non cultore della materia, debbo ritenere abbastanza autorevoli: credo che non si stia parlando di due pisquanotti italioti.
    Il loro interesse per il mercato delle scommesse sulle corse dei cavalli, oltre alla passione per le corse stesse, era professionalmente dettato dal potersi analizzare tale mercato come “mercato perfetto” e poterne quindi trasportare il modello matematico ad altri mercati (ad esempio a quello borsistico).
    Ora, senza alcun inutile sfoggio di modestia, ritengo di essere stato, fino al mio trasferimento in Russia (a partire dal quale ho perso ogni contatto con il mondo reale), pur senza essere uno scommettitore, un vero esperto di cavalli, per giunta dotato di occhio “clinico” nel valutarli al tondino e di approfondite conoscenze storico-teoriche, soprattutto per quanto riguarda il “thoroughbred”.
    Da ragazzino avevo un amico, se così posso chiamarlo data la differenza di età, soprannominato Candeggina perché proprietario con il padre di una media azienda di detersivi, che in realtà era uno scommettitore professionista (molto bravo e vincente: le sue giocate – rigorosamente, da vero liberale, presso i “clanda” per ottenere quote non tosate dallo stato – erano sempre superiori, anni ’60, al milione di lire) che mi ha dettato, scolpendole nella pietra, alcune semplici regole: 1. Gioca solo sul campo che conosci (San Siro galoppo); 2. Gioca solo dopo aver visto i cavalli; 3. In una giornata di corse ci sono solo due-quattro corse su cui si può scommettere; 4. Gioca solo piazzati al 20-30%. Nessuna banca ti darà mai tale interesse in due minuti; 5. Una volta scelti i cavalli sulla carta, se ti sono piaciuti all’esame visivo, giocali, altrimenti lasciali stare; 6. Se vinci bene, altrimenti non cambiare il tuo programma. 7. Soprattutto non cercare, se sei in perdita, di rifarti con le grosse quote.
    I due professori anzidetti, dopo sofisticate analisi statistiche, analisi di regressione, analisi delle probabilità soggettive ed oggettive, calcolo delle “rates of return”, valutazione dell’”efficienza”del mercato, arrivano, utilizzando un computer che uno dovrebbe portarsi all’ippodromo per introdurre i flussi di gioco e valutare su questa base, senza sapere chi sono i cavalli che corrono e come sono fatti, quali cavalli giocare, rigorosamente piazzati.
    La stessa cosa che mi raccomandava, molto più scientificamente, Candeggina quasi sessant’anni fa.
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 8 luglio 2016 alle 3:41 pm

      Caro Franco,
      qualcosa sui cavalli so, avendo fatto concorsi ippici da ragazzo per molti anni, ma aborrisco il gioco d’azzardo e le scommesse (nessuno è perfetto!). E’ perfettamente possibile, a mio avviso, che le regole di Candeggina, dettate dal buon senso, siano state confermate dalla rigorosa analisi dei due economisti. Buon senso e logica economica sono molto simili: è per questa ragione che Milton Friedman era convinto che “economisti si nasce, non si diventa”. Lo studio dell’economia migliora la nostra capacità di analisi ma non fa di noi un economista se non lo siamo già! 😉
      Comunque, la sua è una storia interessante, grazie per averla riferita.

      am

      Rispondi ↓
  113. urbanista_liberale 7 luglio 2016 alle 12:49 pm

    Caro professore ,spero si avveri la prima ipotesi della la sua lucida e interessante analisi . Mi colpisce e mi dispiace che nei dibattiti in TV se la prendano tutti con il liberismo ( da Tremonti a Frecciero ) che ha avviato la globalizzazione colpevole della crisi attuale . Tremonti ha detto presentando il suo nuovo libro che la globalizzazione ebbe inizio con il presidente Carter che permise alle banche i derivati e i fondi di risparmio privato prima protetto . Entrambi negativi secondo lui . Vorrebbe tornare a regole sulla finanza che regolamentino vari aspetti ed a una confederazione Europea che dia maggiore autonomia agli stati . Le chiedo se ha senso un autocritica dall’ interno del Liberismo su cosa non ha funzionato sulle regole della Finanza nella globalizzazione o se i problemi sono altri .
    Grazie e Cordialissimi saluti Giovanni

    Rispondi ↓
    1. am 7 luglio 2016 alle 3:28 pm

      Caro Giovanni,
      in un certo senso, la invidio: continua a seguire trasmissioni televisive che ospitano Tremonti e le sue corbellerie. GT non sa di economia e, soprattutto, ha la pretesa di occuparsene non capendone un accidente. Perché continua a farsi irritare gli zebedei dalle fanfaluche del commercialista di Sondrio? Ci sono molti modi migliori di passare il tempo! Con la crisi la globalizzazione e il liberismo non c’entrano, essa è, al contrario, il risultato di interventi statali sbagliati e di politiche controproducenti. Ed è possibile che il oeggio debba ancora venire!

      am

      Rispondi ↓
    2. am 7 luglio 2016 alle 3:30 pm

      Caro Giovanni,
      le avevo risposto, ma la risposta – chissà perché – non è stata pubblicata. Lasci perdere il commercialista di Sondrio e le sue castronerie, non merita attenzione.

      am

      Rispondi ↓
    3. am 7 luglio 2016 alle 3:34 pm

      Caro Giovanni,
      spero che almeno una delle due risposte che le avevo scritto, prima o poi, venga pubblicata.

      am

      Rispondi ↓
  114. Alberto P. 7 luglio 2016 alle 12:34 pm

    Caro Professore,

    Come vede questi cambiamenti ai vertici di FI e ultime relative decisioni di Berlusconi?
    Spero Lei possa riacquistare un ruolo in prima fila non solo per FI (che altrimenti continua la sua lenta morte) ma soprattutto per l’Italia!
    Come si posiziona Rivolta Italia dentro FI?

    Grazie e si ricordi che siamo tutti con Lei,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. am 7 luglio 2016 alle 3:33 pm

      Caro Alberto,
      quanto ai cambiamenti, non so che dirle. Non sono ancora riuscito a parlare con SB, né gli avrei parlato di queste sue scelte. Quanto all’auspicio, la ringrazio per la fiducia, ma dubito che si realizzerà.
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
  115. Alberto P. 6 luglio 2016 alle 2:16 pm

    Cari tutti,
    Un bell’articolo del bravo Porro sull’econometria come dittatura dei giorni nostri…
    http://blog.ilgiornale.it/porro/2016/07/06/leconometria-e-la-dittatura-della-probabilita/?repeat=w3tc

    Credo che questo discorso s’inserisca nel dibattito austriaci vs. friedmaniani sull’uso e sulla capacità dei modelli matematici di predire gli effetti sull’economia reale dell’interazione di milioni di individui sul mercato…Mi sembra caro Professore che lei si ponga contro questo atteggiamento assiomatico degli austriaci!

    A mio modesto modo di vedere la base di partenza è giusta ossia che l’interazione di milioni di individui è difficilmente prevedibile…ma da qui a dire che non si possa dire nulla tramite modelli mi sembra eccessivo.
    Come nella fisica l’uso della meccanica statistica e quantistica ci dice parecchio sullo studio per esempio del comportameto di un gas tramite grandezze medie e funzioni d’onda e di probabilità…cosa che tramite la meccanica classica non sarebbe possibile ottenere dovendo analizzare il comportamento di miliaridi di atomi che interagiscono tra di loro.

    Saluti,
    Parrini

    Rispondi ↓
    1. am 6 luglio 2016 alle 4:41 pm

      Caro Alberto,
      la statistica e l’econometria sono essenziali alla scienza economica. L’abuso dei modelli di previsione è sbagliato e conduce a conclusioni errate, ma questo non dimostra che il dogmatismo di alcuni austriaci – “la verità non ha bisogno di prove” – sia accettabile!

      am

      Rispondi ↓
      1. PM 7 luglio 2016 alle 8:04 am

        Avendo studiato di Vienna il matematico Kurt Goedel, nela pura matematica, ha dimostrato che non esistono sistemi formali senza assiomi che non si possono dimostrare. Qualcuno interpreta la l’incertezza nella matematica (dopo sviluppi di Heisenberg nella fisica) , altri una finestra per dogmi e fede.

        Rispondi ↓
  116. Pietro Barabaschi 5 luglio 2016 alle 4:23 pm

    Carissimo Professor Martino, ,
    Lei è l’ultima persona che deve scusarsi, tanto più che il pasticcio del correttore automatico (gli inglesi lo chiamano con una parola che ora mi sfugge) non dipende da lei. Ho anzi il fondato sospetto che all’interno del suo si sia infilato nottetempo l’illustre dottor, professor, bla bla bla Monti che, ancora poche sere fa, in una trasmissione di…approfondimento, ha detto tante di quelle idiozie…altro che scuse!
    In attesa di uno dei suoi robusti pezzi che ci danno la spinta a continuare la semina della libertà , sperando di poterla rivedere le porgo i più cordiali saluti.
    Pietro Barabaschi

    Rispondi ↓
    1. am 6 luglio 2016 alle 8:33 am

      Caro Barabaschi,
      ci riprovo. Scrivero’ presto qualcosa. Per il momento, mi limito a ringraziarla per la costanza della sua presenza.

      am

      Rispondi ↓
  117. Alberto P. 5 luglio 2016 alle 1:56 pm

    Caro Professore,

    Cosa ne pensa della vicenda/scandalo emails di Hillary?
    Io trovo scandalosa la silenziosa sottimissione di certa stampa americana e non, solo perché dall’altra parte c’è Trump e solo perché sarebbe il primo presidente donna ovviamente dalla parte giusta…cioè quella DEM. Indecente se come sembra si arriverà ad assoluzione totale e nemmeno incriminazione per le pressioni di Barack Hussein Obama…il peggior presidente della storia USA (aspettando la Clinton…).

    Qui un articolo che spiega bene la vicenda: http://www.liberoquotidiano.it/blog/glauco-maggi/11925509/hillary-clinton–tutta-la-verita.html

    Grazie e W la Libertà,
    Parrini

    Rispondi ↓
  118. Lucio 5 luglio 2016 alle 9:42 am

    Caro Professore, cari ADAMs,
    riguardo la Brexit ho letto ieri la notizia che “Il Regno Unito progetta di abbassare sotto il 15%, dal 20% attuale, l’imposta sulle societa'”. “…intenzione di creare ‘un’economia supercompetitiva’, abbassando di oltre 5 punti la corporate tax, mossa che portera’ la pressione fiscale verso le imprese al livello piu’ basso tra i Paesi occidentali e avvicinera’ la situazione fiscale per le aziende del Regno Unito a quella dell’Irlanda”
    “Londra aveva gia’ in programma di portare la corporate tax al 17% entro il 2020 ma l’esito della Brexit l’ha evidentemente persuasa a un’accelerazione.”
    http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/nRC_04072016_0829_123199553.html

    Rispondi ↓
    1. am 7 luglio 2016 alle 3:38 pm

      Caro Lucio,
      è quella la strada giusta per il Regno Unito. Se la percorrerà, farà sia l’interesse della sua economia, sia quello dell’economia dei paesi della UE che saranno spinti dalla concorrenza a imitare le politihce di Londra.

      am

      Rispondi ↓
  119. Franco Cattaneo 4 luglio 2016 alle 9:20 pm

    Caro Professore, cari ADAMs,
    senza voler sminuire l’atrocità del fatto, non trovate che sia altamente significativo che una delle povere vittime di Dacca (la signora cinquantenne dipendente dell’Artsana) avesse a suo tempo sottoscritto l’appello dei cattocomunisti (inutile specificare che di “intellettuali” trattavasi) per far radiare dall’ordine dei giornalisti Maurizio Belpietro che aveva osato titolare, dopo la strage del Bataclan, “Bastardi islamici”?
    Cordialità,
    Franco Cattaneo

    Rispondi ↓
    1. am 5 luglio 2016 alle 7:26 am

      Caro Franco,
      tragica ironia del destino! Povera donna!

      am

      Rispondi ↓
  120. GianninoG 30 giugno 2016 alle 10:38 pm

    Caro professore, leggerla è sempre un grandissimo piacere. È obiettivamente rammaricante e degradante che l’Europa unita sognata, tra gli altri, anche da suo padre, sia ridotta così da quelli che lei più spesso ha definito ‘eurosauri’. Da ultimo, l’impietosa scenetta Juncker – Farage. Non mi sorprenderebbe, pertanto, che nello scenario futuro si prospetti la seconda delle possibilitá da lei enunciate.
    Quanto all’Italia, c’è solo un auspicio da fare: la rinascita di un programma veramente liberale.
    Ho soltanto 20 anni, ma leggerla e ascoltarla è per me un modo per dare sfogo ai miei pensieri.
    Un saluto dalla dirimpettaia Reggio Calabria e grazie per avere, pure inconsapevolmente, datomi quell’impulso necessario perchè maturasse in me una cultura “Semplicemente liberale”.

    Rispondi ↓
    1. am 4 luglio 2016 alle 3:04 pm

      Caro Giannino,
      grazie per le sue cortesi parole, mi fanno bene al cuore. Purtroppo, col tempo i frequentatori di questo blog sono andati diminuendo. Molti assidui del passato sono scomparsi. Retsano solo alcuni, preziosi, amici. Lei credo sia un nuovo venuto. Se così, benvenuto!

      am

      Rispondi ↓
  121. Matteo Napoletano 29 giugno 2016 alle 12:28 pm

    Presidente Martino
    Oggi su Repubblica Federico Rampini accusa Milton Friedman di essere il responsabile dell’attuale Grande Crisi Economica essendo stato l’inventore dei derivati.
    Gran patriarca dell’ideologia mercatista (sic)
    Lasciamo perdere?
    Saluti
    Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. am 29 giugno 2016 alle 4:09 pm

      Caro Matteo,
      queste cialtronerie hanno smesso di irritarmi. La storia dei derivati è pura invenzione e, quanto al termine “mercatista”, solo un cialtrone cresciuto al verbo di Giulio Tremonti può farne uso.

      am

      Rispondi ↓
      1. Matteo Napoletano 29 giugno 2016 alle 7:33 pm

        Mi chiedo come mai il compagno Rampini, gran Mufti dei radical chic , non riesca a schiodarsi dagli USA, nazione mercatista, e si rifiuti categoricamente di domiciliarsi in Corea del Nord, nazione colletivista.
        MN

        Rispondi ↓
        1. Alberto P. 30 giugno 2016 alle 2:40 pm

          Cari tutti,

          Spero caro Matteo che ci sia un problema di omonimia…e che tu non stia dando credito allo stesso Rampini che intedo io…il copiatore/incollatore seriale di articoli che altri giornalisti scrivono, colui il quale per tutto ciò sarebbe stato radiato in qualsiasi paese al mondo e invece in Italia viene considerato il Guru economico…
          Ecco spero sia un altro quello a cui tu accenni…così almeno non mi verrebbe il voltastomaco!

          Saluti a tutti e siamo tutti con Lei Professore!
          Parrini

          Rispondi ↓
        2. Tenerone Dolcissimo 1 luglio 2016 alle 8:31 am

          Siamo sicuri che gli USA siano ancora la nazione mercatista e liberale nel mito della quale siamo cresciuti?
          Mi diceva una dirigente di una società svizzera un paio di anni fa: “ADESSO NEGLI USA PRIMA SI PAGANO LE TASSE E POI SI MANGIA”
          Forse Rampini sta bene dove sta e dovremmo essere noi ad emigrare

          Rispondi ↓
  122. Tenerone Dolcissimo 28 giugno 2016 alle 8:12 pm

    . altro che 4000
    http://www.rischiocalcolato.it/2016/06/brexit-un-referendum-50mila-voti-dal-vaticano-836-residenti-superstato-avanza.html
    Ma come ci stanno 50mila inglesi in vaticano? Nemmeno respirano

    Rispondi ↓
    1. am 29 giugno 2016 alle 4:10 pm

      Caro TD,
      evidentemente lei ed io siamo gli unici a non essere al corrente dell’esplosione demografica degli anglo-vaticani!

      am

      Rispondi ↓
  123. Pierpaolo Sette 28 giugno 2016 alle 12:17 pm

    Carissimo Professore e Presidente Martino,

    Scusi l’assenza dal Blog per alcuni problemini personali ormai risolti. Complimenti per l’ottimo articolo Professore che dovrebbe essere letto da chi dice fesserie o riguardo tale tematica e prospettive future. Purtroppo il panorama politico e culturale è pieno di ignoranti in materie che dicono corbellerie. Ascoltare la sue opinione come sempre saggia riesce come sempre ad aprire gli occhi.
    Con cordialità e stima immensa,

    Pierpaolo Sette
    P.S. un saluto a tutti i cari ADAM sempre forti e da ora in poi tornerò più presente.

    Rispondi ↓
    1. am 29 giugno 2016 alle 11:24 am

      Graziella Caro Pierpaolo e be tornado!

      am

      Rispondi ↓
  124. Pietro Barabaschi 28 giugno 2016 alle 9:44 am

    Caro Professor Martino,
    un semplice (autentico) economista titolava il penultimo pezzo del suo blog ” Europa, requiescat in pace”. Aveva, secondo me, anticipato di pochissimo ciò che è appena avvenuto. Lungi dal fare io previsioni (meglio post visioni) e tanto meno scenari, mi scuso se mi ripeto nel sostenere, ed ora più che mai, che il “sogno” di una Europa unita ( prescindendo dal disegno bellissimo dei Padri suo Padre, Scumann, Adenauer, eccetera) non è realizzabile. Le Nazioni
    Sono né più né meno che “Famiglie” e queste sono destinate da Madre Natura ad esplodere, non ad implodere.
    Costringere i vari e tra loro differentissimi Popoli, dalle culture, ideologie, abitudini a convivere, sotto leggi inevitabilmente imposte da chi è più forte sarebbe una sciagura. Una implosione sciagurata.Vogliamo ripetere l’aberrante, anche perché tirannica, esperienza Titina ? No, torniamo ad essere un continente civile, colto e magari con una autentica libera circolazione di persone, capitali, merci, servizi. E con un fisco differente per ogni Nazione, concorrenziale come nella civilissima Svizzera.
    Mi permetto infine un modestissimo suggerimento: in questo momento di turbolenza drammatica, che nessuno si lanci ad acquisti e/o vendite del proprio capitale dietro suggerimento di cosidetti consulenti. Non avvicinarsi a qualsiasi prodotto bancario, investire metà in dollari e metà in euri in obbligazioni BEI E BIRS. Quando sarà tornata la calma interpellate persone esperte ma, sopratutto oneste. Ce ne sono pochissime. Tranquilli, rilasciati tanto, come benissimo dice il semplice (autentico) economista :…”il sole continuerà a sorgere e tramontare e gli esseri umani non ci lasceranno mai privi di idiozie sulle quali riflettere ” (am)
    Pietro Barabaschi

    Rispondi ↓
    1. am 29 giugno 2016 alle 11:30 am

      Caro Barabaschi,
      Concordo sia sul pessimismo sia Sulla mesas in guardia nei confronting dei consigli dei tecnico. Calma e sanguine Freddy,

      am

      Rispondi ↓
      1. am 29 giugno 2016 alle 4:14 pm

        Caro Pierpaolo e caro Barabaschi,
        mi scuso con entrambi: ho risposto ai vostri commenti con l’iPad dall’aula. L’IPad è dotato di un correttore automatico assolutamente demenziale e i lavori dell’aula mi hanno distratto. Ho così inviato ad entrambi risposte lunari, sensa senso. Mi auguro siate riusciti a comprendere ciò che intendevo dire malgrado l’opera demolitoria del correttore automatico. Never again!

        am

        Rispondi ↓
  125. Matteo Napoletano 28 giugno 2016 alle 7:54 am

    Presidente Martino
    La Lorenzin intervistata da Paolo Mieli al Festival di Spoleto si auto proclama campione di liberalismo.
    E si dice pronta a formare un nuovo partito Liberale, d’altronde dichiara di aver ottenuto tale patente frequentando assiduamente la Fondazione Einaudi e nientepopodimenoche Antonio Martino.
    Ma allora perché ha tradito i suoi elettori?, perché milita in un partito cattolico in combutta con i comunisti (noti liberali)?
    Saluti Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. am 28 giugno 2016 alle 8:08 am

      Caro Matteo,
      se fossi in lei, lascerei in pace la Lorenzin. Dica pure di essere liberale, noi non ci opponiamo a che la nostra etichetta venga usata anche da altri. Noi sappiamo cosa significa e la usiamo con grande parsimonia. Gli altri facciano come credono: se una persona di dubbie credenziali liberali dice di esserlo, dovremmo esserne lusingati. Ci fa un involontario complimento! 😉

      am

      Rispondi ↓
      1. Matteo Napoletano 28 giugno 2016 alle 1:36 pm

        Infatti ha ragione.
        Il mio rammarico sta nel fatto che le persone associano il liberalismo a chi aumenta i ticket, le tasse e la burocrazia nella sanità pubblica, quando, invece, qualsiasi liberale auspicherebbe di eliminarla completamente. Sanità privata in libera concorrenza dove sia premiato il più efficiente con i prezzi più competitivi e con il miglior servizio offerto al paziente.
        Saluti Matteo Napoletano

        Rispondi ↓
        1. am 29 giugno 2016 alle 4:15 pm

          Proprio così, caro Matteo. Pensano che i liberali, persone senza cuore, godano quando i poveri vengono soggetti ad ulteriori vessazioni o privazioni!

          am

          Rispondi ↓
  126. Tenerone Dolcissimo 27 giugno 2016 alle 9:48 pm

    Ecco il link promesso
    Claudio Borghi Aquilini A RPL Brexit LEAVE 24/06/2016
    https://www.youtube.com/watch?v=j2xlXEv36Z0

    Rispondi ↓
  127. Ivo Biavaschi 27 giugno 2016 alle 2:04 pm

    Ottimo articolo caro Professore.
    Ciò che più mi indigna è la spocchia e l’arroganza degli Junker, Schulz, Schauble e compagni vari. Del resto la stessa spocchia ed arroganza di Renzi, Napolitano e politici vari, assecondati dai Severgnini, Saviano, Calabresi, Gramellini, Mauro ecc.ecc. ai quali non par vero che i loro desiderata non vengano recepiti ed applauditi. Non è forse questo un vero sintomo di razzismo ?.
    Complimenti agli inglesi che si stanno liberando da QUESTA UE centralista , statalista e iperburocratica.

    Rispondi ↓
    1. am 27 giugno 2016 alle 4:00 pm

      Grazie, caro Ivo. Concordo con la sua valutazione,

      am

      Rispondi ↓
  128. Tenerone Dolcissimo 27 giugno 2016 alle 9:24 am

    Stasera vi mando il link alla sceneggiata di Monti su La7 la notte del referendum con i commenti di Borghi

    Rispondi ↓
  129. Tenerone Dolcissimo 27 giugno 2016 alle 8:48 am

    Come hanno fatto a raccogliere tre milioni di firme per un nuovo referendum in soli tre giorni?

    Rispondi ↓
    1. am 27 giugno 2016 alle 9:06 am

      Caro TD,
      la rapidità della raccolta delle firme per il rifarendum (!) è assai sospetta.

      am

      Rispondi ↓
      1. Tenerone Dolcissimo 27 giugno 2016 alle 2:06 pm

        Clamoroso al Cibali … non erano firme vere e proprie, messe su un banchetto tipo quelli dei radicali. Erano firme elettroniche cioè bip spediti senza controllo (anche il M5S fa scelte via internet ma lì c’è una registrazione controllata prima).
        Pare che 4000 firme siano state inviate elettronicamente dalla città del vaticano. Ora la domanda sorge spontanea: CHE CAZZO CI FANNO 4.000 INGLESI DENTRO IL VATICANO????

        Rispondi ↓
  130. Matteo Napoletano 26 giugno 2016 alle 6:14 pm

    Presidente Martino
    Non voglio fare il pessimista ad oltranza ma ho la netta sensazione che alla fine se ne andranno via tutti e resteremo solamente noi e la Germania, insieme fino all’ultimo euro…..
    Saluti Matteo Napoletano

    Rispondi ↓
    1. am 27 giugno 2016 alle 7:23 am

      Caro Matteo,
      dubito che sarà quello l’epilogo, ma in politica “mai dire mai”!

      am

      Rispondi ↓
  131. Luigi 26 giugno 2016 alle 2:24 pm

    Condivido le considerazioni finali.
    Sugli scenari che si aprono sono d’accordo che i due che ha prospettato sono i più logici (nel bene e nel male), ma l’esperienza mi induce a pensare che interverranno altri avvenimenti che porteranno su strade più tortuose e forse avventurose.
    A mio avviso quello che è accaduto è un altro episodio della storia dei rapporti del Regno Unito con la Germania. Ancora una volta i britannici hanno stoppato l’espansionismo (stavolta economico) dei tedeschi. Diradato il polverone del primo bombardamento, ci saranno altre battaglie: con chi schiererà stavolta l’Europa e l’Italia?
    Sull’esito finale ho pochi dubbi, non c’è bisogno di chiedere al Deutscher Kaiser Wilhelm II e al suo alleato nella Sublime porta (sic! Corsi e ricorsi) e tantomeno al nostro alleato Adolf di nefasta memoria.
    In tutto questo vedo spiragli di ottimismo. Il socialista Cameron ha involontariamente aperto le ostilità e l’Europa socialdemocratica e dirigista dovrà vedersela con chi ha inventato la democrazia moderna e il liberismo.
    E’ la storia, bellezza!

    Rispondi ↓
  132. PM 26 giugno 2016 alle 1:26 pm

    Nel caso l’Italia adotasse 2 monete simultanee – Euro e Lire, l’imposte, pensioni e attività pubblica sarebbero pagate in Euro o Lire?

    Rispondi ↓
  133. giuseppe sinatra 26 giugno 2016 alle 4:23 am

    Grazie prof, soprattutto per la frase finale. Ci riporta tutti con i piedi per terra.
    PS. Ha visto le reazioni?
    La più bella che si sono trovati è quella dei pentiti. Ancora non è successo nulla e già sono molti quelli che se potessero tornare indietro voterebbero a favore.
    Saluti gs

    Rispondi ↓
    1. am 26 giugno 2016 alle 2:58 pm

      Caro Giuseppe,
      grazie per le cortesi parole. Le reazioni sono esilaranti: manca il senso della misura!

      am

      Rispondi ↓
  134. Galgano PALAFERRI 26 giugno 2016 alle 3:35 am

    DOPO BREXITI:
    Per l’EUROPA, oltre questa EUROPA,
    per gli STATI UNITI D’EUROPA.
    O ognuno per la Sua Strada.

    Di Galgano PALAFERRI*.

    Dopo la decisione del popolo inglese di uscire dall’Unione Europea, è davvero terminato per tutti il periodo delle tante mediazioni, dei troppi distinguo e giochi al ribasso che hanno annacquato, indebolito e fiaccato negli ultimi anni l’Europa unita. O dentro o fuori: ciascun paese membro dovrà decidere definitivamente il suo futuro, se continuare l’avventura europea o proseguire in modo autonomo. Per chi rimarrà la strada potrà così essere una sola: avviare finalmente, dopo l’unione economica, anche quella politica e fiscale, così da superare gli egoismi nazionali per arrivare alla costituzione di una vera Europa unita. Per fare questo occorrerà sostenere, contro il partito dell’euroscetticismo che ieri ha dimostrato tutta la sua forza, una nuova grande mobilitazione culturale e politica, così da spiegare ed entusiasmare gli europei sulla necessità e sulla bontà di una Europa più grande, più forte, più unita. I giovani, che ben conoscono ed avvertono i benifici dell’unità europea e che infatti in Inghilterra avevano dichiarato di schierarsi per il 75% a favore della permanenza in Europa, dovranno essere protagonisti di questo cambiamento». Così dichiara Lara Comi, eurodeputato di Forza Italia al Parlamento Europeo e vice presidente del Partito Popolare Europeo.

    Il problema è tutto politico. La sola unione economica non è più sufficente per rimanere assieme. Purtroppo l’Unione Europea è andata sempre più snaturandosi dall’idea fondante dei ns. padri, Aedenaver, Spnelli, Einaudi, DeGasperi, di quelli che sarebbero dovuti diventare gli Stati Uniti d’Europa, con un deficit di democrazia sempre più crescente e avvertito dal popolo europeo. Una Europa percepita sempre più come “matrigna”, una europa sempre più tedesco-centrica, dalle troppe norme inutili e poche a beneficio di tutti, una Europa fatta di Eurocrati chiusi nella loro torre d’avorio, sempre più distante dagli interessi veri dei suoi abitanti. E poi la crisi economica che ha aumentato egoismi, rivalità, diffidenza, particolarismi.
    Tutto questo ha portato a Brexit e molti altri ora saranno tentati a percorrere la stassa strada, in mancanza di risposte precise su come cambiare passo per davvero, puntanto a quell’Unione non solo Economica ma anche e soprattutto politca, cui accennavo prima.
    Con l’uscita della GB dall’UE, è finita l’era dei troppi distinguo e giochi al ribasso che hanno annacquato, indebolito e fiaccato negli ultimi anni l’Europa unita.
    L’alternativa è chiara: o DENTRO o FUORI. Stare un po’ dentro, un po’ fuori, a secondo delle proprie convenienze, pensando più a sé che al bene di tutti non dovrà più essere possibile. Non potrà più esserci un’Europa a due velocità, Stati facenti parte dell’Unione di serie A, B e C.
    O dentro o fuori: ciascun paese membro dovrà decidere definitivamente il suo futuro, se continuare l’avventura europea o proseguire in modo autonomo. Per chi rimarrà la strada potrà così essere una sola: avviare finalmente, dopo l’unione economica, anche quella Politica e fiscale, così da superare gli egoismi nazionali per arrivare alla costituzione di una vera Europa unita, gli STATI UNITI D’EUROPA.
    Per fare questo occorrerà sostenere, contro il partito euroscettico, che ieri ha dimostrato tutta la sua forza, una nuova grande mobilitazione ideale, culturale e soprattutto politica, così da spiegare ed entusiasmare gli europei, soprattutto le giovani generazioni, sulla necessità e sulla bontà di una Europa più grande, più forte, più unita. Unico antidoto alla disgregazione mondiale.
    Convinti come siamo che piccolo sarà anche bello, ma non è sufficiente a superare le sfide che la globalizzazione e la crescente instabilità mondiale, immigrazione e terrorismo, ci costringe ad affrontare e superare ogni giorno di più. Ne va della sopravvivenza del mondo come lo abbiamo sempre conosciuto, della nostra civiltà e, soprattutto, delle nostre LIBERTA’ oggi più che mai in pericolo.

    *Coordinatore Nazionale
    #UpL_UnionePerLeLibertà

    Rispondi ↓
  135. Giulio 25 giugno 2016 alle 10:23 pm

    Mi sarebbe piaciuto vedere le dimissioni di Junker e un po di autocritica per il suo infruttuoso operato, invece ha avuto fin da subito un atteggiamento prepotente, carico d’odio e voglioso di vendetta. Sono sicuro che lui vorrebbe fargliela pagare, ma non credo che la Merkel sia così stupida da mettere in pericolo le esportazioni tedesche in UK che stando a quanto ho letto ammonterebbero a 100 miliardi di euro all’anno.
    Condivido la proposta di Matteo Annovazzi per la nascita di un nuova comunità europea che faccia concorrenza a quella attuale.
    I media italiani sono osceni, si divertono a prevedere ogni tipo di catastrofe e a diffamare i coraggiosi britannici, il ̶P̶D̶1̶ TG1 parlando di chi ha votato brexit mostra solo immagini di vecchi con i bastoni, sedia a rotelle o accompagnati da badanti.
    Ad ogni modo la parte migliore della UE se ne è andata, per noi italiani non vedo un futuro roseo sotto le grinfie di Francia, Germania e degli gnomi di Bruxelles.

    Rispondi ↓
    1. am 26 giugno 2016 alle 3:00 pm

      Caro Giulio,
      la comunità europea cui lei allude esiste già: l’EFTA (European Free Trade Agreement), voluta dagli inglesi come alternativa al Mec. Non è, tuttavia, esattamente ciò che lei auspica, è solo un accordo doganale.
      Cordialmente,

      am

      Rispondi ↓
  136. Matteo Annovazzi 25 giugno 2016 alle 8:42 pm

    Complimenti Professore x la solita lucidità di analisi.
    Mi riconosco molto nelle sue considerazioni .
    A sentire le dichiarazioni di Juncker, non eletto da nessun popolo europeo, si direbbe che debba prevalere la seconda ipotesi.
    Così scapperanno anche altri paesi e alla fine gli euro burocrati comanderanno solo se stessi!
    Mi piacerebbe che la UK si facesse promotrice di una nuova comunità europea, focalizzata su poche semplici regole x creare
    un nuovo mercato libero delle merci, dei servizi, delle persone e dei capitali.
    Diciamo una Unione che faccia concorrenza alla UE. Una Unione “smithiana”, basata sul laissez faire e non sulla iper regolamentazione.
    E vediamo quali stati aderirebbero….
    Noi sappiamo che la concorrenza, anche fra stati o fiscale, non può fare che bene.
    In fin dei conti, Von Hayek, non aveva teorizzato a metà anni settanta la concorrenza tra monete stampate da banche nazionali private?

    Un caro saluto.

    Rispondi ↓
    1. am 26 giugno 2016 alle 3:03 pm

      Caro Matteo,
      veda la mia risposta a Giulio. L’EFTA non corrisponde interamente ai suoi auspici, è un pò “meno” di quanto lei vorrebbe, ma forse è quella la direzione verso cui muovere.

      am

      Rispondi ↓

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