Su The Washington Post del 12 maggio è apparso un articolo di Don Rumsfeld, segretario alla Difesa sotto la presidenza Bush e mio ottimo amico. Rumsfeld si occupa delle rivelazioni di Wikileaks che ha reso pubblici documenti importanti relativi alla gestione della prigione di Guantanamo, al trattamento dei prigionieri e ai metodi con i quali sono state ottenute le informazioni che hanno condotto all’arresto di numerosi terroristi e hanno consentito di sventare diversi attentati.
Sono state queste informazioni e l’intenso lavoro d’intelligence che ne è derivato che hanno portato all’individuazione del covo di Osama bin Laden e alla sua uccisione. Rumsfeld critica senza mezzi termini Wikileaks per avere divulgato documenti molto riservati, mettendo in pericolo quanti sono stati rilasciati dalla base di Guantanamo dopo aver fornito preziose informazioni. Com’è chiaro, sono adesso bersaglio della vendetta di Al Qaeda. Non solo, se bin Laden avesse avuto accesso ai documenti, sarebbe ancora vivo; il suo nascondiglio di Abbottabad è esplicitamente menzionato in quei testi, ma non ha fatto in tempo (la pubblicazione è del 25 aprile).
Obama aveva promesso durante la campagna elettorale la chiusura della prigione di Guantanamo, evidentemente convinto che il trattamento dei terroristi ivi detenuti fosse inumano. L’indiscrezione del sito di Julian Assange fa giustizia di questo mito della sinistra, americana e non. Anzitutto, i tre terroristi morti nel 2006 si sono suicidati e non sono stati, come sostenuto, vittime di brutali interrogatori. I documenti mostrano quanto le guardie carcerarie hanno fatto per rispettare le sensibilità religiose dei detenuti: veniva suonato cinque volte al giorno l’appello alla preghiera, erano serviti soltanto cibi consentiti ai mussulmani e il Corano era toccato solo con i guanti e non, com’è stato detto, buttato nel gabinetto.
Rumsfeld sostiene che questi dossier avrebbero dovuto essere usati dagli storici del futuro, non dati in pasto all’opinione pubblica di oggi. L’ex segretario alla Difesa fu fra i promotori del Freedom of Information Act (la legge che consente, dopo un certo tempo, l’accesso del pubblico ai documenti riservati), convinto che il libero flusso d’informazioni sia vitale per una democrazia. Tuttavia, aggiunge, la liberta d’informazione va valutata senza ignorare le esigenze di sicurezza nazionale. Tuttavia, conclude, anche se l’indiscrezione ha messo a rischio la sicurezza nazionale e l’incolumità dei terroristi che hanno collaborato con l’intelligence americana, ha anche riscattato le politiche dell’amministrazione Bush, mettendone in evidenza l’efficacia e la correttezza.
Non siamo ancora arrivati alla distanza di tempo necessaria per formulare giudizi equanimi; la presidenza di George W. Bush rappresenta un’epoca troppo vicina a noi. Forse, fra un decennio, potremo riparlarne con maggiore ragionevolezza. Voglio, tuttavia, correre il rischio di essere accusato di partigianeria, ma sono fermamente convinto che il mondo sarebbe molto meno insicuro con lui alla Casa Bianca di quanto non sia adesso, quando quell’edificio sembra disabitato.
Antonio Martino, 18 maggio 2011
“..quell’edificio sembra disabitato..”. PAROLE SANTE !
In politica estera è proprio un bluff questa amministrazione, a volte mi sembra che il Presidente in realtà sia la signora Rodham !
Dall’altra parte, tra i repubblicani, sarebbe l’ora che qualcuno incominciasse a proporsi come candidato per le primarie in vista delle elezioni presidenziali, in programma tra 17 mesi.
C’è un politico che a mio parere potrebbe essere un candidato forte, più probabilmente per il 2016. Di nome fa John Ellis, noto Jeb, di cognome ve lo lascio immaginare…
Carissimo Dott. Martino, sono felice di potere scrivere sul suo blog e di discutere con una persona del centro destra italiano vera e non fasulla come tanti altri. mi fa piacere sapere che il lavoro svolto da George W. Bush sia stato usata dall’ attuale inqulilino della Casa Bianca come base per l’ uccisione di Osama. Bush figlio è stato un Presidente sfortunato, ma con la sua tenacia texana ha riportato gli U.S.A. in una posizione dominante nei confronti degli avversari diretti che dopo l’ undici settembre 2001 volavano come avvoltoi sulle ceneri di Ground Zero. Sono d’ accordo con lei su tutto ciò che ha scritto. Spero di potere interloquire con lei ancora. Solo un’ ultima domanda. Lei quando torna al governo per rinforzare l’ ala liberale del PdL che allo stato attuale sembra sparita? Con i migliori saluti. Massimiliano