Riportiamo integralmente il testo dell'intervista rilasciata dal Prof. Antonio Martino a Fabio Martini per la Stampa il 1 ottobre 2021
Antonio Martino, tessera numero due di Forza Italia, un’amicizia con Silvio Berlusconi di lungo corso ma coltivata con spirito critico e tanto humour, non ha dubbi: «Le potrei parlare delle virtù di Silvio per le prossime due ore, ma conosco i suoi limiti: quasi mai ha saputo scegliere le persone e non ha mai coltivato una successione degna di questo nome. Ma al tempo stesso dobbiamo prendere atto che né Giorgia Meloni né Matteo Salvini hanno la stoffa del leader: nessuno dei due lo vedrei come presidente del Consiglio di un nostro governo, di un governo di centro-destra». Classe 1942, ministro della Difesa e degli Esteri nei governi Berlusconi, «semplicemente liberale» come si definisce lui, da tre anni ha lasciato il Parlamento ma è sempre in palla, distilla battute agrodolci, discetta di «calcolo di probabilità oggettiva e soggettiva» a dispetto delle dodici sigarette al giorno e scoppia a ridere quando fa i conti: «In tutta la vita sa quante ne ho fumate? 260 mila!».
Si vota in cinque grandi Comuni e i partiti del centrodestra si sono spartiti i candidati, spesso rinunciando a personalità competitive e privilegiando le quote: lei a Roma voterà per Enrico Michetti?
«Non conosco i candidati... per legittima difesa non leggo i giornali...».
Fuor di battuta?
«Se ci fosse stato Guido Bertolaso, avrei votato per lui».
Par di capire che voterà per Carlo Calenda?
«Voterò per il più simpatico!»
Il centrodestra può contare delle intenzioni di voto, ma sembra senza guida?
«Ma questo appartiene anche alla responsabilità di Berlusconi. Silvio ha un grosso difetto: quasi sempre sbaglia nella scelta delle persone. Prenda i presidenti delle Camere: Pivetti, Casini, Fini. Quando ha fatto una scelta oculata, quella di Marcello Pera, poi non è stato conseguente. Ma l`errare più serio è un altro...».
Sarebbe a dire?
«Non ha coltivato una classe dirigente capace di rilanciare la sua politica».
A palazzo Chigi confidano che i tre ministri di Fi sono tra i più affidabili e capaci...
«Prendiamo il vice di Berlusconi a Forza Italia: Antonio Tajani è una persona perbene, ma gli italiani lo identificano con l`Europa, che non è in cima ai loro migliori pensieri».
Per ora il consenso popolare, a destra, premia Giorgia Meloni: le sembra che abbia il passo da futura presidente del Consiglio?
«Con lei ricordo uno scontro quando era ministra per le Politiche giovanili. Lei caldeggiava un provvedimento a favore delle "comunità giovanili" (associazioni di persone di età sotto i trent`anni), intervenni per ricordare che non è ammissibile chiedere ai cittadini di mettere le mani al portafogli, riducendo le risorse destinate alle finalità essenziali dello Stato per poi dilapidare denari in provvedimenti della cui, non dico utilità, ma addirittura serietà, è lecito dubitare. Avemmo uno scontro in Parlamento, il provvedimento non passò e lei mi mandò a quel paese». Mai più vista?
«No, no! Sono andata a trovarla di recente. Ci siamo parlati in modo rilassato. Una donna intelligente, sbaglia chi la sottovaluta o la criminalizza seguendo vecchi stereotipi. A tu per tu le ho detto: Giorgia, sei maturata».
Le ha detto: Giorgia sei la leader di tutti noi?
«No, perché non mi pare che abbia la stoffa, un domani, per assumere la guida del governo del Paese. Ha notevoli doti organizzative che torneranno utili».
Le pare che Salvini potrebbe guidare un Paese del G7?
«No. Ho conosciuto bene Umberto Bossi: era un "selvaggio" e anche un po` razzista e Salvini, a dispetto di quel che dicono i suoi avversari, non è razzista. Ma anche lui non può fare il capo del governo. Potrei dirlo con una battuta: non ha la "faccia" del leader».
Il capo della destra al momento non c`è?
«No e anche se non so se augurarmi un governo solamente di centrodestra, penso al Pd e ad Enrico Letta e divento un estremista di destra».
condivido in pieno. Se ne va uno degli ultimi liberi pensatori . Rimango onorato di averlo conosciuto grazie al Giornale di Montanelli, scoperto di essere mio compaesano alla discesa in campo ( mai interessato di politica attiva, ne sconoscevo l’albero genealogico), ho anche apprezzato la sua allergia alla politica delle segreterie anche se questo ha creato non pochi problemi a noi ragazzi che lo seguivamo, tagliandoci fuori da tutto perche’ ovviamente non potevamo scendere a patti con determinata gente che ha rovinato il progetto iniziale di Forza Italia. Un abbraccio a tutti e viva la liberta’
Alberto Pilato
Carissimo Professore,
anche se non abbiamo avuto la possibilità di conoscerci di persona, non posso non ringraziarla per la cordialità che ha sempre voluto mostrarmi nel nostro rapporto epistolare, anche privato.
Ritengo mio massimo titolo d’onore che lei abbia voluto chiamarmi amico.
Questa nostra Italia non è forse in grado di comprendere la gravità della perdita subita con la sua scomparsa.
Noi liberali abbiamo perso un Maestro che, nonostante il presente non possa che rattristarci, non ha mai smesso di insegnarci che il metodo liberale è l’unico che possa dare una speranza per il futuro.
Lei resterà per sempre nel mio cuore e nella mia mente.
Con amicizia, suo devoto
Franco Cattaneo
Caro Prof. Martino,
ricordo con emozione i suoi articoli (e di Sergio Ricossa) su Il Giornale negli anni 80-90, anni della mia formazione.
A volte li leggevamo anche nelle ore di economia alle superiori.
Se avessi seguito solo i testi universitari oggi vivrei coi paraocchi.
Non sarà semplice proseguire senza una guida.
Condoglianze alla sua famiglia.
Sono venuta qui, per lasciare un saluto ed il mio affetto.Arrivederci Professore! l’Italia perde un grande Patriota.Ora non c’è più veramente nessuno, quaggiù.Che il Cielo lo accolga congli onori che merita.
Caro Professor Martino, è stato un onore averla avuta come docente all’MBA 1994 della LUISS.
E’ stato anche da prima di allora, quando la leggevo con Ricossa sulle pagine de Il Giornale dalla fine degli anni 70, un faro, un esempio e un divulgatore di quelle idee che appartengono a chiunque si voglia davvero chiamare Liberale.
Non ho mai smesso di seguirla anche quando la hanno volutamente messo ai margini della politica italiana e ancora in questi ultimi mesi e giorni le sue parole sull’inanità di questa UE, politicamente ed economicamente sempre più superstato dirigista, e sulla incapacità della amministrazione Biden erano una “vox clamans” nel deserto dei luoghi comuni europeisti e progressisti che a noi liberali non sfuggiva.
Si era espresso anche contro l’obbligo di green pass perché era una forma di repressione delle libertà personali e lo ringrazio anche di questo.
Se è possibile essere davvero addolorato per un “estraneo”, io lo sono per Lei, non la dimenticheremo mai.
Sentite condoglianze alla famiglia e un abbraccio
Soprattutto l’amor di patria
Che tristezza questa votazione, questo trio Lescano che propone nomi….abbiamo Antonio Martino e nessuno se ne accorge; o forse si; la limpidezza di intenti, l amore per la Patria e l intelligenza fanno paura.
Caro Professore,
Nella prima votazione x il Quirinale ha preso 2 voti!
Qualche parlamentare liberista – forse – esiste ancora…
😏
Carissimo Professore,
ho appena avuto modo di rivedere nella sua interezza sul sito di Rete Quattro l’intervista fattale da Nicola Porro.
Grazie.
E’ stato come bere un buon barolo.
In quest’Italia in cui tutte le libertà dell’individuo sono coartate dallo stato è di conforto che ci sia qualcuno che possa ancora ricordare agli italiani ormai servi (e quel che peggio servi per propria volontà) che esiste il metodo liberale del dubbio.
Per quanto ancora sarà possibile parlare di liberalismo (si sono appropriati anche della declinazione americana del termine per confondere ancor più gli italiani) non è dato sapere.
Ancora grazie,
Franco
Post scriptum.
Ma la spilla che aveva appuntata sulla giacca era quella del glorioso, mai troppo rimpianto Partito Liberale Italiano?
Franco
Carissimo Professore,
Nunc est bibendum…
Lei mi ha recato due grandi gioie. La prima, scoprire che il suo sito è ancora attivo. La seconda, vedere sul sito di Nicola Porro che lei ha nobilitato la trasmissione di Porro con la sua presenza: non l’ho vista in diretta perchè stavo guardando il tennis, ma del resto, a parte proprio Quarta Repubblica, mi rifiuto di guardare la TV al fine di evitare di sfasciare l’apparecchio ascoltando politici e “virologi” quacquaraquà che vogliono farci il lavaggio del cervello assecondati da “giornalisti” che non sarebbero mai stati assunti alla “Pravda”.
Sono poi felice di aver avuto l’impressione che lei goda di buona salute!
Grazie e cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore, per avere uno spartiacque tra l’Italia di Oggi e l’Italia di Domani basterebbe avere lei come prossimo Presidente della Repubblica. Purtroppo l’Italia di domani sarà invece come l’Italia di oggi.