Caro Professore,
Il linguaggio boldrinianamente corretto (quello che, tra l’altro, fa scrivere agli anglosassoni l’antieconomico “he or she”) è stato inventato negli Stati Uniti ed è pertanto logico che colà , prima che altrove, esso si spinga alla conquista di nuovi, inesplorati territori. Mai però avrei pensato che potesse raggiungere vette sulle quali la (per nostra fortuna ex) presidenta, anche se munita di bombole d’ossigeno, difficilmente riuscirebbe ad inerpicarsi.
Sull’autorevole “Thoroughbred Racing Commentary”, in un articolo in cui un famoso maniscalco americano esprime il proprio parere sulla necessità e opportunità di ferrare i cavalli, ho trovato scritto:
„What are you currently doing with your horse? Is he or she in training for a race or a Grand Prix dressage class, or is he or she a yard ornament? Three main factors must be considered before deciding if shoes are necessary…”
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
le sue storie sui cavalli sono tutte stupende, ma anche questa sugli asini del politicamente corretto non è male. Gli orrori che stanno perpetrando in questo campo sono grotteschi; per fortuna qualche volta fanno ridere!
Cordialmente,
Caro Luciano,
c’è stata e continua a esserci una manipolazione delle notizie per far apparire ancora più gravi le responsabilità del governo di Assad.
Cordialmente,
Caro Professore,
non crede che se ci troviamo di fronte ad una situazione politica senza vie di uscita che non siano uno squallido mercanteggiare alla ricerca del meno peggio la colpa sia, oltre che della orrenda logorroica costituzione di stampo cattocomunista e azionista, di Silvio Berlusconi che, per assecondare la propria indole e rendersi simpatico al democristiano – all’epoca caltagironiano – Pier Ferdinando Casini buttò alle ortiche un sistema moderatamente maggioritario uninominale (per giunta voluto da un referendum) per reintrodurre il proporzionale caro ai democristiani?
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei porta vasi a Samo e nottole ad Atene. Sono da sempre convinto che, fra i sistemi elettorali possibili, il maggioritario uninominale, a uno o due turni, sia il meno peggio. La deriva proporzionalistica, iniziata come dice lei, ha cancellato tutte le idee maggioritarie del 1993-94. Con i risultati che vediamo.
Cordialmente,
Nuovo post “Guai ai vincitori (1/3)”.
Il titolo del post non riguarda questa legislatura, ma più genericamente l’organizzazione politica italiana, tale da deresponsabilizzare i politici. http://www.ilpolodegliindividui.com/guai-ai-vincitori-1-3/
Grazie per la lettura
Edoardo Lucio
Caro Professore,
ricorderà forse come, qualche anno fa, avessi segnalato che l’Italia aveva, nel ’43, invaso in armi la Svizzera.
Su quel fatto guerresco ho appreso ulteriori particolari che potrebbe non dispiacerle conoscere.
Tutto ruota attorno ad un personaggio veramente eccezionale e degno della massima considerazione: il dr. Pio Bruni, classe 1918 e tuttora validamente sulla breccia. Sottotenente del 5º Squadrone Mitraglieri in Savoia Cavalleria in Russia, nel 2013 raccontò in una intervista a Patrizia Marchesini alcuni episodi della sua vita. Trovo molto interessante questo, dato i personaggi che ne sono protagonisti:
“Gli Italiani dovevano difendere un tratto in riva al Don, mentre i Tedeschi puntavano su Stalingrado. Un giorno la 6ª Armata di von Paulus sfilò vicino a noi. Alcuni ufficiali germanici conoscevano il colonnello Bettoni, che colse l’occasione per invitare loro e i generali von Kleist e von Paulus (!!!) alla nostra mensa. Malgrado la situazione (eravamo al fronte), devo ammettere che certe consuetudini del reggimento si erano mantenute: il famoso Bianchi serviva in guanti… bianchi. Bettoni – poiché parlavo la lingua tedesca – mi esortò a sedere accanto a uno di quegli ufficiali. Così feci e, avendo appena visto passare la loro colonna di carri armati, tutti in ordine, perfetti, me ne uscii con qualche commento positivo. L’ufficiale, con la massima freddezza, replicò: “Sì, tutto molto bello… ma da Stalingrado non torniamo indietro.” Mi spiegò che non c’erano molte possibilità di sfondare a Stalingrado. I Russi avevano i loro punti di forza e per l’Armata tedesca ripiegare da quelle posizioni sarebbe stato molto difficile. Io ero incredulo. A noi – nonostante le difficoltà – sembrava che l’avanzata tedesca fosse irresistibile.”
Pio Bruni prese parte alla carica di Izbushenskiy (24.08.1942), fu poi rimpatriato col reggimento a fine ottobre ‘42. Ed eccoci all’invasione della Svizzera:
“Il reggimento svolgeva attività di addestramento a Somma Lombardo, vicino alla Malpensa. Poi arrivò l’8 settembre. Per non cadere nelle mani dei Tedeschi, vagammo un po’ sulle montagne dietro Varese. Giunti ad Arcisate, il comandante – colonnello Pietro De Vito Piscicelli – chiamò a rapporto gli ufficiali. Le possibilità erano di sciogliere il raggruppamento, ma si sarebbero lasciati al loro destino i cavalieri, di cui molti meridionali. Piscicelli decise di valicare il confine ed entrare in Svizzera con tutto il reparto. Fu una decisione molto dolorosa, ma l’unica possibile.
Gli Svizzeri ci accolsero con signorilità e – mentre i cavalieri gettavano le armi – fu consentito agli ufficiali di tenere la pistola (che chiaramente consegnarono nei giorni seguenti). Con una tradotta raggiungemmo alcuni campi nei pressi di Berna, con i nostri cavalli al seguito. Venimmo trattati molto bene. Non si potevano definire campi di concentramento: noi ne avevamo il comando insieme a un sottufficiale svizzero, che esercitava una funzione di controllo.
In quelle circostanze difficili si vide quanto peso avessero il retaggio e l’educazione che tutti noi di Savoia avevamo ricevuto. Altri reggimenti si trovarono allo sbando e misero i soldati in libertà, con il rischio forte che poi cadessero in mano tedesca e venissero deportati; noi mostrammo questo senso di responsabilità. Nessun cavaliere lasciò il proprio posto. In alcune località vicine c’erano anche alpini italiani, ma il nostro fu l’unico reparto a passare il confine compatto.”
A questo episodio ritengo interessante aggiungere un seguito.
“Mi chiamarono al Consolato italiano a Ginevra, per avvertirmi che il generale Cadorna sarebbe arrivato al nord con l’intenzione di organizzare qualcosa e aveva fatto espressamente il mio nome. Conoscevo bene Cadorna: era stato comandante di Savoia, a Milano, prima di Weiss Poccetti.
Insieme a un altro ufficiale rientrai in Italia, passando il confine sul Monte Rosa e scendendo poi in Val Sesia. Raggiunsi Milano per incontrare Cadorna. Era stato il mio comandante, così mi diede incarichi di collegamento, sia tra le varie formazioni partigiane, sia con la Svizzera e l’OSS, il controspionaggio americano. Passai diverse volte in Svizzera, per questo motivo, seguendo itinerari sfruttati dalla Resistenza. In alcuni casi aiutato – a pagamento – dai contrabbandieri comaschi. Portai in Italia altri ufficiali e sottufficiali di Savoia che avevano deciso di unirsi al Corpo Volontari della Libertà. Cadorna non desiderava che tutto rimanesse nelle mani delle formazioni Garibaldi.
Finché un giorno mi arrestarono… per la delazione di un ufficiale che era stato arrestato e rilasciato quasi subito…… Fui portato a S. Vittore, dove vidi altri ufficiali della nostra rete… così capii che quel tizio ci aveva traditi. Eravamo a marzo del 1945. La mia fortuna fu di essere ceduto al controspionaggio dell’esercito tedesco – non alle SS – e, dopo i primi interrogatori, i miei carcerieri si rivelarono davvero corretti. Dopo una ventina di giorni mi scambiarono con alcuni prigionieri tedeschi, mi liberarono e mi ripresentai da Cadorna.
Fui avvicinato da Gianriccardo Cella, amministratore delegato dell’Isotta Fraschini: mi riferì di essere in contatto con il notaio di Mussolini, in quanto Cella stesso desiderava acquistare il palazzo in cui aveva avuto sede Il popolo d’Italia. Cella, grazie a tali approcci, era venuto a sapere che il Duce sembrava intenzionato a trattare la resa. Raccontai ogni cosa a Cadorna e si cercò, quindi, di organizzare un incontro. Il pomeriggio del 25 aprile 1943 – insieme a Cella e a bordo di una vecchia Isotta Fraschini – accompagnai Mussolini all’arcivescovado e per un poco fui l’unico presente all’incontro, in attesa dell’arrivo di altri personaggi. Mussolini era uno straccio, accasciato sullo stesso divano rosso su cui sedeva anche Schuster. Io rimasi in piedi. L’arcivescovo aveva una voce caratteristica, molto suadente. Gli parlò di San Benedetto, di Napoleone. Mussolini replicò di essere preoccupato per le sorti di quanti l’avevano seguito fino a quel momento. Schuster non gli diede rassicurazioni particolari, ma tentò di convincerlo ad avere fiducia. Giunsero le altre persone che avrebbero dovuto presenziare all’incontro…
Cadorna, Lombardi, Marazza. Arrivò anche Graziani, il quale dichiarò che non si potevano prendere decisioni importanti senza avvisare i Tedeschi. I toni della conversazione erano tutto sommato distesi e improntati al rispetto reciproco. Subito dopo giunse la notizia che i nazisti avevano firmato la resa. Mussolini, con uno scatto impensabile per un uomo che sembrava finito, si alzò: “Ci hanno tradito un’altra volta.” Non ho mai compreso a cosa si riferisse di preciso. In ogni caso l’incontro venne interrotto… Mussolini e altri del suo seguito se ne andarono e in quel momento entrò Pertini. Era chiaramente contrario a ogni trattativa con il Duce e assalì – è il termine giusto – l’arcivescovo Schuster: “Qui ci vuole un bagno di sangue, bisogna che queste persone la paghino.”
Non ho nessuna certezza, ma credo che – udite queste parole – uno del seguito di Mussolini sia uscito subito per raggiungere il Duce e avvisarlo. Mandarono anche me, raggiunsi la Prefettura – dove sarebbe dovuto essere Mussolini – per fermarlo… ma era già partito. Le cose, poi, andarono come sappiamo.”
E così, accanto a von Paulus, Mussolini, il cardinale Schuster vediamo entrare in scena anche colui che fece assurgere alla dignità quirinalizia Mario Merola. Del resto, se i francesi, con tutta la loro grandeur, hanno eletto presidente Paul Deschanel, noi, nel nostro piccolo, potevamo ben concederci un Pertini.
Ma mi voglio rovinare, come dicono gli imbonitori da fiera, e ci metto anche i concorsi ippici:
“Dopo il referendum del 2 giugno il colonnello Bettoni trafugò lo stendardo del reggimento e, insieme a un gruppo di ufficiali (fra cui il sottoscritto), affidò lo stendardo al re Umberto II in procinto di salire sull’aereo che l’avrebbe portato in esilio, in Portogallo.
Bettoni, in seguito a tale episodio, lasciò il servizio. Da quel momento, in occasione dei concorsi equestri a cui continuò a partecipare, non indossò più la divisa. Morì nel 1951, in seguito a un malore, proprio durante un concorso a Piazza di Siena.”
Per completare il ritratto, che spero non l’abbia annoiata, di Pio Bruni dirò che è stato una delle figure principali del galoppo italiano del dopoguerra, presidente della Società degli Steeple-Chases d’Italia, allevatore e proprietario di alto livello, che ha vinto quasi tutte le classiche italiane tranne il Derby, in cui fu una volta secondo ed una volta terzo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie! Davvero un bella storia. Lei è una miniera inesauribile di memorie, specie se in qualche modo collegate al mondo dei cavalli. Siamo fortunati: per quanto movimentati, i nostri tempi sono una passeggiata rispetto a quelli da lei ricordati.
Cordialmente,
Caro Professore,
pur essendo indegno di comparire tra cotanto senno, aggiungo sommessamente che qualcosa a che fare con il cardinale Ildefonso Schuster ho avuto anch’io. Anzi, gli ho fornito il destro per una (si parva licet …) umilissima Imitazione di Cristo.
Deve sapere che la cerimonia della cresima di mio fratello maggiore fu tenuta nella basilica del Corpus Domini a Milano (vicino all’Arco della Pace). Io avrò avuto tre-cinque anni, non so bene (i dettagli sono stati oggetto di successivi racconti familiari) , comunque, vedendo mio fratello presso la balaustra dell’altare, corsi verso di lui come un tre-quarti ala lanciato verso la meta, eludendo tutti i tentativi di placcaggio di alcuni signori, presumo a qualche titolo coinvolti nella funzione religiosa, che furono infine bloccati dalla voce del cardinale Schuster, che amministrava il sacramento, che si levò per dire: “Sinite pargulos venire ad me!”. Allora, anche in ambito ecclesiastico, il latino veniva compreso da molte più persone che non oggi.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Sulla politica estera sono più vicino a Ron Paul che al Prof. Martino. Se però andasse al governo Salvini, dopo aver annunciato alla luce del sole il patto con Putin, sarei il primo a chiedere l’intervento della NATO. Tra l’altro sentire qualche politico occidentale di primo piano prendere le difese di Navalny (o di Ledezma in Venezuela) non sarebbe male. Vorrà dire che a portarci i russi in casa, dopo il fallimento dei comunisti, ci penseranno lega e 5 stelle.
Caro Professore, cari ADAMs,
già magari lo saprete, ma oggi è scomparso Piero Ostellino, impoverendo drammaticamente il campo liberale.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Prof. Martino, secondo la NIT di Friedman a quanto sarebbero ammontate le aliquote effettive (al netto di deduzioni, tax credits, ecc.) per ogni quintile? Avrebbe avuto un effetto trickle-down o avrebbe comportato una riduzione per tutti?
Caro Gianluca.
se ricordo bene, Milton ipotizzava come esempio una aliquota ipotetica, ma non credo avesse mai specificato in dettaglio quale avrebbe dovuto essere il break-even point e l’aliquota d’imposta negativa. Controllerò, ma sono abbastanza fiducioso che le cose stiano come le ho detto.
Cordialmente,
Caro Professore e cari ADAMs,
ha da poco aperto un nuovo dominio intitolato Il Polo degli Individui.
Per ora sono leggibili l’Introduzione http://www.ilpolodegliindividui.com/introduzione/
e tre post dal titolo “Per Partire”, “Dante, Star Trek e l’Individuo” e “Una follia ed una banalità”.
Grazie per la lettura
Edoardo Lucio
Buongiorno a tutti,
a volte i silenzi dicono più di mille parole ed il ns. Prof ultimamente è molto silenzioso. infatti oltre qualche risposta di cortesia non va.
e allora mi chiedo: non è che per caso erano tutti a conoscenza di come sarebbe finita, e la campagna elettorale non è stata altro che una sorta di estrema difesa dello status quo. infatti se si vanno a vedere la composizione delle liste e degli eletti, tranne qualche mosca bianca, sono tutti fedelissimi dei vari leader (vedi renzi e berlusconi). onorevoli che potranno servire al momento del bisogno. La lega ha razzolato un sacco di voti non a sx ma a forza italia. infatti tutti i delusi delle liste per far capire il loro dissenso hanno puntato sulla lega, soprattutto in sicilia, dove la lega il 6% non se lo sognava neanche di notte visto che fino a 4 mesi fa aveva percentuali ridicole. insomma a me ultimo del carro, ignorante in tutto e per tutto ,mi sembra che tutto si sia svolto all’insegna del difendiamo il fortino.
mi piacerebbe conoscere l’opinione del Prof e degli adam.
grazie
gs
Da un primo esame dei risultati mi sembra che la Lega di voti dei sinistri ne abbia razzolati molti. In Toscana mi pare sia successo così
Se sbaglio mi corriggerete
diciamo allora che la lega ha rastrellato i voti di coloro che non sono stati messi in lista dal pd e da fi, altrimenti qualcuno mi deve spiegare come mai a taormina la lega ha preso il 23%dei voti. poi vai a guardare il candidato leghista e trovi un ex vicepresidente della regione, pluri deputato, assessore ecc., mentre nel pd ti candidano la boschi e fi ti candida….boh neanche me lo ricordo più.
il bello è che poi parlano male dei 5s e della lega.
mamma mia che delusione vedere un berlusconi sperare nelle disgrazie degli avversari. una fine ingloriosa.
e il bello deve ancora venire.
Caro Giuseppe,
temo proprio che lei abbia ragione: I voti della lega in Sicilia aiutano a capire un punto molto significativo. Il mio silenzio non la preoccupi: non sto tirando le cuoia né dicendo qualcosa di inesprimibile. Sono soltanto afflitto da uno dei miei periodici attacchi di pigrizia:
Cordialmente,
Caro Professore, cari ADAMs
Lasciando a quando le bocce saranno definitivamente ferme le considerazioni su quella che mi sembra a prima vista la “finis Italiae” e tenendo presente che Sallusti il Vecchio sull’house-organ berlusconiano torna a caldeggiare (spontaneamente o spintaneamente?) lo sciagurato connubio che lo aveva fatto sbrodolare per il patto del Nazareno col bulletto di Rignano prima maniera (“Dopo i giorni della delusione, del panico e della rabbia, arriveranno quelli del buonsenso.Mattarella ne ha da vendere, chi non vuole consegnare il Paese a Grillo speriamo la trovi strada facendo”), vorrei raccontare un fatterello accaduto sotto i miei occhi questa mattina che ci dà un’immagine dell’Italia grillo-catto-comunista.
Premetto che, ai tempi dell’Unione Sovietica, quando mi capitava di viaggiare per quel paese, uscendo dalle camere degli alberghi lasciavo tutte le luci accese e i rubinetti dell’acqua calda (che era poi bollente) aperti, in ossequio al principio di fare, nel mio piccolo, il maggior danno possibile.
Abitando vicino alla felice Elvezia vado quasi sempre a fare il pieno di benzina in Canton Ticino innanzitutto per la piccola ma non trascurabile convenienza economica (oggi 1.520 CHF/l pari a 1.316 €/l) ma anche per non nutrire la bestia (in Svizzera, per fare un esempio, l’IVA sui carburanti è del 7.71%…).
Due macchine avanti la mia sulla strada verso il confine c’è una Ferrari, tra l’altro di un colore molto sobrio. Dico a mia figlia “Quel sempliciotto va in Svizzera con una Ferrari: di sicuro il finanziere lo ferma ed è fortunato se non gli fa smontare la macchina”. Di solito i finanzieri al confine sono indaffaratissimi col telefonino, a chiacchierare tra di loro o a fumare. Immancabilmente il ferrarista viene fermato ed invitato a parcheggiare l’auto. Scende dalla macchina e mia figlia commenta “E’ un vecchietto elegante e distinto, non certo il tamarro spacciatore. Vedere che ti controllano per odio e invidia mi fa andare in bestia. Uno non è più libero di spendere i propri soldi come preferisce…”.
Morale: se col prossimo governo grillo-catto-comunista decidete di portare i vostri (e sottolineo vostri) sudati risparmi (io non ne ho) in Svizzera, andateci con una utilitaria anzianotta.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
purtroppo non mi posso permettere una Ferrari che, fra l’altro, mia moglie mi impedirebbe di guidare. Se ne avessi i mezzi e non avessi per moglie l’equivalente femminile del generale Patton, la comprerei solo per il gusto di farci una passeggiatina a tutto gas di quando in quando. Detto questo, se persino i doganieri svizzeri sono motivati dall’invidia nei loro comportamenti, dove andremo a trovare rifugio? Speriamo solo che si tratti di casi isolati e non significativi del comportamento elvetico.
Cordialmente,
Caro Professore,
temo sia incorso in una disattenzione: non parlavo del grenzwächter/garde-frontière/guardia di frontiera/guardgia da cunfin che fa schierare il picchetto d’onore e fa il presentat-arm all’ingresso dei ferraristi, ma del finanziere!
Ciò rende comunque la storiella ancor più istruttiva.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
la campagna elettorale ha visto impegnati un numero immenso (stavo per dire sterminato, ma godono tutti, ahime. di ottima salute) di esseri squallidi, volgari cadreghinisti che non hanno lavorato un giorno in vita loro in lotta per una rendita, ma questa http://www.ilgiornale.it/news/cronache/figlio-delle-vittime-kabobo-cos-grasso-fa-campagna-1500844.html
mi sembra veramente la più abietta e che testimonia perfettamente il livello morale di chi ha presieduto le camere nella passata legislatura.
Cordialità,
Franco Cattaneo
P.S. Mi sono adattato a scegliere il meno peggio (pensi che ho dovuto dare il voto per il senato ad Adriano Galliani), sperando che, per compiacere tutti e piacere a tutti come è nella sua indole, non ci freghi ancora una volta!
Caro Franco,
non credo si tratti di mancanza di tatto quanto di assenza di intelligenza. Per il resto, come sempre, concordo con quanto da lei sostenuto.
Cordialmente,
Caro Angelo,
non lo so, Milton era poco prevedibile nei suoi giudizi. Tuttavia, credo che avrebbe apprezzato la riforma fiscale, la politica verso Israele, l’Iran e la Corea del nord. e sarebbe stato del tutto indifferente alle valanghe di critiche che i media e la sinistra rovesciano sul Presidente. Trump parla troppo e si espone inutilmente ai suoi critici, ma il suo operato finora è stato largamente positivo. Né Milton né io approviamo il protezionismo e le chiusure, ma su questi due temi, per fortuna, Trump ha parlato molto e fatto pochissimo.
Cordialmente,
Buona domenica a tutti. Fino a stanotte ero indeciso su chi votare ma soprattutto se andare a votare. Vivendo a Messina la scelta non è immediata. Ho fatto mente locale e per prima cosa mi sono chiesto se e perché dovevo andare a votare. Il nostro prof consiglia di andare in più mi sono rivisto i dati dell’affluenza nelle ultime politiche ( oltre il 75%) per cui sono costretto ad andare ( paradossalmente il popolo italiano tiene più alle elezioni nazionali che non alle amministrative, se magari il prof ci può dare una motivazione le saremmo grati).
Altra domanda per chi votare. Anche qui non è facile ma intanto vado per esclusione, via tutta la SX . mi spiace per il prof Navarra ma credo che un rettore non debba avere la tessera di un partito mentre è in carica, a DX sono molto tentato di votare Silvio ma l’analisi politica fattami da una persona semplice mi fa desistere ( della serie ha 81 anni non è candidato nè può diventare PDC, dovendo delegare un tajani qualsiasi, questi diventerebbe il gentiloni di turno che si farebbe i cavoli suoi dandogli solo un contentino per le sue attività.) . in più il nostro prof ha bocciato la candidata Matilde siracusano. In più sempre il nostro prof non ha fatto alcuna dichiarazione di voto se non per moles per cui è chiaro che è letteralmente schifato. Insomma andando a votare l’unica scelta rimasta sono quei coglioni dei 5 stelle che magari non vinceranno ma come sempre ci insegna il nostro prof la democrazia esiste fino a quando esiste un’opposizione.
Speriamo bene
Caro Alberto,
se fossi in lei, andrei a votare, magari turando il naso e voterei FI. E’ la scelta meno peggiore! Matilde è una possibilità da non scartare: bella, intelligente, giovane, ambiziosa. Credo che farà strada.
Cordialmente,
La signora farà carriera anche e soprattutto se non sarà eletta visto che è stata messa contro il rettore. Per quanto riguarda FI capisco la difesa d’ufficio ma fatta oggi mi suona come il famoso appello mi rimetto alla clemenza della corte. Sappiamo entrambi che queste elezioni non daranno un vincitore. Per cui il governo che verrà sarà deciso al solito tra quattro mura che non sono quelle del parlamento. Beh votando gli scemi mi auguro che abbiano almeno i numeri per rompergli le scatole.
Caro Alberto,
non sono certo in grado di modificare il suo pessimismo. Anche a me è costato votare. Vorrei però correggere il suo giudizio sul candidato del PD opposto alla Siracusano. Non credo sia difficile da battere, perché è chiaramente un cialtrone. Ero amico di suo padre e lui gli somiglia tanto poco che per la celebrazione dell’anniversario dei Trattati di Roma non si è neanche degnato di invitarmi.
Credo che chiunque potrebbe batterlo, anche senza sforzo. Se,invece, fosse eletto batterebbe il record di Caligola, che fece senatore il suo cavallo.
Sono d’accordo con lei ma allora mi spiega come mai hanno candidato una sconosciuta contro il rettore? Due sono le risposte possibili perché le quote rosa non le tengo neanche in considerazione. La prima che sono d’accordo per dividersi il piatto (che può avere una sua logica) la seconda che è molto peggio la sicurezza che il messinese come ha votato l’allora sconosciuto Rocco crimi voterà in massa anche la bella Matilde.
Lei ogni volta rimprovera il sindaco accorinti e il rettore di non averla invitata, però anche lei una capatina da queste parti la poteva fare ogni tanto e non solo a livello personale. Sa com’è la gente mormora ….che è lei ad aver abbandonato la città quando era ministro
Presidente Martino
La casa dei liberali è Forza Italia!
Spero che molti ADAM se ne convincano!
E speriamo di aver presto qualche senatore tra di noi…
Saluti Matteo Napoletano
PS Non so se devo incominciare a preoccuparmi ma ultimamente condivido rutto quello che scrive TD…
Presidente Martino
Il ministro PD Calenda per impedire agli industriali di fuggire e delocalizzare verso la Slovacchia non pensa ad abbassare le tasse in Italia bensì chiede alla Slovacchia di aumentare le proprie tasse !!!
Siamo alla follia!
Saluti Matteo Napoletano
Facite ammuina
Calenda sa benissimo che essendo cocchi dei tedeschi gli sloveni posssono abbassare le tasse, cosa che noi non possiamo fare per due motivi
1) siamo concorrenti temibili dei tedeschi e per questo dobbiamo essere deindustrializzati
2) siamo ricchi e per questo dobbiamo essere depredati per trasferire i nostri soldi in germania
I colpevoli di tutto questo sono i politici europeisti (ma sarebbe piu’ corretto dire collaborazionisti) come Bonino e Gentiloni. Ma anche nel centrodestra ve ne sono e cito Tajani e Lara Comi, per cui adeguatevi e riflettete bene a chi dare il voto.
una nazione che benedice l’operazione fca di cambio della sede legale e fiscale in olanda e granbretagna non può usare parole ingiuriose verso gli amministratori di qualsiasi azienda che fa lo stesso. neanche la campagna elettorale può giustificare un simile comportamento. siamo sempre alle solite invece di dire abbiamo sbagliato con le ns. politiche fiscali diamo le colpe a chi deve trovare una soluzione per sopravvivere nel proprio settore.
le elezioni sono tra pochi giorni. se qualcuno mi spega perchè dovrei andare a votare e per chi gliene sarei molto grato.
grazie
Quando il NO ha vinto al referendum sulla schiforma, Renzi si dimise e divenne PdC Gentiloni, ancora più collaborazionista di Renzi.
Allora non si doveva andare a votare e lasciare vincere il SI???
Non sono di questa opinione, perché se avesse vinto il SI adesso avremmo la legge patrimoniale.
Quindi il 4 marzo andate a votare per chi combatte contro la UE ed i collaborazionisti che le tengono bordone.
Non dico che sarà risolutivo ma intralcerà i piani della cosca di Bruxelles
Chi dice queste fregnacce complottiste su Euro, Europa, Merkel meriterebbe di tornare ai tempi dell’IRI. Comunque sia se i politici italiani riescono a convincere la gente che tasse, debito, burocrazia, spesa alle stelle, assistenzialismo, regioni zavorra, violazioni della privacy da parte del fisco, processi tributari da Arabia Saudita siano colpa della Germania e dell’Europa vuol dire che sono dei geni.
D’altronde anche con Mussolini e Chavez finché non si è arrivati alle macerie era tutta colpa dei plutocrati imperialisti mondialisti ecc., ecc.
Caro Matteo e cari Adam,
per impedire la fuoriuscita di capital,i la leva fiscale è molto importante. Tuttavia, teniamo sempre presente che se un’impresa estera ne compra una italiana, non si appropria di un pezzo della nostra economia, ma ci fa un favore perché produce un afflusso di capitale verso il nostro Paese. Se, invece, un’impresa italiana ne compra una estera, non si tratta di un successo italiano – “abbiamo conquistato un pezzo dell’economia di un altro paese” – ma di una fuoriuscita di capitali dall’Italia, un danno per l’economia italiana. Per il resto, concordo con molte delle cose che avete detto, ma teniamo presente che, nella logica dell’Unione Europea, è fisiologico che le imprese scelgano dove conviene localizzarsi all’interno dalla UE.
Cordialmente,
Egregio Gianluca, le sue chiacchiere.
I processi da arabia saudita e l’anagrafe tributaria l’ha introdotta Mario Monti e Mario Monti lo ha piazzato qui la germania con l’aiuto della Francia E questi sono fatti. Vuole che le faccia la storia a partire dai sorrisini di Merkel e Sarkozy e lo strano andamento dei titoli di stato e delle azioni Mediaset e dagli strani processi per le puttanelle di Berlusca?
Non combatta contro i fatti perché sono loro i piu’ forti
La giustizia tributaria nasce marcia, Monti può aver solo peggiorato le cose ma non gli si può attribuire ogni colpa. Per quanto riguarda le speculazioni, solo gli stati gestiti in maniera fiscalmente irresponsabile (come l’Italia o la Grecia) da spendocrati sono esposti e la colpa non è degli speculatori che fanno solo il loro lavoro.
Comunque sia nel suo disegno complottista manca un piccolo dettaglio: Berlusconi si è dimesso e ha votato la fiducia a Monti. Ma forse lei ribatterà che è stato minacciato di morte dal Bildelberg, dai Savi di Sion o da chissà quale “potere forte”.
Trovare un capro espiatorio (la Merkel, l’Europa, gli ebrei, i massoni, la perfida Albione) a cui addossare ciò che non va è tipico della propaganda dei regimi, i fatti sono ben altri.
NO i fatti sono questi e lo dimostra l’andamento delle quotazioni Mediaset durante il golpe.
Che poi la fiscallità fosse marcia prima di Monti è vero, ma mai e dico mai si era giunti fino a quel che si vede ora. Mai e poi mai si era arrivati al punto di spiare i conti correnti degli italiani. Caro Gianluca c’è una bella differenza tra il fisco degli anni 80 e il fisco di oggi. Non si arrampichi sugli specchi. Il vero erede di Stalin è Mario Monti.
Approposito appro vogliamo parlare degli esperti fiscali tedeschi che sono andati in Grecia a istruire il fisco ellenico a depredare i propri cittadini?
giuseppe sinatra
Signor Gianluca, Lei ha ragione da vendere. Non esiste alcun complotto , niente di niente ma per il semplice motivo che non ne hanno bisogno. Per coloro che decidono della ns (e anche della sua) vita basta fare leva sui ns. debiti nei loro confronti. Nel mio piccolo ne sto subendo le conseguenze. Con questo esempio spero di farle capire cosa sta vivendo l’Italia e che solo una forte rivoluzione può cercare di cambiare.
ebbene io svolgo un lavoro in ampia concorrenza che non mi permette di porre clausole di salvaguardia verso i miei clienti (non posso chiedere garanzie tipo fidejussoni o garanzie reali pena la perdita delle commesse, mi devo fidare delle informazioni presso altri fornitori (quelle bancarie sono le peggiori perchè la banca non ti dirà mai che un suo cliente è cotto). ebbene mi è capitata una congiuntura negativa a cavallo fra luglio e settembre 2008 per cui dei miei clienti solvibilissimi non riescono a pagare le fatture anticipate. nel frattempo scoppia la bolla negli USA, l’unicredit , su cui avevo appoggiato i miei contratti, perde il 75%, il 25 ottobre mi chiude i conti nonostante le rassicurazione dei miei clienti sul pagamento delle forniture (cosa poi puntualmente avvenuta). piccolo dettaglio da aggiungere: i miei clienti erano anche clienti dell’unicredit. in somma da allora non ne esco più. decido quindi di aprire un cc semplice senza assegni perchè in quel frangente venendomi di colpo a mancare gli affidamenti vengo protestato per un assegno dato a un fornitore che per i miei stessi motivi la sua banca non gli ha consentito di spostare l’assegno di una settimana.
i lavori vengono bloccati perchè a cascata molte esposizioni bancarie vengono meno e anche i clienti più solidi, visto il clima di paura, riducono gli investimenti. io lì compio l’errore più grande: invece di licenziare, raschio il barile per cercare di mantenere 19 dipendenti anzi 19 professionalità che ho creato e che non è facile ricreare. per fare ciò calo i prezzi a tal punto che non riesco a pagarci le tasse e i contributi, poi non riesco a pagare per intero le buste paghe per cui qualcuno prende altre strade oppure se ne va in disoccupazione e lavora in nero.
in tutto questo la politica che fa? parole e promesse. la mia regione tiene nel cassetto i fondi europei di sviluppo rurale per ben 5 anni e solo oggi finalmente sono arrivate le graduatorie. ebbene ora ripartono i lavori ma io ho una montagna di debiti , 13 collaboratori in meno, non ho il DURC, insomma ora che potrei riprendermi, non me ne danno la possibilità). insomma devo morire, però a parole tutti dicono che mi aiuteranno ma nei fatti niente. Le banche, vista la posizione debitoria non accettano i contratti, i fornitori vogliono essere pagati con bonifico all’ordine, il cliente vista la mia situazione mi dice che mi aiuta a risollevarmi il lavoro è mio ma alle sue condizioni che si traducono in prezzo basso, pagamento dilazionato e cortesie varie. traendo le somme, con la scusa di aiutarmi ognuno si fa i cavoli suoi. poi arriva il fornitore che avanza soldi e che è amico del cliente, per cui quest’ultimo mi costringe pena il lavoro, di andare a comprare da quello che mi fa il 30% in più rispetto alla concorrenza per cui i margini , che erano già minimi se ne vanno a strafottere. insomma vorrei scapparmene in congo, in mezzo ai gorilla. e lo stesso è combinata l’italia, piena di debiti e che non potendoli onorare deve subire la trojka. e chiunque sale deve sottostare ai loro diktat. perchè due sono le cose: o paghi subitoo altrimenti devi subire perchè non ti fanno fallire.vedi la grecia. e lo stesso con me, non mi fanno fallire neanche se lo chiedo perfavore.
forse non sono stato chiaro perchè sono leggermente incazzato. me ne scuso anticipatamente.
buona domenica
Ovviamente i debiti possono essere creati ad arte
Quanti, che mai hanno chiesto un finanziamento in banca, si trovano debitori di Equitalia?
E perché la stessa Italia ha questo immane debito pubblico? Colpa della sola spesa pubblica clientelare? O non ci sarà anche lo zampino di un certo divorzio????
Caro Gianluca, posso apprezzare il suo candore virginale, ma se Giulio Cesare fosse fra noi potrebbe dirci la sua in materia di complotti e raccontarci che capitano … ohhhhh se capitano!!!!!!!!!!!!!!
Presidente Martino
Oggi in conferenza stampa a Venezia durante la campagna elettorale Brunetta la cita e ringrazia per aver ideato e proposto già nel programma del 94 la Flat tax.
Saluti Matteo Napoletano
Caro Prof. Martino, la candidata da lei sponsorizzata ha dimostrato di non distinguere il suo vecchio amico Milton dal buffo Alan. Potrà certamente obiettare che molti tra gli altri candidati, di tutti i partiti, sarebbero in grado di fare figure ben peggiori e sicuramente c’è di peggio. Se non erro sempre a proposito del vecchio Friedman un certo candidato premier non più giovanissimo gli ha attribuito la sua proposta di reddito universale dimenticando un piccolo dettaglio, ossia che per Friedman avrebbe dovuto sostituire ogni spesa di social security, ecc.
So che togliersi di dosso le scorie nocive di 20 anni a Roma è parecchio faticoso se però riesce a trovare il tempo per insegnare due robine alle persone di cui sopra farà una cosa meritoria.
Caro Gianluca,
confondere Milton con Alan Friedman non è perdonabile. E’ una mostruosità orribile. Non ho colpe, non ho insegnato a nessuno dei due! L’imposta negativa sul reddito equivaleva a un reddito minimo garantito ma, come dice lei, avrebbe dovuto sostituire tutti i programmi esistenti di welfare ed era un sistema complesso. Parlarne nei termini che lei riferisce è totalmente fuorviante.
Cordialmente,
Nell’intervista a Socci c’è qualcosa che non mi quadra: ho sottomano l’andamento storico della spesa pubblica. (Nel suo libro c’è un esplicito riferimento al prof. Bagnai
Se il Professore avesse qualche minuto, sarebbe utile e interessante un Suo commento. In particolare mi ha colpito questa proposizione.
SOCCI: “Per anni ho pensato che lo Stato fosse il problema e il mercato la soluzione.
Mi sono reso conto che è vero il contrario. ”
Grazie. Luciano
Caro Luciano,
nell’intervista che lei segnala, Socci dice molte cose, alcune delle quali in parte fondate, altre prive di giustificazione e incomprensibili. Se si guarda all’andamento nel tempo di spesa pubblica, fiscalità e debito pubblico, non si può non pervenire a conslusioni diametralmente opposte a quelle di Socci. La causa dei nostri problemi è la crescita delle spese pubbliche per troppo tempo finanziate in deficit. La monetizzazione di quest’ultimo, che Socci rimpiange, ci ha regalato lunghi anni di inflazione elevata, deficit di bilancia dei pagamenti e “stangate” fiscali inutilmente volte a rimediare al dissesto. Come l’autore possa pervenire alle sue conclusioni è assolutamente incoomprensibile.
Cordialmente,
Caro Professore,
Ora che sarà fuori dal Parlamento, chi porterà avanti i suoi principi e i suoi valori liberisti nel centrodestra?
Per quanto ne so, non mi pare di vedere nulla di buono all’orizzonte.
Ha qualche suggerimento x noi elettori?
Il problema non è solamente che è difficile trovare chi difenderà gli ideali liberali, ma che è quasi altrettanto difficile trovare chi difenderà gli interessi nazionali e anche chi, magari volendolo, sarà capace di difenderli, considerato che pochi osservano che quella dei migranti è una vera e propria invasione.
Che dire Professore, forse Lei è progredito nell’età meglio di me, che con gli anni divento sempre più cupo e malfidato.
Mi auguro che Lei abbia ragione e di vedere presto i plotoni di esecuzione funzionare a dovere.
Caro TD, sono d’accordo con lei sul plotone d’esecuzione ma mi sorge una domanda: chi lo comanda? I grillini? Quelli non sono capaci di rubare figuriamoci ammazzare. I colonnelli con la pancia piena? E poi a chi dovrebbero ammazzare? Tutti i politici? E quanti saranno : 5000? E poi? Chi li sostituisce sarà solo diverso di cognome ma non di costume. I burocrati sono la vera jattura di questa nazione come dell’Europa, ma come la elimini? Solo togliendogli il cibo. E l’unico modo democratico che vedo è la rivoluzione del non voto. Solo bloccando il Parlamento e tutte le istituzioni con i relativi spendifici sarebbero costretti a fare le vere riforme. Come più volte detto dal nostro prof. Bisogna affamare la bestia, niente voto, niente pagamento delle tasse.
Chissà perché nascono associazioni dal nome assurdo per promuovere il voto è nessuna contro.
Meditate gente
Mi comanda il giuramento che feci anni fa a sciabola sguainata davanti al tricolore che allora garriva solitario e non accoppiato con un cencio che riporta il logo di un supermercato.
Sull’affamare la bestia non ho dubbi. Ma a volte non basta. Noi siamo comandati da una classe politica non eletta e vincolati da trattati internazionali segreti, come ha confessato la Bonino.
Pensa che i predoni che si stanno avventando sui nostri patrimoni ci lasceranno affamarli?
Occorre quanto meno farsi sentire
Cmq se mancasse qualcuno per comandare il plotone io sono qui. Sono disponibile anche solo per comporlo Non soffro di protagonismo.
Cmq devo dire che preferirei la forca che considero uno strumento più “classico”, che insomma ha quella eleganza tipica delle belle tradizioni di una volta. In fondo sono un inguaribile romantico.
Ma se parliamo di tradizioni devo dire anche che in guerra è tradizione giustiziare i traditori con la fucilazione alle spalle e questo chiude il discorso.
L’importante è diffondere l’idea che chi è favorevole alle tasse è un traditore che serve potenze straniere, le quali vogliono depredare gli italiani dei propri risparmi. Se qualcuno vi obietta qualcosa mettetegli sotto il naso i report di Deutsche bank o bundesbank che esortano ad adottare la patrimoniale.
Caro TD e caro Giuseppe Sinatra,
Morterone (1070 m s.l.m.), provincia di Lecco, situato dietro al Resegone – magari ricordate la licenza poetica (se di poesia si può parlare) del Carducci: “…e il sole ride calando dietro al Resegone” – è il comune più piccolo d’Italia: 34 abitanti. Facciamo conto che vi siano 25 abitanti in età elettorale. Elezioni amministrative. Un solo candidato sindaco. Sta sullo stomaco, per motivi vari, a 23 elettori. Tutti questi 23 elettori non si recano a votare. La moglie non lo sopporta più, fa finta di votare ma annulla la scheda. Lui, ovviamente, vota per sé stesso. Risultato: 1 voto valido, 1 voto nullo. Il tizio che stava sullo stomaco a tutto il paese viene eletto sindaco.
L’astensione dal voto e il voto nullo vanno a tutto vantaggio di chi non vorresti mai venisse eletto.
Molto più utile sarebbe stato votare (non è il caso dell’esempio proposto) per un partito che non avesse alcuna speranza di eleggere un candidato.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Ineccepibile. Ma essendo stato eletto solo con il proprio voto questo signore accetterebbe il mandato? E se sì, come potrebbe affrontare tutto il periodo del mandato ben sapendo che nessuno lo condivide?, Per tale motivo è molto più facile che si metterebbe da parte per evitare il peggio, e se lo catapultiamo a livello nazionale il risultato da me agognato è un governo di larghe intese con un parlamento impegnato a ridiscutere le regole con tempi ristretti e sedute fiume. Altrimenti speriamo negli alieni.
PS: lei farebbe il sindaco col suo solo voto?
Franco Cattaneo
Caro Sinatra,
probabilmente il sindaco di Morterone ha una indennità di carica talmente misera da non rendere conveniente l’accettazione.
Ma se si trattasse di quella parlamentare un pensierino (a 5 stelle) ce lo farei….
Cordialità,
Franco Cattaneo
Ivo Biavaschi
Caro Franco Cattaneo, l’esempio citato non è pertinente: il comune di San Giacomo Filippo in Valchiavenna (SO) , con alcune centinaia di elettori, nel 2014 ha avuto un solo candidato sindaco che per pochissimo non raggiunse il quorum del 50% di votanti sul totale degli iscritti agli elenchi elettorali.
Risultato: mancata proclamazione del sindaco, nomina di commissario prefettizio in attesa di nuova consultazione avvenuta circa un anno dopo con 2 candidati e nuovo sindaco. Per il resto concordo sul suo ragionamento che rimane assolutamente valido.
P.S. prego, non votate Renzusconi
am
Caro Matteo,
ci saranno altri liberali, non so quanto rilevanti, ma certamente presenti e decisi. Al Senato spero venga eletto Giuseppe Moles, cge farà del suo meglio per far valere le nostre tesi.
Buongiorno prof. Martino,
sono il figlio di Tommaso Francavilla che con Lei ha condiviso buona parte della vita del fu PLI.
Mio padre è purtroppo venuto a mancare due anni e mezzo fa ma non è venuta a mancare la (Sua e di mio padre) eredità intellettuale e passionale di quel mondo.
Soprattutto, non è venuta a mancare ma anzi è ancora vivida negli italiani la voglia di libertà che io credo ancora feconda, nonostante un parterre politico non proprio entusiasmante.
Vorrei congratularmi con Lei, perché, se oggi l’argomento della flat tax è al centro di tutti i dibattiti – da destra a sinistra -, il merito, se mi permette, è SOLO suo, che ha avuto il coraggio di proporre ad un Paese zavorrato da mille interessi confliggenti una soluzione semplice, pulita e vantaggiosa. Proprio per questo motivo, però, inattuabile, considerato l’altissimo livello di bizantinismo e burocrazia che si annida prima nei nostri cervelli e poi sulle scrivanie dello Stato.
Nessuno avrà il coraggio di attuare la flat tax e tutti lo sanno. Elettori di centrodestra compresi. Forse solo un Einaudi avrebbe potuto portarci di là sull’altra riva del fiume. Mestamente, rimarremo di qua sulla sponda sbagliata con i certificati, le dichiarazioni, gli spesometri, i redditometri, i codici fiscali, i versamenti F24 e i bolli e i registri e le ritenute e le mille e una vessazioni.
Sfiduciato ma contento di leggerla su questo blog (confesso di averLa cercata su google), La saluto caramente,
Caro Angelo, la ringrazio di questo post, anche se mi dà notizia della morte di suo padre, di cui non sapevo nulla. Eravamo amici con suo padre e mi auguro che l’amicizia possa continuare con lei.
Grazie per le belle parole ma mi permetta di suggerirle un minore pessimismo. Forse, questa è la volta buona e la flat tax decollerà. Non ne sono affatto certo e tutto suggerisce almeno un minimo di cautela. Tuttavia, “chi prevede calamità soffre due volte”! Meglio concederci un pizzico di speranza magari finendo delusi, anziché dare per scontato un fallimento e poi soffrire di nuovo quando arriva.
Carissimo Professor Martino,
non mi dilungherò con frasi di circostanza sulla sua decisione di uscire dalla scena politica. Più che un dispiacere è stato un vero dolore. Tuttavia sento il dovere di ringraziarla per quanto ci ha dato. Comunque se dovesse ripensarci mi tenga presente; a sua disposizione per quanto io possa fare. Nuovamente grazie di cuore e i miei più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Carissimo Barabaschi,
grazie di vero cuore per le sue cortesi parole. Non sono pentito di aver lasciato, sono addolorato per le ragioni che mi hanno indotto a farlo. Il degrado insopportabile della politica italiana è come una ferita aperta, continua fare sanguinare il mio cuore.
Cordialmente,
Caro professore
grazie per tutti i preziosi contributi dati a Forza Italia In Parlamento
anche se a volte sono state ” Prediche Inutili” , lasciano sempre un segno positivo nella storia parlamentare .
Spero la potremo aiutare a diffondere e promuovere le sue memorie liberali nel paese con incontri e dibattiti culturali
se potrà essere utile .
Saluti Giovanni
Caro Giovanni,
grazie per le cortesi parole e per l’offerta di collaborazione. Siete voi, i miei amici del blog e non, che mi date l’entusiasmo per continuare la mia vita con passione. Grazie,
Prof buongiorno,
Ora che è fuori dai giochi Le voglio porre la seguente domanda:
Nel 94 si sentiva nell’aria la buona probabilità di dare una svolta . Per la prima volta si sceglievano i partiti per i programmi con i candidati calati dall’alto con la giustificazione di evitare il voto di scambio. Dopo 23 anni si scopre che, con tutti i suoi difetti, era meglio il voto di scambio. La politica si è chiusa e tutte le decisioni vengono prese a casa di tizio se non di Caio senza neanche la vergogna di tentare di nasconderlo. Basta vedere come pian pianino il livello dei candidati dei vari schieramenti sia sceso e sono rimasti solo i peones.
A questo punto la domanda sorge spontanea:
La democrazia può cambiare questo sistema e se sì come?
Grazie
Gs
Caro Giuseppe,
lei ha impostato bene la sua domanda, che credo abbia una sola possibile risposta: “Se la democrazia, cioé noi, non riesce a cambiare le cose, speriamo in un’invasione aliena”!
Caro Prof
Sono un giovane messinese che ha sentito molto parlare di lei e della sua grande levatura. Scusi se mi dissocio dai temi economico politici.
Tempo fa chiacchierando con mio zio anche lui messinese e residente a Palermo da 40 anni, si ricordava con nostalgia quando da bambini insieme andavate il pomeriggio, dopo la partita al flipper, a mangiare il gelato in un bar vicino la stazione di Messina. Mi ha raccontato che lei era appassionato di equitazione e vinse anche un concorso ippico, vero? Mio zio si chiama Lillo Iannelli, era un bravo giocatore di basket ai tempi della seria A.
Grazie. Saluti
MS
Egregio Professore, leggo con tristezza che nel prossimo parlamento Lei non ci sarà. Consoliamoci con la constatazione che la Sua assenza contribuirà a chiarire le cose, id est che oramai intorno al Berlusca ci sono solamente i Tajani.
Cmq, perché nel tempo che oramai si troverà libero non scrive un opuscolo istruttivo ed illuminante sulla flat tax?
Se avesse bisogno dell’aiuto di manovalanza volenterosa io sono qui
Caro TD,
grazie per l’offerta di aiuto. Non so cosa farò, una volta fuori dal Parlamento, ma credo che metterò mano, finalmente, alle mie memorie.
Cordialmente,
Caro Alberto,
Nicola Porro è molto bravo, è legato a me e mi cita spesso. Gliene sono grato, come lo sono a lei per avermi segnalato questo pezzo.
Cordialmente,
A proposito, mi piacerebbe sapere la Sua idea in merito alle proposte di flat tax che circolano. Che percentuale pensa sia corretto adottare? Oppure crede più ad un processo iterativo, partire da un aliquota e poi scendere (che secondo me è un metodo prudenziale che porta a tenere l’aquilota più alta e a non abbassarla mai). Un taglio netto e decisivo è la soluzione migliore! Ma 25, 23, 20, 19? Come tararla?
In un precedente Suo articolo che riporto il link: http://antoniomartino.org/riflessione-sui-conti-pubblici/
di qualche tempo fa, diceva che ad oggi (2012) le entrate prodotto dalle imposte dirette (Ire, Ires, Irpef, IRAP) è del 15.15% in un sistema ferocemente progressivo. Ergo, con una aliquota al 16% si recuperebbe almeno lo stesso gettito senza considerare il potentissimo incentivo per chi non paga a pagare (W Laffer). Genererebbe ulteriore deficit? Non credo, restando il gettito a dir male invariato. Questo ovviamente senza riformare il sistema pubblico o tagliare la spesa, cosa che andrebbe fatta sicuramente, ma che richiede infiniti sforzi e va incontro a enormi resistenze nel sistema assistenzialista/statalista italiota!
Sarebbe interessante un Suo nuovo articolo con i dati aggiornati ad oggi e una proposta di flat tax che Lei ritiene corretta. Ovviamente corredata da no tax area perché altrimenti i soliti stupidi blatererebbero sulla sua incostituzionalità.
Caro Alberto,
non ho gli ultimi dati, ma in base a quelli che ho – non recentissimi – anche un’aliquota del 15% lascerebbe, nella peggiore delle ipotesi, il gettito invariato. Naturalmente deve essere fatta bene, senza inutili scappatoie, ma in genere l’operazione sarebbe non solo a costo zero per l’erario, ma addirittura redditizia (bisogna, infatti, considerare l’aumento di reddito che la riforma produrrebbe).
Cordialmente,
Professore buonasera a Lei e a tutti gli ADAM,
visto che quest’anno Lei ha deciso di non candidarsi mi piacerebbe un suo parere su questo problema che pare assillare tanti cittadini a tal punto da creare gruppi e associazioni: sto parlando del voto/non voto.
ci sono ormai organizzazioni che demonizzano chi non va a votare paragonandolo addirittura a connivente con i mafiosi.
La cosa mi colpisce personalmente perchè negli ultimi cinque anni non sono andato a votare per presa di posizione in quanto non mi sono riconosciuto nei programmi e nelle persone candidate.
per me (e a quanto pare non sono solo) è l’unico strumento che ci è rimasto per far capire alla classe politica tutta quanto è caduta in basso. mi spiace che solo il cinquanta % non sia andato alle urne e anzi auspico che a questa tornata elettorale si arrivi al 70% di non votanti. solo con un risultato come questo il Presidente della Repubblica avrebbe molte difficoltà a dare via alla Legislatura. o mi sbaglio?
un’ultima osservazione: nei referendum il quorum è importante: se non si supera il 50% dei votanti il referendum è nullo. ciò non significa che hanno vinto i no ma semplicemente che i sostenitori del si non hanno convinto gli elettori. e in ogni caso lo possono ripresentare dopo qualche tempo. Non si può fare lo stesso con gli altri organi istituzionali? o Lei è sempre più convinto di fare una bella estrazione con tanto di varietà annesso?
cordiali saluti
ap
Caro Alberto,
questo è uno dei pochi punti su cui ero in disaccordo con Milton Friedman. Lui la pensava come lei; convinto che mai un’elezione è stata decisa da un solo voto, non andava a votare. Irrideva i votanti con la storia di quei due coniugi che andavano in macchina da Washington a Denver per votare: lui votava repubblicano, lei democratico! Io razionalmente capisco il non voto: “fate pure quello che volete ma senza il mio consenso”! Preferisco però andare regolarmente a votare perché rifuito di lasciare del tutto agli altri le scelte sul mio futuro. Tuttavia, non me la sento di biasimarla.
Caro Professore,
“D) Se dovesse tracciare due tratti peculiari che la riguardano, come li descriverebbe?
R) In realtà, io sono stato restituito alla politica. Sin dai primordi, dalla mia adolescenza, intendo, ho coltivato uno spiccato interesse per quest’ultima, e non solo in senso “dottrinario-speculativo”. Il mio impegno “militante”, all’epoca, rappresenta, se vuole, il prologo della vicenda pubblica che oggi mi riguarda. La mia vita, poi, è stata scandita da stagioni, si è andata dipanando attraverso sequenze temporali che coincidono con ruoli e scelte, che, di volta in volta, mi hanno consentito di ripartire, alla luce di rinnovate conoscenze. Parlo di fili sospesi, che, raccordandosi, hanno prodotto la trama della mia identità. A partire dal perimetro della comunicazione. Non è affatto casuale che, da giornalista, io abbia rivolto la mia attenzione all’emisfero televisivo ed ai suoi affascinanti dispositivi simbolici. E la comunicazione, nel frangente postmoderno, ha una strettissima relazione con la politica. Aggiungo che il mio precedente percorso mi ha garantito la libertà economica di poter fare politica senza dipendere da alcuno, stante il fatto che il mestiere di sindaco, rispetto alle responsabilità che si porta dietro, non è propriamente un affare sul piano del compenso.”
Le faccio grazia del resto.
Sarò cretino io, rozzo, volgare ed ignorante, perché non sono illuminato dal pensiero di Marx, Lenin, Gramsci, però resto fedele alla vecchia massima “rem tene, verba sequentur” e qui, come in tutti i sinistroidi, di res ce ne sono ben poche o nulla, ma mi pare che o si tratta di una presa in giro o chi ha infilato una dopo l’altra queste parole, un renziano di ferro, tale Giorgio Gori, attualmente sindaco di Bergamo (l’hanno votato, se lo tengano) e candidato comunista alla presidenza della regione Lombardia, avrebbe bisogno di una badante (termine coniato da un “filosofo”: Rocco Buttiglione)
Per inciso, non è che l’intervistatrice, che risponde al nome di Antonella Grippo e si fa pomposamente chiamare “la sparigliatrice salentina” si esprima meglio….
Com’è ridotta l’Italia!
Cordialità,
Franco Cattaneo
Prof buonasera a lei e a tutti gli Adam. Oggi sui notiziari locali si legge che Lei ha caldeggiato la candidatura di Matilde siracusano . Se è vero, ne può spiegare il perché? Grazie
GS
Caro Giuseppe.
ho segnalato all’on. Gacomoni il nome di Matilde Siracusano perché, conoscendola, credevo fosse una candidata valida. Lo credo ancora e continuerò a esserne convinto fino a smentita.
Caro Professore,
non mi consideri monomaniaco se torno a parlarle di Federico Tesio. Il fatto è che ho scoperto un fatterello molto interessante riguardo i rapporti del nostro con il fisco.
Per raccontarlo a Lei ed a tutti gli ADAMs devo fare due premesse. Il 3 ottobre 1906 usciva a Milano il primo numero di un trisettimanale che sarebbe divenuto il miglior giornale tecnico ippico del mondo: “Lo Sportsman” diretto dai fratelli Riccardo e Nino Arpisella.
L’allevamento di Federico Tesio consisteva oltre che dei paddocks che circondano la villa dove egli viveva, sulla destra della statale del Sempione appena entrati nel territorio del comune di Dormelletto provenendo da Milano, tra la statale stessa ed il lago, di sette cascine poste sulle colline alla sinistra della statale: “Surga”, “Montaccio”, “Rotta”, “Moretta”, “Cucchetta”, “Torbera”, e “Motta”. Si tratta di tipiche cascine lombarde dai cui terreni erano state spiantate tutte le coltivazioni per trasformarli in pascoli, mentre i fabbricati erano stati intonacati in bianco e le persiane verniciate in rosso: i colori di Federico Tesio.
Sul No. 6 del 7 dicembre 1906 compare sulla prima pagina de Lo Sportsman una lettera di Tesio che da conto di come l’agente delle imposte di Arona, dato che non vi si allevavano vacche, né bachi da seta, né vi si coltivavano viti, riteneva non destinate all’agricoltura le cascine di Tesio ed alcuni boxes col tetto in paglia che l’allevatore aveva fatto costruire e che pertanto dovevano essere assoggettate ad imposta sui fabbricati. A seguito di ricorso e controricorso, la commissione tributaria provinciale di Novara determinava in via definitiva che “L’allevamento del cavallo puro sangue non può far parte del ciclo agricolo, non essendo esso destinato alla produzione di latte, bozzoli ecc. ecc. ma bensì alla produzione dei cavalli da corsa. Sieno quindi i capannoni tassati come scuderie di allenamento e di lusso, anzi, rassomigliando alquanto i boxes a delle stanze, sieno considerati come locali uso abitazione civile.”
Nel suo commento il direttore del giornale nota come per ritenere l’allevamento del cavallo puro sangue, sia pure da corsa, lusso e non agricoltura bisognerebbe nel bilancio dello stato, sotto la voce Ministero dell’Agricoltura, non vi fossero delle uscite da destinare a (modesti) premi per alcune corse di cavalli puro sangue e altre da destinare all’acquisto di stalloni purosangue per il miglioramento della razza equina anche a fini militari, che il Ministero dell’Agricoltura a proprie spese non tenesse il registro e pubblicasse lo Stud Book dei cavalli puro sangue. Ora “se ciò è agricoltura per il governo, da cui dipende anche l’agente delle imposte di Arona, perché non dovrebbe essere che lusso, che spesa voluttuaria per il privato il quale dal governo medesimo non prende un soldo, ma i quattrini dà per mantenere tante cose, gli agenti delle tasse, anche poco intelligenti, compresi? Non sanno quei signori – e questo in via legale – cha abitazione civile è soltanto quella che accoglie degli uomini…. si verrebbe forse ad annullare la massima legale che il rustico deve essere considerato come facente stretta parte dell’immobile campo, e tanto che le bestie addettevi sono chiamate in diritto immobili per destinazione? Il cavallo di puro sangue diventa cavallo da corsa, e come tale a pagare le tasse, solo allorquando lascia l’allevamento ed entra nella scuderia d’allenamento per essere preparato a correre”.
Dal che si vede come lo stato tassatore fosse tale anche in quella che noi consideriamo un’epoca felice, quella dell’Italietta liberale.
Per ironia della sorte nella stessa pagina del giornale si da notizia che la commissione, formata dal conte Canevaro e dal conte Felice Scheibler, inviata dallo stesso ministero in Inghilterra per comperare uno stallone puro sangue inglese di primario livello aveva perfezionato l’acquisto dello stallone Signorino dal cav. Edoardo Ginistrelli, curiosa figura di allevatore napoletano trasferitosi in Inghilterra ad allevare cavalli da corsa. Canevaro e Scheibler fecero un’ottima scelta, non solo perché Signorino si rivelò un eccellente stallone, ma, soprattutto perchè nel 1908 Signorinetta, figlia di Signorina, che aveva partorito Signorino nel 1902, vinse per Ginistrelli il Derby e le Oaks di Epsom! (La nascita di Signorinetta è essa stessa un romanzo che qui non riporto perché troppo lungo).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie di cuore. La sua storia combina due mie passioni: le assurdità dello Stato tassatore e i cavalli. Lei è una inesauribile fonte di storie formidabili!
Considerato che i cavalli, pur non essendo notoriamente animali che spiccano per le proprie qualità intellettuali, sono pur sempre più intelligenti e, quindi, umani, dei pubblicani (termine evangelico per indicare gli esponenti del fisco), mi sembra che il parere dell’agente delle imposte di Arona sia perfettamente corretto e, quindi, le stalle debbano essere considerate immobili di civile abitazione.
Gentile Professore,
non mi sono mai permesso di scrivere su questo blog ma la seguo spesso. Lei rappresenta, in Italia e non solo, la continuità delle idee liberali di Milton Friedman. È da qualche anno che mi occupo, da semplice studioso “indipendente” del collasso del nostro sistema pensionistico. Ho avuto l’onore di ospitare per qualche giorno in Italia, precisamente nel salernitano, José Pinera, ideatore ed attuatore del modello cileno. Da questo incontro e anche grazie alla collaborazione di tanti amici di area liberale è nato un volume che intende mantenere vivo il dibattito sulla privatizzazione del nostro sistema pensionistico, da attuarsi con una graduale transizione. Il volume si chiama “Pensioni: modello cileno per l’Italia?” e sarei lieto di omaggiarla con una copia. Può darmi un suo recapito postale tramite la mia mail dcampeglia@gmail.com? Viva la libertà!
Chissà se in Italia, dove l’INPS è un dichiarato schema Ponzi, si riuscirà mai ad aver un sistema a capitalizzazione. Lei Professore, pur elogiandolo, espresse dubbi tempo fa sulla sua reale applicabilità al caso italiano, è sempre di questa idea?
Saluti e W la Libertà (dall’INPS in questo caso specifico…),
AP
Caro Alberto,
la riforma Pinera è stata un successo formidabile, che ha salvato il Cile: Tuttavia, il passaggio dal sistema a ripartizione (quello che abbiamo) a quello a capitalizzazione (Pinera) è quasi impossibile quando la popolazione è costituita prevalentemente da anziani (come in Italia oggi). La riforma Pinera si poté realizzare facilmente per via dell’alta percentuale di giovani nella popolazione. Non so come se ne esca: l’attuale sistema è in condizioni di bancarotta attuariale, il passaggio a un sistema solvibile è molto difficile e non vedo altra soluzione. Forse, la morte prematura risolverà il problema!
Sono stato un po’ assente dal blog ma con piacere vi ho seguito. Buon anno innanzitutto e a tutti voi e che il 2018 vi porti il meglio!
Con grande felicità vi comunico che da Gennaio sono all’Università di Chicago per finire il mio MBA iniziato nel 2017 ad HEC Paris.
Ho sentito una profonda emozione ad entrare in questi luoghi “sacri”, tempio dell’economia. Sapere di passare del tempo qui e calcare i luoghi dove Lei ha studiato e Milton insegnato mi riempie di orgoglio e felicità.
Putroppo ci starò solo 4 mesi…ma saranno intensi!
Un saluto dalla fredda ma molto bella Chicago,
Parrini
Caro Alberto,
la invidio profondamente. Cinquant’anni fa ho passato in quei luoghi momenti felici e mi sono formato. Non è un posto per vacanze, il clima è orrendo, e le possibilità di svago ridotte. Ma ci si respira un’aria diversa. Fortunato lei! Ha già preso contatto con Luigi Zingales?
Cordialmente,
Caro Professore,
Mi spiace aver generato un po’ d’invidia, ma non era mia intenzione, volevo solo condividere l’emozione che ho provato essendo qui nel tempio dell’Economia, sapendo che anche Lei ha calcato questo suolo. Sì il clima è a tratti proibitivo soprattutto ora in inverno, ma le possibilità di svago ci sono direi. L’aria che si respira è totalmente diversa da quella Europea, sono completamente d’accordo! Si ha veramente l’impressione di avere di fronte una miriade di opportunità. Sì, ho conosciuto il Professor Zingales, che è ritenuto essere uno dei migliori qui a Chicago, durante una conferenza qualche giorno fa, e seguirò il suo corso di Fintech Revolution. Vuole che gli passo un Suo messaggio?
Saluti,
Parrini
Caro Alberto,
l’invidia era dettata anche dal fatto che, quando ero a Chicago, avevo 50 anni in meno! Mi saluti Luigi; siamo amici.
Con viva cordialità e molti auguri,
Caro Professore,
Ho incontrato Luigi, gli ho portato i Suoi saluti e gli ho detto che ci eravamo sentiti. E’ stato molto contento di avere Sue notizie.
Mi ha detto di portarLe vivissimi saluti e spera di risentirLa presto!
Saluti,
AP
Caro Professore,
la campagna elettorale del centrodestra prosegue fra gioie e perplessità. Le gioie sono rappresentate dalla proposta sulla flat tax e dalla famosa imposta negativa sul reddito che, a mio parere, avrebbe senso nel momento in cui venisse smantellato l’attuale vetusto ed inutile sistema di welfare. Citare Milton Friedman però è un bel massaggio al cuore per tanti di noi. Le perplessità tuttavia sono varie. La sparata odierna sulla cancellazione dell’obbligo dei vaccini da parte di Salvini mi pare il picco più alto. Ma che senso ha, arrivare a questi picchi di demagogia? Mantengo inoltre molte perplessità sulla cancellazione della Fornero (il sistema terrebbe?) e sull’adeguamento delle pensioni a 1000 euro al mese. Nel 2002 il governo Berlusconi adeguò le pensioni minime a 516 euro al mese. Fu un provvedimento che riguardò oltre un milione e mezzo di persone. Le chiedo: venne fatto a debito o ci furono le coperture di bilancio? Perdoni il mio eccessivo zelo. Il timore che il centrodestra insegua sin troppo i grillini sul piano della demagogia e dello statalismo più becero mi pervade. A noi probabilmente, spetta il ruolo di sentinelle della libertà dato che, come diceva la Thatcher, “non esistono i soldi pubblici ma solo i soldi dei cittadini”.
Le faccio i miei migliori auguri come a tutti gli ADAM di un grandissimo anno che si spera ci porti un nuovo governo non di sinistra ..che bello sentire le tesi del 94′ e di Milton Friedman come Flat Tax ed imposta negativa il solo sentirle rallegra il cuore e speranza e speriamo si possano realizzare davvero.
Caro Pierpaolo,
grazie per gli auguri che sentitamente ricambio per un 2018 sereno, ricco di soddisfazioni e libero. Ha ragione: mi riscalda il cuore sentire riecheggiare nel dibattito politico contemporaneo idee di Milton Friedman di 50 – 60 anni fa. E’ la dimostrazione di quanto fosse in anticipo sui tempi e ne sono felice, anche se cerco di non illudermi: Parlare è certo più facile che realizzare!
Cordialmente,
Presidente Martino
Ieri sera ho pubblicato sulla chat del coordinamento cittadino di FI Venezia, presieduta dal nostro Renato Brunetta un suo scritto:
” L’eccesso di tassazione è la misura più iniqua, più antisociale, più reazionaria che si possa immaginare: impedendo a chi potrebbe crescere di farlo, congela la struttura dei redditi, rende durature se non permanenti le differenze fra chi ha molto e chi ha poco, taglia i gradini più bassi della scala dei redditi, lasciando a terra quanti potrebbero salire e migliorare la propria condizione. […] [A sinistra] credono in un mondo in cui tutti siano costretti ad essere nani, in cui sia vietato crescere e svilupparsi. Non sembrano rendersi conto che un Paese non può essere ricco se a nessuno è permesso diventarlo!”
(Antonio Martino)
E oggi, casualmente, leggo questo scritto di Brunetta:
“Solo con meno pressione fiscale si cresce e solo con la crescita riparte il Paese. Studino un po’ di economia al Nazareno @matteorenzi”.
Lo scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.
Evidentemente le IDEE sono contagiose…
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
grazie per la citazione. Lei ha ragione: le idee sono contagiose. Purtroppo, però, anche le idee sbagliate lo sono e si diffondono con grande rapidità. C’è solo da sperare che nella concorrenza del contagio quellle giuste prevalgano!
Cordialmente,
Presidente Martino
Buon anno a Lei e ai cari ADAM.
Gli amici del http://www.individualistaferoce.it/ vorrebbero invitarla a Marzo per commentare l’esito delle prossime elezioni e mi chiedono come poter fare per avere questo grandissimo onore.
Saluti Matteo Napoletano
W la Libertà!
Caro Matteo,
grazie. Buon 2018 a lei e a tutti gli Adam. Che sia un anno sereno, ricco di soddisfazioni, e LIBERO! Quanto all’invito cui lei accenna. il modo migliore di contattarmi è tramite il mio ufficio (antoniomartino@camera.it), ma non so se per quella data ne avrò ancora uno, dato che non mi ricandido. Forse, è più sicuro farlo tramite questo blog. Ancora mille auguri a lei, ai suoi, e a tutti gli amici,
Caro Professore, cari ADAMs,
sinceri auguri di buon Natale e felice Anno Nuovo a Voi e alle Vostre famiglie.
Con la speranza che la fiammella liberale possa, in questa maltrattata Italia cattocomunista e politicamente corretta, far scaturire almeno un fuocherello.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Massimo,
è una scelta autonoma: ho 75 anni, sono stato deputato per 24 anni, andare in Parlamento mi deprime, dato l’ambiente umano. Perché continuare a autoinfliggermi questo tormento? Capisco il suo punto di vista e sarei ipocrita se dicessi che è una scelta presa a cuor leggero, ma è stata presa da me, in piena libertà.
Cordialmente,
Caro Professor Martino,
mi unisco anche io al cordoglio per la scomparsa di Altero Matteoli, grande signore.
Con i più cordiali saluti,
Pietro Barabaschi
Mi permetto caro Professore, di utilizzare il suo blog per esprimere il mio cordoglio ed il mio dispiacere per la scomparsa del povero Altero Matteoli, persona capace, perbene, che ebbi modo di conoscere alcuni anni fa e della quale trassi l’impressione di un grande signore. La sua morte mi ha molto addolorato.
Caro Professore,
forse influenzato dall’esplodere del caso maro’, devo dire che non provavo eccessiva simpatia per Giulio Terzi di Sant’Agata, almeno sino al momento delle sue clamorose dimissioni che, presentate irritualmente nell’aula di Montecitorio, ho giudicato una scelta ben ponderata da parte di un signore che intendeva far sì che lo schiaffo in faccia al presidente del consiglio producesse uno schiocco il più rumoroso possibile. Da lì ho cominciato a seguire l’attività pubblicistica dell’ex titolare della Farnesina, e mi sono sempre più convinto che si tratti di un autentico, attento e preparato professionista della politica estera, nulla a che vedere con gli improvvisati suoi successori cattocomunisti, veri quacquaraqua delle relazioni internazionali.
Anche questa sua valutazione http://www.lintraprendente.it/2017/12/litalia-tradisce-loccidente/
mi ha trovato d’accordo. Se ha voglia di leggere l’abbastanza lungo articolo, mi piacerebbe conoscere la sua opinione di professionista della materia al riguardo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
conosco Giulio Terzi da molti anni e lo considero un buon diplomatico, intelligente e capace. Nella storia dei marò perse qualche colpo, ma non sappiamo se per sua unica responsabilità. L’articolo è buono, anche se la tesi non è originale, ma nella sostanza ha ragione lui. Non si può essere alleati a corrente alternata e, soprattutto, non si deve mai rompere con Israele. Non tanto per ragioni di convenienza, quanto per ben più importanti motivi morali. Un dissenso su questioni secondarie è fisiologico. Ma sulle questioni fondamentali dovremmo essere tetragoni. Gerusalemme “capitale di due stati” non ha senso; Gerusalemme in mano araba significherebbe nessuna tolleranza per ebrei e cristiani. Per questo mi sembra che l’articolo colga un punto importante e sia condivisibile.
Buongiorno a tutti.
Ieri Berlusconi su Twitter ha citato Milton Friedman ed ha aggiunto che i tecnici stanno lavorando sui dettagli del programma elettorale da presentare agli italiani.
Qualcuno sa chi sono questi geni che lavorano sul programma ?
Caro Professore,
abbandoniamo per qualche minuto le miserie italiane (intendo miserie della politica che non trova di meglio che occuparsi di ius soli, matrimoni omosessuali, fake news – ma perchè non parlano italiano? – testate mafiose, monumenti fascisti etc., invece che dei reali problemi che affossano il paese e ne angustiano i cittadini) per occuparci di una gloria italiana: Nearco.
Ho conoscenze poco più cheelementari del mondo dei concorsi ippici (o dello “show jumping” come direbbero alcuni) a Lei molto caro.
Ebbene, con mio sommo piacere ho scoperto https://sporthorse-data.com/articles/2017/11/23/sire-lines-international-jumpers-nearco-line
che Nearco oltre ad essere il fondatore del moderno thoroughbred in tutto il mondo (praticamente tutti i vincitori classici nei paesi ippicamente evoluti – di cui. grazie a Romano Prodi, non fa più parte l’Italia – discendono in linea diretta maschile da Nearco) è anche alla base delle più importanti famiglie di grandi saltatori di qua e di là dell’Atlantico!!!
Spero, qualora già non lo sapesse, di averle dato una gradita notizia.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per distrarmi dalle normali sconcezze che mi affliggono per parlare di cose serie. Credo che Nearco, da lei giustamente elogiato, era nella genealogia di Ribot, fra gli altri. Basterebbe questo per farne un cavallo da non dimenticare. Per quanto riguarda cavalli da concorsi, invece, non ne conosco di suoi discendenti. Ma da troppi anni mi occupo poco di cavalli. Grazie.
Caro Professore,
mi duole correggerla: Ribot [m. b. 1952, famiglia 4] by Tenerani [m. b. 1944, famiglia 6] out of Romanella [f. s. 1943] by El Greco [m. b. 1934] out of Barbara Burrini [f. b. 1937] aveva, nelle generazioni più vicine a lui, in comune con Nearco solo il bisnonno materno, il padre di El Greco, Pharos [m. br. 1920, famiglia 13] che era anche il padre di Nearco, e il trisnonno paterno, Havresac [m. b. 1915, famiglia 8], padre di Nogara, e quindi nonno materno di Nearco.
Il padre di Ribot, Tenerani, uno dei pochi stalloni che Tesio si tenne in casa, oltre a praticamente tutte le classiche italiane nel 1948 vinse, a 4 anni, le Queen Elizabeth Stakes ad Ascot e la Goodwood Cup. Tesio lo vendette poi nel 1951 in Inghilterra.
La sua ascendenza era regale, un autentico epinicio all’allevamento di Dormello. In linea maschile, il padre era Bellini [m. b. 1937] che vinse il Braunes Band a Monaco (si era in guerra), fece in tempo a generare Tenerani prima di essere razziato dai tedeschi e portato in Germania da dove finì in Polonia. Tenerani era a sua volta figlio di Cavaliere d’Arpino [m. b. 1926] che Tesio giudicava il miglior cavallo che egli avesse mai allevato: potè comparire in pista solo a tre anni e fu sempre difficile da allenare a causa della sinovite di cui soffriva. Un incidente gli precluse la partecipazione all’Arc de Triomphe e venne avviato in razza dopo solo sei corse, tutte vittoriose. Egli era figlio di Havresac che fu acquistato in Francia dal nobile Giuseppe de Montel, il grande rivale di Tesio, quando, per le vicissitudini belliche, l’Haras du Montfort nel 1916 gli vendette in blocco tutti gli yearlings tra cui lo stesso Havresac che doveva diventare il fondatore dell’allevamento italiano (capolista per 11 anni tra gli stalloni e padre di grandi cavalli e grandi fattrici): stranamente produsse meglio per Tesio che per de Montel.
Una particolarità del riproduttore Ribot: in un albero genealogico fitto di bai, i figli sauri, stesso mantello della madre di Ribot, Romanella, erano quasi tutti di difficile carattere come la stessa Romanella che però pare dovesse la sua intrattabilità al fatto che soffriva di dolorose schinelle.
Non l’annoierò snocciolandole l’albero genealogico di Nearco e mi scuso dell’uso di “by” e “out of” che ho ritenuto più chiarificatori dell’equivalente italiano “da…e…”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
complimenti! In fatto di purosangue, lei è un pozzo di scienza. Non è il mio settore dell’ippica e mi scuso per la sciocchezza che le ho inflitto e che lei ha corretto. Mi piacerebbe incontrarla uno di questi giorni. Chissà!
Cordialmente,
Caro Professore,
temo che il piacere dell’incontro sarà solo mio!
Penso che, se lo desidera, lo si potrà organizzare in occasione di una sua venuta a Milano, dato che difficilmente mi capiterà di venire a Roma o (cosa che mi piacerebbe moltissimo) in Sicilia: ultimamente sono divenuto un orco che dedica quasi tutte le sue uscite di casa a camminare in montagna con il cane.
Cordialità,
Franco Cattaneo
anche se passo raramente sul suo blog non la dimentico certo e per puro caso ohhi mentre ascoltavo Daniele Capezzone su FB da un convegno sulla spending review di Direzione Italia, lo stesso Capezzone la ha citata ricordando che fu l’unico in Parlamento a voler fissare una percentuale precisa del PIL per spesa pubblica e tassazione altrimenti l'”equilibrio di bilancio” si potrebbe ottenere con qualunque valore di tassazione e spesa paradossalmente altissimi come percentuale del PIL. Ciò mi ha spinto a passare di qui a vedere come stava e a salutarla con affetto
Luca Berardi MBA LUISS 1994
Caro Luca,
sto benino. Sono a Monte-Carlo per un convegno. Mi fa piacere che Daniele abbia ricordato quella proposta. Purtroppo, è stata dimenticata !
Cordialmente,
Caro professore, è un piacere sapere che sia ancora attivo e che la invitino a convegni per ascoltare le sue sempre illuminanti parole. Io non mi stancherei mai. Un saluto e un abbraccio
Caro Professore,
ho alcuni dubbi in merito alle proposte elettorali del centrodestra. A suo giudizio, è possibile alzare le pensioni minime a 1000 euro al mese come propone Berlusconi, senza andare ad incidere sull’aumento della spesa pubblica pensionistica che, ad oggi, mi pare sfiori il 16% del PIL e rappresenta circa il 32% della spesa pubblica totale (mi corregga se il dato non è esatto). A tal proposito, quale è il suo giudizio sulla riforma Fornero?
Caro Massimo,
anch’io penso che la proposta di SB sia incompatibile con la situazione finanziaria, attuale e potenziale, del nostro sistema pensionistico. Quanto alla riforma Fornero non è del tutto sbagliata e mi sembra si muova nella direzione giusta.
Cordialmente,
Il problema della riforma Fornero è che è stata realizzata dalla Fornero, un tipico esempio di come oramai alla guida di questo paese arrivino solo mezze calzette prive di ogni dote di leadership.
Quanto a Berlusconi, mi permetto di darLe un suggerimento: considerato che Lei mi risulta essere suo amico dovrebbe fare quel che farebbe ogni buon amico in questo triste frangente id est convincerlo a ritirarsi dalla politica e risparmiare a chi lo ha votato e stimato questa lunga agonia e il dolore di vederlo decadere.
Se poi Berlusconi, nel suo ritiro, riuscisse a portarsi dietro anche qualche irritante nullità come Tajani, sarebbe tutto di guadagnato.
Ogni Euro dato in più a un pensionato, nel caso che rimanga in Italia, non sarà quasi tutto speso in medicine, alimentazione, casa e turismo? E essendo consumo 22% subito ritorna in IVA?
Caro Prof, ho sempre apprezzatola sua capacità di sintesi, ma in questo caso non se ne può uscire con una battuta, cosa significa che la legge Fornero va’nella giusta direzione. Quindi per lei è giusto che chi prende delle pensioni non legate ai contributi versati ma solo all’ultima retribuzione, continui a goderne e gliela deve pagare chi ha versato per oltre 40 anni? Vorrei sommessamente ricordare che il prof Monti e la sua sodale Fornero con lacrime incluse avevano ricevuto ampi poteri per cui potevano fare e disfare a loro piacimento, hanno chiamato i loro provvedimenti salvaitalia peccato che si sono dimenticati di salvare gli italiani, ai quali hanno scaricato il peso delle loro scelte. A meno che come dei prezzolati sicari, hanno fatto il lavoro sporco per lasciare intatti determinati privilegi.
Cordiali saluti
Non a caso sono stati scelti due incapaci privi totalmente di leadership (in italiano “attitudine al comando”).
Non a caso il primo proviene dalla Bocconi, università che assicura sicuramente un buono standard qualitativo di conoscenze tecniche (ma mai eccelso: i migliori non sono mai fra i bocconiani), ma che tende a creare esecutori fedeli.
Non a caso a capo dell’INPS c’è un altro bocconiano che, quando si è trattato di scelte strategiche, ha fatto ridere tutti i pollai di Italia affermando che i migranti ci avrebbero pagato le pensioni.
Io posso capire che le pensioni sociali siano collegate all’età, ma per le altre dovrebbe valere il contributivo come le assicurazioni private, puoi scegliere se ritirare tutto oppure prendere l’assegno. Bastava ricalcolare tutto ( oggi basta un click) e di colpo tanti nullafacenti si troverebbero con la sociale . Anticostituzionale? Forse, embè, si cambia la costituzione. Del resto non mi sembra tutta sta gran cosa
Caro Giuseppe,
lei ha ragione ma potrebbe astenersi dall’infierire. Ci sono cose sbagliate e cose giuste nella riforma Fornero. Menzionarle entrambe sarebbe stato troppo lungo. Mi perdoni l’omissione.
Caro Professore, cari ADAMs,
a smorzare la già di per sé “moderata” gioia per la vittoria in Sicilia arriva subito Berlusconi che parla di centro destra moderato e di vittoria dei moderati.
Io sono, o almeno mi illudo di essere, liberale, non moderato: liberale senza ulteriori aggettivi quali democratico, moderato, etc.
Moderata è solo la gioia perché, come dice bene il signor Biavaschi, sono stufo di accontentarmi del “meno peggio”: cosa ci sia di liberale in una coalizione che deve per necessità comprendere il comunista ex-padano Salvini e la romanocentrica ex-fascista Meloni proprio non so. Visto che di Sicilia parliamo, tiriamo dentro anche la spada dell’islam Pietrangelo Buttafuoco, anzi Giafar al-Siqilli, e siamo a posto…
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
concordo in pieno. “Moderato” è un termine orrendo daal significato politico dubbio. Sono d’accordo anche in questo con Ricossa che consigliava ai moderati di esserlo anche nella moderazione, di non essere cioè smodatamente moderati!
Presidente Martino
Da più parti arrivano segnali che il vento si sta preparando a cambiare.
Spero che oggi i siciliani ci confermino, con il loro voto, che l’attraversamento del deserto per Forza Italia si sia finalmente concluso.
Il suo apporto per il prossimo governo di centrodestra è fondamentale, lei e Moles siete gli unici a rappresentare lo spirito libertario senza compromessi in FI.
Saluti Matteo Napoletano
Cari Adam, caro Professore sono colpevole. Sono fra coloro che non hanno votato in Sicilia. Leggendo alcuni articoli redatti dalla migliore intellighenzia scopro di essere un rifiuto dell’umanità, che per colpa mia addirittura qualcuno di questi si vergogna di essere siciliano. Ed ora sono qui ad autodenunciarmi sperando almeno nella Vs. clemenza perchè a dire il vero io ce l’ho messa tutta per votare, mi sono letto i programmi dei vari candidati Presidente, addirittura pure le biografie di ciascun candidato. Ora è colpa mia se non ho trovato un briciolo di liberalismo in uno di loro? Per quanto mi riguarda erano tutti impresentabili per questo il mio voto non lo meritano.
un abbraccio
ap
Caro amico, sono solidale con lei. Anch’io da tempo non trovo un briciolo di liberalismo nei candidati che di volta in volta mi si propongono. E spesso li conosco anche personalmente per aver fatto il Sindaco, l’Assessore, eccetera eccetera.
Conseguentemente da tempo non voto e mi sento bene, in pace con la mia coscienza di cittadino responsabile che non si accontenta più del meno peggio. Anche perché il meno peggio persiste nello statalismo, quindi non prospetta alcuna soluzione ai nostri innumerevoli problemi.
La Sua osservazione è corretta, ma riduttiva. La situazione è ben più grave a “livello macro”, come direbbero gli economisti.
Difatti, il nostro paese è stato distrutto da politiche che noi liberali detestiamo, ma che vengono spacciate per “liberali” da alcuni cialtroni che le propugnano. Sto parlando di:
– AUSTERITÀ, ma il liberale è contrario a questo principio demenziale e sa che solamente se il denaro circola l’economia cresce. In questo gli pseudoliberali sono molto più lontani da noi dei comunisti perché i liberali vogliono che siano i privati a spendere mentre i comunisti preferiscono che sia lo stato, ma entrambi sono contrari all’austerità e favorevoli alla crescita economica. Gli pseudoliberali sono invece favorevoli alla recessione ed all’impoverimento, in quanto perseguono un disegno aristocratico che ha lo scopo di creare una struttura sociale divisa in due classi: una composta dallo 0,5% della popolazione che formerà la classe dirigente, ovviamente ricchissima, scelta per diritto di sangue e il restante 99,5% poverissimo e senza poteri.
– ELEVATA PRESSIONE FISCALE C’è forse bisogno di ricordare la posizione liberale in materia???? Però questi pseudoliberali sono favorevolissimi a tasse elevatissime, ovviamente a carico di tutti tranne che della classe aristocratica. Esempio: la contessina BOLDRINI tuona contro l’evasione fiscale, ma lei come funzionaria dell’ONU le tasse non le ha mai pagate almeno non per intero, poiché i funzionari ONU, come lei, le tasse le pagano solamente in misura ridotta in quanto esenti. E a chi conosce la storia -in particolare quella della rivoluzione francese- apparirà chiaro di cosa stiamo parlando.
– CONTROLLO Sto parlando di anagrafe tributaria e cose simili. Vi pare che un liberale possa essere favorevole????
– ELIMINAZIONE DELLA DEMOCRAZIA Noi liberali siamo quelli del No Taxation Without Representation. Altro che governo di illuminati!
– ELIMINAZIONE DELLA LIBERTA’ DI OPINIONE con la lotta alle c.d. fake news. In pratica un funzionario statale -Senza Che Un Giudice Possa Mettere Bocca Nella Faccenda- decide cosa è vero e cosa è falso.
Ovviamente, a sinistra queste idee le combattono e le combattono come idee liberali, ma la colpa di questo errore non è della sinistra, bensì di noi liberali che nulla abbiamo fatto per difendere il nostro “marchio”. Abbiamo permesso che dei falsificatori facessero credere che noi siamo contro le elezioni e contro la crescita economica ed a favore di uno stato aristocratico.
Se una persona mi accusasse di essere un ladro e io tacessi e non lo smentissi, cosa pensereste di me???
Prof, Lei conosce la Sicilia e i siciliani meglio di me. essendo abituati a convivere da millenni con tutti, abbiamo qualità di adattamento incredibili, tanto è vero che appena usciamo dalla ns. terra e ci confrontiamo con gli altri, la cosa che spicca immediatamente è la nostra capacità immediata di risolvere problemi perchè nelle altri parti tutto è organizzato. per cui al primo intoppo si fermano. Noi abbiamo bisogno di uno che tagli il nodo di gordio. Una volta Lei scrisse che quando Le avevano proposto di candidarsi a Governatore Lei mise in chiaro che avrebbe accettato se al primo punto del programma di governo ci sarebbe stato il dimezzamento dello stipendificio regionale. E non se ne fece più nulla.
E Le è andata bene, perchè a quest’ora i fiori Le potevamo portare.
saluti
Caro Tenerone Dolcissimo,
le sarei molto grato se volesse gentilmente indicarci dove leggere l’intervento del Professore su “denatalità’…. Grazie anticipate ed i più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Non è un’intervista. Mi riferivo al suo intervento ad un recente convegno tenuto presso la Confedilizia qualche giorno or sono.
Se nei prossimi giorni, ponte permettendo, troverò il filmato, ve ne farò partecipi.
Fra l’altro c’è stato un altro intervento che vorrei rivedere: una tenera scoiattolina di relatrice che ci ha giulivamente comunicato che sta per nascere un’altra europa ancora più liberale di quella attuale.
E’ stato solamente per rispetto del professore -che anche se era già andato via aleggiava ancora con la sua presenza- che non ho fatto partire un pernacchione dalla platea.
Cari saluti a tutti
Egregio professore,
vorrei rivolgerle un quesito sulla questione fiscale. Essa, come sappiamo, è vista con prospettive diverse dai diversi ambiti e schieramenti politici.
Però, secondo lei, in un ipotetico sistema liberale è giusto applicare aliquote diverse per le persone fisiche ?
E’ notizia di questi ultimi giorni che l’amministrazione Trump, gridata come svolta liberale, parla di 3 aliquote : 39,6, 25 e 12 per cento.
E’ senz’altro un passo avanti, una riduzione rispetto alle precedenti amministrazioni, però quello che non reputo corretto, equo, è l’uso costante
di scaglioni. Non le sembra più giusto applicare per tutti, per tutte le categorie, la stessa aliquota ?
Una tassa non deve essere assolutamente uguale per tutti ? La stessa aliquota applicata a redditi diversi dà già di per sé importi diversi
che giustifica il principio della proporzionalità. Volevo sentire il suo autorevole parere. Grazie.
Professore complimenti per l’intervento di ieri sera su denatalità e rischi connessi.
Chiedo a tutti di dare eco a questo allarme spesso rinnovato dal professore e che qualcuno potrebbe trovare ossessivo, ma che invece per me è addirittura riduttivo.
La situazione è molto più grave di quanto la premiata ditta Boldrini % co. vorrebbe far pensare.
PS Consiglio a tutti di informarsi sull’ondata di delinquenti scarcerati in Tunisia ed in arrivo sulle nostre coste.
Prof. buonasera , ogni giorno apro il suo blog nella speranza di leggere un suo articolo sugli argomenti , non dico del giorno, ma almeno della settimana. invece nulla tranne qualche scarna risposta alle stimolazioni dei vari adam. e dire che di argomenti non ne mancano vedi la catalogna e i nostri bistrattati referendum del nord, l’affaire ciccio kim, l’effetto trump ad un anno dall’elezione, lo ius soli, il testamento biologico, la legge elettorale, la web tax, ecc. ecc., tutte cose che sicuramente l’hanno interessata. spero che queste sue “assenze”non siano dovute a probemi di salute.
in attesa di leggere la prossima perla Le auguro una buona serata
gs
Caro Professore, cari ADAMs,
ma dove vuole andare l’Italia?
Il TAR (credo sia la più inutile e dannosa invenzione del regime) ha annullato una bocciatura a scuola, promuovendo il pargolo di ufficio, perchè il padre divorziato non sapeva che il figlio non aveva voglia di studiare… http://www.ilgiornale.it/news/cronache/pap-non-sapeva-dei-brutti-voti-e-tar-annulla-bocciatura-1453871.html
Se, quando andavo a scuola fossi tornato a casa con un 4 in un compito in classe due sberle di mia madre non me le levava nessuno: adesso prendono a sberl,e l’insegnante (che magari, essendo un sessantottino ignorante e sindacalizzato, se le merita pure, ma per altri motivi)…
Cordialità,
Franco Cattaneo
Avrei un quesito per i filosofi e gli storici politici.
Riguarda il termine “Costituzione”:
quando è cominciato il suo utilizzo in senso politico-istituzionale, ed in che senso?
La Costituzione degli stati uniti, quando nacque, si chiamava “Convenzione”.
Il primo riferimento che ho è l’art. 16 della dich. diritti uomo e citt. 1789 che recita: “Toute Société dans laquelle la garantie des Droits n’est pas assurée, ni la séparation des Pouvoirs déterminée, n’a point de Constitution.” Dopo aver precisato che per diritti si intendono quelli individuali ed inalienabili (scordandosi la vita, lo so).
Cioè: una società ha “Costituzione” se garantisce come inalienabili i diritti lokiani, e separa i poteri politici al fine di sorveglianza reciproca.
Nell’800, tale significato venne mantenuto, ben distinto, ad esempio, da “Statuto”.
L’interpretazione, invece, come codice generico di norme “fondamentali”, indipendente da diritti inalienabili e separazione dei poteri, quando è iniziata?
Secondo il prof. Giovanni Giorgini il significato è stato deviato solo nel XX° secolo (ma non sa esattamente quando né perché).
Il che significa che, riferendosi al significato originale, le sole nazioni al mondo che potrebbero fregiarsi di “avere Costituzione” sarebbero al massimo 3 o 4: Svizzera, USA, UK e forse Taiwan (per puro caso, le 4 più ricche del mondo).
Secondo il significato novecentesco, invece, bisognerebbe escludere almeno UK (e la Svizzera fino all’anno 2001).
Caro Professor Martino,
scusandomi per il ritardo, la prego sentirmi affettuosamente vicino nel momento del dolore per la scomparsa di suo cugino Franco.
Pietro Barabaschi
Caro Giulio,
la campagna elettorale mi sarebbe, credo, piaciuta molto. Amo la Sicilia e visitarla tutta in campagna elettorale, ritrovando molti conoscenti e amici, sarebbe stato esaltante. Non mi piacerebbe, credo, per nulla fare il presidente della Regione: l’ambiente è marcio e i problemi enormi, Il problema, tuttavia, non mi si è mai posto.
Cordialmente,
Caro Professore, cari ADAMs,
E’ un genio! Non me ne ero accorto, eppure gli indizi erano tutti lì, in bella vista. Bastava saperli collegare.
Pensavo fosse la punta di diamante della sudamericana “teologia della liberazione”, eppure dovevo capire leggendo la sua biografia ufficiale pubblicata sul sito dello stato di cui è autocrate che tra lui e la teologia intercorre lo stesso rapporto di parentela che ha Antonio Di Pietro con la lingua italiana. Infatti vi è scritto chiaramente “nel marzo 1986 va in Germania per ultimare la tesi dottorale”, mica si dice che abbia conseguito il PhD. Resta la liberazione, e poiché un po’ di teologia l’avrà pure orecchiata, concediamogli la comunione: “Comunione e Liberazione”.
Poiché mai mi è capitato di frequentare cantieri edili, non avevo idea che quelle imitazioni di cabine telefoniche londinesi che ne costituiscono necessario corredo, e che svolgono la funzione di cessi chimici, fossero sprovviste di lavandino.
Solo un genio, dopo averne usufruito pubblicamente in piazza del Duomo a Milano, a beneficio di paparazzi e operatori televisivi, ma soprattutto della propria immagine da copertina di rotocalco (non lo sapevo, ma la fonte è fededegna: http://www.antoniosocci.com/ultime-dal-mondo-bergoglio-fra-le-la-profanazione-san-petronio-trasformata-mensa-1400-persone-bagni-chimici-cosi-accolgono-bisogni-delluomo/
) poteva trovare il modo di rimediare a questa carenza.
Che ti inventa, lì su due piedi, il genio? Un bel giro tra la folla assiepata sulla piazza, porgendo a tutti le mani da sbaciucchiare (il concetto di igiene del nostro è un po’ da gaucho delle pampas)!
Visto il successo, il nostro eroe concede il bis nella basilica di San Petronio, in questo caso fornendo anche la materia prima: una bella “pacciada”, come direbbero Gianni Brera e Luigi Veronelli – traduzione per i romani: “abbuffata”.
Comunione e liberazione! Ego te asciolvo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
caro professore
una cosa pensa del fatti della Catalogna che giudizio ne da ? , vedo su Facebook gli entusiastici commenti di Carlo Lottieri .
Anche io sono favorevole alla protesta indipendentista Catalana contro le Tasse di Madrid e dell’ Europa .
La rivolta secessionista Catalana credo sia un Fatto ed grande Segno dei Tempi e non accorgersi di questa Evidenza e di un nuovo probabile corso della Storia
e ‘ davvero impossibile . Va cambiato tutto , proprio tutto in senso Federalista- Liberale sia in Europa che in Italia . Oppure ” Nella monotonia del puro proseguire noi soffocheremmo” come diceva Guardini.
un caro saluto Giovanni
Caro Giovanni,
tendo a pensarla come lei ma non me la sentirei di essere così drastico. La situazione è complessa e ci sono colpe da entrambe le parti.
Cordialmente,
Caro Professore, cari ADAMs,
Alexander Zinov’ev, già capo del Dipartimento di Logica dell’Università Statale di Mosca (MGU), scrisse un libro satirico “Cime Abissali” sul comunismo sovietico. Pare che i palombari alpinisti del nostrano partito comunista stiano riposizionando sempre più in alto la scala di difficoltà delle scalate sottomarine.
Leggo che tale Andrea Orlando, che pare ricopra, con modi tanto felpati che nessuno se ne era accorto, anche la carica di ministro della giustizia di quel che resta della Repubblica Italiana, ha dichiarato che Il cosiddetto «codice antimafia» è buono, anzi ottimo, perché rompe il «tabù della proprietà privata» e «mette in discussione la ricchezza». E chi lo critica non è un garantista, ma un classista «cultore della proprietà privata». E’ giunto in vetta, anzi qualche metro al di sopra!
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
sono reduce da una breve vacanza sul confine tra la provincia di Belluno e quella di Bolzano, e ciò mi ha dato spunto per alcune considerazioni su cui mi piacerebbe sentire la Sua opinione, anche tenendo conto del fatto che il 22 ottobre si voterà in Lombardia e Veneto un referendum propedeutico alla richiesta di maggiori autonomie per le due regioni. Dico subito che ritengo che l’esito del referendum, anche se plebiscitario, non porterà, purtroppo, alcuna conseguenza pratica.
Premetto che tale Fico (con notevole sforzo lo classificherò Suo collega), presidente grillino, partenopeo, della commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI ha scritto una lettera ufficiale con cui comunicava ai presidenti delle camere che “data l’esiguità dell’elettorato coinvolto” non vi sarà sui canali RAI alcun dibattito al riguardo. Ora dato che 15 milioni su 60.5 mi pare corrispondano grosso modo al 25% della popolazione italiana, una quota non così esigua, e che da questo 25 % di popolazione lo stato ricava il 36% delle imposte, oltretutto con una evasione fiscale che è stimata a non più del 20% al nord (13% in Lombardia), del 40% al centro e del 60% al sud, mi sembrerebbe doveroso che la RAI informasse coloro che la mantengono sui temi politici che potrebbero essere per loro interessanti, e non nascondesse che si terrà un referendum solo perché sgradito al potere cattocomunista. Ciò a maggior ragione se si considera che da stime, probabilmente abbastanza attendibili – e anche qui c’è un (non tanto) piccolo scandalo se si rileva che né l’ISTAT, mantenuto anch’esso dal denaro dei contribuenti, né il ministero dell’economia pubblicano i dati sulle tasse pagate nelle varie regioni confrontate con quanto ritorna (“residuo fiscale”) alle stesse sotto forma di spesa pubblica – risulterebbe che Lombardia e Veneto hanno lasciato allo Stato mediamente 60+15=75 MILIARDI di euro l’anno nel corso degli ultimi cinque anni (una manovra finanziaria è generalmente circa un po’ meno di un terzo di tale somma, 27 miliardi): per fare un esempio ad ogni cittadino lombardo, dal poppante al vecchietto della Baggina, spetterebbe una quota di 6’000 €/anno, 24’000 €/y per una famiglia media! Non essendo un esperto di economia aggiungo che ho l’impressione che i residui fiscali, pur più modesti, di Piemonte e Lazio siano gonfiati dal considerare raccolti nella regione gli importi del canone RAI (Torino) e di vari balzelli statali (Roma) pagati in tutta Italia.
Vengo ora al tema “vacanziero” che riguarda le autonomie. La provincia di Belluno è la più sfortunata e derelitta delle provincie venete perché confina con la regione autonoma del Friuli Venezia Giulia, con le provincie autonome di Trento e di Bolzano (quest’ultima con un regime assolutamente particolare) e con l’Austria. Trascurando l’occhialeria e la silvicoltura (quasi tutto il legname viene ritirato dall’Austria e là lavorato) una provincia come quella di Belluno dovrebbe vivere di turismo. Orbene nelle scorse due settimane pioveva, faceva freddo e nevicava, però gli alberghi sudtirolesi, tutti aperti, erano pieni (principalmente tedeschi, olandesi, ma anche molti italiani) e per le strade dei paesi e sui sentieri di montagna vi era un gran movimento, quelli di Cortina e di Auronzo, per fare due esempi, in gran parte chiusi e praticamente vuoti.
Ciò senza considerare il fatto che gli alberghi del sudtirolo sono bellissimi, ben tenuti, continuamente rinnovati, pochi tre stelle, quasi tutti quattro stelle e 4 stelle lusso e non pochi cinque stelle, praticamente tutti con piscina e centro benessere, con offerta di attività di vario genere e praticano quasi tutti i ¾ di pensione (prima colazione, merenda e cena) a tariffe tra i 90 e i 150 € per persona. Molti ristoranti, anche quelli degli alberghi, sono di altissima qualità. A Cortina, non parliamo poi di Auronzo, gli alberghi sono miseri, con un aspetto polveroso e ammuffito, non mi stupirei di trovarvi il pappagallo di nonna Speranza impagliato, pochissimi oltre le tre stelle, ma anche questi sembrano l’hotel “Al Gatto Melanconico”.
Mi si dirà che in sudtirolo le attività economiche godono di considerevoli aiuti dalla provincia (finanziamenti a fondo perduto, garanzie provinciali sui crediti per investimenti, ecc.) oltre a valersi di servizi pubblici di prim’ordine, consentiti dal fatto che mediamente il 90% delle imposte pagate rimane in loco.
Ma questo è il bello dell’autonomia, del federalismo, di non dover mandare soldi allo stato sperando che qualcosa torni indietro per poterlo usare in modo più oculato ed utile di come scialacqua lo stato!
Diciamo poi che comunque una gran parte di colpa ricade sul diverso atteggiamento degli abitanti delle due provincie: ad esempio, Dobbiaco su tutti i cartelli scrive “il comune delle Tre Cime”, quando per vedere le Tre cime da Dobbiaco bisogna fare una quindicina di chilometri e fermarsi su una curva della statale per intravederle in fondo alla valle; dalla strada principale di Auronzo si vedono le Tre Cime, che si trovano per più della metà nel territorio del comune (ciò è dovuto al fatto che il confine tra la Serenissima e il Tirolo passava sul versante nord, quello tirolese, della montagna e non sulla linea di vetta) ma il comune non ne fa mai cenno. A Cortina, la più bella località di montagna al mondo, circondata a 360° da montagne bellissime, il servizio reso da Monti era stato quello di istituire posti di blocco della guardia di finanza per controllare i portafogli dei turisti! L’ippodromo di Merano è sempre stato odiato dai sud tirolesi che lo consideravano una sopraffazione fascista, studiata anche per italianizzare la popolazione (proprietari, allenatori, fantini, personale di scuderia erano tutti italiani); bene domenica si è corso il 73° Gran Premio di Merano, principale steeple-chase italiano: i sudtirolesi si sono resi conto che lo si può sfruttare come propaganda turistica e lo hanno ribattezzato Grösser Preis von Meran – Süd Tirol / Gran Premio di Merano – Alto Adige…
Ultima considerazione: come possano i nostri reggitori catto-comunisti pensare di integrare quasi istantaneamente alcuni milioni africani e medio-orientali, quasi tutti mussulmani quando non sono bastati 99 anni per integrare mezzo milione di europei cattolici? Penso però che, limitatamente ad alcuni aspetti, sarebbe stata auspicabile una integrazione al contrario: degli italiani con i sudtirolesi.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Una notazione ed una informazione in merito all’abolizione del contante ed al connesso elettronico del governo sul cittadino.
Consiglio a tutti di andare a vedere o rivedere un vecchio film sull’argomento.
Si tratta di NEMICO PUBBLICO con Will Smith e Gene Hackman e Jon Voight
Guardatelo con molta attenzione, specialmente quando si parla di carte di credito
Non ne dubito. Ma a volte la conoscenza razionale ha i suoi limiti. Accorgersi, invece, emotivamente di un disastro assistendovi fa “digerire” bene e nel profondo la conoscenza.
Senza contare poi che si può propagandare la visione di questo film ai dubbioso ovverosia al popolo di quelli che “SE ELIMINIAMO IL CONTANTE SCONFIGGIAMO LA MAFIA” Ognuno di noi ne conosce e quindi può renderli edotti di quel che succederebbe con l’eliminazione del contante facendogli vedere cosa accadrebbe.
Presidente Martino
Il discorso di Trump all’ONU mi è molto piaciuto ma senz’altro non sarà piaciuto agli nazi-europeisti
“Come presidente degli Stati Uniti metterò sempre al primo posto l’America, proprio come voi leader dovreste sempre mettere il vostro Paese al primo posto.
Tutti i leader responsabili hanno l’obbligo di servire i propri cittadini e gli Stati nazione restano il modo migliore per dare futuro migliore al mondo”
Donald Trump
Saluti Matteo Napoletano
PS I miei complimenti al carissimo Moles per il suo discorso a Fiuggi!
Caro Matteo,
gli abusi della sovranità nazionale che hanno caratterizzato la prima metà del secolo scorso hanno spinto molta gente a gettare il bambino con l’acqua del bagno. Concordo con Trump sul fatto che la nazione resta anche oggi l’unità più significativa e utile a servire gli interessi dei cittadini. Il fatto che se ne possa abusare non significa che la sovranità nazionale debba essere rifiutata in toto. Un mio vecchio amico americano, allievo di Hayek a Chicago, quando gli ho chiesto cosa pensasse di Trump mi ha risposto: “Sono disposto ad aspettare e dargli tempo di far vedere cosa vuole fare”. Sono d’accordo e non ho simpatia per le critiche facili e presuntuose che gli vengono mosse. Quanto a Moles e il discorso di Fiuggi, non saprei dire. Che io sappia, Giuseppe non è nemmeno andato a Fiuggi!
Cordialmente,
Presidente Martino
Per la Boschi è necessario aggredire il contante custodito nelle case degli italiani.
Nemmeno Stalin aveva osato tanto, ma il fatto che lo dica la figlia di un bancarottiere che grazie al suo ladricinio sistematico ha causato consapevolmente il suicidio di molti correntisti di derubati lascia esterrefatti.
Tale padre tale figlia!
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
avrà notato la mia risposta ad un commento circa il contante. Il contante, a differenza da assegni e carta di credito, non lascia tracce. Il suo uso è quindi tutella essenziale delle libertà personali. Per questo gli statalisti lo odiano. Ed è proprio per la stessa ragione che noi ne difendiamo l’utilizzo. Mi stupisce che a lanciare questa insensata idea sia la Boschi; non la consideravo una trinariciuta statalista. Evidentemente, distratto dall’avvenenza, mi sbagliavo. Cose che capitano!
Presidente Martino
A proposito della legge Fiano e delle solite voglie liberticide dei compagni:
“Noi siamo, soprattutto, dei libertari cioè della gente che ama la libertà per tutti, anche per avversari. (…) Faremo tutto il possibile per impedire la censura e preservare la libertà di pensiero di parola, la quale costituisce una delle più alte conquiste ed espressioni della civiltà umana”.
Benito Mussolini
Saluti Matteo Napoletano
Caro Professore,
sarà la mia deformazione professionale da avvocato, ma sono rimasto colpito da questo caso giurisprudenziale. In breve, una studentessa di 26 anni fuoricorso all’università, si è rivolta ai giudici per ottenere il mantenimento dal padre. L’uomo, separato dalla madre della ragazza, le aveva ridotto la “paghetta” dopo aver scoperto il suo ritardo negli studi. La Corte d’appello di Trieste ha dato ragione alla ragazza in quanto secondo i giudici, il padre ha l’obbligo di mantenere il figlio che non è riuscito a conquistarsi l’indipendenza economica.
Ora quel che mi colpisce non è tanto la demenzialità della sentenza, ma un’altra cosa. A che livello di statolatria e di statalismo marcio siamo arrivati se anche l’educazione dei figli può essere oggetto di un pronunciamento giurisprudenziale? Come fa un giudice a dire che un provvedimento educativo e di buonsenso di un padre deve essere modificato?
Caro Massimo,
lei ha perfettamente ragione: sono storie allucinanti. Sfortunatamente, non è la prima e temo che non sarà nemmeno l’ultima. Ma non dobbiamo cedere alla pigrizia e accettare queste orribili storture come se fossero, se non ragionevoli, inevitabili.
Caro Professore,
Le sarò grato se soddisfacesse una mia curiosità personale: alla Sapienza ha avuto modo di conoscere Bruno de Finetti e, se si, che impressione ne ha ricavato.
Grazie e cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
sfortunatamente, non ho avuto la fortuna di incontrare Bruno de Finetti. Lo conosco indirettamente perché era, assieme a Vilfredo Pareto, l’unico italiano citato da Milton Friedman nelle sue lezioni. L’introduzione del concetto di “probabilità soggettiva” è stato un enorme contributo dato da de Finetti alle scienze sociali. So anche che è stato maestro del padre di Enrico Letta e che era vicino al partito radicale. In breve, una persona straordinaria e meritevole di essere conosciuta. Lei come lo conosce?
Cordialmente,
Caro Professore,
sono interessato a de Finetti perchè è uno dei pochissimi italiani del XX secolo (assieme al da Lei ricordato Pareto, ad Enrico Fermi, Tullio Levi Civita, Enzo Ferrari, Federico Tesio e pochi altri) che godano di una positiva ed unanime considerazione sovranazionale. Inoltre, da pensionato, sono tornato ad interessarmi seriamente di matematica (avrà notato che i personaggi citati sono quasi tutti connessi a questa scienza); nell’elenco non ho incluso, ma vi appartiene di pieno diritto, Enrico Bombieri – professore emerito alla School of Mathematics dell’Institute for Advanced Study di Princeton – unica medaglia d’oro Fields (1974) italiana, che in Italia “non si fila nessuno” dato che in Italia nessuno sa cosa sia una medaglia d’oro Fields e che importanza abbia.
Tornando all’asburgico de Finetti, il mio rinato interesse anche per l’allevamento del thoroughbred, e di consequenza per le basi teoriche del betting, pur non essendo io uno scommettitore ma essendo consapevole che è la scommessa a mantenere i cavalli, “è la differenza di opinioni che li fa correre” come sosteneva Mark Twain, mi ha fatto incontrare il suo saggio sulla probabilità soggettiva da Lei ricordato (“Sul Significato Soggettivo della Probabilità” apparso in “Fundamenta Mathematicae”, 1931, T. XVII, pp. 298-329) che costituisce una pietra miliare nell’analisi scientifica della scommessa oltre che dell’analisi dei mercati (di cui la scommessa fa parte).
Per inciso, come mi piacerebbe intrattenerla sulla distruzione di quella che, pur con i modesti mezzi disponibili, è stata per un settantennio una delle grandi ippiche del mondo, la fondatrice del purosangue moderno: l’ippica italiana. Annichilita sin dalle fondamenta, ti pareva, dai cattocomunisti ed in particolare dal più pernicioso di questi: Romano Prodi.
Termino qui il mio pedante (e pesante) sfoggio di erudizione.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei non cessa di stupirmi. Ho anch’io una passione per i cavalli. Da giovane montavo e facevo concorsi ippici e completi (sono arrivato secondo a un completo nazionale una sessantina di anni fa). Federico Tesio merita di essere ricordato per aver allevato Ribot, che non fu un prodotto del caso ma il risultato di un piano razionale di incroci. Quanto alla probabilità soggettiva di de Finetti ha contribuito in misura decisiva alla rivoluzione di Friedman in microeconomia. Abbiamo molti interessi in comune!
Cordialmente,
Caro Professore,
Lei ha risvegliato la belva dormiente!
Sapevo della sua attività ippica (tra l’altro, se non ricordo male, un concorso a Catania il giorno dopo la conclusione dell’esame di maturità, quando la maturità era una cosa seria) ma non sapevo spaziasse sino all’estremamente impegnativo e difficile “three days event”.
Sull’argomento purosangue inglese (io preferisco chiamarlo thoroughbred attenendomi a quella che è la definizione sintetica ed esauriente, quindi perfetta, della Britannica “un cavallo i cui genitori sono iscritti al General Stud Book”, mentre purosangue è una traduzione del francese pur-sang, analogo al tedesco voll-blut, un termine che non rispetta le modalità dell’allevamento in selezione ed è fuorviante perchè i “purosangue” sono, come diceva Tesio, dei bastardi o, più educatamente e scientificamente, degli ibridi selezionati) temo però di doverla, col Suo permesso, parzialmente correggere: Tesio è importante non solo per Ribot (immenso cavallo da corsa e grandissimo riproduttore) ma anche per molti altri cavalli. Ribot è stato il mito della nostra generazione, so di averlo accarezzato, bambino, al rientro del Gran Premio del Jockey Club cui avevo assistito con mio zio, ha rappresentato il riscatto di un’Italia da ancora troppo pochi anni uscita in modo avvilente da una guerra disastrosa, lui e Adolfo Consolini, la cui reputazione ci fece riammettere ai giochi olimpici e tornò da Londra con la medaglia d’oro (e Beppo Tosi con quella d’argento), e Coppi e Bartali e le loro vittorie al Tour. In campo ippico, però, forse su altre creazioni di Tesio, e non solo sue ma anche di Giuseppe de Montel e dei fratelli Crespi, è sceso l’oblio, forse perchè realizzate durante un regime cui è stata riservata la damnatio memoriae.
Un certo pudore mi trattiene dall’ergermi di fronte a Lei a maestro di storia dell’allevamento mondiale del thoroughbred che mai come in questi anni sta svelando il fatto incontrovertibile che lo snodo cruciale del suo sviluppo, la nascita del thoroughbred moderno, si deve ad un italiano: a Federico Tesio ed ai cavalli da lui allevati, in particolare ad uno: Nearco.
Se le argomentazioni, documentate, che stanno alla base di questa mia affermazione potessero interessarla me lo faccia sapere: sarò lietissimo di farla ritornare alla passione della Sua, e mia, giovinezza: la passione per il cavallo.
Io intanto mi porto avanti con il lavoro e, con piacere, ho tratto oggi dal cembalo scrivano un paio di paginette di epinicio a Tesio e ai suoi cavalli che, se lo gradisse, potrei sottoporre a Lei ed agli ADAMs per il week-end, per distrarci dalle brutture di questa nostra bistrattata Italia.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei ha ragione: Ribot fu il più noto ma certamente non l’unico prodotto del talento di Tesio. Nearco, da lei citato, è un altro ottimo esempio. Per noi appassionati di equitazione, tuttavia, c’è un nome che svetta sopra tutti: Federico Caprilli, che Ronald Reagan ammirava visceralmente. Un ambasciatore italiano, cui chiesi un parere su quest’attore aspirante presidente, mi disse: “Non mi sembra la persona giusta Quando l’ho incontrato, mi ha parlato per mezz’ora di Caprilli”! Non aveva capito l’illustre diplomatico che quello che Reagan gli stava dicendo è che, così come la rivoluzione di Caprilli era basata sul laciar fare al cavallo, la ripresa economica si può avere solo lasciando fare ai protagonisti della vita economica. Questi, perseguendo il proprio interesse, avrebbero non intenzionalmente realizzato quello dell’intera società.
Con viva cordialità,
Caro Professore,
non avevo citato Federico Caprilli nello scarno elenco di italiani del XX secolo che sono unanimemente apprezzati all’estero perchè tragicamente morto nel 1907. Ho pensato a lui proprio ieri sera dopo aver inoltrato il mio precedente post.
Il Suo ambasciatore fa il paio con Giovanni Spadolini che, durante una visita negli Stati Uniti disse a Lucio Lami “Non capisco perchè qui sia così famoso questo tale Caprilli”.
Il genio di Caprilli è riconosciuto in tutto il mondo (negli States la “monta naturale” credo la chiamino “Forward Seat”) tranne che, ovviamente in Francia (ma, come disse Schopenhauer, in Africa hanno le scimmie, in Europa abbiamo i francesi) dato che i francesi sono come i comunisti: oltre che essere, a loro dire, i più intelligenti e colti del reame, si accorgono della realtà con almeno una trentina di anni di ritardo. Infatti hanno inventato (sic!) il “metodo Danloux” nel 1930.
Però anche in Italia non scherziamo: il colonnello Paolo Angioni ricorda che “In Italia, patria dell’inventore del Sistema Naturale di Equitazione, la Federazione Italiana Sport Equestri ha pubblicato in bozza nel 1997 un Testo-guida per la preparazione degli istruttori di equitazione. I quattro redattori hanno scritto nella prefazione che il testo è “la sintesi corale” dei libri elencati nella bibliografia. Nella bibliografia sono elencati cinquantuno testi, quarantuno di autori esteri, dieci di autori italiani. Tra i dieci autori italiani non c’è il nome di Federico Caprilli”.
Per tornare al nostro amato Reagan, grande amante dei cavalli, mi convinco sempre più che il cavallo, in se stesso immagine di libertà, ispiri sentimenti liberali in chi lo conosce. Federico Tesio scriveva infatti nel 1946: “Il fisco è un male necessario….Il fisco deve mungere la vacca, ma non far morire di fame la vitella, perché altrimenti ben presto non avrà più vacche da mungere….Controllate le scommesse, cioè i profitti delle Società di corse. Prelevatene una giusta quota, ma non ammazzate i proprietari, perché con loro moriranno anche gli operai. Ridate ad ogni società libertà di concorrenza. Soltanto da questa libertà nasce il progresso”.
Caro Franco,
grazie. Non sapevo che Tesio fosse anche un liberale in materia fiscale! Come ha saputo del mio concorso ippico di Catania (1960) all’epoca della mia maturità?
Cordialmente,
am
Franco Cattaneo
Caro Professore,
Комитет Государственной Безопасности CССР – Первое Главное управление – Отдел Наблюдения за Политическими Деятелями Капиталистическых Стран – Разделение Франция и Италия – Дело Мартино Антонио 22 дек 1942
Cordialità,
Franco Cattaneo
Franco Cattaneo
Caro Professore,
a parte lo scherzo qui sopra (ma non mi stupirei affatto che la notizia della Sua partecipazione al concorso ippico di Catania nel 1960 fosse stata debitamente registrata dal KGB in modo da poterla utilizzare in futuro qualora se ne fosse presentata l’occasione) quella informazione me l’ha fornita Lei stesso, sicuramente più di un anno o due fa, scrivendola forse su questo stesso sito.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Franco Cattaneo
Caro Professore, cari ADAMs,
il soprano moldavo (la presidenta mi denuncerà all’inquisizione prada-liberal) Irina Lungu ha fatto sapere che il più famoso teatro lirico di Barcellona (El Liceu, situato, guarda un po’, sulle Ramblas), che sta per mettere in scena “Il Viaggio a Reims” di Gioachino Rossini (vi si racconta di un viaggio verso la cattedrale di Reims di un gruppo di aristocratici per assistere all’incoronazione di Carlo X) le ha imposto di modificare l’aria del suo personaggio (Corinna) della Scena Undicesima “Arpa Gentil” ed invece che “Come sul Tebbro e a Solima, foriera di vittoria, simbol di pace e gloria la croce splenderà” dovrà cantare ” simbol di pace e gloria l’amore splenderà”.
Ovviamente per non turbare i mussulmani che, come ben si sa, sono assidui ed appassionati frequentatori di teatri d’opera.
Peccato che agli occhiuti censori catalani sia però sfuggita la strofa precedente “Contro i fedeli ancora lotta falcata luna, ma al sacro ardir fortuna propizia ognor sarà.” dove “falcata luna” non credo sia un riferimento puramente astronomico.
Bello comunque il commento del soprano (la recidiva mi farà marchiare dalla presidenta come delinquente abituale e la stessa proporrà all’aula di approvare una legge su questa materia simile a quella penale californiana: al terzo strike sei out: ergastolo!) che, dovendo prossimamente cantare nel ruolo di Leila ne “Les Pecheur de Perles” di Bizet “O Dieu Brahma! O maitre souverain du monde!”, si chiede se dovrà sostituire Dieu Brahma con qualcosa tipo pace e gloria sia con voi o se Brahma verrà giudicato più politicamente corretto di croce e pertanto non offenda i mussulmani.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
una storia allucinante di ordinaria follia! Le assurdità del nostro tempo avrebbero dovuto anestetizzare la nostra capacità di stupirci, ma evidentemente non ci sono riuscite ancora. Grazie per questa segnalazione; cercherò di ricambiare mettendo una parola buona a suo favore con la nostra Presidente (o presidenta?).
Caro Professor Martino,
ho appena finito di leggere su Libero odierno, pagina 25, un articolo di Stefano Casini dal titolo LA FINE DEI SOLDI, sottotitolo Per salvare il mondo dal male si cancelli la cultura del contante.
LA FINE DEI SOLDI è un libro di certo “economista” (? !) Kenneth Rogoff, docente all’Università di Harvard e già capo economista del FONDO monetario internazionale.
Ma costui non sa che abolendo il contante il cerchio si chiude e la nostra libertà sarebbe finita? , non sa che è lo Stato il male assoluto e che inesorabilmente sarà libero di tosare fino al sangue un popolo di pecore?
La prego legga l’articolo di cui sopra e risponda a tanta scemenza da par suo.
Grazie anticipatamente ed i più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Caro Barabaschi,
mi perdonerà, spero, se non leggerò il pezzo da lei indicato e mi asterrò, quindi, dal commentarlo. Lei ha pienamente ragione: l’uso del contante è un prezioso presidio di libertà personale. A differenza di assegni e carte di credito, i pagamenti in contante non lasciano traccia. La cosa per la maggior parte di noi è quasi sempre irrilevante (non abbiano nulla da nascondere), ma ci affranca dalla possibile persecuzione degli intriganti, spesso malintenzionati. Lo Stato fiscale e tassassino odia il contante perché non gli consente di occuparsi dei nostri affari.
Ma costui non sa che abolendo il contante il cerchio si chiude e la nostra libertà sarebbe finita?
***
Certo che lo sa. E’ per questo che vuole abolirlo.
IN UNO STUPRO IL PEGGIO VIENE SOLO ALL’INIZIO, POI UNA DONNA DIVENTA CALMA E GODE COME UN RAPPORTO SESSUALE NORMALE
Lo ha autorevolmente affermato un amico della Boldrini e mica un becero incolto ma un mediatore culturale
Complimenti al cavalier Berlusconi per i suoi nuovi amici
Presidente Martino, amici del Blog
Un grazie a Nicola Porro per la condivisione su Facebook di questo video:
“Mi fai finire di parlare pretacchione?” https://youtu.be/oOdqqeTmvk0
Caro PM,
non ho nulla a che fare col pezzo da lei segnalato né col governo estone. Mantengo, tuttavia, la mia convinzione che l’adozione di una moneta parallela sia il modo migliore per uscire dall’euro. Il Foglio scrive contumelie all’indirizzo di chi la pensa così, ma, a parte la mancanza di stile, ha torto.
Cordialmente,
Caro Professore, ci terrei ad avere una sua opinione su questa mia riflessione. Nel 1996, la mancata alleanza elettorale del Polo delle Libertà con la Lega Nord del “traditore” Bossi determinò la vittoria dell’Ulivo alle elezioni e l’elezione di Ciampi alla presidenza della Repubblica nel 1999, a seguito della maggioranza parlamentare di centrosinistra. Nel 2006, la mancata alleanza elettorale con il partito del “voltagabbana” Mastella determinò la vittoria di misura dell’Unione e la conseguente elezione al Quirinale di Giorgio Napolitano in virtù della maggioranza parlamentare di centrosinistra. Nel 2013, la mancata alleanza elettorale col partito di Giannino ha determinato la vittoria di misura del Partito Democratico, la rielezione di Napolitano, l’elezione di Mattarella ed il livello più alto mai raggiunto prima d’ora di pressione fiscale. In questi giorni, nel centrodestra, si discute sulla possibile alleanza con Alfano in vista delle politiche del 2018. Qualcosa mi dice che prevarranno i ragionamenti “puristi” di quei geni incompresi chiamati Salvini e Meloni. Personalmente non ho alcuna stima di Alfano e soci, ma la storia insegna che la politica non si fa con le questioni di principio, bensì con le convenienze del momento. Per qualcuno è preferibile veder vincere PD o M5S pur di rimanere vergini. Io preferisco sporcarmi le mani ed allearmi con il demonio pur di evitare che i sopracitati partiti si inventino altre tasse, in quanto la fantasia umana, su tale terreno, non è mai troppa. Inizio a temere una “air tax”. Lei come la vede?
Caro Massimo,
la convenienza delle alleanze non è suscettibile di essere analizzata in modo da pervenire a conclusioni certe. La sua presentazione è molto semplificata e non necessariamente sempre corretta. Un dato abbastanza attendibile è che gli elettori di centro-destra non sopportano i “traditori”: hanno liquidato Fini, fortemente ridimensionato Casini e detestano cordialmente il “diversamente berlusconiano” Angelino Alfano. Stando così le cose, è assai probabile che un accordo con Alfano ci farebbe perdere più voti di quanti ce ne farebbe guadagnare. La storia di Mastella prima e Giannino poi non ha nulla a che vedere con le altre: non fu un rifiuto del centro-destra a non fare realizzare un’alleanza, ma la loro indisponibilità a volerla.
Cordialmente,
Le sue argomentazioni mi hanno quasi convinto. Rimane in me il timore di una vittoria del PD alle prossime elezioni che non posso non vedere come male assoluto. La ringrazio per le spiegazioni in quanto avevo alcune convinzioni su episodi del passato che non erano supportate dai fatti.
Caro Massimo,
una vittoria del PD sarebbe un male, ma una del M5S sarebbe una vera catastrofe! Cerchiamo di essere ottimisti: se prevediamo calamità, soffriamo due volte!
Caro Professore, cari ADAMs,
perdonatemi se mi materializzo nuovamente per tormentarvi, ma questa è troppo grossa.
Il livello di imbecillità dei sedicenti giornalisti penso superi quello degli attuali parlamentari (con una eccezione) http://www.ilgiornale.it/news/cronache/giappone-trovata-bomba-centrale-nucleare-fukushima-1429810.html
Il giornalisto (boldrinianamente parlando) Gianni Carotenuto (e dire che per essere iscritti al fascistissimo albo occorre superare un esame) scrive:
“Una bomba che risale probabilmente alla seconda guerra mondiale è stata scoperta in Giappone all’interno del recinto che circonda la centrale nucleare di Fukushima, teatro dello spaventoso incidente del marzo 2011 avvenuto a causa del terremoto e del conseguente maremoto che sconvolsero la città.”
“Come si legge nel comunicato diramato dai responsabili della centrale, oggetto sei anni fa di quattro terribili esplosioni che sconvolsero Fukushima,”
” La zona dove è stata trovata la bomba è disabitata da diversi anni, dopo l’ondata di radioattività scaturita dalle famose esplosioni dell’11 marzo 2011″.
Sarebbe bello sapere da questo giornalisto di quale “spaventoso incidente”, di quali “quattro terribili esplosioni” e di quale “ondata di radioattività scaturita dalle famose esplosioni” parla.
Dato che probabilmente si è limitato a tradurre un take di agenzia, avrebbe almeno potuto usare il pochissimo di intelligenza e spirito critico di cui, senza sua colpa, la natura l’ha dotato prima di mettere la sua firma sul pezzullo.
E’ proprio vero che una menzogna ripetuta con insistenza scava come un tarlo la propria via nelle menti deboli e vi prende comoda dimora.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
proprio così: ripetere ad nauseam una notizia falsa la fa accettare come vera. Gli incidenti nucleari hanno, in genere, causato molte meno vittime di quanto si sia fatto credere all’opinione pubblica. Oggi chi non legge i quotidiani è poco informato, chi li legge assiduamente è disinformato!
Caro Professore,
l’unico Marx della storia degno di essere studiato e ricordato, parlo del grande Groucho, disse che non avrebbe mai voluto essere membro di un club che avesse accettato un tipo come lui tra i propri soci. Purtroppo Lei è membro di un club che non solo ha accettato tra i propri soci ma lo ha addirittura nominato presidente una signora, sono all’antica e ricorro all’ormai desueta forma di galanteria (lo stesso Marx di cui sopra era solito al baciamano con le signore “perchè da qualche parte bisogna pure cominciare”), che mi pare avrebbe necessità di urgente consulto medico oltre che di lezioni intensive di analisi logica, morfologia e sintassi della lingua italiana.
Apprendo che la presidenta della Camera “ha deciso di imporre norme rigide ai suoi “dipendenti”. Dal 4 settembre o le dipendenti di Montecitorio accetteranno di farsi chiamare con l’indicazione della propria funzione declinata al femminile ritirando i nuovi tesserini o rischieranno di restare fuori dalla Camera risultando, pertanto, assenti. Un ordine di servizio della Boldrini indica “alcuni indirizzi generali per le attività amministrative che prevedono, tra l’ altro, l’ adozione di un linguaggio rispettoso delle differenze di genere in tutti gli atti e i documenti”. Ciò nonostante che lo scorso dicembre i sindacati interni della Camera avessero scritto una nota che sottolineava come il rispetto della parità di genere non può comportare l’ imposizione della declinazione al femminile della professionalità, in presenza di una diversa volontà della lavoratrice.”
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
quello presieduto dalla sig.ra Boldrini non è un club. Nessun circolo, nemmeno il più dissennato, accetterebbe come soci i nostri deputati. Quanto al marxismo (secondo il grande Groucho) del genere praticato dalla sullodata signora, mi sa dire che bisogno c’era di inventarsi il “femminicidio”? Non mi risulta esistere il “maschicidio” ma solo l’omicidio, che è l’uccisione di un essere umano, maschio o femmina che sia. Perché questo inutile neologismo?
Come avrebbe detto Mike Buongiorno, “allegria”!
Caro Professore,
tra l’altro, secondo le statistiche i femminicidi commessi da maschi sono in numero su per giù uguale a quello dei maschicidi commessi da femmine.
Per buona misura si sono inventati l'”omicidio stradale” quando mi pareva che il codice penale prevedesse delle aggravanti per il reato di omicidio che, se applicate correttamente dai nostri magistrati, portassero all’irrogazione di pene alquanto severe e proporzionate alla fattispecie.
I nostri attuali parlamentari, di un livello che definire infimo è caritatevole, sono impegnati in una corsa verso il baratro per produrre, in quantità sempre crescenti, leggi inutili, scombinate e dannose anzichè occuparsi dei reali problemi (la presidenta direbbe forse problematiche) del paese.
Non per nulla un liberale come Bruno Leoni (di cui a novembre ricorrerà il cinquantenario della scomparsa) era un fiero avversario della frenetica produzione legislativa.
Credo che, con l’attuale parlamento, i costi della politica sarebbero pienamente giustificati se venisse approvata una sola legge: “Al parlamento è vietato approvare leggi”. Non so però se qualche logico matematico vi potrebbe ravvisare una contraddizione.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
da anni auspico la formazione alla Camera di un “repeal group” come quello della House of Lords, che abbia come obiettivo l’abolizione di leggi esistenti. Lo scarso successo del gruppo inglese non mi preoccupa: basterebbe offrire un compenso pecuniario per ogni legge abrogata! Ma lei ha ragione: è per questa ragione, fra l’altro, che ero contrario alla riforma proposta da Renzi. Non dobbiamo sveltire, facilitare la produzione di leggi ma, semmai, ostacolarla, rallentarla per evitare di essere letteralmente sommersi da una quantità enorme e inapplicabile di nome inutili e liberticide.
Cordialmente,
Presidente Martino
Siamo una Nazione di Invidiosi governata da Malevoli!
Saluti Matteo Napoletano
Che l’invidia sia un fenomeno generale è risaputo: che essa rappresenti un bisogno economico, la cui soddisfazione, se fosse suscettibile di essere quantificata, dovrebbe essere inclusa nel calcolo del reddito nazionale, è, forse, meno noto.
Vediamo di chiarire. Consideriamo il fenomeno dell’evasione fiscale, e chiediamoci quale sia l’ammontare “ottimo” di mezzi che una data società deve dedicare alla lotta alla evasione.
La risposta al quesito è fornita dai normali strumenti dell’analisi economica. Come per l’impiego di qualsiasi mezzo al raggiungimento di un dato scopo, anche per l’impiego di mezzi per la lotta all’evasione vale la legge dei rendimenti decrescenti. Cioè, incrementi successivi di mezzi alla lotta all’evasione producono — oltre un certo punto — benefici via via minori (in termini di imposte ‘recuperate’).
Quando l’evasione si annulla, un incremento nell’impiego di mezzi per la lotta all’evasione non rende nulla, perché tutti hanno pagato tutto il dovuto. D’altro canto, se questo è vero, è anche vero che il costo della lotta alla evasione per unità di risultato (per esempio, un milione; di, imposte ‘recuperate’) è crescente.
L’ammontare ottimo di mezzi da dedicare alla lotta all’evasione è, quindi, quello che rende uguali al margine il costo e il beneficio. Questo, in termini non rigorosi, il discorso dell’economista sul problema.
Ma un gruppo ristretto di studenti qualificati cui ci capita di prospettare tale idea non se ne dimostrarono persuasi. Il fatto che fosse anti-economico spendere un miliardo per ‘recuperare’ cento milioni era, per costoro irrilevante.
Perché? Superati gli argomenti banali del tipo “l’evasione è un reato che va perseguito a ogni costo, si arriva a quella che è da reputare la spiegazione valida.
I contestatori sostenevano di fatto che la differenza (positiva) fra costo e risultato della lotta all’evasione non rappresentava una perdita netta per la società, ma era impiegata per la soddisfazione di un bisogno “sociale”, perché l’idea che qualcuno facesse franca faceva star male i contribuenti onesti.
Quindi, dicevano gli studenti, quei cento milioni recuperati avevano un valore, in termini di soddisfazione, maggiore di cento milioni (tale da giustificare persino la spesa di un miliardo per assicurarli all’erario?).
Come si chiama questo bisogno “sociale”? Si chiama invidia. Interpretando liberamente lo schema di un filosofo di Harvard, il professor Robert Nozick, che ha di recente messo a rumore il mondo accademico con un libro splendido (Anarchy, State, and Utopia, New York 1974), la situazione può cosi essere sintetizzata:
LUI
L’ALTRO
A
Sì
Sì
B
Sì
No
C
No
Sì
D No
No
Dato un certo bene, la tabella configura quattro situazioni, il cui confronto ci consente di valutare le preferenze di un dato individuo, a seconda che quel dato bene l’abbiano sia lui che l’altro, lui ma non l’altro, l’altro ma non lui, o nessuno dei due.
Un individuo normale, che ricava soddisfazione dal vedere che gli altri stanno bene, ma che attribuisce al suo benessere un valore maggiore che a quello degli altri, preferisce la situazione A (in cui tutti e due hanno il bene) alla B (in cui l’ha lui solo); la B alla C (in cui l’ha solo l’altro, la C alla D (in cui non l’hanno né lui né l’altro).
Un egoista, che si preoccupa solo di sé e non si cura degli altri, è indifferente fra la situazione A e la B (non fa differenza per lui che l’altro l’abbia o meno); ed è indifferente fra la C e la D. (Ovviamente, preferisce le situa-zioni A e B alle situazioni C e D.)
Un invidioso, che sta male quando gli altri hanno quello che lui non ha, è indifferente fra A e B, ma preferisce la D alla C (e la B alla D).
Un malevolo, che gode del fatto di stare meglio degli altri, infine, preferisce la B alla A, e la D alla C (e può persino essergli indifferente avere la A o la D).
Morale: il ragionamento degli studenti vale nella misura in cui la maggioranza della gente a costituita da persone che appartengono alle ultime due categorie, cioè da ‘invidiosi’ e ‘malevoli’. Non varrebbe invece se la maggioranza fosse costituita da individui `normali’ o `egoisti’.
PS. Come dovrebbe risultare evidente al lettore attento, le considerazioni che precedono non vogliono né giustificare l’evasione, né sostenere che non si debba combattere il fenomeno con energia e decisione.
Quello che si vuole sostenere è che le regole dell’economicità vanno rispettate anche in questo caso, a meno che non si attribuisca valore ‘sociale’ alla soddisfazione.
Antonio Martino, Il Giornale 11 marzo 1977
Caro Matteo,
grazie per questa riesumazione. Quello era un tempo nel quale avevo spesso ispirazioni importanti e scrivevo pezzi che leggo ancora oggi con piacere. Gli anni, tuttavia, passano, la creatività intellettuale si offusca e diventa difficile trovare spunti brillanti. Il fatto che lei abbia voluto ricordarmene uno mi ha fatto felice. Grazie e buona estate,
Caro Professore, caro Matteo,
mi ero dimenticato di questo pezzo, che pure avevo letto a suo tempo. Grazie.
Al riguardo vorrei raccontarvi ciò che mi disse un mio anziano amico sovietico, alto dirigente di un ente commerciale (per definirne il carattere dirò che una mattina in cui lo accompagnavo a Malpensa per farlo imbarcare sul volo Aeroflot per Mosca, avendogli fatto notare che stavamo passando davanti a Villa Caproni a Vizzola Ticino, gli vennero le lacrime agli occhi perchè lui, grande appassionato di aviazione che si doleva di non aver potuto arruolarsi in aeronautica durante la “Grande Guerra Patriottica” non avendo superato il test della forza centrifuga, considerava Caproni il più grande costruttore di aerei della storia).
Mi chiese il sig. Zaudal’skiy se conoscessi la differenza tra un sostenitore del capitalismo ed un comunista: il capitalista vedendo qualcuno enormemente più ricco di lui si augura di potersi arricchire anche più del soggetto in questione, mentre il comunista gli augura di diventare anche più povero di se stesso.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Presidente Martino
La concorrenza aumenta, Giuseppe Benedetto (Fondazione Einaudi) e Davide Giacalone (Libero) hanno fondato un altro partito liberale: LiberaItalia…
E con questo siamo a cinque, avanti c’è posto!
Saluti Matteo Napoletano
Caro Professore,
mi perdoni se la brucio sullo scatto, ma, siccome in Italia, tranne l’altro giorno Paolo Guzzanti, ha il coraggio di dirlo, in ambito Thatcheriano mi pare doveroso non far passare sotto silenzio questo http://www.lintraprendente.it/2017/08/its-economy-stupid-perche-donald-sta-vincendo/
Tra l’altro è disperante constatare il livello di imbecillità dei commenti all’articolo citato da PM (confido non sia l’acronimo di pubblico ministero). Purtroppo l’Italia è piena di fascio-catto-comunisti che continuano a starnazzare le loro idiozie recuperate dal letamaio della storia (e non si tratta di margaritae in sterquilino).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro PM,
grazie per la segnalazione. Il pezzo mi era sfuggito e l’autore è molto cortese nei miei confronti. MT è stata, a modo suo, un gigante ideologico e politico e una persona eccezionale.
Caro Professore,
ci ha lasciati Enzo Bettiza. Pur non essendo un liberale classico (se non ricordo male nella sua esperienza politica all’interno del PLI fu un fautore del Lib-Lab) fu comunque uno dei nostri e, come tutti i grandi liberali, di grande intelligenza, cultura e (anche se un filo altezzosa) signorilità.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
vero. Enzo Bettiza, anche se aveva idee a volte diverse dalle nostre, era uno di noi. Lo consideravo un amico prezioso ed era sempre un piacere incontrarlo e parlargli.
Un ottíma notizia
Il PD ha proposto di approvare un’imposta patrimoniale per mantenere i migranti.
La classica fava che fa prendere due piccioni.
Se poi qualcuno avesse ereditato una casa e non potesse pagare può sempre svendere la casa a metà prezzo a qualche società immobiliare tedesca.
Come dicono i francesi …… TOUT SE TIENT
L’offerta di manodopera a basso costo dovrebbe essere un regalo per qualunque economia.
Il fatto che la burocrazia e le marchette esagerate (che impone lo Stato su stipendi anche bassissimi) impediscano a questa economia di sfruttare tale opportunità è la prova provata che questo sistema politico giuridico non funziona.
E che la colpa è degli ostacoli normativi e tributari imposti dal diritto e dall’autorità pubblica.
Invece che indicare il dito (l’immigrazione), bisognerebbe indicare la luna (l’impossibilità di sfruttarla) per dimostrare l’assurdità del sistema paese.
Se i nostri intellettuali non colgono un’occasione così ghiotta e palese per distruggere le formule politiche (*) che puntellano questo sistema ignobile, possiamo abbandonare qualunque speranza di cambiamento.
(*) la “difesa del posto di lavoro”, il “valore legale del titolo di studio”, gli “ordini”, i “salari minimi”, la confusione tra sistema pensionistico ed assistenziale, l’equivoco tra “diritto acquisito” e privilegio, gli errori mortali nel calcolo del reddito imponibile, i contratti nazionali del lavoro”, le modalità assurde del permesso di soggiorno, l’eliminazione delle caratteristiche di risarcimento, rimborso e deterrenza dalla definizione di pena, il significato contrattualistico di “cittadinanza”, quello di “solidarietà” etc.
Marchette e tasse esagerate peserebbero anche sugli stipendi dei migranti.
Resta da capire dove sono i posti dei lavoro che potrebbero coprire i migranti.
REsta anche da capire come risolverebbe la situazione un’imposta patrimoniale
Caro Guido,
nel 1870 l’Australia aveva il più alto reddito pro capite al mondo, ed era un continente vuoto. Anche gli USA erano un continente vuoto. Ma, mentre gli USA dal 1870 al 1926 hanno seguito una politica di “porte aperte”, l’Australia ne seguì invece una di immigrazione rigidamente selezionata. Nel 1926, mentre gli USA erano diventati la pima potenza economica al mondo, l’Australia era rimasta un continente vuoto. La nostra situazione è diversa, ma la morale della storia vale anche per noi: è il capitale umano il motore dello sviluppo economico e la sorgente della prosperità. Certo se, invece di lasciarli a se stessi, ci diamo ad “accoglierli” elargire solidarietà e via farneticando, gli immigranti smettono di essere una risorsa e diventano un problema. In altri termini, lei ha ragione.
Cordialmente,
Difficile dire se si viva meglio in Australia o USA, ma posso citare quel che mi disse un paio di anni fa una persona operante in campo finanziario in ambito internazionale: OGGI NEGLI USA PRIMA SI PAGANO LE TASSE E POI SI MANGIA.
Personalmente ho tanto l’impressione che gli USA siano ben avviati verso il comunismo considerata la sempre minore tutela che ivi gode la proprietà privata in un mondo dove oramai tanti marxisti -non certo quellli del PD- asseriscono che non ci sia alcun male nel tutelare la proprietà privata
Piuttosto il Professore, stante il Suo passato accademico, potrebbe illuminarci su un fatto. Nel corso della presente querelle -quella sui 38 mld che ci farebbero guadagnare le risorse- è emerso che anche l’inconcepibile BOERI è un “bocconiano” …. con licenza parlando.
Premesso che dubbi sulla qualità dell’università Bocconi già sorgono per avere avuto come rettore tale Mario MONTI, il cui nome è in se ipso una garanzia di sfacelo ed incompetenza, senza contare poi che è divenuto rettore con una asfittica quantità di pubblicazione per le quali al massimo avrebbe potuto essere assunto come bidello del suddetto ateneo, noto con sconcerto che tutti i bocconiani ogni volta che parlano è un’occasione che perdono per stare zitti. Ma allora perché questa allegra combriccola di accademici gode di sì tanta e diffusa ed incontestata considerazione?
Ah saperlo! direbbe il compianto Pazzaglia.
Caro TD,
il suo scetticismo nei confronti dei bocconiani non è infondato. Tuttavia, se fossi in lei lo mitigherei e lascerei spazio per eventuali eccezioni da riconoscere. In realtà, il tallone d’Achille di quella università è la microeconomia, cioé l’analisi economica. Sono molto ferrati in economia aziendale e discreti in macroeconomia, deboli invece nella teoria del mercato. E’, forse, per questa ragione che alcuni di loro dicono cose poco sensate nel campo della politica economica.
Cordialmente,
Caro Professore,
cosa pensa delle parole di Tito Boeri in merito al fatto che con la chiusura delle frontiere l’INPS rischia un buco da 38 miliardi? Dobbiamo continuare a tollerare una immigrazione di massa per salvare i conti INPS (ammesso che sia attendibile quanto dice) oppure si potrebbe puntare ad un sistema integrato di immigrazione controllata con la sospensione del pietismo pubblico come primo passo fondamentale?
Massimo B.
Per favore, non disturbi il professore per queste scempiaggini. Nessuno ha preso sul serio le parole di Boeri. Nemmeno i piddini si sono azzardati a difenderle. E’ una chiara iniziativa da servo sciocco: sollevare polverone per nascondere le responsabilità del padrone.
Amico mio, scrivo da anni su questo blog e penso di potermi permettere di “disturbare” il professore anche per presunte scempiaggini. Sul punto io non credo che Boeri abbia detto assurdità, stante il tasso di fecondità del popolo italiano, che è bassissimo. Credo che in futuro non si possa prescindere dall’immigrazione proprio per tali motivi. Io però sono a favore di una immigrazione di qualità. Trattandosi di fenomeno a mio parere va dominato e non subito come avviene ora. Il pietismo e l’assistenzialismo statale, elargito coi soldi dei contribuenti, mi sembrano i veri scandali su cui porre l’attenzione.
Mi spiega quale vantaggio alle casse INPS possono portare alcuni tangheri senza arte né parte e senza un mestiere e senza voglia di lavorare che passano le loro giornate a giocare a pallavolo o calcio o in risse?
Caro Massimo,
sulla quantificazione non mi pronunzio, non ho dati che mi consentano di confermarla o smentirla. Il fatto, però, è reale: la denatalità mette il nostro sistema pensionistico in condizioni di potenziale bancarotta: il numero di pensionati e la durata del periodo pensionistico sono in notevole crescita, il numero di contributori (giovani e persone di mezza età che versano contributi) cresce poco o nulla. Se non si riforma il sistema pensionistico, in un futuro non molto lontano, l’INPS non potrà più pagare la pensione a chi ne ha diritto. Questo, ovviamente, non significa che l’immigrazione risolva il problema né che sia l’unica soluzione, ma è vero che contribuisce a rendere meno assillante il problema. Senza i contributi pagati dagli immigrati, le risorse dell’INPS diverranno inadeguate in tempi più recenti. Questa bomba a orologeria esiste da anni ed è ben nota a quanti si occupano del problema. Ma quasi tutti i politici preferiscono ignorare il problema, come se così facendo si risolvesse da solo!
Cordialmente,
Caro professore , bentornato , non riuscivo a trasmettere il post , credo per motivi tecnici dei miei congegni . Abbiamo il nuovo Sindaco a Monza di Forza Italia , il che fa ben sperare .
La gente che non vota circa 50 % e ‘ inconsapevolmente liberale , il fallimento dello Statalismo e ‘ sotto gli occhi di tutti e le tesi liberiste di Hayek della “Via della schiavitù ” mai cosi attuali . Purtroppo il pensiero Liberale e poco conosciuto . Che sia anche un problema di Marketing ? Servirebbe piu ‘ diffusione delle idee liberali , c’ e ‘ troppo subcultura statalista sia pop che accademica . Ma se ce la fatta la Cina potremmo farcela anche noi . Ho letto di un viaggio di Milton Friedman in Cina negli anni 80 , che ha dato importanti consulenze su questione di Inflazione all’ allora premier Cinese e abbia fatto del bene anche laggiu’ . Le spieghero ‘ meglio l ‘ articolo non era semplice ( per me da leggere sui tassi di cambio che creano flessibilità ) . Un abbracciò da Shangai , sono ambasciatore del Made in Italy per Fiera di Nanchino . Viva l’ Italia il suo export e viva l ‘ intramontabile piccolo gregge di Liberali Adam e Lei , un grande made in Italy luxory , una Ferrari top Liberale , sempre Number one !
Saluti Giovanni
Caro Giovanni,
anzitutto grazie per le cortesi parole. Il viaggio di Milton in Cina fu storico. Gli dissero che avrebbero tradotto in cinese i suoi libri ma che non potevano pagargli i diritti d’autore, perché non ci credevno. Lui rispose che nemmeno lui credeva ai diritti d’autore! Buon lavoro e buona estate,
Caro Professore, cari ADAMs,
mi permetto di segnalare queste considerazioni, che mi sembrano veramente liberali e non prada liberals, del grosso anatide http://www.lintraprendente.it/2017/06/torna-lo-stato-etico-in-europa/
su un tema sul quale mi sarei aspettato che anche la chiesa, tanto più che si trova nelle grinfie del gesuita misericordioso, esprimesse il proprio parere alla luce della dottrina, ma che pare glie ne freghi molto meno di nulla: rendono di più i “migranti” accolti in casa d’altri.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per la segnalazione. Effettivamente siamo al massimo del paradossale. Ci vorrebbe la penna di Pirandello per commentare una vicenda assurda, surreale, inumana. Si ordina di lasciare morire un neonato, senza nemmeno provare a salvarlo. esiste quindi un obbligo di tirare le cuoia in presenza di date condizioni? Preferisco non pensarci, mi nausea anche solo a considerarla.
Per quanto posso essere d’accordo in linea di principio con le tesi di ocone , nel caso specifico ci andrei piano.
Abbiamo sempre accusato lo stato per l’accanimento terapeutico ( vedi il caso englaro) ora accusiamo i giudici di nazismo ( questo è il termine che leggo tra le righe).
Non voglio credere che dei medici abbiano chiesto di staccare la spina senza aver provato di tutto per salvarlo. Mi piace pensare che i giudici abbiano verificato se il medico statunitense sia o no un ciarlatano. Perché se dei medici chiedono di far morire un essere umano e la giustizia glielo concede Hitler gode
Caro Alberto,
il punto è un altro: cosa diavolo c’entrano i giudici (europei per di più) in un caso di decisione relativa alla vita di un bambino? Se i genitori vogliono portarlo a casa o tentare una terapia diversa, devono chiedere il permesso ai giudici europei? Ha senso pretendere che nel decidere come curare il proprio figlio debbano sottoporre la loro decisione allla valutazione di un collegio di magistrati?
Cordialmente,
caro Prof, se Lei ha più paura della sentenza che fa giurisprudenza sono d’accordissimo con Lei, perchè oggi è il bimbo incurabile domani potrebbe toccare a chi ha il raffreddore. Ripensandoci, morire per morire, lasciate a chi ne ha la patria podestà l’amara decisione, tanto cosa cambia se è incurabile?
grazie
ap
Gent.le Sign. Barabaschi
Raramente intervengo ma leggo spesso questo blog, compresi i suoi interventi.
Volevo solo augurarle di rimettersi presto
Filippo
Carissimo Professor Martino,
mi scuso innanzitutto per essermi accorto solo oggi che lei è tornato: bentornato! e grazie per avermi fatto felice in un periodo buio della mia vita. Sto combattendo un morbo degenerativo e, per fortuna, la mia salute è stazionaria. La voglia di poter fare qualcosa sotto la sua guida per il bene di ogni singola
persona italiana è sempre viva.
Assolutamente daccordo con lei sul bipolarismo, anche se preferirei il sistema americano. Aggiungo che per quanto riguarda il vincolo che lega il parlamentare
al suo elettore, sarei spietato: niente cambi di casacca e perdita senza se e senza ma del “posto”. In fin dei conti il parlamentare è un procuratore che ha l’obbligo
eseguire.
Termino con una domanda. Cosa pensa del Prof. Rodota’ spento da pochi giorni (parce sepulto) che io ebbi la sfortuna di incontrare per una vertenza sindacale
quando ero Presidente di Confindustria Teramo? Il mio parere fu assolutamente negativo.
Grazie ancora del suo ritorno e i più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Caro Barabaschi,
ben ritrovato! Mi spiace sentire dei suoi problemi di salute ma mi auguro che si risolvano bene e presto. Non conoscevo bene Rodotà, solo di vista. Incontrandomi, mostrava una specie di ossequioso rispetto nei miei confronti. Ma qualcuno mi disse che era il suo normale modo di fare. Come osservatore esterno, non ne ho mai avuto una grande considerazione: mi sembrava un tipico esponente della “gauche caviar” o dei “Gucci radicals”!
Egregio signor Barabaschi,
consenta ad uno sconosciuto di associarsi ai voti del Professore per la Sua salute.
Caro Professore, mi è molto piaciuta la, per me nuova, definizione di “Gucci radicals” che mi offre lo spunto per proporre “Prada radicals”, tenuto conto delle simpatie della signora in questione (insopportabile pasionaria del “movimento studentesco” – da cui sappiamo quali bande politiche sono discese – del ’68 milanese cui partecipava ben foderata dei quattrini di mamma e papà, con la tipica spocchia di una certa borghesia bene). “Prada radicals”, volendo, si potrebbe leggere anche “Pravda radicals”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Buon giorno.
Anche io sono per il sistema uninominale maggioritario, in ogni collegio il candidato che prende più voti viene eletto e tutti gli altri stanno a casa. L’elettore vota per un solo candidato, dunque lo sceglie. Non dico che sia infallibile nella composizione di una maggioranza omogenea (ultime elezioni UK), ma è il sistema che da più possibilità di avere successo come dimostrato in Francia con il partito di Macron (o Micron ?) che ha la maggioranza assoluta.
C’è possibilità di rivedere il professore in Parlamento ?
Chi può fare il candidato del centro destra ? (tutti lodano Zaia).
Caro Giulio,
sono ancora deputato, ma penso sia l’ultima volta. Questa è la mia sesta legislatura e, confermando una regola inossidabile, è peggiore di quella precedente e sarà migliore della successiva!
Cordialmente,
Giulio,
penso lei sia a favore dell'”uninominale”.
Credo (ma non ne sono sicuro) che la definizione di “maggioritario” includa invece un “premio di maggioranza” al partito che vince.
Composto tipicamente da neoeletti decisi a discrezione dal partito che usufruisce di questo premio.
Le questioni importanti penso siano il monopolio dei partiti nei confronti della candidabilità, nonché la discrezionalità dei partiti nella selezione dei vincitori in quota a ciascuno.
Per quanto concerne il problema della “governabilità”, credo che questo sia indissolubilmente legato ai sistemi “parlamentaristi”, ovvero in cui il governo dipende dal parlamento, e non dall’elettorato.
A proposito di “uninominale”. Non so perché Sartori abbia imposto a questo aggettivo di essere associato a quello di “maggioritario”.
Istituendo così una gran confusione tra la votabilità di una sola persona per ogni collegio (che definisce “maggioritario”) anziché quella del partito (che definisce “proprozionale”), e quella che dovrebbe essere la governabilità da parte di una maggioranza di un solo partito anziché di una coalizione, all’interno di una “legislatura”.
Già identificare “legislatura” e “governo” mi sembra sintomo di arterio precox. Il resto, poi, parla da solo.
Altri, invece, identificano un sistema “maggioritario” con l’esistenza di un premio di maggioranza, che escludendo i perdenti, imporrebbe i partiti ad unirsi in “partiti-coalizioni” prima delle elezioni. Esattamente il contrario di Sartori, che attribuisce i premi di maggioranza solo ai sistemi proporzionali.
Le questioni importanti penso siano altre. Ovvero il monopolio o meno dei partiti nei confronti della candidabilità, nonché la discrezionalità dei partiti nella selezione dei vincitori in quota a ciascuno anziché la regola della preferenza (ma non a seguito di condidatura in diversi collegi con somma dei voti).
Per quanto concerne il problema della “governabilità”, credo che questo sia indissolubilmente legato ai sistemi “parlamentaristi”, ovvero in cui il governo dipende dal parlamento, e non dall’elettorato.
Vedere dei partiti “Ulivo” o “Asinello”, o analoghi da parte opposta, che si uniscono per il vantaggio della bipolarità è semplicemente riproporre in altra veste la litigiosità che tanto si rimanifesterà dopo le elezioni.
Caro Professore,
innanzitutto è un piacere rileggere un suo pezzo. Nel merito, mi permetta di dirle che io personalmente non sono mai stato un fan del maggioritario o del proporzionale. Fra i due sistemi ho sempre preferito il primo ma solo in presenza di due schieramenti. Oggi in Italia si è venuta a creare una situazione atipica, con tre poli che si fronteggiano e, se si applicasse il maggioritario, si richierebbe di vedere al governo una singola forza con un terzo o poco più dei voti complessivi. Sarebbe un governo monco in partenza. L’idea di Berlusconi di ritorno al proporzionale mi è parsa un male necessario. Condivido la sua idea di un programma lineare che unisca tutte le forze di centrodestra. Purtroppo l’esperienza insegna che, in passato, il programma è diventato carta straccia una volta vinte le elezioni. Non ho fiducia nella Lega e in Fratelli d’Italia perchè hanno una natura molto statalista. Ne ho molta poca in FI. Tuttavia mi turerò il naso e continuerò a votarla perchè non ci sono alternative. Meglio una molletta sul naso che un non voto anche perchè un non voto equivale a votare per i partiti delle tasse. Non ce lo possiamo permettere.
Un caro abbraccio,
Caro Massimo,
anzitutto grazie per la sua cortesia. Condivido quasi tutte le sue considerazioni, ma sono convinto che, con un sistema maggioritario, la possibilità di un terzo partito sia molto bassa. Il confronto fra centrodestra e centrosinistra dividerebbe l’opinione pubblica in due campi, escludendo la possibilità di una terza forza. La grande coalizione, invece, darebbe a Grillo ciò che vuole: la possibilità di sostenere che destra o sinistra non fa differenza, sono entrambi parte dello stesso sistema di potere, che ha il M5S come unica alternativa. Ovviamente, in questo campo non esistono previsioni certe, ma le probabilità sono, credo a favore del maggioritario.
Cordialmente,
Grazie Professor, queste Sue parole ci caricano di energia. Più della politica, é importante l’adesione alle buone idee dalla parte di quelli che possono con i risultato di sue azione generare il massimo di vero progresso e sano ottimismo.
Tra l’idee che circolano, ho visto la dichiarazione di un tale Catania della Confindustria – che la Webtax deve essere a livello Europeo e non solo Italiano.
Sembra la tattica del Vu-cumprà, che invece di chiedere se uno é interessato a uno orologio, chiede di quale colore vuole.
Mah, caro Martino, io non sono convinto né bipartitismo come né dal polipartitismo.
E’ proprio il “partitismo” che io critico.
Esistono istituzioni dai partiti numerosissimi e privi di maggioranze che non hanno alcun problema di governabilità (Svizzera).
Tanti altri in cui il “bipolarismo” non aiuta affatto né la governabilità né l’amministrazione del paese né la spesa pubblica né la difesa dei diritti individuali né l’economia.
Non so quindi perché prendersela per una legge elettorale, in un paese che peraltro non va neanche più a votare perché è effettivamente inutile. Nessun partito, da qualunque legge elettorale provenga, ucciderà mai la partitocrazia.
L’unica vera svolta non riguarderebbe la ripartizione delle poltrone tra i partiti, bensì l’eleggibilità indipendente daigli stessi.
Che non arriverà mai.
E l’altra, la possibilità di votare direttamente per l’esecutivo.
Idem.
A meno di una epocale svolta della classe intelelttuale, ora intenta a “smacchiare i giaguari”.
Caro Cacciari,
prescindendo dal tono apodittico e sentenzioso del suo commento, quello che lei auspica è stato realizzato … da Karzai in Afghanistan! Lì non ci sono partiti e ci sono elezioni, ma non credo che si possa considerare un modello da imitare.
Caro Martino,
ammetto il tono rassegnato, e mi rammarico di apparire sentenzioso nell’esposizione di quelle che in fondo non sono altro che le mie personali opinioni.
Ho però delle difficoltà a trovare delle affinità tra lo stato islamico dell’afghanistan ed il mio ideale istituzionale, caratterizzato da separazione dei poteri al fine di sorveglianza reciproca, da responsabilità diretta del funzionario pubblico, e di democrazia diretta, limitata da atto dei diritti individuali.
Esattamente come tale ideale mi sembra distante dalle istituzione della repubblica italiana, che mi appare privo di tutte e quattro le caratteristiche appena citate.
Caro Professore,
rammenterà che qualche settimana or sono avevo espresso la mia insoddisfazione, condivisa con Lei, per la fregola proporzionale di SB.
Uno dei limiti del personaggio secondo me è quello di voler compiacere tutti (iniziò la sua avventura politica risalendo l’emiciclo di Montecitorio per andare a stringere la mano a Giorgio Napolitano…), oltre a quello di scegliersi come scudieri le sue infatuazioni del momento (inutile ricordare gli Scognamiglio, i Dotti, giù giù fino agli Alfano, Verdini, Bondi, etc.) ed abbandonare per strada le persone valide (Urbani, Pera).
Ora, come nel ’94, è giocoforza allearsi con le Meloni ed i Salvini che di liberale non hanno proprio nulla.
Proprio perchè costoro non sono assimilabili è indispensabile, come Lei propone, un programma estremamente chiaro, che non possa essere stiracchiato di qua e di là da questi maganzesi con cui dovremo allearci, e ridotto a pochi punti essenziali, condivisi e irrinunciabili. L’intendenza seguirà.
Per dare un’idea del livello di litigiosità interna al centrodestra Le dirò che in un comune, il terzo per importanza della provincia di Como, vicino a quello in cui risiedo, Erba, sono al ballottaggio il candidato di FI e frattaglie varie e quello di FdI e minutaglie assortite, sostenuto dal sindaco uscente, ex-FI….
Vorrei approfittare dell’occasione per chiederle qualcosa del PLI di De Luca.
Deve sapere che io al PLI, o meglio alla GLI, sono stato anche iscritto, una cinquantina d’anni, fa quando frequentavo il liceo. Ottenuta la tessera mi sono diligentemente presentato alla prima riunione nella vecchia, bella sede di corso Venezia a Milano. Vedo lì seduto un ragazzo più o meno della mia età che tiene in mano un libro e dico: Ah, “La Storia Come Pensiero e Come Azione”!. Quello con aria molto snob mi risponde “Prima o poi ci si passa tutti”.
Non mi hanno più rivisto.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
completamente d’accordo su FI e l’attuale situazione. Quanto alla GLI, era composta da giovani che avevano in comune solo l’antipatia per i liberali e la presunzione. C’erano anche persone valide, ma in minoranza. Gregorio Fontana, attualmente deputato di FI e questore della Camera, era nella GLI. Credo ci fosse anche Simone Baldelli, deputato FI e vicepresidente della Camera. Tuttavia, gli elementi di valore erano oscurati da personaggi assai poco raccomandabili!
Presidente Martino
Per l’ennesima volta le sue considerazioni, i suoi sentimenti, le sue idee coincidono totalmente con le mie.
Auguri di Buon onomastico.
Saluti Matteo Napoletano
Caro Professore,
sono entusiasta nel constatare che anche ora sulla situazione italiana la pensiamo allo stesso modo. Lo scoramento è forte, ma la voglia di fare per le nostre idee lo è di più. E le Sue parole sono di incoraggiamento.
In queste settimane ho meditato su molte frasi Sue e di altri Grandi che io amo, a quanto le etichette possono stare strette ed è sempre meglio passare alla sostanza. Un esempio su tutti la “Rivoluzione Conservatrice” di Reagan che per noi è Liberale. Quante persone invece si considerano Liberali e sono in realtà dei Radical Chic di sinistra (io non li sopporto), quanta confusione c’era in Italia prima del ’94 e c’è nuovamente dalla fine del 2011 (inizio governo Monti) e quanta confusione è nata in tutto l’Occidente.
In queste settimane ho meditato su quanto c’è bisogno che il Centro-Destra Italiano riprenda coscienza di essere un Popolo, come successe nel ’94 ed iniziavo a perdere la speranza su un possibile ritorno in auge delle nostre idee.
Ho pensato alla necessità di un convegno dal titolo: “Conservatori, Liberali e Libertari. Un cammino comune essenziale in Italia per aiutare l’Italia” in cui non si parta dalla critica delle idee dei sinistri, ma si parta dalle nostre idee e da quelle più simili alle nostre. Un modo costruttivo per ritornare a far gruppo, a dispetto dei Salvini e dei Parisi che certamente possono, anzi devono stare nel Centro-Destra Italiano, ma si è visto che non sanno federare. Mentre pensavo a questo convegno, temevo però che sarebbe risultato niente più che una perdita di tempo. Dopo le Sue parole ho deciso di aprire nei prossimi giorni per tutta l’estate una pagina-evento Facebook dal titolo “Conservatori, Liberali e Libertari. Un cammino comune essenziale in Italia per aiutare l’Italia” e vedere che cosa succede. Se possibile a Novembre farò a Torino un convegno con lo stesso titolo.
La ringrazio di essere tornato tra noi e tanti auguri per domani.
Edoardo Lucio
Caro Lucio,
grazie per gli auguri e per le sue considerazioni. Auguri a lei e alla sua iniziativa. Non dobbiamo rassegnarci, c’è ancora tantissimo da fare!
bentornato Prof. e tanti auguri per domani.
Lei riesce sempre a colpire nel segno. e mi riferisco alla prima parte del suo post, perchè descrive esattamente lo stato d’animo di noi liberali. siamo stanchi e delusi. vediamo la parola liberale bistrattata da personaggi che di liberale hanno poco o nulla. nel mio piccolo cerco di combattere delle battaglie anche sui social sempre in maniera generica sulle regole fondamentali di una democrazia liberale. Niente da fare, c’è il vuoto assoluto che mi risponde, contro il quale sono disarmato.
Personalmente non sò più chi votare e molto probabilmente non voterò a meno che Lei non fa un partito anche dello 0, 1 percento ma almeno do il voto ad una persona veramente liberale.
gs
Bentornato caro Professore, e sinceri auguri per l’onomastico.
Mi duole essere drastico (uno dei miei difetti) nel disaccordo con le sue conclusioni : non vedo alcuna rivincita e non mi illudo più (ho speso tutto nel ’94 ed a seguire).
– Berlusconi è totalmente inaffidabile, lo dimostra ad ogni apparizione ed a ogni annuncio contraddittorio, quindi è assolutamente non votabile. Purtroppo ha la disponibilità di Mediaset e de Il Giornale, sufficienti per mantenersi un 10 – 13 % di voti, utili solo al prossimo voltafaccia od inciucio.
– Salvini rimane un “ex comunista-padano”, non ha un vero pensiero politico se non quello di rimanere il capo della Lega. Non andrà mai oltre il 15% perché il meridione lo odia a prescindere. Ma su migranti e tasse ha ragioni da vendere, ed è per lo più coerente.
– Meloni è e rimane espressione dello statalismo. Dopo la fuoriuscita di Crosetto non vedo alcuna venatura liberale in lei e nel suo partito. Ma come per Salvini, scavando a fondo, qualcosa di buono si trova.
E’ quindi evidente che un centrodestra unito su questi personaggi sarebbe una finzione elettorale. Buona per delle amministrative, (dove non ci si occupa di politica economica, politica estera, ecc. ecc.), ma fallimentare già nelle premesse per sostenere un governo decente. Unica fievole speranza una Forza Italia senza Berlusconi. Ma non arrivo a sperarne la dipartita.
So bene che non c’è altro a disposizione. Voterò quindi Salvini o Meloni, turandomi il naso, ma solo se non saranno in lista unica con il solito Berlusconi che sicuramente userebbe anche il mio voto per le sue giravolte vergognose.
La batosta è stata chiara, sonora, inequivocabile. I leader dei due maggiori partiti, il laburista e il conservatore, si erano impegnati nell’opposizione all’uscita del Regno Unito dalla UE e hanno perso. Il primo ministro, Cameron, non è soltanto uscito sconfitto ma anche ridicolizzato dal suo ondivago comportamento. Aveva minacciato l’uscita della Gran Bretagna dalla UE […]
Fino al 1914 il termine “civiltà” non aveva plurale: esisteva “la” civiltà e altri modi di vivere, generalmente ritenuti incivili. “La” civiltà era europea, l’Europa era il simbolo della civiltà. Gli europei erano considerati gli unici esseri civili del pianeta. Questa visione eurocentrica del mondo era suffragata dal fatto che l’Europa era il centro del […]
Forse, i miei amici del blog potranno essere interessati al racconto del mio benvenuto all’università di Chicago. Eccolo. Dopo aver vinto la borsa di studio e aver fatto male il TOEFL (esame d’inglese come lingua straniera), mi preparai all’idea di partire. La fondazione che mi aveva dato la borsa, convinta che non parlando bene l’inglese […]
Caro Professore,
Il linguaggio boldrinianamente corretto (quello che, tra l’altro, fa scrivere agli anglosassoni l’antieconomico “he or she”) è stato inventato negli Stati Uniti ed è pertanto logico che colà , prima che altrove, esso si spinga alla conquista di nuovi, inesplorati territori. Mai però avrei pensato che potesse raggiungere vette sulle quali la (per nostra fortuna ex) presidenta, anche se munita di bombole d’ossigeno, difficilmente riuscirebbe ad inerpicarsi.
Sull’autorevole “Thoroughbred Racing Commentary”, in un articolo in cui un famoso maniscalco americano esprime il proprio parere sulla necessità e opportunità di ferrare i cavalli, ho trovato scritto:
„What are you currently doing with your horse? Is he or she in training for a race or a Grand Prix dressage class, or is he or she a yard ornament? Three main factors must be considered before deciding if shoes are necessary…”
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
le sue storie sui cavalli sono tutte stupende, ma anche questa sugli asini del politicamente corretto non è male. Gli orrori che stanno perpetrando in questo campo sono grotteschi; per fortuna qualche volta fanno ridere!
Cordialmente,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
nuovo post “Responsabilizzare il Presidente del Consiglio si può (2/3)”.
http://www.ilpolodegliindividui.com/responsabilizzare-il-presidente-del-consiglio-si-puo-2-3/
Grazie per la lettura
Edoardo Lucio
Non vorrei che fossimo di fronte ad una replica della manipolazione Blair sulle armi chimiche in Iraq.
https://www.independent.co.uk/voices/syria-chemical-attack-gas-douma-robert-fisk-ghouta-damascus-a8307726.html
Caro Luciano,
c’è stata e continua a esserci una manipolazione delle notizie per far apparire ancora più gravi le responsabilità del governo di Assad.
Cordialmente,
am
http://www.ilgiornale.it/news/politica/rimuovere-assad-potere-errore-evitare-1516498.html
Ecco il link all’articolo del prof. Martino su “Il Giornale”
Luciano
Caro Professore,
non crede che se ci troviamo di fronte ad una situazione politica senza vie di uscita che non siano uno squallido mercanteggiare alla ricerca del meno peggio la colpa sia, oltre che della orrenda logorroica costituzione di stampo cattocomunista e azionista, di Silvio Berlusconi che, per assecondare la propria indole e rendersi simpatico al democristiano – all’epoca caltagironiano – Pier Ferdinando Casini buttò alle ortiche un sistema moderatamente maggioritario uninominale (per giunta voluto da un referendum) per reintrodurre il proporzionale caro ai democristiani?
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei porta vasi a Samo e nottole ad Atene. Sono da sempre convinto che, fra i sistemi elettorali possibili, il maggioritario uninominale, a uno o due turni, sia il meno peggio. La deriva proporzionalistica, iniziata come dice lei, ha cancellato tutte le idee maggioritarie del 1993-94. Con i risultati che vediamo.
Cordialmente,
am
Nuovo post “Guai ai vincitori (1/3)”.
Il titolo del post non riguarda questa legislatura, ma più genericamente l’organizzazione politica italiana, tale da deresponsabilizzare i politici.
http://www.ilpolodegliindividui.com/guai-ai-vincitori-1-3/
Grazie per la lettura
Edoardo Lucio
Caro Lucio,
grazie per la segnalazione: è un post interessante.
am
Caro Professore e cari ADAMs,
nuovo post dal titolo “CentroDestra con analisi sulle ultime elezioni” con parte centrale “CentroDestra, invenzione geniale di Silvio Berlusconi che non può andare perduta”
http://www.ilpolodegliindividui.com/centrodestra-con-analisi-sulle-ultime-elezioni/
Grazie per la lettura.
Edoardo Lucio
Caro Professore,
ricorderà forse come, qualche anno fa, avessi segnalato che l’Italia aveva, nel ’43, invaso in armi la Svizzera.
Su quel fatto guerresco ho appreso ulteriori particolari che potrebbe non dispiacerle conoscere.
Tutto ruota attorno ad un personaggio veramente eccezionale e degno della massima considerazione: il dr. Pio Bruni, classe 1918 e tuttora validamente sulla breccia. Sottotenente del 5º Squadrone Mitraglieri in Savoia Cavalleria in Russia, nel 2013 raccontò in una intervista a Patrizia Marchesini alcuni episodi della sua vita. Trovo molto interessante questo, dato i personaggi che ne sono protagonisti:
“Gli Italiani dovevano difendere un tratto in riva al Don, mentre i Tedeschi puntavano su Stalingrado. Un giorno la 6ª Armata di von Paulus sfilò vicino a noi. Alcuni ufficiali germanici conoscevano il colonnello Bettoni, che colse l’occasione per invitare loro e i generali von Kleist e von Paulus (!!!) alla nostra mensa. Malgrado la situazione (eravamo al fronte), devo ammettere che certe consuetudini del reggimento si erano mantenute: il famoso Bianchi serviva in guanti… bianchi. Bettoni – poiché parlavo la lingua tedesca – mi esortò a sedere accanto a uno di quegli ufficiali. Così feci e, avendo appena visto passare la loro colonna di carri armati, tutti in ordine, perfetti, me ne uscii con qualche commento positivo. L’ufficiale, con la massima freddezza, replicò: “Sì, tutto molto bello… ma da Stalingrado non torniamo indietro.” Mi spiegò che non c’erano molte possibilità di sfondare a Stalingrado. I Russi avevano i loro punti di forza e per l’Armata tedesca ripiegare da quelle posizioni sarebbe stato molto difficile. Io ero incredulo. A noi – nonostante le difficoltà – sembrava che l’avanzata tedesca fosse irresistibile.”
Pio Bruni prese parte alla carica di Izbushenskiy (24.08.1942), fu poi rimpatriato col reggimento a fine ottobre ‘42. Ed eccoci all’invasione della Svizzera:
“Il reggimento svolgeva attività di addestramento a Somma Lombardo, vicino alla Malpensa. Poi arrivò l’8 settembre. Per non cadere nelle mani dei Tedeschi, vagammo un po’ sulle montagne dietro Varese. Giunti ad Arcisate, il comandante – colonnello Pietro De Vito Piscicelli – chiamò a rapporto gli ufficiali. Le possibilità erano di sciogliere il raggruppamento, ma si sarebbero lasciati al loro destino i cavalieri, di cui molti meridionali. Piscicelli decise di valicare il confine ed entrare in Svizzera con tutto il reparto. Fu una decisione molto dolorosa, ma l’unica possibile.
Gli Svizzeri ci accolsero con signorilità e – mentre i cavalieri gettavano le armi – fu consentito agli ufficiali di tenere la pistola (che chiaramente consegnarono nei giorni seguenti). Con una tradotta raggiungemmo alcuni campi nei pressi di Berna, con i nostri cavalli al seguito. Venimmo trattati molto bene. Non si potevano definire campi di concentramento: noi ne avevamo il comando insieme a un sottufficiale svizzero, che esercitava una funzione di controllo.
In quelle circostanze difficili si vide quanto peso avessero il retaggio e l’educazione che tutti noi di Savoia avevamo ricevuto. Altri reggimenti si trovarono allo sbando e misero i soldati in libertà, con il rischio forte che poi cadessero in mano tedesca e venissero deportati; noi mostrammo questo senso di responsabilità. Nessun cavaliere lasciò il proprio posto. In alcune località vicine c’erano anche alpini italiani, ma il nostro fu l’unico reparto a passare il confine compatto.”
A questo episodio ritengo interessante aggiungere un seguito.
“Mi chiamarono al Consolato italiano a Ginevra, per avvertirmi che il generale Cadorna sarebbe arrivato al nord con l’intenzione di organizzare qualcosa e aveva fatto espressamente il mio nome. Conoscevo bene Cadorna: era stato comandante di Savoia, a Milano, prima di Weiss Poccetti.
Insieme a un altro ufficiale rientrai in Italia, passando il confine sul Monte Rosa e scendendo poi in Val Sesia. Raggiunsi Milano per incontrare Cadorna. Era stato il mio comandante, così mi diede incarichi di collegamento, sia tra le varie formazioni partigiane, sia con la Svizzera e l’OSS, il controspionaggio americano. Passai diverse volte in Svizzera, per questo motivo, seguendo itinerari sfruttati dalla Resistenza. In alcuni casi aiutato – a pagamento – dai contrabbandieri comaschi. Portai in Italia altri ufficiali e sottufficiali di Savoia che avevano deciso di unirsi al Corpo Volontari della Libertà. Cadorna non desiderava che tutto rimanesse nelle mani delle formazioni Garibaldi.
Finché un giorno mi arrestarono… per la delazione di un ufficiale che era stato arrestato e rilasciato quasi subito…… Fui portato a S. Vittore, dove vidi altri ufficiali della nostra rete… così capii che quel tizio ci aveva traditi. Eravamo a marzo del 1945. La mia fortuna fu di essere ceduto al controspionaggio dell’esercito tedesco – non alle SS – e, dopo i primi interrogatori, i miei carcerieri si rivelarono davvero corretti. Dopo una ventina di giorni mi scambiarono con alcuni prigionieri tedeschi, mi liberarono e mi ripresentai da Cadorna.
Fui avvicinato da Gianriccardo Cella, amministratore delegato dell’Isotta Fraschini: mi riferì di essere in contatto con il notaio di Mussolini, in quanto Cella stesso desiderava acquistare il palazzo in cui aveva avuto sede Il popolo d’Italia. Cella, grazie a tali approcci, era venuto a sapere che il Duce sembrava intenzionato a trattare la resa. Raccontai ogni cosa a Cadorna e si cercò, quindi, di organizzare un incontro. Il pomeriggio del 25 aprile 1943 – insieme a Cella e a bordo di una vecchia Isotta Fraschini – accompagnai Mussolini all’arcivescovado e per un poco fui l’unico presente all’incontro, in attesa dell’arrivo di altri personaggi. Mussolini era uno straccio, accasciato sullo stesso divano rosso su cui sedeva anche Schuster. Io rimasi in piedi. L’arcivescovo aveva una voce caratteristica, molto suadente. Gli parlò di San Benedetto, di Napoleone. Mussolini replicò di essere preoccupato per le sorti di quanti l’avevano seguito fino a quel momento. Schuster non gli diede rassicurazioni particolari, ma tentò di convincerlo ad avere fiducia. Giunsero le altre persone che avrebbero dovuto presenziare all’incontro…
Cadorna, Lombardi, Marazza. Arrivò anche Graziani, il quale dichiarò che non si potevano prendere decisioni importanti senza avvisare i Tedeschi. I toni della conversazione erano tutto sommato distesi e improntati al rispetto reciproco. Subito dopo giunse la notizia che i nazisti avevano firmato la resa. Mussolini, con uno scatto impensabile per un uomo che sembrava finito, si alzò: “Ci hanno tradito un’altra volta.” Non ho mai compreso a cosa si riferisse di preciso. In ogni caso l’incontro venne interrotto… Mussolini e altri del suo seguito se ne andarono e in quel momento entrò Pertini. Era chiaramente contrario a ogni trattativa con il Duce e assalì – è il termine giusto – l’arcivescovo Schuster: “Qui ci vuole un bagno di sangue, bisogna che queste persone la paghino.”
Non ho nessuna certezza, ma credo che – udite queste parole – uno del seguito di Mussolini sia uscito subito per raggiungere il Duce e avvisarlo. Mandarono anche me, raggiunsi la Prefettura – dove sarebbe dovuto essere Mussolini – per fermarlo… ma era già partito. Le cose, poi, andarono come sappiamo.”
E così, accanto a von Paulus, Mussolini, il cardinale Schuster vediamo entrare in scena anche colui che fece assurgere alla dignità quirinalizia Mario Merola. Del resto, se i francesi, con tutta la loro grandeur, hanno eletto presidente Paul Deschanel, noi, nel nostro piccolo, potevamo ben concederci un Pertini.
Ma mi voglio rovinare, come dicono gli imbonitori da fiera, e ci metto anche i concorsi ippici:
“Dopo il referendum del 2 giugno il colonnello Bettoni trafugò lo stendardo del reggimento e, insieme a un gruppo di ufficiali (fra cui il sottoscritto), affidò lo stendardo al re Umberto II in procinto di salire sull’aereo che l’avrebbe portato in esilio, in Portogallo.
Bettoni, in seguito a tale episodio, lasciò il servizio. Da quel momento, in occasione dei concorsi equestri a cui continuò a partecipare, non indossò più la divisa. Morì nel 1951, in seguito a un malore, proprio durante un concorso a Piazza di Siena.”
Per completare il ritratto, che spero non l’abbia annoiata, di Pio Bruni dirò che è stato una delle figure principali del galoppo italiano del dopoguerra, presidente della Società degli Steeple-Chases d’Italia, allevatore e proprietario di alto livello, che ha vinto quasi tutte le classiche italiane tranne il Derby, in cui fu una volta secondo ed una volta terzo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie! Davvero un bella storia. Lei è una miniera inesauribile di memorie, specie se in qualche modo collegate al mondo dei cavalli. Siamo fortunati: per quanto movimentati, i nostri tempi sono una passeggiata rispetto a quelli da lei ricordati.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
pur essendo indegno di comparire tra cotanto senno, aggiungo sommessamente che qualcosa a che fare con il cardinale Ildefonso Schuster ho avuto anch’io. Anzi, gli ho fornito il destro per una (si parva licet …) umilissima Imitazione di Cristo.
Deve sapere che la cerimonia della cresima di mio fratello maggiore fu tenuta nella basilica del Corpus Domini a Milano (vicino all’Arco della Pace). Io avrò avuto tre-cinque anni, non so bene (i dettagli sono stati oggetto di successivi racconti familiari) , comunque, vedendo mio fratello presso la balaustra dell’altare, corsi verso di lui come un tre-quarti ala lanciato verso la meta, eludendo tutti i tentativi di placcaggio di alcuni signori, presumo a qualche titolo coinvolti nella funzione religiosa, che furono infine bloccati dalla voce del cardinale Schuster, che amministrava il sacramento, che si levò per dire: “Sinite pargulos venire ad me!”. Allora, anche in ambito ecclesiastico, il latino veniva compreso da molte più persone che non oggi.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
avrei voluto esserci! Dev’essere stata un scena formidabile.
Cordialmente,
am
Caro Professore e cari ADAMs,
ultimo post del sito-blog amatoriale “Il Polo degli Individui” dal titolo “La distribuzione della ricchezza e la matematica” che vuole essere logico e semplice.
http://www.ilpolodegliindividui.com/la-distribuzione-della-ricchezza-e-la-matematica/
Grazie per la lettura
Edoardo Lucio
Caro Lucio,
breve e efficace. Bravo!
am
Sulla politica estera sono più vicino a Ron Paul che al Prof. Martino. Se però andasse al governo Salvini, dopo aver annunciato alla luce del sole il patto con Putin, sarei il primo a chiedere l’intervento della NATO. Tra l’altro sentire qualche politico occidentale di primo piano prendere le difese di Navalny (o di Ledezma in Venezuela) non sarebbe male. Vorrà dire che a portarci i russi in casa, dopo il fallimento dei comunisti, ci penseranno lega e 5 stelle.
Nuovo breve post “Denaro e lavoro”
http://www.ilpolodegliindividui.com/denaro-e-lavoro/
Caro Professore, cari ADAMs,
già magari lo saprete, ma oggi è scomparso Piero Ostellino, impoverendo drammaticamente il campo liberale.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Sì, caro Franco, è una grande perdita per il liberalismo italiano e, ancor più, per i suoi amici. Ci mancherà,
am
Prof. Martino, secondo la NIT di Friedman a quanto sarebbero ammontate le aliquote effettive (al netto di deduzioni, tax credits, ecc.) per ogni quintile? Avrebbe avuto un effetto trickle-down o avrebbe comportato una riduzione per tutti?
Caro Gianluca.
se ricordo bene, Milton ipotizzava come esempio una aliquota ipotetica, ma non credo avesse mai specificato in dettaglio quale avrebbe dovuto essere il break-even point e l’aliquota d’imposta negativa. Controllerò, ma sono abbastanza fiducioso che le cose stiano come le ho detto.
Cordialmente,
am
Caro Professore e cari ADAMs,
ha da poco aperto un nuovo dominio intitolato Il Polo degli Individui.
Per ora sono leggibili l’Introduzione
http://www.ilpolodegliindividui.com/introduzione/
e tre post dal titolo “Per Partire”, “Dante, Star Trek e l’Individuo” e “Una follia ed una banalità”.
Grazie per la lettura
Edoardo Lucio
Caro Lucio,
l’iniziativa mi sembra ottima. Le auguro con tutto cuore un successo indiscutibile.
Cordialmente,
am
Buongiorno a tutti,
a volte i silenzi dicono più di mille parole ed il ns. Prof ultimamente è molto silenzioso. infatti oltre qualche risposta di cortesia non va.
e allora mi chiedo: non è che per caso erano tutti a conoscenza di come sarebbe finita, e la campagna elettorale non è stata altro che una sorta di estrema difesa dello status quo. infatti se si vanno a vedere la composizione delle liste e degli eletti, tranne qualche mosca bianca, sono tutti fedelissimi dei vari leader (vedi renzi e berlusconi). onorevoli che potranno servire al momento del bisogno. La lega ha razzolato un sacco di voti non a sx ma a forza italia. infatti tutti i delusi delle liste per far capire il loro dissenso hanno puntato sulla lega, soprattutto in sicilia, dove la lega il 6% non se lo sognava neanche di notte visto che fino a 4 mesi fa aveva percentuali ridicole. insomma a me ultimo del carro, ignorante in tutto e per tutto ,mi sembra che tutto si sia svolto all’insegna del difendiamo il fortino.
mi piacerebbe conoscere l’opinione del Prof e degli adam.
grazie
gs
Da un primo esame dei risultati mi sembra che la Lega di voti dei sinistri ne abbia razzolati molti. In Toscana mi pare sia successo così
Se sbaglio mi corriggerete
diciamo allora che la lega ha rastrellato i voti di coloro che non sono stati messi in lista dal pd e da fi, altrimenti qualcuno mi deve spiegare come mai a taormina la lega ha preso il 23%dei voti. poi vai a guardare il candidato leghista e trovi un ex vicepresidente della regione, pluri deputato, assessore ecc., mentre nel pd ti candidano la boschi e fi ti candida….boh neanche me lo ricordo più.
il bello è che poi parlano male dei 5s e della lega.
mamma mia che delusione vedere un berlusconi sperare nelle disgrazie degli avversari. una fine ingloriosa.
e il bello deve ancora venire.
Caro Giuseppe,
temo proprio che lei abbia ragione: I voti della lega in Sicilia aiutano a capire un punto molto significativo. Il mio silenzio non la preoccupi: non sto tirando le cuoia né dicendo qualcosa di inesprimibile. Sono soltanto afflitto da uno dei miei periodici attacchi di pigrizia:
Cordialmente,
am
Tre Hip hip HURRA per Giuseppe Moles
Hip hip HURRA!
Hip hip HURRA!
Hip hip HURRA!
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
grazie mille. Riferirò al neo-senatore appena lo vedo.
Cordialmente,
am
Caro Professore, cari ADAMs
Lasciando a quando le bocce saranno definitivamente ferme le considerazioni su quella che mi sembra a prima vista la “finis Italiae” e tenendo presente che Sallusti il Vecchio sull’house-organ berlusconiano torna a caldeggiare (spontaneamente o spintaneamente?) lo sciagurato connubio che lo aveva fatto sbrodolare per il patto del Nazareno col bulletto di Rignano prima maniera (“Dopo i giorni della delusione, del panico e della rabbia, arriveranno quelli del buonsenso.Mattarella ne ha da vendere, chi non vuole consegnare il Paese a Grillo speriamo la trovi strada facendo”), vorrei raccontare un fatterello accaduto sotto i miei occhi questa mattina che ci dà un’immagine dell’Italia grillo-catto-comunista.
Premetto che, ai tempi dell’Unione Sovietica, quando mi capitava di viaggiare per quel paese, uscendo dalle camere degli alberghi lasciavo tutte le luci accese e i rubinetti dell’acqua calda (che era poi bollente) aperti, in ossequio al principio di fare, nel mio piccolo, il maggior danno possibile.
Abitando vicino alla felice Elvezia vado quasi sempre a fare il pieno di benzina in Canton Ticino innanzitutto per la piccola ma non trascurabile convenienza economica (oggi 1.520 CHF/l pari a 1.316 €/l) ma anche per non nutrire la bestia (in Svizzera, per fare un esempio, l’IVA sui carburanti è del 7.71%…).
Due macchine avanti la mia sulla strada verso il confine c’è una Ferrari, tra l’altro di un colore molto sobrio. Dico a mia figlia “Quel sempliciotto va in Svizzera con una Ferrari: di sicuro il finanziere lo ferma ed è fortunato se non gli fa smontare la macchina”. Di solito i finanzieri al confine sono indaffaratissimi col telefonino, a chiacchierare tra di loro o a fumare. Immancabilmente il ferrarista viene fermato ed invitato a parcheggiare l’auto. Scende dalla macchina e mia figlia commenta “E’ un vecchietto elegante e distinto, non certo il tamarro spacciatore. Vedere che ti controllano per odio e invidia mi fa andare in bestia. Uno non è più libero di spendere i propri soldi come preferisce…”.
Morale: se col prossimo governo grillo-catto-comunista decidete di portare i vostri (e sottolineo vostri) sudati risparmi (io non ne ho) in Svizzera, andateci con una utilitaria anzianotta.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
purtroppo non mi posso permettere una Ferrari che, fra l’altro, mia moglie mi impedirebbe di guidare. Se ne avessi i mezzi e non avessi per moglie l’equivalente femminile del generale Patton, la comprerei solo per il gusto di farci una passeggiatina a tutto gas di quando in quando. Detto questo, se persino i doganieri svizzeri sono motivati dall’invidia nei loro comportamenti, dove andremo a trovare rifugio? Speriamo solo che si tratti di casi isolati e non significativi del comportamento elvetico.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
temo sia incorso in una disattenzione: non parlavo del grenzwächter/garde-frontière/guardia di frontiera/guardgia da cunfin che fa schierare il picchetto d’onore e fa il presentat-arm all’ingresso dei ferraristi, ma del finanziere!
Ciò rende comunque la storiella ancor più istruttiva.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
la campagna elettorale ha visto impegnati un numero immenso (stavo per dire sterminato, ma godono tutti, ahime. di ottima salute) di esseri squallidi, volgari cadreghinisti che non hanno lavorato un giorno in vita loro in lotta per una rendita, ma questa
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/figlio-delle-vittime-kabobo-cos-grasso-fa-campagna-1500844.html
mi sembra veramente la più abietta e che testimonia perfettamente il livello morale di chi ha presieduto le camere nella passata legislatura.
Cordialità,
Franco Cattaneo
P.S. Mi sono adattato a scegliere il meno peggio (pensi che ho dovuto dare il voto per il senato ad Adriano Galliani), sperando che, per compiacere tutti e piacere a tutti come è nella sua indole, non ci freghi ancora una volta!
Caro Franco,
non credo si tratti di mancanza di tatto quanto di assenza di intelligenza. Per il resto, come sempre, concordo con quanto da lei sostenuto.
Cordialmente,
am
5 domande al Professore sulla Flat Tax
http://www.fondazioneluigieinaudi.it/flat-tax-5-domande-a-3-liberali/
Caro professore,
cosa avrebbe pensato Milton Friedman di Donald Trump?
Caro Angelo,
non lo so, Milton era poco prevedibile nei suoi giudizi. Tuttavia, credo che avrebbe apprezzato la riforma fiscale, la politica verso Israele, l’Iran e la Corea del nord. e sarebbe stato del tutto indifferente alle valanghe di critiche che i media e la sinistra rovesciano sul Presidente. Trump parla troppo e si espone inutilmente ai suoi critici, ma il suo operato finora è stato largamente positivo. Né Milton né io approviamo il protezionismo e le chiusure, ma su questi due temi, per fortuna, Trump ha parlato molto e fatto pochissimo.
Cordialmente,
am
Buona domenica a tutti. Fino a stanotte ero indeciso su chi votare ma soprattutto se andare a votare. Vivendo a Messina la scelta non è immediata. Ho fatto mente locale e per prima cosa mi sono chiesto se e perché dovevo andare a votare. Il nostro prof consiglia di andare in più mi sono rivisto i dati dell’affluenza nelle ultime politiche ( oltre il 75%) per cui sono costretto ad andare ( paradossalmente il popolo italiano tiene più alle elezioni nazionali che non alle amministrative, se magari il prof ci può dare una motivazione le saremmo grati).
Altra domanda per chi votare. Anche qui non è facile ma intanto vado per esclusione, via tutta la SX . mi spiace per il prof Navarra ma credo che un rettore non debba avere la tessera di un partito mentre è in carica, a DX sono molto tentato di votare Silvio ma l’analisi politica fattami da una persona semplice mi fa desistere ( della serie ha 81 anni non è candidato nè può diventare PDC, dovendo delegare un tajani qualsiasi, questi diventerebbe il gentiloni di turno che si farebbe i cavoli suoi dandogli solo un contentino per le sue attività.) . in più il nostro prof ha bocciato la candidata Matilde siracusano. In più sempre il nostro prof non ha fatto alcuna dichiarazione di voto se non per moles per cui è chiaro che è letteralmente schifato. Insomma andando a votare l’unica scelta rimasta sono quei coglioni dei 5 stelle che magari non vinceranno ma come sempre ci insegna il nostro prof la democrazia esiste fino a quando esiste un’opposizione.
Speriamo bene
Caro Alberto,
se fossi in lei, andrei a votare, magari turando il naso e voterei FI. E’ la scelta meno peggiore! Matilde è una possibilità da non scartare: bella, intelligente, giovane, ambiziosa. Credo che farà strada.
Cordialmente,
am
La signora farà carriera anche e soprattutto se non sarà eletta visto che è stata messa contro il rettore. Per quanto riguarda FI capisco la difesa d’ufficio ma fatta oggi mi suona come il famoso appello mi rimetto alla clemenza della corte. Sappiamo entrambi che queste elezioni non daranno un vincitore. Per cui il governo che verrà sarà deciso al solito tra quattro mura che non sono quelle del parlamento. Beh votando gli scemi mi auguro che abbiano almeno i numeri per rompergli le scatole.
Caro Alberto,
non sono certo in grado di modificare il suo pessimismo. Anche a me è costato votare. Vorrei però correggere il suo giudizio sul candidato del PD opposto alla Siracusano. Non credo sia difficile da battere, perché è chiaramente un cialtrone. Ero amico di suo padre e lui gli somiglia tanto poco che per la celebrazione dell’anniversario dei Trattati di Roma non si è neanche degnato di invitarmi.
Credo che chiunque potrebbe batterlo, anche senza sforzo. Se,invece, fosse eletto batterebbe il record di Caligola, che fece senatore il suo cavallo.
am
Sono d’accordo con lei ma allora mi spiega come mai hanno candidato una sconosciuta contro il rettore? Due sono le risposte possibili perché le quote rosa non le tengo neanche in considerazione. La prima che sono d’accordo per dividersi il piatto (che può avere una sua logica) la seconda che è molto peggio la sicurezza che il messinese come ha votato l’allora sconosciuto Rocco crimi voterà in massa anche la bella Matilde.
Lei ogni volta rimprovera il sindaco accorinti e il rettore di non averla invitata, però anche lei una capatina da queste parti la poteva fare ogni tanto e non solo a livello personale. Sa com’è la gente mormora ….che è lei ad aver abbandonato la città quando era ministro
Presidente Martino
La casa dei liberali è Forza Italia!
Spero che molti ADAM se ne convincano!
E speriamo di aver presto qualche senatore tra di noi…
Saluti Matteo Napoletano
PS Non so se devo incominciare a preoccuparmi ma ultimamente condivido rutto quello che scrive TD…
Caro Matteo,
speriamo davvero di avere quel senatore! Se fossi in lei, mi preoccuperei: è pericoloso concordare su tutto con TD!
Cordialmente,
am
Presidente Martino
Il ministro PD Calenda per impedire agli industriali di fuggire e delocalizzare verso la Slovacchia non pensa ad abbassare le tasse in Italia bensì chiede alla Slovacchia di aumentare le proprie tasse !!!
Siamo alla follia!
Saluti Matteo Napoletano
Facite ammuina
Calenda sa benissimo che essendo cocchi dei tedeschi gli sloveni posssono abbassare le tasse, cosa che noi non possiamo fare per due motivi
1) siamo concorrenti temibili dei tedeschi e per questo dobbiamo essere deindustrializzati
2) siamo ricchi e per questo dobbiamo essere depredati per trasferire i nostri soldi in germania
I colpevoli di tutto questo sono i politici europeisti (ma sarebbe piu’ corretto dire collaborazionisti) come Bonino e Gentiloni. Ma anche nel centrodestra ve ne sono e cito Tajani e Lara Comi, per cui adeguatevi e riflettete bene a chi dare il voto.
una nazione che benedice l’operazione fca di cambio della sede legale e fiscale in olanda e granbretagna non può usare parole ingiuriose verso gli amministratori di qualsiasi azienda che fa lo stesso. neanche la campagna elettorale può giustificare un simile comportamento. siamo sempre alle solite invece di dire abbiamo sbagliato con le ns. politiche fiscali diamo le colpe a chi deve trovare una soluzione per sopravvivere nel proprio settore.
le elezioni sono tra pochi giorni. se qualcuno mi spega perchè dovrei andare a votare e per chi gliene sarei molto grato.
grazie
Quando il NO ha vinto al referendum sulla schiforma, Renzi si dimise e divenne PdC Gentiloni, ancora più collaborazionista di Renzi.
Allora non si doveva andare a votare e lasciare vincere il SI???
Non sono di questa opinione, perché se avesse vinto il SI adesso avremmo la legge patrimoniale.
Quindi il 4 marzo andate a votare per chi combatte contro la UE ed i collaborazionisti che le tengono bordone.
Non dico che sarà risolutivo ma intralcerà i piani della cosca di Bruxelles
Chi dice queste fregnacce complottiste su Euro, Europa, Merkel meriterebbe di tornare ai tempi dell’IRI. Comunque sia se i politici italiani riescono a convincere la gente che tasse, debito, burocrazia, spesa alle stelle, assistenzialismo, regioni zavorra, violazioni della privacy da parte del fisco, processi tributari da Arabia Saudita siano colpa della Germania e dell’Europa vuol dire che sono dei geni.
D’altronde anche con Mussolini e Chavez finché non si è arrivati alle macerie era tutta colpa dei plutocrati imperialisti mondialisti ecc., ecc.
Caro Matteo e cari Adam,
per impedire la fuoriuscita di capital,i la leva fiscale è molto importante. Tuttavia, teniamo sempre presente che se un’impresa estera ne compra una italiana, non si appropria di un pezzo della nostra economia, ma ci fa un favore perché produce un afflusso di capitale verso il nostro Paese. Se, invece, un’impresa italiana ne compra una estera, non si tratta di un successo italiano – “abbiamo conquistato un pezzo dell’economia di un altro paese” – ma di una fuoriuscita di capitali dall’Italia, un danno per l’economia italiana. Per il resto, concordo con molte delle cose che avete detto, ma teniamo presente che, nella logica dell’Unione Europea, è fisiologico che le imprese scelgano dove conviene localizzarsi all’interno dalla UE.
Cordialmente,
am
Egregio Gianluca, le sue chiacchiere.
I processi da arabia saudita e l’anagrafe tributaria l’ha introdotta Mario Monti e Mario Monti lo ha piazzato qui la germania con l’aiuto della Francia E questi sono fatti. Vuole che le faccia la storia a partire dai sorrisini di Merkel e Sarkozy e lo strano andamento dei titoli di stato e delle azioni Mediaset e dagli strani processi per le puttanelle di Berlusca?
Non combatta contro i fatti perché sono loro i piu’ forti
La giustizia tributaria nasce marcia, Monti può aver solo peggiorato le cose ma non gli si può attribuire ogni colpa. Per quanto riguarda le speculazioni, solo gli stati gestiti in maniera fiscalmente irresponsabile (come l’Italia o la Grecia) da spendocrati sono esposti e la colpa non è degli speculatori che fanno solo il loro lavoro.
Comunque sia nel suo disegno complottista manca un piccolo dettaglio: Berlusconi si è dimesso e ha votato la fiducia a Monti. Ma forse lei ribatterà che è stato minacciato di morte dal Bildelberg, dai Savi di Sion o da chissà quale “potere forte”.
Trovare un capro espiatorio (la Merkel, l’Europa, gli ebrei, i massoni, la perfida Albione) a cui addossare ciò che non va è tipico della propaganda dei regimi, i fatti sono ben altri.
NO i fatti sono questi e lo dimostra l’andamento delle quotazioni Mediaset durante il golpe.
Che poi la fiscallità fosse marcia prima di Monti è vero, ma mai e dico mai si era giunti fino a quel che si vede ora. Mai e poi mai si era arrivati al punto di spiare i conti correnti degli italiani. Caro Gianluca c’è una bella differenza tra il fisco degli anni 80 e il fisco di oggi. Non si arrampichi sugli specchi. Il vero erede di Stalin è Mario Monti.
Approposito appro vogliamo parlare degli esperti fiscali tedeschi che sono andati in Grecia a istruire il fisco ellenico a depredare i propri cittadini?
Signor Gianluca, Lei ha ragione da vendere. Non esiste alcun complotto , niente di niente ma per il semplice motivo che non ne hanno bisogno. Per coloro che decidono della ns (e anche della sua) vita basta fare leva sui ns. debiti nei loro confronti. Nel mio piccolo ne sto subendo le conseguenze. Con questo esempio spero di farle capire cosa sta vivendo l’Italia e che solo una forte rivoluzione può cercare di cambiare.
ebbene io svolgo un lavoro in ampia concorrenza che non mi permette di porre clausole di salvaguardia verso i miei clienti (non posso chiedere garanzie tipo fidejussoni o garanzie reali pena la perdita delle commesse, mi devo fidare delle informazioni presso altri fornitori (quelle bancarie sono le peggiori perchè la banca non ti dirà mai che un suo cliente è cotto). ebbene mi è capitata una congiuntura negativa a cavallo fra luglio e settembre 2008 per cui dei miei clienti solvibilissimi non riescono a pagare le fatture anticipate. nel frattempo scoppia la bolla negli USA, l’unicredit , su cui avevo appoggiato i miei contratti, perde il 75%, il 25 ottobre mi chiude i conti nonostante le rassicurazione dei miei clienti sul pagamento delle forniture (cosa poi puntualmente avvenuta). piccolo dettaglio da aggiungere: i miei clienti erano anche clienti dell’unicredit. in somma da allora non ne esco più. decido quindi di aprire un cc semplice senza assegni perchè in quel frangente venendomi di colpo a mancare gli affidamenti vengo protestato per un assegno dato a un fornitore che per i miei stessi motivi la sua banca non gli ha consentito di spostare l’assegno di una settimana.
i lavori vengono bloccati perchè a cascata molte esposizioni bancarie vengono meno e anche i clienti più solidi, visto il clima di paura, riducono gli investimenti. io lì compio l’errore più grande: invece di licenziare, raschio il barile per cercare di mantenere 19 dipendenti anzi 19 professionalità che ho creato e che non è facile ricreare. per fare ciò calo i prezzi a tal punto che non riesco a pagarci le tasse e i contributi, poi non riesco a pagare per intero le buste paghe per cui qualcuno prende altre strade oppure se ne va in disoccupazione e lavora in nero.
in tutto questo la politica che fa? parole e promesse. la mia regione tiene nel cassetto i fondi europei di sviluppo rurale per ben 5 anni e solo oggi finalmente sono arrivate le graduatorie. ebbene ora ripartono i lavori ma io ho una montagna di debiti , 13 collaboratori in meno, non ho il DURC, insomma ora che potrei riprendermi, non me ne danno la possibilità). insomma devo morire, però a parole tutti dicono che mi aiuteranno ma nei fatti niente. Le banche, vista la posizione debitoria non accettano i contratti, i fornitori vogliono essere pagati con bonifico all’ordine, il cliente vista la mia situazione mi dice che mi aiuta a risollevarmi il lavoro è mio ma alle sue condizioni che si traducono in prezzo basso, pagamento dilazionato e cortesie varie. traendo le somme, con la scusa di aiutarmi ognuno si fa i cavoli suoi. poi arriva il fornitore che avanza soldi e che è amico del cliente, per cui quest’ultimo mi costringe pena il lavoro, di andare a comprare da quello che mi fa il 30% in più rispetto alla concorrenza per cui i margini , che erano già minimi se ne vanno a strafottere. insomma vorrei scapparmene in congo, in mezzo ai gorilla. e lo stesso è combinata l’italia, piena di debiti e che non potendoli onorare deve subire la trojka. e chiunque sale deve sottostare ai loro diktat. perchè due sono le cose: o paghi subitoo altrimenti devi subire perchè non ti fanno fallire.vedi la grecia. e lo stesso con me, non mi fanno fallire neanche se lo chiedo perfavore.
forse non sono stato chiaro perchè sono leggermente incazzato. me ne scuso anticipatamente.
buona domenica
Ovviamente i debiti possono essere creati ad arte
Quanti, che mai hanno chiesto un finanziamento in banca, si trovano debitori di Equitalia?
E perché la stessa Italia ha questo immane debito pubblico? Colpa della sola spesa pubblica clientelare? O non ci sarà anche lo zampino di un certo divorzio????
Caro Gianluca, posso apprezzare il suo candore virginale, ma se Giulio Cesare fosse fra noi potrebbe dirci la sua in materia di complotti e raccontarci che capitano … ohhhhh se capitano!!!!!!!!!!!!!!
Presidente Martino
Oggi in conferenza stampa a Venezia durante la campagna elettorale Brunetta la cita e ringrazia per aver ideato e proposto già nel programma del 94 la Flat tax.
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
grazie. Fa piacere essere ricordati in positivo; non accade spesso.
Con viva cordialità,
am
Caro Prof. Martino, la candidata da lei sponsorizzata ha dimostrato di non distinguere il suo vecchio amico Milton dal buffo Alan. Potrà certamente obiettare che molti tra gli altri candidati, di tutti i partiti, sarebbero in grado di fare figure ben peggiori e sicuramente c’è di peggio. Se non erro sempre a proposito del vecchio Friedman un certo candidato premier non più giovanissimo gli ha attribuito la sua proposta di reddito universale dimenticando un piccolo dettaglio, ossia che per Friedman avrebbe dovuto sostituire ogni spesa di social security, ecc.
So che togliersi di dosso le scorie nocive di 20 anni a Roma è parecchio faticoso se però riesce a trovare il tempo per insegnare due robine alle persone di cui sopra farà una cosa meritoria.
Con simpatia
Gianluca
Caro Gianluca,
confondere Milton con Alan Friedman non è perdonabile. E’ una mostruosità orribile. Non ho colpe, non ho insegnato a nessuno dei due! L’imposta negativa sul reddito equivaleva a un reddito minimo garantito ma, come dice lei, avrebbe dovuto sostituire tutti i programmi esistenti di welfare ed era un sistema complesso. Parlarne nei termini che lei riferisce è totalmente fuorviante.
Cordialmente,
am
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=2247736&codiciTestate=1&titolo=L%27Italia+ha+perso+la+sovranità
Nell’intervista a Socci c’è qualcosa che non mi quadra: ho sottomano l’andamento storico della spesa pubblica. (Nel suo libro c’è un esplicito riferimento al prof. Bagnai
Se il Professore avesse qualche minuto, sarebbe utile e interessante un Suo commento. In particolare mi ha colpito questa proposizione.
SOCCI: “Per anni ho pensato che lo Stato fosse il problema e il mercato la soluzione.
Mi sono reso conto che è vero il contrario. ”
Grazie. Luciano
Caro Luciano,
nell’intervista che lei segnala, Socci dice molte cose, alcune delle quali in parte fondate, altre prive di giustificazione e incomprensibili. Se si guarda all’andamento nel tempo di spesa pubblica, fiscalità e debito pubblico, non si può non pervenire a conslusioni diametralmente opposte a quelle di Socci. La causa dei nostri problemi è la crescita delle spese pubbliche per troppo tempo finanziate in deficit. La monetizzazione di quest’ultimo, che Socci rimpiange, ci ha regalato lunghi anni di inflazione elevata, deficit di bilancia dei pagamenti e “stangate” fiscali inutilmente volte a rimediare al dissesto. Come l’autore possa pervenire alle sue conclusioni è assolutamente incoomprensibile.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
Ora che sarà fuori dal Parlamento, chi porterà avanti i suoi principi e i suoi valori liberisti nel centrodestra?
Per quanto ne so, non mi pare di vedere nulla di buono all’orizzonte.
Ha qualche suggerimento x noi elettori?
Grazie.
Saluti.
Il problema non è solamente che è difficile trovare chi difenderà gli ideali liberali, ma che è quasi altrettanto difficile trovare chi difenderà gli interessi nazionali e anche chi, magari volendolo, sarà capace di difenderli, considerato che pochi osservano che quella dei migranti è una vera e propria invasione.
Caro TD,
si conceda una tregua dal suo comprensibile pessimismo e veda il futuro in modo meno drammatico!
Cordialmente,
am
Che dire Professore, forse Lei è progredito nell’età meglio di me, che con gli anni divento sempre più cupo e malfidato.
Mi auguro che Lei abbia ragione e di vedere presto i plotoni di esecuzione funzionare a dovere.
Caro TD, sono d’accordo con lei sul plotone d’esecuzione ma mi sorge una domanda: chi lo comanda? I grillini? Quelli non sono capaci di rubare figuriamoci ammazzare. I colonnelli con la pancia piena? E poi a chi dovrebbero ammazzare? Tutti i politici? E quanti saranno : 5000? E poi? Chi li sostituisce sarà solo diverso di cognome ma non di costume. I burocrati sono la vera jattura di questa nazione come dell’Europa, ma come la elimini? Solo togliendogli il cibo. E l’unico modo democratico che vedo è la rivoluzione del non voto. Solo bloccando il Parlamento e tutte le istituzioni con i relativi spendifici sarebbero costretti a fare le vere riforme. Come più volte detto dal nostro prof. Bisogna affamare la bestia, niente voto, niente pagamento delle tasse.
Chissà perché nascono associazioni dal nome assurdo per promuovere il voto è nessuna contro.
Meditate gente
Mi comanda il giuramento che feci anni fa a sciabola sguainata davanti al tricolore che allora garriva solitario e non accoppiato con un cencio che riporta il logo di un supermercato.
Sull’affamare la bestia non ho dubbi. Ma a volte non basta. Noi siamo comandati da una classe politica non eletta e vincolati da trattati internazionali segreti, come ha confessato la Bonino.
Pensa che i predoni che si stanno avventando sui nostri patrimoni ci lasceranno affamarli?
Occorre quanto meno farsi sentire
Cmq se mancasse qualcuno per comandare il plotone io sono qui. Sono disponibile anche solo per comporlo Non soffro di protagonismo.
Cmq devo dire che preferirei la forca che considero uno strumento più “classico”, che insomma ha quella eleganza tipica delle belle tradizioni di una volta. In fondo sono un inguaribile romantico.
Ma se parliamo di tradizioni devo dire anche che in guerra è tradizione giustiziare i traditori con la fucilazione alle spalle e questo chiude il discorso.
L’importante è diffondere l’idea che chi è favorevole alle tasse è un traditore che serve potenze straniere, le quali vogliono depredare gli italiani dei propri risparmi. Se qualcuno vi obietta qualcosa mettetegli sotto il naso i report di Deutsche bank o bundesbank che esortano ad adottare la patrimoniale.
Caro TD e caro Giuseppe Sinatra,
Morterone (1070 m s.l.m.), provincia di Lecco, situato dietro al Resegone – magari ricordate la licenza poetica (se di poesia si può parlare) del Carducci: “…e il sole ride calando dietro al Resegone” – è il comune più piccolo d’Italia: 34 abitanti. Facciamo conto che vi siano 25 abitanti in età elettorale. Elezioni amministrative. Un solo candidato sindaco. Sta sullo stomaco, per motivi vari, a 23 elettori. Tutti questi 23 elettori non si recano a votare. La moglie non lo sopporta più, fa finta di votare ma annulla la scheda. Lui, ovviamente, vota per sé stesso. Risultato: 1 voto valido, 1 voto nullo. Il tizio che stava sullo stomaco a tutto il paese viene eletto sindaco.
L’astensione dal voto e il voto nullo vanno a tutto vantaggio di chi non vorresti mai venisse eletto.
Molto più utile sarebbe stato votare (non è il caso dell’esempio proposto) per un partito che non avesse alcuna speranza di eleggere un candidato.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Ineccepibile. Ma essendo stato eletto solo con il proprio voto questo signore accetterebbe il mandato? E se sì, come potrebbe affrontare tutto il periodo del mandato ben sapendo che nessuno lo condivide?, Per tale motivo è molto più facile che si metterebbe da parte per evitare il peggio, e se lo catapultiamo a livello nazionale il risultato da me agognato è un governo di larghe intese con un parlamento impegnato a ridiscutere le regole con tempi ristretti e sedute fiume. Altrimenti speriamo negli alieni.
PS: lei farebbe il sindaco col suo solo voto?
Caro Sinatra,
probabilmente il sindaco di Morterone ha una indennità di carica talmente misera da non rendere conveniente l’accettazione.
Ma se si trattasse di quella parlamentare un pensierino (a 5 stelle) ce lo farei….
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco Cattaneo, l’esempio citato non è pertinente: il comune di San Giacomo Filippo in Valchiavenna (SO) , con alcune centinaia di elettori, nel 2014 ha avuto un solo candidato sindaco che per pochissimo non raggiunse il quorum del 50% di votanti sul totale degli iscritti agli elenchi elettorali.
Risultato: mancata proclamazione del sindaco, nomina di commissario prefettizio in attesa di nuova consultazione avvenuta circa un anno dopo con 2 candidati e nuovo sindaco. Per il resto concordo sul suo ragionamento che rimane assolutamente valido.
P.S. prego, non votate Renzusconi
Caro Matteo,
ci saranno altri liberali, non so quanto rilevanti, ma certamente presenti e decisi. Al Senato spero venga eletto Giuseppe Moles, cge farà del suo meglio per far valere le nostre tesi.
am
A tutti gli ADAM,
intervista al Professore
http://www.ilgiornale.it/news/politica/unimposta-utile-e-giusta-padoan-ragiona-burocrate-1490806.html
Grazie, caro Lucio. Non l’avevo vista. E’ venuta abbastanza bene.
Cordialmente,
am
Buongiorno prof. Martino,
sono il figlio di Tommaso Francavilla che con Lei ha condiviso buona parte della vita del fu PLI.
Mio padre è purtroppo venuto a mancare due anni e mezzo fa ma non è venuta a mancare la (Sua e di mio padre) eredità intellettuale e passionale di quel mondo.
Soprattutto, non è venuta a mancare ma anzi è ancora vivida negli italiani la voglia di libertà che io credo ancora feconda, nonostante un parterre politico non proprio entusiasmante.
Vorrei congratularmi con Lei, perché, se oggi l’argomento della flat tax è al centro di tutti i dibattiti – da destra a sinistra -, il merito, se mi permette, è SOLO suo, che ha avuto il coraggio di proporre ad un Paese zavorrato da mille interessi confliggenti una soluzione semplice, pulita e vantaggiosa. Proprio per questo motivo, però, inattuabile, considerato l’altissimo livello di bizantinismo e burocrazia che si annida prima nei nostri cervelli e poi sulle scrivanie dello Stato.
Nessuno avrà il coraggio di attuare la flat tax e tutti lo sanno. Elettori di centrodestra compresi. Forse solo un Einaudi avrebbe potuto portarci di là sull’altra riva del fiume. Mestamente, rimarremo di qua sulla sponda sbagliata con i certificati, le dichiarazioni, gli spesometri, i redditometri, i codici fiscali, i versamenti F24 e i bolli e i registri e le ritenute e le mille e una vessazioni.
Sfiduciato ma contento di leggerla su questo blog (confesso di averLa cercata su google), La saluto caramente,
Angelo Francavilla
Caro Angelo, la ringrazio di questo post, anche se mi dà notizia della morte di suo padre, di cui non sapevo nulla. Eravamo amici con suo padre e mi auguro che l’amicizia possa continuare con lei.
Grazie per le belle parole ma mi permetta di suggerirle un minore pessimismo. Forse, questa è la volta buona e la flat tax decollerà. Non ne sono affatto certo e tutto suggerisce almeno un minimo di cautela. Tuttavia, “chi prevede calamità soffre due volte”! Meglio concederci un pizzico di speranza magari finendo delusi, anziché dare per scontato un fallimento e poi soffrire di nuovo quando arriva.
Cordialmente,
am
Carissimo Professor Martino,
non mi dilungherò con frasi di circostanza sulla sua decisione di uscire dalla scena politica. Più che un dispiacere è stato un vero dolore. Tuttavia sento il dovere di ringraziarla per quanto ci ha dato. Comunque se dovesse ripensarci mi tenga presente; a sua disposizione per quanto io possa fare. Nuovamente grazie di cuore e i miei più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Carissimo Barabaschi,
grazie di vero cuore per le sue cortesi parole. Non sono pentito di aver lasciato, sono addolorato per le ragioni che mi hanno indotto a farlo. Il degrado insopportabile della politica italiana è come una ferita aperta, continua fare sanguinare il mio cuore.
Cordialmente,
am
Caro professore
grazie per tutti i preziosi contributi dati a Forza Italia In Parlamento
anche se a volte sono state ” Prediche Inutili” , lasciano sempre un segno positivo nella storia parlamentare .
Spero la potremo aiutare a diffondere e promuovere le sue memorie liberali nel paese con incontri e dibattiti culturali
se potrà essere utile .
Saluti Giovanni
Caro Giovanni,
grazie per le cortesi parole e per l’offerta di collaborazione. Siete voi, i miei amici del blog e non, che mi date l’entusiasmo per continuare la mia vita con passione. Grazie,
am
Prof buongiorno,
Ora che è fuori dai giochi Le voglio porre la seguente domanda:
Nel 94 si sentiva nell’aria la buona probabilità di dare una svolta . Per la prima volta si sceglievano i partiti per i programmi con i candidati calati dall’alto con la giustificazione di evitare il voto di scambio. Dopo 23 anni si scopre che, con tutti i suoi difetti, era meglio il voto di scambio. La politica si è chiusa e tutte le decisioni vengono prese a casa di tizio se non di Caio senza neanche la vergogna di tentare di nasconderlo. Basta vedere come pian pianino il livello dei candidati dei vari schieramenti sia sceso e sono rimasti solo i peones.
A questo punto la domanda sorge spontanea:
La democrazia può cambiare questo sistema e se sì come?
Grazie
Gs
Caro Giuseppe,
lei ha impostato bene la sua domanda, che credo abbia una sola possibile risposta: “Se la democrazia, cioé noi, non riesce a cambiare le cose, speriamo in un’invasione aliena”!
am
Caro Prof
Sono un giovane messinese che ha sentito molto parlare di lei e della sua grande levatura. Scusi se mi dissocio dai temi economico politici.
Tempo fa chiacchierando con mio zio anche lui messinese e residente a Palermo da 40 anni, si ricordava con nostalgia quando da bambini insieme andavate il pomeriggio, dopo la partita al flipper, a mangiare il gelato in un bar vicino la stazione di Messina. Mi ha raccontato che lei era appassionato di equitazione e vinse anche un concorso ippico, vero? Mio zio si chiama Lillo Iannelli, era un bravo giocatore di basket ai tempi della seria A.
Grazie. Saluti
MS
Egregio Professore, leggo con tristezza che nel prossimo parlamento Lei non ci sarà. Consoliamoci con la constatazione che la Sua assenza contribuirà a chiarire le cose, id est che oramai intorno al Berlusca ci sono solamente i Tajani.
Cmq, perché nel tempo che oramai si troverà libero non scrive un opuscolo istruttivo ed illuminante sulla flat tax?
Se avesse bisogno dell’aiuto di manovalanza volenterosa io sono qui
Caro TD,
grazie per l’offerta di aiuto. Non so cosa farò, una volta fuori dal Parlamento, ma credo che metterò mano, finalmente, alle mie memorie.
Cordialmente,
am
Cari tutti,
Buon articolo di Porro su flat tax, in cui si cita a dovere il nostro Professore!
https://www.nicolaporro.it/flat-tax-la-proposta-tradisce-quella-milton-friedman/
Saluti,
AP
Caro Alberto,
Nicola Porro è molto bravo, è legato a me e mi cita spesso. Gliene sono grato, come lo sono a lei per avermi segnalato questo pezzo.
Cordialmente,
am
Si figuri Professore!
A proposito, mi piacerebbe sapere la Sua idea in merito alle proposte di flat tax che circolano. Che percentuale pensa sia corretto adottare? Oppure crede più ad un processo iterativo, partire da un aliquota e poi scendere (che secondo me è un metodo prudenziale che porta a tenere l’aquilota più alta e a non abbassarla mai). Un taglio netto e decisivo è la soluzione migliore! Ma 25, 23, 20, 19? Come tararla?
In un precedente Suo articolo che riporto il link: http://antoniomartino.org/riflessione-sui-conti-pubblici/
di qualche tempo fa, diceva che ad oggi (2012) le entrate prodotto dalle imposte dirette (Ire, Ires, Irpef, IRAP) è del 15.15% in un sistema ferocemente progressivo. Ergo, con una aliquota al 16% si recuperebbe almeno lo stesso gettito senza considerare il potentissimo incentivo per chi non paga a pagare (W Laffer). Genererebbe ulteriore deficit? Non credo, restando il gettito a dir male invariato. Questo ovviamente senza riformare il sistema pubblico o tagliare la spesa, cosa che andrebbe fatta sicuramente, ma che richiede infiniti sforzi e va incontro a enormi resistenze nel sistema assistenzialista/statalista italiota!
Sarebbe interessante un Suo nuovo articolo con i dati aggiornati ad oggi e una proposta di flat tax che Lei ritiene corretta. Ovviamente corredata da no tax area perché altrimenti i soliti stupidi blatererebbero sulla sua incostituzionalità.
Grazie e W la flat tax e la Libertà,
AP
Caro Alberto,
non ho gli ultimi dati, ma in base a quelli che ho – non recentissimi – anche un’aliquota del 15% lascerebbe, nella peggiore delle ipotesi, il gettito invariato. Naturalmente deve essere fatta bene, senza inutili scappatoie, ma in genere l’operazione sarebbe non solo a costo zero per l’erario, ma addirittura redditizia (bisogna, infatti, considerare l’aumento di reddito che la riforma produrrebbe).
Cordialmente,
am
Professore buonasera a Lei e a tutti gli ADAM,
visto che quest’anno Lei ha deciso di non candidarsi mi piacerebbe un suo parere su questo problema che pare assillare tanti cittadini a tal punto da creare gruppi e associazioni: sto parlando del voto/non voto.
ci sono ormai organizzazioni che demonizzano chi non va a votare paragonandolo addirittura a connivente con i mafiosi.
La cosa mi colpisce personalmente perchè negli ultimi cinque anni non sono andato a votare per presa di posizione in quanto non mi sono riconosciuto nei programmi e nelle persone candidate.
per me (e a quanto pare non sono solo) è l’unico strumento che ci è rimasto per far capire alla classe politica tutta quanto è caduta in basso. mi spiace che solo il cinquanta % non sia andato alle urne e anzi auspico che a questa tornata elettorale si arrivi al 70% di non votanti. solo con un risultato come questo il Presidente della Repubblica avrebbe molte difficoltà a dare via alla Legislatura. o mi sbaglio?
un’ultima osservazione: nei referendum il quorum è importante: se non si supera il 50% dei votanti il referendum è nullo. ciò non significa che hanno vinto i no ma semplicemente che i sostenitori del si non hanno convinto gli elettori. e in ogni caso lo possono ripresentare dopo qualche tempo. Non si può fare lo stesso con gli altri organi istituzionali? o Lei è sempre più convinto di fare una bella estrazione con tanto di varietà annesso?
cordiali saluti
ap
Caro Alberto,
questo è uno dei pochi punti su cui ero in disaccordo con Milton Friedman. Lui la pensava come lei; convinto che mai un’elezione è stata decisa da un solo voto, non andava a votare. Irrideva i votanti con la storia di quei due coniugi che andavano in macchina da Washington a Denver per votare: lui votava repubblicano, lei democratico! Io razionalmente capisco il non voto: “fate pure quello che volete ma senza il mio consenso”! Preferisco però andare regolarmente a votare perché rifuito di lasciare del tutto agli altri le scelte sul mio futuro. Tuttavia, non me la sento di biasimarla.
am
Caro Professore,
“D) Se dovesse tracciare due tratti peculiari che la riguardano, come li descriverebbe?
R) In realtà, io sono stato restituito alla politica. Sin dai primordi, dalla mia adolescenza, intendo, ho coltivato uno spiccato interesse per quest’ultima, e non solo in senso “dottrinario-speculativo”. Il mio impegno “militante”, all’epoca, rappresenta, se vuole, il prologo della vicenda pubblica che oggi mi riguarda. La mia vita, poi, è stata scandita da stagioni, si è andata dipanando attraverso sequenze temporali che coincidono con ruoli e scelte, che, di volta in volta, mi hanno consentito di ripartire, alla luce di rinnovate conoscenze. Parlo di fili sospesi, che, raccordandosi, hanno prodotto la trama della mia identità. A partire dal perimetro della comunicazione. Non è affatto casuale che, da giornalista, io abbia rivolto la mia attenzione all’emisfero televisivo ed ai suoi affascinanti dispositivi simbolici. E la comunicazione, nel frangente postmoderno, ha una strettissima relazione con la politica. Aggiungo che il mio precedente percorso mi ha garantito la libertà economica di poter fare politica senza dipendere da alcuno, stante il fatto che il mestiere di sindaco, rispetto alle responsabilità che si porta dietro, non è propriamente un affare sul piano del compenso.”
Le faccio grazia del resto.
Sarò cretino io, rozzo, volgare ed ignorante, perché non sono illuminato dal pensiero di Marx, Lenin, Gramsci, però resto fedele alla vecchia massima “rem tene, verba sequentur” e qui, come in tutti i sinistroidi, di res ce ne sono ben poche o nulla, ma mi pare che o si tratta di una presa in giro o chi ha infilato una dopo l’altra queste parole, un renziano di ferro, tale Giorgio Gori, attualmente sindaco di Bergamo (l’hanno votato, se lo tengano) e candidato comunista alla presidenza della regione Lombardia, avrebbe bisogno di una badante (termine coniato da un “filosofo”: Rocco Buttiglione)
Per inciso, non è che l’intervistatrice, che risponde al nome di Antonella Grippo e si fa pomposamente chiamare “la sparigliatrice salentina” si esprima meglio….
Com’è ridotta l’Italia!
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
con padre Dante, le suggerirei: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”!
am
Prof buonasera a lei e a tutti gli Adam. Oggi sui notiziari locali si legge che Lei ha caldeggiato la candidatura di Matilde siracusano . Se è vero, ne può spiegare il perché? Grazie
GS
Caro Giuseppe.
ho segnalato all’on. Gacomoni il nome di Matilde Siracusano perché, conoscendola, credevo fosse una candidata valida. Lo credo ancora e continuerò a esserne convinto fino a smentita.
am
Caro Professore,
non mi consideri monomaniaco se torno a parlarle di Federico Tesio. Il fatto è che ho scoperto un fatterello molto interessante riguardo i rapporti del nostro con il fisco.
Per raccontarlo a Lei ed a tutti gli ADAMs devo fare due premesse. Il 3 ottobre 1906 usciva a Milano il primo numero di un trisettimanale che sarebbe divenuto il miglior giornale tecnico ippico del mondo: “Lo Sportsman” diretto dai fratelli Riccardo e Nino Arpisella.
L’allevamento di Federico Tesio consisteva oltre che dei paddocks che circondano la villa dove egli viveva, sulla destra della statale del Sempione appena entrati nel territorio del comune di Dormelletto provenendo da Milano, tra la statale stessa ed il lago, di sette cascine poste sulle colline alla sinistra della statale: “Surga”, “Montaccio”, “Rotta”, “Moretta”, “Cucchetta”, “Torbera”, e “Motta”. Si tratta di tipiche cascine lombarde dai cui terreni erano state spiantate tutte le coltivazioni per trasformarli in pascoli, mentre i fabbricati erano stati intonacati in bianco e le persiane verniciate in rosso: i colori di Federico Tesio.
Sul No. 6 del 7 dicembre 1906 compare sulla prima pagina de Lo Sportsman una lettera di Tesio che da conto di come l’agente delle imposte di Arona, dato che non vi si allevavano vacche, né bachi da seta, né vi si coltivavano viti, riteneva non destinate all’agricoltura le cascine di Tesio ed alcuni boxes col tetto in paglia che l’allevatore aveva fatto costruire e che pertanto dovevano essere assoggettate ad imposta sui fabbricati. A seguito di ricorso e controricorso, la commissione tributaria provinciale di Novara determinava in via definitiva che “L’allevamento del cavallo puro sangue non può far parte del ciclo agricolo, non essendo esso destinato alla produzione di latte, bozzoli ecc. ecc. ma bensì alla produzione dei cavalli da corsa. Sieno quindi i capannoni tassati come scuderie di allenamento e di lusso, anzi, rassomigliando alquanto i boxes a delle stanze, sieno considerati come locali uso abitazione civile.”
Nel suo commento il direttore del giornale nota come per ritenere l’allevamento del cavallo puro sangue, sia pure da corsa, lusso e non agricoltura bisognerebbe nel bilancio dello stato, sotto la voce Ministero dell’Agricoltura, non vi fossero delle uscite da destinare a (modesti) premi per alcune corse di cavalli puro sangue e altre da destinare all’acquisto di stalloni purosangue per il miglioramento della razza equina anche a fini militari, che il Ministero dell’Agricoltura a proprie spese non tenesse il registro e pubblicasse lo Stud Book dei cavalli puro sangue. Ora “se ciò è agricoltura per il governo, da cui dipende anche l’agente delle imposte di Arona, perché non dovrebbe essere che lusso, che spesa voluttuaria per il privato il quale dal governo medesimo non prende un soldo, ma i quattrini dà per mantenere tante cose, gli agenti delle tasse, anche poco intelligenti, compresi? Non sanno quei signori – e questo in via legale – cha abitazione civile è soltanto quella che accoglie degli uomini…. si verrebbe forse ad annullare la massima legale che il rustico deve essere considerato come facente stretta parte dell’immobile campo, e tanto che le bestie addettevi sono chiamate in diritto immobili per destinazione? Il cavallo di puro sangue diventa cavallo da corsa, e come tale a pagare le tasse, solo allorquando lascia l’allevamento ed entra nella scuderia d’allenamento per essere preparato a correre”.
Dal che si vede come lo stato tassatore fosse tale anche in quella che noi consideriamo un’epoca felice, quella dell’Italietta liberale.
Per ironia della sorte nella stessa pagina del giornale si da notizia che la commissione, formata dal conte Canevaro e dal conte Felice Scheibler, inviata dallo stesso ministero in Inghilterra per comperare uno stallone puro sangue inglese di primario livello aveva perfezionato l’acquisto dello stallone Signorino dal cav. Edoardo Ginistrelli, curiosa figura di allevatore napoletano trasferitosi in Inghilterra ad allevare cavalli da corsa. Canevaro e Scheibler fecero un’ottima scelta, non solo perché Signorino si rivelò un eccellente stallone, ma, soprattutto perchè nel 1908 Signorinetta, figlia di Signorina, che aveva partorito Signorino nel 1902, vinse per Ginistrelli il Derby e le Oaks di Epsom! (La nascita di Signorinetta è essa stessa un romanzo che qui non riporto perché troppo lungo).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie di cuore. La sua storia combina due mie passioni: le assurdità dello Stato tassatore e i cavalli. Lei è una inesauribile fonte di storie formidabili!
am
Considerato che i cavalli, pur non essendo notoriamente animali che spiccano per le proprie qualità intellettuali, sono pur sempre più intelligenti e, quindi, umani, dei pubblicani (termine evangelico per indicare gli esponenti del fisco), mi sembra che il parere dell’agente delle imposte di Arona sia perfettamente corretto e, quindi, le stalle debbano essere considerate immobili di civile abitazione.
Gentile Professore,
non mi sono mai permesso di scrivere su questo blog ma la seguo spesso. Lei rappresenta, in Italia e non solo, la continuità delle idee liberali di Milton Friedman. È da qualche anno che mi occupo, da semplice studioso “indipendente” del collasso del nostro sistema pensionistico. Ho avuto l’onore di ospitare per qualche giorno in Italia, precisamente nel salernitano, José Pinera, ideatore ed attuatore del modello cileno. Da questo incontro e anche grazie alla collaborazione di tanti amici di area liberale è nato un volume che intende mantenere vivo il dibattito sulla privatizzazione del nostro sistema pensionistico, da attuarsi con una graduale transizione. Il volume si chiama “Pensioni: modello cileno per l’Italia?” e sarei lieto di omaggiarla con una copia. Può darmi un suo recapito postale tramite la mia mail dcampeglia@gmail.com? Viva la libertà!
Cari ADAM,
Qui articolo interessante sul successo della riforma Pinera e del sistema pensionistico cileno.
https://www.leoniblog.it/2018/01/16/le-buone-riforme-pagano-caso-delle-pensioni-cile/
Chissà se in Italia, dove l’INPS è un dichiarato schema Ponzi, si riuscirà mai ad aver un sistema a capitalizzazione. Lei Professore, pur elogiandolo, espresse dubbi tempo fa sulla sua reale applicabilità al caso italiano, è sempre di questa idea?
Saluti e W la Libertà (dall’INPS in questo caso specifico…),
AP
Caro Alberto,
la riforma Pinera è stata un successo formidabile, che ha salvato il Cile: Tuttavia, il passaggio dal sistema a ripartizione (quello che abbiamo) a quello a capitalizzazione (Pinera) è quasi impossibile quando la popolazione è costituita prevalentemente da anziani (come in Italia oggi). La riforma Pinera si poté realizzare facilmente per via dell’alta percentuale di giovani nella popolazione. Non so come se ne esca: l’attuale sistema è in condizioni di bancarotta attuariale, il passaggio a un sistema solvibile è molto difficile e non vedo altra soluzione. Forse, la morte prematura risolverà il problema!
am
Cari ADAM e caro Professore,
Sono stato un po’ assente dal blog ma con piacere vi ho seguito. Buon anno innanzitutto e a tutti voi e che il 2018 vi porti il meglio!
Con grande felicità vi comunico che da Gennaio sono all’Università di Chicago per finire il mio MBA iniziato nel 2017 ad HEC Paris.
Ho sentito una profonda emozione ad entrare in questi luoghi “sacri”, tempio dell’economia. Sapere di passare del tempo qui e calcare i luoghi dove Lei ha studiato e Milton insegnato mi riempie di orgoglio e felicità.
Putroppo ci starò solo 4 mesi…ma saranno intensi!
Un saluto dalla fredda ma molto bella Chicago,
Parrini
P.s.
W la Libertà, /\/\ i tassassini!
Caro Alberto,
la invidio profondamente. Cinquant’anni fa ho passato in quei luoghi momenti felici e mi sono formato. Non è un posto per vacanze, il clima è orrendo, e le possibilità di svago ridotte. Ma ci si respira un’aria diversa. Fortunato lei! Ha già preso contatto con Luigi Zingales?
Cordialmente,
am
Caro Professore,
Mi spiace aver generato un po’ d’invidia, ma non era mia intenzione, volevo solo condividere l’emozione che ho provato essendo qui nel tempio dell’Economia, sapendo che anche Lei ha calcato questo suolo. Sì il clima è a tratti proibitivo soprattutto ora in inverno, ma le possibilità di svago ci sono direi. L’aria che si respira è totalmente diversa da quella Europea, sono completamente d’accordo! Si ha veramente l’impressione di avere di fronte una miriade di opportunità. Sì, ho conosciuto il Professor Zingales, che è ritenuto essere uno dei migliori qui a Chicago, durante una conferenza qualche giorno fa, e seguirò il suo corso di Fintech Revolution. Vuole che gli passo un Suo messaggio?
Saluti,
Parrini
Caro Alberto,
l’invidia era dettata anche dal fatto che, quando ero a Chicago, avevo 50 anni in meno! Mi saluti Luigi; siamo amici.
Con viva cordialità e molti auguri,
am
Grazie Professore per gli auguri!
Presenterò certamente i Suoi saluti a Zingales.
Saluti e W la Libertà,
AP
Caro Professore,
Ho incontrato Luigi, gli ho portato i Suoi saluti e gli ho detto che ci eravamo sentiti. E’ stato molto contento di avere Sue notizie.
Mi ha detto di portarLe vivissimi saluti e spera di risentirLa presto!
Saluti,
AP
Caro Alberto,
grazie e in bocca al lupo!
am
Caro Professore,
la campagna elettorale del centrodestra prosegue fra gioie e perplessità. Le gioie sono rappresentate dalla proposta sulla flat tax e dalla famosa imposta negativa sul reddito che, a mio parere, avrebbe senso nel momento in cui venisse smantellato l’attuale vetusto ed inutile sistema di welfare. Citare Milton Friedman però è un bel massaggio al cuore per tanti di noi. Le perplessità tuttavia sono varie. La sparata odierna sulla cancellazione dell’obbligo dei vaccini da parte di Salvini mi pare il picco più alto. Ma che senso ha, arrivare a questi picchi di demagogia? Mantengo inoltre molte perplessità sulla cancellazione della Fornero (il sistema terrebbe?) e sull’adeguamento delle pensioni a 1000 euro al mese. Nel 2002 il governo Berlusconi adeguò le pensioni minime a 516 euro al mese. Fu un provvedimento che riguardò oltre un milione e mezzo di persone. Le chiedo: venne fatto a debito o ci furono le coperture di bilancio? Perdoni il mio eccessivo zelo. Il timore che il centrodestra insegua sin troppo i grillini sul piano della demagogia e dello statalismo più becero mi pervade. A noi probabilmente, spetta il ruolo di sentinelle della libertà dato che, come diceva la Thatcher, “non esistono i soldi pubblici ma solo i soldi dei cittadini”.
La saluto cordialmente,
Massimo B.
Caro Massino,
condivido in toto le sue perplessità. Il gioco al rilancio nelle promesse demagogiche è pericolosissimo.
Cordialmente,
am
Caro Professore e Presidente Martino,
Le faccio i miei migliori auguri come a tutti gli ADAM di un grandissimo anno che si spera ci porti un nuovo governo non di sinistra ..che bello sentire le tesi del 94′ e di Milton Friedman come Flat Tax ed imposta negativa il solo sentirle rallegra il cuore e speranza e speriamo si possano realizzare davvero.
Con affetto e stima immensa come sempre,
Pierpaolo Sette
Caro Pierpaolo,
grazie per gli auguri che sentitamente ricambio per un 2018 sereno, ricco di soddisfazioni e libero. Ha ragione: mi riscalda il cuore sentire riecheggiare nel dibattito politico contemporaneo idee di Milton Friedman di 50 – 60 anni fa. E’ la dimostrazione di quanto fosse in anticipo sui tempi e ne sono felice, anche se cerco di non illudermi: Parlare è certo più facile che realizzare!
Cordialmente,
am
Presidente Martino
Ieri sera ho pubblicato sulla chat del coordinamento cittadino di FI Venezia, presieduta dal nostro Renato Brunetta un suo scritto:
” L’eccesso di tassazione è la misura più iniqua, più antisociale, più reazionaria che si possa immaginare: impedendo a chi potrebbe crescere di farlo, congela la struttura dei redditi, rende durature se non permanenti le differenze fra chi ha molto e chi ha poco, taglia i gradini più bassi della scala dei redditi, lasciando a terra quanti potrebbero salire e migliorare la propria condizione. […] [A sinistra] credono in un mondo in cui tutti siano costretti ad essere nani, in cui sia vietato crescere e svilupparsi. Non sembrano rendersi conto che un Paese non può essere ricco se a nessuno è permesso diventarlo!”
(Antonio Martino)
E oggi, casualmente, leggo questo scritto di Brunetta:
“Solo con meno pressione fiscale si cresce e solo con la crescita riparte il Paese. Studino un po’ di economia al Nazareno @matteorenzi”.
Lo scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.
Evidentemente le IDEE sono contagiose…
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
grazie per la citazione. Lei ha ragione: le idee sono contagiose. Purtroppo, però, anche le idee sbagliate lo sono e si diffondono con grande rapidità. C’è solo da sperare che nella concorrenza del contagio quellle giuste prevalgano!
Cordialmente,
am
Presidente Martino
Buon anno a Lei e ai cari ADAM.
Gli amici del http://www.individualistaferoce.it/ vorrebbero invitarla a Marzo per commentare l’esito delle prossime elezioni e mi chiedono come poter fare per avere questo grandissimo onore.
Saluti Matteo Napoletano
W la Libertà!
Caro Matteo,
grazie. Buon 2018 a lei e a tutti gli Adam. Che sia un anno sereno, ricco di soddisfazioni, e LIBERO! Quanto all’invito cui lei accenna. il modo migliore di contattarmi è tramite il mio ufficio (antoniomartino@camera.it), ma non so se per quella data ne avrò ancora uno, dato che non mi ricandido. Forse, è più sicuro farlo tramite questo blog. Ancora mille auguri a lei, ai suoi, e a tutti gli amici,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
sinceri auguri di buon Natale e felice Anno Nuovo a Voi e alle Vostre famiglie.
Con la speranza che la fiammella liberale possa, in questa maltrattata Italia cattocomunista e politicamente corretta, far scaturire almeno un fuocherello.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco e cari Adam,
i miei più fervidi auguri per Natale e per un sereno, felice, libero 2018,
am
Auguri a Lei e a tutti gli ADAMs
Edoardo Lucio
Per me è un grande dispiacere sapere che non si ricandida. Posso chiederle, senza essere indiscreto, se è una scelta ponderata o subita?
Ne approfitto per porgerLe i migliori auguri di buon 2018.
Massimo B.
Caro Massimo,
è una scelta autonoma: ho 75 anni, sono stato deputato per 24 anni, andare in Parlamento mi deprime, dato l’ambiente umano. Perché continuare a autoinfliggermi questo tormento? Capisco il suo punto di vista e sarei ipocrita se dicessi che è una scelta presa a cuor leggero, ma è stata presa da me, in piena libertà.
Cordialmente,
am
Caro Professor Martino,
mi unisco anche io al cordoglio per la scomparsa di Altero Matteoli, grande signore.
Con i più cordiali saluti,
Pietro Barabaschi
Mi permetto caro Professore, di utilizzare il suo blog per esprimere il mio cordoglio ed il mio dispiacere per la scomparsa del povero Altero Matteoli, persona capace, perbene, che ebbi modo di conoscere alcuni anni fa e della quale trassi l’impressione di un grande signore. La sua morte mi ha molto addolorato.
Massimo B.
Caro Massimo,
concordo in pieno e mi unisco a lei. Altero era una persona eccezionale.
am
Caro Professore,
forse influenzato dall’esplodere del caso maro’, devo dire che non provavo eccessiva simpatia per Giulio Terzi di Sant’Agata, almeno sino al momento delle sue clamorose dimissioni che, presentate irritualmente nell’aula di Montecitorio, ho giudicato una scelta ben ponderata da parte di un signore che intendeva far sì che lo schiaffo in faccia al presidente del consiglio producesse uno schiocco il più rumoroso possibile. Da lì ho cominciato a seguire l’attività pubblicistica dell’ex titolare della Farnesina, e mi sono sempre più convinto che si tratti di un autentico, attento e preparato professionista della politica estera, nulla a che vedere con gli improvvisati suoi successori cattocomunisti, veri quacquaraqua delle relazioni internazionali.
Anche questa sua valutazione
http://www.lintraprendente.it/2017/12/litalia-tradisce-loccidente/
mi ha trovato d’accordo. Se ha voglia di leggere l’abbastanza lungo articolo, mi piacerebbe conoscere la sua opinione di professionista della materia al riguardo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
conosco Giulio Terzi da molti anni e lo considero un buon diplomatico, intelligente e capace. Nella storia dei marò perse qualche colpo, ma non sappiamo se per sua unica responsabilità. L’articolo è buono, anche se la tesi non è originale, ma nella sostanza ha ragione lui. Non si può essere alleati a corrente alternata e, soprattutto, non si deve mai rompere con Israele. Non tanto per ragioni di convenienza, quanto per ben più importanti motivi morali. Un dissenso su questioni secondarie è fisiologico. Ma sulle questioni fondamentali dovremmo essere tetragoni. Gerusalemme “capitale di due stati” non ha senso; Gerusalemme in mano araba significherebbe nessuna tolleranza per ebrei e cristiani. Per questo mi sembra che l’articolo colga un punto importante e sia condivisibile.
am
Buongiorno a tutti.
Ieri Berlusconi su Twitter ha citato Milton Friedman ed ha aggiunto che i tecnici stanno lavorando sui dettagli del programma elettorale da presentare agli italiani.
Qualcuno sa chi sono questi geni che lavorano sul programma ?
Caro Giulio,
ne so quanto lei. Non ci sono io, ma non so chi ci sia.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
abbandoniamo per qualche minuto le miserie italiane (intendo miserie della politica che non trova di meglio che occuparsi di ius soli, matrimoni omosessuali, fake news – ma perchè non parlano italiano? – testate mafiose, monumenti fascisti etc., invece che dei reali problemi che affossano il paese e ne angustiano i cittadini) per occuparci di una gloria italiana: Nearco.
Ho conoscenze poco più cheelementari del mondo dei concorsi ippici (o dello “show jumping” come direbbero alcuni) a Lei molto caro.
Ebbene, con mio sommo piacere ho scoperto
https://sporthorse-data.com/articles/2017/11/23/sire-lines-international-jumpers-nearco-line
che Nearco oltre ad essere il fondatore del moderno thoroughbred in tutto il mondo (praticamente tutti i vincitori classici nei paesi ippicamente evoluti – di cui. grazie a Romano Prodi, non fa più parte l’Italia – discendono in linea diretta maschile da Nearco) è anche alla base delle più importanti famiglie di grandi saltatori di qua e di là dell’Atlantico!!!
Spero, qualora già non lo sapesse, di averle dato una gradita notizia.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per distrarmi dalle normali sconcezze che mi affliggono per parlare di cose serie. Credo che Nearco, da lei giustamente elogiato, era nella genealogia di Ribot, fra gli altri. Basterebbe questo per farne un cavallo da non dimenticare. Per quanto riguarda cavalli da concorsi, invece, non ne conosco di suoi discendenti. Ma da troppi anni mi occupo poco di cavalli. Grazie.
am
Caro Professore,
mi duole correggerla: Ribot [m. b. 1952, famiglia 4] by Tenerani [m. b. 1944, famiglia 6] out of Romanella [f. s. 1943] by El Greco [m. b. 1934] out of Barbara Burrini [f. b. 1937] aveva, nelle generazioni più vicine a lui, in comune con Nearco solo il bisnonno materno, il padre di El Greco, Pharos [m. br. 1920, famiglia 13] che era anche il padre di Nearco, e il trisnonno paterno, Havresac [m. b. 1915, famiglia 8], padre di Nogara, e quindi nonno materno di Nearco.
Il padre di Ribot, Tenerani, uno dei pochi stalloni che Tesio si tenne in casa, oltre a praticamente tutte le classiche italiane nel 1948 vinse, a 4 anni, le Queen Elizabeth Stakes ad Ascot e la Goodwood Cup. Tesio lo vendette poi nel 1951 in Inghilterra.
La sua ascendenza era regale, un autentico epinicio all’allevamento di Dormello. In linea maschile, il padre era Bellini [m. b. 1937] che vinse il Braunes Band a Monaco (si era in guerra), fece in tempo a generare Tenerani prima di essere razziato dai tedeschi e portato in Germania da dove finì in Polonia. Tenerani era a sua volta figlio di Cavaliere d’Arpino [m. b. 1926] che Tesio giudicava il miglior cavallo che egli avesse mai allevato: potè comparire in pista solo a tre anni e fu sempre difficile da allenare a causa della sinovite di cui soffriva. Un incidente gli precluse la partecipazione all’Arc de Triomphe e venne avviato in razza dopo solo sei corse, tutte vittoriose. Egli era figlio di Havresac che fu acquistato in Francia dal nobile Giuseppe de Montel, il grande rivale di Tesio, quando, per le vicissitudini belliche, l’Haras du Montfort nel 1916 gli vendette in blocco tutti gli yearlings tra cui lo stesso Havresac che doveva diventare il fondatore dell’allevamento italiano (capolista per 11 anni tra gli stalloni e padre di grandi cavalli e grandi fattrici): stranamente produsse meglio per Tesio che per de Montel.
Una particolarità del riproduttore Ribot: in un albero genealogico fitto di bai, i figli sauri, stesso mantello della madre di Ribot, Romanella, erano quasi tutti di difficile carattere come la stessa Romanella che però pare dovesse la sua intrattabilità al fatto che soffriva di dolorose schinelle.
Non l’annoierò snocciolandole l’albero genealogico di Nearco e mi scuso dell’uso di “by” e “out of” che ho ritenuto più chiarificatori dell’equivalente italiano “da…e…”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
complimenti! In fatto di purosangue, lei è un pozzo di scienza. Non è il mio settore dell’ippica e mi scuso per la sciocchezza che le ho inflitto e che lei ha corretto. Mi piacerebbe incontrarla uno di questi giorni. Chissà!
Cordialmente,
am
Caro Professore,
temo che il piacere dell’incontro sarà solo mio!
Penso che, se lo desidera, lo si potrà organizzare in occasione di una sua venuta a Milano, dato che difficilmente mi capiterà di venire a Roma o (cosa che mi piacerebbe moltissimo) in Sicilia: ultimamente sono divenuto un orco che dedica quasi tutte le sue uscite di casa a camminare in montagna con il cane.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
a Milano, quindi, dove vengo spesso (figlia e nipoti).
A presto,
am
Caro Professore,
al piacere di incontrarla!
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore, cari ADAMs,
Mauro Mellini mi ha rubato le parole di bocca:
http://www.lintraprendente.it/2017/11/la-rivoluzione-liberale-del-cav-finche-non-vedo/
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
parole non infondate, purtroppo. Ma che vuole farci? Questa è la situazione.
Cordialmente,
am
Caro professore,
anche se passo raramente sul suo blog non la dimentico certo e per puro caso ohhi mentre ascoltavo Daniele Capezzone su FB da un convegno sulla spending review di Direzione Italia, lo stesso Capezzone la ha citata ricordando che fu l’unico in Parlamento a voler fissare una percentuale precisa del PIL per spesa pubblica e tassazione altrimenti l'”equilibrio di bilancio” si potrebbe ottenere con qualunque valore di tassazione e spesa paradossalmente altissimi come percentuale del PIL. Ciò mi ha spinto a passare di qui a vedere come stava e a salutarla con affetto
Luca Berardi MBA LUISS 1994
Caro Luca,
sto benino. Sono a Monte-Carlo per un convegno. Mi fa piacere che Daniele abbia ricordato quella proposta. Purtroppo, è stata dimenticata !
Cordialmente,
am
Caro professore, è un piacere sapere che sia ancora attivo e che la invitino a convegni per ascoltare le sue sempre illuminanti parole. Io non mi stancherei mai. Un saluto e un abbraccio
Caro Professore,
ho alcuni dubbi in merito alle proposte elettorali del centrodestra. A suo giudizio, è possibile alzare le pensioni minime a 1000 euro al mese come propone Berlusconi, senza andare ad incidere sull’aumento della spesa pubblica pensionistica che, ad oggi, mi pare sfiori il 16% del PIL e rappresenta circa il 32% della spesa pubblica totale (mi corregga se il dato non è esatto). A tal proposito, quale è il suo giudizio sulla riforma Fornero?
La ringrazio anticipatamente per la risposta.
Massimo B.
Caro Massimo,
anch’io penso che la proposta di SB sia incompatibile con la situazione finanziaria, attuale e potenziale, del nostro sistema pensionistico. Quanto alla riforma Fornero non è del tutto sbagliata e mi sembra si muova nella direzione giusta.
Cordialmente,
am
Il problema della riforma Fornero è che è stata realizzata dalla Fornero, un tipico esempio di come oramai alla guida di questo paese arrivino solo mezze calzette prive di ogni dote di leadership.
Quanto a Berlusconi, mi permetto di darLe un suggerimento: considerato che Lei mi risulta essere suo amico dovrebbe fare quel che farebbe ogni buon amico in questo triste frangente id est convincerlo a ritirarsi dalla politica e risparmiare a chi lo ha votato e stimato questa lunga agonia e il dolore di vederlo decadere.
Se poi Berlusconi, nel suo ritiro, riuscisse a portarsi dietro anche qualche irritante nullità come Tajani, sarebbe tutto di guadagnato.
Ogni Euro dato in più a un pensionato, nel caso che rimanga in Italia, non sarà quasi tutto speso in medicine, alimentazione, casa e turismo? E essendo consumo 22% subito ritorna in IVA?
Caro Prof, ho sempre apprezzatola sua capacità di sintesi, ma in questo caso non se ne può uscire con una battuta, cosa significa che la legge Fornero va’nella giusta direzione. Quindi per lei è giusto che chi prende delle pensioni non legate ai contributi versati ma solo all’ultima retribuzione, continui a goderne e gliela deve pagare chi ha versato per oltre 40 anni? Vorrei sommessamente ricordare che il prof Monti e la sua sodale Fornero con lacrime incluse avevano ricevuto ampi poteri per cui potevano fare e disfare a loro piacimento, hanno chiamato i loro provvedimenti salvaitalia peccato che si sono dimenticati di salvare gli italiani, ai quali hanno scaricato il peso delle loro scelte. A meno che come dei prezzolati sicari, hanno fatto il lavoro sporco per lasciare intatti determinati privilegi.
Cordiali saluti
Non a caso sono stati scelti due incapaci privi totalmente di leadership (in italiano “attitudine al comando”).
Non a caso il primo proviene dalla Bocconi, università che assicura sicuramente un buono standard qualitativo di conoscenze tecniche (ma mai eccelso: i migliori non sono mai fra i bocconiani), ma che tende a creare esecutori fedeli.
Non a caso a capo dell’INPS c’è un altro bocconiano che, quando si è trattato di scelte strategiche, ha fatto ridere tutti i pollai di Italia affermando che i migranti ci avrebbero pagato le pensioni.
Io posso capire che le pensioni sociali siano collegate all’età, ma per le altre dovrebbe valere il contributivo come le assicurazioni private, puoi scegliere se ritirare tutto oppure prendere l’assegno. Bastava ricalcolare tutto ( oggi basta un click) e di colpo tanti nullafacenti si troverebbero con la sociale . Anticostituzionale? Forse, embè, si cambia la costituzione. Del resto non mi sembra tutta sta gran cosa
Caro Giuseppe,
lei ha ragione ma potrebbe astenersi dall’infierire. Ci sono cose sbagliate e cose giuste nella riforma Fornero. Menzionarle entrambe sarebbe stato troppo lungo. Mi perdoni l’omissione.
am
Caro Professore, cari ADAMs,
a smorzare la già di per sé “moderata” gioia per la vittoria in Sicilia arriva subito Berlusconi che parla di centro destra moderato e di vittoria dei moderati.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/berlusconi-centrodestra-moderato-riporter-democrazia-governo-1460262.html
Io sono, o almeno mi illudo di essere, liberale, non moderato: liberale senza ulteriori aggettivi quali democratico, moderato, etc.
Moderata è solo la gioia perché, come dice bene il signor Biavaschi, sono stufo di accontentarmi del “meno peggio”: cosa ci sia di liberale in una coalizione che deve per necessità comprendere il comunista ex-padano Salvini e la romanocentrica ex-fascista Meloni proprio non so. Visto che di Sicilia parliamo, tiriamo dentro anche la spada dell’islam Pietrangelo Buttafuoco, anzi Giafar al-Siqilli, e siamo a posto…
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
concordo in pieno. “Moderato” è un termine orrendo daal significato politico dubbio. Sono d’accordo anche in questo con Ricossa che consigliava ai moderati di esserlo anche nella moderazione, di non essere cioè smodatamente moderati!
am
Presidente Martino
Congratulazioni al Presidente Berlusconi per la bella vittoria.
PS Alfano l’imponderabile…
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
bella vittoria! Alfano più che inponderabile, è in via di estinzione, Il centro-destra non perdona: chi ci lascia scompare!
am
Presidente Martino
Da più parti arrivano segnali che il vento si sta preparando a cambiare.
Spero che oggi i siciliani ci confermino, con il loro voto, che l’attraversamento del deserto per Forza Italia si sia finalmente concluso.
Il suo apporto per il prossimo governo di centrodestra è fondamentale, lei e Moles siete gli unici a rappresentare lo spirito libertario senza compromessi in FI.
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
grazie, grazie di cuore per questa ennesima attestazione di amicizia.
Cordialmente,
am
Cari Adam, caro Professore sono colpevole. Sono fra coloro che non hanno votato in Sicilia. Leggendo alcuni articoli redatti dalla migliore intellighenzia scopro di essere un rifiuto dell’umanità, che per colpa mia addirittura qualcuno di questi si vergogna di essere siciliano. Ed ora sono qui ad autodenunciarmi sperando almeno nella Vs. clemenza perchè a dire il vero io ce l’ho messa tutta per votare, mi sono letto i programmi dei vari candidati Presidente, addirittura pure le biografie di ciascun candidato. Ora è colpa mia se non ho trovato un briciolo di liberalismo in uno di loro? Per quanto mi riguarda erano tutti impresentabili per questo il mio voto non lo meritano.
un abbraccio
ap
Caro amico, sono solidale con lei. Anch’io da tempo non trovo un briciolo di liberalismo nei candidati che di volta in volta mi si propongono. E spesso li conosco anche personalmente per aver fatto il Sindaco, l’Assessore, eccetera eccetera.
Conseguentemente da tempo non voto e mi sento bene, in pace con la mia coscienza di cittadino responsabile che non si accontenta più del meno peggio. Anche perché il meno peggio persiste nello statalismo, quindi non prospetta alcuna soluzione ai nostri innumerevoli problemi.
La Sua osservazione è corretta, ma riduttiva. La situazione è ben più grave a “livello macro”, come direbbero gli economisti.
Difatti, il nostro paese è stato distrutto da politiche che noi liberali detestiamo, ma che vengono spacciate per “liberali” da alcuni cialtroni che le propugnano. Sto parlando di:
– AUSTERITÀ, ma il liberale è contrario a questo principio demenziale e sa che solamente se il denaro circola l’economia cresce. In questo gli pseudoliberali sono molto più lontani da noi dei comunisti perché i liberali vogliono che siano i privati a spendere mentre i comunisti preferiscono che sia lo stato, ma entrambi sono contrari all’austerità e favorevoli alla crescita economica. Gli pseudoliberali sono invece favorevoli alla recessione ed all’impoverimento, in quanto perseguono un disegno aristocratico che ha lo scopo di creare una struttura sociale divisa in due classi: una composta dallo 0,5% della popolazione che formerà la classe dirigente, ovviamente ricchissima, scelta per diritto di sangue e il restante 99,5% poverissimo e senza poteri.
– ELEVATA PRESSIONE FISCALE C’è forse bisogno di ricordare la posizione liberale in materia???? Però questi pseudoliberali sono favorevolissimi a tasse elevatissime, ovviamente a carico di tutti tranne che della classe aristocratica. Esempio: la contessina BOLDRINI tuona contro l’evasione fiscale, ma lei come funzionaria dell’ONU le tasse non le ha mai pagate almeno non per intero, poiché i funzionari ONU, come lei, le tasse le pagano solamente in misura ridotta in quanto esenti. E a chi conosce la storia -in particolare quella della rivoluzione francese- apparirà chiaro di cosa stiamo parlando.
– CONTROLLO Sto parlando di anagrafe tributaria e cose simili. Vi pare che un liberale possa essere favorevole????
– ELIMINAZIONE DELLA DEMOCRAZIA Noi liberali siamo quelli del No Taxation Without Representation. Altro che governo di illuminati!
– ELIMINAZIONE DELLA LIBERTA’ DI OPINIONE con la lotta alle c.d. fake news. In pratica un funzionario statale -Senza Che Un Giudice Possa Mettere Bocca Nella Faccenda- decide cosa è vero e cosa è falso.
Ovviamente, a sinistra queste idee le combattono e le combattono come idee liberali, ma la colpa di questo errore non è della sinistra, bensì di noi liberali che nulla abbiamo fatto per difendere il nostro “marchio”. Abbiamo permesso che dei falsificatori facessero credere che noi siamo contro le elezioni e contro la crescita economica ed a favore di uno stato aristocratico.
Se una persona mi accusasse di essere un ladro e io tacessi e non lo smentissi, cosa pensereste di me???
concordo in toto.
Caro Giuseppe,
la comprendo anche se mi spiace che abbia fatto quello che ha fatto la maggioranza dei siciliani.
am
Prof, Lei conosce la Sicilia e i siciliani meglio di me. essendo abituati a convivere da millenni con tutti, abbiamo qualità di adattamento incredibili, tanto è vero che appena usciamo dalla ns. terra e ci confrontiamo con gli altri, la cosa che spicca immediatamente è la nostra capacità immediata di risolvere problemi perchè nelle altri parti tutto è organizzato. per cui al primo intoppo si fermano. Noi abbiamo bisogno di uno che tagli il nodo di gordio. Una volta Lei scrisse che quando Le avevano proposto di candidarsi a Governatore Lei mise in chiaro che avrebbe accettato se al primo punto del programma di governo ci sarebbe stato il dimezzamento dello stipendificio regionale. E non se ne fece più nulla.
E Le è andata bene, perchè a quest’ora i fiori Le potevamo portare.
saluti
Caro Giuseppe,
grazie. Tutto vero.
am
Caro Tenerone Dolcissimo,
le sarei molto grato se volesse gentilmente indicarci dove leggere l’intervento del Professore su “denatalità’…. Grazie anticipate ed i più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Non è un’intervista. Mi riferivo al suo intervento ad un recente convegno tenuto presso la Confedilizia qualche giorno or sono.
Se nei prossimi giorni, ponte permettendo, troverò il filmato, ve ne farò partecipi.
Fra l’altro c’è stato un altro intervento che vorrei rivedere: una tenera scoiattolina di relatrice che ci ha giulivamente comunicato che sta per nascere un’altra europa ancora più liberale di quella attuale.
E’ stato solamente per rispetto del professore -che anche se era già andato via aleggiava ancora con la sua presenza- che non ho fatto partire un pernacchione dalla platea.
Cari saluti a tutti
Egregio professore,
vorrei rivolgerle un quesito sulla questione fiscale. Essa, come sappiamo, è vista con prospettive diverse dai diversi ambiti e schieramenti politici.
Però, secondo lei, in un ipotetico sistema liberale è giusto applicare aliquote diverse per le persone fisiche ?
E’ notizia di questi ultimi giorni che l’amministrazione Trump, gridata come svolta liberale, parla di 3 aliquote : 39,6, 25 e 12 per cento.
E’ senz’altro un passo avanti, una riduzione rispetto alle precedenti amministrazioni, però quello che non reputo corretto, equo, è l’uso costante
di scaglioni. Non le sembra più giusto applicare per tutti, per tutte le categorie, la stessa aliquota ?
Una tassa non deve essere assolutamente uguale per tutti ? La stessa aliquota applicata a redditi diversi dà già di per sé importi diversi
che giustifica il principio della proporzionalità. Volevo sentire il suo autorevole parere. Grazie.
Professore complimenti per l’intervento di ieri sera su denatalità e rischi connessi.
Chiedo a tutti di dare eco a questo allarme spesso rinnovato dal professore e che qualcuno potrebbe trovare ossessivo, ma che invece per me è addirittura riduttivo.
La situazione è molto più grave di quanto la premiata ditta Boldrini % co. vorrebbe far pensare.
PS Consiglio a tutti di informarsi sull’ondata di delinquenti scarcerati in Tunisia ed in arrivo sulle nostre coste.
Grazie mille, caro TD! Ha ragione: la situazione è tragica.
am
Prof. buonasera , ogni giorno apro il suo blog nella speranza di leggere un suo articolo sugli argomenti , non dico del giorno, ma almeno della settimana. invece nulla tranne qualche scarna risposta alle stimolazioni dei vari adam. e dire che di argomenti non ne mancano vedi la catalogna e i nostri bistrattati referendum del nord, l’affaire ciccio kim, l’effetto trump ad un anno dall’elezione, lo ius soli, il testamento biologico, la legge elettorale, la web tax, ecc. ecc., tutte cose che sicuramente l’hanno interessata. spero che queste sue “assenze”non siano dovute a probemi di salute.
in attesa di leggere la prossima perla Le auguro una buona serata
gs
Caro Giuseppe,
ha pienamente ragione. Cercherò di rimediare.
Cordialmente,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
ma dove vuole andare l’Italia?
Il TAR (credo sia la più inutile e dannosa invenzione del regime) ha annullato una bocciatura a scuola, promuovendo il pargolo di ufficio, perchè il padre divorziato non sapeva che il figlio non aveva voglia di studiare…
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/pap-non-sapeva-dei-brutti-voti-e-tar-annulla-bocciatura-1453871.html
Se, quando andavo a scuola fossi tornato a casa con un 4 in un compito in classe due sberle di mia madre non me le levava nessuno: adesso prendono a sberl,e l’insegnante (che magari, essendo un sessantottino ignorante e sindacalizzato, se le merita pure, ma per altri motivi)…
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
curiouser and curioser: la follia dilaga!
am
Avrei un quesito per i filosofi e gli storici politici.
Riguarda il termine “Costituzione”:
quando è cominciato il suo utilizzo in senso politico-istituzionale, ed in che senso?
La Costituzione degli stati uniti, quando nacque, si chiamava “Convenzione”.
Il primo riferimento che ho è l’art. 16 della dich. diritti uomo e citt. 1789 che recita: “Toute Société dans laquelle la garantie des Droits n’est pas assurée, ni la séparation des Pouvoirs déterminée, n’a point de Constitution.” Dopo aver precisato che per diritti si intendono quelli individuali ed inalienabili (scordandosi la vita, lo so).
Cioè: una società ha “Costituzione” se garantisce come inalienabili i diritti lokiani, e separa i poteri politici al fine di sorveglianza reciproca.
Nell’800, tale significato venne mantenuto, ben distinto, ad esempio, da “Statuto”.
L’interpretazione, invece, come codice generico di norme “fondamentali”, indipendente da diritti inalienabili e separazione dei poteri, quando è iniziata?
Secondo il prof. Giovanni Giorgini il significato è stato deviato solo nel XX° secolo (ma non sa esattamente quando né perché).
Il che significa che, riferendosi al significato originale, le sole nazioni al mondo che potrebbero fregiarsi di “avere Costituzione” sarebbero al massimo 3 o 4: Svizzera, USA, UK e forse Taiwan (per puro caso, le 4 più ricche del mondo).
Secondo il significato novecentesco, invece, bisognerebbe escludere almeno UK (e la Svizzera fino all’anno 2001).
Caro Cacciari,
quesito interessante, ma non conosco la risposta.
Cordialmente,
am
Caro Professor Martino,
scusandomi per il ritardo, la prego sentirmi affettuosamente vicino nel momento del dolore per la scomparsa di suo cugino Franco.
Pietro Barabaschi
Grazie di cuore, caro Barabaschi. La vicinanza degli amici è la sola consolazione possibile.
Con viva cordialità,
am
Professore, le sarebbe piaciuto candidarsi alla presidenza della Regione Sicilia ?
Caro Giulio,
la campagna elettorale mi sarebbe, credo, piaciuta molto. Amo la Sicilia e visitarla tutta in campagna elettorale, ritrovando molti conoscenti e amici, sarebbe stato esaltante. Non mi piacerebbe, credo, per nulla fare il presidente della Regione: l’ambiente è marcio e i problemi enormi, Il problema, tuttavia, non mi si è mai posto.
Cordialmente,
am
Presidente Martino
Sentite condoglianze per la scomparsa di suo cugino Franco.
Matteo Napoletano
Grazie, caro Matteo. La precarietà della vita è arcinota, eppure ci coglie di sorpresa quando ci riguarda da vicino.
am
Caro Professore, cari ADAMs,
E’ un genio! Non me ne ero accorto, eppure gli indizi erano tutti lì, in bella vista. Bastava saperli collegare.
Pensavo fosse la punta di diamante della sudamericana “teologia della liberazione”, eppure dovevo capire leggendo la sua biografia ufficiale pubblicata sul sito dello stato di cui è autocrate che tra lui e la teologia intercorre lo stesso rapporto di parentela che ha Antonio Di Pietro con la lingua italiana. Infatti vi è scritto chiaramente “nel marzo 1986 va in Germania per ultimare la tesi dottorale”, mica si dice che abbia conseguito il PhD. Resta la liberazione, e poiché un po’ di teologia l’avrà pure orecchiata, concediamogli la comunione: “Comunione e Liberazione”.
Poiché mai mi è capitato di frequentare cantieri edili, non avevo idea che quelle imitazioni di cabine telefoniche londinesi che ne costituiscono necessario corredo, e che svolgono la funzione di cessi chimici, fossero sprovviste di lavandino.
Solo un genio, dopo averne usufruito pubblicamente in piazza del Duomo a Milano, a beneficio di paparazzi e operatori televisivi, ma soprattutto della propria immagine da copertina di rotocalco (non lo sapevo, ma la fonte è fededegna:
http://www.antoniosocci.com/ultime-dal-mondo-bergoglio-fra-le-la-profanazione-san-petronio-trasformata-mensa-1400-persone-bagni-chimici-cosi-accolgono-bisogni-delluomo/
) poteva trovare il modo di rimediare a questa carenza.
Che ti inventa, lì su due piedi, il genio? Un bel giro tra la folla assiepata sulla piazza, porgendo a tutti le mani da sbaciucchiare (il concetto di igiene del nostro è un po’ da gaucho delle pampas)!
Visto il successo, il nostro eroe concede il bis nella basilica di San Petronio, in questo caso fornendo anche la materia prima: una bella “pacciada”, come direbbero Gianni Brera e Luigi Veronelli – traduzione per i romani: “abbuffata”.
Comunione e liberazione! Ego te asciolvo.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Sarebbe bene ricordare come è arrivato papa francesco e soprattutto come se ne è andato Papa Benedetto
caro professore
una cosa pensa del fatti della Catalogna che giudizio ne da ? , vedo su Facebook gli entusiastici commenti di Carlo Lottieri .
Anche io sono favorevole alla protesta indipendentista Catalana contro le Tasse di Madrid e dell’ Europa .
La rivolta secessionista Catalana credo sia un Fatto ed grande Segno dei Tempi e non accorgersi di questa Evidenza e di un nuovo probabile corso della Storia
e ‘ davvero impossibile . Va cambiato tutto , proprio tutto in senso Federalista- Liberale sia in Europa che in Italia . Oppure ” Nella monotonia del puro proseguire noi soffocheremmo” come diceva Guardini.
un caro saluto Giovanni
Caro Giovanni,
tendo a pensarla come lei ma non me la sentirei di essere così drastico. La situazione è complessa e ci sono colpe da entrambe le parti.
Cordialmente,
am
Segnalo questo link nel Corriere accessibile oggi http://www.corriere.it/extra-per-voi/2017/09/30/pubblica-o-privata-diritto-proprieta-costituzione-acc014a2-a5f2-11e7-8477-789085dabc53.shtml
Caro PM,
grazie della segnalazione. L’Antonio Martino citato in fondo al pezzo è un omonimo, di cui non so nulla.
Cordialmente,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
Alexander Zinov’ev, già capo del Dipartimento di Logica dell’Università Statale di Mosca (MGU), scrisse un libro satirico “Cime Abissali” sul comunismo sovietico. Pare che i palombari alpinisti del nostrano partito comunista stiano riposizionando sempre più in alto la scala di difficoltà delle scalate sottomarine.
Leggo che tale Andrea Orlando, che pare ricopra, con modi tanto felpati che nessuno se ne era accorto, anche la carica di ministro della giustizia di quel che resta della Repubblica Italiana, ha dichiarato che Il cosiddetto «codice antimafia» è buono, anzi ottimo, perché rompe il «tabù della proprietà privata» e «mette in discussione la ricchezza». E chi lo critica non è un garantista, ma un classista «cultore della proprietà privata». E’ giunto in vetta, anzi qualche metro al di sopra!
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
la madre degli imbecilli è sempre incinta!
am
Caro Professore,
sono reduce da una breve vacanza sul confine tra la provincia di Belluno e quella di Bolzano, e ciò mi ha dato spunto per alcune considerazioni su cui mi piacerebbe sentire la Sua opinione, anche tenendo conto del fatto che il 22 ottobre si voterà in Lombardia e Veneto un referendum propedeutico alla richiesta di maggiori autonomie per le due regioni. Dico subito che ritengo che l’esito del referendum, anche se plebiscitario, non porterà, purtroppo, alcuna conseguenza pratica.
Premetto che tale Fico (con notevole sforzo lo classificherò Suo collega), presidente grillino, partenopeo, della commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI ha scritto una lettera ufficiale con cui comunicava ai presidenti delle camere che “data l’esiguità dell’elettorato coinvolto” non vi sarà sui canali RAI alcun dibattito al riguardo. Ora dato che 15 milioni su 60.5 mi pare corrispondano grosso modo al 25% della popolazione italiana, una quota non così esigua, e che da questo 25 % di popolazione lo stato ricava il 36% delle imposte, oltretutto con una evasione fiscale che è stimata a non più del 20% al nord (13% in Lombardia), del 40% al centro e del 60% al sud, mi sembrerebbe doveroso che la RAI informasse coloro che la mantengono sui temi politici che potrebbero essere per loro interessanti, e non nascondesse che si terrà un referendum solo perché sgradito al potere cattocomunista. Ciò a maggior ragione se si considera che da stime, probabilmente abbastanza attendibili – e anche qui c’è un (non tanto) piccolo scandalo se si rileva che né l’ISTAT, mantenuto anch’esso dal denaro dei contribuenti, né il ministero dell’economia pubblicano i dati sulle tasse pagate nelle varie regioni confrontate con quanto ritorna (“residuo fiscale”) alle stesse sotto forma di spesa pubblica – risulterebbe che Lombardia e Veneto hanno lasciato allo Stato mediamente 60+15=75 MILIARDI di euro l’anno nel corso degli ultimi cinque anni (una manovra finanziaria è generalmente circa un po’ meno di un terzo di tale somma, 27 miliardi): per fare un esempio ad ogni cittadino lombardo, dal poppante al vecchietto della Baggina, spetterebbe una quota di 6’000 €/anno, 24’000 €/y per una famiglia media! Non essendo un esperto di economia aggiungo che ho l’impressione che i residui fiscali, pur più modesti, di Piemonte e Lazio siano gonfiati dal considerare raccolti nella regione gli importi del canone RAI (Torino) e di vari balzelli statali (Roma) pagati in tutta Italia.
Vengo ora al tema “vacanziero” che riguarda le autonomie. La provincia di Belluno è la più sfortunata e derelitta delle provincie venete perché confina con la regione autonoma del Friuli Venezia Giulia, con le provincie autonome di Trento e di Bolzano (quest’ultima con un regime assolutamente particolare) e con l’Austria. Trascurando l’occhialeria e la silvicoltura (quasi tutto il legname viene ritirato dall’Austria e là lavorato) una provincia come quella di Belluno dovrebbe vivere di turismo. Orbene nelle scorse due settimane pioveva, faceva freddo e nevicava, però gli alberghi sudtirolesi, tutti aperti, erano pieni (principalmente tedeschi, olandesi, ma anche molti italiani) e per le strade dei paesi e sui sentieri di montagna vi era un gran movimento, quelli di Cortina e di Auronzo, per fare due esempi, in gran parte chiusi e praticamente vuoti.
Ciò senza considerare il fatto che gli alberghi del sudtirolo sono bellissimi, ben tenuti, continuamente rinnovati, pochi tre stelle, quasi tutti quattro stelle e 4 stelle lusso e non pochi cinque stelle, praticamente tutti con piscina e centro benessere, con offerta di attività di vario genere e praticano quasi tutti i ¾ di pensione (prima colazione, merenda e cena) a tariffe tra i 90 e i 150 € per persona. Molti ristoranti, anche quelli degli alberghi, sono di altissima qualità. A Cortina, non parliamo poi di Auronzo, gli alberghi sono miseri, con un aspetto polveroso e ammuffito, non mi stupirei di trovarvi il pappagallo di nonna Speranza impagliato, pochissimi oltre le tre stelle, ma anche questi sembrano l’hotel “Al Gatto Melanconico”.
Mi si dirà che in sudtirolo le attività economiche godono di considerevoli aiuti dalla provincia (finanziamenti a fondo perduto, garanzie provinciali sui crediti per investimenti, ecc.) oltre a valersi di servizi pubblici di prim’ordine, consentiti dal fatto che mediamente il 90% delle imposte pagate rimane in loco.
Ma questo è il bello dell’autonomia, del federalismo, di non dover mandare soldi allo stato sperando che qualcosa torni indietro per poterlo usare in modo più oculato ed utile di come scialacqua lo stato!
Diciamo poi che comunque una gran parte di colpa ricade sul diverso atteggiamento degli abitanti delle due provincie: ad esempio, Dobbiaco su tutti i cartelli scrive “il comune delle Tre Cime”, quando per vedere le Tre cime da Dobbiaco bisogna fare una quindicina di chilometri e fermarsi su una curva della statale per intravederle in fondo alla valle; dalla strada principale di Auronzo si vedono le Tre Cime, che si trovano per più della metà nel territorio del comune (ciò è dovuto al fatto che il confine tra la Serenissima e il Tirolo passava sul versante nord, quello tirolese, della montagna e non sulla linea di vetta) ma il comune non ne fa mai cenno. A Cortina, la più bella località di montagna al mondo, circondata a 360° da montagne bellissime, il servizio reso da Monti era stato quello di istituire posti di blocco della guardia di finanza per controllare i portafogli dei turisti! L’ippodromo di Merano è sempre stato odiato dai sud tirolesi che lo consideravano una sopraffazione fascista, studiata anche per italianizzare la popolazione (proprietari, allenatori, fantini, personale di scuderia erano tutti italiani); bene domenica si è corso il 73° Gran Premio di Merano, principale steeple-chase italiano: i sudtirolesi si sono resi conto che lo si può sfruttare come propaganda turistica e lo hanno ribattezzato Grösser Preis von Meran – Süd Tirol / Gran Premio di Merano – Alto Adige…
Ultima considerazione: come possano i nostri reggitori catto-comunisti pensare di integrare quasi istantaneamente alcuni milioni africani e medio-orientali, quasi tutti mussulmani quando non sono bastati 99 anni per integrare mezzo milione di europei cattolici? Penso però che, limitatamente ad alcuni aspetti, sarebbe stata auspicabile una integrazione al contrario: degli italiani con i sudtirolesi.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
considerazioni tristi e vere. Non ho nulla da aggiungere, essendo oltre tutto nato più vicino a Tunisi che a Roma!
am
Una notazione ed una informazione in merito all’abolizione del contante ed al connesso elettronico del governo sul cittadino.
Consiglio a tutti di andare a vedere o rivedere un vecchio film sull’argomento.
Si tratta di NEMICO PUBBLICO con Will Smith e Gene Hackman e Jon Voight
Guardatelo con molta attenzione, specialmente quando si parla di carte di credito
Caro TD,
grazie del suggerimento. Sono certo, però, che gli Adam sanno perfettamente cosa c’è dietro l’avversione al contante.
Cordialmente,
am
Non ne dubito. Ma a volte la conoscenza razionale ha i suoi limiti. Accorgersi, invece, emotivamente di un disastro assistendovi fa “digerire” bene e nel profondo la conoscenza.
Senza contare poi che si può propagandare la visione di questo film ai dubbioso ovverosia al popolo di quelli che “SE ELIMINIAMO IL CONTANTE SCONFIGGIAMO LA MAFIA” Ognuno di noi ne conosce e quindi può renderli edotti di quel che succederebbe con l’eliminazione del contante facendogli vedere cosa accadrebbe.
Presidente Martino
Il discorso di Trump all’ONU mi è molto piaciuto ma senz’altro non sarà piaciuto agli nazi-europeisti
“Come presidente degli Stati Uniti metterò sempre al primo posto l’America, proprio come voi leader dovreste sempre mettere il vostro Paese al primo posto.
Tutti i leader responsabili hanno l’obbligo di servire i propri cittadini e gli Stati nazione restano il modo migliore per dare futuro migliore al mondo”
Donald Trump
Saluti Matteo Napoletano
PS I miei complimenti al carissimo Moles per il suo discorso a Fiuggi!
Caro Matteo,
gli abusi della sovranità nazionale che hanno caratterizzato la prima metà del secolo scorso hanno spinto molta gente a gettare il bambino con l’acqua del bagno. Concordo con Trump sul fatto che la nazione resta anche oggi l’unità più significativa e utile a servire gli interessi dei cittadini. Il fatto che se ne possa abusare non significa che la sovranità nazionale debba essere rifiutata in toto. Un mio vecchio amico americano, allievo di Hayek a Chicago, quando gli ho chiesto cosa pensasse di Trump mi ha risposto: “Sono disposto ad aspettare e dargli tempo di far vedere cosa vuole fare”. Sono d’accordo e non ho simpatia per le critiche facili e presuntuose che gli vengono mosse. Quanto a Moles e il discorso di Fiuggi, non saprei dire. Che io sappia, Giuseppe non è nemmeno andato a Fiuggi!
Cordialmente,
am
Presidente Martino
Per la Boschi è necessario aggredire il contante custodito nelle case degli italiani.
Nemmeno Stalin aveva osato tanto, ma il fatto che lo dica la figlia di un bancarottiere che grazie al suo ladricinio sistematico ha causato consapevolmente il suicidio di molti correntisti di derubati lascia esterrefatti.
Tale padre tale figlia!
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
avrà notato la mia risposta ad un commento circa il contante. Il contante, a differenza da assegni e carta di credito, non lascia tracce. Il suo uso è quindi tutella essenziale delle libertà personali. Per questo gli statalisti lo odiano. Ed è proprio per la stessa ragione che noi ne difendiamo l’utilizzo. Mi stupisce che a lanciare questa insensata idea sia la Boschi; non la consideravo una trinariciuta statalista. Evidentemente, distratto dall’avvenenza, mi sbagliavo. Cose che capitano!
am
Se ci fosse solamente il contante come avrebbe fatto il padre bancarottiere a fottere i risparmiatori???
Presidente Martino
A proposito della legge Fiano e delle solite voglie liberticide dei compagni:
“Noi siamo, soprattutto, dei libertari cioè della gente che ama la libertà per tutti, anche per avversari. (…) Faremo tutto il possibile per impedire la censura e preservare la libertà di pensiero di parola, la quale costituisce una delle più alte conquiste ed espressioni della civiltà umana”.
Benito Mussolini
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
grazie, splendida citazione! Il miglior commento possibile a questa cialtroneria che abbiamo dovuto votare alla Camera.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
sarà la mia deformazione professionale da avvocato, ma sono rimasto colpito da questo caso giurisprudenziale. In breve, una studentessa di 26 anni fuoricorso all’università, si è rivolta ai giudici per ottenere il mantenimento dal padre. L’uomo, separato dalla madre della ragazza, le aveva ridotto la “paghetta” dopo aver scoperto il suo ritardo negli studi. La Corte d’appello di Trieste ha dato ragione alla ragazza in quanto secondo i giudici, il padre ha l’obbligo di mantenere il figlio che non è riuscito a conquistarsi l’indipendenza economica.
Ora quel che mi colpisce non è tanto la demenzialità della sentenza, ma un’altra cosa. A che livello di statolatria e di statalismo marcio siamo arrivati se anche l’educazione dei figli può essere oggetto di un pronunciamento giurisprudenziale? Come fa un giudice a dire che un provvedimento educativo e di buonsenso di un padre deve essere modificato?
Massimo B.
Caro Massimo,
lei ha perfettamente ragione: sono storie allucinanti. Sfortunatamente, non è la prima e temo che non sarà nemmeno l’ultima. Ma non dobbiamo cedere alla pigrizia e accettare queste orribili storture come se fossero, se non ragionevoli, inevitabili.
am
Caro Professore,
Le sarò grato se soddisfacesse una mia curiosità personale: alla Sapienza ha avuto modo di conoscere Bruno de Finetti e, se si, che impressione ne ha ricavato.
Grazie e cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
sfortunatamente, non ho avuto la fortuna di incontrare Bruno de Finetti. Lo conosco indirettamente perché era, assieme a Vilfredo Pareto, l’unico italiano citato da Milton Friedman nelle sue lezioni. L’introduzione del concetto di “probabilità soggettiva” è stato un enorme contributo dato da de Finetti alle scienze sociali. So anche che è stato maestro del padre di Enrico Letta e che era vicino al partito radicale. In breve, una persona straordinaria e meritevole di essere conosciuta. Lei come lo conosce?
Cordialmente,
am
Caro Professore,
sono interessato a de Finetti perchè è uno dei pochissimi italiani del XX secolo (assieme al da Lei ricordato Pareto, ad Enrico Fermi, Tullio Levi Civita, Enzo Ferrari, Federico Tesio e pochi altri) che godano di una positiva ed unanime considerazione sovranazionale. Inoltre, da pensionato, sono tornato ad interessarmi seriamente di matematica (avrà notato che i personaggi citati sono quasi tutti connessi a questa scienza); nell’elenco non ho incluso, ma vi appartiene di pieno diritto, Enrico Bombieri – professore emerito alla School of Mathematics dell’Institute for Advanced Study di Princeton – unica medaglia d’oro Fields (1974) italiana, che in Italia “non si fila nessuno” dato che in Italia nessuno sa cosa sia una medaglia d’oro Fields e che importanza abbia.
Tornando all’asburgico de Finetti, il mio rinato interesse anche per l’allevamento del thoroughbred, e di consequenza per le basi teoriche del betting, pur non essendo io uno scommettitore ma essendo consapevole che è la scommessa a mantenere i cavalli, “è la differenza di opinioni che li fa correre” come sosteneva Mark Twain, mi ha fatto incontrare il suo saggio sulla probabilità soggettiva da Lei ricordato (“Sul Significato Soggettivo della Probabilità” apparso in “Fundamenta Mathematicae”, 1931, T. XVII, pp. 298-329) che costituisce una pietra miliare nell’analisi scientifica della scommessa oltre che dell’analisi dei mercati (di cui la scommessa fa parte).
Per inciso, come mi piacerebbe intrattenerla sulla distruzione di quella che, pur con i modesti mezzi disponibili, è stata per un settantennio una delle grandi ippiche del mondo, la fondatrice del purosangue moderno: l’ippica italiana. Annichilita sin dalle fondamenta, ti pareva, dai cattocomunisti ed in particolare dal più pernicioso di questi: Romano Prodi.
Termino qui il mio pedante (e pesante) sfoggio di erudizione.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei non cessa di stupirmi. Ho anch’io una passione per i cavalli. Da giovane montavo e facevo concorsi ippici e completi (sono arrivato secondo a un completo nazionale una sessantina di anni fa). Federico Tesio merita di essere ricordato per aver allevato Ribot, che non fu un prodotto del caso ma il risultato di un piano razionale di incroci. Quanto alla probabilità soggettiva di de Finetti ha contribuito in misura decisiva alla rivoluzione di Friedman in microeconomia. Abbiamo molti interessi in comune!
Cordialmente,
am
Caro Professore,
Lei ha risvegliato la belva dormiente!
Sapevo della sua attività ippica (tra l’altro, se non ricordo male, un concorso a Catania il giorno dopo la conclusione dell’esame di maturità, quando la maturità era una cosa seria) ma non sapevo spaziasse sino all’estremamente impegnativo e difficile “three days event”.
Sull’argomento purosangue inglese (io preferisco chiamarlo thoroughbred attenendomi a quella che è la definizione sintetica ed esauriente, quindi perfetta, della Britannica “un cavallo i cui genitori sono iscritti al General Stud Book”, mentre purosangue è una traduzione del francese pur-sang, analogo al tedesco voll-blut, un termine che non rispetta le modalità dell’allevamento in selezione ed è fuorviante perchè i “purosangue” sono, come diceva Tesio, dei bastardi o, più educatamente e scientificamente, degli ibridi selezionati) temo però di doverla, col Suo permesso, parzialmente correggere: Tesio è importante non solo per Ribot (immenso cavallo da corsa e grandissimo riproduttore) ma anche per molti altri cavalli. Ribot è stato il mito della nostra generazione, so di averlo accarezzato, bambino, al rientro del Gran Premio del Jockey Club cui avevo assistito con mio zio, ha rappresentato il riscatto di un’Italia da ancora troppo pochi anni uscita in modo avvilente da una guerra disastrosa, lui e Adolfo Consolini, la cui reputazione ci fece riammettere ai giochi olimpici e tornò da Londra con la medaglia d’oro (e Beppo Tosi con quella d’argento), e Coppi e Bartali e le loro vittorie al Tour. In campo ippico, però, forse su altre creazioni di Tesio, e non solo sue ma anche di Giuseppe de Montel e dei fratelli Crespi, è sceso l’oblio, forse perchè realizzate durante un regime cui è stata riservata la damnatio memoriae.
Un certo pudore mi trattiene dall’ergermi di fronte a Lei a maestro di storia dell’allevamento mondiale del thoroughbred che mai come in questi anni sta svelando il fatto incontrovertibile che lo snodo cruciale del suo sviluppo, la nascita del thoroughbred moderno, si deve ad un italiano: a Federico Tesio ed ai cavalli da lui allevati, in particolare ad uno: Nearco.
Se le argomentazioni, documentate, che stanno alla base di questa mia affermazione potessero interessarla me lo faccia sapere: sarò lietissimo di farla ritornare alla passione della Sua, e mia, giovinezza: la passione per il cavallo.
Io intanto mi porto avanti con il lavoro e, con piacere, ho tratto oggi dal cembalo scrivano un paio di paginette di epinicio a Tesio e ai suoi cavalli che, se lo gradisse, potrei sottoporre a Lei ed agli ADAMs per il week-end, per distrarci dalle brutture di questa nostra bistrattata Italia.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
lei ha ragione: Ribot fu il più noto ma certamente non l’unico prodotto del talento di Tesio. Nearco, da lei citato, è un altro ottimo esempio. Per noi appassionati di equitazione, tuttavia, c’è un nome che svetta sopra tutti: Federico Caprilli, che Ronald Reagan ammirava visceralmente. Un ambasciatore italiano, cui chiesi un parere su quest’attore aspirante presidente, mi disse: “Non mi sembra la persona giusta Quando l’ho incontrato, mi ha parlato per mezz’ora di Caprilli”! Non aveva capito l’illustre diplomatico che quello che Reagan gli stava dicendo è che, così come la rivoluzione di Caprilli era basata sul laciar fare al cavallo, la ripresa economica si può avere solo lasciando fare ai protagonisti della vita economica. Questi, perseguendo il proprio interesse, avrebbero non intenzionalmente realizzato quello dell’intera società.
Con viva cordialità,
am
Caro Professore,
non avevo citato Federico Caprilli nello scarno elenco di italiani del XX secolo che sono unanimemente apprezzati all’estero perchè tragicamente morto nel 1907. Ho pensato a lui proprio ieri sera dopo aver inoltrato il mio precedente post.
Il Suo ambasciatore fa il paio con Giovanni Spadolini che, durante una visita negli Stati Uniti disse a Lucio Lami “Non capisco perchè qui sia così famoso questo tale Caprilli”.
Il genio di Caprilli è riconosciuto in tutto il mondo (negli States la “monta naturale” credo la chiamino “Forward Seat”) tranne che, ovviamente in Francia (ma, come disse Schopenhauer, in Africa hanno le scimmie, in Europa abbiamo i francesi) dato che i francesi sono come i comunisti: oltre che essere, a loro dire, i più intelligenti e colti del reame, si accorgono della realtà con almeno una trentina di anni di ritardo. Infatti hanno inventato (sic!) il “metodo Danloux” nel 1930.
Però anche in Italia non scherziamo: il colonnello Paolo Angioni ricorda che “In Italia, patria dell’inventore del Sistema Naturale di Equitazione, la Federazione Italiana Sport Equestri ha pubblicato in bozza nel 1997 un Testo-guida per la preparazione degli istruttori di equitazione. I quattro redattori hanno scritto nella prefazione che il testo è “la sintesi corale” dei libri elencati nella bibliografia. Nella bibliografia sono elencati cinquantuno testi, quarantuno di autori esteri, dieci di autori italiani. Tra i dieci autori italiani non c’è il nome di Federico Caprilli”.
Per tornare al nostro amato Reagan, grande amante dei cavalli, mi convinco sempre più che il cavallo, in se stesso immagine di libertà, ispiri sentimenti liberali in chi lo conosce. Federico Tesio scriveva infatti nel 1946: “Il fisco è un male necessario….Il fisco deve mungere la vacca, ma non far morire di fame la vitella, perché altrimenti ben presto non avrà più vacche da mungere….Controllate le scommesse, cioè i profitti delle Società di corse. Prelevatene una giusta quota, ma non ammazzate i proprietari, perché con loro moriranno anche gli operai. Ridate ad ogni società libertà di concorrenza. Soltanto da questa libertà nasce il progresso”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie. Non sapevo che Tesio fosse anche un liberale in materia fiscale! Come ha saputo del mio concorso ippico di Catania (1960) all’epoca della mia maturità?
Cordialmente,
am
Caro Professore,
Комитет Государственной Безопасности CССР – Первое Главное управление – Отдел Наблюдения за Политическими Деятелями Капиталистическых Стран – Разделение Франция и Италия – Дело Мартино Антонио 22 дек 1942
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore,
a parte lo scherzo qui sopra (ma non mi stupirei affatto che la notizia della Sua partecipazione al concorso ippico di Catania nel 1960 fosse stata debitamente registrata dal KGB in modo da poterla utilizzare in futuro qualora se ne fosse presentata l’occasione) quella informazione me l’ha fornita Lei stesso, sicuramente più di un anno o due fa, scrivendola forse su questo stesso sito.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professore, cari ADAMs,
il soprano moldavo (la presidenta mi denuncerà all’inquisizione prada-liberal) Irina Lungu ha fatto sapere che il più famoso teatro lirico di Barcellona (El Liceu, situato, guarda un po’, sulle Ramblas), che sta per mettere in scena “Il Viaggio a Reims” di Gioachino Rossini (vi si racconta di un viaggio verso la cattedrale di Reims di un gruppo di aristocratici per assistere all’incoronazione di Carlo X) le ha imposto di modificare l’aria del suo personaggio (Corinna) della Scena Undicesima “Arpa Gentil” ed invece che “Come sul Tebbro e a Solima, foriera di vittoria, simbol di pace e gloria la croce splenderà” dovrà cantare ” simbol di pace e gloria l’amore splenderà”.
Ovviamente per non turbare i mussulmani che, come ben si sa, sono assidui ed appassionati frequentatori di teatri d’opera.
Peccato che agli occhiuti censori catalani sia però sfuggita la strofa precedente “Contro i fedeli ancora lotta falcata luna, ma al sacro ardir fortuna propizia ognor sarà.” dove “falcata luna” non credo sia un riferimento puramente astronomico.
Bello comunque il commento del soprano (la recidiva mi farà marchiare dalla presidenta come delinquente abituale e la stessa proporrà all’aula di approvare una legge su questa materia simile a quella penale californiana: al terzo strike sei out: ergastolo!) che, dovendo prossimamente cantare nel ruolo di Leila ne “Les Pecheur de Perles” di Bizet “O Dieu Brahma! O maitre souverain du monde!”, si chiede se dovrà sostituire Dieu Brahma con qualcosa tipo pace e gloria sia con voi o se Brahma verrà giudicato più politicamente corretto di croce e pertanto non offenda i mussulmani.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Come si metteranno con il Flauto Magico?
Dovranno sopprimere del tutto il personaggio di Monostatos
Caro TD,
non li provochi o riscriveranno in modo corretto tutto il melodramma!
am
Caro Franco,
una storia allucinante di ordinaria follia! Le assurdità del nostro tempo avrebbero dovuto anestetizzare la nostra capacità di stupirci, ma evidentemente non ci sono riuscite ancora. Grazie per questa segnalazione; cercherò di ricambiare mettendo una parola buona a suo favore con la nostra Presidente (o presidenta?).
am
Caro Professore,
che giudizio dà sul reddito di inclusione appena varato dal Parlamento?
Massimo B.
Caro Massimo,
a occhio e croce mi sembra una cosa insensata, ma forse dovrei studiare e riflettere sul provvedimento.
am
Caro Professor Martino,
ho appena finito di leggere su Libero odierno, pagina 25, un articolo di Stefano Casini dal titolo LA FINE DEI SOLDI, sottotitolo Per salvare il mondo dal male si cancelli la cultura del contante.
LA FINE DEI SOLDI è un libro di certo “economista” (? !) Kenneth Rogoff, docente all’Università di Harvard e già capo economista del FONDO monetario internazionale.
Ma costui non sa che abolendo il contante il cerchio si chiude e la nostra libertà sarebbe finita? , non sa che è lo Stato il male assoluto e che inesorabilmente sarà libero di tosare fino al sangue un popolo di pecore?
La prego legga l’articolo di cui sopra e risponda a tanta scemenza da par suo.
Grazie anticipatamente ed i più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Caro Barabaschi,
mi perdonerà, spero, se non leggerò il pezzo da lei indicato e mi asterrò, quindi, dal commentarlo. Lei ha pienamente ragione: l’uso del contante è un prezioso presidio di libertà personale. A differenza di assegni e carte di credito, i pagamenti in contante non lasciano traccia. La cosa per la maggior parte di noi è quasi sempre irrilevante (non abbiano nulla da nascondere), ma ci affranca dalla possibile persecuzione degli intriganti, spesso malintenzionati. Lo Stato fiscale e tassassino odia il contante perché non gli consente di occuparsi dei nostri affari.
am
Ma costui non sa che abolendo il contante il cerchio si chiude e la nostra libertà sarebbe finita?
***
Certo che lo sa. E’ per questo che vuole abolirlo.
IN UNO STUPRO IL PEGGIO VIENE SOLO ALL’INIZIO, POI UNA DONNA DIVENTA CALMA E GODE COME UN RAPPORTO SESSUALE NORMALE
Lo ha autorevolmente affermato un amico della Boldrini e mica un becero incolto ma un mediatore culturale
Complimenti al cavalier Berlusconi per i suoi nuovi amici
Presidente Martino, amici del Blog
Un grazie a Nicola Porro per la condivisione su Facebook di questo video:
“Mi fai finire di parlare pretacchione?”
https://youtu.be/oOdqqeTmvk0
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
grazie a lei e a Nicola Porro per questa riesumazione. Avevo dimenticato l’episodio.
Cordialmente,
am
Caro Professor, una grande notizia data con grande discrezione:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/crepe-nellarea-euro-c-primo-stato-doppia-moneta-1433412.html
Questo studio è stato fatto da Lei per il caso Greco, non è vero? Anche penso che Lei ha elogiato certi ragazzi del governo Lettone nel passato, se non erro.
Caro PM,
non ho nulla a che fare col pezzo da lei segnalato né col governo estone. Mantengo, tuttavia, la mia convinzione che l’adozione di una moneta parallela sia il modo migliore per uscire dall’euro. Il Foglio scrive contumelie all’indirizzo di chi la pensa così, ma, a parte la mancanza di stile, ha torto.
Cordialmente,
am
Chiedo scusa, ho scritto di forma confusa. Grazie per il gentile chiarimento.
Ma i baltici non erano i piu’ feroci difensori dell’Unione Europea??
Ho in mente che c’era un gruppo di giovanni liberali in Estonia che davano una buona impressione qualche anno fà.
Caro Professore, ci terrei ad avere una sua opinione su questa mia riflessione. Nel 1996, la mancata alleanza elettorale del Polo delle Libertà con la Lega Nord del “traditore” Bossi determinò la vittoria dell’Ulivo alle elezioni e l’elezione di Ciampi alla presidenza della Repubblica nel 1999, a seguito della maggioranza parlamentare di centrosinistra. Nel 2006, la mancata alleanza elettorale con il partito del “voltagabbana” Mastella determinò la vittoria di misura dell’Unione e la conseguente elezione al Quirinale di Giorgio Napolitano in virtù della maggioranza parlamentare di centrosinistra. Nel 2013, la mancata alleanza elettorale col partito di Giannino ha determinato la vittoria di misura del Partito Democratico, la rielezione di Napolitano, l’elezione di Mattarella ed il livello più alto mai raggiunto prima d’ora di pressione fiscale. In questi giorni, nel centrodestra, si discute sulla possibile alleanza con Alfano in vista delle politiche del 2018. Qualcosa mi dice che prevarranno i ragionamenti “puristi” di quei geni incompresi chiamati Salvini e Meloni. Personalmente non ho alcuna stima di Alfano e soci, ma la storia insegna che la politica non si fa con le questioni di principio, bensì con le convenienze del momento. Per qualcuno è preferibile veder vincere PD o M5S pur di rimanere vergini. Io preferisco sporcarmi le mani ed allearmi con il demonio pur di evitare che i sopracitati partiti si inventino altre tasse, in quanto la fantasia umana, su tale terreno, non è mai troppa. Inizio a temere una “air tax”. Lei come la vede?
Massimo B.
Caro Massimo,
la convenienza delle alleanze non è suscettibile di essere analizzata in modo da pervenire a conclusioni certe. La sua presentazione è molto semplificata e non necessariamente sempre corretta. Un dato abbastanza attendibile è che gli elettori di centro-destra non sopportano i “traditori”: hanno liquidato Fini, fortemente ridimensionato Casini e detestano cordialmente il “diversamente berlusconiano” Angelino Alfano. Stando così le cose, è assai probabile che un accordo con Alfano ci farebbe perdere più voti di quanti ce ne farebbe guadagnare. La storia di Mastella prima e Giannino poi non ha nulla a che vedere con le altre: non fu un rifiuto del centro-destra a non fare realizzare un’alleanza, ma la loro indisponibilità a volerla.
Cordialmente,
am
Le sue argomentazioni mi hanno quasi convinto. Rimane in me il timore di una vittoria del PD alle prossime elezioni che non posso non vedere come male assoluto. La ringrazio per le spiegazioni in quanto avevo alcune convinzioni su episodi del passato che non erano supportate dai fatti.
Massimo B.
Caro Massimo,
una vittoria del PD sarebbe un male, ma una del M5S sarebbe una vera catastrofe! Cerchiamo di essere ottimisti: se prevediamo calamità, soffriamo due volte!
am
Caro Professore, cari ADAMs,
perdonatemi se mi materializzo nuovamente per tormentarvi, ma questa è troppo grossa.
Il livello di imbecillità dei sedicenti giornalisti penso superi quello degli attuali parlamentari (con una eccezione)
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/giappone-trovata-bomba-centrale-nucleare-fukushima-1429810.html
Il giornalisto (boldrinianamente parlando) Gianni Carotenuto (e dire che per essere iscritti al fascistissimo albo occorre superare un esame) scrive:
“Una bomba che risale probabilmente alla seconda guerra mondiale è stata scoperta in Giappone all’interno del recinto che circonda la centrale nucleare di Fukushima, teatro dello spaventoso incidente del marzo 2011 avvenuto a causa del terremoto e del conseguente maremoto che sconvolsero la città.”
“Come si legge nel comunicato diramato dai responsabili della centrale, oggetto sei anni fa di quattro terribili esplosioni che sconvolsero Fukushima,”
” La zona dove è stata trovata la bomba è disabitata da diversi anni, dopo l’ondata di radioattività scaturita dalle famose esplosioni dell’11 marzo 2011″.
Sarebbe bello sapere da questo giornalisto di quale “spaventoso incidente”, di quali “quattro terribili esplosioni” e di quale “ondata di radioattività scaturita dalle famose esplosioni” parla.
Dato che probabilmente si è limitato a tradurre un take di agenzia, avrebbe almeno potuto usare il pochissimo di intelligenza e spirito critico di cui, senza sua colpa, la natura l’ha dotato prima di mettere la sua firma sul pezzullo.
E’ proprio vero che una menzogna ripetuta con insistenza scava come un tarlo la propria via nelle menti deboli e vi prende comoda dimora.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
proprio così: ripetere ad nauseam una notizia falsa la fa accettare come vera. Gli incidenti nucleari hanno, in genere, causato molte meno vittime di quanto si sia fatto credere all’opinione pubblica. Oggi chi non legge i quotidiani è poco informato, chi li legge assiduamente è disinformato!
am
Caro Professore,
l’unico Marx della storia degno di essere studiato e ricordato, parlo del grande Groucho, disse che non avrebbe mai voluto essere membro di un club che avesse accettato un tipo come lui tra i propri soci. Purtroppo Lei è membro di un club che non solo ha accettato tra i propri soci ma lo ha addirittura nominato presidente una signora, sono all’antica e ricorro all’ormai desueta forma di galanteria (lo stesso Marx di cui sopra era solito al baciamano con le signore “perchè da qualche parte bisogna pure cominciare”), che mi pare avrebbe necessità di urgente consulto medico oltre che di lezioni intensive di analisi logica, morfologia e sintassi della lingua italiana.
Apprendo che la presidenta della Camera “ha deciso di imporre norme rigide ai suoi “dipendenti”. Dal 4 settembre o le dipendenti di Montecitorio accetteranno di farsi chiamare con l’indicazione della propria funzione declinata al femminile ritirando i nuovi tesserini o rischieranno di restare fuori dalla Camera risultando, pertanto, assenti. Un ordine di servizio della Boldrini indica “alcuni indirizzi generali per le attività amministrative che prevedono, tra l’ altro, l’ adozione di un linguaggio rispettoso delle differenze di genere in tutti gli atti e i documenti”. Ciò nonostante che lo scorso dicembre i sindacati interni della Camera avessero scritto una nota che sottolineava come il rispetto della parità di genere non può comportare l’ imposizione della declinazione al femminile della professionalità, in presenza di una diversa volontà della lavoratrice.”
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
quello presieduto dalla sig.ra Boldrini non è un club. Nessun circolo, nemmeno il più dissennato, accetterebbe come soci i nostri deputati. Quanto al marxismo (secondo il grande Groucho) del genere praticato dalla sullodata signora, mi sa dire che bisogno c’era di inventarsi il “femminicidio”? Non mi risulta esistere il “maschicidio” ma solo l’omicidio, che è l’uccisione di un essere umano, maschio o femmina che sia. Perché questo inutile neologismo?
Come avrebbe detto Mike Buongiorno, “allegria”!
am
Caro Professore,
tra l’altro, secondo le statistiche i femminicidi commessi da maschi sono in numero su per giù uguale a quello dei maschicidi commessi da femmine.
Per buona misura si sono inventati l'”omicidio stradale” quando mi pareva che il codice penale prevedesse delle aggravanti per il reato di omicidio che, se applicate correttamente dai nostri magistrati, portassero all’irrogazione di pene alquanto severe e proporzionate alla fattispecie.
I nostri attuali parlamentari, di un livello che definire infimo è caritatevole, sono impegnati in una corsa verso il baratro per produrre, in quantità sempre crescenti, leggi inutili, scombinate e dannose anzichè occuparsi dei reali problemi (la presidenta direbbe forse problematiche) del paese.
Non per nulla un liberale come Bruno Leoni (di cui a novembre ricorrerà il cinquantenario della scomparsa) era un fiero avversario della frenetica produzione legislativa.
Credo che, con l’attuale parlamento, i costi della politica sarebbero pienamente giustificati se venisse approvata una sola legge: “Al parlamento è vietato approvare leggi”. Non so però se qualche logico matematico vi potrebbe ravvisare una contraddizione.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
da anni auspico la formazione alla Camera di un “repeal group” come quello della House of Lords, che abbia come obiettivo l’abolizione di leggi esistenti. Lo scarso successo del gruppo inglese non mi preoccupa: basterebbe offrire un compenso pecuniario per ogni legge abrogata! Ma lei ha ragione: è per questa ragione, fra l’altro, che ero contrario alla riforma proposta da Renzi. Non dobbiamo sveltire, facilitare la produzione di leggi ma, semmai, ostacolarla, rallentarla per evitare di essere letteralmente sommersi da una quantità enorme e inapplicabile di nome inutili e liberticide.
Cordialmente,
am
Presidente Martino
Siamo una Nazione di Invidiosi governata da Malevoli!
Saluti Matteo Napoletano
Che l’invidia sia un fenomeno generale è risaputo: che essa rappresenti un bisogno economico, la cui soddisfazione, se fosse suscettibile di essere quantificata, dovrebbe essere inclusa nel calcolo del reddito nazionale, è, forse, meno noto.
Vediamo di chiarire. Consideriamo il fenomeno dell’evasione fiscale, e chiediamoci quale sia l’ammontare “ottimo” di mezzi che una data società deve dedicare alla lotta alla evasione.
La risposta al quesito è fornita dai normali strumenti dell’analisi economica. Come per l’impiego di qualsiasi mezzo al raggiungimento di un dato scopo, anche per l’impiego di mezzi per la lotta all’evasione vale la legge dei rendimenti decrescenti. Cioè, incrementi successivi di mezzi alla lotta all’evasione producono — oltre un certo punto — benefici via via minori (in termini di imposte ‘recuperate’).
Quando l’evasione si annulla, un incremento nell’impiego di mezzi per la lotta all’evasione non rende nulla, perché tutti hanno pagato tutto il dovuto. D’altro canto, se questo è vero, è anche vero che il costo della lotta alla evasione per unità di risultato (per esempio, un milione; di, imposte ‘recuperate’) è crescente.
L’ammontare ottimo di mezzi da dedicare alla lotta all’evasione è, quindi, quello che rende uguali al margine il costo e il beneficio. Questo, in termini non rigorosi, il discorso dell’economista sul problema.
Ma un gruppo ristretto di studenti qualificati cui ci capita di prospettare tale idea non se ne dimostrarono persuasi. Il fatto che fosse anti-economico spendere un miliardo per ‘recuperare’ cento milioni era, per costoro irrilevante.
Perché? Superati gli argomenti banali del tipo “l’evasione è un reato che va perseguito a ogni costo, si arriva a quella che è da reputare la spiegazione valida.
I contestatori sostenevano di fatto che la differenza (positiva) fra costo e risultato della lotta all’evasione non rappresentava una perdita netta per la società, ma era impiegata per la soddisfazione di un bisogno “sociale”, perché l’idea che qualcuno facesse franca faceva star male i contribuenti onesti.
Quindi, dicevano gli studenti, quei cento milioni recuperati avevano un valore, in termini di soddisfazione, maggiore di cento milioni (tale da giustificare persino la spesa di un miliardo per assicurarli all’erario?).
Come si chiama questo bisogno “sociale”? Si chiama invidia. Interpretando liberamente lo schema di un filosofo di Harvard, il professor Robert Nozick, che ha di recente messo a rumore il mondo accademico con un libro splendido (Anarchy, State, and Utopia, New York 1974), la situazione può cosi essere sintetizzata:
LUI
L’ALTRO
A
Sì
Sì
B
Sì
No
C
No
Sì
D No
No
Dato un certo bene, la tabella configura quattro situazioni, il cui confronto ci consente di valutare le preferenze di un dato individuo, a seconda che quel dato bene l’abbiano sia lui che l’altro, lui ma non l’altro, l’altro ma non lui, o nessuno dei due.
Un individuo normale, che ricava soddisfazione dal vedere che gli altri stanno bene, ma che attribuisce al suo benessere un valore maggiore che a quello degli altri, preferisce la situazione A (in cui tutti e due hanno il bene) alla B (in cui l’ha lui solo); la B alla C (in cui l’ha solo l’altro, la C alla D (in cui non l’hanno né lui né l’altro).
Un egoista, che si preoccupa solo di sé e non si cura degli altri, è indifferente fra la situazione A e la B (non fa differenza per lui che l’altro l’abbia o meno); ed è indifferente fra la C e la D. (Ovviamente, preferisce le situa-zioni A e B alle situazioni C e D.)
Un invidioso, che sta male quando gli altri hanno quello che lui non ha, è indifferente fra A e B, ma preferisce la D alla C (e la B alla D).
Un malevolo, che gode del fatto di stare meglio degli altri, infine, preferisce la B alla A, e la D alla C (e può persino essergli indifferente avere la A o la D).
Morale: il ragionamento degli studenti vale nella misura in cui la maggioranza della gente a costituita da persone che appartengono alle ultime due categorie, cioè da ‘invidiosi’ e ‘malevoli’. Non varrebbe invece se la maggioranza fosse costituita da individui `normali’ o `egoisti’.
PS. Come dovrebbe risultare evidente al lettore attento, le considerazioni che precedono non vogliono né giustificare l’evasione, né sostenere che non si debba combattere il fenomeno con energia e decisione.
Quello che si vuole sostenere è che le regole dell’economicità vanno rispettate anche in questo caso, a meno che non si attribuisca valore ‘sociale’ alla soddisfazione.
Antonio Martino, Il Giornale 11 marzo 1977
Caro Matteo,
grazie per questa riesumazione. Quello era un tempo nel quale avevo spesso ispirazioni importanti e scrivevo pezzi che leggo ancora oggi con piacere. Gli anni, tuttavia, passano, la creatività intellettuale si offusca e diventa difficile trovare spunti brillanti. Il fatto che lei abbia voluto ricordarmene uno mi ha fatto felice. Grazie e buona estate,
am
Caro Professore, caro Matteo,
mi ero dimenticato di questo pezzo, che pure avevo letto a suo tempo. Grazie.
Al riguardo vorrei raccontarvi ciò che mi disse un mio anziano amico sovietico, alto dirigente di un ente commerciale (per definirne il carattere dirò che una mattina in cui lo accompagnavo a Malpensa per farlo imbarcare sul volo Aeroflot per Mosca, avendogli fatto notare che stavamo passando davanti a Villa Caproni a Vizzola Ticino, gli vennero le lacrime agli occhi perchè lui, grande appassionato di aviazione che si doleva di non aver potuto arruolarsi in aeronautica durante la “Grande Guerra Patriottica” non avendo superato il test della forza centrifuga, considerava Caproni il più grande costruttore di aerei della storia).
Mi chiese il sig. Zaudal’skiy se conoscessi la differenza tra un sostenitore del capitalismo ed un comunista: il capitalista vedendo qualcuno enormemente più ricco di lui si augura di potersi arricchire anche più del soggetto in questione, mentre il comunista gli augura di diventare anche più povero di se stesso.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
le persone come il suo amico russo fanno sentire nostalgia per il passato. Purtroppo, non ci sono più né loro né quei tempi.
am
Presidente Martino
La concorrenza aumenta, Giuseppe Benedetto (Fondazione Einaudi) e Davide Giacalone (Libero) hanno fondato un altro partito liberale: LiberaItalia…
E con questo siamo a cinque, avanti c’è posto!
Saluti Matteo Napoletano
Caro Matteo,
non sempre “due è meglio che uno”, né che cinque sia meglio che nessuno!!
am
Meno male abbiamo il Suo esempio, Professor : http://www.ilgiornale.it/news/incentivi-ferro-thatcher-1428720.html
Caro Professore,
mi perdoni se la brucio sullo scatto, ma, siccome in Italia, tranne l’altro giorno Paolo Guzzanti, ha il coraggio di dirlo, in ambito Thatcheriano mi pare doveroso non far passare sotto silenzio questo
http://www.lintraprendente.it/2017/08/its-economy-stupid-perche-donald-sta-vincendo/
Tra l’altro è disperante constatare il livello di imbecillità dei commenti all’articolo citato da PM (confido non sia l’acronimo di pubblico ministero). Purtroppo l’Italia è piena di fascio-catto-comunisti che continuano a starnazzare le loro idiozie recuperate dal letamaio della storia (e non si tratta di margaritae in sterquilino).
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
ottima segnalazione di un articolo molto bello. Grazie,
am
Caro PM,
grazie per la segnalazione. Il pezzo mi era sfuggito e l’autore è molto cortese nei miei confronti. MT è stata, a modo suo, un gigante ideologico e politico e una persona eccezionale.
am
Caro Professore,
ci ha lasciati Enzo Bettiza. Pur non essendo un liberale classico (se non ricordo male nella sua esperienza politica all’interno del PLI fu un fautore del Lib-Lab) fu comunque uno dei nostri e, come tutti i grandi liberali, di grande intelligenza, cultura e (anche se un filo altezzosa) signorilità.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
vero. Enzo Bettiza, anche se aveva idee a volte diverse dalle nostre, era uno di noi. Lo consideravo un amico prezioso ed era sempre un piacere incontrarlo e parlargli.
am
Un ottíma notizia
Il PD ha proposto di approvare un’imposta patrimoniale per mantenere i migranti.
La classica fava che fa prendere due piccioni.
Se poi qualcuno avesse ereditato una casa e non potesse pagare può sempre svendere la casa a metà prezzo a qualche società immobiliare tedesca.
Come dicono i francesi …… TOUT SE TIENT
L’offerta di manodopera a basso costo dovrebbe essere un regalo per qualunque economia.
Il fatto che la burocrazia e le marchette esagerate (che impone lo Stato su stipendi anche bassissimi) impediscano a questa economia di sfruttare tale opportunità è la prova provata che questo sistema politico giuridico non funziona.
E che la colpa è degli ostacoli normativi e tributari imposti dal diritto e dall’autorità pubblica.
Invece che indicare il dito (l’immigrazione), bisognerebbe indicare la luna (l’impossibilità di sfruttarla) per dimostrare l’assurdità del sistema paese.
Se i nostri intellettuali non colgono un’occasione così ghiotta e palese per distruggere le formule politiche (*) che puntellano questo sistema ignobile, possiamo abbandonare qualunque speranza di cambiamento.
(*) la “difesa del posto di lavoro”, il “valore legale del titolo di studio”, gli “ordini”, i “salari minimi”, la confusione tra sistema pensionistico ed assistenziale, l’equivoco tra “diritto acquisito” e privilegio, gli errori mortali nel calcolo del reddito imponibile, i contratti nazionali del lavoro”, le modalità assurde del permesso di soggiorno, l’eliminazione delle caratteristiche di risarcimento, rimborso e deterrenza dalla definizione di pena, il significato contrattualistico di “cittadinanza”, quello di “solidarietà” etc.
Marchette e tasse esagerate peserebbero anche sugli stipendi dei migranti.
Resta da capire dove sono i posti dei lavoro che potrebbero coprire i migranti.
REsta anche da capire come risolverebbe la situazione un’imposta patrimoniale
Caro Guido,
nel 1870 l’Australia aveva il più alto reddito pro capite al mondo, ed era un continente vuoto. Anche gli USA erano un continente vuoto. Ma, mentre gli USA dal 1870 al 1926 hanno seguito una politica di “porte aperte”, l’Australia ne seguì invece una di immigrazione rigidamente selezionata. Nel 1926, mentre gli USA erano diventati la pima potenza economica al mondo, l’Australia era rimasta un continente vuoto. La nostra situazione è diversa, ma la morale della storia vale anche per noi: è il capitale umano il motore dello sviluppo economico e la sorgente della prosperità. Certo se, invece di lasciarli a se stessi, ci diamo ad “accoglierli” elargire solidarietà e via farneticando, gli immigranti smettono di essere una risorsa e diventano un problema. In altri termini, lei ha ragione.
Cordialmente,
am
Grazie!
Le rubo la risposta (citandola, mica voglio incorrere in plagio…).
Caro Guido,
grazie. Ne faccia ciò che crede,
am
Non saranno la prima potenza economica del mondo ma a quel che che so, nel complesso, oggi si vive molto meglio in Australia che in Usa.
Mi sembra che lei pervenga a conclusioni epocali in base a evidenza evanescente!
am
Difficile dire se si viva meglio in Australia o USA, ma posso citare quel che mi disse un paio di anni fa una persona operante in campo finanziario in ambito internazionale: OGGI NEGLI USA PRIMA SI PAGANO LE TASSE E POI SI MANGIA.
Personalmente ho tanto l’impressione che gli USA siano ben avviati verso il comunismo considerata la sempre minore tutela che ivi gode la proprietà privata in un mondo dove oramai tanti marxisti -non certo quellli del PD- asseriscono che non ci sia alcun male nel tutelare la proprietà privata
Caro Professore, cari ADAMs,
post, sfogo ragionato dal titolo “L’Italia ed il Mondo, tra il passato ed il futuro”
http://ilsognoliberaleitaliano.com/2017/07/13/litalia-ed-il-mondo-tra-il-passato-ed-il-futuro/
Caro Lucio,
grazie. Considerazioni vere e tristi!
am
Caro Professore, cari ADAMs,
nuovo breve post sul sito-blog amatoriale “Il Sogno Liberale Italiano” dal titolo: “Breve riflessione (domanda) sullo Ius Culturae”
http://ilsognoliberaleitaliano.com/2017/07/10/breve-riflessione-domanda-sullo-ius-culturae/
Caro Lucio,
grazie per la segnalazione. In effetti, c’è del paradossale in questo nostro atteggiamento.
am
Piuttosto il Professore, stante il Suo passato accademico, potrebbe illuminarci su un fatto. Nel corso della presente querelle -quella sui 38 mld che ci farebbero guadagnare le risorse- è emerso che anche l’inconcepibile BOERI è un “bocconiano” …. con licenza parlando.
Premesso che dubbi sulla qualità dell’università Bocconi già sorgono per avere avuto come rettore tale Mario MONTI, il cui nome è in se ipso una garanzia di sfacelo ed incompetenza, senza contare poi che è divenuto rettore con una asfittica quantità di pubblicazione per le quali al massimo avrebbe potuto essere assunto come bidello del suddetto ateneo, noto con sconcerto che tutti i bocconiani ogni volta che parlano è un’occasione che perdono per stare zitti. Ma allora perché questa allegra combriccola di accademici gode di sì tanta e diffusa ed incontestata considerazione?
Ah saperlo! direbbe il compianto Pazzaglia.
Caro TD,
il suo scetticismo nei confronti dei bocconiani non è infondato. Tuttavia, se fossi in lei lo mitigherei e lascerei spazio per eventuali eccezioni da riconoscere. In realtà, il tallone d’Achille di quella università è la microeconomia, cioé l’analisi economica. Sono molto ferrati in economia aziendale e discreti in macroeconomia, deboli invece nella teoria del mercato. E’, forse, per questa ragione che alcuni di loro dicono cose poco sensate nel campo della politica economica.
Cordialmente,
am
Caro Professore,
cosa pensa delle parole di Tito Boeri in merito al fatto che con la chiusura delle frontiere l’INPS rischia un buco da 38 miliardi? Dobbiamo continuare a tollerare una immigrazione di massa per salvare i conti INPS (ammesso che sia attendibile quanto dice) oppure si potrebbe puntare ad un sistema integrato di immigrazione controllata con la sospensione del pietismo pubblico come primo passo fondamentale?
Massimo B.
Per favore, non disturbi il professore per queste scempiaggini. Nessuno ha preso sul serio le parole di Boeri. Nemmeno i piddini si sono azzardati a difenderle. E’ una chiara iniziativa da servo sciocco: sollevare polverone per nascondere le responsabilità del padrone.
Amico mio, scrivo da anni su questo blog e penso di potermi permettere di “disturbare” il professore anche per presunte scempiaggini. Sul punto io non credo che Boeri abbia detto assurdità, stante il tasso di fecondità del popolo italiano, che è bassissimo. Credo che in futuro non si possa prescindere dall’immigrazione proprio per tali motivi. Io però sono a favore di una immigrazione di qualità. Trattandosi di fenomeno a mio parere va dominato e non subito come avviene ora. Il pietismo e l’assistenzialismo statale, elargito coi soldi dei contribuenti, mi sembrano i veri scandali su cui porre l’attenzione.
Massimo B.
Mi spiega quale vantaggio alle casse INPS possono portare alcuni tangheri senza arte né parte e senza un mestiere e senza voglia di lavorare che passano le loro giornate a giocare a pallavolo o calcio o in risse?
Nessun vantaggio. Solo problemi. Non a caso io parlavo dell’immigrazione in generale non dell’immigrazione gestita dalle ONG.
Massimo B.
Caro Massimo,
sulla quantificazione non mi pronunzio, non ho dati che mi consentano di confermarla o smentirla. Il fatto, però, è reale: la denatalità mette il nostro sistema pensionistico in condizioni di potenziale bancarotta: il numero di pensionati e la durata del periodo pensionistico sono in notevole crescita, il numero di contributori (giovani e persone di mezza età che versano contributi) cresce poco o nulla. Se non si riforma il sistema pensionistico, in un futuro non molto lontano, l’INPS non potrà più pagare la pensione a chi ne ha diritto. Questo, ovviamente, non significa che l’immigrazione risolva il problema né che sia l’unica soluzione, ma è vero che contribuisce a rendere meno assillante il problema. Senza i contributi pagati dagli immigrati, le risorse dell’INPS diverranno inadeguate in tempi più recenti. Questa bomba a orologeria esiste da anni ed è ben nota a quanti si occupano del problema. Ma quasi tutti i politici preferiscono ignorare il problema, come se così facendo si risolvesse da solo!
Cordialmente,
am
Caro professore , bentornato , non riuscivo a trasmettere il post , credo per motivi tecnici dei miei congegni . Abbiamo il nuovo Sindaco a Monza di Forza Italia , il che fa ben sperare .
La gente che non vota circa 50 % e ‘ inconsapevolmente liberale , il fallimento dello Statalismo e ‘ sotto gli occhi di tutti e le tesi liberiste di Hayek della “Via della schiavitù ” mai cosi attuali . Purtroppo il pensiero Liberale e poco conosciuto . Che sia anche un problema di Marketing ? Servirebbe piu ‘ diffusione delle idee liberali , c’ e ‘ troppo subcultura statalista sia pop che accademica . Ma se ce la fatta la Cina potremmo farcela anche noi . Ho letto di un viaggio di Milton Friedman in Cina negli anni 80 , che ha dato importanti consulenze su questione di Inflazione all’ allora premier Cinese e abbia fatto del bene anche laggiu’ . Le spieghero ‘ meglio l ‘ articolo non era semplice ( per me da leggere sui tassi di cambio che creano flessibilità ) . Un abbracciò da Shangai , sono ambasciatore del Made in Italy per Fiera di Nanchino . Viva l’ Italia il suo export e viva l ‘ intramontabile piccolo gregge di Liberali Adam e Lei , un grande made in Italy luxory , una Ferrari top Liberale , sempre Number one !
Saluti Giovanni
Caro Giovanni,
anzitutto grazie per le cortesi parole. Il viaggio di Milton in Cina fu storico. Gli dissero che avrebbero tradotto in cinese i suoi libri ma che non potevano pagargli i diritti d’autore, perché non ci credevno. Lui rispose che nemmeno lui credeva ai diritti d’autore! Buon lavoro e buona estate,
am
Caro Professore, cari ADAMs,
mi permetto di segnalare queste considerazioni, che mi sembrano veramente liberali e non prada liberals, del grosso anatide
http://www.lintraprendente.it/2017/06/torna-lo-stato-etico-in-europa/
su un tema sul quale mi sarei aspettato che anche la chiesa, tanto più che si trova nelle grinfie del gesuita misericordioso, esprimesse il proprio parere alla luce della dottrina, ma che pare glie ne freghi molto meno di nulla: rendono di più i “migranti” accolti in casa d’altri.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
grazie per la segnalazione. Effettivamente siamo al massimo del paradossale. Ci vorrebbe la penna di Pirandello per commentare una vicenda assurda, surreale, inumana. Si ordina di lasciare morire un neonato, senza nemmeno provare a salvarlo. esiste quindi un obbligo di tirare le cuoia in presenza di date condizioni? Preferisco non pensarci, mi nausea anche solo a considerarla.
am
Per quanto posso essere d’accordo in linea di principio con le tesi di ocone , nel caso specifico ci andrei piano.
Abbiamo sempre accusato lo stato per l’accanimento terapeutico ( vedi il caso englaro) ora accusiamo i giudici di nazismo ( questo è il termine che leggo tra le righe).
Non voglio credere che dei medici abbiano chiesto di staccare la spina senza aver provato di tutto per salvarlo. Mi piace pensare che i giudici abbiano verificato se il medico statunitense sia o no un ciarlatano. Perché se dei medici chiedono di far morire un essere umano e la giustizia glielo concede Hitler gode
Caro Alberto,
il punto è un altro: cosa diavolo c’entrano i giudici (europei per di più) in un caso di decisione relativa alla vita di un bambino? Se i genitori vogliono portarlo a casa o tentare una terapia diversa, devono chiedere il permesso ai giudici europei? Ha senso pretendere che nel decidere come curare il proprio figlio debbano sottoporre la loro decisione allla valutazione di un collegio di magistrati?
Cordialmente,
am
caro Prof, se Lei ha più paura della sentenza che fa giurisprudenza sono d’accordissimo con Lei, perchè oggi è il bimbo incurabile domani potrebbe toccare a chi ha il raffreddore. Ripensandoci, morire per morire, lasciate a chi ne ha la patria podestà l’amara decisione, tanto cosa cambia se è incurabile?
grazie
ap
Egregio Signor Filippo,
grazie degli auguri. Che la vita le conceda tanta serenità.
Cordialmente,
Pietro Barabaschi
Egregio signor Cattaneo,
semplicemente grazie per i graditissimi auguri. Ricambio augurandole tanta serenità.
Pietro Barabaschi
Gent.le Sign. Barabaschi
Raramente intervengo ma leggo spesso questo blog, compresi i suoi interventi.
Volevo solo augurarle di rimettersi presto
Filippo
Carissimo Professor Martino,
mi scuso innanzitutto per essermi accorto solo oggi che lei è tornato: bentornato! e grazie per avermi fatto felice in un periodo buio della mia vita. Sto combattendo un morbo degenerativo e, per fortuna, la mia salute è stazionaria. La voglia di poter fare qualcosa sotto la sua guida per il bene di ogni singola
persona italiana è sempre viva.
Assolutamente daccordo con lei sul bipolarismo, anche se preferirei il sistema americano. Aggiungo che per quanto riguarda il vincolo che lega il parlamentare
al suo elettore, sarei spietato: niente cambi di casacca e perdita senza se e senza ma del “posto”. In fin dei conti il parlamentare è un procuratore che ha l’obbligo
eseguire.
Termino con una domanda. Cosa pensa del Prof. Rodota’ spento da pochi giorni (parce sepulto) che io ebbi la sfortuna di incontrare per una vertenza sindacale
quando ero Presidente di Confindustria Teramo? Il mio parere fu assolutamente negativo.
Grazie ancora del suo ritorno e i più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Caro Barabaschi,
ben ritrovato! Mi spiace sentire dei suoi problemi di salute ma mi auguro che si risolvano bene e presto. Non conoscevo bene Rodotà, solo di vista. Incontrandomi, mostrava una specie di ossequioso rispetto nei miei confronti. Ma qualcuno mi disse che era il suo normale modo di fare. Come osservatore esterno, non ne ho mai avuto una grande considerazione: mi sembrava un tipico esponente della “gauche caviar” o dei “Gucci radicals”!
am
Egregio signor Barabaschi,
consenta ad uno sconosciuto di associarsi ai voti del Professore per la Sua salute.
Caro Professore, mi è molto piaciuta la, per me nuova, definizione di “Gucci radicals” che mi offre lo spunto per proporre “Prada radicals”, tenuto conto delle simpatie della signora in questione (insopportabile pasionaria del “movimento studentesco” – da cui sappiamo quali bande politiche sono discese – del ’68 milanese cui partecipava ben foderata dei quattrini di mamma e papà, con la tipica spocchia di una certa borghesia bene). “Prada radicals”, volendo, si potrebbe leggere anche “Pravda radicals”.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
Prada- o Pravda-radicals non è affatto male! Complimenti,
am
Buon giorno.
Anche io sono per il sistema uninominale maggioritario, in ogni collegio il candidato che prende più voti viene eletto e tutti gli altri stanno a casa. L’elettore vota per un solo candidato, dunque lo sceglie. Non dico che sia infallibile nella composizione di una maggioranza omogenea (ultime elezioni UK), ma è il sistema che da più possibilità di avere successo come dimostrato in Francia con il partito di Macron (o Micron ?) che ha la maggioranza assoluta.
C’è possibilità di rivedere il professore in Parlamento ?
Chi può fare il candidato del centro destra ? (tutti lodano Zaia).
Caro Giulio,
sono ancora deputato, ma penso sia l’ultima volta. Questa è la mia sesta legislatura e, confermando una regola inossidabile, è peggiore di quella precedente e sarà migliore della successiva!
Cordialmente,
am
Giulio,
penso lei sia a favore dell'”uninominale”.
Credo (ma non ne sono sicuro) che la definizione di “maggioritario” includa invece un “premio di maggioranza” al partito che vince.
Composto tipicamente da neoeletti decisi a discrezione dal partito che usufruisce di questo premio.
Le questioni importanti penso siano il monopolio dei partiti nei confronti della candidabilità, nonché la discrezionalità dei partiti nella selezione dei vincitori in quota a ciascuno.
Per quanto concerne il problema della “governabilità”, credo che questo sia indissolubilmente legato ai sistemi “parlamentaristi”, ovvero in cui il governo dipende dal parlamento, e non dall’elettorato.
A proposito di “uninominale”. Non so perché Sartori abbia imposto a questo aggettivo di essere associato a quello di “maggioritario”.
Istituendo così una gran confusione tra la votabilità di una sola persona per ogni collegio (che definisce “maggioritario”) anziché quella del partito (che definisce “proprozionale”), e quella che dovrebbe essere la governabilità da parte di una maggioranza di un solo partito anziché di una coalizione, all’interno di una “legislatura”.
Già identificare “legislatura” e “governo” mi sembra sintomo di arterio precox. Il resto, poi, parla da solo.
Altri, invece, identificano un sistema “maggioritario” con l’esistenza di un premio di maggioranza, che escludendo i perdenti, imporrebbe i partiti ad unirsi in “partiti-coalizioni” prima delle elezioni. Esattamente il contrario di Sartori, che attribuisce i premi di maggioranza solo ai sistemi proporzionali.
Le questioni importanti penso siano altre. Ovvero il monopolio o meno dei partiti nei confronti della candidabilità, nonché la discrezionalità dei partiti nella selezione dei vincitori in quota a ciascuno anziché la regola della preferenza (ma non a seguito di condidatura in diversi collegi con somma dei voti).
Per quanto concerne il problema della “governabilità”, credo che questo sia indissolubilmente legato ai sistemi “parlamentaristi”, ovvero in cui il governo dipende dal parlamento, e non dall’elettorato.
Vedere dei partiti “Ulivo” o “Asinello”, o analoghi da parte opposta, che si uniscono per il vantaggio della bipolarità è semplicemente riproporre in altra veste la litigiosità che tanto si rimanifesterà dopo le elezioni.
Egregio Professore, sono felicissimo di tornare a leggere i suoi pensieri. Buon lavoro
Grazie, caro Michele!
am
Caro Professore,
innanzitutto è un piacere rileggere un suo pezzo. Nel merito, mi permetta di dirle che io personalmente non sono mai stato un fan del maggioritario o del proporzionale. Fra i due sistemi ho sempre preferito il primo ma solo in presenza di due schieramenti. Oggi in Italia si è venuta a creare una situazione atipica, con tre poli che si fronteggiano e, se si applicasse il maggioritario, si richierebbe di vedere al governo una singola forza con un terzo o poco più dei voti complessivi. Sarebbe un governo monco in partenza. L’idea di Berlusconi di ritorno al proporzionale mi è parsa un male necessario. Condivido la sua idea di un programma lineare che unisca tutte le forze di centrodestra. Purtroppo l’esperienza insegna che, in passato, il programma è diventato carta straccia una volta vinte le elezioni. Non ho fiducia nella Lega e in Fratelli d’Italia perchè hanno una natura molto statalista. Ne ho molta poca in FI. Tuttavia mi turerò il naso e continuerò a votarla perchè non ci sono alternative. Meglio una molletta sul naso che un non voto anche perchè un non voto equivale a votare per i partiti delle tasse. Non ce lo possiamo permettere.
Un caro abbraccio,
Massimo B.
Caro Massimo,
anzitutto grazie per la sua cortesia. Condivido quasi tutte le sue considerazioni, ma sono convinto che, con un sistema maggioritario, la possibilità di un terzo partito sia molto bassa. Il confronto fra centrodestra e centrosinistra dividerebbe l’opinione pubblica in due campi, escludendo la possibilità di una terza forza. La grande coalizione, invece, darebbe a Grillo ciò che vuole: la possibilità di sostenere che destra o sinistra non fa differenza, sono entrambi parte dello stesso sistema di potere, che ha il M5S come unica alternativa. Ovviamente, in questo campo non esistono previsioni certe, ma le probabilità sono, credo a favore del maggioritario.
Cordialmente,
am
Grazie Professor, queste Sue parole ci caricano di energia. Più della politica, é importante l’adesione alle buone idee dalla parte di quelli che possono con i risultato di sue azione generare il massimo di vero progresso e sano ottimismo.
Tra l’idee che circolano, ho visto la dichiarazione di un tale Catania della Confindustria – che la Webtax deve essere a livello Europeo e non solo Italiano.
Sembra la tattica del Vu-cumprà, che invece di chiedere se uno é interessato a uno orologio, chiede di quale colore vuole.
Grazie, caro PM!
am
Mah, caro Martino, io non sono convinto né bipartitismo come né dal polipartitismo.
E’ proprio il “partitismo” che io critico.
Esistono istituzioni dai partiti numerosissimi e privi di maggioranze che non hanno alcun problema di governabilità (Svizzera).
Tanti altri in cui il “bipolarismo” non aiuta affatto né la governabilità né l’amministrazione del paese né la spesa pubblica né la difesa dei diritti individuali né l’economia.
Non so quindi perché prendersela per una legge elettorale, in un paese che peraltro non va neanche più a votare perché è effettivamente inutile. Nessun partito, da qualunque legge elettorale provenga, ucciderà mai la partitocrazia.
L’unica vera svolta non riguarderebbe la ripartizione delle poltrone tra i partiti, bensì l’eleggibilità indipendente daigli stessi.
Che non arriverà mai.
E l’altra, la possibilità di votare direttamente per l’esecutivo.
Idem.
A meno di una epocale svolta della classe intelelttuale, ora intenta a “smacchiare i giaguari”.
Caro Cacciari,
prescindendo dal tono apodittico e sentenzioso del suo commento, quello che lei auspica è stato realizzato … da Karzai in Afghanistan! Lì non ci sono partiti e ci sono elezioni, ma non credo che si possa considerare un modello da imitare.
am
Caro Martino,
ammetto il tono rassegnato, e mi rammarico di apparire sentenzioso nell’esposizione di quelle che in fondo non sono altro che le mie personali opinioni.
Ho però delle difficoltà a trovare delle affinità tra lo stato islamico dell’afghanistan ed il mio ideale istituzionale, caratterizzato da separazione dei poteri al fine di sorveglianza reciproca, da responsabilità diretta del funzionario pubblico, e di democrazia diretta, limitata da atto dei diritti individuali.
Esattamente come tale ideale mi sembra distante dalle istituzione della repubblica italiana, che mi appare privo di tutte e quattro le caratteristiche appena citate.
Caro Professore,
rammenterà che qualche settimana or sono avevo espresso la mia insoddisfazione, condivisa con Lei, per la fregola proporzionale di SB.
Uno dei limiti del personaggio secondo me è quello di voler compiacere tutti (iniziò la sua avventura politica risalendo l’emiciclo di Montecitorio per andare a stringere la mano a Giorgio Napolitano…), oltre a quello di scegliersi come scudieri le sue infatuazioni del momento (inutile ricordare gli Scognamiglio, i Dotti, giù giù fino agli Alfano, Verdini, Bondi, etc.) ed abbandonare per strada le persone valide (Urbani, Pera).
Ora, come nel ’94, è giocoforza allearsi con le Meloni ed i Salvini che di liberale non hanno proprio nulla.
Proprio perchè costoro non sono assimilabili è indispensabile, come Lei propone, un programma estremamente chiaro, che non possa essere stiracchiato di qua e di là da questi maganzesi con cui dovremo allearci, e ridotto a pochi punti essenziali, condivisi e irrinunciabili. L’intendenza seguirà.
Per dare un’idea del livello di litigiosità interna al centrodestra Le dirò che in un comune, il terzo per importanza della provincia di Como, vicino a quello in cui risiedo, Erba, sono al ballottaggio il candidato di FI e frattaglie varie e quello di FdI e minutaglie assortite, sostenuto dal sindaco uscente, ex-FI….
Vorrei approfittare dell’occasione per chiederle qualcosa del PLI di De Luca.
Deve sapere che io al PLI, o meglio alla GLI, sono stato anche iscritto, una cinquantina d’anni, fa quando frequentavo il liceo. Ottenuta la tessera mi sono diligentemente presentato alla prima riunione nella vecchia, bella sede di corso Venezia a Milano. Vedo lì seduto un ragazzo più o meno della mia età che tiene in mano un libro e dico: Ah, “La Storia Come Pensiero e Come Azione”!. Quello con aria molto snob mi risponde “Prima o poi ci si passa tutti”.
Non mi hanno più rivisto.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
completamente d’accordo su FI e l’attuale situazione. Quanto alla GLI, era composta da giovani che avevano in comune solo l’antipatia per i liberali e la presunzione. C’erano anche persone valide, ma in minoranza. Gregorio Fontana, attualmente deputato di FI e questore della Camera, era nella GLI. Credo ci fosse anche Simone Baldelli, deputato FI e vicepresidente della Camera. Tuttavia, gli elementi di valore erano oscurati da personaggi assai poco raccomandabili!
am
Presidente Martino
Per l’ennesima volta le sue considerazioni, i suoi sentimenti, le sue idee coincidono totalmente con le mie.
Auguri di Buon onomastico.
Saluti Matteo Napoletano
Grazie, caro Matteo!
am
Caro Professore,
sono entusiasta nel constatare che anche ora sulla situazione italiana la pensiamo allo stesso modo. Lo scoramento è forte, ma la voglia di fare per le nostre idee lo è di più. E le Sue parole sono di incoraggiamento.
In queste settimane ho meditato su molte frasi Sue e di altri Grandi che io amo, a quanto le etichette possono stare strette ed è sempre meglio passare alla sostanza. Un esempio su tutti la “Rivoluzione Conservatrice” di Reagan che per noi è Liberale. Quante persone invece si considerano Liberali e sono in realtà dei Radical Chic di sinistra (io non li sopporto), quanta confusione c’era in Italia prima del ’94 e c’è nuovamente dalla fine del 2011 (inizio governo Monti) e quanta confusione è nata in tutto l’Occidente.
In queste settimane ho meditato su quanto c’è bisogno che il Centro-Destra Italiano riprenda coscienza di essere un Popolo, come successe nel ’94 ed iniziavo a perdere la speranza su un possibile ritorno in auge delle nostre idee.
Ho pensato alla necessità di un convegno dal titolo: “Conservatori, Liberali e Libertari. Un cammino comune essenziale in Italia per aiutare l’Italia” in cui non si parta dalla critica delle idee dei sinistri, ma si parta dalle nostre idee e da quelle più simili alle nostre. Un modo costruttivo per ritornare a far gruppo, a dispetto dei Salvini e dei Parisi che certamente possono, anzi devono stare nel Centro-Destra Italiano, ma si è visto che non sanno federare. Mentre pensavo a questo convegno, temevo però che sarebbe risultato niente più che una perdita di tempo. Dopo le Sue parole ho deciso di aprire nei prossimi giorni per tutta l’estate una pagina-evento Facebook dal titolo “Conservatori, Liberali e Libertari. Un cammino comune essenziale in Italia per aiutare l’Italia” e vedere che cosa succede. Se possibile a Novembre farò a Torino un convegno con lo stesso titolo.
La ringrazio di essere tornato tra noi e tanti auguri per domani.
Edoardo Lucio
Caro Lucio,
grazie per gli auguri e per le sue considerazioni. Auguri a lei e alla sua iniziativa. Non dobbiamo rassegnarci, c’è ancora tantissimo da fare!
am
Caro Ivo,
forse potrebbe essere un pò meno drastico, nel suo stesso interesse. La realtà è sempre imperfetta, ma è l’unica che abbiamo!
am
bentornato Prof. e tanti auguri per domani.
Lei riesce sempre a colpire nel segno. e mi riferisco alla prima parte del suo post, perchè descrive esattamente lo stato d’animo di noi liberali. siamo stanchi e delusi. vediamo la parola liberale bistrattata da personaggi che di liberale hanno poco o nulla. nel mio piccolo cerco di combattere delle battaglie anche sui social sempre in maniera generica sulle regole fondamentali di una democrazia liberale. Niente da fare, c’è il vuoto assoluto che mi risponde, contro il quale sono disarmato.
Personalmente non sò più chi votare e molto probabilmente non voterò a meno che Lei non fa un partito anche dello 0, 1 percento ma almeno do il voto ad una persona veramente liberale.
gs
Grazie, caro Giuseppe. Non si lasci sopraffare da quanto ci circonda. Il futuro è delle nostre idee, anche se l’andamento non è affatto lineare!
am
Certo che per un partito con a capo il nostro Prof. Martino tornerei in campo ben volentieri con tempo e denaro. Per Berlusconi mai.
Bentornato caro Professore, e sinceri auguri per l’onomastico.
Mi duole essere drastico (uno dei miei difetti) nel disaccordo con le sue conclusioni : non vedo alcuna rivincita e non mi illudo più (ho speso tutto nel ’94 ed a seguire).
– Berlusconi è totalmente inaffidabile, lo dimostra ad ogni apparizione ed a ogni annuncio contraddittorio, quindi è assolutamente non votabile. Purtroppo ha la disponibilità di Mediaset e de Il Giornale, sufficienti per mantenersi un 10 – 13 % di voti, utili solo al prossimo voltafaccia od inciucio.
– Salvini rimane un “ex comunista-padano”, non ha un vero pensiero politico se non quello di rimanere il capo della Lega. Non andrà mai oltre il 15% perché il meridione lo odia a prescindere. Ma su migranti e tasse ha ragioni da vendere, ed è per lo più coerente.
– Meloni è e rimane espressione dello statalismo. Dopo la fuoriuscita di Crosetto non vedo alcuna venatura liberale in lei e nel suo partito. Ma come per Salvini, scavando a fondo, qualcosa di buono si trova.
E’ quindi evidente che un centrodestra unito su questi personaggi sarebbe una finzione elettorale. Buona per delle amministrative, (dove non ci si occupa di politica economica, politica estera, ecc. ecc.), ma fallimentare già nelle premesse per sostenere un governo decente. Unica fievole speranza una Forza Italia senza Berlusconi. Ma non arrivo a sperarne la dipartita.
So bene che non c’è altro a disposizione. Voterò quindi Salvini o Meloni, turandomi il naso, ma solo se non saranno in lista unica con il solito Berlusconi che sicuramente userebbe anche il mio voto per le sue giravolte vergognose.