Il mio primo scritto in materia apparve sulla rivista di politica economica nel giugno del 1972 con il titolo La politica monetaria e il piano Werner. Sono sempre stato critico dei tentativi d’introduzione di una moneta unica europea, non perché sia antieuropeo né perché non ritenga che a certe condizioni una moneta comune per l'Europa non sia desiderabile, ma per il modo in cui era stata introdotta. Essendomi ripetuto più volte su quest’ argomento, non insisterò, dirò soltanto che quando ero un economista accademico nessuno mi mosse critiche per le mie posizioni, quando ripetei le stesse idee da Ministro degli affari esteri l'attuale sindaco di Torino - che non è purtroppo qui fra poi per confermarlo - disse che ero euroscettico ed antieuropeo, io, che ero figlio di uno dei fondatori dell'Europa unita, di uno dei firmatari dei Trattati di Roma, del promotore della Conferenza di Messina, che avviò il processo di unificazione dell'Europa. Questa moneta europea farebbe inorridire i padri dell'Europa (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà e dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Essa è sbagliata per il modo d’introduzione, è sbagliata perché manca di una credibile costituzione monetaria, è sbagliata perché manca di una credibile costituzione fiscale. Il fiscal compact, elogiato dall'onorevole Tempestini, non è un progetto in base al quale i Paesi in surplus debbano pagare i debiti dei Paesi in deficit per aiutarne la crescita: in quale mondo vive, onorevole Tempestini? Esiste un modo perché si possa avere sovranità nazionale e al tempo stesso una moneta unica e responsabilità nella gestione dei bilanci: sono gli Stati Uniti d'America. I cinquanta Stati usano tutti il dollaro, ma non è mai venuto in mente a nessuno che lo Stato federale dovesse intervenire per salvare Stati che avevano condotto una politica di bilancio fallimentare. Gli Stati degli Stati Uniti d'America possono fallire, non li aiuterà né il Governo federale né la Federal Reserve, prestatore di ultima istanza (lender of last resort)!
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
ritornare all’europa dei 9 o dei 12. questo e’ e deve essere il primo obbiettivo. 2° ripristinare la sovranita’ del Paese – 3° euro andrebbbe pure bene ma con l’europa dei 9/12 e comunque con determinazione delle banche nazionali.
parafrasando k.marx ”…….. che con intelligenza, sia critico verso l’attuale sistema oppressivo.”
tiriamoci fuori da questo pantano.
Onorevole Martino, lei e’ l’uomo che puo’ salvare il mondo dai disastri delle follie europeiste.Tessera n..2 di Forza Italia, giusto? La matematica non e’ un’opinione: dopo il n. 1 viene il 2. Forza Antonio
A proposito di cose “interessanti” e “condivisibili”…
Da apprendista stregone strabiliarmi potuto non ho circa l’apparente identita’ di vedute tra economisti delle piu’ disparate scuole di pensiero su di un punto:
l’auspicabile eliminazione del fractional reserve banking!
La pratica, secondo larga parte del mondo accademico, sarebbe foriera di instabilita’ del sistema economico-monetario.
Data la singolare coincidenza di opinioni se ne deduce che la proposta deve essere quantomeno folle, da cui la sacrosanta necessita’ del mondo politico e dell’informazione tutta di buttarla nel dimenticatoio!
E che diamine! Non lo hanno capito ‘sti economisti che “pecunia non olet” anche se “out of thin air”?
In ufficio molto meglio se lavori… pecunia non olet…
Saltare qualche trasmissione di approfondimento politico dell’italiana TV, magari giova.
Bè, è un pò lungo . . . però mi sembra divertente (“Better cut my pizza into four slices, I’m not hungry enough to eat six.”).
Non so se troverò qui in ufficio il tempo di leggerlo. Dovrei non aver proprio voglia di far niente . . .
Veramente, è passata la legge secondo cui per lo Stato “pacta non sunt servanda”?
Pazzesco. Pensavo ne stessero solamente parlando. Così, come si parla degli UFO.
Voglio proprio vedere che succede. Il diritto è morto, ma gli avvocati esistono ancora.
… e perdona il mio italiano… che pena…
@Guido
Sull’argomento ho trovato questo che sembra documento che sembrerebbe più consono agli ingegneri:
http://econpapers.repec.org/scripts/redir.pf?u=http%3A%2F%2F129.3.20.41%2Feps%2Fmac%2Fpapers%2F0203%2F0203005.pdf;h=repec:wpa:wuwpma:0203005
Premetto che ho solo cominciato a dargli una scorsa, ma sembra un po’ inquietante…
Che siamo veramente tutti dei fallocefali?
Mi farebbe piacere avere il tuo parere. Ovviamente, anche quello di Martino, ma la vedo un po’ ardua visto l’argomento un po’ “scottante”.
Ecco il problema: la Costituzione – vecchia, raggrinzita, programmatica e non attuale, con articoli ispirati alla Costituzione sovietica del 1936 – questa Costituzione può essere impunemente violata, a condizione che chi la viola sia della parte giusta. La certezza del diritto? Lo stato di diritto? Argomenti da salotto agitati da chi ritiene che possa muoversi in assoluta libertà nell’interpretazione delle norme.
Ad esempio, questo governo, accogliendo il suggerimento di “giuristi” o economisti vicini a Bersani, ritassa i capitali scudati, rientrati tre anni fa, sui quali Tremonti aveva voluto un’aliquota bassa (5%). Un’aberrazione,che, se portata innanzi alla Corte Costituzionale, troverebbe sicuro sostegno come è già successo con la rapina notturna del socialista (Amato) errante nei nostri conti correnti nell’anno di grazia 1992, quando è stato reinterpretato l’articolo 47 della Costituzione. Sono gli assertori del diritto sostanziale, gli assassini del diritto, della civiltà giuridica. Aveva ragione Cesare Beccaria: l’autorità di interpretare la legge non può risiedere presso i giudici per il semplice fatto che non sono legislatori. Oggi Beccaria verrebbe crocifisso dai nostri mozzorecchi, dai giacobini in servizio permanente, eed incriminato per lesa maestà.
Oggi inventano reati (concorso esterno in associazione mafiosa che NON esiste nel nostro codice)e danno un’interpretazione dinamica alla legge, sostituendosi al parlamento.
Quanto si risparmierebbe eliminando la Corte Costituzionale? Segnaliamola a Bondi (il “tagliatore scortese”) come istituzione inutile.
Onorato, sono io che la ringrazio, caro Professore, e se posso insistere ancora un poco, temo che ciò che Lei chiama qui, caso, abbia molto a che fare con quella provvidenza che ad Asti, Le ha ricordato di essere orgogliosamente Italiano. Ecco, sò che la parola provvidenza è pericolosa come la nitroglicerina in mano ad un bambino, in ambito politico, ma confido molto, da anni, in Quelle Mani che con Amore muovono “il ciel e l’ altre stelle” e credo proprio che anche le Sue siano state da Quella preparate per l’ oggi(ariecco la nitro!). Da parte mia, sono convinto che l’ errore dei cosiddetti “uominidellaprovvidenza”, di qualsiasi ventennio parliamo, abbiano il difetto di credere essere loro stessi la provvidenza. Orbene, Lei non è così e se il mio occhio clinico non m’ inganna, non credo di sbagliarmi affatto. Buon 4 Luglio Professore!
Grazie di cuore, caro medico di provincia. L’unica vera ricchezza, non confiscabile né tassabile, sono i nostri ricordi. Il caso ha voluto che io ne abbia avuti a iosa. Sono loro e gli attestati di amicizia come il suo a rendere la mia vita un’esperienza fantastica. Grazie,
am
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Antonio Martino. Ne ha facoltà.
ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, sul metodo, e non nel merito, quella che si sta perpetrando in quest’Aula, oggi, è un’ennesima violazione della nostra Costituzione. Vorrei ricordare che nello Statuto albertino esisteva la revoca del ministro. Il Presidente del Consiglio proponeva al re di revocare un ministro e, se il re controfirmava, il ministro veniva revocato.
I padri fondatori della nostra Costituzione dibatterono se mantenere la revoca o meno: decisero di non mantenerla, perché volevano sottolineare che la responsabilità deve essere collegiale dell’intero Governo, e non può essere mai individuale del singolo ministro. La decisione della Corte costituzionale sul caso Mancuso ha aperto un vergognoso vaso di Pandora, consentendo queste sceneggiate anticostituzionali (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Elsa Fornero non ha bisogno della mia fiducia; il suo Governo non l’ha mai avuta, però. Stimo moltissimo Elsa Fornero e la conosco da molti anni. Il problema che io pongo è un altro: non dobbiamo più consentire che vengano presentate mozioni di sfiducia individuali (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Camera dei deputati, 4 luglio 2012
Dear Martino, you are the man! Aren’t you? Scusi ma mi viene di getto. Per quel poco che so di Lei, la Sua storia personale, politica e professionale, gli studi e i maestri che ha avuto, Suo padre G.M. e il Suo grande amico e maestro, M.F., perfino i professori di liceo e la sua adorata Signora, sembra che tutti loro con noi tifiamo proprio per per Lei. Isn’t it? I modi per una Sua candidatura io non li conosco, ma sono certo che un bravo “stratega” per la bisogna Lei lo conosce. In ogni caso, scusi di nuovo se sono stato indiscreto nominando Persone così sacre al Suo cuore era solo per per dirLe con rispetto, stima ed affetto “You are the right man in the right moment!” Un caro saluto a Lei ad agli adam! A presto.
Caro Mad Max,
ha ragione. Purtroppo fra il dire e il fare c’è di mezzo il grande sindacato, la grande sinistra e gran parte dell’opinione pubblica. C’è bisogno di un leader di coraggio (Reagan, Thatcher), ma non ne vedo all’orizzonte.
Cordialmente,
am
Piacerebbe sentirla anche a me, così corregge i miei di sproloqui… e io ne approfitto per imparare (qualche eccezione a “nessun pasto è gratis” bisognerà pure trovarla per confermare la regola).
“Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”
Effettivamente, per quanto ammiri lo Hayek della filosofia politica, ho molta difficoltà a comprendere e condividere i suoi scritti di economia. Il più interessante di questi ultimi è forse quello sulle valute private(per quanto “interessante” non significhi “condivisibile”).
Grazie Adriano. Anche se avrei preferito l’opinione del Prof. Martino. Non tanto sugli sproloqui relativi alla dimensione dei conti correnti, quanto all’effetto inflattivo/deflattivo di un fallimento bancario.
A proposito di Europa e Spending review cosa ne pensa On.Martino di questi dati? Germania 80 milioni di abitanti e 2% di dipendenti pubblici (efficienti). Italia 60 Milioni di abitanti e 6% di dipendenti pubblici (inefficienti).Mandarne a casa il 4% risolviamo qualcosa in tema di spesa pubblica,lasciando stare il carico pensionistico? grazie e saluti Mad Max
Se P-S sara’ ricordato come lo sveglia-bamboccioni, Monti forse passera’ alla storia come il (sedicente) domatore di mercati.
Pero’ la tua, posta una certa condizione, potrebbe anche rivelarsi una idea geniale…
Rischia di fare la fine di Padoa-Schioppa: dopo l’esperienza al governo, nessuno dirà più che è un economista!
am
Hanno innalzato l’arco di trionfo, ci saranno sfilate e Te Deum di ringraziamento, fiori e feste per Monti vincitore a Bruxeles ( e menagramo a Kiev, stando a certa stampa). “Io, messes et bona vina date” (tibullo), esclamano i plauditores.Peccato che le borse, dopo la ventata di ottimismo di venerdì scorso, sembrano avere esaurito la “spinta propulsiva” forse immaginando che i risultati nient’altro sono che pannicelli caldi. Lo tsunami, del resto, non si blocca con la catena umana. L’Europa ha esclamato un timido “bau” con la speranza di mettere in fuga i cattivoni, che poi sarebbero i cosiddetti speculatori. E c’è addirittura chi, come D’Alema “sempre in piedi” e l’entusiasta Casini (che in Monti vede la Madonna di San Luca per la inaspettata chance di improvvisa – ed improvvida – notorietà che lo ha colpito) vorrebbero Monti leader; del centro sinistra,ça va sans dire. I due, il gatto e la volpe innanzi citati, certificano con la loro proposta, la disperazione della classe politica. Essi fanno finta di ignorare che se la navigazione di Monti è avvenuta in acque relativamente tranquille, se ha potuto far finta di affrontare tematiche importanti senza risolverle, ciò è accaduto unicamente per la tregua tra destra e sinistra e nonostante le prove di palese incapactà di alcuni ministri i quali, in una condizione normale dialettica politica, sarebbero stati letteralmente sbranati. Tregua che sparirebbe illico et immedite se Monti desse solo un timido cenno di assenso verso quella strana proposta. Allora di lui verrebbero immediatamente sottolineati quei tratti che sembrano essere stati la sua cifra distintiva in questi ultimi mesi: l’immnensa titubanza, la mal digerita scienza economica. Il caro leader si troverebbe, come un novello re travicello, in balia dei marosi della politica che lui non saprebbe come affrontare perchè non ha né il fisico né la cultura politica per farlo.
Grazie Prof. Martino,
Questa sua ‘dritta’ mi ha costretto ad un ragionamento che mi ha chiarito molto (credo) le idee.
http://www.chicago-blog.it/2012/06/22/europeisti-cioe-socialisti-e-no-global-di-dario-ciccarelli/
http://www.chicago-blog.it/2012/06/22/europeisti-cioe-socialisti-e-no-global-di-dario-ciccarelli/
Onorevole Martino, per ossequio all’ ideologia europeista l’Italia ignora il diritto internazionale, non tutela il made in Italy, non applica le misure di salvaguardia previste dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, vive la globalizzazione senza diritti.I nostri giovani non studiano il diritto internazionale ne’ l’inglese: perche’ gli italiani – questo asseriscono gli europeisti – puo’ salvarli solo la burocrazia di Bruxelles.L’Ue non e’ una nazione: nelle Organizzazioni internazionali costituisce un’anomalia da superare al piu’ presto. Dario dciccarelli@yahoo.it
Esatto!
am
Neppure di carta si tratterebbe alla fin fine, ma solo di riserve delle banche presso la banca centrale, cioè solo di registrazioni contabili in un database.
Ma il punto è un altro.
‘A mio parere’, proprio per il moltiplicatore monetario, come lo chiami tu, le esposizioni debitorio/creditorie delle banche sono conti correnti di qualcuno.
Dov’è il problema in questo momento? Da dove arriva tutto il can-can del famoso circuito vizioso tra banche e debiti sovrani?
Le banche, attraverso il ‘moltiplicatore monetario’, hanno prestato un sacco di soldi (creati dal ‘nulla’) agli stati in cambio di bond.
Questa esposizione è CREDITORIA non debitoria!
Quello che le banche fanno è ‘accreditare’ sul c/c dello stato una certa somma (come farebbero con te se chiedi un prestito).
Ora gli stati mica vanno a prestito per tenersi lì un bel gruzzolo nel c/c!
SPENDONO, pagando stipendi, finanziando opere pubbliche, etc.etc.
Ora, alla fin fine i percettori dei soldi sono clienti delle medesime banche per cui tutto si risolve con delle trascrizioni contabili dal c/c dello stato al c/c dei “fornitori” (anche del tuo se fai qualche lavoro pubblico)!
Verso questi ultimi la banca ha una esposizione DEBITORIA!
Solo che quei “soldi” non sono mai esistiti! La cosa sarebbe più facile da capire se come base monetaria avessimo l’oro e qualunque “cosa” in quantità praticamente limitata.
Se tutti decidessero domattina di ritirare i “soldi” dal c/c (oro) non ce ne sarebbero per tutti.
Con il sistema a carta moneta il problema non si pone fintantoché tutti sono convinti (ah… la fiducia!) che i bond sono un bene sicuro perchè uno stato può sempre pagare(rating AAA per capirci), perchè in tal caso le banche possono correre alla banca centrale a chiedere un prestito di “base monetaria” offrendo tali “asset” come collaterali!
Me se i bond vengono considerati spazzatura (vedi grecia)?
(Lo stesso vale per la bolla immobiliare! Il problema inizia quando il ciclo si inceppa perchè un numero sempre maggiore di persone non riesce a ripagare il mutuo.)
Alla fin fine, se ci pensi bene, ‘costringendo’ le banche ad acquistare i bond è come se la moneta (dal nulla) la creasse direttamente lo stato.
Da qui la pressione sulle banche centrali lasciate ‘sole’ dai politici con la patata bollente del dubbio amletico: monetizzare o non monetizzare?
Se non si aiutano le banche infatti si innesca una deflagrazione deflazionistica paurosa (si annulla in un colpo solo tutta l’inflazione monetaria accumulata precedentemente).
Se si aiutano… gli stati continuano a fare gli… stati ed emettere bond.
L’intervento di Martino è quindi solo APPARENTEMENTE contraddittorio. Bisognerebbe prima lasciar fallire gli stati e di seguito intervenire in aiuto del sistema bancario.
La regola friedmaniana è un second best, lui avrebbe preferito l’abolizione delle banche centrali o un sistema con riserve al 100%. Non era contrario al “true to God” Gold Standard, ma era convinto che sarebbe stato subito sostituito da un sistema frazionario. Quanto alla tesi austriaca sui cicli del credito, non mi ha mai convinto molto: Hayek era convinto che la Grande Depressione richiedesse una CONTRAZIONE della quantità di moneta in circolazione (un pò come curare la diarrea con l’olio di ricino!).
Cordialmente,
am
Sì, sono sicuro. Non solo perché la carta costa molto poco, ma anche perché l’entità dei conti correnti penso sia molto piccola rispetto all’esposizione debitoria di una banca. Sempre in virtù del famoso moltiplicatore monetario.
Elimina
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
Forse sono stato un po’ “inaccurato”…
“1) stampare denaro per rimpiazzare “tout court” i conti correnti improvvisamente “volatilizzati” per un fallimento bancario, produce inflazione?”
Nel momento in cui lo fai non produci inflazione, ma semplicemente “avvalli” quella prodotta in precedenza dalla banca che, attraverso il meccanismo della riserva frazionaria, aveva “creato” quasi dal nulla il contenuto dei conti correnti
poi “volatilizzatisi”.
Se non lo fai crei deflazione, ma semplicemente perchè rifiuti di “riconoscere” il valore dei conti correnti che la banca, attraverso il meccanismo della riserva frazionaria, aveva “creato” quasi dal nulla.
TUTTAVIA, nel primo caso cosa succederebbe subito dopo?
I rimborsati depositerebbero la (nuova) base monetaria in un’altra banca. A quel punto…
Altro punto:
sei sicuro si davvero meno costoso lasciare fallire la banca e rimborsare i correntisti?
Nessuno si sognerebbe di lasciar fallire una grossa banca e poi corrispondere ai correntisti l’equivalente del loro fu conto corrente!!!
E’ molto meno “costoso” fornire liquidità immediata non appena la “corsa agli sportelli” comincia così tutti si tranquillizzano subito e torna la “fiducia”.
Perchè di questo in fondo si tratta: di moneta fiduciaria.
Chiedo scusa, la mia segnalazione era diretta più che altro ai frequentatori del suo blog. Sinceramente, non credo che lei abbia bisogno di ascoltare la BBC per conoscere pro e contro del Gold Standard (e per di più, sorbirsi il biografo di Keynes…)
Per quanto mi riguarda, la conoscenza del gold standard mi ha aiutato a capire meglio molte altre cose, ad esempio la riserva frazionaria. Si è mai chiesto quanti abbiano la più pallida idea anche solo del fatto che esista?
Personalmente, credo che un sistema Gold Standard e un sistema a moneta forzosa gestito secondo “l’algoritmo” di Friedman (crescita prefissata della base monetaria di un, diciamo, 5% all’anno) sarebbero, dal punto di vista PRATICO, esattamente la stessa cosa (come se nel gold standard l’oro aumentasse del 5% l’anno).
Comunque, nessuno dei due sistemi risolverebbe il problema dell’espansione e contrazione (inflazione/deflazione) ciclica dell’aggregato monetario, con le conseguenze che sappiamo.
Sarebbe possibile avere un sistema nel quale si stabilisce direttamente una crescita prefissata (anche del 15%) di un certo aggregato monetario invece di controllare solo la base monetaria?
Ovviamente… banchieri e governi permettendo…
Mi sembra che al vertice europeo si sia cercato di curare i sintomi, non le cause della crisi:
– Soldi alle banche dai fondi Efsf-Esm.
– Soldi dei fondi Efsf-Esm per comprare titoli di debito pubblici (già mesi fa la BCE prestò all’1% migliaia di miliardi alle banche che comprarono i titoli, lo spread si dimezzò ma l’effetto “doping” durò poche settimane).
– 130 miliardi per gli investimenti pubblici (spargere un po di cemento o cosa ?)
Il problema della spesa pubblica e dell’alta pressione fiscale che strangola l’economia non sono neanche stati presi in considerazione, dunque l’euforia non credo durerà molto.
Si vuole togliere sovranità fiscale agli Stati per imporre a tutti le stesse politiche ? Mi pare pericoloso che gli Stati facciano tutti la stessa politica economica, se sbaglia uno sbagliano tutti condannando l’intero continente alla recessione. E chi prenderebbe le decisioni, gli eurosauri guidati da un Van Rompuy qualunque o un governo europeo eletto dal popolo ?
Preferisco di gran lunga il sistema americano con gli Stati che fanno politiche fiscali diverse, tassazioni diverse ed entrano in competizione tra loro. Se la California affoga nei debiti e rischia la bancarotta, il Texas non ne risente così come non ne risente il dollaro.
Aggiungendo sempre la magica frase ‘a mio parere’…
La tua risposta alla domanda 1 è perfettamente corretta nel breve periodo. Nel medio-lungo periodo può essere ancora corretta come può non esserlo.
La domanda che mi porrei è: quando e perchè una banca fallisce?
Perchè, ahimè, nel caso di una banca soccorrere i correntisti equivale a soccorrere la banca.
Scusami, non ho capito cosa intendi.
Se io fossi un economista, e tu un politico, ti risponderei:
“Lei, quanto vorrebbe che durasse?”
Grazie della risposta ad entrambi, che però lasciano illesi i dubbi che volevo chiarire.
E’ evidente che ho posto male le mie domande. Riprovo:
1) stampare denaro per rimpiazzare “tout court” i conti correnti improvvisamente “volatilizzati” per un fallimento bancario, produce inflazione?
Perché secondo me, la risposta è “no”. Al contrario, non farlo produrrebbe deflazione.
E se la risposta è questa, e la garanzia proposta si potesse adottare, non vi sarebbe più alcun motivo di soccorrere le banche dai fallimenti (nessuno correntista ne avrebbe paura). Meglio soccorrere, eventualmente, i correntisti (costa anche meno).
2) Vorrei un’opinione sull’attuale valore limite del “moltiplicatore monetario” (95) che trasforma le banche in zecche. L’argomento è in relazione al primo, ovvero alle conseguenze di un fallimento bancario. Questa volta, nei confronti dei debitori della banca, rispetto ad assets che questa non ha mai posseduto, ma ha comunque “prestato”.
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
Caro Adriano,
il Gold Standard puro (non frazionario) aveva molti vantaggi e relativamente pochi inconvenienti. Il Gold Standard storicamente esistito è quello che Friedman chiamava pseudo-, cioè l’oro detenuto dalle banche era solo una frazione delle banconote in circolazione, convertibili in oro “teoricamente”. Entrambi i sistemi erano, a parer mio, superiori al sistema puramente fiduciario e cartaceo, esposto all’arbitrio dei banchieri centrali e all’ingordigia dei governi.
I personaggi da lei citati non sono tali da indurre in me l’irresistibile desiderio di vederli all’opera. Ma non è certo colpa sua! Grazie per la segnalazione,
am
Provocazione!
Quanto durerà secondo voi l’euforia per la vittoria dell’Italia sulla Germania?
Non mi riferisco al risultato calcistico ma al derby Monti-Merkel!
E per euforia intendo in termini di borse e spread!
Scommesse accettasi…
A chi se la cava con l’Inglese potrebbe interessare (forse) questo approfondimento sul Gold Standard che andrà in onda su radio BBC4:
http://www.bbc.co.uk/programmes/b01k9qd8
Ci sono ospiti di prim’ordine tra i quali:
Lord Skidelsky: Cross-bench peer, Emeritus Professor of Political Economy at the University of Warwick and biographer of the economist John Maynard Keynes
Dani Rodrik: Professor of International Political Economy at Harvard’s Kennedy School of Government and author of The Globalization Paradox: Democracy and the future of the World Economy
Barry Eichengreen: Professor of Economics and Political Science at the University of California, Berkeley and author of Exorbitant Privilege – The Rise and Fall of the Dollar and the Future of the International Monetary System
Dr DeAnne Julius: chairman of Chatham House and former member of the Bank of England’s monetary committee
Lord Lawson: Conservative former Chancellor of the Exchequer
@ Guido
“Infatti, è mia opinione che rimpiazzare i conti bancari non aumenti la base monetaria. Era moneta che un’attimo prima del fallimento esisteva.”
Con il linguaggio che usa spesso il Prof. Martino per rispondere ai miei post, ti direi:
Tempo che tu confonda la base monetaria (M0) con gli aggregati monetari (M1-2-3)…
I fallimenti bancari a catena sono stati la causa della Grande Depressione. Lei ha ragione che esiste un certo “moral hazard” nell’impedirli, nel senso che togliamo ai banchieri un incentivo a gestire adeguatamente la loro banca, ma il rischio va corso. I danneggiati sono sia gli azionisti sia i depositanti. I primi non devono essere tutelati: l’assunzione del rischio è la giustificazione dei guadagni. I secondi vanno assicurati e, fino a un certo importo, lo sono. Sarei dell’idea che dovrebbero essere assicurati anche per importi maggiori, ma ovviamente la questione è opinabile.
Cordialmente,
am
Però, io non sono contrario ai fallimenti bancari.
Anzi, penso che la mala gestione vada perseguita.
Ritengo invece che la banca centrale, rea di mancata sorveglianza, debba risarcire i correntisti (solo loro, non gli azionisti, che lucrano sul rischio), nel caso di fallimento bancario.
Infatti, è mia opinione che rimpiazzare i conti bancari non aumenti la base monetaria. Era moneta che un’attimo prima del fallimento esisteva.
Ciò che va messo in discussione, per me, è il moltiplicatore monetario.
Chiedo lumi, in merito ad ambo le questioni, al Professor Martino.
Infatti, e’ proprio questo lo scopo!
Monti ha chiesto nel ultimo vertice europeo che la BCE sia prestatrice di ultima stanza, o esiste una minestra strana? Tobin Tax, Eurobond e adesso “scudo anti spread”, messi come una vittoria contro la Merkel, mi confondono le idee.
Mitico Giulio di Siena!
Grazie,
am
Lei, onorevole, ha sfidato due giganti del pensiero economico, Tempestini e Lulli, in particolare quest’ultimo, ai quali ha fatto crollare la convinzione secondo la quale il surplus dei paesi virtuosi sarebbe andato a ricoprire il deficit di chi spende in allegria (una redistribuzione all’italiana per incentivare i fricchettoni). Il Lulli (di professione sindacalista), l’ha invitata a ritornare a scuola, ma quella delle Frattocchie.
la più paurosa recessione che la storia economica abbia vissuto, farà sembrare la Grande Depressione un’inezia!
Non ho potuto dire altro: avevo un minuto e, grazie alla complicità di Maurizio Lupi che presiedeva, ho parlato per oltre tre minuti!
am
Si potrebbe aggiungere il resto del discorso? Vorrei sentirlo integrale.