Quanto accaduto in questi giorni supera l’immaginazione più fervida. Una crisi che si protraeva da tre mesi stava per concludersi con la formazione di un governo, che poteva contare su una maggioranza parlamentare. L’esito, però, è stato impedito non da litigi fra le forze politiche né da eventi esterni, ma dal capo dello Stato, che ha rifiutato di nominare un ministro.
Ora, è certamente vero che il presidente della Repubblica nomina i ministri proposti dal presidente del Consiglio ma ritengo che egli possa rifiutarsi di farlo solo in presenza di evidenti indizi di incostituzionalità. Ma non è stata la Costituzione a determinare il rifiuto della nomina; come il presidente ha dichiarato, è stata una teoria economica. L’idea è che nominare Savona al MEF avrebbe determinato un aumento dello spread, “sottraendo risorse alla spesa sociale”, e la crisi dell’euro. Non credo che, nemmeno in stato di ebbrezza, Paolo Savona abbia mai avuto questa considerazione stellare della sua importanza.
La teoria ad hoc è, ovviamente, priva di senso e stupisce che si sia trovato il coraggio, per non dire l’impudenza, di sostenerla. Ma fra i meriti del nostro primo cittadino non è inclusa la conoscenza della “scienza lugubre”. Immagino, tuttavia, che il normale buon senso avrebbe sconsigliato quest’azzardo.
Supponendo, comunque, che la teoria in questione, per ragioni scaramantiche o altro, fosse fondata, qual è l’alternativa che ci viene proposta? Non un'altra maggioranza parlamentare, che non sembra esserci, né nuove elezioni, ma la consegna del neo-eletto Parlamento alla totale irrilevanza, sostituendolo con un incarico di governo, affidato dal presidente della Repubblica a persona di sua scelta, in assenza di un’indicazione del Parlamento.
Non sono un costituzionalista e la mia laurea in legge è vecchia di 54 anni, ma mi sembra che siamo in presenza di una clamorosa violazione della nostra Costituzione. Essa non attribuisce al capo dello Stato un potere di nomina del presidente del consiglio in piena autonomia, ma solo dietro indicazione delle forze politiche rappresentate in Parlamento. E’ vero che ci sono stati precedenti di nomine di presidenti del consiglio da parte del capo dello Stato non conseguenti a indicazione parlamentare, ma questo non significa che fossero costituzionalmente corrette.
Il presidente del Consiglio liberamente scelto dal presidente della Repubblica dovrà, però, avere la maggioranza in Parlamento per esercitare il suo potere, e non vedo come possa ottenerla. In sintesi, quindi, con ogni probabilità, l’alternativa a Paolo Savona è il caos, o quanto meno l’assenza di governo. Chi ritiene che ciò possa rassicurare i mercati, ridurre lo spread e salvare l’Italia ha urgente bisogno di uno psichiatra.
La storia a me sembra questa: per ragioni che non sono chiare, la nomina di Savona non era gradita in Germania. Per evitare di irritare i tedeschi, il capo dello Stato ha ritenuto fosse preferibile resistere alla proposta di nomina. Da qui la crisi. Qualcosa di simile è quanto previsto per il principato di Monaco: il sovrano è il principe Alberto, ma il governo è nominato dalla Francia. Questo, tuttavia, è esplicitamente previsto dall’ordinamento giuridico del principato. Se, quindi, si vuole adottare per l’Italia e la Germania lo stesso criterio che vale per la Francia e Monaco, sarebbe preferibile esplicitarlo. Basta mettere in costituzione una norma che preveda che i ministri sono nominati dal presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, subordinatamente al nulla osta del governo della repubblica federale di Germania.
Tutto sarebbe così molto più nitido e potremmo mettere del cartelli alle nostre frontiere con la scritta: “Benvenuti nella Repubblica germanica d’Italia”!
Caro Professore,
giungano a lei ed alla sua famiglia i migliori auguri di Pasqua.
Possa trovare una lima o un seghetto all’interno della colomba.
Franco Cattaneo
Caro Professore,
ho appena ascoltato sul sito di Nicola Porro il suo intervento a Stasera Italia (trasmissione che non frequento). E’ per me ancora una volta di grande conforto sentire che la sua opinione coincide perfettamente con la mia.
Le segnalo che mi ha molto colpito la fotografia apparsa sul sito di Atlantico Quotidiano a corredo di un articolo sulle stucchevoli “consultazioni”.
http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/toccato-il-fondo-il-palazzo-si-blinda-mentre-i-cittadini-annaspano-rinchiusi-e-sottomessi/
Viene da ridere (o da piangere) al pensiero che quello ritratto di spalle ai sensi della costituzione più bella del mondo dovrebbe essere il comandante delle nostre forze armate. Si presume che su di esse dovrebbe si cali (“descendat super vos et maneat semper”) il preclaro esempio di virtù militari, coraggio, fedeltà e onore del capo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Nella frase ” su di esse dovrebbe si cali ” c’è ovviamente un “dovrebbe” di troppo.
Caro Franco,
grazie per questo commento. Credo che quell’intervista sia venuta bene anche se ero messo in una posa non telegenica. Non vado oltre perché quello che dice dopo è purtroppo vero e niente affatto incoraggiante.
Con amicizia e cordialità,
am
Buongiorno Professore,
mi manca la sua voce e il suo pensero.
Non so come si evolverà la crisi, ma consiglio a Conte di guardarsi (o leggere) “L’ora più buia”, x capire come funziona la democrazia…
Intendo le scene del film quando i laburisti sfiduciano Neville Chamberlain alla Camera dei Comuni, in quanto ha seguito una politica fallimentare verso Hitler e se ne deve assumere la responsabilità. Come Conte verso il Covid-19: da Winston Conte a Neville Conte, questa è la realtà…
Da noi i giornaloni avrebbero scritto che gli inglesi erano degli irresponsabili a fare una crisi di governo in quel momento. La storia ha detto che era la cosa giusta.
Ma loro avevano Winston in panchina e soprattutto un sistema che garantisce governabilità. Noi no.
Con affetto.
Buongiorno a tutti e buon anno,
per quanto gli scienziati vogliano farci credere che i robot un giorno ci sostituiranno in tutto e per tutto sappiamo bene che non è cosi’ . Lei ha fatto l’esempio di Churchill io le propongo Diaz al posto di Cadorna. Ma non per dire che uno è meglio dell’altro perchè non è che di botto dei soldatacci diventano dei Rambo ma quello che fa la differenza è IL CARISMA. Questa è una di quelle doti che accomunano tutti i grandi leader ed il nostro povero Conte non ne ha anche se qualcuno accanto a lui glielo fa credere con il più meschino dei mezzi ( costruisce siti facebook fasulli che inneggiano alla sua persona). Da quello che leggo dalle compagnie di marketing ho capito che io sono il loro target, in pratica l’uomo medio sul quale loro basano le campagne pubblicitarie. La consapevolezza di cio’ ( oggi è importante guardarsi allo specchio e non tirarsi indietro a dire la verità su noi stessi) mi fa capire che se non si cambia subito Presidente del Consiglio l’Italia sprofonderà nel baratro più profondo. Purtroppo devo dare ragione a Renzi per il cambio di passo ma con una differenza, lui lo chiede per soddisfare le sue lobbyes io lo chiedo perchè per me Conte non è più autorevole ma solo autoritario. Mentre nei primi mesi dell’anno cercavo di attenermi a quei dpcm oggi me ne frego (si puo’ dire questa frase oppure corro il rischio di essere rieducato?). E il perchè è presto detto: un Presidente del Consiglio non puo’ pensare che i cittadini abbiano la memoria a suo piacimento. Non puo’ presentarsi a ottobre e dire che per colpa dei cittadini che ad agosto hanno gozzovigliato in rapporti promiscui si è attivata la seconda ondata. Questo discorso a me è bastato per dire: ok ho capito che tu non mi rappresenti più. Non solo, ho capito che da marzo a ottobre il governo non aveva fatto nulla per migliorare la sanità pero’ si sono permessi di prendere per i fondelli Bertolaso per l’ospedale privato che in estate è rimasto inutilizzato (tanti soldi buttati dicevano). Ecco da questo ho capito che , come al solito, e il Prof. ne è testimone, il problema lo risolviamo noi italiani da soli, che loro continuino pure a giocare con la politica. Infatti da ottobre io non seguo più le loro regole ma le mie. Continuo a lavorare e non guardo i colori , mi tutelo tenendo le persone a distanza e indossando sempre la mascherina, accompagno personalmente la badante di mia madre per non farle prendere i mezzi pubblici. da mia madre vado solo io , mia figlia e la badante. i miei fratelli in videochiamata. Ai miei collaboratori ho fatto un discorso che suona piu’ o meno cosi': se state male non vi azzardate a non dirlo perche’ altrimenti vi licenzio in tronco e me ne fotto dei sindacati. Intanto vi lascio senza soldi e poi ne pariamo in tribunale, per il resto state attenti perche’ se per caso dovete restare a casa in quarantena perche’ siete andati da amici o parenti che poi sono risultati positivi, io non vi pago la quarantena, e fino ad oggi neanche un positivo. Fortuna? forse ma anche la paura di non poter mangiare fa tanto. Io mi auguro che al posto di Conte salga un signor X che ci metta paura.
Forse non è molto liberale ma forse sì perche’ un leader per essere seguito deve dire le cose come stanno e solo cosi’ si puo’ programmare il futuro ed essere seguiti in tal senso. Carisma ed Autorevolezza
Un abbraccio
gs
Caro Matteo,
grazie. Concordo appieno con lei, purtroppo noi non abbiamo nulla di paragonabile a Winston Churchill. Oggi ne avremmo disperato bisogno.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
la situazione italiana è talmente ributtante nella sua ripetitiva meschinità, in cui parti e battute sono così prevedibili da essermi venute a noia tanto che non seguo più la cronaca ed i racconti dei giochi di palazzo che i vari giornalisti e commentatori ci vorrebbero dare in pasto.
Quando voglio sapere cosa accade oggi in Italia rileggo il suo articolo che compare in cima a questo blog e che è datato 28 maggio 2018 (967 giorni or sono!), e lei comprende benissimo che non ho alcuna intenzione né di rimproverarla di neghittosità né di prenderla bonariamente in giro. Sono serissimo.
La televisione è inguardabile, soprattutto in questo periodo mancando il tennis e non trasmettendo più il canale dedicato le corse britanniche. Tra pessimi film, talk shows per ritardati mentali, scontati programmi cosiddetti “di approfondimento”, una pausa alle letture e riletture dei, fortunatamente per me, numerosissimi libri che possiedo me l’ha offerta domenica l’ennesima ritrasmissione del bel film “Il discorso del re”. Guardandolo, da repubblicano, ho rimpianto il destino che a noi italiani non ha dato una monarchia che trovi al proprio interno, anche grazie ad una classe dirigente selezionata e ben radicata nel sentimento liberale, la forza di emendarsi e rispondere alle attese del popolo, dal cambiare il proprio nome da Sassonia-Coburgo e Gotha in Windsor allo scoppio della Grande Guerra, al far abdicare un re di simpatie naziste, al salire al trono con il nome di Giorgio anziché il troppo teutonico Albert.
Noi abbiamo invece un “motore immobile” dossettiano che ha l’aspetto ed i gesti signorili di un maître de salle ma i cui comportamenti assomigliano a quelli di una maîtresse: dato il continuo, ininterrotto scadimento qualitativo (e la qualità è inversamente proporzionale al livello di partigianeria) dei custodi della “più bella costituzione del mondo” da Scalfaro in poi (ma anche prima non eravamo messi tanto bene) e tenuto conto che il meridiano delle loro origini si va spostando sempre più verso sud, temo che il prossimo sarà un Bokassa.
Il governo è nelle mani di statalisti feroci ma privi di ogni sia pur minimo senso dello stato che non sia quello delle private finanze loro e delle loro corti.
Pensi che mi sono immaginato la scena di un Rocco Casalino che, sculettante come una Vispa Teresa, corre dal suo “fidanzato” sudamericano e con gli urletti adatti al ruolo gli annunci “Guarda amore che bel libretto rosso mi hanno dato! Guarda che bella copertina rosso fuoco! Sai che cos’è, amore mio? E’ un passaporto! No, non è un passaporto svizzero, ancora meglio, è un passaporto diplomatico! Guarda quante pagine! Sai quanti bei selfie sulle più belle spiagge del mondo ci potremo fare insieme, amore!”.
Ma chi può aver dato il Nulla Osta Segretezza a gente di tal fatta, da Giuseppi a Catalfo? Forse l’hanno confuso con il null’Aosta.
Del resto cosa poteva attendersi un paese fondato sulla menzogna, dall’8 settembre, alla resistenza, al referendum?
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
mio nonno era repubblicano, mio padre fu l’unico liberale che a Messina scelse nel 1946 la repubblica, io, quando vedo come è ridotta la casa Savoia, sono repubblicano. Ma “Il discorso del re” è un film che trovo stupendo: ottimamente interpretato e realizzato, fa aumentare la mia anglofilia e sgonfia molto il mio repubblicanismo.
Cordialmente,
am
Buon Anno, Presidente Martino
E buon anno a tutti gli ADAM
W la libertà
Caro Matteo,
grazie mille per gli auguri che sentitamente ricambio a lei e a tutti gli adam, scusandomi per l’abbandono di questo blog. Avevo intenzione di non scriverci più ma ci sto ripensando. Se cambio idea, vi informo immediatamente.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
ho cercato di inviarle, per motivi di riservatezza, una mail all’indirizzo da lei indicatomi, ma, benché l’indirizzo sia logico, il sistema non lo riconosce.
Le riporto il testo che avrei voluto inviarle:
Quote
Caro Professore,
mi prendo la libertà di scriverle al suo indirizzo e-mail privato per un motivo che le risulterà subito evidente.
Prima che su di noi si abbattesse la presente sciagura (non parlo della “pandemia”, una influenza da trattare con maggior cautela, ma del fatto che il vairus sia servito a pretesto ad un viscido mozzorecchi di provincia per comportarsi da ridicolo dittatore, con la complicità del dossettiano guardiano della costituzione più bella del mondo) si era accennato alla possibilità che ci incontrassimo per conoscerci di persona.
In previsione di ciò, trovandomi un giorno a Milano, ho approfittato per acquistare un libricino con l’intento di fargliene dono.
Data la situazione, approssimandosi il suo compleanno e il Natale, le chiedo di volermi indicare un recapito a cui farglielo pervenire.
Con i migliori saluti,
Franco Cattaneo
Unquote
Il mio indirizzo mail è: cattaneofm@gmail.com
Cordialità
Franco Cattaneo
Caro Professore,
Arturo Diaconale ci ha lasciati!
Restiamo sempre meno in questa povera Italia del PC (Partito Comunista, Politicamente Corretto, Partito della Curia, Partito dei Cretini).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
mi permetto di disturbarla in questo periodo in cui oltre alla disperazione per avere al comando della nave Mattarella, Conte, Of Maio (così mi ha reso il nome Google Translate), nonché Bergoglio, ci potrebbero toccare anche Bidet e Kamala, perché ho trovato una notizia estremamente preoccupante per lo stato delle nostre libertà, già portate dai pazzi criminali cattocomunisti che detengono il potere ad un livello per cui bisognerebbe ricorrere alle terapie intensive (con peraltro poche speranze, atteso il grado di ebetudine di una gran parte dei nostri concittadini):
http://www.opinione.it/editoriali/2020/11/11/vincenzo-vitale_decreto-ristori-governo-pandemia-comitato-tecnici-vaccini-terrore-processo-penale-prescrizione-appello-accusa-difesa-custodia-cautelare/
La cosa è ancor più pericolosa perché pare nessuno se ne sia accorto.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per aver resuscitato il blog con questo suo commento. Avevo intenzione di annunziarne la chiusura, così ho letto, con indecoroso ritardo, il suo commento. La ringrazio della segnalazione che non avevo visto. Da sempre credo che le misure politiche contro la pandemia siano enormemente più nocive del coronavirus. Quest’ultimo riguarda lo 0,0005% dellla popolazione, con 40 milioni di morti nell’intero pianeta su sei miliardi di abitanti della Terra. La spagnola fece 50 milioni di morti su 1,3 miliardi di terrestri. Di quella autentica pandemia non si parlò che dopo la guerra, la medicina e la farmacologia del primo novecento erano molto indietro rispetto ad oggi e la spagnola fece più morti della prima guerra mondiale. I probbedimenti di lockdown presi da quasi tutti i paesi progrediti, alcuni assolutamente demenziali come quelli richiamati dall’Opinione e gli altri del governo italiano, riguarderanno miliardi di terrestri, che perderanno il lavoro e si ridurranno in miseria. E’ vero che gli Usa smentiscono questa previsione, ma in economia gli effetti delle scelte politiche si manifestano sempre con ritardo rispetto alla loro adozione. Gli ultimi dati sull’economia italiana, invece, confermano che in questo caso siamo, stranamente, avanti agli Stati Uniti. Se non ci risentiamo in altro modo, può scrivermi a ntn.mrtn@gmail. com.
Con molti auguri e tutta la mia amicizia,
am
In realtà io ogni qualche giorno entro per vedere se ci sono novità e così penso almeno alcuni degli ADAMs. Sinceramente mi dispiacerebbe che chiudesse. In questi anni tramite il Suo blog ho potuto dialogare con Lei e conoscere anche personalmente alcuni degli ADAMs. Alcuni sono diventati amici.
N.B.: Entrare nell’archivio è sempre un piacere per il cuore e per la mente.
Presidente Martino,
Chiudere il blog?
Spero che ci ripensi, le voci libere devono continuare a farsi sentire nel buio di questo periodo storico dominato dalle ombre del più bieco statalismo parasovietico!
Un forte abbraccio.
Matteo Napoletano
Su non si abbatta.Nella vita l’energia va e viene. L’importante è non chiudere le porte. Soprattutto alle amicizie…
Carissimo Professore e Presidente Martino,
Nel rivolgerle il mio affettuoso e sincero saluto, leggo che vorrebbe chiudere il blog. La prego di ripensare a questa cosa perchè noi non possiamo perdere la sua preziosissima voce soprattutto in questo momento del nostro Paese. La sua opinione e voce è sempre preziosa, in questo mare agitato e pieno a volte di stupidità e persone prive di intelligenza. La prego di ripensarci perchè noi ADAM non vorremmo perdere lo strumento dove ascoltare la sua preziosa opinione e voce.
A prestissimo cara Presidente e Professor Martino,
Con affetto e stima infinita,
Pierpaolo Sette
Caro Professore,
confido che il periodo di riposo estivo le sia servito per riprendersi completamente dai suoi acciacchi e pertanto mi permetto di sottoporle alcune mie considerazioni sulla Russia: trattandosi di considerazioni molto personali possono essere non completamente condivisibili.
La situazione mondiale non è per nulla tranquilla (Cina nel Pacifico, Iran, Turchia, Libia) a ciò si aggiunge la Bielorussia. Poiché di quando in quando mi capita di vedere programmi televisivi russi, le potrà interessare sapere che nei “talk-show” di regime si ripete che i nazionalisti (o sovranisti che dir si voglia) bielorussi sono una esigua minoranza e che solo qualche migliaio di persone in Bielorussia parla il bielorusso, essendo il russo la lingua utilizzata da tutta la popolazione (mi ricordo del gelo che calava quando, avendo a che fare con persone di paesi del patto di Varsavia che non parlavano né inglese né francese, ricorrevo al russo). Temo che queste trasmissioni non rappresentino un buon auspicio per il futuro della Bielorussia.
Qui in occidente, poiché la Russia di Putin è sempre oggetto di un certo sguardo benevolo, a proposito dell’avvelenamento di Navalny si tende a dire che è impossibile trattarsi di un’azione ispirata a livello governativo perché l’autocrazia russa non ne trarrebbe alcun vantaggio. Dato che i sovietici prima ed i russi ora, come del resto la Russia zarista, non hanno mai dato a vedere di tenere in alcuna considerazione le “reazioni internazionali”, di pura facciata e di breve durata, il ricorrere a mezzi a disposizione solamente di organi dello stato, come fu nel caso del polonio per Litvinenko, avrebbe per il governo il vantaggio di lanciare all’opposizione interna un chiaro avvertimento, molto più esplicito delle pistolettate ad Anna Politkovskaya o a Boris Nemtsov.
Ultima considerazione. Si fa ora tanto parlare del vaccino per il Covid sviluppato in Russia. La Russia può vantare grandissimi matematici (9 medaglie d’oro Fields), fisici (11 premi Nobel), chimici (4 premi Nobel) ma per la medicina solo due premi Nobel e per giunta “preistorici”: Pavlov nel 1904 e Mechnikov nel 1908, in epoca zarista. Per esperienza personale le posso dire che, estremizzando, sia chiaro, ricorrerei alle cure di uno sciamano dell’Alto Volta piuttosto che a quelle di un medico russo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
scusi l’interminabile assenza dal blog e il consegiente, oltraggioso ritardo nel risponderle. Il fatto è che i miei malanni sono durati un paio di mesi, rovinandomi l’estate, e sono finiti da poco. Come sempre, il suo commento è impeccabile, documentato, coerente e interessante. Sono, ancora una volta, d’accordo con le sue conclusioni. Forse, se riprendo a scrivere su questo blog, potremmo riparlarne.
Con stima e amicizia,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
ecco cosa scrive oggi Michele Capezzone
https://www.nicolaporro.it/la-doppia-sfida-di-roma-a-bruxelles/
sul sito di Nicola Porro:
“E ora (anche ammesso che a un certo punto i fondi europei affluiscano) rischia di affermarsi l’idea che una svolta positiva possa passare da una centralizzazione delle decisioni di spesa. Nei primi anni Novanta, un gigante come Antonio Martino, mai sufficientemente ascoltato dal centrodestra italiano, coniò la formula della “democrazia acquisitiva”, per criticare in modo efficacissimo la pretesa della vecchia politica italiana di acquisire il consenso (anzi, di acquistarlo materialmente, precisava lui) attraverso la spesa pubblica allegra, clientelare, improduttiva.
Ora, trent’anni dopo, la sensazione è che il rubinetto della democrazia acquisitiva si sia spostato a Bruxelles.”
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per questa citazione che mi fa molto piacere perché, anche se Daniele Capezzone è amico mio, non è prodigo di complimenti.
Cordialmente,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
dal link https://www.facebook.com/15AprileCullaIngegno/videos/608470993415729/?modal=admin_todo_tour potete accedere alla mia breve intervista a Porro da me pubblicata ieri.
È uno dei contributi all’evento per ora virtuale “Mecenate, Res Publica e Statalismo: dove la Libertà e dove la Schiavitù?” che diverrà convegno reale a Torino appena possibile.
La prima delle due domande parte dalla cosiddetta Marcia dei Contribuenti alla cui testa era il nostro Professore.
Una legge che obblighi a dire chiaramente con un codice di tracciatura quali componenti dei prodotti sono fatti in un determinato paese, sarebbe una legge liberale?
Questo risolve democraticamente il problema della produzione fatte in parte o totalmente in Cina.
Caro Professore,
sono convinto, da quando si è insediato il governo grillo-leghista, ed ancor di più da quando i leghisti sono stati sostituiti dai cattocomunisti, che l’Italia sarebbe andata a schiantarsi. Del resto quando il potere sovrano è nelle mani di un paglietta bacato dal dossettismo che delega la gestione a un mozzaorecchi di Volturara Appula che ostenta il titolo di professore universitario (nel suo caso ottenuto come i vecchi milanesi di una volta dicevano di certi asini “L’ha finì i elementar perché l’ha spusà la maestra”) cosa d’altro ci si può attendere?
Però questa mattina ho avuto una visione che, in modo incontrovertibile, certifica che la fine dell’Italia è giunta.
Sono andato a Milano verso le 11. Taccio del mortorio che ho trovato in una città quasi priva di traffico, ma sconvolgente è stato il fatto che in una mezz’ora, sull’autostrada da Como a Milano ho superato una, ripeto una, auto, con roulotte al traino, con targa olandese. Già gli olandesi non è che siano di natura molto prodiga, quelli poi che si spostano con la roulotte non devono essere certo dei gran spendaccioni. Fino all’anno scorso, in tutti i giorni di tutti i mesi dell’anno, ma in particolare da aprile ad ottobre, quella autostrada era piena di auto inglesi, belghe, francesi, olandesi, danesi, tedesche, svizzere, in numero che non è lontano dal vero definire superiore a quelle italiane, che venivano nel nostro paese in villeggiatura. Adesso, in luglio, una roulotte. Ringraziamo Giuseppi e la sua banda che ci hanno descritto come un paese di appestati.
Respingiamo americani che arrivano con volo privato (e che non torneranno mai più, facendoci una bella pubblicità), ma paghiamo per accogliere la feccia del mondo su barconi privati.
Il turista ideale per i grillocomunisti non è lo sporco capitalista sfruttatore della classe operaia che scende al San Domenico di Taormina o al Danieli di Venezia, ma il buzzurro tatuato in canottiera e braghe al ginocchio che si mangia una fetta di pizza sui gradini della Basilica di San Marco gettando per terra la cartaccia unta di un grasso che è meglio non sapere di cosa sia fatto e la lattina della squallida cervogia vuota.
Siamo morti. Ci hanno assassinato.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore, cari ADAMs,
Dopo Alfredo Biondi, un altro giurista liberale ci ha lasciato: Mauro Mellini.
La notizia e’ stata nascosta da quella relativa ad Ennio Morricone.
Cordialita’,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per entrambi i suoi commenti. L’espressione meneghina da lei richiamata è assolutamente fantastica! Mi scuso con lei e con tutti gli Adam per il mio prolungato silenzio. Provvederò a rimediare. Il silenzio è però giustificato da una serie di malanni, fortunatamente non letali, che mi hanno costretto a una degenza in ospedale e un lungo periodo di “arresti domiciliari”. Ora sto molto meglio e mi farò vivo sul blog.
Buone vacanze a lei e a tutti,
am
Caro Professore,
Avevo addebitato la sua latitanza a sicula neghittosità e mi ha addolorato sapere dei suoi malanni per fortuna risolti. Le auguro che il riposo e lo svago estivo la rimettano completamente in forma: abbiamo un disperato bisogno di un liberale par suo!
Cordialità,
Franco Cattaneo
Grazie, caro Franco. La sua amicizia e i suoi commenti sono le medicine più efficaci per la mia salute!
Con amicizia,
am
Queste tonnellate di oro falso cinese? Che piano avevano in mente?
Napoli perde colpi.
Una volta era la capitale della truffa, ma adesso i cinesi piazzano questo colpo dell’oro falso messo sotto il naso di primarie banche e già prima i tedeschi avevano insidiato il suo primato con le cifre farlocche sul loro debito pubblico (e vabbuo’ ma non avimme messo o debbbito de la cappaeffevvu pecché a cappaeffevvu è n’artra cosa anche si è pubbbbblica. Che dite? O debbbito dei lenderrrre. Ma i lenderrrre so stati nun so cumme e regioni italiane. Chilli i lenderrre che c’azzeccano co a germania???).
Con buona pace dei coglionazzi* che ….. la germania e la UE ci insegnano la serietà
E’ morto Alfredo Biondi. Disgustato, probabilmente, dai DPCM contiani. Lo stanno definendo l’ultimo dei liberali. Spero che si sbaglino.
Caro Luciano,
grazie per la notizia, molto triste. Alfredo, grazie a Dio, non era affatto l’ultimo dei liberali. Di liberali veri, non solo a parole, oggi ce ne sono molti di più che in passato. Sono giovani, brillanti e hanno fatto le letture giuste. Sono stupefatto dal constatare che il liberalismo si è diffuso rapidamente proprio quando non c’era più un partito in Parlamento che si definisca “liberale”. Io sono stato iscritto al PLI, ne sono stato consigliere nazionale, membro della direzione e proprio Alfredo Biondi mi candidò nel 1988 alla segreteria. In quell’occasione feci un discorso cui sono molto affezionato. Il PLI degli ultimi tempi, tuttavia, non aveva molto in comune col liberalismo di Cavour, Croce, Einaudi, Gaetano Martino e gli altri grandi del liberalismo italiano. Era dominato da Zanone che, prima di morire, fece parte della direzione del PD, Malagodi, che nel 1980 appoggiò Carter contro Reagan e Renato Altissimo. Alfredo era liberale e anticonformista, gli ero amico e mi mancherà molto.
Cordialmente,
am
Grazie, Professore. Mi permetto di postare il link a quel discorso. Con i tempi che corrono sembra aria fresca di montagna.
http://antoniomartino.org/un-discorso-forse-ancora-attuale-2/
Sfortunatamente, non ci sono solo le Prediche inutili di Einaudi; ci sono anche quelle di Antonio Martino. Solo per i distratti congeniti: il debito pubblico del 1988 (un milione di miliardi) era denominato in lire italiane. Quando eravamo convinti di aver raggiunto il baratro ci hanno obbligato a scavare. E non contenti ci hanno ridotti a galeotti per mesi: al 41 bis senza aver commesso reati.
Caro Professore,
oggi molti, perfino i comunisti, si definiscono liberali (magari giocando sul termine “liberal”, che penso sia più americano che inglese) ma non molti in realtà lo sono. Basta guardarsi attorno in questo nostro disgraziato paese e vediamo che gran parte della popolazione è devota allo stato nelle sue materializzazioni come stato etico (per comunisti di varia tonalità, dossettiani e fascistelli) o allo stato vacca da mungere (per i non produttori di reddito, armate di dipendenti statali in prima fila).
Le devo confessare che da ragazzo sono stato iscritto, nei primi anni sessanta, al PLI, o meglio alla GLI: ho frequentato la sede del partito a Milano (forse ricorderà il palazzo neoclassico di corso Venezia) una sola volta: vi si svolgeva una riunione e tra i (non moltissimi) presenti vi era un ragazzo più o meno della mia età che nell’attesa dell’inizio ostentava di leggere un libro. Lo guardo (il libro più che lui) e dico “Ah, «La storia come Pensiero e come Azione»” (faceva parte dell’edizione economica delle opere di Croce, con la copertina panna e marrone scuro o panna e grigio, che Laterza aveva da poco iniziato, ancora non vergognandosene, a pubblicare). Questo mi guarda (lui, non il libro) e con sussiego mi dice “Eh, prima o poi ci si passa tutti”. Non mi hanno più rivisto.
Tutta questa premessa per arrivare a chiederle un suo giudizio su Malagodi.
Io sono cresciuto in una famiglia di liberali, mio padre non è mai stato favorevole al fascismo anche se per lavoro (importava articoli di cancelleria) doveva frequentare gli uffici del partito e compilare ogni volta il modulo per esservi ammesso e alla domanda “Iscritto al PNF?” rispondeva sempre No, ma una spinta notevole ad iscrivermi me l’avevano data le “Tribune Politiche” cui partecipava Malagodi.
Lei vede in Malagodi una degenerazione dell’idea, o, meglio, del Partito, liberale e so che anche suo padre non era con lui in rapporti idilliaci, ma, per quanto potevo all’epoca comprendere, lo scivolamento a sinistra del partito avvenne con Zanone (e non dimentico il “Lib-Lab” del grande Enzo Bettiza): io di Malagodi ricordo la battaglia contro il centro-sinistra e contro le regioni. Riguardo la contrarietà all’istituzione delle regioni credo fosse, nel profondo, motivata dal fatto che, così come configurato nella costituzione comunista-dossettiana, questo ordinamento non avrebbe mai potuto portare ad uno stato federale ma solo a conferire al PCI, oltre a quello già esistente, subdolo e strisciante, al centro, un potere enorme di fatto su una gran parte dell’Italia, affidando per di più alla sua gestione capitali smisurati.
Già Professore …. girano strani liberali.
Inneggiano al liberalismo ma mai una parola …..
… contro le tasse anche quando raggiungono il 70%
… contro l’abolizione del contante
… contro l’obbligo vaccinale che permette allo stato di iniettarti nelle vene quello che vuole
… contro il proliferare delle norme
… contro il potere di legiferare in mano a gente mai eletta nemmeno all’assemblea di condominio
Una volta davanti a una donna brutta si diceva: se lei è il peccato viva la virtù. Analogamente possiamo dire che se questo è il liberalismo tanto valeva tenersi il vecchio PCI, il quale sicuramente era molto meno propenso alla patrimoniale di questi liberali.
Caro Professore,
una delle prime parole del dialetto ferrarese che ho imparato da mia nonna materna (appunto ferrarese trapiantata a Milano) è stata “s’gnadur”, nobile strumento che la nonna, da buona “rzdora”, utilizzava “par tirar la spoja” con cui preparare squisitezze quali tajadei, lasagn, caplit, caplas ad szuca.
Tale nobile strumento mi pare, nella sua odierna versione siculo-dossettiana, assai svilito ed utilizzato per compiti indegni: randellare nella sostanza, anche se non nella forma, la costituzione che non si vergognano a definire la “più bella del mondo”, l’Italia e il popolo italiano.
Già abbiamo la magistratura che sappiamo e un capo della sbirraglia che manifesta pubblicamente e reiteratamente la sua avversione ad una parte politica senza che nessuno si ponga delle domande, cosa dobbiamo attenderci per il futuro?
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco, grazie per il commento. Il vantaggio del futuro è che è poco prevedibile, ma temo che avremo una depresione causata dal generale blocco delle attivià produttive a livello planetario, e forse anche un’inflazione dovuta all’enorme quantità di moneta che la Bce ha immesso nel sistema. Spero di sbagliarmi, ma non credo. Saranno danneggiati miliardi di persone, non le poche centinaia di migliaia per il covid19!
Cordialmente,
am
Buongiorno Professore,
Ci fa sapere il suo pensiero sugli Stati Generali di Conte?
Magari anche con un pezzo nuovo, quello su Savona è un po’ datato, non crede?
Con affetto.
Caro Matteo,
anche stavolta, lei ha ragione. Sono stato indecorosamente pigro. Non l’accontento subito perché sto per partecipare a un “webinar” (se sa cosa significa) e ho fretta. Ma rimedierò al più presto.
Con tutta la mia amicizia,
am
Nell’attuale scenario, per la difesa delle libertà individuali, non sarebbe auspicabile un avvicinamento a Taiwan, Hong Kong e Giappone?
Caro PM,
sono paesi in cui sono stato più volte negli ultimi decenni e che amo molto. Hanno, fra i loro valori, la libertà, e questo me li rende simpatici e conferma la sua analisi.
Cordialmente,
am
La robotica giapponese nel miglioramento della infrastruttura in Italia può essere alla base di un bel piano per l’occupazione in Italia.
L’attenzione dall’occidente a questi giardini di libertà, sarà il migliore regalo al popolo cinese affrettando sua liberazione dal comunismo.
Guardando quello che succede a Hong Kong in queste ore mi viene in mente la frase che ho letto tante volte in questo blog: dare il braccio per sfamare la bestia.
Nell’anno scorso 1/3 dei maiali in Cina, la base della alimentazione contadina, stavano morendo di una peste incontenibile. Trump nell’epoca stava per venire in soccorso.
Secondo altri fonti: esiste un interesse strategico nel grande produttore agricolo – Brasile – per soddisfare il deficit agricolo in Cina. Infatti, questo era sincrono con la campagna mondiale del media di sinistra della Amazonia che brucia, per diminuire la sovranità del Brasile sull’Amazonia.
E’ vero che la Cina si trova in grave situazione di deficit di prodotti alimentari?
Caro Professore,
sono da tempo convinto, e gli avvenimenti di questi ultimi tre mesi rafforzano sempre più la mia convinzione, che per i presidenti della repubblica, del consiglio, ministri, altissime cariche dello stato, elettive o di carriera, come pure per il sindaci di Milano, di Roma e di altre grandi città, valga quello che si diceva in Unione Sovietica circa l’andamento della produzione agricola: quello di quest’anno è molto peggio di quello dello scorso anno, ma decisamente migliore di quello del prossimo.
Prendiamo il sindaco di Milano, Sala (mi sembra, magari sbaglio, sia quello che si è dimenticato di essere proprietario di una casa dalle parti di St. Moritz): secondo me, che alle facce attribuisco una qualche importanza nel giudicare le persone, ha una faccia da gioppino, il che mi rende ragione del suo ostentare calzini arcobaleno e del suo occuparsi più dei clandestini e degli zingari che non dei milanesi, in coerenza col fatto di aver raccolto i suoi voti all’interno della derchia dei Navigli. Oltretutto è comunista. Penso che ciò basti a spiegare perché non ha cacciato un ghello per i milanesi.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
ancora una volta, mi perdoni la ripetizione, sono d’accordo. Una delle leggi di Martino è che “Ogni legislatura è peggiore della precedente, ma migliore della succcessiva”!
Cordialmente,
am
Caro Professore,
Io amo la Sicilia ed i siciliani (quanto a questo sono sicuro lei non mi fraintenderà).
Ovviamente riguardo i siciliani, essendo individui, ve ne sono di tutti i tipi. Il tipo di siciliano che non riesco a farmi piacere, e non mi piacerebbe neanche fosse sudtirolese, è quello incarnato nel “motore silente del principio di stabilità”, del quale, come de mortuis, nil nisi bonum, altrimenti ti arriva in casa la Digos.
Sicuramente non ricorderà, ma una delle prime volte che ho colloquiato con lei, le raccontai come le prime ferie in Italia con mia moglie russa, sono passati 37 anni, la trascorsi in Sicilia, a Cefalù. Io non sono un grande appassionato di mare, per me la villeggiatura (preferisco questo termine desueto a quello di vacanza, che evoca molto il socialismo reale) è quella montana. Se scelsi il mare di Sicilia, tra l’altro raggiungendo l’isola in auto, attraversando lentamente tutta l’Italia, e sbarcando dal traghetto a Messina, fu, oltre che per dare a mia moglie una visione d’insieme del suo nuovo paese, per portarla nella culla della civiltà occidentale: vi sono più monumenti greci in Sicilia che in Grecia. Scelsi il mare anziché le mie amate montagne, le Dolomiti in particolare, ed il mare siciliano perché ritengo la Sicilia un luogo meraviglioso. Ovviamente il luogo geografico è frutto della storia, della cultura, della civiltà, insomma degli uomini che lo hanno abitato e che lo abitano e vi hanno lasciato il segno. Sbarcato dal traghetto a Messina all’ora di pranzo, credo fosse domenica, mi recai subito al museo. Stava chiudendo, ma un gentilissimo custode ci fece entrare e ci fece da guida per tutto il meraviglioso museo (non era affetto da terronaggine). La cosa mi fece tornare a circa sette anni prima quando di passaggio a Messina per lavoro durante un trasferimento da Priolo a Milazzo assieme a un collega che non vi era mai stato prima (io ero stato in Sicilia per la prima volta qualche settimana prima, tornando a Milano estasiato a raccontare entusiasta la mia prima esperienza siciliana al mio capo, originario di Agrigento ed al mio a.d. originario di Ragusa). Eravamo a pranzo da Pippo Nunnari e raccontavo al collega come l’anno prima, durante il servizio militare, un soldato della compagnia in cui prestavo servizio, figlio di un agrumicultore, mi ricordo ancora il cognome, tipico del catanese, Grasso, mi offrì un limone enorme, quale non ne avevo mai visto, invitandomi a mangiarlo crudo con un po’ di sale: una delizia. Dal tavolo vicino un signore ci chiese se fossimo in auto ed avessimo il tempo di seguirlo a casa sua: ci avrebbe fatto dono di alcune cassette di tali limoni. A malincuore declinammo l’offerta perché sarebbe stato difficile imbarcarli sull’aereo del ritorno. Tornando a quel primo viaggio con mia moglie, trascorsi il mio soggiorno in Sicilia alternando una giornata al mare ad una giornata in giro per l’isola: Palermo, Segesta, Selinunte, Erice, Trapani, Marsala, Calascibetta, Leonforte, Piazza Armerina, Catania, Siracusa, Taormina, Cerda. A Cerda, ammirata la strana bellezza dei box della Targa Florio ancora esistenti lungo la statale, andammo a cena in una trattoriucola sulla piazza del paese di cui avevo letto su una rivista professionale dedicata ai baristi e ristoratori che leggevo all’ICE di Mosca. Si chiamava il proprietario Angelo Nasca e la sua trattoria era famosa per i carciofi. Essendo giugno era un po’ troppo tardi, ma qualche carciofo, i gambi, riuscì a servirci. Il sig. Nasca aveva una moglie molto bella e due figlie, sui quindici anni, letteralmente bellissime: le più belle ragazze che abbia mai visto. A Lipari, da Filippino, mangiai per la prima volta i cucunci ed i gamberetti con tutto il guscio. In Sicilia dopo di allora tornai in Sicilia altre tre volte, sempre con mia grande soddisfazione. E’ da qualche anno che non vi torno e con mia moglie si fantastica sempre di tornarvi non appena i nostri vincoli ce lo permetteranno: qualora mi decidessi non mancherò di approfittare della sua cortese offerta. Tra l’altro ricordo di averle raccontato come le cronache televisive del processo Contrada, che vidi a Mosca, mi fecero imbufalire per le palesi falsità raccontate da un mafioso testimone prodotto con squilli di clarine dalla pubblica accusa riguardo un pranzo con Contrada commensale di boss mafiosi che si sarebbe svolto al ristorante “Il Delfino” di Sferracavallo. Peccato che il tavolo, secondo la descrizione del testimone, sarebbe stato imbandito davanti alla porta del cesso!!!
Ho parlato molto di trattorie e ristoranti (la mia figlia più piccola, aveva quattro o cinque anni, la prima volta che la portai a pranzo al Charleston di Mondello disse che avrebbe sposato solo chi potesse portarla a pranzo lì) perché sono un ghiottone impenitente ed adoro la cucina siciliana: a casa mia cuciniamo spesso pasta con le sarde, ripiddu nivicatu, pasta alla norma, sarde a beccafico, spada al salmoriglio, stocco alla messinese, etc. Mio rammarico è non aver mai provato le acciughe (non sardine) salate cotte per immersione nello zolfo fuso di cui si cibavano, a detta di Santi Correnti, i carusi delle solfatare: se provassi a prepararle in cucina mia moglie mi farebbe mangiare lo zolfo fuso (115°C).
Il mio amore per la Sicilia non mi fa comunque trascurare un’altra città che adoro: Napoli ed i suoi abitanti che, anche nelle classi più umili, hanno comportamenti di alta signorilità.
Vede quindi che di tutto potrei essere accusato tranne che di essere uno di quegli imbecilli del “Forza Etna” o del “Forza colera”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
la pregherei di guardare questo filmato
https://www.byoblu.com/2020/05/08/cosa-e-successo-a-dario-musso-perche-gli-e-stato-fatto-un-tso-chiediamo-informazioni-ufficiali-byoblu24/
A Mosca ho abitato vicino all’Istituto Serbskiy, il manicomio per i dissidenti in cui è stata “ricoverata” anche una segretaria, italiana, dell’ufficio commerciale estero della Montedison (era una comunista dura e pura in pellegrinaggio Intourist in U.R.S.S. – epoca Brezhnev – e giunta a Tashkent, aveva manifestato il suo disappunto per quanto aveva sin lì visto, che le sembrava un tradimento degli ideali. Risultato: trasferita a Mosca e internata al Serbskiy. “La stanno curando” commentò un mio collega d’ufficio, comunista, che aveva studiato all’Università di Mosca e lì era rimasto. “Perchè non ti fai curare la prostata allo stesso modo?” gli risposi).
Ma quella era la dittatura comunista sovietica. Questa invece…
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
credo lei sia uno dei pochi più anticomunisti di me! Ma, informato e con mille ragioni. Io da ragazzo ero idealista: volevo fare soldi. Poi, il 16 luglio 1960 mi trovai nel mezzo della chiassata comunista contro il governo Tambroni. Decisi che il mio obiettivo non erano i soldi, ma confutare le tesi dei comunisti. Così, invece di mirare a diventare notaio, decisi che avrei fatto l’economista. Ho avuto la fortuna di vedere l’implosione dell’impero del male e questo è stato uno dei regali più belli che mi abbia fatto la storia. Il resto conta assai meno.
Cordialmente,
am
Egregio CATTANEO, per anni -anzi decenni- abbiamo presidiato la frontiera orientale per respingere l’orda comunista. Poi, quando siamo stati oramai certi che da est non poteva più arrivare alcun pericolo, il comunismo è arrivato dall’altra parte.
Gli è che noi non avevamo ben capito cosa è il comunismo. D’altronde anche a sinistra hanno sempre fatto lo stesso errore. Se un giorno qualcuno vorrà sentire le mie riflessioni in merito per capire da dove viene il comunismo e cosa è in effetti, sarò lieto di esporle. Ma state sicuri che Marx non è affatto il padre del comunismo esattamente come io non posso essere padre di Giulio Cesare.
Caro Professore, cari ADAMs,
«Прошла весна, настало лето, спасибо Партии за это».
Pronuncia: Prashlà viesnà, nastala lieta, spasiba partii za eta.
Traduzione: E finita la primavera, è iniziata l’estate; grazie, o Partito, per questo!
Riadattamento di epoca sovietica di alcuni versi di una poesia russa.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie. La sua citazione è un formidabile esempio del cattivo gusto sovietico!
Cordialmente,
am
Caro Professore,
non ho elementi per giudicare se quanto qui scritto risponda tutto alla verità
http://www.opinione.it/economia/2020/04/17/ruggiero-capone_colao-coronavirus-conte-economia-comitato-17-fase-due-vodafone-goldman-sachs/
ma penso che comunque qualcosa, se non tutto, di vero ci debba essere.
Ora, siccome si parla di questo Colao come uno destinato a sostituire il paglietta Conte, mi sembra ci sia molto da preoccuparsi, perchè questo sembra di gran lunga più pericoloso, avendo probabilmente un piano ed una strategia per realizzarlo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
Errata corrige: anche questo si è rivelato un quacquaraquà.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
i migliori auguri di buona Pasqua (in tempore belli) a lei e alla sua famiglia.
Il titolo del suo articolo che fa da apertura al suo sito da ormai quasi due anni, “Il caso Savona”, è sempre attualissimo: gli inglesi hanno la regina Elisabetta, noi “il motore silente del principio di stabilità” (Il Foglio dixit).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie, ricambio con tutta la mia amicizia.
am
Caro Professore,
per una volta faccio la persona seria e le pongo una domanda seria.
Le riporto, per sua comodità, un brano dell’intervista a Tremonti (che mi sembra lei non ami troppo) apparsa oggi sul Giornale:
Quote
Poi tutto si è rotto quando è esplosa la crisi della Grecia…
“Al tempo io ero presidente dei ministri dell’Economia del Ppe. Quando Juncker chiese di usare il Fondo salva Stati per salvare le banche, risposi ‘Potrebbe, ma a patto che la contribuzione nazionale al fondo non sia basata sul PIL, come giusto nella funzione salva Stati, ma sul rischio come giusto nella funzione salva banche’.
Sulla Grecia le banche tedesche e francesi erano a rischio per 200 miliardi di euro, l’Italia solo per 20.
L’ipotesi del passaggio nel calcolo dal PIL al rischio innescò la crisi.
Qualche giorno dopo esplosero gli spread e fu spedita la lettera Bce-Bankitalia del 5 agosto. Obiettivo di queste manovre non era solo prendere i nostri soldi per salvare le loro banche ma anche mascherare gli altrui vizi di sistema e, passando dal calcolo sul PIL al calcolo sul rischio, evitar di far venir fuori la vera causa della crisi, una crisi bancario-sistemica che era più nel Nord che nel Sud dell’Europa.
Allora, a guardarli, quei 200 miliardi sembravano una cifra enorme. Adesso fanno ridere.”
Unquote
Ora è chiaro che l’intervistato cerca sempre di presentarsi sotto la luce migliore possibile, ma le chiedo se andò veramente così e lei cosa ne pensa, visto che ci troviamo in una crisi, parlo dell’economia, in particolare quella italiana, tragicamente e insipientemente bloccata, che mi pare più figlia di quella crisi che non del “vairus”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie, ancora una volta concordo con lei. Non ho simpatia per Tremonti, ma stavolta ha ragione. Gli “aiuti” alla Grecia erano destinati in realtà alle banche tedesche e francesi. Non basta: mentre la Grecia tagliava gli stipendi, sia pubblici che privati (sic!), Francia e Germania la costrinsero a onorare l’impegno per l’acquisto di attrezzature militari prodotte in Germania e Francia, facendo aumentare enormemente le spese di Difesa della Grecia. Temo che l’UE sia veramente un’enorme pagliacciata.
am
Caro Professore,
Aiuto!!! Siamo nelle mani dei terroni!
Conte, Di Maio, Lamorgese, Speranza, Borrelli, Arcuri, lo stesso Mattarella, tutti terroni.
Non mi fraintenda, non sono un leghista prima maniera, non ho nulla di razzistico contro i terroni (non starei qui a colloquiare con lei), non mi ritengo superiore, perché milanese, ai terroni che hanno fatto una vita di sacrifici, hanno lottato e lavorato (svolgendo anche lavori umili e pericolosi) in tutto il mondo con la loro intelligenza e voglia di emergere e chi poco, chi tanto chi tantissimo, ci sono riusciti.
Ce l’ho con la “terronaggine” che chiamerei crocianamente categoria dello spirito. La terronaggine di chi non intende assumersi rischi e responsabilità, che vuole il “posto”, non il lavoro, garantito a vita dallo stato, con stipendio pagato dagli altri italiani, anche terroni, il 27 di ogni mese senza la necessità che costituisca il corrispettivo di un lavoro prestato. Con l’infingardaggine di mediocri che, avuto dallo stato una modesta posizione di potere, come tutti i mediocri si rivalgono utilizzando le armi che lo stato ha messo loro in mano per trattare da schiavi i cittadini, vuoi con la loro neghittosità, vuoi ostacolandoli a bella posta con una sterminata quantità di norme burocratiche assurde e infernali, tanto loro non sanno neanche cosa vuol dire lavorare e rischiare. Quando si presentano non dicono come le persone normali “Sono Rossi” ma “Sono il dottore – rigorosamente con la “e” finale – Rossi”. Guai a non chiamarli dottore! Diventano magari professori universitari senza mai uscire dalle accoglienti mura del loro studio in compartecipazione. E poiché sono dottori si ingegnano a rendere il più possibile complicate le norme che emanano, che non potranno mai essere comprese e schivate nella pratica vita dei loro schiavi. Sono gli elementi peggiori di un certo ambiente sociale che, pur essendo cresciuti in mezzo alla delinquenza organizzata (mafia, camorra, etc.) non hanno avuto la grandezza, il coraggio e l’iniziativa per fare i delinquenti. Ottengono un potere analogo, magari superiore, facendosi burocrazia ed incassando il tributo dei servi il 27 di ogni mese.
Lo vediamo anche nella situazione di questi giorni, in cui politici (???) che sono la quintessenza della terronaggine e dell’incapacità lasciano che dei problemi si occupino burocrati più scarsi e più incapaci di loro, buoni solo di indire gare di appalto al massimo ribasso cui si può partecipare solo previa presentazione del certificato antimafia…
Cordialità,
Franco Cattaneo
Lo sa cosa mi colpisce di più del suo commento? Che è
Lo sa cosa mi colpisce di più del suo commento?
Che lo ha meditato! Pertanto non è frutto di una discussione magari vivace con qualche bicchiere di troppo. No. È ragionata. Perché prima l’ha elaborata, poi spinto dalla voglia di divulgare all’intero mondo questo frutto ha lasciato la vodka, barcollando è arrivato al computer , a fatica è entrato su internet ha digitato la lettera A e subito gli spunta blog antonio martino e via di corsa a scrivere di getto prima che l’alcool faccia dimenticare il profondo pensiero. E finisco qui per carità di patria perché le sue parole non offendono né i terroni né quello che lei definisce terronaggine. Lei offende chi le ha dato i diplomi o le lauree. Fossi in lei le strapperei a coriandoli.
Con profonda disistima
Giuseppe Sinatra
Dottore Giuseppe Sinatra,
ho letto questa mattina divertito quanto da lei esternato in risposta ad un mio commento.
Con il permesso del Professore, e scusandomi di approfittare della sua ospitalità, le rispondo e non tornerò più con lei sull’argomento.
Da quanto lei scrive posso trarre solo due conclusioni: o ha capito nulla di quanto ho scritto (non mi sarò espresso abbastanza chiaramente), o lo scorso venerdì sul suo conto corrente è stato accreditata, come ogni mese precedente, e speri che ciò avvenga, di qui a poco, anche per i mesi futuri, una somma pagata dai contribuenti italiani.
Nel merito di quanto lei scrive, mi pare che il livello dei suoi insulti sia quello dei blog più trucidi (“Posa il fiasco”) che impazzano su internet, roba da “Il Fatto Quotidiano”. Per inciso le rammento che i nomi propri di persone (Antonio Martino in questo caso) in italiano si scrivono con le iniziali maiuscole, anche per rispetto di chi la ospita. E’ poi rivelatore della sua anima da burocrate dello stato il suo riferirsi a diplomi o lauree, non sapendo se ne abbia, e il doverli strappare a coriandoli. Ah, il mito del pezzo di carta, così venerato negli “uffici”!
Poi, così tanto per chiarirle le idee circa il mio modo di valutare le persone, siano nate a Helsinki o a Bujumbura, sappia che dei (pochi) capi che ho avuto nella mia attività lavorativa ho sempre stimato molto due siciliani, mentre quello che senza dubbio alcuno poteva rientrare nella categoria dello spirito della terronaggine era un bergamasco. Per lavoro ho avuto l’onore di conoscere e frequentare per qualche giorno un terrone quasi novantenne che ha saputo creare un’industria nota in tutto il mondo, così come il suo nome che compare su tutti i libri di testo, l’ing. Oronzio De Nora (che, tra l’altro, sappia, è l’inventore dell’Amuchina, così di moda in questi giorni). Reputo il più rilevante borioso cretino della storia d’Italia un varesotto che, assieme al Re Mida all’incontrario (bolognese), ha contribuito più di ogni altro singolo individuo a rovinare l’Italia. Il Re Mida, tra le altre imprese, è riuscito, assieme a due romagnoli e ad un esponente di una delle più notevoli famiglie nobili milanesi, a rovinare definitivamente quella che è la mia passione, l’ippica italiana, già, pur nelle sue piccole dimensioni una delle più grandi del mondo. A questo proposito, tanto per provare a farle capire quale sia il mio offensivo disprezzo per i terroni, vorrei segnalarle che uno di questi nella seconda metà dell’ottocento abbandonò l’Italia (si chiamava Edoardo Ginistrelli, era originario di Lavello, benchè nato a Napoli e fu anche Senatore del Regno) per andare in Inghilterra con l’intento di insegnare agli inglesi come si alleva il purosangue inglese (!!!). Colà allevò Signorina, ottima cavalla da corsa, e, spirito bizzarro, con un colpo di genio e di passionalità tutto napoletano, la fece coprire da un modestissimo stallone, Chalereux, di cui la sua prediletta dava a vedere di essersi innamorata, ottenendo Signorinetta che nel 1908 vinse il Derby e, due giorni dopo, le Oaks (terza femmina nella storia). Tanto per aiutarla a migliorare la sua ministeriale cultura, che cosa siano il Derby e le Oaks potrà apprenderlo arrivando barcollante fino al computer e digitando a fatica questi strani nomi. Un altro figlio di Signorina, l’ottimo Signorino, venne acquistato nel 1906 dal Governo Italiano (!) ed assegnato al Deposito Stalloni di Ferrara per migliorare l’allevamento nazionale, cosa che gli riuscì benissimo (erano quelli altri governi ed altri impiegati dello stato). Questi due esempi le dovrebbero chiarire come i terroni in gamba vadano in giro per il mondo, non dietro le scrivanie della pubblica amministrazione, per costruirsi qualcosa.
Solo per rendermi a lei ancora più odioso, le dirò che tra i terroni nelle cui mani siamo finiti ho ieri dimenticato di citare Boccia (autonomie – sai quali – regionali), Bellanova (non ha inserito il riso, ma si coltiva al nord, tra i prodotti italiani da acquistare col decreto “Cura – come no – Italia”), Azzolina (istruzione) e Bonafede (quello del fine processo mai), oltre al quasi-terrone filosofo-economista Gualtieri. E del perché vi siano, e vi siano stati, così tanti terroni e così pochi lombardi alla guida del paese non le consiglierò di leggere il saggio di (orrore!) Gianfranco Miglio “Vocazione e Destino dei Lombardi”: lascerò che giunga da solo ad una motivazione che le procuri soddisfazione.
E’ inutile, infine, che le dica in quale considerazione possa tenere la sua stima o disistima, profonde o superficiali che siano.
Franco Cattaneo.
Egr. Dott. Prof. Ing. Arch.Avv. Franco Cattaneo, io sicuramente non so leggere ma forse Lei ha scritto una cosa e il maledetto computer l’ha rimodulata.
Perchè assomiglia molto ad un gag di Lillo & Greg nel loro programma radiofonico 610 su radiodue. In questa gag Lillo intervista un “Famoso” Sociologo sui vizi degli italiani. Per esempio sullo spreco dell’acqua. Ed ecco il ns. Prof. che stigmatizza ad esempio lo sperpero del prezioso liquido quando si fa la doccia lasciando sempre aperta l’acqua al massimo, auspicandone l’arresto. Al che Lillo gli dice che anche a lui piace tenere aperto il rubinetto e il Prof. risponde: tranne Lei sig. Lillo. Dovrebbero essere fucilati tutti quelli che per lavare la verdura lasciano scorrere l’acqua, continua il nostro Prof.. Ma anch’io faccio così dice Lillo, e lui: tranne Lei Sig. Lillo e così fino alla fine della gag.
Ora mi spiace dirlo ma il suo scritto è molto simile alla gag.
Mi sono sentito offeso perchè Lei ha usato un termine “terronaggine” di cui onestamente con lo scritto non aveva niente a che vedere. poteva utilizzare “malaburocrazia” ma invece no “terronaggine” e “terroni” diretto a un sistema e a persone pubbliche di origini meridionali.
Vediamo cosa scrive:
” E poiché sono dottori si ingegnano a rendere il più possibile complicate le norme che emanano, che non potranno mai essere comprese e schivate nella pratica vita dei loro schiavi. Sono gli elementi peggiori di un certo ambiente sociale che, pur essendo cresciuti in mezzo alla delinquenza organizzata (mafia, camorra, etc.) non hanno avuto la grandezza, il coraggio e l’iniziativa per fare i delinquenti.”
Ora anche a me tanto simpatico Mattarella non sta. Ma metterlo fra quelli cresciuti in mezzo alla delinquenza organizzata ecc. avendo avuto un fratello ucciso per mano proprio della mafia , mi sembra un pochino esagerato o no?
A me non viene difficile scrivere che ho volutamente esagerato nel risponderLe (da ” terrone” mi sono sentito tirato in ballo) in maniera sguaiata e sono pronto non solo a chiederLe scusa ma anche ad invitarLa a pranzo quando questo maledetto virus ce lo consentirà all’unica condizione che Lei ammetta di aver scritto qualche minchiata e se ne scusa.
GS
Caro Franco,
essendo nato più vicino a Tunisi che a Roma credo di meritare di essere considerato terrone. Tuttavia quella che lei chiama terronaggine purtroppo esiste e non solo al Sud. Dopo la guerra, il Veneto era più povero della Sicilia. I veneti emigravano in massa per trovare lavoro, persino in Sicilia: la mia balia era veneta. Poi, mentre il Veneto è stato abbandonato a se stesso, la Sicilia è stata affidata alle amorevoli cure della Cassa del Mezzogiorno e della regione a statuto speciale. Conseguenza: oggi il Veneto è una regione prospera, un esempio di successo, la Sicilia invece è povera e sottosviluppata, pur essendo dotata di formidabili risorse naturali. Pensi alla posizione, al centro del Mediterraneo, al clima, al paesaggio e il fatto di essere il museo della civiltà prevalenti nel mediterraneo negli ultimi tre millenni. Fenici, Cartaginesi, arabi, romani, Greci, normanni hanno tutti lasciato i loro monumenti in Sicilia. Se non c’è mai stato, ci vada: ne resterà incantato. Oltre tutto, contrariamente a quanto si crede, uno che viene da fuori non solo non ha nulla da temere, ma viene anche accolto con rispetto e cortesia. Abbiamo infatti ereditato dagli arabi l’idea che l’ospite è sacro. Se decide di andarci, me lo faccia sapere e mi adopererò perché il suo viaggio sia un successo.
Cordialmente,
am
Ottima risposta. Ma non solo . Questo virus ha messo in mostra come l’inefficienza dello stato è il vero elemento che unisce il nord e il sud. Poi ci sono le eccezioni. Tra queste in positivo vi è sicuramente la città di Messina che è riuscita con propri mezzi a mettere da parte 50.000.000 di € per affrontare l’emergenza dando vita ad una family card che sta pagando per i mesi di aprile maggio e giugno la spesa ai più bisognosi oltre ad una quota di affitto, alla luce , gas e acqua. Sta anticipando la cassa integrazione a chi la chiede. Insomma 11000 mila famiglie hanno avuto un contributo mensile anche di 800 €, mentre nella Milano da bere il comune ha dato un contributo massimo di 350€ perché evidentemente non avevano soldi.
Saluti
Gs
Grazie, caro Giuseppe,
am
Caro Professore,
so di avere toccato un argomento delicato e che, per la sua natura, si presta a risentimenti, preconcetti e fraintendimenti: per meglio chiarire il mio pensiero, la debbo purtroppo tediare con qualche ricordo personale e me ne scuso perchè temo non siano per lei di alcun interesse.
Premetto che essendo milanese, sono nato in una località più o meno equidistante da Messina e da Westminster…
Primo ricordo. Il giovane cassiere della mia banca a Milano, originario di Gravina di Puglia, quasi ogni mese spariva per due-tre giorni. Parlandone col direttore della filiale vengo a sapere che se ne tornava a casa in permesso, che non era possibile negargli, in quanto convocato dal tribunale locale in qualità di testimone di incidenti stradali che avevano originato vertenze assicurative. Lui viveva a Milano ma aveva assistito a svariati incidenti (molti dei quali magari mai verificatisi) in Puglia (e dai quali ricavava, presumibilmente, un utile). Questa per me è terronaggine.
Questo ricordo è propedeutico al secondo ricordo. Quando vivevo a Mosca un anziano parente di mia cognata, possessore di una già vecchia Giulia Super che non aveva praticamente mai usato e che stazionava da tempo inutilizzata in un box, decise, per sgravarsi dei costi di bollo e assicurazione, di regalarmela. A me risultava comodo avere un’auto da utilizzare quando rientravo per qualche giorno a Milano. Purtroppo la comodità durò poco: dopo neanche sei mesi (fatta controllare l’auto dal meccanico e pagato bollo e assicurazione per un anno) mentre mi recavo in ufficio mi sono fermato ad un semaforo rosso. Di lì a qualche secondo vengo catapultato al di là dell’incrocio: ero stato tamponato con violenza non comune da un’auto guidata da un signore calabrese che mi dice di essere un vigile del fuoco, si scusa ma era stato distratto dal figlio piccolo che si stava sporgendo dal finestrino e lui era stato costretto a prenderlo per rimetterlo a sedere. Un paio di minuti dopo passa di lì casualmente un’auto pattuglia dei vigili urbani che fa i rilievi del caso e raccoglie, separatamente, le dichiarazioni dei due guidatori coinvolti. La mia auto era piegata come una “V” rovesciata per cui all’arrivo del carro attrezzi l’ho fatta portare direttamente dal demolitore. Qualche tempo dopo, di passaggio per Milano, vado dall’assicuratore che mi dice che il sinistro veniva liquidato con 180’000 lire perché vi era un concorso di colpa in quanto io stavo facendo retromarcia, avendo superato la linea d’arresto dell’incrocio, e di ciò esisteva la dichiarazione di un testimone, casualmente calabrese e casualmente vigile del fuoco. Al che mettevo per iscritto davanti all’assicuratore una dichiarazione con cui rinunciavo in via definitiva all’indennizzo in quanto frutto di una falsa testimonianza. Questa per me è terronaggine.
Qualche anno dopo mi è capitato un caso analogo, sia pure con modalità di svolgimento leggermente diverse e con danni materiali molto modesti. Per inciso, l’altro guidatore, al volante di una Jaguar nuovissima, era un signore di circa sessant’anni, molto distinto, somigliante a Mario Monti, indossava perfino il loden ed era accompagnato dalla moglie elegantissima (quella di Monti dichiarò in una intervista che loro erano gente molto modesta: lei faceva la spesa al mercato rionale di piazza Wagner. Avrebbe trovato gli stessi prodotti, pagandoli meno, da Peck), era milanese.
Questo per dire come per me la terronaggine non sia una questione, diciamo così, “etnica”, ma etica e pragmatica, una “categoria dello spirito” la definirebbe Croce (un altro terrone…), e nulla ha in sé che attenga al fatto di essere nati terroni o polentoni. Del resto i ticinesi sono dei terroni per gli svizzeri degli altri cantoni….
Se ho adoperato il termine “terronaggine” è perché questa alligna, ed è immediatamente percepibile, in una parte non trascurabile dei “terroni”, specie se pubblici dipendenti (cioè, per definizione, nella quasi totalità dei casi, consumatori e non produttori di reddito), il che temo sia una realtà difficilmente contestabile. Per realizzarsi pienamente la terronaggine deve poter essere associata all’esibizione ed esercizio di un (miserabile) potere, deve poter angariare chi è costretto a rivolgersi agli uffici del “terrone”, che ha così la possibilità di ricavarne un vantaggio anche economico: la manifestazione, anche se non ne è esclusiva, raggiunge le vette più elevate nei dipendenti pubblici, e non è contraddittorio il fatto che la stragrande maggioranza di costoro abbia avuto i natali da Roma in giù. Ed essa è presente, anche in molti meridionali non dipendenti pubblici, forse per ragioni storiche dipendenti dalla tradizione non comunale ma feudale e familistica della società meridionale, in cui il “potente” si compiace di beneficare l’inferiore, il quale a sua volta si attende di ricevere il beneficio, non di conquistarselo. Ma non voglio qui fare un trattato, non ne sono in grado e potrei essere facilmente contestato nelle mie ipotesi e conclusioni, di sociologia.
Voglio solo concludere dicendo che quella che ho chiamato terronaggine, pur non essendo confinata ai terroni, va purtroppo, nella percezione di gran parte dei polentoni, e non solo, a discapito e onta di quei, e sono tantissimi, probabilmente la maggioranza, terroni che non ne sono affetti.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
la mia risposta al suo precedente commento non voleva negare l’esistenza di quella che lei chiama terronaggine, ma solo ricordarle la Sicilia e la sua storia. Certo gli episodi da lei citati sono allucinanti ma il fatto che i protagonisti fossero meridionali è solo accessorio; sarebbero egualmente deplorevoli se fossero stati commessi da settentrionali. Io sono orgoglioso di essere siciliano (anche se ne sono lontano dalla Sicilia da 56 anni) e meridionale, ma non nutro alcuna antipatia per i settentrionali, che per me sono tutti quelli nati a nord di Caserta!
A presto, spero,
am
Caro Prof.,
Scopro solo oggi, complici la quarantena e il bisogno di rinfrescare le mie ormai vaghissime reminiscenze di economia politica, di questo suo blog…
Con lei ho sostenuto il mio primo esame alla L.U.I.S.S., e la ricordo con affetto, sia per la sua umanità, sia per chiarezza espositiva e capacità di far comprendere i fondamenti dell’economia politica anche ai disorientati studenti del I anno della facoltà di giurisprudenza.
Un caro saluto,
Antonella Tajani
Cara Antonella,
grazie, mi ha reso felice. Sono ancora convinto di essere un professore di economia e ricordo il rapporto con i miei studenti come una delle cose più belle della vita. Possiamo continuare a comunicare su questo blog? Vorrei sapere cosa fa, se è sposata, ha figli, che voto prese a Economia, ecc.
Cordialmente,
am
Buon pomeriggio professore,
Ci manca la sua voce in questo periodo difficile!
Mi piacerebbe sapere cosa pensa dell’helicopter money di cui si parla in questi giorni, da quanto ho letto è una idea del suo maestro Milton.
E anche un giudizio sull’intervento di Draghi sul FT. Secondo me ha detto cose giuste, anche se non sono un suo fan. Ed è quello che stanno facendo in UK, x esempio.
Un caro saluto.
Intanto David Stockman (ex vertice dell’OMB ai tempi di Reagan) che è stato sempre molto critico verso la politica economica di Trump sta randellando anche contro il piano di stimoli all’economia che non è altro che una pioggia di sussidi clientelari col pretesto del virus.
Caro Matteo,
è vero che è stato Milton a usare l’immagine della moneta buttata giù dall’elicottero, ma non ha mai parlato di “helicopter money”. Anch’io non ho simpatia oer Draghi, ma non ho letto il FT, quindi non so cosa dirle. Grazie per l’attenzione,
am
Buonasera Prof.
Siamo tutti rinchiusi a causa di questo virus.
siamo inondati da informazioni . discussioni infinite sulle varie piattaforme social.
ecco la domanda che mi frulla per la testa da oltre una settimana:
come si comporterebbe il ministro dell’economia senza guinzaglio Antonio Martino in questo periodo?
perchè per me questo è un periodo importante tale e quale a un dopoguerra. e si sà che sono questi i momenti in cui si decidono le sorti delle future generazioni.
cordiali saluti
alberto pilato
Caro Alberto,
la situazione attuale è demenziale. Siamo stati privati di colpo delle nostre libertà, sottoposti a restrizioni inaccettabili, per un rischio minimo. 200.000 morti su sei miliardi di abitanti del pianeta sono una probabilità infinitesima. Traversare la strada uccide molta più gente! Se fossi ministro dell’economia, mi sarei opposto all’idea di bloccare l’Italia, che produrrà una recessione che avrebbe potuto essere evitata.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
ho ascoltato ieri, come tutti i giorni, la rassegna stampa del suo amico Nicola Porro (la “Zuppa di Porro”) e mi è venuto da ridere ascoltando una notizia, che forse notizia non è perché nessuno sa nulla di certo sul decreto, pomposamente, pretenziosamente e ridicolmente chiamato “cura Italia”, che il paglietta di Volturara Apula, divenuto professore universitario (perdindirindina!!!) senza uscire dal proprio studio professionale in condominio, avrebbe approntato per la nostra salvezza.
È proprio vero che nei dettagli si nascondono particolari illuminanti.
Il buon Porro racconta di aver pagato ieri, alla sua scadenza naturale, l’IVA di cui si prospetta una dilazione dei termini di pagamento (di quattro giorni? di un mese? di due mesi? Boh: decideranno Giuseppi, er mutanda e l’agenzia delle entrate) perché, beato lui, disponeva dei fondi all’uopo necessari. All’agenzia delle entrate, dove tutti il 27 di ogni mese percepiscono uno stipendio pagato da noi anche se non hanno spostato una matita sul tavolo di lavoro, tanto il “posto” è garantito per l’eternità, non hanno la minima idea di cosa sia il cash-flow e che per chi lavora in proprio, dall’arrotino al piccolo industriale, l’incasso di oggi è già impegnato in massima parte, se non per intero o più, per pagare le incombenze di domani.
Bene, pare che, a detta di Porro, nel decreto sia previsto che coloro i quali abbiano pagato il tributo di vassallaggio allo stato alle scadenze previste senza valersi delle possibili dilazioni “eventually” accordate, finiranno in un istituendo “albo di onore” dei contribuenti (servi) meritevoli. Ecco, e qui si può ritornare alla mia precedente considerazione sul PD come sottomarca del PCI, dove “grattando il Pepito Sbezzeguti salta fuori il Giuseppe Bottazzi” come ebbe a dire Don Camillo (altri tempi, altri preti).
In Unione Sovietica all’androne dei palazzi degli uffici era posta una vetrina (“Doska Pachёta” – Quadro d’onore) o. nel caso dei grossi complessi industriali (ma là erano tutti grossi, se non giganteschi), si trattava di costose strutture in cemento armato e vetro costruite lungo la strada d’accesso, erano esposte una quindicina di foto di grande formato su cartoncino patinato di ottima qualità: i ritratti degli eroi del lavoro socialista del mese precedente, con indicazione del nome e del reparto o ufficio di appartenenza. Va da sé che buona parte di questi stakanovisti appartenevano al “Perviy Otdel” (Primo Ufficio), cioè l’ufficio del KGB interno all’ente o alla fabbrica.
Ci stiamo incamminando di buon passo e, adiuvante “vairus”, in poco tempo raggiungeremo le cime abissali di un futuro radioso da Repubblica Popolare di Corea.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
essendomi svegliato, per l’abbaiare del mio cane, questa mattina all’alba e tardando a riprendere il sonno, mi è capitato di pormi delle domande che vorrei sottoporre alla sua attenzione.
Per esporre compiutamente i miei ragionamenti devo però fare una premessa. Come molti ingegneri ho cominciato la mia carriera lavorativa come progettista e sono in seguito passato a mansioni commerciali. Occupandomi di impianti industriali nulla o quasi so di marketing, disciplina che, forse sbagliando, considero, ma ciò è conseguenza della mia forma mentis e del settore in cui ho svolto il mio lavoro, secondaria (quasi come la sociologia e la psicologia, e riguardo agli adepti di queste se-dicenti scienze penso quello che pensava Orazio degli aruspici che si fossero incontrati sulla Via Sacra, e mi domando come i congressi che radunano psicologi o sociologi non si risolvano in una fragorosa risata). Comunque il marketing ha, per le aziende che si occupano della produzione di beni di largo consumo, una importante ricaduta economica e qui mi rivolgo ad un cultore della scienza economica.
La marca di un prodotto è molto importante in quanto risulta per il consumatore indice di qualità, tanto che alcune note marche vengono usate per designare un prodotto (ad esempio Ferodo per i freni delle auto). Un produttore utilizza perciò la reputazione della marca per spuntare prezzi più alti e collocare il proprio prodotto nella fascia alta del mercato. Volendo aumentare la propria quota di mercato, raggiungendo consumatori meno disposti a pagare prezzi alti, ricorrerà ad una marca secondaria. Per molti beni di consumo di tipo industriale non è però giustificato economicamente cambiare il processo di produzione per mettere sul mercato un prodotto di prezzo più basso, per cui la marca secondaria venderà prodotti della stessa qualità di quelli venduti con la marca primaria cambiandone solo prezzo ed aspetto esteriore (ad esempio per i pneumatici, quasi sicuramente quelli a marchio CEAT sono identici ai Pirelli, cambiando solo il disegno del battistrada e le marcature).
Ora mi domando, e lo chiedo anche a lei, come possa un produttore che con la marca secondaria veda ridursi la propria quota di mercato ed il proprio fatturato, aumentare i propri utili e di conseguenza i propri dividendi?
Il riferimento al PCI (marca primaria e detentore del processo produttivo) e al PD (marca secondaria) è chiaramente voluto. Passando dal PCI al PD, a parità di prodotto, la quota di mercato e il fatturato (voti) si sono ridotti di un 40% ma gli utili (potere e influenze da questo derivanti, sia materiali che immateriali) sono enormemente aumentati (basti solo pensare ai media, alla scuola, alla magistratura, per non parlare delle laute prebende derivanti ai fedelissimi dalla spartizione dei posti, da quello di giudice costituzionale a quello di becchino, e dai lauti contratti con le pubbliche amministrazioni).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
il quesito che pone è complesso. Tuttavia, non credo che PCI – PD costituiscano un esempio di prodotti uno di fascia alta, l’altro secondario. Questo perché, come lei stesso sottolinea, i prodotti in questione vengono offerti contemporaneamente. Il Pci, invece, non esiste più (salvo quello del mio amico Marco Rizzo), e il PD non è mai coesistito col PCI. E’ vero che il PD prende molti voti in meno del PCI, ma lo fa in tempi diversi. Con questo non voglio negare che il PD sia il successore del PCI, dico solo che non è la stessa cosa. Prende meno voti anche perché ha “rottamato” il suo legame col PCI e non ha, quindi, radici storiche né una ragion d’essere. I comunisti sbagliavano ma sapevano cosa volevano, i dem. non sanno affatto a quale tipo di organizzazione sociale mirano. Fanno un pò pena, non sanno cosa vogliono né perché esistano. Non credo che meritino la nostra compassione né la nostra comprensione. Sono semplicemente inutili e sopravvivono solo grazie ai voti degli irriducibili nostalgici della “sinistra”.
Cordialmente,
am
Mi spiace di dissentire col Professore, ma non sono d’accordo. E mi spiegherò partendo da un esempio.
Se mi invitano a una festa -che so- a Viterbo, so benissimo COSA voglio: festeggiare con gli altri invitati e, quindi, recarmi a Viterbo.
Ma so bene anche COME raggiungere tale mio scopo e nei minimi particolari: salire in macchina, girare la chiavetta, imboccare la Cassia, accelerare e frenare quando necessario ecc.
Se, invece, ho male a un braccio, anche in questo caso so benissimo COSA voglio: che lo stato di egritudine passi e, quindi, che il braccio non mi faccia più male.
Ma NON so assolutamente COME raggiungere tale mio scopo. So solamente che devo andare dal medico il quale mi dirà cosa fare: praticare massaggi oppure prendere una pasticca oppure applicare cerotti oppure esporre l’arto a radiazioni benefiche oppure farmi operare ecc.
Il PD è in questa situazione: come il PCI sa COSA vuole; come il PCI vuole una società più miliore … anzi più più miliore: un mondo perfetto, dove ci sarà pane e benessere per tutti e in cui i cicciolini e le ciccioline passeggeranno nudi e senza vergogna, cantando tenere melopee, fra ruscelli di latte e miele e lupi che pascolano pacificamente vicino agli agnelli.
Ma mentre il vecchio PCI sapeva COME raggiungere tale scopo (dittatura del proletariato, collettivizzazione) il PD si affida totalmente alla UE e alle altre organizzazioni sovranazionali fidando che loro sappiano cosa fare esattamente come facciamo noi con il medico. Difatti, non sappiamo cosa c’è nella pasticca che mandiamo giù e, se qualcuno ce lo chiede, rispondiamo: «non lo so; me l’ha prescrita il medico. E come noi il piddino non sa perché fa quel che fa; e se qualcuno glielo chiede afferma: me lo chiede l’Europa.
Caro TD,
non sono certo che la sua tesi sia valida per tutti, ma è certamente vera in molti casi. Se lei confronta l’attuale fanatica bigotteria pro-UE col fatto che il PCI riempì i muri di un manifesto nel 1954, in cui accusava mio padre di avere dilapidato denaro pubblico per scopi elettorali, organizzando la conferenza di Messina, si renderà conto di quanto valga il loro europeismo. Per inciso, la conferenza di Messina costò la assai poco astronomia cifra di 5 milioni di lire!
Cordialmente,
am
Caro Professore,
le rispondo solo ora perché la scorsa settimana sono stato a Londra. Per sua curiosità, non ho avuto alcun sia pur minimo intralcio né destato alcuna curiosità, a parte la comodità di aver viaggiato su aerei praticamente vuoti (20-30 passeggeri) sia all’andata che al ritorno (l’intellettualona comunista che ha inventato il “fascistometro” gongolava al pensiero di poter tenere la plebe fuori dai piedi): gli unici che mi hanno degnato di attenzione sono stati i miei connazionali che, al rientro a Malpensa, mi hanno misurato la temperatura. Mi dispiace molto non essermi potuto fermare anche questa settimana in Inghilterra ed aver quindi mancato il Cheltenham Festival, la più importante quattro giorni di corse del mondo. Il festival degli ostacoli di Cheltenham è l’avvenimento più seguito (molto più di Ascot, Epsom e Newmarket) dal pubblico delle isole britanniche e sul quale viene scommessa una massa enorme di denaro. Le corse in ostacoli in Inghilterra ed Irlanda sono persino più popolari di quelle in piano, anche perché gli stessi proprietari dei cavalli sono persone “normali”, sia pur benestanti, non gli Aga Khan, i Niarchos, i Rothschild e gli sceicchi che hanno reso inavvicinabili i cavalli da corsa a chi non sia stramiliardario. Ieri, primo giornata del Festival, erano presenti 60’000 spettatori (l’anno scorso 67’000), ma solo perché, in maniera molto british, agli oltre sessantacinquenni, a quelli con tosse e agli italiani (sic!!! – anche se non credo siano molti gli italiani interessati), era stato consigliato di evitare (should abstain) di presenziare.
Detto questo vorrei venire all’argomento della nostra discussione.
E’ vero che l’attuale PD non è presente in contemporanea con il PCI (e quindi la definizione di marca secondaria a stretto rigor di termini non potrebbe applicarsi) ma è anche vero che le marche lanciate sul mercato una dopo l’altra (ho perso il conto) al posto di quella affermatasi come marca primaria e detentrice del know-how, sono state create senza rinnegare la matrice primaria, e quindi senza discontinuità alcuna. Pur continuando a perdere quote di mercato hanno attratto marche concorrenti (Democristiani, socialisti, repubblicani, radicali, e quelle nominalmente, e finchè è loro convenuto, avversarie come Casini, Mastella, persino Fini, e adesso vediamo molti di Forza Italia in liquidazione) che si sono volonterosamente fatte fagocitare, attratte dal potere. Ecco, il potere: pur perdendo quote di mercato detengono saldamente, ed espandono in continuazione, il potere: presidenza della repubblica, corte costituzionale, magistratura, media, scuola, ecc. Persino moltissime attività economiche sono loro prone per ricavarne benefici sotto forma di appalti. Berlusconi, anche nei periodi in cui ha detenuto maggioranze significative, non ha mai potuto (o voluto, data la sua innata tendenza a mediare, ad essere “moderato”) scalfire questo potere: anche agli appuntamenti cruciali delle elezioni dei presidenti della repubblica è giunto sempre in posizioni di minoranza, magari risicatissima, ma sappiamo anche che la scuola delle Frattocchie insegnava come gli esiti degli spogli elettorali non si fondassero sulle schede estratte dall’urna, ma su quelle conteggiate. Il potere ed il denaro che ne consegue: i “dem” sanno benissimo che cosa vogliono e come ottenerlo o, meglio, mantenerlo. Lo ammantano di buonismo, comunismo per anime belle da sagrestia, si spacciano per liberali, oggi tutti si dicono liberali, ma comunisti erano e comunisti restano.
Sono sodali della magistratura e, visto il potere di cui questa dispone la cosa fa già paura, ma se anche il capo degli sbirri non ha timore ad assumere posizioni apertamente politiche, le loro, la paura si trasforma in terrore (del resto di origine giacobina…).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
le giro un articolo apparso su “Turf Italiano”:
“Si fanno sempre più insistenti le voci secondo le quali da parte italiana sarebbe stata presentata allo ISBC (International Stud Book Committee) una richiesta per consentire la registrazione nello Stud Book italiano di prodotti nati per inseminazione artificiale, in deroga a quanto praticato in tutto il mondo sin dal 1793, data di pubblicazione da parte di James Weatherby del primo volume del General Stud Book, e ineludibilmente previsto dall’Articolo 12 dell’ “International Agreement on Breeding, Racing and Wagering” che richiede esclusivamente l’inseminazione e la gestazione naturali.
La richiesta che pare sia stata autorevolmente avanzata dallo stesso Presidente del Consiglio Conte, congiuntamente con il Ministro degli Affari Esteri Di Maio e delle Politiche Agricole Bellanova, è fortemente sostenuta da un gruppo di allevatori (principalmente Razza del Grillo e Allevamento delle Frattocchie, ma anche entità più piccole quali la Razza Pinocchio, Allevamento La Presidenta. Scuderia della Pompa) godrebbe anche di una benedizione dai Palazzi Vaticani e dell’approvazione di quasi tutte le Procure della Repubblica, del CSM e dell’ANM.
L’allevamento italiano che, pur nelle sue relativamente modeste proporzioni, era uno dei primi al mondo, dopo le riforme introdotte, basandosi su un dotto studio di Nomisma, da Romano Prodi e dal ministro Melandri su indicazioni del senatore Libero Gualtieri, ha imboccato (post hoc ergo propter hoc?) la strada di un progressivo, inarrestabile declino, in controtendenza rispetto a quanto avviene nel resto del mondo.
Si intende ora sfruttare l’apparizione sulla scena nazionale di un crack di assoluto livello mondiale, il grigio Frati Cuetu (da Dossetti e Diquellapira) che nel Premio Presidente della Repubblica si è mostrato di almeno un paio di categorie superiore ai suoi rivali, i pur eccellenti e ripetutamente collaudati Ryanair (sauro da Ercoli e Nilde) e Azeglio (sauro da Lombardi e Lamalfa), sorprendente quest’ultimo perché la madre aveva sin qui prodotto solo qualche buon saltatore, confermando la già ottima impressione di strapotere lasciata nei premi Consultazioni Rituali e Scuola Cinese.
Non si vuol perdere l’occasione di sfruttare al massimo le potenzialità in razza del grigio per rinvigorire con nuovo sangue l’allevamento italiano che si teme, limitandosi ai soli metodi naturali prescritti, non potrebbe avere una base quantitativa sufficientemente estesa (si otterrebbero non più di circa 30 prodotti all’anno) per praticare una adeguata selezione in corsa.
Nel frattempo, in attesa della decisione dell’ISBC, che si ritiene sarà però assolutamente negativa, la Digos indaga per scoprire l’autore della prematura fuga di notizie che pone a rischio la reputazione degli autori della proposta.”
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco.
la notizia mi sorprende non poco. Non sapevo che la decadenza avesse contagiato pure l’ippica. Quanto al merito della vicenda, non mi pronuncio. Personalmente, mi è sempre stato più simpatico il metodo della fecondazione naturale, oltre tutto anche più piacevole. Ma non so davvero da che parte stare. Lei non dice la sua opinione ma, per come la conosco, credo sia per l’accettazione della fecondazione artificiale, sperando che ciò possa risollevare le sorti dell’ippica italiana.
Con cordiale amicizia,
am
Caro Professore,
ammiro la sua prudenza e discrezione nel cavarsela non raccogliendo la mia provocazione, fingendo di prendere sul serio una notizia da primo di aprile, costruita però su alcuni riferimenti veri sparsi qua e là, tacendo sui riferimenti politici (a rischio lesa maestà) mascherati da cronaca ippica.
Comunque, se da un lato voglio tranquillizzarla (anch’io ho una simpatia illimitata per i metodi naturali in campo umano e li considero inaccettabili se venissero applicati al thoroughbred, perchè la riproduzione artificiale in questo caso potrebbe prestarsi a manipolazioni che stravolgerebbero le finalità perseguite dall’allevamento da più di due secoli; la fecondazione artificiale, purtroppo, è già stata ammessa per i trottatori), dall’altro però sono costretto a dirle che l’ippica italiana, ramo galoppo, è assolutamente un malato terminale senza speranze.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
mentirei se dicessi che avevo capito il suo escamorage, ma un sospetto l’avevo. Ho preferito ignorarlo e prendere sul serio la sua provocazione. Bravo!
Cordialmente,
am
Caro Professore,
il mio pessimismo sul futuro dell’Italia, sarà forse, come ebbe a dire qualcuno molto più importante di me, “ingravescente aetate”, aumenta ogni giorno che passa. Ciò non solo per l’ignoranza e la volgarità che regno ormai sovrane, per una scuola che, nelle mani di “insegnanti” sessantottini più ignoranti degli allievi cui dovrebbero insegnare, sforna solo asini provvisti però di un pezzo di carta che ha, purtroppo, valore legale, ma anche perché vedo che gli italiani delle generazioni venute dopo la mia dimostrano di essere sprovviste della logica più elementare, quella della massaia di Voghera. Mi spiego. Io da anni non acquisto più giornali italiani, leggo solo gli articoli pubblicati on-line, ma, pur convinto di avere una buona conoscenza della lingua italiana, arrivato in fondo molto spesso mi accorgo di non aver capito nulla. Sarà perché ai nuovi giornalisti, magari usciti dalle nuove facoltà create per l’insegnamento di questo mestiere (e qualcuno mi deve spiegare come si possa insegnare a svolgere la professione), nessuno deve aver mai spiegato cosa significhino le cinque “w” che la tradizione giornalistica anglosassone vuole siano messe in capo ad ogni articolo. Devo sorbirmi minimo una mezza pagina per arrivare a capire where e when è successo what ad opera di who e why. Ma lasciando stare la grammatica e la sintassi traballanti degli estensori, risalta il loro pressapochismo e la loro impreparazione, se perfino un direttore (Alessandro Sallusti, per non fare nomi) arriva a scrivere in un articolo di fondo “…sua altezza la Regina Elisabetta…”. Capisco che in una repubblica quale è l’Italia da ormai settantaquattro anni si possa non avere più dimestichezza coi “trattamenti d’onore”, ma, se non sai che devi scrivere Sua Maestà la Regina (perché Sua Altezza è l’Aga Khan o il Maharaja di Baroda e Sua Altezza Reale è il Principe di Galles o il Duca d’Aosta) limitati a scrivere …la Regina Elisabetta… Quel che però è peggio, e mi fa disperare del futuro del nostro paese, è che delle persone che dovrebbero possedere un livello di cultura ben superiore alla media quali i giornalisti non si rendano conto del ridicolo di cui si coprono scrivendo cose come “…la diffusione del coronavirus è stata favorita dal fatto che nei mercati cinesi si macellano animali vivi…” o “un tram travolge una turista coreana e poi la uccide…”
Si rassegni CATTANEO: questi sono i giornalisti che servono ……. a chi? Eeeehh non è bene fare certe domande.
Caro Franco,
le confesso che sono anch’io vittima dello sconforto. Ho smesso di leggere i giornali e di guardare i telegiornali, oltre che per i contenuto spesso deprimenti, anche per la forma che rivela una compiaciuta ignoranza della lingua italiana, del buon senso e dell’ortografia. Forse, come lei suggerisce, è il prezzo dell’età ma non lo credo. Quando, molto più giovane, dovevo leggere le tesi di laurea, mi scoprivo occupato a correggere grammatica e ortografia! Del resto, come credo di aver già detto, secondo Tullio De Mauro il 70% degli italiani non capisce ciò che legge.
Con viva cordialità,
am
Segnalo questa bella intervista di Stefano Zurlo al Professor Martino sulla Brexit. Come sempre il Ptofessore è chiaro ed esplicito sulla deriva “iperstatalista” presa dalla UE rispetto agli obiettivi iniziali (difesa e politica estera comuni, libertà commerciale). Grazie come sempre professore dal suo alunno MBA
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/intervista-allex-ministro-1819326.html?fbclid=IwAR0oZklWvsR_oCQaYm7Y5XHOyxJcixnHiZWscSl_ObAYZn98zwDqnG1lqg4
Presidente Martino,
Il 15 febbraio presso il centro Cavour a Roma ci sarà la costituente fondativo di una nuova forza politica : Liberisti Italiani.
Ne sa qualcosa? Sarà l’ennesimo tentativo, destinato a fallire, di dare una voce ai tanti liberali senza rappresentanza che pascolano ignari in un universo Statalista Socialista?
Saluti
Matteo Napoletano, anarco capitalista.
Caro Professore,
la devo tediare con un racconto biografico personale.
Quando uscì il primo numero de “Il Foglio” mi trovavo in Italia per lavoro e, siccome i primi tre o quattro numeri mi piacquero, sottoscrissi un abbonamento annuale. Per un anno lo ricevetti a casa mia a Mosca. Dopo qualche mese cominciarono però a comparire articoli firmati da un “intellettuale” che, a differenza di ogni comune mortale, non fu sottoposto ai soliti giudizi di primo e secondo grado più quello, terzo, di legittimità in cassazione, ma ad un continuo gioco dell’oca con ritorno alla casella iniziale ogni volta che veniva condannato: i comunisti arrivarono a protestare perché in cassazione non era stato affidato alla sezione presieduta da Corrado Carnevale, dai comunisti stessi ritenuto quasi colluso con la mafia per il legalissimo garantismo al quale ispirava le sue sentenze, ritenendo che stante il retto sentire di questo esemplare magistrato sarebbe stato più facile per l’imputato sfangarla per il rotto della cuffia. Nonostante gli innumerevoli processi venne condannato come mandante di omicidio, con sentenza passata in giudicato. Ovviamente, essendo comunista, di galera, tra domiciliari, semilibertà, precarie condizioni di salute (è ancora vivo e vegeto a 78 anni di età), ne scontò veramente poca: un suo complice approfittò del lassismo giudiziario per filarsela a far la bella vita a Parigi. Non rinnovai l’abbonamento.
A questa mia riulsa contribuì anche il fatto che lo stesso Maurizio Ferrara, di cui apprezzavo l’intelligenza e la cultura, cominciava a far trasparire, sotto il manto del berlusconismo, che il profondo dell’anima sua era rimasto comunista. Il Foglio divenne sempre più un foglio della parrocchietta, degli intellettualoni chic, ripiegato su se stesso, e mi confermava come il comunismo sia una brutta copia della chiesa cattolica ed i suoi “ministri” ricevano l’ordinazione come i preti: “tu eris sacerdos in aeterno”. Con l’attuale direttore e con la sempre più inarrestabile ritorno alle origini di Maurizio Ferrara questa tendenza si rafforza ogni giorno di più.
L’abiezione più profonda è stata toccata con i titoli di oggi (visti on-line: da anni non acquisto più giornali italiani) “La corte ci porta verso uno splendido proporzionale. Argini al nazionalismo. La nuova legge elettorale aiuterà le alternative al salvinismo a competere sul riformismo. La Consulta, che assist!”
Ora, lei sa quanto poco ami Salvini e quanto ritenga Silvio Berlusconi colpevole, per compiacere il bel (per le carampane) cattolico trigamo Pier Ferdinando, di aver sciaguratamente gettato alle ortiche il modesto maggioritario cui doveva la vittoria del ’94, salvo ravvedersi in queste ultime settimane (purtroppo quando lui ormai conta come il due di briscola).
Però “Il Foglio” di oggi, stando a quanto dice Porro nella sua “Zuppa” quotidiana, mi fornisce lo spunto per atteggiarmi ad “intellettualone” ravvisando un esilarante, ed indicativo, caso di “eterogenesi dei fini” quando Cerasa scrive di “…principio di stabilità che ha in Mattarella il suo motore silente…” (spero la citazione sia corretta) senza accorgersi di presentare come non commendevole il comportamento dell’inquilino dell’ex palazzo papale.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
scusi il ritardo con cui le rispondo. Siamo, ancora una volta, sulla stessa lughezza d’onda. Continuo a comprare il Foglio, ma ho smesso di leggerlo da molto tempo. Era ben scritto, ma tutt’altro che condivisibile. Altezzoso e approssimativo, specie sulle cose per noi importanti. Grazie per il commento e molti auguri per il 2020.
Cordialmente,
am
Caro Professor Martino,
Le faccio i miei migliori auguri di buon compleanno e Natale anche se con un pò di ritardo. L’augurio di uno splendido anno glielo faccio adesso e che sia uno splendido e sereno anno.
Con affetto e stima,
Pierpaolo Sette
Caro Pierpaolo,
grazie di cuore. Ricambio con molta amicizia,
am
Presidente Martino,
Auguri di buon Natale e di buon compleanno, in ritardo. W la Libertà!
Saluti Matteo Napoletano
Grazie, caro Matteo. Ricambio sentitamente,
am
Segnalo: https://it.insideover.com/reportage/politica/cile-1989-2019-il-risveglio-del-popolo.html non pare INSIDE OVER, ma si It’s OVER – they’re INSIDE.
Buon compleanno, caro Professore.
Con stima ed affetto
Edoardo Lucio Jannelli
Caro Lucio, grazie infinite. Buon Natale e un sereno 2020,
am
Caro Professore,
con i migliori auguri per il suo compleanno, invio a lei ed alla sua famiglia anche gli auguri per il prossimo Natale e per il Nuovo Anno.
Con la più viva cordialità,
Franco Cattaneo
Grazie mille, caro Franco. Ricambio di cuore,
am
Caro Professore,
mi permetto di sottoporre alla sua attenzione questa sconvolgente notizia
http://www.ilgiornale.it/news/palermo/saguto-ci-ha-tolto-tutto-lettera-sfogo-dellimprenditore-1799006.html
che ci da un’idea di quale paese sia diventata l’Italia democratica nata dalla vittoriosa lotta contro il fascismo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco, che dire? Ennesima storia allucinante di una magistratura assurda. Grazie per la segnalazione.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
è bello sapere che certi giornalisti conoscono già il futuro, fortunati loro: Il Regno Unito da oggi è più solo, e senza l’Europa fallirà miseramente.
(https://www.tpi.it/esteri/regno-unito-elezioni-brexit-europa-futuro-20191213513990/)
Non le chiedo di commentare questo articolo, ma un suo commento sulle elezioni in UK: che popolo coerente!
Un caro saluto.
Caro Matteo,
grazie per la segnalazione. Sono da sempre anglofilo. Credo che gli inglesi, malgrado i loro difetti, siano un popolo straordinario, composto eppure entusiasticamente patriottico, un pò snob ma certamente democratico, tradizionalista e a suo modo divertente. E sanno scegliere il loro destino.
Cordialmente,
am
Pure io sono anglofilo: sopra la testiera del letto ho bandiera inglese e copia della Magna Charta!
Alla faccia del disfattismo dell’articolo segnalato in dicembre, segnalo l’articolo di oggi del bravo Porro: tutti gli indici economici inglesi sono al top!
Piuttosto preoccupiamoci che Germania e Francia avranno carta bianca in Europa….
https://www.nicolaporro.it/brexit-ora-il-continente-e-isolato/2/
Cari ADAM e caro Professore,
Segnalo questa iniziativa di crowdfunding dell’Istituto Bruno Leoni. Quando si tratta del grande maestro di tutti noi Milton Friedman, credo che non si possa che appoggiare.
Dalla email che ho ricevuto:
Nell’Italia di oggi, purtroppo, anche la politica monetaria è diventata oggetto di chiacchiere da bar. Si moltiplicano le fake news, usate strumentalmente per fare apparire verosimili ipotesi politicamente avventuristiche come le doppie monete o l’uscita dall’euro.
Cosa deve fare, in questo contesto, un centro studi che vuole diffondere idee buone per restituire verità e senso al dibattito pubblico? Deve, crediamo, dare strumenti.
Uno strumento importantissimo per leggere e capire la politica monetaria è stato, ovunque nel mondo, la Storia monetaria degli Stati Uniti di Milton Friedman e Anna J. Schwartz: un lavoro importante, vasto, che rileggendo la Grande depressione ha stabilito le coordinate intellettuali corrette per comprenderla e trarne lezioni per l’oggi. In Italia è un libro che è stato tradotto male, con tagli e interpolazioni, e da tempo non è più disponibile.
L’Istituto Bruno Leoni lo sta ritraducendo ma vorrebbe che la sua pubblicazione fosse un piccolo evento per tutta una comunità: perché fare libri serve a poco, se non c’è consapevolezza piena della loro importanza.
Per questo abbiamo lanciato un crowd-funding che prevede diverse “ricompense” per i donatori, a partire da un riconoscimento esplicito sui social e nel libro che verrà stampato, perché in qualche modo la Storia di Friedman e Schwartz diventi un progetto che va oltre il nostro Istituto. La nuova edizione sarà impreziosita da una Prefazione di John Taylor, uno dei maggiori economisti monetari contemporanei.
Trova tutte le informazioni qui: https://www.eppela.com/it/projects/24489-una-storia-monetaria-contro-le-false-monete
Spero possa considerare di partecipare al crowd-funding. La campagna beneficia di un matching grant: per cui chi dona, dona due volte! Un piccolo incentivo per un grande libro che speriamo possa contribuire a riportare un po’ d’ordine, e un po’ di evidenze, nel dibattito.
Saluti e W il Grande Milton e W il Professore!
Alberto P.
Caro Alberto,
ottima l’iniziativa. Quel libro, e i successivi, hanno cambiato la storia del pensiero economico radicalmente e contribuito a sfatare alcune malevole inesattezze. Proviene, tuttavia, da una parte a me poco simpatica.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
Ne sono a conoscenza della parte poco simpatica…mi ricordo cosa ci raccontò. Tuttavia, turandomi un po’ il naso, ho pensato che per il grande Milton, ne potesse valere comunque la pena.
Saluti,
Alberto P.
Milton FRIEDMAN fu uno dei primi se non il primo ad affermare che l’euro era un’idiozia.
Quindi penso che questi euroinomani del Bruno Leoni non dovrebbero nemmeno permettersi di pronunciarne il nome.
La costituzione del “Fondo salva stati” favorisce o riduce risorse alla gente che veramente fa (o potrebbe fare) crescere la economia in Europa?
Caro PM,
il “Fondo salva stati” è l’ennesima conferma che l’UE è gestita da persone digiune di economia e di buon senso. La sua esistenza ridurrà la preoccupazione degli Stati per le dimensioni del deficit pubblico e costituirà un incentivo a ignorarle. L’obiettivo del MES è insensato: non esiste interesse europeo a impedire che gli Stati a finanza allegra falliscano. E’ questa la situazione negli USA, che peraltro hanno da più di due secoli un governo federale. E’ strabiliante come dall’UE continuino a venire scempiaggini di tal fatta.
Cordialmente,
am
Al contrario di Lei, io non penso che siano stupidi, anzi. Le faccio qualche esempio. Quando hanno deciso i finanziamenti a fondo perduto addirittura all’80 %, secondo lei quante pratiche false sono state accettate e a chi sono andati parte dei soldi? E secondo lei non ne erano al corrente? Quando la Grecia sperperava erano ciechi? Li hanno fatti fare come quei pescatori che danno ” caloma” mi auguro ricordi ancora questo bellissimo termine. Dopodiché hanno tirato la rete e si sono pappati la Grecia. E piano piano si vogliono palpare tutta l’ europa senza sparare un colpo con la scusa dell’aiuto. Se non ricordo male anche Lei teorizzò la voglia di egemonia dei tedeschi ma con il solito finale. Che alla fine siccome vogliono stravincere commetteranno il solito errore che li condannerà di nuovo
Grazie per la risposta a livello generale, nello specifico delle ultime modifiche;
Non conosco la patologia delle Banche Tedesche e Francese “malati”. Se loro sofferenze fossero analoghe ad un cancro in stato di metastasi, ad oggi serve solo la Chemioterapia. E penso che la Chemioterapia non è analogo a iniettare capitale ad una entità con problemi in diversi parti.
Comunque, se possono essere “salvate”, qualcuno privato avrebbe vantaggio ad investire in una soluzione, con un minimo di “effetti collaterali”.
Cari PM e Giuseppe,
vi ringrazio per i vostri commenti, cui non ho ragione di rispondere. Le malefatte dell’UE continuano a tormentarmi: sta distruggendo la popolarità di un sogno grandioso!
Cordialmente,
am
Buongiorno al Prof. Martino ed agli Adam ,
a proposito di UE suggerisco una ottima lettura dell’economista Philippe Bagus “la tragedia dell’Euro” edito da usemlab,
cordialmente,
Mad max
Caro Massimo B.,
non sono, al contrario di lei, un tecnico del diritto e quindi accetto le sue spiegazioni; del resto avevo scritto “…pur comprendendo…la cautela di Berlusconi…” perchè mi figuravo che alcune sue eventuali dichiarazioni avrebbero potuto ritorcerglisi contro.
Mi stupisce però quanto da lei spiegatomi: “quando un teste è implicato in un procedimento connesso … le sue dichiarazioni perdono immediatamente valore e attendibilità”. Pur essendo consapevole di quanto poco, nelle aule dei tribunali di questo paese catto-comunista, siano tenuti in considerazione i diritti e le garanzie dei cittadini, non pensavo di vivere già adesso in un paese in cui vige la sharia: la dichiarazione di un teste implicato in un procedimento connesso mi sembra sia così resa equivalente a quella di una donna in un paese islamico, non a quella di un libero cittadino in un paese libero.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
ho scoperto per caso, da un’intervista del professor Giuliano Urbani, che al processo (se alla dignità e sacralità di processo si può elevare una miserevole pochade allestita da guitti indegni di calcare la scena su cui esibiscono le loro velleitarie fantasie) in scena a Palermo sulla cosiddetta “trattativa stato-mafia” Silvio Berlusconi, chiamato dalla difesa del suo amico (!!!) Sergio Dell’Utri, dopo aver chiesto l’allontanamento delle telecamere, si è avvalso della facoltà di non rispondere, a suo dire su indicazione dei propri avvocati.
“L’immagine di Berlusconi che rinuncia alle telecamere e alla difesa di un amico rappresenta plasticamente la fine di un’epoca. Immagino siano stati gli avvocati a spingerlo verso questa decisione. Ma certo è una cosa che colpisce. Mai una volta, nella mia vita, ho sentito Silvio usare parole meno che lusinghiere nei confronti di Dell’Utri. E, visto che conosco bene anche Marcello, posso immaginare il suo dispiacere. Sa di essere stato una vittima sacrificale: non avrebbe incontrato le difficoltà giudiziarie sofferte se non fosse stato vicino al vero bersaglio, Berlusconi. E ora si vede abbandonato” afferma Urbani, che ritengo persona degna della più alta stima e credibilità (così come ritengo Marcello Dell’Utri degno di considerazione e simpatia per le vicissitudini, secondo me arbitrarie e vendicative, che gli sono state inflitte. Non posso dimenticare alcune conferenze, di contenuto nettamente liberale ed anticomunista, cui ho assistito presso la “sua” Biblioteca di via Senato).
Le sarei grato se volesse esternare il suo parere a meno che ciò, essendo coinvolti tre suoi amici (Berlusconi, Dell’Utri e Urbani), non la induca ad un comprensibile ritegno. Per parte mia, pur comprendendo (ma solo fino ad un certo punto) la cautela di Berlusconi, dato che un branco di iene è pronto a sbranarlo anche se ormai quasi inoffensivo per ragioni sia anagrafiche che politiche (ma è costume delle iene avventarsi sulla preda inerme), la mia stima nei confronti di Berlusconi, per quanto poco possa valere, non è certo rinvigorita per questo suo comportamento.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
vorrei esprimere la mia opinione di avvocato sulla vicenda, senza nulla togliere ovviamente a quello che sarà il contributo del Professore Martino, che avrà senza dubbio un valore ed un peso maggiore del mio.
Detto ciò, mi permetta di dire che sull’argomento da Lei sollevato, in troppi si sono fatti prendere dall’emotività e dal sentimento comprensibile di empatia umana che non si può non provare per una persona come Marcello Dell’Utri.
Nello specifico, rimanendo semplicemente alla questione procedurale e quindi all’iter di un procedimento giudiziario, le dichiarazioni eventualmente rilasciate da Berlusconi in quel processo, difficilmente avrebbero potuto essere d’aiuto a Dell’Utri, in quanto quando un teste è implicato in un procedimento connesso (vedasi ultima indagine su Berlusconi), le sue dichiarazioni perdono immediatamente valore e attendibilità. Un avvocato scrupoloso, in questi casi, consiglia il cliente di avvalersi della facoltà di non rispondere ed il cliente fa bene a seguire i consigli di chi ragiona.
Quello che questa vicenda rischia di farci perdere è il senso della realtà, quello stesso senso della realtà che hanno perso i magistrati che hanno teorizzato quel mostro giuridico chiamato “concorso esterno in associazione mafiosa”, reato inesistente sul codice e la cui condotta non è quindi mai stata tipizzata o altri magistrati che hanno ipotizzato Berlusconi come mandante dell’attentato a Maurizio Costanzo. Il problema oggi non sono le mancate dichiarazioni di un uomo che ha soltanto esercitato un suo diritto; il problema è esclusivamente la magistratura politicizzata e amante dei teoremi che ha costretto Dell’Utri e troppe altre persone a finire in carcere per un’accusa vuota come l’ideologia che si cela dietro queste aberrazioni giuridiche.
Massimo
Cari Franco e Massimo,
scusate il ritardo con cui vi rispondo. Sono appena tornato dalla Sicilia, dove sono stato per una conferenza al Rotary che ha anche compreso il mio sequestro per due giorni: gli organizzatori erano fanatici martiniani! Comprendo le argomentazioni di Massimo, ma sono allibito da quanto accaduto e in sintonia con quanto afferma Franco. Marcello Dell’Utri è persona degna e vittima di una magistratura criminale. Il reato addebitatogli non è previsto da alcuna legge e, quindi, non esiste. Il diritto romano ha una della sue basi in: “Nullum crimen sine lege”. Credo che Silvio Berlusconi abbia seguito il consiglio dei suoi legali con sofferenza, anche se consapevole che la sua testimonianza non sarebbe stata di alcun aiuto a Marcello. Grazie per i vostri commenti.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
capisco che lei non possa essere simpatico ai vari Mattarella, Conte, Di Maio, Grillo, Zingaretti, Boldrini, Renzi (che la definì uno stalinista…), ma poichè non credo che questi omuncoli possano essere una reincarnazione di Lenin, Stalin, Mao, Pol Pot, Hitler, e, nel loro piccolo, di Pinochet o di Videla (non ne hanno la statura), il suo essere desaparecido da un mese mi auguro dipenda dal fatto che lei sia occupato in più gradevoli e gratificanti attività.
Tornando a noi, desidererei conoscere cosa lei pensi del professor Gianfranco Miglio e delle sue diagnosi politiche e istituzionali sull’Italia disastrata dai preti e dai comunisti. Ciò perché sto leggendo tutte le opere di questo studioso su cui riesco a mettere le mani e le trovo estremamente interessanti oltre che scritte in un italiano chiaro e accattivante (non vi sono, grazie a Dio, prefazioni con rimandi a Marx, Lenin e Gramsci – del figlio del quale. Giuliano, insegnante di musica nelle scuole di Mosca, ero amico). Oltretutto dimostra una grande chiaroveggenza, essendosi avverate molte sue previsioni.
Di questo secondo me grande liberale, ricorrendo in questi giorni l’anniversario della caduta del Muro di Berlino, mi piace farle dono di una battuta che ho trovato in un suo romanzo, un divertissement dal titolo “Italia 1996. Così è andata a finire”:
“Quando è crollato il muro di Berlino in tutto il mondo è crollato il comunismo. Tranne in Italia dove è crollato l’anticomunismo”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
non infierisca sulla mia pigrizia. Sto … compatibilmente, e mi industrio nella difficile arte di non fare alcunché. Ero amico di Gianfranco Miglio e lo stimavo molto tanto che lo inclusi nel comitato scientifico del CREA (centro di ricerche economiche applicate), da me diretto. Era molto colto e intelligente, anche se un pò stravagante. Era un liberale a modo suo, ma ne sento molto la mancanza. Il fatto che la Lega all’ultimo si sia allontanata da lui conferma la mia tesi sulla sua genialità. Grazie per avermelo ricordato e perdoni la mia inattività.
Con viva cordialitò,
am
Di una cosa sono certo, il prof. Martino non ha suggerito a Berlusca di usare le armi nucleari come deterrente contro l’immigrazione. Sarà stato qualche comico di una trasmissione di Canale 5.
Commenti, opinioni, valutazioni sulla vicenda Trump-Curdi-Turchia-Siria-Russia?
Perché la Turchia, che perdette la seconda guerra mondiale, è così armata?
Non furono imposte delle limitazioni alle perdenti?
Buonasera prof,
Può darmi risposta ai seguenti quesiti:
1) pare che il famoso russiagate si stia ritorcendo contro chi lo ha cavalcato. Ma la cosa più triste è che a mettersi in mezzo siano stati i nostri servizi segreti col placet del governo a guida Renzi. Certo da italiano non mi piace che ci facciano visita per ricordarci chi comanda il ministro della giustizia, degli esteri e addirittura il capo della Cia. Un suo parere.
2) le banche sono piene di soldi del qe di draghi. Per metterli in circolazione stanno allargando le maglie della rigidità. Io mi aspetto un’altra bella truffa come il 2008. Lei che ne pensa?
3) una volta si premiata il risparmio. Oggi si vuole tassare il contante e il risparmio stesso. Dove andremo a finire?
4) non so se le è arrivata la notizia che a Messina c’è un sindaco che a mio parere e forse inconsapevolmente applica le sue tesi. Molti storcono il muso perché ha modi spicci ma conosce talmente bene la macchina governativa che ha potuto mettere in riga tutti i dipendenti comunali a partire dai funzionari.
Saluti
Gs
Caro Giuseppe,
al primo quesito non so come rispondere perché, non avendo seguito la questione, non ho le basi per rispondere. Quanto al secondo, le banche sono piene dei soldi del QE e, quando riprenderanno gli investimenti, quella moneta entrerà in circolazione con conseguenze forse negative. Quanto alla lotta al contante, mi preoccupa molto perché rappresenta un chiaro tentativo di restringere ancora di più la nostra libertà. Del sindaco di Messina non so quasi nullla; se è ancora quello che conoscevo, non saprei dirne bene.
Cordialmente,
am
Gentile prof.,
a suo modo di vedere questa artificiosa politica economica della crescita a tutti i costi impostata anche dalle banche centrali (BCE in primis) risponde a suo avviso alla nostra idea di libero mercato che prevede – piaccia o non piaccia – anche periodi in cui non sei competitivo e dovresti invece diventarlo?
Il fallimento è vitale per il libero mercato e per il progresso forse più del successo delle megabanche e delle megamultinazionali.
Caro Angelo,
la politica monetaria seguita dalla Bce è pericolosa: le variazioni della quantità di moneta in circolazione producono conseguenze con ritardo, quando le condizioni che le avevano ispirate possono essere mutate. L’espansione monetaria (“quantitative easing”) produrrà i suoi effetti fra diversi mesi e potrebbe rivelarsi controproducente, innescando un’inflazione. Purtroppo le decisioni di politica monetarie vengono prese in base a informazioni relative al passato, ma producono i loro effetti in futuro. Speriamo bene.
Cordialmente,
am
Caro Professore, cari Adams,
nuovo post dal titolo “Sei veramente contro il Libero Mercato? Perché?”.
http://www.ilpolodegliindividui.com/sei-veramente-contro-il-libero-mercato-perche/
Grazie per la lettura
Edoardo Lucio
Caro Edoardo,
grazie per la segnalazione.
Cordialmente,
am
Caro Professore (e cari ADAMs),
le segnalo che qualcosa sembrerebbe cominciare a muoversi nel nostro “mondo piccolo” liberale: il suo amico Arturo Diaconale sembra voler uscire dal catacombale isolamento in cui si è confinato con “l’Opinione” per tentare di ridare al vento la gloriosa e lacera bandiera liberale (atteso che il sedicente PLI di De Luca – credo sia questo il nome del segretario politico – sembra soltanto un abito di gala per il segretario stesso):
http://www.opinione.it/editoriali/2019/09/17/diaconale_destra-liberale-opinione-delle-libert%C3%A0-democrazia-garantismo-riccardo-scarpa/
Speriamo che accada qualcosa, perchè, parlo per me stesso, non mi sento a mio agio con Salvini, Meloni, e con il Berlusconi che con un quarto di secolo di inviti essere moderati, centristi, membri del partito popolare europeo (che non è casa mia, ed a cui manca oltretutto uno Sturzo), e fautori del sistema elettorale proporzionale, ha deluso ogni mia aspettativa. Con questi mi posso al massimo alleare, ma non mi rappresentano.
Cosa ne pensa?
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
come al solito, la pensiamo allo stesso modo. Invece di deprimermi, questo mi incoraggia, anche perché ho molta stima di lei.
Cordialmente,
am
Caro prof.,
l’architettura istituzionale italiana soffre, a mio avviso, del ruolo del ministro dell’Economia a seguito e per effetto della riforma Bassanini.
Costui, vista la debolezza della figura del primo ministro e data l’investitura conferitagli costituzionalmente dal Presidente della Repubblica, è il vero dominus dei governi e non è un caso se ricordiamo i governi Prodi e Berlusconi come i governi di Visco e Tremonti.
Questa, ora risaputa, forza del ministro dell’Economia fa sì – adesso – che si scelgano persone non adeguate al ruolo e che molte volte debbono ripararsi presso l’Europa per affermare l’impossibilità di tracciare determinate politiche economiche.
L’unico che aveva compreso pienamente come il vero premier potesse essere il ministro dell’Economia era Monti, che infatti fu, nella fase iniziale, anche ministro dell’Economia.
A suo avviso, bisognerebbe spacchettare nuovamente il ministero come era una volta?
Caro Angelo,
sono da sempre dell’opinione da lei espressa. L’esistenza del ministero dell’economia cancella il principio costituzionale della collegialità del governo, perché non si muove foglia che il ministro dell’economia non voglia.
Cordialmente,
am
Buon pomeriggio Professore,
lei, che è stato alla Farnesina nel ’94, come vede Di Maio sulla “sua” poltrona?
Sono curioso di leggere un suo commento o magari un suo nuovo pezzo sul blog: e forse farmi due risate….
Con grande stima.
Caro Matteo,
non sparga sale sulle mie ferite! Siamo arrivati quasi al fondo, anche se in passato ci sono state scelte indifendibili: pensi alla Agnelli o a D’Alema. Ma, sfortunatamente, al peggio non c’è fine e, anche se non siamo in grado di indicare una scelta peggiore dell’attuale, c’è sempre la possibilità.
Cordialmente,
am
Egregio Professore, mi consenta di interloquire per spezzare una lancia in favore di questo governo che non gode certamente del mio apprezzamento, ma che intendo difendere da accuse ingiuste.
In questi giorni gira un video in cui si vede una corsa di asini e sotto la didascalia che recita pressappoco: INIZIANO LE PRIMARIE PER DIVENTARE MINISTRO NEL GOVERNO CONTE.
Ora, io sono d’accordo che sia un governo di asini, ma questo non basta per condannarli in quanto asini.
Mi spiego con un esempio. Io ho una voce orribile: sono stonato come una campana incrinata; ma nessuno mi ha mai preso in giro per questo né mai tirato pomodori o uova marce. Come mai? Gli è che io -conscio della mia limitazione- mi sono sempre ben guardato dal partecipare a manifestazione canore e, addirittura, mi astengo dal karaoke, in cui pure indulgono molti stonati come me senza che ciò venga loro addebitato come colpa. Ma sicuramente, se mi azzardassi a presentarmi sul palco di Sanremo, passerei un brutto quarto d’ora e i giornali infierirebbero per giorni su di me.
Ora questo governo mai ha detto di voler sistemare le cose grazie al proprio genio. Il suo programma è il seguente: LA UE SA COSA E’ BENE PER L’ITALIA ONDEPERCUI NOI DOBBIAMO FARE TUTTO QUELLO CHE CI CHIEDE L’EUROPA SENZA FIATARE. Quindi, se l’europa chiedesse di mandare i poliziotti negli asili a rapire i bambini per affidarli ai pedofili (ipotesi non tanto assurda: BIBBIANO docet) il governo eseguirebbe pedissequamente.
Capirà bene, signor professore, che per implementare una simile politica non serve un genio e nemmeno una persona di media cultura. Dirò di più, anche una scimmia ammaestrata sarebbe eccessivamente acculturata per svolgere il compito di ministro nel governo CONTE. Basterebbe una pecora con la meningite.
Perché allora infierire sui ministri di questo esecutivo?
Mi pare ingeneroso.
Analogamente, mi permetta di contestare coloro che hanno asserito che PD e M5S durante le trattative abbiano pensato solamente alle poltrone, senza curarsi del programma. Di grazia, di quale programma avrebbero dovuto occuparsi????
Il programma era ed è di eseguire i voleri dell’europa. STOP
Poi concretamente a scrivere il programma ci penseranno merkel e macron e soros e ong varie.
Caro TD,
intanto, tutta la mia solidarietà: sono talmente stonato che alle elementari quando tutti gli studenti (molte centinaia) cantavano in chiesa, un professore veniva sempre a dirmi di non rovinare il coro cantando! Eppure mi piacerebbe molto poterlo fare. Nessuno mia ha mai criticato per questo. Quanto all’attuale governo, penso che, grosso modo, la pensiamo in modo analogo.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
circa un anno fa ho visto una, secondo me, bellissima fotografia: Mirco De Muro (un giovane fantino italiano che da qualche anno svolge con grandissimo successo la sua attività professionale in Giappone, uno dei paesi all’avanguardia, anche dal punto di vista economico, del turf mondiale) inginocchiato, ma inginocchiato per davvero, con un ginocchio sull’erba della pista, a capo chino, il berretto/casco in una mano, le redini nell’altra, la testa del cavallo dietro a lui. Il Tenno in persona stava effettuando la premiazione della più importante corsa giapponese vinta da De Muro.
All’inizio dello scorso mese di maggio a Churchill Downs (Louisville, KY), the “twin spires” racing track, l’ippodromo delle due guglie, che sovrastano le tribune e ne sono il simbolo, si è tenuta la 145-a edizione del Kentucky Derby, 1¼, dirt, 1’830’000 $ al vincitore, la più importante corsa americana. Favorito, 9/2, l’imbattuto in quattro uscite Maximum Security (m.b. 2016 by New Year’s Day out of Lil Indy). Le corse americane sono completamente diverse da quelle europee: lì la tattica di corsa praticamente non esiste, si galoppa alla massima andatura possibile dall’apertura delle gabbie al palo d’arrivo. Maximum Security va subito in testa. Quasi al termine dell’ultima curva (gli ippodromi americani in genere sono ovali da 2’000 metri, non hanno le lunghe diritture d’arrivo di quelli inglesi o di San Siro e Capannelle), allarga sensibilmente portando all’esterno anche il cavallo che lo seguiva (War of Will) e che giungerà ottavo. Vince comunque agevolmente di 1¾ di lunghezza su Country House, un outsider a 65/1. Al termine della corsa lo sconfitto (che non aveva subito alcun danneggiamento) presenta reclamo e, dopo circa due ore i commissari, che non avevano ritenuto di dover intervenire d’autorità, retrocedono il vincitore all’ultimo (17°) posto, assegnando la vittoria al secondo arrivato, Country House. Cosa mai avvenuta in 145 anni di storia. Il proprietario del danneggiato War of Will, richiesto dai giornalisti sul perché non avesse presentato reclamo, dichiara “Per me la corsa l’ha vinta Maximum Security che è stato in testa dal primo all’ultimo metro. Il mio cavallo è arrivato ottavo: venire classificato settimo non mi cambiava nulla”. (Per inciso, il nobiluomo Giuseppe De Montel, assieme a Federico Tesio il fondatore del grande allevamento italiano, saputo che, lui assente, il suo allenatore Willy Carter aveva presentato un reclamo, accolto, per un danneggiamento subito in una corsa a San Siro, gli disse “Sappia che De Montel non presenta mai reclamo”. Altri tempi, altri uomini). Reso noto il verdetto dei commissari, Donald Trump pubblica un tweet: „The Kentucky Derby decision was not a good one. It was a rough & tumble race on a wet and sloppy track, actually, a beautiful thing to watch. Only in these days of political correctness could such an overturn occur. The best horse did NOT win the Kentucky Derby – not even close!“. Sorvolo sul fatto che i Presidenti degli Stati Uniti sono soliti effettuare il lancio inaugurale della regular season delle Major League di baseball ed assistere al Superbowl di football.
La Regina Elisabetta non manca mai di presenziare a tutte le giornate del Royal Ascot (d’accordo, l’ippodromo è di sua proprietà e gli ammessi, a carissimo prezzo ed altamente selezionati, al Royal Enclosure sono tenuti a conformarsi rigidamente – come del resto gli spettatori degli altri posti migliori – al dressing code, che è molto più severo di quello in vigore per il meeting, sempre ad Ascot, delle King George VI and Queen Elizabeth II Stakes, secondo me la più importante corsa del mondo, di fine luglio, in quanto considerati ospiti di Sua Maestà). E’ interessante vedere su you-tube le “regali” manifestazioni di gioia in occasione della vittoria della femmina Estimate che portava i suoi colori (giubba blu, alamari oro, maniche rosse, berretto nero con fiocco oro) nella Gold Cup di Ascot del 2013. Le ultime parole pronunciate da Edoardo VII prima di perdere definitivamente conoscenza, quando il figlio, futuro Re Giorgio V, a sua domanda su cosa avesse fatto la sua puledra Witch of the Air a Kempton Park, gli comunicò che aveva vinto, furono “I am very glad”. Egli allevò e fece correre il grande (anche come riproduttore) Persimmon, il vincitore della triplice corona Diamond Jubilee ed il vincitore del Grand National di Aintree Ambush II. Un membro della famiglia reale è sempre presente alle finali di Wimbledon come pure alla finale di Coppa d’Inghilterra, non so cosa accada per il cricket (perché per me hic sunt leones) ma penso sia lo stesso.
E in Italia? Re Vittorio Emanuele II fu uno tra i primissimi importatori di cavalli purosangue, i suoi successori presenziavano alle corse e alle altre manifestazioni sportive. Lo stesso fece Mussolini, per motivi autocelebrativi, ma poi? Trascuro Pertini e la sua sceneggiata in occasione dei campionati mondiali di calcio dell’82 in Spagna, perchè lui era l’azionista di maggioranza del Circo Togni e Renzi per la photo opportunity (a spese nostre) alla finale degli US Open 2015 (non rischiava nulla, erano due italiane in finale il giorno in cui si allinearono tutti i pianeti del sistema solare). Ma ne ha mai visto uno, senza allontanarsi troppo da Roma, a Piazza di Siena, al Foro Italico per gli Internazionali d’Italia di Tennis, al Derby o, visto che quello che era l’Omnium la repubblica democratica e antifascista nata dalla resistenza ha ribattezzato Premio Presidente della Repubblica, a Capannelle (tranne gronchi che però accompagnava, guarda un po’, la Regina Elisabetta)?
Tutta questa spatafiata per constatare che se persino il Tenno (la cui genealogia risale ad almeno 1500 anni fa, per non parlare della “dea madre” Amaterasu), e che, tanto per dire, costa ai giapponesi, come pure la Casa Bianca agli americani o Buckingham Palace ai britannici, molto meno di quanto non costi il Quirinale agli italiani, si mescola al popolo in quelle che sono i suoi circenses, vogliamo che l’imbalsamato dossettian-comunista si preoccupi del popolo italiano piuttosto che dei suoi cumparielli catto-comunisti?
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei è fenomenale! La sua storia è godibilissima, piena di humour e saggezza. Quando torno a Milano, glielo faccio sapere e combiniamo di bere qualcosa assieme. Amo i cavalli, ma so molto poco dell’ippica. Un tempo sapevo molto dell’equitazione, dove come lei sa noi italiani siamo stati i maestri, da Caprilli ai D’Inzeo.
Con viva cordialità,
am
Caro prof,
il disgusto di questi giorni è pienamente giustificato ma sono sicuro che verranno presto giorni migliori.
Ricordo ad esempio quando Prodi riuscì a fare il governo dell’Unione sostenuto dalle stampelle di Rita Levi.
Non credo che questo governo avrà vita migliore e dopo verrà un governo liberale.
Il fatto stupefacente è che Renzi è il nuovo Rieccolo. Inutile, ha una visione da politico da prima Repubblica che altri non hanno. Ha fregato tutti compreso il cocainomane del Papeete.
Caro Angelo,
speriamo le cose vadano come lei auspica. Concordo con i suoi giudizi.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
ritengo che l’avere mantenuto in vita dal 28 maggio 2018 ad oggi il post di home page “Il caso Savona” testimoni non il suo fastidio di fronte alle miserie della politica italiana, bensì la sua preveggenza.
Dopo 455 giorni, come le scale di Escher che salgono, salgono e si ritrovano al punto di partenza, ci troviamo ancora di fronte ad un presidente della repubblica (il giudizio – un mediocre paglietta palermitano la cui carriera politica non ha risentito dell’omicidio del fratello – che si dice ne diede Filippo Mancuso sarà autentico o apocrifo?) che sarà probabilmente indotto a dare via libera al governo che si attende, pronube Prodi, il Direktorium franco-tedesco, senza che i cittadini possano metterci becco “ah, ma la centralità del parlamento, signora mia…”.
Considerando anche le oltraggiose ingerenze vaticane, poiché in questi giorni sto rileggendo l’opus magnum di Arturo Carlo Jemolo da cui risalta la qualità degli uomini della destra storica (ma anche di quella sinistra), mi faccio fautore della nascita di un ”partito delle guarentigie” nel solco della più nobile tradizione del liberalismo italiano che non può non essere anticlericale.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei è molto benevolo nei miei confronti e io gliene sono grato, ma non merito la sua benevolenza. La mia reazione allo schifo che ci circonda avrebbe dovuto essere attiva, avrei cioé dovuto ignorare le piccolezze del presente e andare avanti, producendo qualche post per questo blog. Invece, vittima della mia pigrizia siciliana, mi sono lasciato andare a non fare nulla. In un certo senso, così facendo, gliela ho data vinta: sono riusciti a bloccarmi. Mi riprenderò, spero, a breve.
Con viva cordialità,
am
Grazie a salvini stiamo assistendo al reality estivo: il grande bordello.
Secondo Lei chi vincerà?
Saluti
Gs
Caro Giuseppe,
non so chi vincerà, ma credo di sapere che a perderci sarà, ancora una volta, l’Italia tutta. Meglio pensare ad altro.
Cordialmente,
am
Buongiorno a tutti, mi pare che nei vostri commenti non sia citata questa recente conferenza del professore, ascoltata per caso una notte:
“Incontro con Antonio Martino “Essere liberali oggi” del 15 giugno scorso a Montecatini Terme”
https://www.radioradicale.it/download/20190618_04.17.53.mp3
Si trova su questa pagina:
https://www.radioradicale.it/riascolta?data=2019-06-18
Penso possa essere interessante, in memoria dei vecchi, lontanissimi e ormai dimenticati tempi della “rivoluzione liberale”.
Il livello della registrazione e’ basso, ma di buona qualita’, basta amplificarlo adeguatamente.
Caro Professore, qualche settimana fa sono stato a FreedomFest, la convention dei libertarians americani (abito da molti anni nell’amato Texas). La pensavo mentre ero li. Circondato da gigantografie di Milton Friedman, ascoltando gente come George Gilder (Wealth and Poverty), Barbara Kolm (president Friedrich A.v. Hayek Institute), John Stossel (giornalista USA), Stephen Moore (Heritage), Mark Skousen, e altri, magari meno famosi oltre oceano, era davvero un piacere essere circondato da 2,000 e piu’ persone che la pensavano come noi ADAMs. La pensavo perche’ Le do immenso credito per avermi fatto interessare alle idee liberali quando ero giovanissimo. Sicuramente non mi sarei ritrovato li’ in mezzo se non fossi cresciuto leggendo i suoi articoli su Il Giornale quando facevo il liceo. Un grazie di cuore e sentiti saluti dal Texas!
Caro Professore,
per rinfocolare lo sconforto di cui si è preda al pensiero di quali esseri il popolo italiano abbia investito della funzione governativa, mi basta pensare a “Giggino” Di Maio, la cui unica occupazione conosciuta è stata quella di bibitaro allo stadio del Napoli.
Siccome le partite giocate dal Napoli nello stadio domestico non eccedono le 19 di campionato, più un paio di Coppa Italia, 3-6 di coppe europee, se ne deduce che il nostro eroe (ricordiamoci che è ministro del lavoro) vanta un’esperienza lavorativa di al massimo 3-4 ore per all’incirca venticinque occasioni all’anno, con ferie di tre mesi, da giugno ad agosto.
Pensando a lui mi viene sempre in mente una “striscia” di Andy Capp (ricorderà senz’altro il tipico cockney degli anni ’60 del laburismo trionfante, con la cicca sempre in bocca, che si fa mantenere dalla moglie Flo, dividendo le sue giornate tra il divano di casa, il pub, il biliardo, le partite di calcio e di rugby, i cinodromi e gli ippodromi (del resto il nome, se pronunciato tutto d’un fiato, h aspirata a parte, è molto indicativo…).
In tale striscia si vede il nostro eroe su un marciapiede, accanto ad un trespolo con una campanella in mano e vestito da Babbo Natale, che si confida “Lo so, il salario non è un gran che, però si ha diritto a molte ferie” .
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
l’assoluta incompetenza in tema di lavoro rende Di Maio il candidato perfetto per il ministero del Lavoro! Personalmente, non ho nulla contro Andy Capp; anzi, alcune sue strisce erano divertenti, come quella da lei ricordata. Temo però che la stessa simpatia non mi ispira il partenopeo esperto di lavoro.
Cordialmente
am
Caro Professore,
vorrei attrarre la sua attenzione sullo scandalo di Bibbiano, che fa seguito a quello del Forteto e che era stato preceduto, credo una quindicina di anni fa, da un analogo scandalo, sempre nel Regno di Prodonia, dei riti satanici per cui, nell’indifferenza generale dei grandi giornaloni catto-comun-azionisti, cioè praticamente di tutti i media, si era giunti anche a dei suicidi di persone ingiustamente calunniate, tra cui un sacerdote. Anche lì i maramaldi dei “servizi sociali” e il Tribunale per i Minorenni di Bologna (sempre Regno di Prodonia, Ducato di Dossettia) competente per territorio, infierirono su numerosi bambini e sulle loro famiglie naturali. Ma anche in quel di Milano vi furono parecchie situazioni controverse, con perizie affidate ad una ginecologa, sempre la stessa, che immancabilmente riscontrava abusi sui minori, spesso risultati poi inesistenti: ricordo il caso di un padre che si fece qualche anno di galera fino a quando non risultò che gli evidenti segni di abuso sessuale sulla figlia, sottratta alla famiglia, erano quelli di un tumore che portò alla morte la piccola.
Mi scuso se ancora una volta racconto (sperando di non tediarla) fatti di cui ho conoscenza personale, non perché la mia vita possa essere proposta quale modello da imitare, ma solo perché contribuirono ad aprirmi gli occhi sul mondo.
Premetto che alcune parole che fanno parte del bagaglio lessicale dei catto-comunisti, in particolare “sociale”, mi provocano l’orticaria e la mano non mi corre alla pistola solo perché non ne ho mai posseduta una.
Avevo poco più di dieci anni quando nella nostra casa venne ad abitare una coppia con un bambino ed un cagnolino tipo Pinscher. Lei avrebbe potuto far parte della nazionale sovietica di lancio del disco: un tipo androgino alta ben più di un metro e ottanta e larga in proporzione, con i capelli raccolti a conocchia sulla nuca, prepotente e dispotica. Il marito, un omarino piccolo e magro, tanto lei era gigantesca, timido e terrorizzato (a Milano lo si sarebbe definito “treminsecc da la paùra”), direttore di una filiale bancaria in centro. Il bambino, piccolo ed emaciato, era stato adottato e non dava a vedere di avere volontà propria tanto era anch’egli terrorizzato ed ubbidiente, così come il cagnolino che quando rientrava dalle (brevi e non frequenti) passeggiate si puliva le zampine sullo zerbino dell’ingresso.
Si venne a sapere che la virago, che aveva evidentemente a lungo pedinato il marito ed assunto informazioni, fece irruzione in un bar del centro, liberandosi con la violenza del personale che cercava invano di bloccarla, e penetrata nel retrobottega aveva sorpreso il marito che, nell’intervallo del pranzo, giocava a carte. L’aveva riempito di botte e sospinto in strada a schiaffi e pugni, non risparmiando neanche gli altri giocatori ed i camerieri, tanto da beccarsi una denuncia penale.
Era la virago di professione “assistente sociale”, categoria questa che ho sempre guardato con il massimo sospetto da allora in poi, convinto, oltre che della inutilità, della pericolosità “sociale” della funzione.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
non la ringrazierò mai abbastanza per questi suoi commenti sempre interessanti, anche quando fanno riferimento a realtà negative. Quello che lei racconta ora è perfetto per illustrare che non sempre la diversità che caratterizza noi umani è piacevole; a volte emerge il marcio che purtroppo esiste, anche se a noi non piace. Il caso di quella famiglia dominata dalla virago è esemplare. Per fortuna, tuttavia, esiste anche una umanità piacevole. Come direbbe Linus: “Amo l’umanità, è la gente che non posso soffrire”!
Cordialmente,
am
Bravo Cattaneo! Bel racconto. Posso pubblicarne un estratto su FB, citandola?
Egregio signor Cacciari (nulla che vedere con il bofonchiatore veneziano penso),
essendo il raccontino della mia lontana esperienza personale già qui reso pubblico lo può utilizzare come meglio crede (tanto io non potrei comunque criticarne l’uso, non frequentando facebook, twitter et similia). Solo la pregherei di non fare riferimento al mio nome, la cui conoscenza riservo agli ADAMs come lei.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
parliamo di Moscopoli, il presunto scandalo in cui intingono il croissant quelli che l’hanno inventato (Espresso, Repubblica, Il Fatto [?] Quotidiano, Corriere, magistratura, comunisti etc.). Che sia un’invenzione (o un trappolone) chi abbia un minimo di pratica di trattative commerciali con i russi (che non sono diversi dai sovietici) lo capisce subito e non ha bisogno di altre prove.
Quando mai i russi, che amano il segreto avvolto in un mistero, hanno svolto trattative commerciali (di questa presunta importanza poi) in un albergo? In un albergo a Mosca? Al Metropol?
Non mi facciano ridere.
Franco Cattaneo
Caro Franco,
in certe occasioni sarebbe preferibile non essere in grado di giudicare, essendo privi dell’esperienza necessaria. Invece lei, nella materia in questione, ha una grande e personale esperienza. Ma, forse, il caso non merita alcun commento, esssendo risibile l’intera vicenda.
Cordialmente,
am
Mi dicono che PUTIN sia un nostro nemico.
Me ne sfuggono le ragioni.
Che abbia fatto speronare da una nave russa una nostra nave militare???
Caro Professore,
le segnalo questo articolo di Pietro Di Muccio de Quattro che mi pare, tra quelli che ho letto ultimamente, quello che meglio coglie il nocciolo del problema
http://www.opinione.it/editoriali/2019/07/10/pietro-di-muccio-de-quattro_forza-italia-partito-liberale-massa-sinistra-postcomunista-dc-guerra-fredda-seconda-repubblica-asino-buridano/
Secondo me, che ho sempre votato PLI e dipoi FI, Forza Italia si è “democristianizzata” (e quindi suicidata) quando Berlusconi, per blandire (abbiamo visto come poi ripagato) il cattolico bigamo idolo delle “sciure” in menopausa , ha distrutto il sistema elettorale maggioritario uninominale ancora in culla per abbracciare il proporzionale e cominciare a cianciare di moderazione e Partito Popolare Europeo.
Cosa ne pensa?
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei riapre una vecchia ferita. Essendo ministro, votai anch’io a favore del porcellum, ma ero consapevole che si trattava di un’enorme sbaglio. Continuo a rimproverarmelo. Dopo il voto, dissi ad alta voce: “Che Dio ci perdoni”. Forse Lui l’ha fatto, non io, che continuo a vergognarmi per quella sciagurata scelta.
Cordialmente,
am
Professore, sarebbe meglio non parlare più di Berlusconi.
Una prece
Buongiorno professore, una domanda soltanto, cosa pensa della teoria No-Welfare, No-Borders di David Friedman (figlio di Milton) ?
Caro Gianluca,
ero molto amico di Milton, che ammiravo e di cui ero orgogliosamente amico. Non provo gli stessi sentimenti per David, ma talvolta dice cose condivisibili.
Cordialmente,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
propongo che il primo capoverso dell’art. 101 (Titolo IV. La Magistratura – Sezione I. Ordinamento Giurisdizionale) della Costituzione più bella del mondo:
“I giudici sono soggetti soltanto alla legge” venga sostituito dal seguente “La legge è soggetta soltanto ai giudici”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Per quello che vale, concordo!!
Sarebbe ora di formalizzare, finalmente, quanto è ormai consolidato dagli usi. D’altro canto le norme devono necessariamente adeguarsi ai tempi.
Cordialmente
EDM
Cari Franco ed Ernesto,
i nodi sono finalmente giunti al pettine: quello che sapevamo da anni è oggi emerso con tale evidenza che nessuno può non aver capito. Prima o poi, affronteremo uno dei problemi più gravi dell’Italia con l’atteggiamento corretto. Era ora!
Cordialmente,
am
Caro Professore mi piacerebbe un suo commento su questo articolo del Washington Post ripreso dal Foglio.
https://www.ilfoglio.it/un-foglio-internazionale/2019/07/01/news/il-venezuela-e-diventato-un-inferno-263164/
A me sembra che l’autore abbia preso un abbaglio. A mio avviso il problema del Venezuela è che il chavismo è un regime comunista che si comporta come tutti i regimi comunisti. I corrotti, i furbi e i lardi ci sono ovunque. Ma qui mancano i fondamenti di un’economia di mercato. Il fallimento è inevitabile anche se al governo ci fossero “i buoni e gli onesti”.
Rogero
Caro Rogero,
scusi il deplorevole ritardo con cui le rispondo: abbiamo avuto qualche problema col blog. L’articolo da lei richiamato fa venire la pelle d’oce. Purtroppo, è vero e c’è da vergognarsi che nel nostro tempo un Paese potenzialmente ricchissimo sia stato massacrato in questo modo. La sua opinione è anche la mia. Purtroppo, non vedo come se ne possa uscire.
Cordialmente,
am
E’ noto ai più avveduti che, all’interno di molte grandi imprese, le carriere femminili avvengono per «merito di letto». Il problema è che le signorine in tale modo divenute dirigenti, pur essendosi guadagnate il posto con il sudore delle proprie cosce, non sono all’altezza dell’incarico. Come ovviare???? Semplice: si prende qualche sfigato destinato a NON fare carriera, ma capace, e lo si obbliga a espletare le funzioni dirigenziali che figurano in carico alle signorine di cui sopra, le quali si prendono il merito e i soldi senza fare una ceppa. Il meccanismo si chiama «sine cura». Ovviamente, allo sfigato non gli si riconosce né il grado né uno straccio di gratifica.
A questo punto, spesso lo sfigato reagisce. In tale caso, per farlo stare buono e manzo, si ricorre al mobbing, ovverosia a vessazioni e minacce che hanno lo scopo di farlo ubbidire.
Il mobbing dovrebbe essere illegale, però però però….
Però, in primo luogo, i giudici italiani hanno scritto a chiare lettere nelle sentenze di mobbing che insultare un dipendente o diffamarlo all’interno dell’ambiente lavorativo «fa parte della normale dialettica aziendale». Sarebbe interessante vedere la reazione di un giudice che, in udienza, si sentisse dare del cretino da parte di uno dei partecipanti al dibattimento. Forse lo potrebbe considerare come parte della normale dialettica processuale. Ma non ci conterei troppo.
In secondo luogo, alcuni dipendenti sottoposti alla cura -anzi alla sine cura- di cui sopra hanno intentato causa per mobbing. Per farlo, si sono procurati prove atte a chiarire nel processo che le signorine di cui sopra erano effettivamente sessualmente legate ai vertici aziendali.
Ebbene, quando hanno portato tali prove al loro avvocato, si sono sentiti dire che le prove suddette non potevano essere prodotte nel processo, in quanto non era ammissibile introdursi nella vita privata della gente. Il che appare strano, perché qualche anno fa l’Italia si è fermata perché qualche giudice aveva ritenuto ammissibile introdursi nella vita privata di un presidente del consiglio che organizzava cene eleganti con avvenenti fanciulle. Eppure, non risulta che questo presidente abbia conferito qualche incarico importante a tali signorine.
Sapete una cosa? Vorrei tanto incontrare Berlusconi e stringergli la mano e complimentarmi con lui. In fondo così facendo i giudici lo hanno eletto superuomo … uno per cui non valgono le regole dei comuni mortali.
Caro TD,
la sua storia fa venire i brividi: in che razza di stato o di società viviamo? Quanto lei dice è talmente verosimile che, anche se non fosse confermato, resterebbe illuminante: anche se non fosse successo, potrebbe certamente succedere. E la sua morale è impeccabile: quanto accaduto a SB presidente del Consiglio è allucinante. Grazie per questa, peraltro deprimente, segnalazione.
Cordialmente,
am
Egregio professore, sono veramente e vivamente desolato di angustiare la tranquillità della Sua quiescenza, ma, pur nella coscienza di arrecarLe un dolore, devo rappresentarLe che quel che ho sopra riferito è tutto vero e documentato e documentabile.
Tutto vero e documentato e documentabile, tanto è vero che tutti i sopra indicati accadimenti sono stati doverosamente comunicati con dovizia di particolari al Presidente della Repubblica. Ovviamente, la comunicazione effettuata nei confronti del Presidente della Repubblica significa che dei fatti è stato informato anche il CSM, alto consesso al vertice del quale è posto il suddetto Presidente della Repubblica.
E ancora: analoga comunicazione è stata operata nei confronti del giudice Davigo, così spesso in televisione a bacchettare questo e quello.
L’effetto di tali comunicazioni?!?!? Ehhh, caro Professore, temo che le carte trasmesse ai citati soggetti abbiano fatto una fine atroce. Lei capisce bene che se il contenuto di queste comunicazioni fosse stato viziato non dico da falsità, ma anche da semplice inesattezze, il suo autore sarebbe stato stangato con durezza.
E’ simpatico, in particolare, vedere un giudice come Davigo, sempre pronto a contestare i politici che a suo dire vorrebbero fermare i giudici, stare zitto e manzo quando gli si comunica che certi giudici sono bravissimi a fermarsi da soli. In tale caso Davigo fa lo gnorri fischiettando.
Ma guardi che quel che ho scritto sopra non è che una parte della verità. Si ricorda quando i giudici volevano sentire a tutti i costi Berlusconi e si indignavano se questi accampava ragioni come incontri internazionali -pane quotidiano per un uomo di governo- per non presentarsi in udienza??? Ebbene nei processi per mobbing accade che i giudici non solamente non audiscano nemmeno un testimone, ma ritengano giusto non sentire neanche il mobbizzato. Ora, anche a un non giurista, appare quanto meno anomalo decidere una causa per mobbing senza udire né testimoni né la parte (che afferma di essere) lesa.
Si dice che certi giudici, vedendo che un mobbizzato voleva parlare con loro, per evitarlo, si siano buttati da una finestra del tribunale per sfuggirgli e non essere costretti ad ascoltarlo, rischiando di rompersi le ossa e finire su una sedia a rotelle.
Insomma, Berlusca occorre sentirlo a tutti i costi. Gli altri possono attaccarsi, E questa è una ingiustizia, Perché questo trattamento privilegiato nei confronti di Berlusconi??? Io mi rodo per l’invidia quando vedo il patron di Mediaset in televisione.
Caro TD,
non ho mai dubitato della verità di quanto da lei raccontato. Comprendo il suo stato d’animo senza difficoltà: è, credo, comune a moltissimi italiani. Ma dobbiamo tutelarci e non lasciarci sopraffare dall’iniquità di quanto accade. Mio fratello, che era un grande medico, le avrebbe prescritto un paio di fottetenne prima di andare a letto!
Cordialmente,
am
Caro Professore,
ecco il seguito sempre più odorante di soavissimi gigli.
Veniamo agli anni ottanta. Durante una mia vacanza a Cefalù un cameriere del mio albergo mi suggerì di provare un ristorante di Sferracavallo, “Il Delfino”, dove avrei potuto mangiare pesce freschissimo e ben cucinato, avvertendomi che non era possibile prenotare. Lì giunto per pranzo, trovai il ristorante tutto esaurito, sold out come si dice oggi. Sulla porta stazionava un individuo grande e grosso con i capelli che gli giungevano alle spalle: il proprietario che, seppi poi, era anche il proprietario dei pescherecci che rifornivano il ristorante. Nonostante il suo aspetto preoccupante si rivelò gentilissimo e, appurato quanti fossimo, ci disse di ripresentarci puntuali di lì a venticinque minuti. Infatti trovammo un tavolo libero per l’ora convenuta. Mi occorre ora descrivere il ristorante. La lokescion, come si deve chiamarla al giorno d’oggi, era costituita da una sola sala a forma di L, e, nella parte vuota della L, trovava posto la cucina, separata da una grande vetrata dalla salle à manger. Il menù era fisso, tre antipasti, tre primi, tre secondi, acqua minerale e vino, un bianco siciliano molto buono, a volontà. Mangiammo in effetti molto bene, ventimila a persona. Facciamo un salto di qualche anno. Sono a Mosca e dispongo di un’antenna parabolica per seguire i programmi italiani e, date le due ore di differenza di fuso orario, ogni sera dopo cena seguo i telegiornali italiani che all’epoca dedicavano grande spazio alle cronache giudiziarie, tangentopoli e mafia, ponendo sugli altari il callido operato dei pubblici inquisitori, chiamati, nella temperie dell’epoca, “giudici”. Palermo, processo Contrada. La pubblica accusa introduce, preceduto dal suono delle fanfare, il pentito di turno che, dietro al paravento d’ordinanza, dichiara di avere partecipato con non ricordo più quale grande capo mafioso ad un pranzo organizzato per ordire losche trame e ottenere indicibili favori, cioè per “mafiare”, con il “dottore Contrada”, nella saletta riservata del ristorante “Il Delfino” di Sferracavallo. Salto sulla poltrona: di quale “saletta riservata” ha l’impudenza di parlare il campione della pubblica accusa?
Qualche giorno dopo vedo entrare in scena, convocata dalla difesa, la mia vecchia, e più volte rinnovata, conoscenza: stessa corporatura imponente, stessa chioma fluente. Il testimone, producendo anche le visure catastali, afferma non esservi mai stata alcuna “saletta riservata” nel suo ristorante a meno di voler intendere con tale definizione uno spazio in fondo alla sala, tra la stessa sala da pranzo e i bagni, che, per ragioni di normative sanitarie è stato separato da una parete di vetro smerigliato: in tale anticamera vengono stoccate le cassette dell’acqua minerale. Il ristoratore chiosa le affermazioni del “collaboratore di giustizia” (traduzione: spia prezzolata) chiedendo alla corte se appare alla stessa verosimile che egli possa aver fatto accomodare il dottor Contrada e, soprattutto, il famoso boss della mafia davanti alla porta del cesso!
Ultima notazione personale: una ventina di anni or sono, in un tardo pomeriggio d’estate a Milano, torno alla mia auto parcheggiata presso il Parco Solari. Vicino all’auto ci sono tre o quattro persone intente ad amabili conversari. Una di esse è seduta sul cofano della mia auto. Invito costui a scendere perché devo andare via e, poi, lì ad una decina di metri, c’è anche una panchina libera. “Cosa vuole? guardi che io sono un magistrato!” “E io, che pago una parte, sia pur infinitesima, del suo stipendio, non ho intenzione di mettere a sua disposizione anche una poltrona”
Come è possibile pensare di riformare una magistratura che tollera e protegge al proprio interno tali elementi?
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco Cattaneo, ho molto apprezzato il suo gustoso racconto. Ho avuto pure io una esperienza giudiziaria, in ambito civile, a mio parere scandalosa:
la vertenza si trascinava da tempo ed il mio avvocato scandagliava sentenze della corte di cassazione, ritenendo queste un riferimento giuridico decisivo e di ultima istanza. Trovò quindi una sentenza passata in giudicato speculare al nostro caso e ci mettemmo insieme ad esaminarla: scorrendo la prima pagina era evidente ed esplicito un giudizio positivo per le nostre tesi, che però alla seconda pagina si trasformava in un giudizio opposto, senza alcuna logica, era evidentemente un copia incolla mal riuscito di due sentenze diverse.
Può un paese dichiararsi civile con giudici e sentenze di questo livello ?
Caro Professore,
prima di tutto vorrei esprimerle la gratitudine mia, e penso di tutti gli ADAMs, per la riattivazione del sito, dopo di che passo ad una delle mie solite sbrodolate – divisa in due parti – che, come direbbe Giovannino Guareschi, sono altamente edificanti.
Ero un bambino e già cominciavo ad interessarmi alla magistratura! Negli anni ’50 fece scalpore a Milano il “delitto del cacciavite” (casciavit era il soprannome dei milanisti, che però qui non c’entravano): a seguito di un incidente stradale, peraltro di lievissima entità, uno dei due guidatori coinvolti venne ucciso dall’altro con questo attrezzo, e proprio il fatto che fosse uno dei primissimi omicidi seguiti ad un incidente stradale contribuì a richiamare l’attenzione sul fatto. Il processo, seguito praticamente in diretta dai quotidiani del pomeriggio di allora, “Corriere d’Informazione” e “La Notte” (diretta dal grande Nino Nutrizio), si concluse con una mitissima condanna per l’assassino. La qual cosa indignò tutti gli abitanti di Porta Magenta, dove la vittima, tale Pellegatta, era ben nota: mio padre, che conosceva di persona sia l’ucciso che il di lui padre, morto pochi giorni dopo il fatto, era scandalizzato dalle motivazioni della sentenza che aveva recepito le argomentazioni della difesa. Si sostenne infatti che l’assassino era stato aggredito dal Pellegatta, persona mitissima e di esile costituzione fisica, a differenza dell’assassino, sbraitando e proferendo minacce di morte. Come potesse urlare il Pellegatta ce lo dovrebbero spiegare i magistrati giudicanti: era la vittima, infatti, un laringectomizzato.
Seguii poi l’inchiesta di Mario Cervi pubblicata sul “Corriere” a metà degli anni sessanta, sullo stato, già allora disperante, della giustizia in Italia.
Negli anni ’70 mi resi conto di quale fosse il livello morale dei magistrati italiani, oltre che dalle notizie di sentenze fuori da ogni comune sentire, dal racconto delle loro diatribe interne: questi impiegati dello stato, assunti per concorso, litigavano ad ogni nomina per cariche vacanti, opponendo ricorsi fino al consiglio di stato e palesando una acrimonia ed una invidia l’uno dell’altro al di là di ogni ragionevolezza. Una situazione del genere sarebbe stata inconcepibile in qualunque attività lavorativa privata.
(continua)
Caro Franco,
molto illuminani entrambi i suoi commenti, come dice anche Ivo. La magistratura italiana è famosa per le troppe assurdità che circondano il suo operato. Chi ha problemi intestinali, un minaccia di ulcera, farebbe bene a non occuparsene. A me disgusta solo pensarci, ma devo riconoscere che non impedisce a molti magistrati, forse addirittura la maggioranza, di essere corretti e scrupolosi funzionari dello Stato. Questi, tuttavia, non fanno rumore, notizia, vengono ignorati perché “normali”. Sono gli altri che attirano l’attenzione, anche la nostra, e credo proprio che non meritino affatto questo privilegio. Dovremmo ignorarli per il bene del nostro intestino e della nostra igiene mentale!
Cordialmente,
am
5 giugno 2019
Gentile professore e Adam tutti, qualcuno per caso possiede il fantomatico programma del 1994 di Forza Italia? O qualcuno è in grado di indicarmi un link per arrivarci? Quaesivi et non inveni.
Il foglio, 8 settembre 2015, intervista a Paolo del Debbio.
«In quel periodo il Cavaliere mi dette una sola linea guida: dobbiamo far capire alla gente, dobbiamo tramutare in una cosa comprensibile le idee del liberismo. In questo fu bravissimo Antonio Martino, che si ispirava a Milton Friedman, l’economista che aveva scritto ‘Free to choose’, e che aveva fatto all’incirca quello che voleva Berlusconi: cioè tradurre in termini popolari il discorso liberale”.»
Grazie e un saluto a tutti
Luciano
Caro Luciano,
ne dovrei avere copia ma, prima di trovarla nel mio archivio, passerebbero se non anni mesi. Sono certo che Giuseppe Moles ne ha copia e può rintracciarla più facilmente di me. Essendo senatore, le consiglio di scrivergli al Senato dicendo che glielo ho suggerito io.
Cordialmente,
am
Grazie gentile professsore.
Un saluto e un augurio di buona salute
Cari ADAM e soprattutto caro Gianluca,
una sottile polemica sembra esservi fra me e Gianluca che, a torto, mi vuole apparentare a coloro che amano gonfiare il debito pubblico. Ma questa è una calunnia e ve lo dimostro subito per tabulas.
Anche io detesto il debito pubblico e soprattutto quello improduttivo. Pertanto, mi sono posto la domanda di chi fosse il responsabile del suddetto debito pubblico.
Ora, quando in una società le spese sono eccessive si chiama un buon revisore dei conti il quale, per prima cosa, scorpora le uscite per centri di spesa, allo scopo di capire dove sta il buco nel secchio da cui esce l’acqua.
Io, non essendo specialista di contabilità pubblica, mi sono rivolto alla Banca d’Italia chiedendo di vedere i conti. Ho rappresentato che lo Stato è come un condominio -secondo quanto asseriscono il Cottarelli e tanti altri economisti vicini a via Nazionale- e, quindi, mi dovevano fornire le cifre esatte in forma piana e semplice e accessibile anche a un non addetto ai lavori.
Banca d’Italia ha risposto che tale compito non era di loro competenza, ma dell’ISTAT.
Allora, mi sono inc …. alberato come una biscia andalusa e ho replicato a BI che doveva darmi conto dell’importo del debito pubblico dal 1950, evidenziando per ogni anno la spesa per interessi e quella dovuta a tutte le altre spese. Ho aggiunto -mi si scusi per la digressione personale- che ero stufo delle loro risposte evasive, in quanto già in passato avevo chiesto conto a via Nazionale, come istituto di vigilanza che per più di 60 anni non aveva effettuato ispezioni in certe banche pubbliche amministrate da loro ex dipendenti- delle carriere di certe signorine. Incidentalmente, riferisco che anche la magistratura, quando avrebbe potuto fare chiarezza sulle suddette signorine, non ha ritenuto opportuno approfondire. Il che dimostra che aveva ragione il Berlusca, visto che i nostri giudici si preoccupano dei balletti rosa solamente quando avvengono a Arcore. Insomma, se un attempato signore invita a cena avvenenti fanciulle rendendosi ridicolo, la magistratura manda i NOCS e l’Italia si blocca durante questo importante processo. Se, invece, in una banca o ente pubblico le carriere vengono elargite a ragazzette che forse si prendono amorevolmente cura delle protuberanze inguinali dei vertici aziendali non si sente il dovere di approfondire. Come dicono gli avvocati, in tali casi “non ci si può intromettere nella vita privata delle persone”. E vabbbbbeehh!
Tornando a bomba, allora la banca d’Italia mi ha risposto dando qualche cifra vaga e rimandandomi all’ISTAT.
Alllllora, ho scritto all’ISTAT chiedendo di darmi conto dell’importo del debito pubblico dal 1950, evidenziando per ogni anno la spesa per interessi e quella dovuta a tutte le altre spese. E che mi ha risposto l’ISTAT? Di rivolgermi alla Banca d’Italia.
A questo punto la domanda sorge spontanea: COSA STANNO NASCONDENDO?!?!?
Ma al di là di questi maligni pensieri penso che sia il caso di accertare chi sia il responsabile del nostro debito pubblico, acclarando chi siano i ladroni, chi i ladri e chi i ladruncoli.
Penso, quindi, che sia il caso di informare i nostri deputati.
Ovviamente, in casi simili, più si è e meglio è.
Chi viene con me al Parlamento a presentare una doverosa istanza affinché si faccia chiarezza?
Caro TD,
i dati che la interessano sono ampiamente disponibili. Intanto, l’Appendice della Relazione annuale del governatore della BI contiene un decennio di dati, sia del debito pubblico totale sia della spesa per interessi. Se cerca in rete Banca d’Italia e pubblicazioni trova la sullodata Appendice. Immagino poi che esistano diverse pubblicazioni sull’andamento temporale del debito pubblico, reperibili inrete. Infine, dubito che lo studio di queste serie . da solo – le faccia individuare i ladri e gli altri mascalzoni.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
vorrei farla partecipe di una noterella lessicologica che è di estrema attualità. I russi quasi mai ricorrono a volgari insulti ed espressioni di natura sessuale o coprologica. L’insulto più offensivo di cui fanno uso è “Гад” che, in tutti i vocabolari, viene definito in senso proprio come “qualsiasi animale rettile o anfibio” ed in senso traslato “persona strisciante, repellente, schifosa”. Si pronuncia “gad”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei è un’inesauribile miniera di notizie e informazioni significative. Userò quel termine, sperando di pronunciarlo correttamente, ogni volta che ne sentirò il bisogno!
Con viva cordialità,
am
Argomento del giorno: i minibot.
Facciamoci due risate.
Caso1) Lo Stato, invece che in euro pagherà le imprese in “minibot”. L’impresa potrà andare al mercato e compare quello che vuole. Se trova qualcuno che accetta quella cartaccia in pagamento. Ma non si sa perché dovrebbe trovarlo.
Quindi, o va tutto in chiacchiere, oppure lo Stato obbligherà il mercato ad accettare i suoi minibot. Il quale mercato reagirebbe quotando i minibot a peso della carta come in venezuela.
Quindi, lo stato imporrà una certa parità con l’euro. Una parità che varrebbe solo in Italia, la cui economia andrebbe in fumo perché non potrebbe più scambiare con l’estero.
E tanti saluti.
Caso2) Lo Stato non imporrà al mercato di accettare i minibot, che verranno utilizzati solo per il pagamento delle imposte.
Quindi, anziché Euro, il gettito fiscale produrrà minibot. E allora, come pagherà lo Stato i dipendenti pubblici? In Minibot.
I dipendenti pubblici andranno al mercato … e torniamo al caso 1).
Pensando a Borghi. mi sovviene una frase che sentii una volta: “S’an l’era oun professour, me al dgeva c’l’era un èsen”.
Caro Guido,
è molto meglio riderci sopra che prenderli sul serio. La situazione è grave, ma non è seria.
Cordialmente,
am
L’ignoranza e la mania di grandezza di gente così piccola come i vari Borghi e Bagnai è così nauseante da far rimpiagere PURTROPPO governi passati!
Saluti e W il nostro Professore!,
Alberto
Francamente non capisco questa avversione per i mini bot e, con la dovuta cortesia, vi sarei grato se poteste approfondire la vostra opinione, perché mi piacerebbe comprenderla meglio.
Tempo addietro ci fu un ampio dibattito sull’opportunità per l’Italia di emettere una moneta complementare all’euro. Tralasciamo l’ampia avversione per l’idea di molti soloni, per motivi più di partigianeria che per una critica ragionata, in effetti essa presentava l’indubbio ostacolo di essere espressamente vietata dai trattati. In un certo senso, l’idea dei mini bot a me sembra un potenziale escamotage per avviarsi in quella direzione, magari non perfetto, ma comunque un inizio.
Caro professore e cari adams, sicuramente mi sfugge qualcosa, ma perché sarebbe una barzelletta?
Grazie per ogni vostra cortese e apprezzata risposta
Cordialmente,
Ernesto
Buongiorno Professore,
I 5s saranno soddisfatti del risultato elettorale. Hanno applicato a loro stessi il proprio programma e hanno raggiunto pienamente l’obiettivo: la decrescita felice…
A parte le battute, è ormai un anno che non pubblica nulla di nuovo sul blog. Le sollecito un commento al terremoto elettorale di ieri.
E mi chiedo anche che fine hanno fatto i liberisti in Italia e in Europa: mi sbaglio o non ne vedo traccia?
Un caro saluto.
I 5S si sono appiattiti sulla linea (pseudo)giustizialista e collaborazionista con la UE del PD e che hanno seguito il destino.
Come fa uno ad andare in giro e definirsi liberale quando sono stati elevati a campioni del liberalismo gente come Cottarelli e Monti?
Ma come? Non lo sai che il problema è che si spende troppo poco? Sforare, sforare, sforare… Poi si finisce dritti in Venezuela, ma pazienza.
Non mi sembra che sia un problema sforare. Non per quelli che hanno voluto il divorzio almeno
Caro Matteo,
lei ha ragione: mi sono impigrito e ho smesso di scrivere. Rimedierò, spero, presto. Quanto ai 5stelle, li lasci perdere. Se Dio vuole, ce ne libereremo quanto prima.
Cordialmente,
am
Però ho visto che ha pubblicato sul sito di Porro: ci consoleremo!
Nicola sta facendo un gran bel lavoro sia con il suo portale, che in TV.
Buon sangue non mente…
Caro Professore,
fino alla fine sarò incerto fra andare a votare Berlusconi (mi muoverei solo per lui e per il modo in cui si sta comportando nonostante i malanni dell’età. Credo meriti di tornare in Parlamento dopo la vergogna con cui è stato espulso dal Senato) oppure stare a casa (opzione, mi creda, davvero forte). Il centro-destra, ormai, non esiste più e Forza Italia dovrebbe soltanto prenderne atto, aprirsi alle primarie e rendere chiaro lo scontro interno che esiste nel partito. Invece, il profilo europeista di Tajani non fa che togliere voti all’unico partito che potrebbe avere qualcosa di liberale. E’ davvero dura decidere stavolta.
Un caro abbraccio
Massimo B.
Caro Massimo,
come avrà certamente capito dalla mia risposta a Franco Cattaneo, siamo perfettamente d’accordo. Il che, anche se non ci consola, non ci spiace!
Mille auguri,
am
Caro Professore,
l’inutilità del cosiddetto parlamento europeo, aveva rafforzato la mia decisione di non recarmi a votare basata sul fatto che, in assenza di un partito sul tipo dei “tories”, veramente liberale, non avrei saputo a chi dare il mio voto: Berlusconi mi ha troppe volte deluso e tradito, e il suo continuo richiamarsi ai moderati e al partito popolare europeo me lo ha reso indigeribile. Scarsa appetibilità aumentata dallo stato comatoso di FI, per giunta affidata a una persona brava e corretta, Tajani, ma grigia e piatta. I fratelli d’Italia, statocentrici e comunque ancora un pochino incrostati di un residuale fascismo “de noantri”, non fanno per me. La lega, passando da Bossi a Salvini, ha perso quel poco di anima e di pensiero che le erano stati dati dal professor Miglio.
Ora però sto ritornando sui miei passi, turandomi il naso, ma anche occhi e orecchie.
Il fatto è che gli ultimi accadimenti di cronaca, con il partito dei magistrati scatenato e che trova la compiaciuta compiacenza (mi scusi il bisticcio di parole) dei grillozzi, il vaticano ed il pretume che non hanno ancora abbandonato le aspirazioni temporalistiche di papa Mastai, il criptostalinismo e la profonda e pericolosa ignoranza dei grillozzi e la sempiterna imbecillità dei cattocomunisti, mi hanno convinto che il pericolo che corriamo è gravissimo, anche perché, con tutti i media nelle mani dei comunisti ed una popolazione cloroformizzata da decenni di propaganda cattocomunista e di politicamente corretto sostenibile ed ecocompatible, si rischia di affidare irreparabilmente, e senza possibilità di ritorno, il nostro futuro alla feccia grillozza ed ai sedicenti esseri superiori cattocomunisti.
Come rimpiango il forse a torto troppo vituperato Bava Beccaris, quando ordinava ai propri artiglieri “Spazzatemi via questa plebaglia” e poi sbertucciava il cardinale arcivescovo di Milano, Ferrari, che, dopo aver istigato la plebaglia alla rivolta contro gli usurpatori del potere temporale e detentori del potere economico, compiendo lunghe e tortuose deviazioni per raggiungere in carrozza la stazione Nord evitando le barricate, la “piantava in Asso”, colà recandosi in visita pastorale, e rientrato in arcivescovado tre giorni dopo,a cose finite, si scusava protestando di non aver alcunchè saputo della rivolta!
Tutto ciò premesso, dato che il voto europeo non può rendere peggiori le cose di quanto già non siano, penso che voterò per Salvini sperando che un tale messaggio tarpi definitivamente le ali, facendoli precipitare nella massima confusione possibile, ai pericolosissimi grillini.
Mi piacerebbe conoscere il suo pensiero al riguardo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
condivido le sue perplessità e le sue opinioni. Trovo consolazione nell’inutilità di queste elezioni, volte a eleggere un “Parlamento europeo” che è un organo insignificante di una costruzione diametralmente opposta ai sogni degli europeisti della prima metà del secolo scorso. Condivido la sua opinione su Tajani, ottima persona e amico mio, ma certamente non in grado di sostituire Berlusconi. La grande invenzione del quale – il centro-destra – sta svanendo per la diffusa incapacità di rendersi conto che, senza di esso, non c’è possibile contrapposizione fra maggioranza e opposizione. Spero che entrambi ci sbagliamo, ma temo per le generazioni future.
Con tutta la mia amicizia,
am
Антон Гаетанович!
Abbandono il “compagno” e passo a nome e patronimico, forma di cortesia e rispetto che si usava anche durante l’epoca sovietica, poiché, le sembrerà strano, le buone abitudini della vecchia santa madre Russia non erano scomparse neanche allora e neanche all’interno del Partito Comunista (Bolscevico) dell’URSS, e non lo sono tuttora.
Però purtroppo una ideologia simil-sovietica, ma stracciona come lo può essere solo una cattiva imitazione (ricordo i comunisti italiani che – venuti in pellegrinaggio in URSS con viaggi tutto compreso a prezzi stracciati organizzati dall’Intourist – “Visitate l’Unione Sovietica prima che l’Unione Sovietica visiti voi” – mettendo a rischio la propria vita sui voli Pterodactylus Airlines (Aeroflot) ma guadagnandosi il diritto al cambio nero del rublo (1 $ = 3 Rb – per i meno esperti – anzichè 1 $ = 0.60 Rb) ed alle grazie a buon mercato di avvenenti fanciulle che riferivano poi tutto ai loro protettori del KGB – e che dipoi si ergevano a maestri di ortodossia comunista nei confronti dei sovietici!!!), dilaga inarrestabile in Italia soprattutto tra quelle che si ritengono le classi dominanti ed illuminate. Leggere per credere
http://www.ilgiornale.it/news/roma/ecco-giudice-che-difende-krajewski-ha-ricostituito-legalit-1695340.html
Del resto Basaglia era uno di loro, in Italia, ma mai sarebbe stato assunto al Serbskiy.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per la segnalazione. Leggere quel pezzo mi ha riportato alla mente i miei studi universitari a Giurisprudenza. Quelle farneticazioni demenziali erano care ai miei docenti di diritto. Ignoravano l’economia, ritenevano che come giuristi fossero superiori a qualsiasi economista, avevano abbandonato la tessera del PNF ma restavano fascisti dentro, statolatri e incapaci di guardare oltre il loro naso. Anche se la mia media era una delle più alte del mio corso, sono stato un pessimo studente, perché odiavo quello che mi veniva insegnato da quasi tutti i miei professori. Ma conviene avere pazienza: poco per volta queste fanfaluche verranno spazzate via dalla logica e dalla morte degli irriducibili.
Cordialmente,
am
Beh poi caro Professore, penso che a Chicago invece Le piaceva quello che Le veniva insegnato…diciamo che si è rifatto con gli interessi!
Mitica The University of Chicago, mi manca molto!
Saluti,
Alberto
Caro Alberto,
grazie, lei ha davvero ragione. Non ho motivo di lagnarmi, a conti fatti, sono decisamente in attivo!
Cordialmente,
am
Una domanda.
Se ho ben capito, il QE sarebbe l’accettazione da parte della BCE, come garanzia dei prestiti concessi alle banche (a tasso zero o negativo) dei titoli di stato dei paesi europei. I quali, però, devono programmare il loro indebitamento sotto al 3% del PIL.
Ora, la domanda è questa: è una coincidenza che questo 3% sia lo stesso valore indicato da Freidman come auspicabile aumento annuo della quantità di moneta nelle economie “avanzate”?.
Ovviamente intendevo: devono programmare l’aumento del loro debito sotto il 3% del PIL (che però dovrebbe aumentare della stessa percentuale).
Carissimo prof. Martino,
i leghisti sono diventati propugnatori della vecchia tesi secondo cui stampa di moneta ed inflazione riducano la disoccupazione (curva di Pillips) e stimolino l’economia laddove la riduzione di iposte e balzelli sarebbe ininfluente (modello “IS-LM”).
Ora, mentre la curva di Phillips si rivela una baggianata alla prima occhiata, per capire l’assurdità della legge IS-LM bisogna addentrarsi nella terminologia e nelle ipotesi fissate a capocchia dal keynesiano Hicks, saltare a piè pari i passaggi di analisi differenziale ed arrivare al grafico che ne descrive i risultati.
La trattazione che i leghisti propongono è quella di wikipedia (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Modello_IS-LM?fbclid=IwAR3X8aXKLCF3ya_S_fq-b4Xkp-0p0rB1BOSHNlRs7TQ5OorO2D2Me7H9GAQ) .
A mio avviso sarebbe molto utile se qualcuno migliore di me aggiungesse delle note esplicative di come le ipotesi quivi illustrate siano non solo opinabili ma errate come da citandi riferimenti.
Se proprio lei non avesse nulla da fare in questo periodo, le suggeirei questa attività come utile e dilettevole.
Con stima
GC
Caro Cacciari,
quanto alla “curva di Phillips”, nel 1976 Milton Friedman ricevette il premio Nobel anche per la sua confutazione. Il modello Hicksiano LM-IS, invece, è solo un residuo di un vecchio modo di vedere la macroeconomia, sfortunatamente ancora molto popolare fra i cattedratici italiani, che sono indietro nelle conoscenze di almeno mezzo secolo. Né l’una né l’altra di queste due fanfaluche merita di essere presa in seria considerazione. Ho smesso di farlo venticinque anni orsono e non ho interesse a ricominciare.
Con viva cordialità,
am
Ah, vabbè lo stesso. Toccherà farlo a me, molto peggio di come lo farebbe lei.
Allora le segnalo un sito interessante, questo qui: https://www.ilditonellocchio.it/rubriche/
Un gruppo misto di iberal-qualcosa che tra una cena ed una battuta organizzano interessanti conferenze e presentazione di libri.
Ieri Infatino ha presentato un paio di libri, uno di hayek e l’altro suo, raccontando un po’ del mondo accademico internazionale in cui si muovevano von Mises prima , Robbins Hayek e Freidman poi, ed è stato interessante.
Poco tempo fa hanno trascinato a presentar un libro di Lachs Carlo Lottieri. In Marzo la Mc Closkey, e tanti altri.
La cosa ineeessate è che sono associati con Trame D’oro, quella casa editrice di Piombini che offre grauitamete i riassunti di tantissimi classici della filosofia politica e dell’economia politica (https://tramedoro.eu/)
Vorrà dire che ci penserò io, anche se molto peggio di come lo farebbe lei.
Allora, le segnalo il sito di una associazione di liberal – qualcosa bolognesi, che hanno iniziative molto interessanti.
Si chiama “Il dito nell’occhio” (https://www.ilditonellocchio.it/) e (https://www.facebook.com/ilditonellocchioassociazioneculturale/)
e tra i fondatori c’è Guglielmo Piombini, l’editore di “Tramedoro” (https://tramedoro.eu/).
Fanno eventi interessanti, soprattutto presentazioni di libri + cena, invitando gli autori. Recentemente sono venuti Lottieri, Infantino, e poi Bassani, la Deirdre McCloskey (Ex Donald – strana Chicaghiana – le ho chiesto se “money matter” e mi ha risposto “not in the long period”) ed altri.
Tra un po’ pubblicherò sul sito una rubrica dal titolo “Demagogia e formule politiche”, atta ad ospitare elenchi di luoghi comuni completamente falsi, di cui i politici e gli intellettuali si riempiono continuamente la bocca compiacendosi di parlare del nulla per attrarre consenso. Servirà? Mah….
Intanto, ne approfitto per ricambiare sinceramente il saluto
G.C.
Cari ADAMs,
intervista al nostro Professore
https://www.ilfoglio.it/politica/2018/08/15/news/abolire-la-leva-fu-una-battaglia-liberale-dice-martino-ex-ministro-della-difesa-210007/?fbclid=IwAR0BAyGI4tQdPuXVAePW1zcR4470iU4uWMNIxBP5QA5NeTZDtfOwRj-ZESM
Caro Lucio,
grazie mille, mi era sfuggita. Mi sembra sia venuta bene, Capone ha fatto un ottimo lavoro.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
i migliori auguri di buona Pasqua a lei ed alla sua famiglia, che poi ci aspettano sette giorni nefasti.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
ricambio con amicizia. A quali sette giorni nefasti allude?
am
Caro Professore,
San Marco che, volendosi in qualche modo festeggiare la fine di una guerra tragica e, non potendosi celebrare, caso unico al mondo, una “Festa della Sconfitta” (perchè, fino ad impossibile prova contraria, la seconda guerra mondiale l’Italia tutta, non solo i fascisti, l’ha persa) è stata sul calendario civile ribattezzata “Festa della Liberazione”, di cui i comunisti si sono appropriati spacciandosi per liberatori e unici vincitori, ed il 1° maggio, altra festività su cui i comunisti han messo le mani, quasi che solo il “proletariato”, che loro millantano di rappresentare (ormai solo ai Parioli, in via Montenapoleone ed a Capalbio e Cortina), lavori.
Tra il 25 aprile e il 1° maggio intercorre proprio una settimana. Nefasta.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
verissimo! Ancora una volta ha fatto centro. Sono anch’io dell’idea che sia insensato festeggiare le guerre perse e ignorare quelle vinte (v. 24/5 e 4/11).
Cordialmente,
am
Buongiorno prof. Martino,
ma senta: lo difendiamo o no questo povero Siri che a me sembra tanto una brava persona, sebbene con le idee un po’ confuse sulla flat tax?
Cordialmente e buona Pasqua a Lei e ai suoi cari,
Angelo
Caro Angelo,
non conosco questo Siri, non so di cosa esattamente sia accusato, né sulla base di quali elementi. Tuttavia, “in dubio pro reo”! Buona Pasqua a lei e famiglia,
am
Caro Professore,
è una mia convinzione che va sempre più rafforzandosi man mano che invecchio, che certe facce caratterizzino, con scarso margine di errore, i comunisti e i clericali. E così anche un certo modo di (si fa per dire) pensare, che si ripete in loro invariabile, quasi che lo suggano col latte materno. Le loro facce e i loro discorsi sono quasi una caratteristica genetica.
Per spiegare il perché di questa convinzione debbo fare un (non breve) preambolo (spero apprezzi la mia gentilezza nel darle modo di smettere qui di leggermi).
In Unione Sovietica esistevano due organismi separati: il Governo e il Partito. All’interno del Partito erano duplicate le funzioni del governo, per cui ad un Ministero corrispondeva, a livello più elevato, un Dipartimento della Segreteria del Partito.
La ragione di ciò è presto spiegata: il Governo o il singolo Ministro poteva essere responsabile di errori anche gravissimi, si pensi all’Agricoltura, e di ciò poteva essere pubblicamente accusato, nel mettere in pratica le direttive del partito che erano, per definizione, dogma non suscettibile di errori. Il massimo livello nella gerarchia del Partito era raggiunto da quella scelta e assai ristretta cerchia di funzionari che, oltre ad essere membri della Segreteria, venivano chiamati a far parte dell’Ufficio Politico, il Politburo, il cui Segretario Generale, primus inter pares, era di fatto il capo del Paese (vedi Brezhnev). Ovviamente il Governo era un organo dello Stato, esterno al Partito. Tra i suoi membri in genere solo il Presidente ed i Ministri degli Affari Esteri e della Difesa potevano, non di regola, essere membri della Segreteria del Partito (Aleksey Nikolaevich Kosygin, Andrey Andreevich Gromiko e il Maresciallo dell’URSS Dmitriy Fedorovich Ustinov erano membri sia della Segreteria che del Politburo; mi viene da ridere al pensiero che il Professor Martino sia stato Ministro degli Affari Esteri e della Difesa…). Anche la spiegazione di questa sommarsi di poteri è lapalissiana: la politica estera e quella della difesa dell’URSS erano sempre giuste e infallibili.
All’interno della Segreteria esisteva una Direzione del Dipartimento Internazionale del PCUS (che curava in particolare i rapporti con i partiti “fratelli”) alla cui guida è stato per molti anni Boris Nikolaevich Ponomarev, che era un membro del sommo sinedrio (Segreteria e Politburo).
Trovandosi, durante una visita negli Stati Uniti, in California, stato confinante col Messico, nel corso di una conferenza stampa un giornalista americano l’accusò della violazione da parte dell’URSS dei diritti civili della propria popolazione israelitica, cui era impedito di espatriare liberamente, al che Ponomarev ribattè prontamente che l’IURSS non poteva accettare lezioni sul tema dei diritti civili da parte degli Stati Uniti, un paese in cui la libertà non esisteva, perché impedivano ai messicani di entrare. Nessuno ebbe la prontezza di fargli notare che c’è una bella differenza tra il non far uscire e il non far entrare.
Caro Professore,
Il Grande Fratello si è mangiato l’ultima parte e non riesco a inviarla, perchè viene rifiutata come “duplicato”.
Ci proverò più avanti per non incorrere nelle ire del Grande Fratello.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
i suoi commenti sono sempre assai graditi. Questo, in particolare, ha anche il pregio di farmi sentire grande boss bolscevico, essendo stato sia agli Esteri che alla Difesa!
Cordialmente,
am
Товарищ Мартино!
mi pare più che naturale per uno che in un dibattito televisivo è stato apostrofato dal bomba di Rignano, al suo affacciarsi al proscenio nazionale, “stalinista”!
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
nessuno, però, tranne lei ora, mi ha mai chiamato compagno, per di più in russo con caratteri cirillici!
Cordialmente,
am
Buongiorno prof,
ritengo altamente interessante ma altrettanto deplorevole l’idea che è alla base del reddito di cittadinanza. In soldoni, si ritiene che in futuro le macchine delle grandi corporations americane lavoreranno per noi e noi dovremo essere campati dallo Stato. Se così sarà, la colpa non sarà della rivoluzione tecnologica e del progresso ma degli oligopolisti mondiali americani e della volontà di potenza cinese che mangiano i pesci piccoli di cui parlava Smith. Per salvarci, una sola è la soluzione. Liberare la Cina dal comunismo e permetterle di vivere con noi e come noi per il progresso non solo del Pil ma dell’umanità.
Ps. emblematico che il presidente comunista cinese sia stato accolto con tutti gli onori. Ce ne pentiremo un giorno, tutti quanti! Altro che via della Seta. Via dei Laogai.
Caro Angelo,
i rapporti con la Cina non sono un problema, sono un’opportunià. Quanto al reddito di cittadinanza è un sussidio all’ozio, pagato con soldi che, altrimenti, avrebbero potuto essere investiti e creare occasioni di lavoro.
Cordialmente,
am
Sul fatto che la Cina sia un’opportunità, è sicuramente vero. Ma non comprendo, caro prof., perché il Cile di Pinochet che era molto più liberista di questa Cina non ebbe lo stesso trattamento reverenziale. Chiaro che il dragone ha tutt’altro peso, ma pur sempre di dragone parliamo. Rischiamo di essere inghiottiti se la Cina non diventa liberale come si conviene.
Caro Angelo,
il povero Pinochet, che ebbe l’indubbio merito di salvare il Cile dal comunismo cubano, veniva additato dai comunisti al pubblico ludibrio non perché fosse un dittatore (anche Videla lo era e molto peggio di Pinochet) ma proprio perché aveva bloccato il comunismo nel suo paese. Paragonargli il regime cinese è fuori luogo; in confronto ai cinesi, il generale era un fervente democratico! Resta il fatto che le opinioni politiche di un partner commerciale sono meno rilevanti di quanto sembrerebbero, e la Cina, comunista e dittatoriale, resta sempre un grande mercato.
Cordialmente,
am
Direi che ci innestiamo in un dibattito centenario, Einaudi vs. Croce…
Caro Professore, di una cosa sono molto contento, ossia che Forza Italia non abbia partecipato a quel festival del Medioevo chiamato Convegno della Famiglia. Si tratta dell’altra faccia della medaglia del Gay Pride. Trovo entrambe queste manifestazioni profondamente stolte ed intolleranti dell’altrui pensiero. Condannare i gusti sessuali è tanto stupido quanto chi li esibisce come vanto.
Ho sempre pensato che la de-statalizzazione del matrimonio sia una buona cosa. A suo giudizio questa mia posizione è troppo estrema o potrebbe avere una attuazione fattiva?
Con la consueta stima,
Massimo B.
Caro Massimo,
tendo a pensarla come lei. Ho solo un dubbio: date le tragiche tendenze demografiche, promuovere la natalità è molto utile. Se queste manifestazioni marchiate da una certa bacchettoneria servono a farlo, ben vengano. Altrimenti, meglio sorvolare.
Cordialmente,
am
Mi permetto di risponderle Professore, esplicitando quella che è la mia visione unita ad una proposta.
Come detto prima, io destatalizzerei il matrimonio, che dovrebbe rimanere un atto fra privati in cui lo Stato non mette becco. Eliminerei detrazioni fiscali, incentivi e bonus vari, ma proporrei un bonus da 600 euro al mese per ogni figlio nato (il contributo andrebbe alla madre ed al padre del nascituro a prescindere se siano sposati o meno, purchè dimostrino un legame di convivenza stabile).
Tale bonus dovrebbe esser valido per i primi 6 anni di vita del bambino. Ad oggi infatti, le nascite si aggirano attorno ai 450 mila nuovi nati all’anno. Qualora un provvedimento del genere avesse successo e portasse le nascite a raddoppiarsi, questo costituirebbe un onere per lo Stato italiano che ballerebbe fra i 6 ed i 7 miliardi di euro.
Sarebbe in ogni caso una misura che andrebbe ad incidere per meno dell’1% sull’attuale bilancio dello Stato ed avrebbe molto più senso del reddito di cittadinanza o di tanti altri provvedimenti assistenziali che andrebbero per me eliminati in quell’immenso calderone chiamato Welfare (sono favorevole esclusivamente all’imposta negativa sul reddito).
La ratio della mia proposta è duplice: mentre il reddito di cittadinanza incentiva a non lavorare, il bonus premiale per ogni figlio nato incentiva gli italiani a fare figli e non può considerarsi spesa improduttiva perchè andrebbe catalogata come investimento che lo Stato fa sul suo futuro, non potendo prescindere dalla crescita demografica per la sua esistenza stessa.
Inoltre, mentre il reddito di cittadinanza premia cittadini che, spesso, rifiutano lavori che ritengono inadatti alle loro qualità (legata indiscutibilmente all’idea di “posto di lavoro in ufficio” con annessa scrivania, pc, telefono e riscaldamenti a spese dello Stato), questa misura premierebbe i nuovi nati che, ad oggi, hanno la sfortuna di non venire al mondo solo perchè una coppia fa fatica a mantenersi.
In più, con la de-statalizzazione del matrimonio, aumenterebbero proprio i matrimoni perchè non sarebbero più dovuti assegni di mantenimento a vita in caso di rottura dell’unione, quasi sempre a carico dell’uomo.
Questo, oggi, è un vero e proprio deterrente oggi per ogni soggetto di sesso maschile che si avvii verso l’altare, una sorta di articolo 18 del rapporto sentimentale (che tuttavia non conosce limiti dimensionali). Mutatis mutandis infatti, come l’imprenditore rimaneva un tempo vincolato entro il limite dimensionale dei 15 dipendenti perchè temeva di avere legami vita natural durante coi suoi lavoratori, così anche molti uomini non contraggono matrimonio per le medesime ragioni.
Infine, con questa proposta, si metterebbe finalmente fine a questa querelle annosa fra sostenitori della famiglia tradizionale e sostenitori della famiglia alternativa. Ognuno sarebbe libero di concepire la famiglia come vuole. Lo Stato, in una visione totalmente laica, non entrerebbe nel merito sindacando opinioni o comportamenti, bensì esplicitando che l’unico suo interesse è quello di garantire la sua normale crescita demografica. A prescindere che i concepimenti avvengano in “famiglia” o meno.
Massimo B.
Caro Massimo,
in linea generale, sono completamente d’accordo con lei. Questo sia sulla privatizzazione del matrimonio sia sugli incentivi alla natalità. Riguardo a questi ultimi, tuttavia, preferirei la tassa sugli scapoli e le esenzioni tributarie. Chi a 29 anni non è sposato paga un’imposta annua; chi ha tre figli o più è esente da imposte sul reddito, non importa di quale ammontare. Il fatto che questi due provvedimenti costituissero la caratteristica della politica demografica del fascismo mi lascia indifferente. Funzionarono allora e funzionerebbero ancora. In ogni caso, è anche troppo evidente che bisogna fare qualcosa e subito.
Cordialmente,
am
La proposta di Massimo mi trova d’accordo. Paradossale che uno Stato cattolico come l’Italia incentivi tutti i matrimoni civili (di tutti i generi) e poi disincentivi la famiglia. Se ricordo bene, poi, il matrimonio è stato inserito nel codice civile (o come si chiamava allora) molto tardi rispetto all’indipendenza d’Italia. E nessuno aveva problemi…
Lo Stato che si occupa di chi fa o non fa figli mi sembra una roba di un dirigismo spaventoso.
Scenario se FI andrà male alle Europee.
Salvini farà uno step-up della Lega, creando un nuovo contenitore in cui al suo interno immettere 1) i leghisti della prim’ora (Calderoli); 2) i leghisti sopravvenuti (Borghi); 3) i nuovi Alfanoidi del M5S (Di Maio); 4) i pressappochisti di FI in attesa di poltrone (Toti); 5) i fascistorsi redenti (Meloni).
A quel punto, ognuno dei soggetti sopra elencati avrà il suo bel tornaconto in fatto di potere e cadreghe.
A sinistra, Montalbano si mette con il Fico e ricostituisce il vecchio PCI d’antan.
Soluzione: votare FI alle prossime Europee, non foss’altro che Salvini è meno di destra di quello che si pensa e – soprattutto – non ha dimenticato – a mio avviso – il vecchio comunismo padano.
Caro Angelo,
ci sono anche altri scenari, non necessariamente peggiori. Mi permetterei di consigliarle waf (wait and see)! Se non bastasse, farei ricorso alla saggezza partenopea. Quando S. Gennaro venne rimosso dal calendario, scrissero sulla sua chuesa: “San Gennà fottetenne”!
Cordialmente,
am
Il piglio ironico con cui risponde è tipicamente liberale. Se tutti – a cominciare da me stesso – cominciassimo a prenderci un po’ meno sul serio, le cose andrebbero certamente meglio.
Colgo caldamente il suo invito a fregarmene, sebbene da osservatore noti la renzizzazione di Salvini.
Si è buscato addirittura Verdini! O meglio… La di lui fanciulla
Caro Angelo,
senza saperlo, lei è friedmaniano! Milton raccomandava sempre: “Non prendetevi mai troppo sul serio”! E’ un consiglio che considero prezioso e che anche lei condivide. Attualità del liberalismo!
Cordialmente,
am
Mi ha fatto un grande complimento! Grazie
Caro Professore,
il suo invito ad attendere (anche se le è scappato un – presumo errore da tastiera – “waf” che suona molto grillino, anche se appropriato) mi trova d’accordo: dato il perseverare diabolicum di SB nel parlare di moderatismo e partito popolare europeo (anzichè di gruppo dei conservatori), data la corte dei miracoli di cui si circonda o da cui è circondato, non esistono scelte elettorali possibili e praticabili per un liberale.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
via da me l’offesa di grillismo! Waf è diverso da vaf, sono le iniziali di Wait And See (aspetta e vedi), consiglio prezioso per molte situazioni che richiedono tempo per chiarirsi.
Con simpatia,
am
Caro Professore,
io pensavo ad un errore di battitura, perchè di “f” in Wait And See non ne vedo.
Essendo poi io milanese, le posso garantire che, comunque, la volgare espressione grillina nell’area di influenza del dialetto milanese non è mai stata usata fino all’avvento della televisione: essendo i lombardi dei gretti mercantilisti, preferivano invitare la controparte a cercare almeno di trarre un vantaggio economico da pratiche deplorevoli. Concetto questo, mi conceda, profondamente liberale che, inoltre, per la pudicizia propria del popolo, retaggio controriformista e borromeano, come ci insegna il Manzoni, veniva sfumato nei toni, ricorrendo ad una figura retorica che non ricordo al momento come si chiama.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
touché! Mi ha colto in flagrante di errore di battitura imperdonabile, specie per uno che ha corretto bozze per la maggior parte della sua vita. Comunque, da uno come lei accetto tutto, lei è molto speciale. Grazie.
am
LItote
Caro Professore, cari ADAMs,
mi permetto di segnalare loro questo articolo di Pietro di Muccio de Quarto:
http://www.opinione.it/editoriali/2019/03/15/pietro-di-muccio-de-quattro_liberali-italiani-pli-maggioranza-zanoniana-reagan-thatcher/
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
il pezzo è buono, malgrado le troppe esagerazioni. Grazie per averlo segnalato.
Cordialmente,
am
Mio padre mi raccontava come la linea zanoniana non fosse assolutamente quella da Lei prediletta. Mi conferma che Lei era sulla linea di Biondi? Ricordo bene?
Caro Angelo,
suo padre mi conosceva bene e aveva ragione: non ero affatto d’accordo con Zanone. Tuttavia, anche se amico di Biondi, non ero necessariamente sempre d’accordo con lui. In realtà ero convinto di appartenere a una minoranza composta da una sola persona! Il PLI di quegli anni aveva talmente cambiato natura da essere difficilmente considerabile un vero partito liberale. Ovviamente, questo non valeva per gli elettori che rimanevano liberali ed erano sconcertati dalle posizioni di molti esponenti del partito.
Cordialmente,
am
Bè, mio padre ripeteva sempre che Cavour sosteneva: “… il giorno in cui l’Italia avrà un partito liberale, la nostra missione sarà fallita..”.
E vide con estremo favore la nascita di Forza Italia, perché quest’ultimo non era SOLO un partito liberale, ma – nell’idea fondativa – era un partito liberale di massa, in cui si conciliassero anche anime diverse, ma sempre nel solco dell’idea sonniniana di avere un grande “contenitore” di libertà.
Il PLI si avviluppò su se stesso, e anche tutti gli altri tentativi di farlo risorgere non hanno avuto sorte felice.
Un giorno rivaluteremo Forza Italia, io credo, con tutti i suoi grandi difetti, soprattutto la prima Forza Italia, quella che ha vissuto sino al 2006.
Lo credo anch’io, caro Angelo, ed è questo che mi salva dalla depressione!
Ciao,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
Quote
Per Venerdì 8 marzo la Confederazione Unitaria di base e l’Unione Sindacale di Base hanno proclamato uno sciopero generale nazionale di 24 ore con rivendicazioni riguardanti
– la violenza maschile sulle donne,
– le discriminazioni di genere,
– contro la precarietà e la privatizzazione del Welfare,
– il diritto ai servizi pubblici gratuiti e accessibili,
– al reddito universale e incondizionato,
– alla casa,
– al lavoro,
– alla parità salariale,
– all’educazione scolastica,
– alla libertà di movimento,
– per le politiche di sostegno alla maternità e paternità condivisa.
Metro, autobus e tram potranno subire perciò l’assenza di parte del personale.
Unquote
A parte l’aspetto comico che uno sciopero dei trasporti pubblici (programmato, come tutti gli altri, per pura coincidenza, per il venerdì…) abbia tra le sue motivazioni (oltre alle altre, tutte demenziali, e che nulla hanno a che vedere con l’esercizio del diritto di sciopero) il “diritto alla libertà di movimento”, non si può non concludere che l’Italia si meriti il governo dei fratelli zebedei.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
la prego, conservi gelosamente questo scampolo di belluina idiozia! Hanno dimenticato di includere come obiettivo dello sciopero generale la fine della precarietà della vita e l’arrotondamento di p-greco con l’eliminazione dei decimali. Il resto c’è tutto!
Grazie e si faccia un’omerica sghignazzata alla faccia della stupidità in marcia.
Cordialmente,
am
http://www.perunaltracitta.org/2019/02/28/venezuela-io-ex-vicesegretario-dellonu-vi-spiego-il-grande-imbroglio-della-crisi-tra-wall-street-e-petrolio/?print=print
Prof. Buongiorno, il caso venezuela mi sta intricando, perché ci sono alcune cose non chiare. Non so se anche lei ha avuto le stesse sensazioni. Oggi mi è capitato questo articolo scritto da una persona che sicuramente non è indipendente ma mi piacerebbe conoscere il suo parere sulle argomentazioni.
Grazie
Gs
Caro Giuseppe,
l’autore dell’articolo è perlomeno inaffidabile e il testo conferma la sua coerente reputazione. Non gli darei molta importanza.
Cordialmente,
am
Buongiorno prof. Martino,
oggi è giorno di provocazioni (ma nemmeno tanto…). Come noto, la flat tax si applica solo ai lavoratori autonomi entro una certa soglia di ricavi (65mila euro per il 2019 e 100mila per il 2020).
Al fine di smuovere le acque anche per tutte le altre categorie di reddito, in quanto dipendente, potrei pensare di fare un’istanza di rimborso all’amministrazione finanziaria, la quale chiaramente dovrebbe rifiutarlo. A quel punto, agisco in commissione tributaria per violazione dei principi di costituzionalità. La commissione tributaria, se ritiene valida l’eccezione di costituzionalità, dovrà rivolgersi alla Corte Costituzionale, la quale decreterà che il regime flat tax è incostituzionale nella parte in cui circoscrive il beneficio ai soli lavoratori autonomi e in violazione del principio del no reranking.
A quel punto, due le soluzioni che potrebbe adottare la massima corte: 1) estende il regime a tutti e sarebbe una vittoria clamorosa; 2) abroga integralmente il regime flat tax e ci fa tornare indietro. La soluzione 2) deprime ogni mia iniziativa.
Se lei ritiene invece che la soluzione 1) sia possibile ancorché non probabile, potrei agire con una class action all’americana mettendo insieme quello che una volta era chiamato il popolo dei 40mila.
Caro Angelo,
questa legge è assurda e giustamente lei ne contesta uno degli aspetti più chiaramente insensati. Ma il danno maggiore è la diffamazione che viene perpetrata ai danni della vera flat tax, che è cosa ben diversa e notevolmente seria. Quanto al suo quesito, non so come risponderle. In teoria sarei dell’idea di andare avanti e correre il rischio, ma se penso alla qualità della nostra Corte costituzionale …..! Faccia lei e che Dio ce la mandi buona.
Con viva cordialità,
am
Non mi arrischio, non mi va di rovinare alcuni miei compatrioti.
Giusta comunque la battaglia per una ristruttura totale del sistema fiscale, anche sistemando alcune inefficienze nelle tassazioni dei consumi (registri e bolli nuocciono agli affari più di quanto si pensi…).
Errore di typo: intendevo “ristrutturazione”.
Articolo del professore sul sito di Nicola Porro:
https://www.nicolaporro.it/che-vergogna-il-nostro-governo-pro-maduro/
Caro Giulio,
grazie per la segnalazione. L’atteggiamento del governo italiano sulla questione venezuelana è scandaloso e incomprensibile.
Cordialmente,
am
Sul caso Venezuela mi devo essere perso qualcosa.
Ci sono state iniziative ONU cui l’Italia non ha aderito????
Scusi signor tenerone, io non sono un letterato ma il prof fra le sue capacità ha sicuramente il dono di scrivere in maniera tale che persino io riesco a capirlo. Quindi se lei ha avuto 3 minuti da perdere per leggere l’articolo avrebbe capito che il nostro avrebbe desiderato un intervento del governo contro maduro non tanto perché gli sta simpatico l’altro ma quanto perché ha affamato il suo popolo. E non mi esca la solita tiritera del complotto sionista perché non le farebbe onore. La leggo con piacere. Mi piace la sua verve arrabbiata ma se lei si crede liberale ogni tanto si rilassi e si guardi lo spettacolo indegno che a livello internazionale tutti i leader di tutte le nazioni danno. Vedi macron. Non sopporto né i grillini né i leghisti ma che quel cretino richiami l’ambasciatore perché di Maio ha incontrato i gilet gialli, è veramente la dimostrazione che da Mitterrand in giù la Francia è veramente precipitata negli abissi. Perché se tanto mi da tanto l’Italia dovrebbe richiamare l’ambasciatore un giorno sì e l’altro pure.
Futtitinni
Egregio Giuseppe,
mi consenta di spiegarLe il mio punto di vista.
Maduro fa schifo. E’ una vera chiavica umana. Preferirei leccare sterco di vacca piuttosto che stringergli la mano.
Ma l’unica che può progettare interventi in Venezuala è l’ONU e finora l’ONU non si è mossa.
Oltretutto la stessa ONU non sempre si è attivata per fini ecomiabili (Libia 2011 docet)
Oltretutto leggo che noi dovremmo accodarci all’UE per andare contro Maduro.
Cioè l’UE dove le leggi vengono approvate da un ristretto organo non eletto da alcuno si permette di considerare non democratico il regime di Maduro?
Cioè l’UE che ha truccato il referendum greco e poi ne ha vanificato il risultato -perché è talmente incapace che nemmeno è riuscita a influenzare i greci nonostante la sua potenza- questa UE si permette di avanzare dubbi sulla regolarità delle elezioni venezuelane?
Cioè l’UE che ha ridotto alla fame Grecia e Italia e Francia si permette di dire che Maduro ha impoverito il suo popolo?
Maduro puzza, ma non si può permettere di dirglielo questo mucchio di letame uscito da una fogna di Calcutta chiamato UE.
L’UE deve stare zitta. Muta. Ferma. La sua presenza squalifica qualsiasi iniziativa.
Quanto a Manuelina Macron sono d’accordo con Lei e spero che prenda presto atto della situazione andandosene in volontario esilio in qualche ameno posto esotico, accompagnato dal suo fidanzato marocchino e superdotato e da nonna Abelarda.
P. S. Qualcuno è in grado di spiegarmi come ha fatto una laureata in filosofia come Emanuela a diventare dirigente di banca e non di una banca qualsiasi? Certi improvvisati liberali ci hanno spiegato che stiamo vivendo in un mondo che va verso la meritocrazia.
Caro professore,
mi sia di ausilio ad un’angoscia che mi assale.
Ho l’idea che la destra italiana (tutta, non solo quella liberale cui appartieniamo) stia per essere distrutta da questi ciarlatani al governo.
Costoro, pur utilizzando più volte il termine “destra”, hanno imbastito dal punto di vista macroeconomico una manovra tutta spinta a sinistra.
Direi, la più comunista e assistenzialista delle manovre mai fatte.
Dovremo ribellarci prima o poi, noi liberisti. Siamo un po’ assopiti e disincantati, ci siamo fatti imbambolare dalla storia che l’UE è per la vulgata comune un’idea turboliberista, quando in realtà è solo burocrazia ben vestita.
Abbiamo paura di farci sentire, ma la recessione è per tutti…
Cosa si deve fare a suo parere?
Caro Angelo,
condivido la sua valutazione: la situazione non è seria, ma è certamente grave. Il quesito su che fare, purtroppo, non ha una risposta semplice, perché i meccanismi democratici hanno smesso di funzionare. In Parlamento non c’è una opposizione, ci sono solo oppositori divisi su tutto tranne che sull’opporsi al governo. Il Paese è imbambolato, incapace di rendersi conto del grave rischio che corriamo. Persino i media, in genere almeno in parte critici del governo, sembrano aver perso la visione della realtà. Possiamo solo sperare nell’imprevisto, che svegli i dormienti e ponga fine a questo incubo.
Cordialmente,
am
Egregio Francavilla, Lei arriva tardi. A sputtanare il buon nome dei liberali ci hanno già ampiamente pensato quelli che in nome del liberalismo hanno aumentato le tasse e istituito l’Anagrafe Tributaria.
Lasci in pace Salvini che almeno sta riuscendo in parte a bloccare l’ingresso di soldati stranieri sul nostro suolo.
Sicuramente nella manovra c’è assistenzialismo, ma mi permetta di osservare che :
1) in primo luogo occorrerebbe prendersela con chi ha ridotto molti italiani ad avere bisogno di assistenza. Gli italiani sono ottimi lavoratori, Ma occorre dare loro la possibilità di lavorare e questo può accadere solamente aumentando la domanda interna;
2) se proprio devo assistere qualcuno preferisco assistere un bisognoso italiano piuttosto che un banchiere tedesco.
Concordo poi sul fatto che la UE sia un mostro burocratico. D’altronde è noto che sia molto somigliante alla vecchia unione sovietica.
Quello che riduce la gente ad aver “bisogno” di assistenza è la loro natura fancazzista oltre alle care mamme italiane che inculcano ai loro pargoli bamboccioni l’idea che ci debba sempre essere qualcuno che si occupa di loro.
Mah … i banchieri tedeschi non hanno avuto mamme italiane eppure di assistenza ne hanno avuto bisogno. E tanta.
Caro Tenerone,
già il suo nome è di tenore assistenzialista.
Quanto ai poveri, l’idea sbagliata è arricchirli con il reddito quando in realtà dovrebbero arricchirsi da soli; lo Stato, in tale ambito, dovrebbe fornire loro le condizioni per poterlo fare.
Che cosa ne è del vecchio sogno dell’operaio diventato imprenditore?
Egregio Angelo, io lavoro dall’età di 13 anni e, quindi, si figuri che cosa posso pensare dell’assistenzialismo.
Il fatto è che io ho adottato come motto un verso di una vecchia canzone dei mitici Squallor che diceva
IO NO STRUNZ
Ergo, mi girano i coglioni quando qualcuno tenta di prendermi per il culo (per usare un’espressione cara al Manzoni)
E, in questo momento, perculeggiatori ne girano tanti e, purtroppo, spesso si qualificano come libberali.
Tipo un certo cottarelli che ha raccontato che i popoli africani hanno adottato liberalmente il franco CFA, ma si è scordato di dirci e, d’altronde, nessuno glielo ha chiesto quando si sono tenuti i referendumsss cui cui i vari popoli africani hanno disposto tale adesione.
Per tornare a noi, io sono contrario a ogni forma di assistenzialismo becero -anche se riconosco che in casi estremi lo stato non possa non intervenire.
Ma mi scusi, mi dice secondo quale logica si condanna il reddito di cittadinanza o, peggio ancora, si negano fondi ai terremotati e poi si regalano 67 miliardi ai bachieri franco tedeschi per salvargli il culo oppure si paga il reddito di cittadinanza a simpatici ragazzotti africani -molti dei quali sono criptocittadini francesi- ragazzotti che non hanno alcuna voglila di lavorare per il semplice fatto che la cultura dei paesi in cui sono nati considera degradante il lavoro maschile ???
C’è qualche cottarelli disposto a spiegarlo ???
Ne dubito, perché tempo fa ho chiesto spiegazioni a cottarelli di certe sue affermazioni e lui è sparito dagli schermi radar.
Gli è che questi nuovi liberali spesso in televisione sono contrastati da persone impreparate.
Me lo venissero dire a me che le tasse servono a pagare servizi oppure a promuovere lo sviluppo che gli scuoio le chiappe e ci faccio una lampada (per usare un’immagine frequentemente usata dai poeti preraffaelliti).
Quanto ai poveri che “dovrebbero arricchirsi da soli; lo Stato, in tale ambito, dovrebbe fornire loro le condizioni per poterlo fare” questaa è un’idea da sempre combattuta dalla sinistra, ma purtroppo, da qualche tempo, a combattere contro chie tenta la scalata sociale sono alcuni liberali o sedicenti tali.
Per quel che riguarda poi l’operaio che diventa imprenditore chieda come mai la razza si è estinta. Può rivolgersi a chi ha voluto la distruzione delle piccole banche locali.
Caro Tenerone,
non se la prenda, suvvia. Io allo Stato tenerone (quello che Le piace così tanto) preferisco lo Stato assente ma vigile. E poi usi il suo nome e cognome, ché altrimenti con la tastiera son bravi tutti.
Se dice infine che Cottarelli è liberale quando è dichiaratamente keynesiano, non ci siamo proprio: Le ci vorrebbe un navigator, mi creda.
Saluti,
Angelo Francavilla
Ho ampiamente spiegato che a me l’assistenzialismo non piace.
Attendo sempre che qualcuno spieghi a me come mai i soldi regalati a crucchi e mangiarane non hanno incrementato il debito pubblico
Caro prof. Martino,
l’ho vista ieri da Porro e concordo con Lei sull’innato idealismo di Berlusconi, che ben avrebbe potuto nascondersi nelle sue ville da mille e una notte.
Credo che tutti – nolenti o volenti -, quando faremo un bilancio sull’età berlusconiana, dovremo rivalutare lo statismo di quest’uomo che, pur non realizzando la rivoluzione liberale, ha comunque rappresentato – per la prima volta – la mentalità liberalpopolare di tanti italiani.
Unica pecca: gli è mancato il coraggio di dare il ministero dell’Economia a Lei – sempreché lei lo avesse desiderato. Curiosità: Berlusconi ha mai chiesto a Lei di fare il Ministro dell’Economia? Se sì, in che stagione politica ciò è accaduto?
Caro Angelo,
grazie per il commento. SB mi chiese due volte di fare il ministro dell’Economia: nel 1994 (Tesoro) e nel 2004 (Economia). Rifiutai entrambe le volte. Avevo, infatti deciso, di non accettare mai un ministero economico, perché avrei quasi certamente compromesso la mia credibilità di economista liberale. Ripensandoci, penso di aver fatto la scelta giusta.
Cordialmente,
am
E da vero liberale SB accettò le sue libere volontà. Grazie mille per la sua gentile risposta.
Detto tra noi, per quanto brava persona, Antonio Tajani non vale l’Uomo con la tessera n. 2 di Forza Italia.
Buonasera Professore,
posso chiederle un parere sulla vicenda Sea Watch? Come giudica l’iniziativa della Prestigiacomo?
Massimo
Caro Massimo,
sulla vicenda dellla Sea Watch, ritengo che sia nei poteri del governo impedire lo sbarco e che, quindi, il ministro degli Interni fa bene a decidere secondo quello che a lui sembra l’interesse dell’Italia. Quanto al gesto della Prestigiacomo, non ne so molto ma, per quanto mi è dato di capire, è stato un dozzinale espediente d’immagine, del tutto irrilevante quanto a contenuto e volgare sul piano formale.
Cordialmente,
am
Cari ADAM e caro Professore,
Ho appreso della morte di Anthony de Jasay. Che riposi in pace!
Lei Professore, lo aveva conosciuto? Un Suo ricordo?
W la Libertà!
Alberto P.
Caro Alberto,
non sapevo della morte di Tony, di cui sono stato amico per oltre 35 anni. Era il più grande teorico politico liberale vivente e un amico prezioso. Ungherese, si era trasferito in Inghilterra, dove aveva fatto il PhD in economia. Dopo un breve periodo di insegnamento, si era messo in affari. Aveva guadagnato molto e, poi, perso tutto, Viveva in Francia con la moglie, francese, e la figlia. E’ autore di uno dei libri più significativi che io abbia letto: The State. Un testo fondamentale per comprendere la natura del problema del nostro tempo, lo statalismo irrefrenabile. Mi mancherà molto.
Cordialmente,
am
Professore, ora sembra che studi, esperienza, pubblicazioni, ecc. non servano a nulla per capire e parlare di economia. In panchina Sowell e Salin, ora c’è Freccero. Basta qualche “naturalmeeeente”, qualche smorfia in tv e poi ovviamente trovare qualche “giornalista” che abbia il coraggio di prestarsi al ruolo di megafono di certe fregnacce.
Caro Gianluca,
ci si abitui. Per giornalisti e molta parte della pubblica opinione Friedman è Alan, non Milton! Non esiste un criterio obiettivo di dominio popolare che consenta di distinguere un economista dal resto. Quel criterio ovviamente esiste ma è noto solo a poche persone. Io ormai ci ho fatto il callo, come si dice: l’ultimo ciarlatano viene considerato “grande” economista e Smith di primo nome si chiamava John! 😉
Cordialmente,
am
Buongiorno Professor Martino,
Questa notte ho fatto un sogno strano, ma a volte i sogni sono delle illuminazioni: il professore Martino era sindaco di Roma.
Una rivoluzione!
Secondo me potrebbe avere buone chanches.
Se non ricordo male suo nonno era stato sindaco di Messina, sarebbe un ritorno alle origini.
Attendo suo commento…
PS: purtroppo abito in Emilia-Romagna e non potrei votarla…
Caro Matteo,
per me il suo sogno sarebbe un incubo! E’ vero che il mio omonimo nonno è stato sindaco di Messina fra il 1899 e il 1919, a intervalli. E’ anche vero che nel 1901 fu fra i fondatori dell’ANCI, di cui venne nominato vicepresidente. Infine è vero che, nel 1902, organizzzò a Messina una riunione di tutti i sindaci d’Italia (compito immane, dato lo stato dei trasporti di allora). Ma tutto questo non implica che io sarei un buon sindaco, degno di mio nonno, né tantomeno che lo sarei per Roma. E’ certo che non farei rimpiangere la Raggi, ma è un merito assolutamente trascurabile, 😉
Cordialmente,
am
Caro Professore,
l’altro ieri ho dimenticato (mea culpa…) di ricordare che il 17 gennaio ricorreva il 150° anniversario della nascita di Federico Tesio.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
omissione assolutamente innocua e ampiamente compensata da questo suo commento. Io sono molto più inadempiente, non avendo mai ricordato gli anniversari di Adam Smith e Milton Friedman!
Cordialmente,
am
Buongiorno prof.
Tre domande: cosa pensa del trattato Francia Germania?
cortesemente mi illumina su questo famigerato Franco africano
Cosa ne pensa delle dichiarazioni sull’Italia del Fmi.
Grazie
Gs
Caro Giuseppe,
il trattato franco-tedesco è l’ennesima conferma di un asse che ormai ha più di mezzo secolo. A mio parere, non è da sopravalutare. Il “famigerato” franco africano è solo un residuo del passato coloniale della Francia, ma non è certo la causa del mancato sviluppo di quei paesi. Oltretutto non si vede proprio perché mai la Francia dovrebbe auspicare quel mancato sviluppo, come vanno farneticando alcuni incolti al governo del nostro Paese. Quanto alle dichiarazioni sul FMI, fermo restando che sono state dettate dal tentativo di far passare inosservate le gravi responsabilità della politica economica adottata dal governo, hanno un fondamento di verità. Il FMI, infatti, venne creato con gli accordi di Bretton Woods per mantenere invariati i tassi di cambio. Ciò non è più possibile almeno dal 1968; non si capisce, quindi, perché il FMI venga ancora tenuto in piedi. Il suo scopo è ormai impossibile e foraggiare una burocrazia inutile e strapagata non mi sembra ragione sufficiente.
Cordilamente,
am
Grazie prof
Caro Professore, cari ADAMs,
sull’attitudine dello stato italiano nei confronti dei criminali comunisti, permettetemi di raccontare un fatto di mia conoscenza.
Coloro che erano almeno adolescenti negli anni immediatamente successivi al “mitico” ’68 ricorderanno certamente una foto in bianco e nero apparsa su molti giornali dopo uno dei sabati di abituale guerriglia urbana a Milano. Vi si vede sullo sfondo, in via De Amicis, un tram (un, questo sì, mitico, T 28) della allora linea 8 (piazza Tirana-piazzale Bausan) ed in primo piano un poliziotto, con indosso l’elmetto con visiera ed il pesante (e ingombrante) cappotto di lana allora in dotazione alla Polizia, all’Esercito ed agli altri Corpi militari dello stato (“al paltunaz” come lo chiamava un mio commilitone bolognese), isolato e piegato in due sotto i colpi di un guerrigliero con il volto coperto da un fazzoletto e armato di spranga. Nonostante il parziale travisamento del volto era facilmente riconoscibile, per chi lo conoscesse, un ragazzo che frequentava assieme al fratello, non ricordo se gemello o di un anno più giovane o anziano. praticamente uguale a lui, il mio stesso liceo ed infatti, al vedere la foto, lo riconobbi subito, e così altri miei compagni di scuola. Ho forti dubbi che non sia stato riconosciuto dagli agenti della Digos, cui i due fratelli, figli di una esponente abbastanza conosciuta del PCI di Milano (buon sangue non mente), erano ben noti anche perchè vidi spesso gli agenti in borghese che stazionavano fuori dal mio liceo scambiare quattro chiacchiere con i due Che Guevara (a me gli agenti non rivolsero mai la parola).
Dei due fratelli, finito il liceo, non seppi più nulla e non mi risulta che i loro nomi siano comparsi nelle cronache delle imprese dell’ultra sinistra.
Però, però… anni dopo, quando vivevo a Mosca, rientrato con mia moglie a Milano per una tornata elettorale (quanti soldi, ahimè, ho speso, per dare il mio voto a Berlusconi che, purtroppo, con la sua azione politica non ha mai ripagato le mie aspettative) mi reco in comune, all’AIRE – per chi non lo sapesse Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero – per farmi dare il certificato elettorale. Sul bancone era aperto un registro e mi cade l’occhio sul nome di uno dei due fratelli: residente nel Nicaragua sandinista. Quali impellenti motivi lo abbiano spinto a trasferirvisi e cosa vi sia andato a fare… omnia munda mundis.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per questo ricordo, che mi ha riportato a quegli anni tremendi. Io li ho vissuti alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma. Insegnavo nella stessa aula usata da Aldo Moro e Vittorio Bachelet! Lei è un’inesauribile miniera di ricordi significativi; grazie di condividerli con noi.
Cordialmente,
am
Sul caso Battisti, caro professore, non capisco l’importanza e la risonanza mediatica che stiamo dedicando a tal delinquente di matrice comunista.
Io, personalmente, gli darei la grazia e, un attimo dopo, gli toglierei la cittadinanza. Lo spedirei, dipoi, in Cina in uno dei famosi laogai di cui il Nostro era fiero difensore negli anni di piombo.
E, comunque, uno Stato di diritto non può avere un ministro dell’Interno quale Salvini. L’ultimo che si (tra)vestiva con armi e bagagli militari era il Duce.
Da ultimo, e mi scusi per l’ulteriore argomento, rammenterei che per noi patrioti liberali l’unico Cesare Battisti degno di amore e riconoscenza è caduto per la Patria italiana nel 1916. Lui sì che era un eroe!
Caro Angelo,
qualsiasi persona sensata preferisce di gran lunga l'”altro” Cesare Battisti. Quanto al criminale, trovo osceno che due ministri siano andati ad accoglierlo all’aeroporto, quasi fosse un’illustre personalità straniera o la salma di una vittima del terrorismo. E, comunque, le manifestazioni di giubilo mi sembrano ingiustificate; faremmo meglio a vergognarci del ritardo con cui lo abbiamo assicurato alla giustizia.
Cordialmente,
am
E magari dovremmo vergognarci di qualche stretta di mano di troppo con Lula. Ancora oggi, il presidente Napolitano ne parlava con stima.
Ad ogni modo, può confermarci per favore che fu il ministro Castelli ai tempi del Governo Berlusconi Ii a riaccendere il faro sulla questione?
Caro Angelo,
d’accordo sul primo punto. Quanto, invece, al secondo, non ne sono certo, ma è probabile.
Con viva cordialità,
am
E’ da un po’ che il faro di noi Adams non ci gratifica con i suoi articoli brillanti ed i suoi lucidi commenti.
Colgo quindi l’occasione per augurare ad Antonio Martino ed a tutti gli aficionados il miglior nuovo anno,
e segnalare anche un gruppo facebook di liberal – i – isti – classici- tari etc. veramente forte.
Si tratta di quello dell’associazione culturale “il dito nell’occhio”, con diverse sedi nella penisola, animata da personaggi come Andrea Babini, Guglielmo Piombini, Alberto Piovani, Massimo Testa, Carlo Zucchi, che associa tra gli altri Lorenzo Infantino, Carlo Lottieri, Marco Bassani, Nicola Iannello, che periodicamente vengono ospitati nelle sedi dell’associazione per presentare le proprie pubblicazioni.
Tra l’altro, l’associazione (pochi euro) include l’abbonamento al portale digitale “Trame d’Oro”, che propone gratuitamente agli associati i riassunti di decine di “classici” della filosofia politica ed economica.
Un saluto a tutti.
GC
Caro Cacciari,
mi scuso anche con lei per la mia indolenza e le prometto che, a breve, pubblicherò un post. Grazie per la segnalazione.
Cordialmente,
am
Ma perché non fa uno squillo al Berlusca per proporre un appuntamento come minimo settimanale (ben retribuito si intende), magari da Porro non certo da Mario Giordano, dove parlare di economia? Magari fare anche un po’ di debunking per disintossicare gli spettatori che devono sorbirsi Borghi, Bagnai o quell’altro professore fasullo di Roma che blaterano su stampare moneta, sussidiare i fannulloni, tax and spending a tutto fuoco, ecc.
Caro Gianluca,
le ho fatte molte volte in passato, senza successo. Seguirò il suo suggerimento e riproverò. Male che vada, posso sempre rivolgermi a Nicola Porro che, bontà sua, mi è molto amico. Fra l’altro, si considera mio allievo!
Cordialmente,
am
Esattamente Caro Professore!
Sarebbe interessante una rubrica da Porro di Economia in cui Lei con la Sua abilità dialettica e intellettuale, smaschera le bufale di tali individui Borghi, Bagnai, Laura Castelli e compagni cantante! Delle pillole da dare agli spettatori, perché francamente avere a che fare ogni giorno con degli ignoranti baratrali di tal risma…è insopportabile!
W la Libertà e /\/\ i tassassini di ogni colore!
Saluti,
Alberto
Auguri di buon Natale e serene festività a Lei Professore e a tutti gli ADAM.
Grazie, caro Lucio, ricambio sentitamente,
am
Carissimo Professor Martino,
Anche se con qualche giorno di riardo le faccio i miei più sentiti e migliori auguri di buon Compleanno e colgo l’occasione per fare a lei ed alla sua famiglia i migliori auguri di buon e felice Natale. Tanti auguri anche a tutti gli amici ADAM. Bellissima l’intervista su Einaudi con il bravissimo Nicola Porro che ho condiviso anche sul mio profilo facebook.
Con stima ed affetto,
Pierpaolo Sette
Caro Professore,
accetti i più sinceri auguri per il Suo compleanno e per il prossimo Natale. Nel caso ancora montasse, Le auguro un 2019 in sella!
Cordialità,
Franco Cattaneo
Buon compleanno, Presidente Martino e auguri di Buon Natale e di un felice anno nuovo
Matteo Napoletano (Anarco Capitalista)
W la Libertà
Cari Pierpaolo, Franco e Matteo,
grazie di cuore. La vostra amicizia e quella degli Adam tutti mi è molto utile e stremamente gradita. Sto meglio e spero di vincere presto la pigrizia che mi blocca e tornare a dialogare con voi. A ognuno di voi e a tutti gli altri faccio i miei più sentiti auguri per Natale e per un 2019 sereno e felice,
am
Buongiorno prof. Martino,
leggo che non sta molto bene e/o che sarebbe in via di guarigione. Prego per lei e per la comune causa liberale che tutto vada bene.
La leggo sempre volentieri,
Angelo Francavilla
Caro Angelo,
grazie, sto molto meglio. A lei e a tutti gli Adam i miei più fervidi auguri di Buon Natale e felice 2019,
am
Questa notizia mi allieta molto. Auguri a Lei e ai suoi cari!
Auguri prof
Caro Giuseppe,
grazie mille! A lei e ai suoi i migliori auguri per Natale e per un 2019 sereno e gioioso,
am
Caro Professore,
è stato dato poco risalto ad una notizia che, pur non essendo un esperto di diritto, ritengo di una gravità assoluta, una ulteriore mina nascosta contro le (forse ormai scarse) possibilità di sopravvivenza dell’Italia.
Per quello che ho potuto capire dai giornali (e riuscire a capire quello che scrivono i giornalisti di oggidì nei loro sgrammaticati e non consequenziali articoli è, almeno per me, por fieou de campagna, molto arduo) sembra che la corte costituzionale (quello strapagato sinedrio in cui uno entra giudice e sa che ne uscirà, magari solo per un paio di settimane, presidente, con gli onori e, purtroppo per noi, prebende del ruolo) ha dichiarato anticostituzionale una delle poche misure accettabili varate dal governo del bullo di Rignano.
Intendo quella che fissava l’indennizzo per il lavoratore licenziato senza una motivazione accettabile dai nostri indefessi magistrati in due mensilità di stipendio per ogni anno di anzianità.
D’ora in poi sarà il giudice a fissare a sua discrezione l’entità dell’indennizzo.
Premesso che sostituire la certezza di una norma di legge con la discrezionalità o il capriccio di un essere umano assunto per concorso mi pare una fesseria colossale, temo che questa decisione spingerà molti imprenditori a chiudere le loro attività in Italia. Se domani ti capita un giudice che decide che ad un licenziato cui manchino, che so, trentacinque anni per maturare la pensione l’azienda debba corrispondere trentacinque annualità di retribuzione e contributi, all’imprenditore conviene accoppare dipendente e giudice: col rito abbreviato e il patteggiamento tra vent’anni è fuori.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
la soluzione da lei proposta è, forse, un tantino drastica, ma sarebbe difficile considerarla irrazionale. Scherzi a parte, non riesco più a indignarmi per le assurdtà e le corbellerie del nostro tempo: i loro autori non meritano la soddisfazione di rovinarmi la vita.
Cordialmente,
am
Buonasera prof. Mi auguro che stia meglio.
Mi è capitato di essere sintonizzato su radio radicale mentre trasmetteva la discussione parlamentare riguardo al famoso emendamento scova ladri. Mi spiace darle ragione sul livello sempre inferiore tra una legislatura e quella successiva, ma bisogna essere ottimisti perché queste decisioni gli si ritorceranno contro tipo Robespierre. Infatti ora voglio vedere quanti sindaci pentastellati si candideranno.
Ma io desideravo invece un suo parere sul caso dolce e gabbana. E non mi riferisco tanto al boicottaggio del marchio alle scuse ecc. Ma al silenzio assordante della nostra stampa sempre pronta a stigmatizzare le parole dei nostri politici quando criticano chi non la pensa come loro e ora niente anzi sono d’accordo col governo cinese e con chi ha boicottato il marchio ridicolizzando anche il tentativo di scuse dei due stilisti.
Non riusciamo a capire il vero valore che stiamo letteralmente svendendo, la libertà di espressione. Altro che puttane. Queste hanno più dignità
Grazie e buona guarigione
Gs
Caro Giuseppe,
grazie per gli auguri. Quanto al suo commento, posso solo dire di essere d’accordo, ancora una volta, con lei.
am
Caro Professore, cari ADAMs,
mi permetto di segnalare loro un articolo apparso sul sito di Nicola Porro riguardo Bolsonaro, le elezioni brasiliane e la situazione sudamericana:
https://www.nicolaporro.it/bolsonaro-quello-che-la-sinistra-non-dice/
Per rimanere in tema Brasile vorrei esprimere il mio parere su quell’essere immondo cui i genitori, ahimè, hanno imposto il nome di un eroe (vero) di quella guerra costata alla sola Italia 600’000 morti e della quale le sinistre fanno di tutto per nascondere il ricordo anche in occasione del centenario della sua (vittoriosa) conclusione preferendo celebrare in pompa magna gli anniversari di una sconfitta (unici al mondo!) spacciandola per vittoria.
Premesso che sarebbe meglio non ce lo restituissero perchè, dato che si dichiara comunista, penso che i magistrati di sorveglianza italiani gli applicherebbero un trattamento alla Silvia Baraldini (prima una cella trilocale con cucina, salotto e bagno, poi i domiciliari a casa della sorella e dipoi dell’amante, con permesso di uscire durante le ore del giorno, per concludere con una scarcerazione anticipata: dimenticavo che, come Adriano Sofri e Stefano Bompressi, versava in gravissime condizioni di salute).
Forse non tutti sanno che questo pluriassassino si è dichiarato combattente comunista mentre si trovava in carcere per numerosi reati (tra cui stupro di una minorenne minorata e diverse rapine a mano armata): da lì ha potuto perfezionare le proprie gesta con gli omicidi da “compagno che sbaglia” trovando poi la protezione dei francesi e del galeotto Lula.
Ora, siccome questo figuro continua ad irridere il popolo italiano, dato che in Italia esiste uno stato (che ci costa carissimo), basterebbe che questo stato mettesse al lavoro i propri servizi, spendesse poche centinaia (al massimo qualche migliaio) di dollari e si accordasse con qualche capo mafia brasiliano per incaricarlo di prelevare il verme, e abbandonarlo in qualche vicolo incaprettato e con il ventre squarciato a farsi divorare vivo dalle pantegane. Sarò anche trucido, ma risolveremmo il problema con poca spesa e massima soddisfazione. Arcana imperii.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
molte grazie per l’indicazione: due pezzi molto informativi! Su Bolsonaro, ora mi rendo conto che avrei dovuto essere da tempo più informato. Male che vada: “Se son rose..” Quanto al pluriassassino comunista, concordo sul suo giudizio e mi dolgo che una benemerita istituzone della mia regione non sia più e da molti anni “in attività di servizio”!
Cordialmente,
am
Segnalo un articolo nell’Il Giornale di oggi:
http://www.ilgiornale.it/news/economia/perch-leuro-non-funziona-parola-stiglitz-1595361.html
Caro PM,
grazie per la segnalazione. Non avevo molta stima di Stiglitz, ma quanto dice in questa intervista mi trova largamente consenziente. Purtroppo, avere ragione è generalmente inutile e, se uno ha ragione PRIMA, ne verrà gravemente danneggiato. Sostengo, anche se non con gli stessi argomenti, le stesse tesi da quasi mezzo secolo. Ho solo rimediato ostracismi, scomuniche e insulti assortiti!
Cordialmente,
am
Caro Professor,
Avere ragione è una somiglianza a Dio. Forse nella sfera terrestre può non avere vantaggi palpabili, ma almeno per me e per tanti, il tasso di conversione tra la sfera terrestre e questa dimensione ha un valore infinito.
Grazie infinite!
Non nutro assolutamente simpatia per Stiglitz ma questo poco importa. Che sia premio Nobel non vuol dire in automatico che abbia ragione, visto che lo hanno dato anche a Krugman per l’economica e ad Al Gore, Arafat e IPCC per la pace…
Inoltre ha vinto il premio insieme ad Akerlof sul problema della asimmetria dell’informazione (il problema dei limoni) che non c’entra nulla con la politica monetaria. Quindi come Krugman dovrebbe evitare di pontificare su domini non di sua stretta competenza.
Ricordo inoltre che è da sempre per il deficit-spending come Krugman ed ha sempre criticato posizioni di taglio alla spesa pubblica…un Milton al contrario insomma! Che abbia poi appoggiato il movimento Occupy Wall Street la dice lunga!!Mi fermo qui…
Ma torniamo su quello che dice sull’Italia e sull’euro…
1. E’ l’euro ad imporci il sistema di giustizia che abbiamo, i 3500000 dipendenti pubblici che abbiamo, il 52% del PIL in spesa pubblica, il controllo diretto o indiretto di gran parte della restante parte del PIL tramite gestione politica di aziende private (perché cosiddette strategiche) da parte dello Stato, la tassazione da ladrocinio ammazza imprese, il cuneo fiscale, la spesa pensionistica, il SSN…volete che continuo? Lo sapete meglio di me…tutto frutto di scelte politiche e di voti andati sempre in direzione di spesa pubblica favori etc. Problemi degli ultimi 30 anni almeno!
2. Ancora con questa storia del surplus commerciale della Germania…a parte che la maggior parte di questo è fuori EU, inoltre anche noi siamo nella stessa condizione, quindi? E poi siccome le nostre aziende esportano ad aziende esportatrici in Germania, se tagliamo l’export in Germania, ci diamo la zappa sui piedi…
3. Ancora sul tasso di cambio come magia per risolvere i problemi italiani…
Come se il problema strutturale italiano fosse quello…e non lo scarsa produttiva e tutti i problemi che ho elencato sopra! Che ci sia una parte del paese che va anche più forte della Germania stessa e invece una parte abbondante del paese che è una palla al piede improduttiva…questo no?
E’ vero che può essere utile in momenti di shock…ma momenti di shock sono temporanei non strutturali come i nostri che durano da 30 anni!!
Penso alluda immagino a politiche di svalutazione…ennesima baggianata, perché sappiamo benissimo come questa generi inflazione che è una tassa nascosta e che l’unica effetto che si può dire è che generi una riduzione dei salari REALI. E’ questo che vogliamo? Nascondere i problemi dell’Italia sotto il tappeto e drogandoci con la svalutazione?
E’ corretto dire che l’Italia non sarebbe dovuta entrarci…ma di qui a poi dire tutte le altre cose ce ne passa!
Scusate ma io non lascerò Milton per Stiglitz!
Saluti,
Alberto
Caro Alberto,
bravo! Quello che lei dice si può sintetizzare dicendo che i nostri problemi economici sono made in Italy, non importati. Questo non va dimenticato perché spiega il 95% dei nostri guai. Nel restante 5%, tuttavia, l’euro ci mette lo zampino privandoci di due strumenti di politica economica che possono essere utili per fronteggiare squilibri temporanei. Le variazioni del tasso di cambio, spontanee non indotte, sono un prezioso fattore di riequilibrio in presenza di certi shock e non vanno per nulla confusi con le svalutazioni competitive che sono dovute a scelte (sbagliate) di politica economica. Ma il suo voto all’esame di economia resta il massimo con lode!
Corddialmente,
am
Per quanto conta concordo totalmente, confortato anche dalla risposta del nostro Professore.
Preoccupante che questi ragionamenti siano da tempo espulsi dal dibattito politico/economico.
Beh caro Professore, che dire! Sono onorato e lusingato di questo suo commento! Lo conserverò preziosamente!
La mia esperienza a Chicago allora è servita a qualcosa… meno male! 😉 Ah come mi manca entrare all’University of Chicago…
E ovviamente sono perfettamente d’accordo con Lei sul restante 5% e sull’importanza delle variazioni del tasso di cambio SPONTANEE in situazioni shock temporanee.
E sono perfettamente d’accordo anche con il Sig. Biavaschi nell’essere preoccupato che il dibattito sia assolutamente non solo sterile e privato volutamente di questi contenuti per trovare sempre qualcuno esterno da additare, ma inoltre continuamente avvelenato da stregoni che si spacciano per economisti, che spargono bufale, che ci spiegano che basta cancellare il debito con un click e non succede nulla, che addirittura ricoprono ora cariche parlamentari (sigh!) e che ci spiegano che bisogna fare più spesa in stile reddito di cittadinanza etc etc…
Possiamo sperare solo nel Professore!
Saluti,
Alberto
Caro Alberto,
Milton sosteneva che economisti si nasce, non si diventa. Gli studi migliorano le nostre capacità di analisi ma, se non lo siamo nati, economisti non diventeremo mai. Analogamente, ritengo che lei sia nato Chicago man (non boy) e che, quindi, non le serva andare alla cara vecchia UoC!
Cordialmente,
am
Buongiorno a tutti,
Mi piacerebbe avere da Lei Professore un commento sulla celebre frase di Milton Friedman nel 1970 che l’unico scopo delle aziende è quello di massimizzare lo shareholder value. In particolare cito: ” The responsibility of a corporate executive (who is an employee of the owner) is to conduct the business in accordance with their desires, which will generally be to make as much money as possible while conforming to the basic rules of the society, both those embodied in law and those embodied in ethical custom.”
Sono sempre stato in accordo con Milton e a maggior ragione su questo punto. Mi sono sempre divertito a cercare tesi contrarie sensate senza trovarle.
Per esempio la vecchia critica di Michael Porter col suo “Shared Value”, che io personalmente trovo molto debole e fallace in molti punti, non mi ha mai convinto.
Seppur non perfetta, e gli stessi autori lo ammettono, più sottile invece è quella recente di Zingales ed Hart che coinvolge solo una parziale modifica ossia dicono di guardare alla massimizzazione dello shareholder welfare (va bene il value ma devono decidere anche su temi etici che possono coinvolgere l’azienda, adottando un sistema di voto esempio).
Qui articolo: https://hbr.org/2017/10/serving-shareholders-doesnt-mean-putting-profit-above-all-else
In particolare, è interessante il punto sul perché non dovremmo demandare alle aziende di decidere sulle questioni etiche e sociali visto che sono molto più efficienti dei governi nel fare e prendere decisioni.
Saluti e W Milton,
Alberto P.
Chi è interessato al paper scientifico, che consiglio di leggere in quanto molto più dettagliato e articolato del semplicistico articolo di giornale, lo allego invece qui:
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3004794
Cliccare su download in alto a sinistra.
Saluti e /\/\ i tassassini,
Alberto P.
Caro Alberto,
grazie per aver ricordato Milton. La sua tesi, che la responsabilità dei dirigenti delle aziende sia di guadagnare quanto più è possibile è, come lei dice, impeccabile. Chi cerca di “andare oltre”, di superarla, in genere dice solo corbellerie. W Milton!
am
Caro professore, nel 2011 nel famoso colpo di stato dello spread , se non ricordo male lei scrisse che l’Italia poteva sostenere anche uno spread di oltre 700 punti. Oggi stanno facendo drammi per un misero 300. Aldilà del suo pensiero politico su questo governo mi piacerebbe leggere un suo articolo su questo periodo sia in ambito nazionale che europeo. Grazie mille
Caro Giuseppe,
lo scriverò senz’altro non appena starò meglio.
Cordialmente,
am
Si rimetta presto caro Professore! Buona guarigione!
Saluti,
Alberto
Forza prof. Per aiutarla a stare meglio le voglio dire che ho incontrato un medico che mi raccontava delle meravigliose lezioni di suo padre. Era difficile trovare posto. Tale padre tale figlio.
Caro Giuseppe,
molte grazie per questo ricordo. Una volta, alla Camera, mi si avvicinò un deputato dell’estrema sinistra e, dandomi del lei (!), mi disse che “aveva avuto la fortuna” di sentire una lezione di mio Padre e, a distanza di mezzo secolo, la ricordava ancora!
Cordilamente,
am
Buonasera professore, che gliene pare di Bolsonaro?
Caro Gianluca,
perdoni la mia ignoranza: chi è?
am
Caro Professore e cari tutti,
Jail Bolsonaro ha vinto al primo turno le elezioni politiche in Brasile contro il partito dei lavoratori.
Spero vinca anche al secondo turno perché il consigliere economico, ed eventuale futuro ministro dell’Economia, di Bolsonaro è Paulo Guedes: esponente della scuola di Chicago, simpatizza per l’anarcocapitalismo, e per realismo sostiene posizioni da stato minimo. Alcuni punti del programma dei due: ampie privatizzazioni di aziende e servizi pubblici, revisione al ribasso del welfare, riforma pensionistica in direzione di un sistema a capitalizzazione. Il tutto per consentire una riduzione della spesa pubblica del 20% e conseguente ampia riduzione della pressione fiscale. Tralascio altre posizioni in campi non economici, come la liberalizzazione delle armi.
Vista l’assenza del Prof. Martino dalla politica sto perdendo speranza che mai possa esseri qualcosa di simile in Italia…anche perché è difficile credere ancora alle favole delle rivoluzioni liberali…ma il 28 ottobre tiferò in Brasile per quest’uomo!
Saluti e abbasso i tassassini!!
Alberto P.
Caro Alberto,
se quello che lei dice è vero, e non ne dubito, devo delle scuse a lei, a Gianluca e a tutti gli Adam per la mia imperdonabile ignoranza. Naturalmente, se questi brasiliani fanno sul serio, in futuro potremmo prendere in considerazione l’idea di trasferirci e imparare a ballare! Ma penso che sia prudente aspettare prima di entusiasmarci: dei politici possibili, il peggiore per noi è quello che parla bene e agisce male. Molto meglio avere un leader che parla socialista e governa da liberale che uno che parla da liberale e governa da statalista.
Cordialmente,
am
Cari Alberto e Gianluca,
perdonate la mia ignoranza, mi erano sfuggite le vicende della politica brasiliana. Prima però di darci all’entusiasmo, riflettiamo sul fatto che è di gran lunga meglio per noi uno che parla socialista e agisce da liberale di uno che parla da liberale e agisce da socialista!
Cordialmente,
am
Il programma economico è eccezionale, d’altro canto su diritti civili, habeas corpus, garanzie individuali, ecc. è spaventoso e non mi riferisco di certo alle battute su gay e donne.
Libertà economica ed individuale non sono scindibili.
Indipendentemente dal programma economico,
se delle istituzioni non sono ostacolate in ogni modo dal compiere soprusi nei confronti dell’individuo,
possiamo essere sicuri che li compieranno.
Anche, e soprattutto, di tipo economico.
Irresponsabilità fiscale, assistenzialismo di massa, minacce di nazionalizzazioni. Ne ha parlato col suo amico Pinera? Secondo me la politica economica del governo gli può ricordare qualcosa.
Caro Gianluca,
grazie, è un ottimo suggerimento. Gli mando subito una mail con le ultime notizie!
Cordialmente,
am
Mi sia permesso di fornire la mia opinione in merito.
IRRESPONSABILITA’ FISCALE.
Le tasse sono sempre state un furto e chi le impone un ladro.
Oltre tutto veniamo da un periodo in cui questi peana alla responsablità fiscale hanno avuto un suono sinistro. Ricordo che Gentiloni andò a inchinarsi dalla Merkel e le garantì che l’Italia oramai era un paese fiscalmente serio.
Quindi, quando sento parlare di irresponsabilità fiscale mi faccio un risottino per dirla con Totò.
REDDITO DI CITTADINANZA
Puo’ essere che i soldi spesi per il reddito di cittadinanza finiscano con dare impulso all’economia. Su ciò, non essendo keynesiano, ho molti dubbi, ma ammetto che sia possibile.
Ma sul fatto che i soldi regalati ai tedeschi e ai francesi nonché ai migranti -che sono in massima parte cittadini francesi- non diano alcun impulso ne sono certo.
Quindi, mi tengo questo governo in attesa che ne arrivi uno migliore.
Premessa per il sistema: questo non è, ripeto non è un duplicato. Non ho mai, ripeto non ho mai scritto questo commento.
Caro Professore,
nei giorni scorsi una notizia ha suscitato le facili (e giustificatissime) ironie degli italiani: il posto lasciato libero dalla scomparsa di Sergio Marchionne nel consiglio di amministrazione della “Fondazione Giovanni Agnelli” è stato assegnato da John Elkann a Valeria Fedeli. Per cavalleria non si dovrebbe mai ironizzare sull’aspetto di una signora (riguardo a questo appellativo ho casualmente sentito in televisione una comunista offendersi e pretendere di essere chiamata professoressa: evidentemente nel suo intimo era conscia di non essere una signora), ma lombrosianamente parlando non si può negare che la Fedeli porti sul volto tutti i caratteri distintivi della comunista. Questa persona non ha titoli né culturali (il fatto di saper scrivere in italiano senza errori di grammatica e sintassi – cosa di cui la Fedeli non è capace – non è più una discriminante dato che anche moltissimi odierni titolari di cattedre – intendo dire professori ordinari – non ne sono in grado), in quanto proprio priva di qualunque titolo di studio, per quanto modesto, né di dimostrate capacità amministrative che la possano qualificare per tale incarico.
Il significato del conferimento di tale onore, presumo non simbolicamente retribuito, da parte della famiglia Agnelli è, a mio modo di vedere, sfuggito alla quasi totalità dei commentatori, professionali o da tastiera.
Gli Agnelli sono da sempre molto attenti ai propri interessi finanziari e di potere e, per la loro tutela, sempre pronti a qualsiasi accomodamento: il fatto che nell’attuale momento storico abbiano scelto una nullità sì, ma di provato radicamento comunista e non abbiano probabilmente neanche preso in considerazione una figura liberale o di destra, magari perfettamente qualificata, dimostra, e non è un bel segnale per la nostra Italia, su quale cavallo abbiano deciso di scommettere.
Mi piacerebbe conoscere il suo parere al riguardo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
le scelte dei membri della “reale famiglia” non mi hanno mai interessato e non credo meritino l’attenzione che, in genere, suscitano. Quanto alla Fondazione Agnelli è palesemente inutile: non riesco a ricordare neanche un suo contributo significativo. Quindi, del suo consiglio di amministrazione ha poca importanza chi ne sia chiamato a far parte. In altra parole: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”!
am
Caro Professore,
nei giorni scorsi una notizia ha suscitato le facili (e giustificatissime) ironie degli italiani: il posto lasciato libero dalla scomparsa di Sergio Marchionne nel consiglio di amministrazione della “Fondazione Giovanni Agnelli” è stato assegnato da John Elkann a Valeria Fedeli. Per cavalleria non si dovrebbe mai ironizzare sull’aspetto di una signora (riguardo a questo appellativo ho casualmente sentito in televisione una comunista offendersi e pretendere di essere chiamata professoressa: evidentemente nel suo intimo era conscia di non essere una signora), ma lombrosianamente parlando non si può negare che la Fedeli porti sul volto tutti i caratteri distintivi della comunista. Questa persona non ha titoli né culturali (il fatto di saper scrivere in italiano senza errori di grammatica e sintassi – cosa di cui la Fedeli non è capace – non è più una discriminante dato che anche moltissimi odierni titolari di cattedre – intendo dire professori ordinari – non ne sono in grado), in quanto proprio priva di qualunque titolo di studio, per quanto modesto, né di dimostrate capacità amministrative che la possano qualificare per tale incarico.
Il significato del conferimento di tale onore, presumo non simbolicamente retribuito, da parte della famiglia Agnelli è, a mio modo di vedere, sfuggito alla quasi totalità dei commentatori, professionali o da tastiera.
Gli Agnelli sono da sempre molto attenti ai propri interessi finanziari e di potere e, per la loro tutela, sempre pronti a qualsiasi accomodamento: il fatto che nell’attuale momento storico abbiano scelto una nullità sì, ma di provato radicamento comunista e non abbiano probabilmente neanche preso in considerazione una figura liberale o di destra, magari perfettamente qualificata, dimostra, e non è un bel segnale per la nostra Italia, su quale cavallo abbiano deciso di scommettere.
Mi piacerebbe conoscere il suo parere al riguardo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
forse le farà piacere sapere che sul No. 7010 (43) di Lunedì 11 maggio 1964 de ”Lo Sportsman” ho trovato una fotografia di suo padre che premia il proprietario, comm. Perego dell’Allevamento Alpe Ravetta, di Veronese, vincitore della Coppa d’Oro di Milano, con l’allenatore Antonio Regoli e il fantino Ferdinando Jovine. La foto ovviamente è un po’ sgranata.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
un vero reperto archeologico! Complimenti. Ricordo spesso mio Padre col rimpianto di non avere avuto abbastanza tempo da spendere con lui. Grazie.
Cordialmente,
am
Salve a tutti
Rompo il silenzio del blog con una nota di buon umore, che però fa riflettere….
Un signore che va in macchina e si preoccupa di essersi perso, gira e domanda a qualcuno che vede per strada: -“scusi! Potrebbe aiutarmi? Ho dato a un amico un appuntamento alle 2 in punto, sono in ritardo di mezz’ora e non so dove mi trovo!”
-“Si, certamente! -gli risponde-lei si trova in un’automobile, a circa 7 km dal centro della città, tra 40 e 42 gradi latitudine nord e 58/60 di longitudine ovest.”
-“Lei è un ingegnere. Vero?” Dice quello in macchina : -“Si, signore, Io sono. Come I’ha indovinato?”
-“Molto semplice, perché tutto quel che mi ha detto è «tecnicamente corretto» , ma « praticamente inutile» : continuo a non ritrovarmi, arriverò tardi e non so che farne delle sue informazioni”
-“Lei è del Movimento 5 stelle. Vero?” Chiede quello per strada.
-“In effetti”risponde orgoglioso quello in macchina “come I’ha capito ?”
-“Perchè non sa dove si trova ne dove sta andando, ha fatto una promessa che non può mantenere e spera che un altro le risolva il problema. Di fatto lei è nella situazione in cui si trovava prima di incontrarmi e chiedere informazioni, ma per qualche strana ragione sembra che la colpa sia mia…”
Saluti
Caro Ernesto,
la storiella è buona e niente affatto banale!
am
La legge che ha abolito la naja coatta e che porta il nome del prof. Martino è una delle pochissime cose buone fatte lì a Roma negli ultimi 50 anni. E infatti il governaccio vuole abolirla nell’idea statalista fino all’estremo che persino la vita delle persone appartenga allo stato e che si debba forgiare i nuovi italiani, patriottici, meno debosciati, ecc. Roba da Pol Pot.
Se avessi un figlio e gli arrivasse la lettera per il militare preferirei piuttosto che scappasse a Cancun a drogarsi e bighellonare tutto il tempo. Ma d’altronde alla libertà individuale, che è anche libertà di sbagliare e di commettere errori di cui si dovrebbero poi sopportare le conseguenze (un’altra roba che mi da schifo è questa idea per cui bisogna agire per i poveri (pirla) 50enni grandi e vaccinati che si giocano lo stipendio alle slot) e di vivere la propria vita anche secondo canoni non corrispondenti all’italica marzialita che piace ai fascisti come Salvini.
Tra l’altro le forze armate dovrebbero essere professionale al massimo e le spese militari sono al contrario di tutte le altre una voce di spesa che andrebbe almeno quadruplicata. Pensate che spreco di risorse sarebbe pagare alloggio, vitto, training, ecc. ragazzini che contribuirebbero zero a rafforzare le forze armate.
Caro Gianluca,
concordo, ovviamente, con lei. Ho espresso le stesse tesi in un’intervista al Foglio, che è uscita qualche giorno fa.
Cordialmente,
am
MI si consenta di dissentire.
La Svizzera, paese verso cui ogni uomo libero non può non guardare come esempio, prevede un servizio militare che dura tutta la vita o, almeno, finché uno non arriva alla mia età in cui non si può essere più utile al re e, purtroppo, conseguentemente neanche alla regina.
D’altronde, la precedente costituzione elvetica recitava che OGNI CITTADINO E’ SOLDATO
La libertà non la regala nessuno e la si difende solamente con le armi.
Caro Professore,
l’unico cambiamento che può garantire questo governo è il ritorno al passato. Ormai si parla apertamente di deindustrializzazione, di blocco delle grandi opere, di ecologismo ottuso e addirittura di “obbligo flessibile” per i vaccini. Non bastasse, Salvini sta ben pensando di reintrodurre la leva obbligatoria. Le confesso che evito ormai di ascoltare i telegiornali in quanto ritengo questa maggioranza un insulto alla intelligenza ed al buonsenso. Perdoni lo sfogo, ma so che in quest’angolino c’è ancora spazio per chi non si arrende al “sovranismo imbecille”.
Con la consueta stima,
Massimo B.
Caro Massimo,
lei porta vasi a Samo, nottole ad Atene e carbone a Newcastle! Anch’io sono avvilito dalla stupidità trionfante e dall’insensatezza della maggior parte delle decisioni. Mi consolo pensando che, malgrado tutti i suoi problemi, l’Italia è abbastanza robusta da sopravvivere alle malefatte dei due zebedei. Buone vacanze,
am
Prof. Martino lei non teme che l’Italia rischi un pericolo russo come sarebbe stato in caso di vittoria del pci? Insomma il governo è filorusso fino al midollo, alla rai hanno messo un putiniano, vogliono bloccare il tap, ecc. Se poi aggiungiamo che il Potus se ne frega altamente dell’occidente e di contrastare i russi anzi con Putin va talmente d’accordo da farsi umiliare pubblicamente come ad Helsinki, il quadro è terrificante. Ed è incredibile come ogni giornale pulluli di filorussi mentre non c’è nessuna opposizione atlantista nell’opinione pubblica, se non Guzzanti e pochi altri ignorati dai media.
Caro Gianluca,
lei coglie un aspetto generalmente ignorato. Sono meno pesssimista di lei, ma devo riconoscere che la sua osservazione è lungi dall’essere paradossale. Staremo a vedere. Buone vacanze!
Cordialmente,
am
Caro Professore,
siccome credo di conoscere un pochino i russi, vorrei intervenire sull’argomento.
Premesso che più che di sanzioni occidentali alla Russia si dovrebbe parlare delle controsanzioni russe verso l’occidente, è un dato di fatto che quelli che ci rimettono meno (per ragioni storiche) sono, guarda un po’…, i tedeschi: già in epoca comunista i funzionari del commercio estero sovietico mi dicevano che, in assenza di vincoli politici, tra un macchinario tedesco ed un macchinario italiano sceglievano di comprare quello tedesco anche se più caro del 20%.
Io non mi preoccuperei tanto dei fratelli zebedei quanto dell’atmosfera che si respira in Italia, almeno a giudicare dalla mole di commenti filorussi che si possono trovare su internet: anche sui siti dei giornali riconducibili al centro destra la stragrande maggioranza dei commentatori (saranno anche imbecilli da tastiera, ma vi sono pure persone intelligenti e colte, vedi ad esempio Antonio Socci) cadono in deliquio per il colonnello del KGB. Sono spesso le stesse persone che manifestano violenti sentimenti antisemiti, antiisraeliani ed antiamericani, parlano di complotti massonici, demoplutogiudaici, di piani Kalergi ecc. Se a questi si sommano i comunisti a cui l’America piace solo per comprarsi l’attico a Manhattan (d’altra parte sembra che Medvedev si sia comprato l’Aiola, la fattoria toscana di Giovanni Malagodi) e infilare i rampolli nelle grandi istituzioni finanziarie U.S.A., direi che non siamo messi bene.
Il problema è che i popoli sono il prodotto della loro situazione geopolitica e della loro storia. I russi non fanno eccezione, anzi queste caratteristiche, diciamo così genetiche, sono sviluppate all’estremo.
Senza voler fare filosofia riporterò due barzellette sovietiche che spiegano bene il comune sentire del popolo russo.
A scuola: Ivan, con chi confina l’Unione Sovietica? Con chi vuole!
L’ormai anziana e molto poco attraente moglie di un membro del Politburo viene a sapere che il marito (anche lui non certo un giovincello) ha per amante una ballerina di fila del Bol’shoy. Ma ce l’hanno anche tutti gli altri membri… La voglio vedere! Così il gerarca porta la moglie a teatro. Entra in scena una ballerina. E’ quella? No, quella è l’amante di Vassili Petrovich… Brutte gambe! Altra ballerina. No, quella è l’amante di Ivan Dmitrevich… Brutto corpo! Terza ballerina. No, quella è l’amante di Aleksandr Aleksandrovich… Brutto viso! Quarta ballerina. E’ quella? Il marito, tremebondo ssssi… Nasha luchshe! (La nostra è la migliore!)
Infine un racconto personale: un taxista di Mosca mi disse una volta “ma che bisogno c’è di tutte queste lingue diverse? Non sarebbe molto meglio se tutti parlassero il russo?” Sarà stato un sempliciotto, ma questa è la mentalità corrente.
Si tenga poi presente che i russi hanno un orgoglio militare molto forte (simile a quello degli statunitense) ed un grandissimo spirito di sacrificio e mostrano un’accettazione di misere condizioni di vita ad un livello impensabile per un occidentale (ovviamente non credo sia più così per i pargoli degli arricchiti dell’ultimo trentennio – meglio, del primo anno dell’ultimo trentennio – che sono però una trascurabilissima minoranza).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
il suo commento è in un certo senso un approfondimento di quello di Gianluca. So quanto lei conosca la Russia e la mentalità di quel popolo e concordo con le sue osservazioni. Putin parla, a quanto pare molto bene, tedesco grazie al periodo trascorso per il KGB nella DDR. E’ un autocrate non stupido, il che lo rende infinitamente più pericoloso. Sulla scena mondiale oggi è forse il numero uno. Ho simpatia per i russi, ma detesto i comunisti soprattutto per la loro mentalità più che per la loro ideologia. Occhetto una volta mi disse: “D’Alema non è più di sinistra, ma è sempre comunista”! Putin non è idelogicamente comunista, ma lo è come forma mentis, almeno cos’ mi sembra. Lei saprà meglio di me come stanno le cose.
Cordialmente,
am
Caro Cattaneo, il Vangelo avverte che prima di guardare il fuscello nell’occhio del vicino occorre notare la trave nel proprio.
La Russia sarà pure quel che sarà, ma si ricordi che Lei vive in uno stato che Le porta via fino al 70 per cento dei suoi guadagni e che può guardare nel suo conto corrente liberamente e che Le impedisce di pagare in contanti perché vuole tenerLa sotto controllo e all’occorenza fottereLe i Suoi risparmi con un semplice clic o magari impedirLe sempre con un semplice clic di usare i soldi che ha sul conto se è stato cattivo (che so … potrebbe avere criticato la politica migratoria di Soros) …
Per non parlare del fatto che le leggi qui non vengono approvate da un consesso democraticamente eletto come vorremmo noi liberali, che siamo quelli del no taxation without representation.
Per non parlare degli Stati Uniti che si sono inventati il FATCA.
Per non parlare dell’Inghilterra dove in certe zone vige la Sharia e imperano le corti islamiche.
Ora mi dica caro Cattaneo, chi è che vive nel comunismo????
Quindi, prima di preoccuparsi della Russia e del fuscello negli occhi dei moscoviti si preoccupi più di se stesso e della trave nel suo occhio e magari del cetriolo che ha trovato posto in ben altre parti del nostro corpo.
Caro TD,
che io viva nel paese più comunista del mondo non ho dubbio alcuno! Per di più il regime comunista italiano è puntellato dai preti….
Vivo inoltre circondato da una massa di individui che nel migliore dei casi sono dei boccaloni sprovveduti, nel peggiore dei cretini criminali: l’Italia è il paese in cui si è realizzato il sogno comunista di dare vita all’uomo nuovo grazie al ’68 e alla chiesa postconciliare che hanno pervaso tutti i gangli della società (scuola, magistratura, informazione, cinema e teatro, financo lo sport) ed hanno avuto il compito facile in un paese che è passato senza soluzione di continuità dal cattofascismo al cattocomunismo e, senza aver mai conosciuto Adam Smith, Locke, de Tocqueville, ha condannato alla damnatio memoriae la destra storica e Giolitti, costruendo il proprio mito fondante sulla menzogna.
Nonostante ciò, non scambierei però il mio paese neppure con la Svizzera, il Regno Unito o gli Stati Uniti, anche se vorrei che l’Italia arrivasse ad assomigliare al modello ideale (non a ciò che sono diventati ora nella realtà) di questi paesi.
Sceglierò comunque sempre l’Inghilterra e gli Stati Uniti e mai e poi mai la Russia (Pubblicità dell’Inturist: visitate l’Unione Sovietica prima che l’Unione Sovietica visiti voi).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Egregio Cattaneo
ho la fondata impressione che Lei viva nel passato:
1) l’URSS non esiste più. Ora c’è la Russia, che avrà i suoi difetti ma comunista non è.
2) Gli USA non sono più un baluardo anticomunista, anzi viene spontaneo credere che siano il portabandiera del comunismo mondiale. Provvedimenti come il FATCA e la facilità con cui si viola la proprietà privata avrebbero scandalizzato anche STALIN. Certamente, la vittoria di Trump fa sperare che la situazione si ribalti. Ma è solamente una speranza. La realtà è che gli stati uniti sono in mano ad un’oligarchia autoreferenziale cui la nomenklatura URSS poteva spazzarle le casa.
3) Gli svizzeri erano famosi per quanto tenevano la bocca chiusa e ora al posto della bocca tengono una fogna a cielo aperto.
4) Il Regno Unito forse è l’unico a reggere. La Brexito lo dimostra, portata avanti da ceti popolari. Certo che anche lì il gruppo dei traditori è nutrito come dimostra l’opposizione dei ceti parassitari alla Brexi stessa.
5) E l’Italia. Lei dice stato comunista. Ma
a) Non è un comunismo nazionale. L’Italia è oramai occupata militarmente e fa parte di un contesto comunistoide nazionale.
b) E poi chi sarebbero i comunisti di casa nostra? Ma secondo Lei è più comunista Rizzo o Monti? Le ricordo solamente una cosa: il vecchio PCI ogni tanto parlava di imposta patrimoniale, ma era chiaro che era tutta una finta. Ne parlava perché faceva parte della recita ma corca che mai la avrebbe approvata. E non mi risulta che il vecchio PCI volesse distruggere i segreto bancario; anche qui parole tante ma di concreto niente.
Stia attento a chi le sta alle spalle caro Cattaneo.
ERRATA CORRIGE
in luogo di
“fa parte di un contesto comunistoide nazionale”
leggasi
“fa parte di un contesto comunistoide internazionale”
Avevo appena finito di dire
“chi sarebbero i comunisti di casa nostra?”
che Forza Italia ha sabotato la nomina di Marcello Foa a presidente RAI …
… insieme a PD (cioè Fiano) e LEU (cioè Boldrini) …
…. Marcello Foa divenuto giornalista alla scuola di Montanelli … al Giornale quello che veniva olrtaggiato quotidianamente dai comunisti di ogni ordine e grado.
Mo’ ho capito chi è Giorgio, diceva Luciano De Crescenzo in un vecchio film.
Mo’ ho capito perché hanno cacciato via Antonio Martino da Forza Italia dico io.
Cmq grazie a Forza Italia per l’aiuto.
Oh bene. Adesso il signor Gianluca ci spiegherà quale pericolo rappresenta per noi PUTIN
L’unico sgarbo che, per quanto finora mi consta, è stato quello di pretendere che pagassimo il gas che ci vende. Ma per un liberale non dovrebbe essere una gran colpa che qualcuno chieda un prezzo per un bene che cede ad un altro.
Secondo me, gli stati che finora ci hanno danneggiato sono ben altri, come dovrebbe evincersi dai nominativi del politici che hanno ricevuto la Legion d’onore.
Ma posso sbagliare
Quando salvini e i grillini strapperanno l’Italia dal blocco occidentale Atlantico per venderla ai russoski se ne accorgerà da se.
Questa fa il paio con la previsione che il giorno dopo il referendum della Brexit l’Inghilterra sarebbe sprofondata nell’Atlantico.
Per l’intanto nella merda ci stiamo noi -Germania compresa- mentre l’Inghilterra va alla grande
Dazvidania mondo libero. http://www.repubblica.it/cronaca/2018/08/01/news/sei_arresti_tra_mercenari_italiani_filorussi_arruolati_per_combattere_in_ucraina-203113924/amp/
Apppprescindere appre che sono decenni oramai che si arruolano terroristi islamici in Italia con il beneplacito di stato che sarebbero nostri alleati (uhuhuhuhu questa è buona)
Appppprescindere appre che questi terroristi islamici compiono attentati qui in occidente mentre non mi risulta che i partigiani filorussi abbiano mai torto un capello ad un occidentale e tanto meno messo bombe o arrotato passanti in una città occidentale.
Apppprescindere appre che l’articolo appare su Repubblica cui oramai credono solamente i piu’ deficienti dei piddini.
Appprescindere da tutto questo, ma mi spiega Lei di quale mondo libero parla??? Lei è uno schiavo cui è stato imposto mariomonti ellllla Nagrafe Tribbbbutaria e pensa di vivere in un mondo libero????
E non è finita qui. Quando questo governo gialloverde cadrà -perché cosi’ vogliono i poteri forti che già stanno manovrando la magistratura- arirverà anche la Bolizione del contante. Così con un clic le fotteranno i risparmi e con un altro clic le bloccheranno il conto se si permetterà di dire anche solamente che mariomonti è brutto.
Si prepari a chiedere asilo politico a Putin che almeno è un uomo di parola e non fotte gli amici come Soros che prima fa accordi segreti e schifosi con Renzi per far entrare migranti a frotte in Italia e poi lo sputtana annunciando al mondo che Renzi è uno schifoso perché ha fatto accordi segreti con lui. Stia attento ai suoi amici Gianluca
Caro Professore,
mi permetta di ringraziarla: anche se in pensione, continua a colpire. Mia figlia, che frequenta la facoltà di Agraria, aveva nel programma curricolare l’esame di Economia, materia per la quale non ha alcun interesse. Il tipico esame che cerchi di sfangare solo perchè non è possibile evitarlo. Poichè si lamentava di non capire nulla nè dalle slides (adesso va di moda fare lezione non più alla lavagna, ma così – tra l’altro, le lezioni le chiamano “frontali”) del professore nè dal libro di testo consigliato (traduzione di un testo britannico, presumo di ispirazione cantabrigense), le ho consigliato il suo testo. Ora, a riprova del decadimento del livello degli studi universitari italiani, ha superato l’esame, affrontato di malavoglia e senza speranze, al primo colpo (nonostante sia uno di quelli ad elevata mortalità) con un voto – 28 – che non le compromette la media (elevata) sin qui mantenuta. Sempre sul tema del livello delle università italiane, mi pareva di sapere che per legge gli esami dovessero essere orali (io, al Politecnico di Milano, ho dovuto farli quasi tutti preceduti dallo scritto): ora sono quasi tutti scritti, molti a quiz tipo patente di guida. Magari ciò sarà dovuto all’eccessivo numero di iscritti, ma come è possibile certificare la conoscenza di una materia attraverso delle crocette? Boh!
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie! Spero che il mio testo abbia consentito a sua figlia di capire che che l’economia è bellissima e utile. Quale le ha dato “Micro-” o “Macro-“? Quanto al degrado delle nostre università, non me ne parli: è una ferita dolorosa.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
entrambi, anche se prima dell’esame sosteneva di essere molto poco preparata in macro. Comunque temo che le sue speranze sul ravvedimento di mia figlia circa l’Economia verranno deluse.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
mi scuso per i refusi nel testo di macro. Non mi è stato possibile rivederlo prima della stampa ed è un mezzo disastro. Quello di micro, invece, dovrebbe andar bene. Auguri a lei e a sua figlia di buone ferie estive.
am
Caro Professore,
attendendo le King George e il Glorious Goodwood, contraccambio.
A proposito, lo sa che tutti (ripeto tutti) i vincitori delle prove classiche in Inghilterra, Irlanda, Francia, Germania, Stati Uniti, Giappone (non sto a citare l’ormai derelitta Italia) di questa prima metà dell’anno discendono in linea diretta maschile da Nearco?
Cordialità e buone vacanze,
Franco Cattaneo
Mi ricorda un gustosissimo libro di Paolo Villaggio. Mi sembra si chiamasse COME FARSI UNA CULTURA PAZZESCA. E riportava molti quiz in maniera umoristica.
Affidandomi alla mia labile memoria, compromessa da una incipiente arteriosclerosi, riporto questo Esempio:
Cosa è METTERNICH?
a) caccia tedesco della seconda guerra mondiale
b) diplomatico austriaco del XIX secolo
c) dolce bavarese con frutti di bosco
d) imprecazione dei battellieri del Reno
Ecco, io trovo che Paolo Villaggio fosse un genio -anche se lo trovo disgustoso come persona (d’altronde anche Wagner, musicista eccelso che arriva a descrivere Dio nel Parsifal, era un essere vomitevole nella vita privata)- perché ha capito molte cose confermate poi dal tempo.
Per esempio ha capito in anticipo dove sarebbe finita non solamente l’Università, ma tutta la cultura italiana.
Caro TD,
concordo anche stavolta.
am
Caro Professore,
a Torino un folto gruppo di uomini e donne della società civile appassionati alle nostre idee sono pronti a continuare l’avventura ed attendono sviluppi.
Grazie
Edoardo Lucio
Caro Edoardo,
ottima notizia! Sono, orgogliosamente, siciliano ma ho sempre avuto una passione per il Piemonte, regione storicamente liberale con una cucina e una enologia formidabili. Me li saluti e dica loro che sono a disposizione per quanto posso. Grazie.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
l’ormai fogliaccio guidato dallo scendiletto Sallusti, che ogni giorno decanta le “magnifiche sorti e progressive” del berlusconismo, si indigna, attraverso la penna di tale Anna Maria Greco, se la “vecchia guardia” prova a dare qualche spunto per una correzione di rotta alla nave di FI meravigliosamente lanciata a tutta velocità verso la scogliera:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/lassedio-berlusconi-vecchia-guardia-1545978.html
Ora, accostare Giuliano Urbani e lei a Denis Verdini da Fivizzano, come Sandro Bondi e Giancarlo Cimoli, mi pare un gioco di equilibrismo veramente spericolato ed incosciente, tanto più se vi si aggiunge la gratuita, velenosa malignità di rimarcare che la sua intervista proviene “dalle colonne de Il Foglio, il quotidiano fondato da quel Giuliano Ferrara che gli ha girato le spalle”.
Il tardoberlusconismo è proprio destinato, per copiare una sua battuta, a non riuscire a dar vita neanche ad un partito liberale di Carrara, data l’impossibilità di creare quello di Massa (visto che Fivizzano è una “location”, come si dice oggi, proprio di quella Provincia).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per la segnalazione. L’inesistenza di argomenti e la pochezza dell’autore rendono il pezzo quasi illegibile. Ma l’ho letto con piacere: è un splendido esempio della decadenza culturale del nostro Paese. Quanto a me sono propenso a seguire il consiglio che i napoletani diedero a San Gennaro quando fu depennato dal calendario. Scrissero sul muro della Sua chiesa: “San Gennà fottetenne”!
Cordialmente,
am
Cari ADAM,
Qui articolo del nostro Professore da un’intervista rilasciata al Foglio:
https://www.nicolaporro.it/lappello-di-martino-a-berlusconi-liberati-dei-cortigiani-e-rinnova-forza-italia/?utm_source=Notification&utm_medium=Web-Push&utm_campaign=Web-Push-Article
Ne condivido l’analisi di fondo e la necessità che FI e Berlusconi facciano un colpo d’ala per non scomparire e rilanciare ora più che mai…ma non sono sicuro che ormai FI sia il contenitore giusto e che Berlusconi abbia le energie e la volontà di farlo soprattutto di liberarsi di quelli che gli stanno intorno. Anche perché in fonto a Berlusconi piace essere compiaciuto e avere qualche YES man intorno…forse nel ’94 non era così ma penso che ora lo sia…
Una nuova forza con gente che non viene dalla politica ma dal mondo produttivo sotto la guida del Prof. Martino la vedrei invece molto meglio e con più chances di attecchire in un elettorato ormai deluso e stanco di FI e delle troppe promesse mancate e perfino ribaltate facendo l’opposto (l’era Tremonti con avvallo di Berlusconi PdC con gli inasprimenti fiscali e tributari da Stato di Polizia docet…). FI verrà sempre associata alle promesse mancate ed ad una storia che a parte il ’94 non ha brillato…
Professore perché non convincere qualcuno che Lei ritiene degno e capace a fare questo movimento? I paletti del programma, e la classe dirigente snella, ci sono già visto che c’è Lei con le Sue idee che recita da anni…sono sicuro che con un nuovo contenitore, con Lei alla guida e con un nuovo slancio di una figura catalizzatrice si potrà volare in grande verso la rivoluzione immoderata liberale!
Sempre a Suo fianco per la Libertà e contro lo Stato tassassino!
Saluti
Alberto
Qui un altro articolo tratto da La Verità con intervista al Professore.
OTTIMO! E’ proprio di Lei e di partire da Lei che abbiamo bisogno….Avanti tutta!!!
https://www.nicolaporro.it/martino-ue-ed-euro-si-ha-paura-solo-a-criticarli/
Siamo con Lei!
Alberto
Caro Alberto,
grazie per le cortesi parole e per avere inteso correttamente il senso della mia intervista. Non è facile individuare la persona che lei ha in mente, ma se Berlusconi ci prova, può darsi che riesca a trovarla. Quanto a me, quando dissi a SB che non mi volevo ricandidare, gli diedi anche la mia disponibilità ad aiutarlo nella sua lotta politica. Non erano parole senza senso: sono sempre disposto a dare una mano perché FI possa riconquistare il ruolo che le compete nella politica italiana.
Cordialmente,
am
Quando il prof. Martino era il solo a dire cose liberali quasi alla Ron Paul su temi spinosi come droghe, armi, ecc. c’era sempre qualcuno di FI (col silenzio assenso del Berlusca) che lo bastonava per paura di perdere consensi e voti. La verità è che mentre il sogno americano è quello di essere lasciati in pace dal governo, quello dell’italiano medio è di farsi assumere in regione o beccare il sussidio e i leader politici hanno sempre assecondato la natura del proprio elettorato. L’unico capo di partito che diceva quello che pensava sempre e comunque era Pannella e infatti non andava oltre il 2%.
Forse l’unica speranza di avere un partito liberale, libertario e pro-global è uno shock in stile Argentina o Venezuela e date le premesse di politica economica del governaccio non è detto che ci sia molto da aspettare.
Caro Gianluca,
la nostra fortuna è che le dittature, come le malattie esantematiche, non hanno ricadute. Altrimenti oggi saremmo tutti in camicia nera ad applaudire un tirannello che promettesse di rimettere in ordine l’Italia. Come capirà, non sono affatto ottimista, né di buon umore!
Cordialmente,
am
Se ne è andato il tibetano, è arrivato il francescano
Caro Professore, cari ADAMs,
appena scritto un nuovo post dal titolo “Repubblica Parlamentare più responsabile (3/3)” http://www.ilpolodegliindividui.com/repubblica-parlamentare-piu-responsabile-3-3/
grazie per la lettura.
Edoardo Lucio
Caro Edoardo,
l’ho letto e mi è piaciuto. C’era anche qualcosa che non mi è risultata nuova. 😉
Cordialmente,
am
Presidente Martino
Ho effettuato il test di liberalismo per verificare se con l’età è subentrata qualche modifica ecco il risultato:
Che liberale sei?
Sei un Libertario
Non ami i compromessi: o tutto o niente. Ti consideri un “liberale coerente”. Non vuoi che lo Stato si intrufoli nella tua vita, nei tuoi affari, nei tuoi rapporti personali. Auspichi più libertà per tutti: l’unico limite è la non aggressione.
Spesso “difendi l’indifendibile”, per principio, per provocazione o semplicemente perché ti sembra giusto. I tuoi nemici sono i collettivisti, di tutte le risme. Non ti piacciono le etichette: non ti senti né di destra né di sinistra. Qualcuno ti dà dell’utopista; qualcun altro dell’estremista. Tu ripeti spesso che, se si tratta di difendere la libertà, l’estremismo non è un vizio.
Citi Barry Goldwater. Ma i tuoi amici – che non conoscono Goldwater – rispondono che sei un “liberista selvaggio”. In effetti, quando il fisico ti sostiene, torni a casa con le liane.
Lettura consigliata: Difendere l’indifendibile – Walter Block
PS Non avevo dubbi
Caro Matteo,
sono, forse, più anarchico di quanto fossi da ragazzo, ma non molto. A 15 anni mi dichiarai contrario all’assicurazione obbligatoria per le auto. Mi obiettarono: “Ma se un povero ha un incidente, come paga?”. Risposi: “Se è povero prende l’autobus, non va in macchina”!
am
Dove si fa questo test?
Personalmente sono molto incuriosito da un certo tipo di “nuovi” liberali, quelli che per esempio hanno introdotto l’anagrafe tributaria.
Caro Professore,
come giudica la decisione di Salvini di chiudere i porti?
Massimo B.
Caro Massimo,
anche se la sua motivazione è chiaramente legata all’interesse politico, la decsione mi sembra razionale. Solo uno scossone potrà scuotere l’egoismo degli altri membri della UE. La smettano di cianciare di frontiere europee e si comportino come se queste esistessero davvero. Non possono far gravare su un Paese lasciato solo l’intero onere di provvedere ai migranti. Diano prova di credere nei fatti, e non solo a parole, nell’unità dell’Europa.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
il ragazzotto Zebedeo comunista padano mi sembra poco documentato circa i pagamenti dell’Italia (ma non solo) per sostenere le strutture NATO:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/salvini-nato-noi-paghiamo-difenda-i-nostri-confini-1537923.html
Temo sia andato a toccare un argomento che potrebbe ritorcerglisi contro.
Tanto, anche da ministri, siamo sempre in campagna elettorale e poi, comunque, “Russia ultima spes…”
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie, mi era sfuggito. E’ proprio vero che solo l’eternità e l’idiozia non conoscono limiti! Dio ci protegga.
Cordialmente,
am
Cari Professore e Franco, seguo silenziosamente questo blog da tanto e con il vostro permesso mi permetterei di commentare nel ruolo di avvocato del diavolo per far notare come ogni cosa vada approfondita con l’attuale deriva del sistema di informazione. Leggendo il titolo dell’articolo linkato da Franco si legge: “La Nato noi la paghiamo: difenda i nostri confini”. Risulterebbe quindi ingenuo (se non idiota) affermare quanto espresso nel titolo dell’articolo per come giustamente espresso da Franco. Ma Salvini lo ha detto davvero?
Al seguente link il discorso di Salvini in video: https://video.ilmessaggero.it/salvini_nato_migranti-3785145.html
Bastano i primi 10 secondi e il contenuto assume un significato differente e si comprende che c’è una evidente manipolazione del contenuto del discorso.
Si può discutere dell’opportunità di un coinvolgimento della Nato nei confronti dei barconi, ma quello è un altro discorso. Quanto poi al fatto che ci dobbiamo effettivamente preoccupare dell’invasione di “questa” immigrazione e sulle sanzioni alla Russia, non mi sembra insensato quanto detto, che ne pensate?
Caro Ernesto,
lei ha ragione: i titoli dei giornali sono spesso fuorvianti e sono certo che Salvini non abbia consapevolmente detto una sciocchezza tanto grande. Tuttavia, in generale, Matteo Salvini è poco parsimonioso e prudente quando si parla di immigrazione e sciocchezze possono sfuggirli. Infine, quanto alla valutazione del fenomeno, non sono d’accordo sulla posizione di fondo. Fermo restando che questo afflusso incontrollato di immigranti crea tutti i problemi denunciati e noti, l’Italia ha una paurosa crisi demografica e l’immigrazione può mitigarne le conseguenze negative, se vengono adottate tutte le precauzioni necessarie per evitare i problemi.
Cordialmente,
am
PS Grazie per il seguito a questo blog, ma non c’è ragione per essere silenzioso!
Caro Professore, grazie per la calorosa risposta. Con silenziosità mi riferivo solo all’arte di saper ascoltare (o leggere), ma in futuro sarò meno silenzioso dopo il suo invito.
Diversamente da me, lei conosce Salvini personalmente per cui mi fido del suo giudizio quanto a parsimonia e prudenza nelle sue affermazioni. Quanto tema di fondo, con il suo permesso mi piacerebbe inquadrare meglio il mio pensiero.
Tempo fa lei scrisse un articolo denunciando puntualmente la crisi demografica del nostro paese, ma ne scrisse anche un altro in cui denunciava che questi immigrati sono principalmente mussulmani e in età da guerra. Dall’esperienza di altri paesi possiamo temere che accogliendo un numero particolarmente elevato di gente con grosse differenze religiose e culturali si formeranno gruppi autonomi piuttosto che integrati al paese accogliente, con un enorme rischio di tensioni sociali, criminalità, stupri, insicurezza, fenomeni di ghettizzazione e infiltrazioni terroristiche. La maggior parte di loro sono sicuramente bravi ragazzi, ma sono costretti a vegetare nei centri di accoglienza e ho il terrore di cosa succederebbe se improvvisamente non si potesse più mantenerli.
A mio modesto parere, il nostro problema demografico si potrebbe risolvere partendo da un’adeguata politica sociale a sostentamento della famiglia e dei suoi valori, incentivando gli italiani a fare nuovamente figli e preservare la nostra meritevole cultura. Ma concordo che da sola questa opzione non basterebbe perchè il problema è urgente e l’efficacia di tali politiche incerta. Quindi occorre favorire l’immigrazione, utile non solo per la variabile età nella demografia del paese, ma anche per generare una positiva “biodiversità” di culture e scambi culturali che sono estremamente positivi per lo sviluppo del paese.
Oggi non c’è nulla di tutto questo e gli sbarchi dall’Africa sono spacciati come una possibile soluzione per ipocrita interesse nella gestione del budget dell’accoglienza. La verità è che non credo assolutamente agli intenti umanitari di chi promuove questo tipo di immigrazione.
Ora, le vorrei fare un esempio semplicemente perché ne ho conoscenza per esperienza diretta. Essendo sposato con una donna di origini filippine, conosco bene questa comunità. I Filippini sono, tra le comunità di immigrati in Italia, i più operosi, rispettosi, onesti e umili. Questo non lo dico solo io, ma ogni persona tra questure e prefetture con cui ho parlato tra Lombardia e Sicilia. Nelle Filippine le famiglie sono estremamente numerose e, avendo parecchia povertà, inclini a fornirci giovani leve. Sono una cultura cristiana, e questo è un fattore che indubbiamente facilita l’integrazione sociale con noi. Hanno inoltre mediamente un livello di educazione equiparabile al nostro. Ebbene, attualmente i flussi da questo paese sono bloccati ad eccezione dei ricongiungimenti familiari. Non è mia intenzione sponsorizzare flussi da quel paese più di quanto non trovo sensato farlo da altri, inclusa l’Africa. Trovo tuttavia paradossale e nuovamente ipocrita favorire gli sbarchi dall’Africa perchè abbiamo bisogno di immigrati, ma chiudere i flussi da altri paesi che ci potrebbero fornire persone anche più qualificate e pronte a integrarsi meglio.
Occorre un piano per l’immigrazione! Non so se questo rientri nei piani di Salvini, probabilmente no e questa è una lacuna da colmare, ma per me questi sbarchi vanno fermati in quanto sono una soluzione sbagliata ad un problema concreto che potrebbe essere gestito diversamente e meglio.
Grazie
EDM
Caro Ernesto,
non conosco personalmente Salvini, che non è mai stato deputato. Quanto ai filippini, sono più che d’accordo con lei. Sono persone laboriose, civili e ordinate. Con l’invecchiamento della nostra popolazione, ne avremmo bisogno molti di più per accudire gli anziani a casa loro, evitandogli di finire in una casa di riposo. Quanto ai suoi timori sulla possibilità che l’immigrazione incontrollata si traduca nell’immissione in Italia di persone ostili alla nostra civiltà, sono d’accordo: il rischio esiste e non è trascurabile. Infine, convengo sulla urgenza di una politica demografica seria: detassare gli immobili per rilanciare il mercato delle case in affitto, modificare le leggi tributarie per favorire le famiglie numerose e così via. Non mi sembra nemmeno assurda la mussoliniana tassa sugli scapoli!
Cordialmente,
am
Basterebbe che ogni donna che mette al mondo un figlio sappia che nell’asilo piu’ vicino c’è un posto riservato al suo bebé h 24
E non chiudiamo gli occhi: la nostra denatalità non è stato un caso, ma è stata tenacemente perseguita da un manipolo di traditori prezzolati da potentati esteri … traditori che spero di vedere presto appesi ai platani di lungotevere.
papale papale 😉
mi associo
c
Grazie Professore, ha ragione da vendere, è giusto, faccio ammenda e pago sicuro di poter contribuire al mio paese!
w M! (Martino)
c
Il o i piano/i Kissinger degli anni ’70 non hanno nulla a che vedere con questa problematiche socio-economiche? Ho avuto modo di ascoltare alcune conferenze tenute dal dr E.G. Tedeschi in cui sembra tracciare una linea quasi retta tra programmi di denatalità e crisi economico-sociali e morali nella nostra epoca. Le ho trovate piuttosto convincenti anche di fronte a varie critiche mosse. Che ne pensa Prof. Martino?
a presto e grazie
c
Grazie Professore.
Ah beh, la tassa sugli scapoli mi mancava..:-)…per fortuna non dovrei pagarla.
Cordialmente
EDM
Concordo con Lei caro Ernesto, mi ha rubato le parole dalla tastiera, meditavo di esporla ma, non trovando né parole nè tempo… ricordo anch’io il concetto più volte espresso dal Ns Professore circa l’ età media 15-30 anni ” da combattimento”, il facile indottrinamento e la fanatizzazione di porzioni considerevoli di queste persone e per contro l’ esplo/implosiva problematica demografica italiana. Personalmente immagino che un bel programma di segno radicalmente antimaltusiano (!) potrebbe ridare in pochi anni (10-15) una considerevole svolta al nostro indice demografico, con tutto quel che ne consegue sul piano economico e non solo. Un figlio porta con sé un’ energia vitale e positiva immensa, incontenibile un’ autentica Benedizione Celeste, il Dito stesso di Dio che tocca una famiglia, un paese, un territorio, una nazione, LA VITA!!!
cordialità
c
Mi scuso ma, vedo solo ora, che non ho specificato in quanto per me scontato, che intendo principalmente o quasi esclusivamente, figli di padri e madri di stirpe italiana, con ciò senza alcuna accezione di pregiudizio verso persone di altre nazionalità o razza, stirpe ecc., temo moltissimo il melting pot da ingegneria sociale attualmente in corso.
c
Caro MDP, mi scuso umilmente per il furto commesso.
Bello leggere le sue considerazioni sui figli, scaldano il cuore!
cordialmente
EDM
Cari Mdp, Ernesto, TD e altri adam,
sposato da 48 anni, legato a mia moglie da 51, la tassa sugli scapoli a me avrebbe fatto un baffo! Ho due figlie, poche ma femmine quindi con più alto valore riproduttivo. Se ho fatto qualcosa nella vita, è stato solo per la prolificità della famiglia di mia madre: loro erano 8, quattro maschi e quattro femmine, la generazione precedente 9. Nessun patrimonio diviso prima per 9 e poi ciascuna parte per 12 (8 parti ai maschi, 4 alle femmine), può essere ancora cospicuo. Se mio nonno e suo padre avessero avuto meno figli, sarei nato ricco e non avrei combinato nulla nella vita. Tuttavia, l’Italia ha urgente bisogno di una seria, intelligente e decisa politica demografica, in assenza della quale la nostra civiltà rischia di non sopravvivere. Sono troppo vecchio per dare il mio contributo diretto (né mi sarebbe permesso dal mio boss!) ma voi che siete giovani datevi da fare, date prova di patriottismo e fate crescere l’indice di fertilità!
am
Caro professore
Ho ammirazione per chi può vantare simili traguardi, ben 48 anni, complimenti! Credo che l’abbassamento del numero di figli per famiglia sia più o meno comune nelle società opulente, mentre mi sembra che le famiglie tendano ad essere più numerose nelle società più povere. Non so onestamente a cosa sia dovuto, e non credo sia meramente una questione legata all’economia, quanto forse al sistema di valori che si è andato a delineare nelle società occidentali. Trovo che nel nostro paese si è indebolito il senso della famiglia e l’importanza del suo valore. Tutto in natura è strutturato per livelli di organizzazione, e la società umana non fa eccezione. La famiglia il livello di organizzazione sociale superiore all’individuo e l’anello di congiunzione tra l’individuo e la comunità. Privati del senso della famiglia, trovo più facile perdere la propria identità sociale e nazionale. Ecco perché ritengo che tali valori andrebbero ripresi. Giusto un pensiero personale.
Cordialmente
EDM
Per caso ho iniziato a leggere http://www.ilgiornale.it/news/cronache/iniziano-riunioni-bilderberg-cena-top-secret-torino-1537826.html mi ha colpito subito la parola élites.
Mi sembra essere alla moda criticare l’élites.
Penso che anche l’ammucchiata che è al governo attacca l’élites, difendendo il “popolo”.
Ma élites sono la conseguenza naturale della disuguaglianza. I sinistrosi possono essere concordi di lottare contro la disuguaglianza, alla eccezione quando occupano cariche importanti.
Domando; un liberale può considerare la formazione di qualsiasi élite come un male assoluto?
L’egualitarismo dovrebbe essere un male assoluto se quel che ha prodotto negli ultimi 100 anni è storicamente vero….
Niente come avere cure mediche immediate di un professionale d’élite. Oh dotto! Che piacere a leggere i Suoi comenti!
Caro PM,
le elites che si formano spontaneamente, attraverso l’interscambio fra le persone, sono necessarie e sacrosante, anche se possono non esserci simpatiche. Quelle, invece, che sono il risultato di scelte politiche, sono per lo più odiose e parassitarie. Penso ai dirigenti di imprese pubbliche di nomina politica, ai superburocrati, al sottogoverno statale e locale, alle partecipazioni statali, ecc. Siamo in entrambi i casi in presenza di piccoli gruppi ma, mentre i primi hanno conquistato la loro posizione per merito o per fortuna, i secondi devono tutto alla politica. I primi sono utili alla società, i secondi sono in genere parassiti.
Cordialmente,
am
Caro Professor Martino, Grazie per la Sua risposta, Lei fa parte d’una élite che eleva gente del popolo come il sottoscritto.
Lo spirito della Rivoluzione di 68, come del Khmer Rouge furono movimenti contro qualsiasi élite, hanno creato un ideale non naturale e hanno lasciato demoni che ancora esistono nella testa degli uomini.
Una élite usa l’energia per edificare, la anti-élite come Khmer Rouge, o la generazione di 68, usa l’energia, anche se accumulata per anni dai democristiani e altri vizzi umani, per mantenersi senza disfare come l’anti-materia.
Carissimo Paulo e Prof. Martino, mi sorge un dubbio, l’ impagabile Soros. in che categoria rientra? A mme me fa tanto ascido!!!!
😉
c
Sì.
Non confondiamo le elites con i ceti dirigenti democraticamente eletti in base al principio no taxation without representation
Quanto voti ha preso il bilderberg?
A me risulta nessuno. Per cui se il bilderberg si permette di mettere il becco nella politica italiana si procede secondo i noti metodi.
MEMENTO DELENDUM PD
Caro Professore, cari ADAMs,
ho scritto un post dal titolo ”Contratto di governo post-elezioni” http://www.ilpolodegliindividui.com/contratto-di-governo-post-elezioni/ e ho aperto una pagina-evento Facebook amatoriale dal titolo “Sul Contratto per il Governo del Cambiamento”.
La situazione italiana è sicuramente tragica, ma all’ADAM Angela Piscitelli che ha scritto “noi forzaitalioti martiniani, una patria politica non ce l’abbiamo più;e tra poco non avremo neanche una Patria e basta” rispondo che dopo le elezioni 4 strade erano possibili:
elezioni in cui si presentava nuovamente il CentroDestra con una forte Lega di Salvini,
un fragilissimo governo 5Stelle, Pd ed Estrema Sinistra,
il Governo 5Stelle-Lega,
un fragilissimo governo CentroDestra con chi ci stava del Pd e dei 5Stelle.
Nella prima possibilità avremmo avuto un governo diciamo pasticciato, nella seconda una notte senza fine, nella quarta un’avventura con tutti contro di noi, che non poteva finire bene.
Non desidero commentare la terza che si è concretizzata se non scrivendo che almeno così c’è il tempo per riorganizzare noi “forzaitalioti martiniani”.
E non siamo in pochi. Con questa espressione dell’ADAM Angela Piscitelli mi rivolgo ad una marea di gente.
Prendendo in prestito le parole finali dell’appello “Rivoltiamo l’Italia” mi rivolgo “a chi ha sempre condiviso queste idee, a chi c’era nel ’94, a quelli che se ne sono andati, a quelli che avrebbero voluto esserci ma erano troppo giovani o non erano ancora nati, a quanti vorrebbero tornare alla purezza degli inizi, a chi non è più andato a votare, e a chi non c’è ancora mai andato, ai delusi che non hanno perso la speranza, a tutti quelli che sono disposti a ricominciare da capo.”
Ripeto che senza ombra di dubbio non sono pochi.
Certo che c’è da lavorare, ma il potenziale c’è.
Questo governo nato con un contratto pienamente statalista e giustizialista forse durerà molto perché ha non una, ma due opposizioni, il Pd e Forza Italia. Ma mostrerà di sicuro che la Lega di Salvini non può rappresentare la maggioranza degli italiani, quelli che hanno sempre sperato in una vera rivoluzione contro l’oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica.
Costoro hanno le nostre idee. Potrà quindi rinascere un CentroDestra con le nostre idee come fulcro.
Edoardo Lucio
Caro Professore, cari ADAMs,
scusate nuovamente il disturbo.
Siamo ad un bivio: Le idee per cui è nata Forza Italia, le nostre idee, potrebbero non avere più dignità nel prossimo futuro o ritornare dirompenti. Tocca a noi decidere cosa vogliamo.
Mostrando nelle prossime settimane, mesi quello che il governo farà e che andava fatto anche per noi, ciò che farà e non andava fatto e ciò che non fa e non vuole fare ed andrebbe assolutamente fatto.
Il destino prossimo delle nostre idee si decide ora.
Edoardo Lucio
Caro Edoardo,
grazie per questi due commenti. Credo anch’io che, se ci rimbocchiamo le maniche, la partita non è finita né tanto meno persa. La maggioranza degli italiani, in generale, vorrebbe meno controlli, meno fisco, meno burocrazia, meno vessazioni. In una parola è istintivamente liberale. I guai cominciano quando dal generale si passa al particolare. I gruppi sono più disposti a battersi per provvedimenti che gli conferiscano un qualche vantaggio che non a sacrificarsi per l’interesse generale. Tuttavia, un’azione decisa a favore della libertà condurrebbe, credo, alla stessa mobilitazione di massa che abbiamo ottenuto nel 1994 e in molte elezioni successive. Il problema sarà, una volta ricondotti i liberali al voto, quello di non deluderli nuovamente. Ma di questo potremo occuparci in seguito. Ancora grazie.
Cordialmente,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
ho scritto un post dal titolo Contratto di governo post-elezioni http://www.ilpolodegliindividui.com/contratto-di-governo-post-elezioni/ e ho aperto una pagina-evento Facebook amatoriale dal titolo “Sul contratto per il Governo del Cambiamento” https://www.facebook.com/events/1953819331318412/
La situazione italiana è sicuramente tragica, ma all’ADAM Angela Piscitelli che ha scritto “noi forzaitalioti martiniani, una patria politica non ce l’abbiamo più;e tra poco non avremo neanche una Patria e basta” rispondo che dopo le elezioni 4 strade erano possibili:
elezioni in cui si presentava nuovamente il CentroDestra con una forte Lega di Salvini,
un fragilissimo governo 5Stelle, Pd ed Estrema Sinistra,
il Governo 5Stelle-Lega,
un fragilissimo governo CentroDestra con chi ci stava del Pd e dei 5Stelle.
Nella prima possibilità avremmo avuto un governo diciamo pasticciato, nella seconda una notte senza fine, nella quarta un’avventura con tutti contro di noi, che non poteva finire bene.
Non desidero commentare la terza che si è concretizzata se non scrivendo che almeno così c’è il tempo per riorganizzare noi “forzaitalioti martiniani”.
E non siamo in pochi. Con questa espressione dell’ADAM Angela Piscitelli mi rivolgo ad una marea di gente.
Prendendo in prestito le parole finali dell’appello “Rivoltiamo l’Italia” mi rivolgo “a chi ha sempre condiviso queste idee, a chi c’era nel ’94, a quelli che se ne sono andati, a quelli che avrebbero voluto esserci ma erano troppo giovani o non erano ancora nati, a quanti vorrebbero tornare alla purezza degli inizi, a chi non è più andato a votare, e a chi non c’è ancora mai andato, ai delusi che non hanno perso la speranza, a tutti quelli che sono disposti a ricominciare da capo.”
Ripeto che senza ombra di dubbio non sono pochi.
Certo che c’è da lavorare, ma il potenziale c’è.
Questo governo nato con un contratto pienamente statalista e giustizialista forse durerà molto perché ha non una, ma due opposizioni, il Pd e Forza Italia. Ma mostrerà di sicuro che la Lega di Salvini non può rappresentare la maggioranza degli italiani, quelli che hanno sempre sperato in una vera rivoluzione contro l’oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica.
Costoro hanno le nostre idee. Potrà quindi rinascere un CentroDestra con le nostre idee come fulcro.
Edoardo Lucio
Caro Professore,
il dibattito pro o contro l’euro rischia di diventare un falso problema. Anzi, probabilmente lo è già. L’attuale compagine governativa è formata da personaggi che sono disposti a sacrificare l’euro per tornare ad avere una moneta da svalutare sempre di più, aumentando a dismisura le pubbliche spese. Chi parla di abbassare le tasse senza rivedere la spesa, fa discorsi da Bengodi. Il PD, invece, era ed è convintamente europeista e vorrebbe tenere la moneta unica e l’attuale livello di pubbliche spese, immaginando che la crescita economica sia un 6 da pescare al Superenalotto. Quello che un centrodestra vero (e non filo-leghista) dovrebbe fare, è invece ribadire che noi siamo contro l’euro, contro gli attuali livelli di spesa pubblica ed a favore della crescita del PIL da ottenere tramite la riduzione della spesa pubblica (partecipate, enti locali, sanità) e delle tasse. E’ l’unica strada da percorrere, ma non so se ne avremo la forza. Forse aprire Forza Italia alle primarie potrebbe rimettere il partito al centro della scena politica e potrebbe favorire la discussione e l’argomentazione delle idee liberali. Continuo a credere nello stato minimo ed a pensare che prima o poi le nostre idee torneranno prevalenti sui sovranisti. Non mi rassegno a morire con Salvini e Di Maio.
Con stima,
Massimo B.
Caro Massimo,
come lei sa, sono stato per molti anni critico dell’euro, e non ho cambiato idea. Ma il nostro problema oggi non è la moneta europea, ma il livello di spesa pubblica e di fiscalità. Se riuscissimo a ridurle sensibilmente, euro o non-euro, l’Italia riprenderebbe a crescere. Se, invece, continuiamo a spendere e tassare come già facciamo o, peggio, in misura maggiore, nulla ci può salvare dal declino. Data la qualità del dibattito politico, direi che non siamo neanche vicini a capire la situazione. I fratelli Zebedei ci porteranno ancora più a fondo!
am
Purtroppo i politici sono bravi solo ad autoassolversi sicché nessuno porterà avanti seriamente una lotta radicale al big gov. Molto più comodo dire che ciò che non va è colpa dell’Euro, della Merkel, del mercato, della globalizzazione, di Soros, degli ebrei, di Uber, ecc.
Far sentire i cittadini bisognosi di protezione statale è il modo più semplice per prendere i voti.
Egregio Massimo,
mi permetta di ricordarLe che il PD ha regalato 67 miliardi alle banche tedesche e francesi e 35 euro a qualsiasi parassita africano che giungesse sui nostri lidi e aveva promesso altri soldi sia ai tedeschi sia agli africani.
Quindi, mi consenta anche di dirle che la Sua affermazione
“Il PD, invece, … vorrebbe tenere … l’attuale livello di pubbliche spese”
fait rire le poulets per citare una nota frase di Baudelaire.
Secci fosse qualcuno secci che ritiene che i migranti sono venuti qui a lavorare, mi permetto di ricordare che fra quei popoli solamente le donne lavorano in quanto il lavoro maschile è considerato degradante, per cui un uomo di quei popoli lavorerà solamente se ridotto alla fame. In caso contrario approfitterà di ogni occasione per starsene con le mani in mano.
A proposito …. Delendum PD
Verissimo e mi associo alla Sua osservazione. Le risorse genetico/anagraficheprevidenzial-cultutalpolitiche afroderivate et similia, non hanno il concetto fondativo della Civiltà che nasce dall’ ORA ET LABORA del Benito giusto nato 1600 anni fa in quel di Norcia. Credo proprio che dobbiamo deciderci a fare famiglia e figli e lavorare, lavorare e fare famiglia e figli, e così via …
cordialmente
c
Gli italiani sono decisissimi a mettere su famiglia e fare figli. Ma è un po’ difficile fare figli quando Soros ti porta via metà del tuo stipendio, ammesso e non concesso che ti permetta di lavorare.
Sa, i figli hanno la stravagante abitudine di mangiare tre volte al giorno (senza pensare al resto delle spese)
Quindi, prima di occuparci della famiglia dovremmo provvedere a metter i collaborazionisti in condizioni di non nuocere.
MEMENTO DELENDUM PD
dove firmo?
😉
c
Ma dica la verità, lei è Mauro da Mantova della Zanzara?
Caro Gianluca sono curioso di scoprire di chi si tratti. Non ascolto più la trasmissione dato il turpiloquio per me e i Pazienti oltre soglia, ma soprattutto mi infastidisce lo stucchevole piglio pseudoliberale, “da braghetta”, di voler ridurre la libertà sostanzialmente ad anarchia vuoyeristica, utilizzando ogni interlocutore ed argomento anche interessante, in modo autoreferenziale, è insopportabile. In un’ occasione ho visto praticare il medesimo approccio con il Prof. Martino, il quale, dopo poche battute in cui cercava invano di alzare il livello, dicendo che il liberalismo si colloca dalla cintola in su, parole puntualmente ignorate dai due zebedei, il Ns abbassava con un’ ultima battuta di commiato, la cornetta.
Da allora ho archiviato il duo-Z ( zebedei )
con simpatia, a presto,
c
Ho sempre pensato che per essere liberali occorra avere necessariamente una mente aperta ed indipendente. Per avere una mente aperta ed indipendente occorra sviluppare senso critico e un certo livello culturale. Trovo quindi piuttosto inapproriato per un liberale ” ricordare che fra quei popoli solamente le donne lavorano in quanto il lavoro maschile è considerato degradante”. Gli immigrati africani provengono principalmente dal Ghana, Costa d’Avorio e Nigeria, ma anche das Senegal e altre territori di un continente molto più vasto dell’Europa. Se esistono differenze territoriali in Italia, figuriamoci in un intero continente. Mi risulta inoltre che molti di questi immigrati (ovviamente non quelli attualmente ospitati nei centri accoglienza) siano vittime di sfruttamento come braccianti e di capolarato dalle mafie locali, specie nei territori del sud Italia. Lo schema di immigrazione che ci hanno propinato è delirante, criminale ed ipocrita. Su questo siamo tutti d’accordo credo. Però cercherei di non fare di tutta l’erba un fascio e di considerare che in ogni caso stiamo parlando di esseri umani.
Con stima
Il fatto che siano esseri umani non toglie che siano parassiti. Anche chi vuole l’imposta patrimoniale è un parassita, ma certamente non intendo non riconoscergli le caratteristiche umane. Mi limito a osservare che chi vuole la patrimoniale è al servizio di poteri forti che intendono depredare gli italiani e probabilmente -a parte qualche autentico imbecille- ha un interesse nella faccenda, perché sicuramente i potentati esteri non mancheranno di versargli i trenta denari di prammatica.
Tornando ai migranti, il paragone con l’Italia è poco calzante, perché l’Italia è un unicum mondiale per frammentazione. E’ vero che lì ci sono molte nazioni ed etnie, ma un denominatore comune vi si può individuare.
Che poi qui lavorino non dimostra niente. Finiscono in mano alla mafia che ha sistemi ottimi per convincere chiunque.
Lei ha diritto alle sue opinioni e non polemizzo ulteriormente sulla questione, anche per rispetto in quanto ospite in questo blog. La patrimoniale non c’entra con il contenuto del mio post, ma su questo sono d’accordo con lei al 100%.
Quello della patrimoniale era un esempio.
MEMENTO PD DELENDUM EST
Caro Professore,
mi permetta anzitutto di dare un caloroso bentornato a Corrado/mdp/mdc.
Volevo poi stuzzicarla sulle figure scelte per i due ministeri più rappresentativi dello stato: esteri e difesa (tralascio la giustizia che considero ormai una guerra persa: le decisive battaglie le ha volute perdere SB quando disponeva di sovrabbondanti maggioranze).
Moavero non mi pare abbia dato gran prova di sè quando gli è stata affidata la pratica EMA.
Cordialità,
Franco cattaneo
Caro Franco,
della neo-ministra della difesa non so nulla. Quanto al ministro Moavero, credo fosse un collaboratore di Mario Monti commissario europeo. E’ stato poi ministro nel suo governo. E’ sinceramente, e forse un pò ingenuamente, convinto europeista. Non capisco cosa abbia in comune con i fratelli Zebedei della maggioranza. Bisognerebbe chiederlo a lui. Noi vedremo cosa farà.
Cordialmente,
am
Ringrazio sentitamente il caro ADAM Franco Cattaneo, il piacere è reciproco.
In merito ai vari post critici verso l’attuale governo in carica e di cui condivido alcune, eufemisticamente parlando perplessità, ho avuto il piacere di leggere una bella disamina della situazione vista dal pdv liberale che mi piacerebbe molto condividere. http://www.lintraprendente.it
Caro mdp,
avevo già letto (e condiviso) il bell’articolo di Sallusti il Giovane (tutt’altra classe rispetto all’ormai da tempo appecoronato Sallusti il Vecchio) e solo la mia innata pigrizia mi ha impedito di segnalarlo agli ADAMs.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Carissimo Professore e Presidente Martino,
Vorrei chiederle un giudizio sul nuovo ministro dell’economia Trinca. Ci sono tantissime bufale in giro sui web ne ho letta una che lo indicava come uno dei relatori del programma economico di Forza Italia del 2005.
Con grande affetto e stima immensa come sempre,
Pierpaolo Sette
Caro Pierpaolo,
conosco Trinca solo superficialmente. Non so se abbia avuto un ruolo nella formazione dei programmi di FI. Per quel poco che so, dovrebbe essere qualificato per il suo importante lavoro. Il problema è: quanto gli consentirà di fare la maggioranza? Non ho la risposta, vedremo.
Cordialmente,
am
Bentornato Professore,
Qualche anno fa Milano Finanza ha proposto la seguente iniziativa:
Far Comprare i titoli di stato in mano straniere dagli italiani in modo tale che il debito pubblico non fosse soggetto a speculazione da parte straniera.
Considerato che attualmente c’é un ritorno al nazionalismo, mi chiedo se non sia il caso di far leva sul rinnovato sentimento patriottico per finanziare il debito pubblico, un po’ come ai tempi di guerra.
Sinceramente non so sia possibile organizzare un’operazione di questo tipo, per tale motivo Le chiedo la sua opinione.
La ringrazio se avrá la pazienza di rispondere alla mia domanda ( se ciò che ho scritto é una “cagata pazzesca” la prego di scusarmi..)
Le porgo i migliori auguri nella sua nuova veste di patriarca di famiglia nella speranza che finalmente si goda l’affetto della sua famiglia.
Con sincera stima
Giovannni
Caro Giovanni,
anzitutto grazie per l’affettuoso augurio, che sto seguendo. La sua idea è giusta e, se realizzata, ci libererebbe dall’incubo di speculazioni originate all’estero che producano effetti politici a casa nostra. Purtroppo, temo sia irrealizzabile: gli italiani continueranno a impiegare i loro risparmi nel modo che più gli sembra conveniente, e non possiamo certo costringerli a fare altrimenti. Il tema dei mercati finanziari è molto complesso ma il nostro faro è la libertà di scelta degli interessati, che conoscono il loro interesse meglio di noi.
Cordialmente,
am
E sempre a proposito di “pazzie” mi azzardo ad una considerazione in merito all’ acquisto di debito autoctono ed alla imprescindibile custodia libertà di scelta. Sono convinto che la vera chiave di volta sia l’ istituzione della tassa piatta ad aliquota unica (facile semplice abbordabile e conveniente)unitamente alla sburokratizzazione del complesso amministartivo-fiscale. Credo che ciò possa ( dovrebbe) innescare proprio grazie alla naturale propensione degli individui di migliorare la condizione economico-sociale propria, famigliare e perchè no anche della propria Nazione, un virtuoso riverbero sulle molteplici attività di lavoro reale. Vorrei chiederLe Prof. Martino, in questo contesto, è possibile immaginare un reale incentivo all’ acquisto di titoli di debito italiani?
ringrazio augurando una buona serata
Corrado
P.S.
potremmo perfino avere idraulici, elettricisti, falegnami ed artigiani assortiti (veri!) come non se ne vedono da anni!
😉
c
Caro Corrado (Mdc),
non so come rispondere alla sua domanda. Se i titoli di debito pubblico italiano rendono più, o sono maggiormente affidabili a parità di resa, delle alternative, gli italiani li compreranno non per patriottismo, ma per convenienza. Se questo non accade, non li compreranno non perché siano cattivi italiani, ma perché sono prudenti risparmiatori. Se, quindi, vogliamo fare qualcosa perché i creditori dello Stato italiano siano italiani e non stranieri, dobbiamo rendere conveniente acquistare i nostri titoli di debito pubblico. Facile a dirsi, meno facile a farsi, specie quando gli insaziabili appetiti del leviatano statale costringono a emetterne in grandi quantità.
Credo fortemente nel patriottismo e ringrazio Iddio per avermi fatto nascere italiano, ma mi rendo conto che calcolo economico e amor di Patria non sempre spingono nella stessa direzione.
Con viva cordialità,
am
Sono d’accordo e per questo che credo che il “grimaldello ” flat tax dovrebbe imporre di per sé una drastica dieta al leviatano da un parte e favorire una reale ripresa economica rendendo così appetibili i titoli di cui sopra. Un sano e direi lieto quanto fiero patriottismo sono sicuro rinascerebbe (una volta abbandonata la tirannide fiscale), soprattutto in questa fase in cui gli italiani sono quotidianamente insultati dalla burocrazia estera e vessati da quella di casa. Già mi pare di capire che un clima di riscossa nazionale si sia consolidato. Abbattere le tasse significa ripristinare il concetto di proprietà privata di libertà e di responsabilità, di lavoro, di famiglia e di nazione.
Ben detto, caro Mdc! Oggi sono stato alla parata e continuo a commuovermi come un fesso. W l’Italia!!
am
Ho visto la trasmissione quello anno. Bellissima l’uscita del Prof. Martino nella macchina presidenziale. La prossima che vedrò, auguro che Lei sia al posto del presidente!
Probabilmente anche quelli di Milano Finanza sono rassegnati al fatto che l’Italia non farà nulla per ridurre il debito. Negli Usa, non proprio il paese più debole del mondo, il dibattito più acceso, forse anche più delle questioni Iran e Corea, riguarda il balanced budget e la lotta al debito, qui da noi invece tutti i partiti strepitano chiedendo all’Europa di poter sforare oltre il 3%. Ma dove vogliamo andare?
Caro Gianluca,
le cose cambierebbero solo in presenza di una crisi immediatamente incombente, quando sarebbe troppo tardi. Da quasi 40 anni sostengo la necessità di una politica di bilancio prudente. Evidentemente, non solo io ma anche tutti quelli che sostenevano tesi analoghe abbiamo parlato al vento. Quando, negli anni ’70-’80 dicevo queste cose, venivo accolto da sorrisetti di commiserazione. Le confesso che mi sono stancato un bel pò di ripetermi.
Cordialmente,
am
Carissimo Professor Martino, sono contento di poter leggere nuovamente qualche sua riflessione. Ho sempre sostenuto FI poiché innamorato delle sue idee politiche. Purtroppo le idee che ora sono maggioritarie nel centro destra sono molto lontane dall’idea originale del 1994. Non ho mai appoggiato la sinistra, PD e Renzi, ma in questi giorni mi chiedo cosa mi accomuna alla nuova ricetta keysnesiana salviniana.
Spero che ci possa essere una svolta, ma non vedo nessun vero liberale, liberista all’orizzonte. Forse mi sbaglio perché vivendo in Giappone non ho la possibilità di seguire con attenzione tutto ciò che accade.
Un ultimo sfogo. Ho letto che vogliono introdurre nuovamente la Leva militare…..ma che delusione…..
Con stima
Donatello
Gent.mo Prof. Martino,
bello rileggerla. cosa ne pensa di questo articolo ?
https://www.rischiocalcolato.it/2018/05/fine-delleuro-berlino-ha-il-piano-noi-no.html
Non capisco perche Lei e’ contro la scuola Austriaca di economia ci vorrebbe un post ad hoc.
cordialmente,
Massimiliano
Carissimo Professore e cari ADAM mi riaffaccio a questo blog con grande imbarazzo data la lunghissima ed irriguardosa assenza oltretutto dopo i calorosi ed immeritati affaffettuosi inviti rivoltimi. Amici e professore troppo lunga da spiegare. Ci sarà modo. ..
Riguardo alle vicende che sferzano di prora e di poppa al punto giusto le nostre vite, mentre guardiamo l’acquitrino della follia causata del buco con la banca intorno e i fattorini alle dipendenze, devo dire che come sempre una mano di insperata provvidenza poteva venire solo da un immarcescibile Gentiluomo Italiano e Siciliano come Lei prof. Martino. Del medesimo tenore per sagacia, forza e simpatia ho trovato i commenti. Ah che soddisfazione! Grazie! Vs sempre affezionatissimo cg
Caro Mdp (o Mdc),
BENTORNATO!! Cominciavo a preoccuparmi: sarà emigrato in Svizzera? Avrà chiesto asilo politico al Bangladesh? Invece, per fortuna, è sempre qui a godersi le follie del nostro tempo. Grazie mille,
am
Caro Professore,
i tempi sono veramente cupi e l’impossibilità di trovare una collocazione politica diventa realtà cruda. Continuo a pensare infatti che l’euro sia un problema, non il problema. Se l’alternativa è fra i fan sfegatati dell’euro (capaci di arrivare alla idolatria di una moneta e delle sua farraginosa costituzione monetaria) ed il duo 5Stelle-Lega che, invece, vuole tornare alla moneta comune per continuare ad ampliare a dismisura il perimetro della Stato, l’unica vera strada maestra per i liberali potrebbe essere l’esilio in un paradiso fiscale in cui vige l’anarco-capitalismo.
Con la consueta stima che si accompagna al piacere enorme di rileggere un suo scritto.
Massimo B.
Caro Massimo,
forse un paradiso fiscale anarco-capitalista è difficile da trovare. Potremmo, in alternativa, andare in Portogallo, dove il costo della vita pare sia la metà di quello italiano, o in Svizzera, che non sarà il paese più divertente del mondo ma è certamente uno dei meglio organizzati. Tuttavia, malgrado sia come lei afflitto da quanto accade oggi da noi, credo che resterò in Italia. Sono nato qui e qui morirò, spero non di fame!
Cordialmente,
am
L’Italia! 3000 anni (e non gli appena miserrimi 160), milioni di compatrioti ci guardano! Miliardi ci invidiano e qualche milione se non ci odia ci disprezza, esattamente per tutto ciò che siamo e rappresentiamo! Non lo so, ma io non riesco più a non amare perdutamente questa nostra Patria. w l’Italia W gli Italiani!
Caro Mdp,
anche in questo concordo in pieno con lei!
am
Professore, fuori dal parlamento sembra ringiovanito!
Luciano
Si diverta con questo post.
SCENARI ECONOMICI
maggio 27, 2018 posted by Francesco Carraro
CURA RICOSTITUENTE
Il Presidente Mattarella ha negato agli italiani il governo del cambiamento. Ne prendiamo atto e ci portiamo avanti coi lavori. Ecco il testo di una riforma della Carta Costituzionale finalmente in linea con i bisogni e gli auspici dei veri regnanti: i Mercati e l’Unione Europea. Quanto agli italiani, si rassegnino: la sovranità mica appartiene a loro.
Art. 1 – L’Italia era una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità non appartiene al popolo che la subisce nelle forme e nella sostanza e senza limite alcuno.
Art. 2 – La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dei Mercati, sia come singoli sia nelle formazioni istituzionali dove si manifesta la loro impersonalità e richiede ai cittadini l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale nei confronti dei grandi investitori internazionali.
Art. 3 – Tutti i cittadini hanno pari irrilevanza sociale e sono ugualmente sudditi davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, garantendo di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo delle riforme strutturali e l’effettiva appropriazione da parte dei capitali esteri dell’organizzazione politica, economica e sociale del paese.
Art. 4 – La Repubblica riconosce a tutti i cittadini la speranza improbabile di un lavoro precario e promuove le condizioni che rendano sempre più aleatorio questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, possibilmente gratis e senza accampare pretese, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e alla soddisfazione spirituale delle borse mondiali.
Art. 5 – La Repubblica, prona e invisibile, disconosce e rimuove le autonomie locali, attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio accentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze della sovranità assoluta e dell’accentramento dei poteri in capo alla Commissione Europea e alla BCE.
Art. 6 – La Repubblica tutela con apposite norme la maggioranza linguistica anglofona.
Art. 7 – Lo Stato e la Chiesa della Crescita sono, ciascuno nel proprio ordine e rispettivamente, subordinato il primo e sovrana e insindacabile la seconda. I loro rapporti sono regolati dai trattati istitutivi dell’Unione Europea. Le modificazioni dei patti, purché a beneficio della UE, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8 – Tutte le confessioni religiose dedite all’implementazione dei profitti del grande capitale privato sono libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse ed eccentriche rispetto al Pensiero Unico Accettato non hanno diritto di organizzarsi se non secondo gli statuti e i desideri dell’Unione Europea, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico comunitario. I loro rapporti con la UE sono regolati, anche contro la legge, sulla base di intese con le rappresentanze delle agenzie di rating.
Art. 9 – La Repubblica promuove l’involuzione della libera conoscenza, della cultura alternativa e della ricerca indipendente e autonoma. Tutela il paesaggio desertificato degli antichi distretti industriali italiani e il proprio patrimonio storico e artistico in attesa che venga definitivamente svenduto a corporazioni multinazionali.
Art. 10 – L’ordinamento giuridico italiano si genuflette alle norme del diritto comunitario anche se sconosciute. La condizione giuridica dello straniero immigrato è favorita dalla legge rispetto alla condizione dell’italiano autoctono, in conformità alle norme e ai principi non scritti della globalizzazione. L’italiano al quale sia impedito nel proprio paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche un tempo garantite dalla (vecchia) costituzione italiana non ha diritto d’asilo neppure nel territorio della sua (ex) Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge del più forte. Non è ammessa l’agevolazione del cittadino italiano neppure per sacrosanti motivi politici.
Art. 11 – L’Italia ripudia la guerra intellettuale al Pensiero Unico Accettato come strumento di offesa alla libertà indiscriminata dei Mercati e come mezzo di risoluzione delle ingiustizie internazionali; consente, in condizioni di disparità totale con l’Unione Europea, alle limitazioni di sovranità indispensabili ad un ordinamento che assicuri la povertà endemica e l’ingiustizia nelle Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni multinazionali rivolte a tale scopo.
Art. 12 – La bandiera della Repubblica italiana è il vessillo blu con cerchio di dodici stelle d’oro accompagnata al simbolo della libertà due punto zero: nero, bianco, nero, a tre bande verticali di uguali dimensioni.
Caro Luciano,
grazie per il complimento. Effettivamente non fare un beneamato e disertare l'”aula sorda e grigia” mi fa stare meglio. La Costituzione rivista la tenga per sè, non vorrei che qualche bello spirito ritenesse di doverla adottare!
Cordialmente,
am
Probabilmente il Presidente Mattarella non avrebbe accettato neanche il nome di Antonio Martino come ministro dell’economia, dato che è stato tra i primi a contestare la moneta unica europea molti anni prima dell’entrata in vigore dell’euro.
Praticamente non può fare il ministro perché la pensa diversamente dagli euro-ayatollah.
Presidente Martino
Non avevo dubbi che, ancora una volta, le sue idee e le mie coincidessero totalmente.
Saluti Matteo Napoletano
Grazie, caro Matteo. Purtroppo, non possiamo fare nulla!
Cordialmente,
am
Professor Martino, la sua laurea può anche essere vecchia di 54 anni, ma il principio alla base del diritto (formale) del re (oggi presidente della repubblica) di nominare il capo del governo e di co-nominare i ministri è quello che la sovranità spetta per enunciato al popolo, ma con immediatamente la postilla che essa è limitata dalla costituzione, la quale prevede le citate prerogative presidenziali.
In fondo, la nostra costituzione è una versione riveduta e corretta dello statuto albertino, con cui condivide il principio di base della divisione del potere fra stato e popolo. In pratica, una diarchia. Il potere appartiene allo stato, salvo quanto “octroyé” dal sovrano al popolo dal 1948 in poi: eleggere il parlamento, votare in referendum, eleggere enti locali e così via, ma nient’altro.
Il presidente della repubblica è il capo dello stato, e il governo formalmente è il suo governo. Formalmente, il potere del popolo è solo quello di eleggere i suoi rappresentanti nell’assemblea che discute e approva le leggi. Siccome per “governare” (inteso in senso lato) occorre legiferare, questo potere del popolo di fatto si estende alla formazione del governo, facendolo ritenere un potere che non è più nelle mani del sovrano. Domenica abbiamo solo assistito allo spettacolo di un sovrano che ha esercitato dei poteri che nella normale prassi non eserciterebbe.
Chi invece pensa che Mattarella abbia travalicato i suoi limiti deve per coerenza chiederne la messa in stato di accusa per attentato alla costituzione, giacché non farlo equivarrà a un’acquiescenza verso il suo comportamento ed renderà possibile il costituirsi di un precedente (che fra l’altro non è il primo) in senso opposto che spazzerà via dalla dottrina l’idea “che egli possa rifiutarsi di [nominare un ministro] solo in presenza di evidenti indizi di incostituzionalità”.
Caro Santore,
concordo col suo commento, ma non con la conclusione. La richiesta di messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica è una procedura complessa e farraginosa. Infatti, non credo che sia mai andata in porto. Non chiederla, tuttavia, non priva nessuno del diritto di esprimere le sue opinioni, cercando di evitare un’accusa di vilipendio del capo dello Stato.
Cordialmente,
am
Caro Professore e Presidente Martino,
Come sempre il suo articolo è pieno di verità. Lo condivido anche io nel mio piccolo su facebook. Come sempre centra il segno.
Con affetto e stima immensa,
Pierpaolo Sette
Grazie, caro Pierpaolo!
Con amicizia,
am
Caro Professore,
un piacere leggerla, come sempre.
Edoardo Lucio
Grazie, caro Lucio!
am
Forse l’unica speranza di ridurre il big gov in questo paese marcio è farci commissariare sul serio dai tedeschi (o meglio ancora dagli svizzeri). Che sia saltato il governo dei due partiti filo-Putin è solo un bene, meglio la padella della brace insomma.
Mi spiace ma lei non ha capito la gravità della situazione. Qui il problema non è chi sale al governo, ma che per andare al governo non basta avere i voti in Parlamento ma bisogna inchinarsi davanti alle richieste di altri soggetti.
GS
Cara Angela,
grazie di cuore. Il suo commento mi ha scaldato il cuore. Ne avevo davvero bisogno in questi giorni di tristezza per la nostra Italia.
Cordialmente,
am
Grazie prof, anche io l’ho immediatamente condiviso. la Repubblica Germanica d’Italia è spettacolare anche se c’è poco da ridere
Caro Professore, La ringrazio per questo scritto che ho provveduto a diffondere su Facebook nel mio piccolo.Tempi bui:noi forzaitalioti martiniani, una patria politica non ce l’abbiamo più;e tra poco non avremo neanche una Patria e basta.
Con immutata stima e grande nostalgia.