Fino al 1914 il termine “civiltà” non aveva plurale: esisteva “la” civiltà e altri modi di vivere, generalmente ritenuti incivili. “La” civiltà era europea, l’Europa era il simbolo della civiltà. Gli europei erano considerati gli unici esseri civili del pianeta. Questa visione eurocentrica del mondo era suffragata dal fatto che l’Europa era il centro del mondo, gli altri paesi erano colonie europee o ex-colonie europee o troppo distanti dall’Europa per essere considerati rilevanti.
Gli eventi storici avevano origine e si svolgevano in Europa, avendo come protagonisti paesi europei, Così le guerre e successive paci, i trattati internazionali, gli intrighi e le vicende che coinvolgevano i regnanti, eccetera.
Questo stato di cose lasciò nel giro di un trentennio il posto a una situazione completamente diversa: dopo il 1945, il mondo era dominato da due superpotenze, USA e URSS, dai loro alleati e da un certo numero di paesi “non allineati”. Quanto all’Europa, era diventata, per usare l’espressione ironica di un americano, “the most valuable piece of real estate in the world”, la proprietà immobiliare di più alto valore al mondo. Non più il centro del mondo, ma una periferia irrilevante.
Numerose sono state le ragioni di questa perdita di rilevanza dei paesi del vecchio continente, ma una che viene spesso poco considerata è la demografia: nel 1914 la popolazione europea rappresentava una parte cospicua della popolazione mondiale, non più nel 1945. Quel relativo declino demografico continua ancora e a ritmo preoccupante: nel 1960 “le persone di origine europea erano un quarto della popolazione mondiale, nel 2000 erano un sesto, nel 2050 saranno un decimo.” (Giulio Meotti, “Quando saremo tutti vecchi”, il Foglio, 16 aprile 2016.)
Come se non bastasse, il declino non è soltanto relativo, in rapporto cioè alla popolazione mondiale, è anche assoluto: per esempio, la Francia passerà dagli attuali sessanta milioni di abitanti a cinquantacinque nel 2050 e quarantatré a fine secolo, il Regno Unito da sessanta a cinquantatré nel 2050 e quarantacinque nel 2100, la Germania dagli attuali ottantadue milioni scenderà a sessantuno nel 2050 e trentadue nel 2100, e così via.
L’alternativa a questo brusco calo della popolazione è rappresentato dall’immigrazione di massa. Cioè, se non vogliono sparire numericamente, i paesi europei devono rassegnarsi a vedere annacquata la loro identità culturale, con la popolazione sempre più costituita da persone di origine non europea. Sembrerebbe che la scelta sia destinata a diventare se sparire numericamente oppure scomparire culturalmente.
Come se non bastasse, le popolazioni dei paesi europei non sono soltanto destinate a divenire sempre più esigue, stanno anche diventando sempre più vecchie, nelle quali cioè prevale il numero degli ultrasessantacinquenni. Il fenomeno era già stato denunziato dalla conferenza organizzata dall’ONU nel 2002 a Madrid e destinata appunto all’invecchiamento. I dati più recenti confermano quanto denunciato allora. “Ventidue dei venticinque paesi più anziani del mondo sono oggi in Europa. (…) E’ quanto emerge dal rapporto ‘An Aging World 2015’; 617 milioni di persone, l’otto per cento della popolazione mondiale, hanno sessantacinque anni e oltre, un trend in crescita che nel 2050 farà arrivare la popolazione anziana mondiale a 1,6 miliardi, quasi il diciassette per cento di tutti gli esseri umani che vivranno allora nel pianeta.” (G. Meotti, ibid.)
Se la demografia sembra condannare, sia quantitativamente sia qualitativamente, l’Europa, altri fattori sono in opera per accelerare ulteriormente il suo declino. Uno è politico: l’UE continua a dar vita a politiche dirigiste e intrusive, autoritarie e arbitrarie, che irritano sempre più molti settori dell’opinione pubblica. Il successo di liste apertamente contrarie alla UE in vari Paesi ne è la conferma: Ukip in Gran Bretagna, Afd in Germania, il Front Nationale in Francia eccetera sono tutti sintomi della disgregazione dell’Europa prodotta dalle velleità dirigiste della UE.
Inoltre, e più importante, i valori della civiltà europea, tutto ciò che caratterizza il nostro modo di vivere, non sembrano essere considerati importanti dai più. Nessuno è disposto a battersi per difenderli, sembra quasi che prevalga un desiderio di scomparire un “cupio dissolvi” generale. L’islamismo terroristico mette a repentaglio la nostra incolumità personale e la pacifica coesistenza di persone culturalmente diverse? La risposta che prevale è che è necessario il dialogo, l’assistenza, la comprensione. Sembra che la maggioranza sia disposta a cancellare le differenze, rinunziando al nostro sistema di valori, pur di accomodare le pretese dei violenti.
Le nazioni d’Europa spendono sempre meno per la propria difesa e sono sempre meno propense a battersi per essa e questo accade proprio mentre le popolazioni si assottigliano e invecchiano rapidamente. Siamo quindi destinati a divenire sempre meno rilevanti, fino addirittura a scomparire del tutto? E’ difficile dirlo, ma la demografia, e non solo, lo suggerisce. Dopo aver coinciso col mondo civile, nel giro di un paio di secoli, l’Europa forse morirà? Parce sepulto.
Egregio Professore, ho partecipato alcune volte al suo blog, specialmente quando si e’ parlato di flat tax, il quale e’ sempre molto interessante. Vorrei chiederle se puo dare uno sguardo al mio blog http://www.italiapresidenziale.blogspot.it e lasciare un commento, postivo o negativo che sia. Per me un suo giudizio sarebbe molto importante. grazie e buona giornata.
Caro Professore, cari ADAMs,
Rejoice!!!
come esclamò trionfante la grande signora sulla soglia del numero 10 di Downing Street annunciando la vittoria nella guerra delle Falklands.
A proposito della quale posso raccontare questo aneddoto sovietico.
Il telegiornale ufficiale in epoca sovietica (e ancora oggi) andava in onda alle 8.00 pm: “Vremya” (Tempi).
Era letto da due serissimi personaggi (un uomo e una donna) che, parlando un russo perfetto, adeguavano il tono della voce al tenore della notizia letta
(attori bravissimi) e l’ordine delle notizie era immancabilmente il seguente:
– notizie del partito,
– meravigliose conquiste dell’economia, della scienza e della tecnologia sovietica (un esempio: presso la fabbrica pneumatici di Nizhnekamsk è stato prodotto il primo pneumatico radiale [tecnologia Pirelli, ma questo non veniva detto] che i tecnici sovietici hanno chiamato “zinturat”),
– politica internazionale,
– cronaca (per un certo periodo, in epoca gorbacheviana, a testimonianza dell’apertura della perestroyka al mondo esterno, la domenica sera si collegavano con la redazione di un telegiornale occidentale. Potete immaginarvi il mio adirarmi – forma politicamente corretta – quando, collegatisi con il Tg1 Rai, il direttore dell’epoca, richiesto di quali fossero i titoli della serata rispose che, trattandosi di una domenica, sicuramente il campionato di calcio e poi la crisi economica e la recrudescenza della mafia. Per qualche giorno mi sono espresso a favore della pena di morte), letteratura, cinema teatro e sport (un paio di esempi: campionati del mondo di calcio in Messico; “nella notte si sono tenuti gli incontri degli ottavi di finale… bla, bla, bla, via con i risultati… si è giocato anche l’incontro tra le rappresentative nazionali del Belgio e dell’Unione Sovietica. La partita è stata molto interessante, incerta e combattuta. La rappresentativa sovietica rientra oggi in patria”. Campionati del mondo di sci nordico “La staffetta femminile 4×10 km ha conquistato una meritatissima medaglia d’oro. Brave le nostre ragazze che hanno adempiuto ai loro doveri nei confronti della patria”)
– la sera della vittoria inglese nella guerra delle Falklands (che gli organi sovietici chiamavano “aggressione britannica alle Isole Malvine”) compare una carta geografica in cui si vedevano le “Isole Malvine” al largo della costa bergogliana con il sottotitolo “Tass soobshaet” (la Tass comunica). L’annunciatore (si è poi riciclato nei telegiornali eltsiniani e putiniani) con tono grave annuncia: “Oggi a Stanley i comandanti in capo delle forze armate argentine e britanniche hanno concordato il cessate il fuoco. Le forze armate argentine verranno rimpatriate a cura della marina britannica”. Proprio vero che negli organi di informazione sovietica c’era tutto… bastava saperli leggere.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Ben detto, caro Matteo!
am
Rem acu tetigisti!
am
Concordo, caro TD,
am
Auguri agli inglesi. Non sono sadomasochisti semplicemente non gli è stato offerto un valido motivo per restare nella comunità economica europea, non comunità europea. I furbacchioni , togliendo la parola pensavano di passarla liscia ma per fortuna ancora qualcuno che non si fa infinocchiare esiste.
Non si vive di solo pane. Ma lo potranno mai capire?
Comunque ora sono alla finestra per vedere cosa si sono inventati gli analisti . e le reazioni dei grandi statisti europei.
HIP HIP HIP HURRA!!! E’ BREXIT!!!!
Felicissimo anch’io per questo evento che, onestamente, non mi aspettavo. Però c’è anche da rimanere con l’amaro in bocca pensando che nel nostro paese il fronte “veramente liberale” debba gioire da quello che succede all’estero, sperando che gli effetti positivi arrivino anche qui.
In questo momento di gioia, rivolgiamo un pensiero reverente a mrs Margareth Thatcher, silurata dagli esponenti del proprio partito come Cameron, cioè provenienti dalle classi aristocratiche, che la
Disprezzavano perché figlia di un piccolo droghiere di provincia e quindi alfiere della piccola borghesia produttiva
Odiavano in quanto fortemente critica della UE
When Britain first, at Heaven’s command
Arose from out the azure main;
This was the charter of the land,
And guardian angels sang this strain:
“Rule, Britannia! rule the waves:
“Britons never will be slaves.”
Presidente Martino
Tutte le dittature prima o poi finiscono!!
HIP HIP HIP HURRA!!!
Caro TD,
temo che l’autore del pezzo abbia ragione. In questo caso, mi sembra lecito lasciarsi andare a folli dietrologie – potrebbero persino essere vere! 😉
am
La memoria aiuta a non farsi fregare
http://blog.ilgiornale.it/foa/2016/06/17/brexit-a-questo-punto-e-inutile-votare-ha-gia-perso-e-ha-vinto-lo-spin/
Caro Barabaschi,
non ho letto il pezzo da lei richiamato ma sono abbonato e, dopo averlo recuperato, lo leggerò e le farò sapere. La riforma Pinera qui non viene mai richiamata, soprattutto per ignoranza ma anche per la diffusa, e indimostrata, convinzione che non si possa realizzare da noi (per via della popolazione troppo vecchia).
Cordialmente,
am
Caro Matteo,
ancora una volta, concordo con la sua analisi. La batosta subita dal PD renzista non costituisce certamente ragione di gioia per il c-dx. Tranne qualche eccezione, abbiamo perso quasi ovunque. Occorre riflettere sulle cause e cercare soluzioni.
am
Presidente Martino
Al di là delle improbabili e alquanto patetiche dichiarazioni ultra ottimistiche sugli esiti del voto formulate dal caro Brunetta, dobbiamo guardare la realtà!
Purtroppo, nonostante il vistoso calo del Partito Democratico di Renzi, le divisioni interne ai partiti di Centro Destra, che non riescono a formulare una linea politica comune, hanno decretato una sconfitta elettorale.
Soprattutto la sconfitta di Parisi a Milano dovrebbe essere un monito per le future strategie del centrodestra diviso tra i populismi della Lega di Salvini , la vecchia destra della Meloni, e la mancanza di nuovi leader che possano sostituire efficacemente il nostro Presidente Berlusconi in Forza Italia.
Per quanto concerne la vittoria del Movimento 5 stelle a Roma e la sua conferma nel resto delle città italiane dimostra come il rancore antipartitico, determinto dalla crisi economica e sociale sia ancora estremamente radicato.
Saluti Matteo Napoletano
Qui non c’entra lo spirito bersaglieresco. Se un delinquente entra in casa Sua e minaccia di fare del male a Lei o ai Suoi cari, Lei che fa? Immagino che si difenda con tutti i mezzi a Sua disposizione! E non penso che lo faccia per spirito bersaglieresco. Quel che ha fatto Juncker a Londra è mutatis mutandis analogo a quel che fece Hitler bombardando la capitale inglese. Naturale che gli inglesi ricorrano alla contraerea.
Caro Professor Martino,
elezioni a parte che, a mio modestissimo avviso, non dicono sostanzialmente nulla sugli sviluppi futuri, le chiedo una cortesia, scusandomi del disturbo. Il Wall Street Journal del 16 giugno stampa un articolo sul sistema pensionistico italiano.
Io non conosco la lingua inglese, per cui me lo sono fatto tradurre, ma non ne ho capito lo spirito. Potrebbe farmi il regalo di dirmi cosa dice, completando con la sua opinione?
Io lessi a suo tempo quel libricino tanto piccolo quando prezioso di ENCLAVE, con la sua introduzione e la spiegazione della riforma di De Pineira. Mi sembra che, coi dovuti adattamenti, potremmo anche noi seguirlo, ma non se parla nemmeno.
Grazie anticipate e cari saluti.
Pietro Barabaschi
Caro Franco,
la mia risposta, attentamente meditata, è: non lo so!
am
il male del mondo é l’estremismo. Con questo pressuposto estremista le maggioranze reagiranno ai prossimi eventi. Quale é il migliore atteggiamento per difendersi, e perché no, progredire?
Caro Franco,
grazie per la segnalazione, molto significativa. Non si sono mai visti ratti ansiosi di salire a bordo di una nave che affonda!
am
Caro TD,
effettivamente ci sono troppe cose che non quadrano. Comincio a credere che l’approccio bersaglieresco alla vita sia da prendere in seria considerazione! 😉
am
Qui bisogna fare qualcosa.
Prima le elezioni taroccate in Austria dove in certe zone ha votato il 600% degli aventi diritto.
Poi le schede elettorali di esempio sul referendum inglese dove la matita indicava la casella per scegliere di rimanere nella UE.
Ma adesso questa montatura -cui non crederebbe nemmeno una pecora con la meningite- col pazzo di turno che spara con una pistola artigianale che non consente di risalire al proprietario e che ammazza una sostenitrice del Remain strillando Britain First. Occorre fare qualcosa
Dobbiamo uscire e uscire alla svelta da questo mostro chiamato UE
Caro Professore, cari ADAMs,
la mia diletta, ammirata e invidiata Confederazione Elvetica ha deciso essere anacronistica la domanda di adesione alla UE presentata 22 anni or sono!
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/schiaffo-svizzera-ue-ritirata-domanda-adesione-1272585.html
Quindi non c’è solo la Brexit!
Se in quest’ottica si muovono i confederati che sono soliti ben soppesare le conseguenze (economiche, ma non solo) di ogni loro passo….
Cortdialità,
Franco Cattaneo
Caro Franco,
se aggiunge che a quanto si dice la sentenza è stata dettata a un giudice costituzionale da un’altissima carica dello Stato per scopi di natura faziosa, si rende conto a che punto siamo arrivati!
am
Caro Professore,
non ho alcuna formazione giuridica (anche se so come muovermi – a grandi linee – nella formulazione di contratti commerciali) né, a maggior ragione, so di scienza costituzionale, ma ho sempre avuto l’impressione che la famosa sentenza della corte costituzionale sul cosiddetto “porcellum” fosse una fantozziana boiata pazzesca, testimonianza della natura ormai assolutamente politica (e politica della specie più sordida) di questo burocratico ultracostoso consesso.
Non mi pare di aver colto, dai resoconti di stampa dell’epoca, che la sentenza citasse quali articoli della costituzione fossero violati dai punti della legge rigettati dalla corte: si parlava solo di opportunità, ragionevolezza, equità, ecc. Questi sono criteri che non mi paiono possano essere posti a fondamento di una sentenza della corte costituzionale che dovrebbe valutare se la legge sottoposta al suo esame violi o meno precisi dettati (ossia articoli da indicare con nome e cognome) della carta. Opportunità, ragionevolezza, equità et similia sono opinabilissimi criteri soggettivi cui si possono contrapporre altrettanti opposti criteri opportuni, ragionevoli ed equi.
Politica della lega più vile.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Lucio,
grazie per la segnalazione: il pezzo è buono e credo abbia visto giusto. Il problema è che, se il referendum fallisce, ci ritroviamo non un sistema bipolare e maggioritario ma il “consultellum” . ultraproporzionalista e demenziale. Il classico caso dell’incudine e il martello, della padella e la brace, ecc.!
am
Cari ADAMs
da ieri un breve post intitolato “Con l’Italicum nulla si risolve” sul sito-blog amatoriale “Il Sogno Liberale Italiano”
http://ilsognoliberaleitaliano.com/2016/06/14/con-litalicum-nulla-si-risolve/#more-406
Grazie per la lettura.
Edoardo Lucio
Forza Silvio!
Sono venuto apposta in Italia con tutta la famiglia per votarti (e coltivare il mio sogno) in tutte le elezioni dal ’94 in poi.
Non sai il giramento di balle sull’aereo che mi riportava a Mosca nel ’96 dopo le elezioni, con seduti dietro a me due radical-chic che, per tutte le tre ore e mezza del volo, non hanno fatto altro che gongolare per la vittoria di mortadella e per il tuo, secondo loro, affossamento…
Fagli vedere che la volpe non è ancora finita in pellicceria!
Franco Cattaneo
Brexit sì. per cominciare a smantellare la UE e tutto l’apparato di intrusioni nella vita dei cittadini e degli Stati.
am
,,,CORREZIONE: per inviare dal profondo del cuore i migliori auguri a…
Caro Professor Martino,
mi associo anche io a lei e a tutti gli ADAM per inviare a quell’UNICUM che è SB. Tutti abbiamo difetti e commettiamo errori, anche la sinistra che, vuoi per ideologia vuoi per invidia, quando non odio, commette orrori. SB ha tentato di applicare all’ Italia la regola aurea : sbagliare, sbagliare meno, sbagliare meglio.
FORZA SILVIO!
Pietro Barabaschi
Forza Silvio, sempre, perché mi ha regalato un sogno.
Una domanda Prof: brexit si o no? E perché?
Grazie
GS
Caro Massimo,
grazie, mi associo con tutto il cuore e, con me, credo anche tutti gli ADAM. SB ha anche tanti difetti ma, come ho più volte ribadito, un altro come lui non c’è! Auguri, Silvio, da tutti noi,
am
Caro Professore,
approfitto del suo spazio per porgere i miei più sinceri auguri al Presidente Berlusconi per la sua prossima operazione al cuore, affinchè tutto vada bene ed affinchè anche il decorso post operatorio possa andar per il meglio. L’affetto enorme per questo leone della libertà ha un pò rovinato il mio umore nella giornata di ieri, quando il suo medico ha spiegato di come abbia rischiato la morte. So però che al grande Silvio, il fiume d’affetto delle gente può solo far piacere ed essere d’aiuto. Mai come stavolta pertanto, forza Silvio!
Massimo B.
Caro Matteo,
tutto vero. Ancora una volta, il settimanae inglese ha colpito nel segno. Senza un cambiamento radicale di mentaità, sarà difficile evitare il declino.
Cordialmente,
am
Presidente Martino
Questa volta l’Economist ha segnato l’ora giusta….
Come scrive l’Economist, l’ossessione italiana per la pizza e gli altri prodotti della “qualità italiana” dice molto sui problemi della nostra economia: siamo i migliori nel richiedere tutele di prodotti tipici – 924 prodotti italiani sono “garantiti” dall’Europa, contro 754 prodotti francesi e 361 prodotti spagnoli – ma non siamo altrettanto bravi a vendere questi prodotti. Uno degli elementi di cui un produttore ha bisogno è una catena di distribuzione in grado di raggiungere tutto il mondo, ma non esiste nessuna catena internazionale di questo tipo che sia italiana. Persino dentro i nostri confini quasi un terzo del mercato è in mano ai francesi di Carrefour e Auchan. Il caso di Eataly, la catena di supermercati che vende prodotti di alta qualità, è stato molto celebrato: ma per quanto di successo ha comunque un fatturato di 400 milioni e difficilmente può competere con i colossi della grande distribuzione, che hanno fatturati nell’ordine delle decine di miliardi di euro.
Le ragioni di questo fallimento sono da ricercare proprio nella “sacralizzazione” del “Made in Italy”, scrive l’Economist: «L’Italia tradisce un innato protezionismo: piuttosto che competere sui mercati mondiali, i produttori italiani chiedono l’aiuto dell’Europa per tutelare i loro marchi tradizionali e massimizzare le rendite che riescono a estrarre dal loro “prodotti di qualità”». Ossessionati dalla tutela delle denominazioni, delle tradizioni e delle indicazioni geografiche, i produttori italiani hanno trascurato aspetti importanti come produttività e inventiva. A volte con effetti paradossali.
Alcuni anni fa i produttori della “focaccia di Recco” sono riusciti a ottenere una severissima certificazione: oggi una focaccia si può chiamare “di Recco” soltanto se viene seguita minuziosamente la complessa ricetta e solo se la focaccia viene prodotta nel comune di Recco e in un altro paio di piccoli comuni limitrofi. Lo scorso dicembre il “Consorzio focaccia di Recco” ha aperto uno stand alla fiera dell’artigianato di Rho dove distribuiva assaggi di focaccia di Recco. Quando sono arrivati i carabinieri lo stand è stato chiuso e i gestori sono stati denunciati per frode alimentare. Se la focaccia si può produrre solo a Recco, e non si può surgelare e quindi trasportare, allora fuori da Recco non si può nemmeno mangiarla: quindi anche uno stand promozionale dello stesso “Consorzio focaccia di Recco” è illegale. Di fatto, per proteggersi dalla virtuale concorrenza, i produttori della focaccia di Recco si sono tagliati ogni possibilità di crescere ed esportare il loro prodotto.
Un altro caso citato dall’Economist è quello di Roberto Brazzale, la cui famiglia produce da generazioni il Grana Padano. Brazzale ha trasferito la produzione in Repubblica Ceca, dove i costi sono minori e il latte è di qualità più alta, dice. Il suo “Gran Moravia” è fatto seguendo i criteri di produzione italiani e viene riportato in Italia per l’invecchiamento: è probabilmente indistinguibile dal Grana Padano italiano, ma non può essere chiamato così. Brazzale spiega che la valle del Po non potrà mai produrre abbastanza latte da soddisfare la domanda mondiale di Grana Padano.
La sacralizzazione delle nostre eredità, secondo l’Economist, è una delle ragioni che spiegano perché la produttività in Italia non cresce oramai da più di un decennio. Ma l’Economist dice che se in una pizza si possono vedere molti dei mali d’Italia, si può anche scorgere la sua salvezza: «I pomodori arrivano dal Nuovo Mondo, la mozzarella viene fatta con il latte di bufala, un animale dell’Asia portato in Italia durante le invasioni barbariche, il basilico arriva dall’India. E sono stati i migranti a portare la pizza di là dell’oceano, negli Stati Uniti. Il genio italiano si trova nell’inventiva e nell’adattabilità, non in un’immaginaria tradizione canonizzata dalle leggi dello stato
Saluti Matteo Napoletano
Caro Alberto,
quanto accaduto a Roma dimostra l’insensatezza delle divisioni nel centro-destra. Gli altri risultati sono poco soddisgacenti, ma non disastrosi. Temo che l’Italia si stia avviando verso un periodo di grande disordine.
Cordialmente,
am
Buongiorno Professore,
Un commento sull’esito di queste elezioni comunali?
Siamo tutti con Lei e Avanti Tutta,
Parrini
Caro Barabaschi,
nel Gattopardo, padre Pirrone, gesuita, dice a Pietrino, l’erborista, “e, dato che voi dormite, posso dirvi che conosco benissimo il significato corrente del termine ‘gesuita'”!
am
Lo credo anch’io, caro Franco. Anche se il tema mi è stato talmente presente negli ultimi 50 anni da esserne un pò nauseato!
am
Caro Professore, cari ADAMs,
leggendo questa presentazione
http://www.opinione.it/politica/2016/06/02/di-muccio_politica-02-06.aspx
credo che ci si trovi di fronte ad un libro che promette di essere, in questi tempi bui e disperanti, un balsamo per noi liberali.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro signor Barabaschi,
poichè ho qui affrontato in passato il tema “lombrosiano” delle facce da comunista, mi permetto di intervenire (e me ne scuso) nel dialogo tra Lei ed il Professore, per dire che il volto del Peron alloggiato in Vaticano mi ha sempre dato l’impressione di celare un animo, oltre che falso, non solo prevaricatore e intollerante ma soprattutto molto cattivo, direi quasi malvagio.
Cordialità,
Franco Cattaneo
Caro Professor Martino,
grazie della risposta, che mette a nudo la mia crassa ignoranza. Non sapevo che i gesuiti argentini fossero noti anti-americanisti ed anti-capitalisti. Comunque aggiungo dal canto mio che il linguaggio dei gesti e, sopratutto, l’espressione del viso del loro Capo mi danno l’impressione di persona molto falsa.
I più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Caro Barabaschi,
grazie per avermi richiamato all’ordine. Effettivamente, ho ridotto i miei interventi sul blog e me ne scuso. La salute va bene, il gomito ha quasi recuperato interamente la funzionalità e solo la pigrizia spiega la scarsa partecipazione al blog. Non ho nulla contro l’Argentina e i suoi abitanti, ma i gesuiti argentini sono noti per il loro spiccato anti-americanismo e anti-capitalismo. Da qui una delle mie prevenzioni nei confronti del sullodato vetero-marxista. Tutto qui.
Cordialmente,
am
Caro Professor Martino,
da un certo tempo il suoi sempre più che piacevoli pezzi si sono diradati; spero vivamente che lei stia bene e, se ne ha il tempo, riprenda il colloquio.
Nel frattempo ogni tanto mi piace rileggerla. In una risposta (28 aprile 16) ebbe a dirmi, tra l’altro, che molto potrebbe fare anche la Chiesa, ma il suo Capo gesuita argentino filo-leninista è tra quelli che remano contro.
Gesuita filo-leninista mi è chiarissimo; non capisco invece la sua contrarietà alla nazionalità. Per cortesia me la spiegherebbe?
Grazie e, lo spero anche io, a presto rivederci.
Cari saluti.
Pietro Barabaschi
Perche’ mai? Prima di tutto i comunisti anche a cagione della gara a chi è miogliore comunicsta non giungerebbero mai ad un risultato.
Inoltre chi meglio di noi puo’ giudica re chi è il peggiore nemico e quindi il piu comunista?
Caro Cacciari,
ha ragione: TD è assolutamente geniale. Quei premi, specie se dotati di un consistente contenuto in denaro, verrebbero entusiasticamente accettati dai vincitori. Faremmo così opera di chiarezza terminologica. Il problema è: chi mettiamo in giuria? Non possiamo farlo noi liberali, sarebe evidente l’intento diffamatorio. Dovremmo individuare fascisti e comunisti senza vergogna che però non si premino fra loro! 😉
am
Aggiungo solo:
nacque ricco, dissipò tutto quello che aveva in … ideali politici, a cui dedicò la vita.
Non conosco altri esempi paragonabili.
Geniale, TD.
Assolutamente Geniale.
Secondo me, però, dovrebbe essere promosso da una istituzione indipendente ma autorevole, come la Einaudi o la Bruno Leoni.
Su Pannella mi associo alle parole del professore, parole che condivido pienamente.
Ne approfitto per lanciare un’iniziativa “pannelliana”, cioè provocatoria, ma neanche poi tanto.
Dunque, parto da alcune considerazioni.
1) Anni fa nessuno si proclamava liberale anche perché a definirsi tale si rischiava parecchio.
2) Adesso tutti si dichiarano liberali, ma pochi appoggiano iniziative liberali. Anzi molti prima si dicono liberali e poi si comportano da fascisti o comunisti (ammesso che ci sia differenza), adottando provvedimenti che avrebbero deliziato Stalin.
3) Contestualmente, coloro che adottano provvedimenti fascisti o comunisti non si dichiarano mai comunisti o fascisti.
Premesso cio’ e tenuto anche presente che noi liberali siamo rispettosi delle idee altrui e iamo anche molto cavallereschi nei confronti degli avversari, sarei del parere di prendere l’iniziativa di adottare i dovuti riconoscimenti nei confronti di queste ideologie assai praticate, ma vilipese e dimenticate proprio dai loro sostenitori.
Si potrebbe quindi istituire uno o più premi. Esempio:
A) PREMIO MUSSOLINI per chi abbia difeso le istituzioni fasciste in Italia. La prima edizione dovrebbe andare a Renzi meritevole di avere difeso l’EIAR col canone in bolletta.
B) PREMIO TOGLIATTI per chi abbia sostenuto la diffusione del comunismo in Italia. Mi viene in mente subito Mario MONTI e la sua anagrafe tributaria.
C) PREMIO EROE DELL’UNIONE SOVIETICA EUROPEA (ispirato al vecchio Eroe dell’Unione Sovietica) che avrebbe lo scopo di dare il giusto riconoscimento a chi abbia difeso il carattere totalitario e comunista della UE.
D) PREMIO STALIN per premiare chi abbia sostenuto la diffusione del comunismo nel mondo. Immediatamente vengono in mente quei parlamentari americani che hanno propugnato l’istituzione del FATCA.
Rivolta Liberale potrebbe essere il veicolo per tali giusti riconoscimenti.
Saluti a tutti
Caro Giuseppe,
che dire? Marco non è stato una persona catalogabile, con le sue qualità, i suoi difetti e i suoi eccessi è stato unico, straordinario, ammirevole per molte e importanti ragioni, irritante e scostante per altre. Ma è stato un Politico di razza, non un politicante qualsiasi. Aveva forte il senso della libertà, anche se talora ne dava un’interpretazione molto personale. Gli sono stato amico, pur non condividendone sempre le posizioni, e non lo dimenticherò.
am
Prof buonasera,
Mi piacerebbe un suo saluto a Marco Pannella
Grazie
GS
Eh no professore, io prima degli storici voglio che si pronuncino i tribunali. I golpisti striscianti vanno scoperti e puniti. Oltretutto sono anche striscianti e nemmeno hanno il coraggio di occupare i centri del potere con i carri armati.
Caro Giovanni,
anch’io resto euopeista. Un’Europa rispettosa dei diritti personali, delle diversità locali e delle culture nazionali, che si occupasse solo di difesa, politica estera e tutela della libertà di concorrenza nel mercato interno sarebbe l’ideale. Ma i sostenitori della UE non vogliono questo; vogliono un’enità centrale dirigista e impicciona, che faccia strame dei diritti delle persone, dellle diversità locali e delle identità nazionali. Non so se esista una cultura occidentale, ma esiste certamente un insieme di valori che ci identifica. Alcuni fra questi non possono essere sacrificati senza stuprare le nostre coscienze: la sacralità della vita umana, la parità di dirittti individuali, la tutela della proprietà. Ed è per essi che vale la pena continuare a battersi. L’alternativa sarebbe la resa alla barbarie.
am
Caro professore , condivido il suo articolo , siamo in un epoca decadente analoga a quella che precedette la fine dell’ impero Austro Asburgico (1913 ) , in cui si percepisce come un universo di convenzioni e di abitudini, anche mentali, sono ormai obsolete e prive di fondamento. Ma qualcosa di nuovo fatica
a decollare .
Sono insoddisfatto della vita politica in Italia , che scivola addosso in modo indolente e passivo . Anche se come Liberale ho un centro di gravità permanente per dare un senso alla realtà e alla esistenza ; questa qualità ( di essere liberale) , che possiedo in modo ormai rilevante, mi crea quasi una difficoltà ad intrattenere un rapporto concreto con quanto mi circonda ( società , politica e cultura dominante ormai tutta omologata in altri valori decadenti ) .
Contrariamente a quanto credono gli attuali conservatori decadenti , un liberale di qualità ne ha fin troppe, ma non ha la determinazione necessaria per realizzarle, per metterle in opera ( per lo meno io ) . Manca di un centro che le accorpi e le attui. Questo è il punto da cui partire .
Con fatica rimango invece Europeista , nonostante le contraddizioni e la rinascita di partiti Nazionalisti , non si possono fare muri nell’ era di internet quando la comunicazione è la nuova frontiera , né vedo una società multietnica aperta come un limite o un difetto . Di fronte alla crisi credo che i mercati vanno aperti e non chiusi .
Sulla superiorità della cultura Occidentale ho qualche dubbio . Mi basterebbe che tutte le altre culture rispettassero il mercato e la legge ( la ” rule of the law “) , che male fanno infatti le altre culture se civili ? Sulla Difesa ( anche la legittima difesa ) condivido in pieno : e ‘ il perno di tutto . Tutti questi problemi dovrebbero trovare una sintesi , anche diversa dalla mia ( scusate i miei limiti ) nell’ appello di Rivolta l’Italia , che spero proceda in questa Italia Decadente , prima che sia troppo tardi e arrivi o un partito Nazionalista o una deriva di Sinistra Statalista molto peggiore del Renzismo .
Cordiali Saluti Giovanni
Caro Alberto,
grazie, è un ottimo suggerimento. Ne parlerò a Giuseppe.
Cordialmente,
am
Assolutamente sì, caro Professore.
Riformare il sistema odierno a ripartizione e trasformarlo in uno stile Cile a capitalizzazione deve essere un punto fondante di qualisasi programma o proposta sensata… insieme a flat-tax, riforma SSN con buono sanità e riforma regioni e comuni.
Punti fondamentali che non vedo da anni in FI purtroppo…e che dovrebbero essere basilari di RLI.
Non si potrebbe organizzare un convegno e/o proposta con Lei ed esperti del settore e dare un po’ di cassa di risonanza all’evento? Insomma smuovere qualcosa…
Grazie e avanti tutta!
Saluti
Parrini
Caro Ivo,
ho conservato (dove?) un testo di Martin Feldstein nel quale egli sostiene non solo la desiderabilità ma anche la fattibilità di una riforma tipo Pinera in Italia. Tutti gli “esperti” cui ho chiesto mi hanno risposto che è impossibile ma io stimavo troppo Martin per dubitare che avesse studiato a fondo il problema della fattibilità. Una risposta definitiva richiederebbe la collaborazione di un “number man” esperto di problemi previdenziali. Varrebbe la pena fare tale verifica.
Cordialmente,
am
Carissimo Professore, circa 20 anni fa mio fratello, allora segretario provinciale CISL, mi confidava di aver partecipato ad un convegno di studi interno alla CISL sulla riforma Pineira.
Ammetteva lo strabiliante successo in Cile, ma da sindacalista lo riteneva impraticabile in Italia, cosa della quale non mi meravigliai per la concezione collettivistica inevitabile nei movimenti sindacali italiani.
Da allora nessuno ne ha più parlato pubblicamente, mi fa quindi piacere che Lei ed il Sig. Barabaschi abbiate menzionato questa vicenda che per me è anche occasione di ricordo per un amato fratello.
Caro Barabaschi,
lei non ha motivo di scusarsi: ogni suo intervento su questo blog è motivo di grande soddisfazione per me e, credo, non solo. La riforma Pinera ha fatto del Cile il paese economicamente più dinamico del Sud America e arricchito i pensionati. Il Cile non ebbe problemi ad adottarla per via della composizione della popolazione, caratterizzata da un’alta percentuale di giovani. Si potrebbe fare anche in Italia, anche se con maggiori difficoltà e taglierebbe alla radice le insensate iscussioni e proposte che continuamo a doverci sorbire. Manca però chi la voglia fare!
am
Carissimo Professor Martino,
sto ascoltando 8 1/2 condotto da Lilli Gruber: argomento la (secondo me) tragica questione delle future pensioni.
Ma come si fa a “prevedere” il futuro con tanto di ” busta arancione”‘ quando nella vita nulla e’ prevedibile?
Abbiamo un esempio, il Cile, che sembra aver risolto il problema col “Sistema Pineira”. È’ così difficile copiare?
Mi scusi questa uscita dall’argomento, ma sono letteralmente angosciato dal come lo si tratta che la prego, ove creda, di intervenire con la sua nota ed abituale “semplicemente” Scienza.
Mi scusi e la prego accettare i miei più’ deferenti ed amichevoli saluti.
Pietro Barabaschi
‘
Cara Maria,
grazie per le cortesi parole. Sull’UE concordo largamente con quanto lei dice, ma uscirne non è purtroppo né semplice né esente da costi. Con SB ne abbiamo parlato tempo fa e a lungo, ma credo che, per ragioni che non sono certo di condividere, tenga a mantenere il contatto con il PPE.
Cordialmente,
am
Caro Giovanni,
su Trump e sulle tesi di Koch so troppo poco per potermi pronunciare. Il protezionismo, sfortunatamente, è sempre stato caro a molti repubblicani. Ronald Reagan è stato l’eccezione che conferma la regola. Quanto a Koch, non conosco le sue dichiarazioni ma ho sentito dire che preferirebbe Hillary Clinton a Donald Trump. Mi chiedo, se veramente ha fatto questa affermazione, perché? Se mi riuscirà di informarmi su questi che sono diventati temi vitali, le farò avere la mia opinione.
am
Caro Alberto,
l’analisi dell’articolo da lei segnalato non fa una piega, ma è altresì vero che complotto (o come diavolo vogliamo chiamarlo) vi fu e vide come protagonisti, fra gli altri, quelli da lei indicati. Non spetta però a noi dirlo, spetta agli storici futuri, certamente non alla magistratura italiana, di Trani o di Sgurgola Marsicana!
am
Caro Professore,
Mi piacerebbe un Suo commento sul seguente articolo che analizza l’infondatezza dell’indagine avviata dalla procura di Trani contro la Deutsche Bank.
http://phastidio.net/2016/05/06/delitto-lesa-sovranita/
Io non sono un complottista per natura e le cose fatte dalla magistratura sono secondo me nel 99% dei casi campate sul nulle e fatte solo per prendere visibilità (vedi Finmeccanica, Fastweb, Why not, Tortora, e mille atri casi)… Quindi sul caso specifico tendo a dare ragione all’articolo. Diverso è il discorso italico interno, ossia che nel 2011 il golpe sia stato organizzato da Napolitano, Fini e compagnia bella!Su questo sì non ho dubbi!
Grazie e siamo tutti con Lei,
Parrini
Caro Massimo,
anzitutto, grazie per le cortesi parole. Quanto al referendum e alla riforma, la penso come lei. Sistema elettorale e riforma del Senato renderanno l’Italia un paese privo di opposizione (accanto al PD renziano ci sarà una pletora di partiti e partitini non coalizzabili fra loro), non risolverà il problema n. 1 del Paese, la sanità fuori controllo, e non sarà necessariamente meglio governata. Capisco la posizione di quanti come il Foglio si battono perché la riforma sia approvata, giustamente critici dell’esistente e convinti che “piuttosto che niente, è meglio piuttosto”! Ma tutto ciò non supera le mie riserve sulla proposta riforma.
Cordialmente,
am
Carissimo Professore,
il referendum di ottobre sulla riforma del Senato, potrebbe essere una forte spallata per Renzi. Lei crede che possano prevalere le ragioni del No? A mio parere, la riforma proposta è pasticciata. Il Senato non viene abrogato ma diventa non eleggibile. Mi sembra la riforma di Pantalone. Ho molti dubbi poi che, col nuovo riparto di competenze Stato/Regioni, la spesa complessiva tenda a scendere. Perchè il problema non sono tutte le materie in competenza concorrente, quanto la materia sanitaria, vera e propria porcata del nostro sistema nazionale. Mi interesserebbe avere un suo parere generale sulla riforma e sul referendum. La saluto e la ringrazio sempre per lo spazio e l’attenzione che dedica a tutti noi su questo blog che rappresenta l’isola felice dei liberali. Non sarà una grande isola, ma non posso fare a meno di dirigere la mia nave almeno 2-3 volte a settimana, solo per il piacere di leggere gli interventi di tutti e le sue eccellenti risposte.
Con stima,
Massimo B.
Grazie per la risposta caro Professore.
Beh sarà anche perché l’anima del buon Brunetta in fondo è socialista…cosa mai rinnegata tra l’altro… definendosi lui stesso un lib-lab.
Condivido il Suo pessimismo su FI…a proposito invece any news da RLI?Smuovere le acque all’interno di FI o all’esterno non sarebbe male…
Siamo tutti con Lei, avanti tutta!!
Saluti
Parrini
Caro Professore!
Grazie per la risposta. Beh Brunetta è noto per la sua iperattività…ma è anche noto per la sua anima socialista (mai rinnegata anzi esaltata con proposte e tanto di etichette lib-lab)…o sbaglio?
Condivido il pessimismo ormai irreversibile su FI…a proposito novità Rivolta Italia?Non bisognerebbe fare qualche mossa, per smuovere da dentro FI oppure se continua a dormire e a morire (come credo) ad andare per la nostra strada…si ricordi che siamo tutti con Lei!!
W la Libertà, /\/\ lo statalismo e i tassassini!!
Saluti,
Parrini
Caro Alberto,
grazie per le cortesi parole e per la costanza della sua attenzione. Quanto al suo auspicio, visto come stanno andando le cose in e per FI, lasciamo perdere. Renato Brunetta a volte dice cose sensate ma, essendo portato all’iperrattività, talvolta dice anche qualche stupidaggine. Si limitasse, sarebbe un consigliere economico valido; invece, tende ad inflazionarsi.
Cordialmente,
am
Grazie Professore per quest’ottimo articolo!
Esco un attimo fuori tema e mi piacerebbe un Suo commento sul recente articolo di Brunetta (su cui non esprimo più giudizi avendolo già fatto in altri post..)
http://www.ilgiornale.it/news/politica/berlino-fa-morale-allitalia-colpa-crisi-tedesca-1252974.html
Quindi no comment da parte mia…ma come vorrei che lasciasse queste questioni così come la guida economica di FI a chi se ne intende…cioè a Lei caro Professore!
Avanti tutta! Siamo tutti con Lei!
Saluti
Parrini
Caro Francesco,
non l’ho ancora vista; grazie per avermela segnalata. La macroeconomia richiederà un bel pò di editing, ma dovrebbe uscire entro l’anno (spero questo!)
am
Grazie per la risposta prof, come lei io mi preoccupo per quei tanti risparmiatori che si sono fidati di quella gente. Quelli delle obbligazioni al 90% se la sono cercata. Come tutti quelli che vanno dai maghi. Io però mi riferisco alle sofferenze. Queste sono frutto, come scrive lei, della cattiva gestione delle stesse banche, che hanno scientemente drogato il mercato. Dico scientemente perché come lei ben sa per poter fare gli affaracci loro dovevano creare confusione in modo che poi una volta scoperti gli altarini il governo dovendo salvaguardare le fasce più deboli doveva salvare pure loro, come puntualmente è avvenuto.
GS
Egregio professore,
ho letto la nuova edizione del suo manuale di microeconomia. Ottima. Quando darà alle stampe la seconda parte, macroeconomia?
Caro Giuseppe,
conosco Antonio Patuelli dai tempi del PLI. So che avrà molte cifre a sostegno della sua tesi, è uno che fa sempre coscienziosamente i suoi compiti a casa. Quello che non dice, né potrebbe, è che le banche italiane sono eredi di una serie di privatizzazioni fatte coi piedi. Siamo passati da una situazione nella quale, direttamente o indirettamente, lo Stato controllava il sistema bancario nominando i vertici con criteri di spartizione politica a una in cui le banche sono in mano a persone che hanno beneficiato della vendita al mercato delle banche statali o parastatali con criteri anch’essi politico-spartitori. Le banche forse hanno davveo subito perdite, ma ciò è spesso accaduto per colpa della loro gestione sbagliata. Quanto ai risparmiatori danneggiati, che lei ha in mente, molti se la sono voluta, fidandosi delle informazioni ricevute dalle banche, gli altri meritano la nostra solidarietà e simpatia.
am
Buongiorno Prof, mi scuso se esco fuori tema ma mi prudono le mani.
Il presidente dell’Abi, tal Patuelli ha detto basta. Basta a questa guerra contro le banche perchè se c’è qualcuno che ci ha rimesso in questi anni sono proprio le banche.
E a suffragio di questa tesi ha snocciolato numeri impressionanti.
Ma dico, la libertà di stampa esiste ancora o è dirottata solo sul versante gossip. Un cretino che chiedesse a questo signore il perchè le banche ci hanno rimesso c’è o e troppo difficile una domanda del genere?
E dire che i colpevoli sono tutti lì, belli impupati con tanto di stipendio a sei cifre, personaggi squallidi a cui non affiderei la paghetta dei miei figli.
Eppure sono lì grazie ad una politica connivente, una magistratura connivente, quasi quasi divento bolscevico, altro che ghigliottina.
Mi scuso con tutti voi per lo stile ma ho gli occhi iniettati di sangue, so che non è liberale ma quattro calci in culo ci vorrebbero
buona domenica a tutti gs
Caro Michele,
che dirle? La realtà supera l’immaginazione!
am
Egregio Professore, grazie per l’articolo che ha scritto. La tedio con una domanda di attualità “spicciola”. Cosa pensa di ciò che sta succedendo a Roma in quello che resta del centro-destra? Un saluto
Caro Barabaschi,
grazie per il commento e per le cortesi parole. Effettivamente, ci sono fenomeni che, anche quando ci toccano da vicino, sono fuori della nostra portata, non possiamo cambiarne il corso. I trend demografici sono uno di questi. Molto il governo potrebbe fare, ma se ne astiene. Molto potrebbe fare la Chiesa, ma le parole di questo gesuita argentino filo-leninista vanno nell’opposta direzione. Noi singoli, specie quelli della nostra età non possono fare alcunché.
A presto rivederla, spero,
am
Caro Professor Martino,
grazie anzitutto di rileggerla dopo tanto tempo; è sempre un piacere, anche pensando che sia guarito dal suo incidente.
Ho letto con molto interesse il suo intervento e relativi commenti, facendo una certa difficoltà a capirne lo spirito. Tuttavia, dopo lunga riflessione, penso che si sia toccata una delle caratteristiche fondamentali della vita: il suo perenne cambiamento, il divenire, che, se vogliamo vivere decentemente, non ci è data altra possibilità che quella di adattarvici.
Certo, lo studio del passato, la storia, ci consente, a differenza degli altri animali, di azzardare qualche piccola previsione per vivere questo attimo fuggente un po’ meglio.
Ciononostante una previsione (una certezza) credo si possa fare: Europa, requiescat in pace, parce sepulto. Anche perché La vera Europa, quella dei Martino (padre), Adenauer, Schumann, eccetera non c’è mai stata. Questo schifo di Unione Europea è una mera espressione geografica, una somma algebrica di tante Nazioni assolutamente inintegrabili, dal costo indecente e dai risultati che più negativi non si può.
L’attuale momento politico mondiale penso ci costringa, se vogliamo un po’ di serenità, un po’ di pace, d armarci fino ai denti e a combattere sia politicamente che sia realmente per difendere quel poco di libertà che ancora ci resta e, possibilmente, conquistarne dell’altra.
Coi più amichevoli saluti
Pietro Barabaschi
Buongiorno,
ho letto con interesse l’articolo del professore, sono sorpreso che pure la Francia sia coinvolta nel fenomeno dello spopolamento se si considerano le politiche volte a favorire i nuclei numerosi. Da una ricerca effettuata ho appreso che anche la politica demografica fascista non abbia prodotto risultati soddisfacenti.
Mi chiedo allora se esistano politiche che possano frenare il problema illustrato dal professore (spero che la soluzione non sia l’introduzione della tassa sul celibato..)? Avere un figlio non è una decisione così personale che prescinde dall’incentivo fiscale?
Altro Tema (fuori tema) : Donald Trump.
Rimango “sconvolto” dalle dichiarazioni del candidato repubblicano con riferimento alla guerra IRAQ e suoi attacchi a Bush, mi sorprende che la posizione assunta sia una delle chiavi del successo alle primarie del GOP.
Allora anche i conservatori si sono ricreduti sulla bontà dell’azione militare e noi alleati USA siamo stati dei cretini a seguirli nella campagna militare?
Peraltro rimango perplesso quando leggo che Trump sarebbe un candidato accettabile per noi liberali (uno che vorrebbe introdurrre dazi?? scatenere guerre commerciali??? Sinceramente capisco la ribellione del partito in USA).
Connesso al tema fuori tema : Charles Koch.
E’ noto che sia un liberale, finanziatore di Think tank vicini alle nostre idee, ma le sue recenti dichiarazioni mi fanno pensare ad un cambiamento nell’approccio dei problemi di politica estera da parte dei conservatori.
Per esempio, più volte ha affermato che non ritiene utile condurre nuove azioni militari (verso isis) se tutto alla fine si riduce a bombardamenti e invio di militari sul campo senza avere ben presenti quali possano essere soluzioni al problema.
Con l’invio delle truppe in siria cosa vorremmo ottenere? Mi pare di capire che In medioriente l’instabilità sia dovuta essenzialmente dalla guerra settaria tra sciiti e sunniti . Dovremmo minacciare l’invasione all’Arabia Saudita e Iran?
Perdonate i limiti con cui ho esposto le mie idee , ma avrei bisogno ragguagli … sono veramente disorientato (lascio perdere qualisiasi consideraizione politica in italia)
Grazie a Lei, Professore, per la rapida risposta, poeticissima .Medito su Guglielmo il Taciturno e arrugginitamente”(i neuroni non sono più quelli di una volta,)desumo:”intraprendere e perseverare”.Certo, non ci arrendiamo,nella notte buia: pero’ un fiammifero,dobbiamo pure accenderlo, anche per evitare di sbattere idilliacamente contro il primo spigolo che sta in agguato.
Allora, di quella tessera antica, che si fa?un grazioso ex voto con tanto di lumini e fiorellini di plastica?E la spilletta?Su e-bay categoria vintage? Oppure c’è uno spazio di discussione, o di assalto del fortino con tanto di catapulta?
Ognuno brindi con quel che vuole, l’importante è ammazzare la bestia. E il BREXIT potrebbe essere il primo chiodo sulla bara della UE.
Quanto al TTIP non mi sono pronunciato sul merito, ma c’è una cosa che mi dà noia: il testo è segreto e questo già me lo rende insopportabile. E’ una cosa simile a quel che accade alla UE:il solo fatto che la Commissione legiferi senza essere mai passata da libere elezioni mi induce a fare quel che si deve in certi casi: SPARARE. Si puo’ discutere con chiunque, ma non con chi decide al nostro posto.
Caro Giuseppe,
purtroppo le tendenze demografiche sono reali. La denatalità e l’invecchiamento della popolazione riguardano tutto l’Occidente, l’Europa in misura maggiore, l’Italia più dell’Europa. Le prospettive sono drammatiche e questo non è terrorismo psicologico. Quanto alla terza guerra mondiale in atto, comincio a credere che il problema si risolverà da solo, senza eccessivi traumi.
am
Cara Angela,
grazie per il suo “grido di dolore”. Mi ha fatto bene leggerla e constatare che il mio sconforto non è isolato. Il nostro motto dovrebbe essere quello di Guglielmo d’Orange, il Taciturno, “Non è necessario sperare per intraprendere, né riuscire per perseverare”! Un partito agguerrito, con un programma concreto e credibile di impeccabile ispirazione liberale, rappresentato da persone dotate di credenziali immacolate, si (ri)conquisterebbe un grande spazio elettorale e potrebbe, forse, resuscitare la concreta possibilità di realizzare il nostro sogno. Ma vivacchiare, ripetendo senza convinzione slogan logori, dibattersi nelle assurdità di accordi o meno con piccole e marginali comparse della peggiore politica non è accettabile. Non si scoraggi, cara Angela, “E’ di notte che è bello credere alla luce”! Verrà l’alba di un nuovo giorno.
am
Caro TD,
gli esempi della presunta nocività del TTIP citati da Blondet mi sembrano ottime ragioni per essere a favore della sua adozione. Quanto alla Brexit, spero non le dispiaccia se, invece dei bicchieri di carta, verrò con un bicchiere di cristallo da cognac, dentro il quale verserò una modica quantità del più grande gin che abbia mai bevuto: il Liberator, prodotto negli USA,, a Detroit, e di gran lunga il migliore!
Cordialmente,
am
Capisco di ferire il cuore del Professore citando Blondet, ma stavolta è per una nobile causa: pare, infatti, che il Moretto abbia pisciato fuori dal vaso andando a prendere per il c(bip) gli inglesi, tuonando contro la BREXIT nella recente visita a Londra. Pensava forse di avere di fronte dei calabraghe come gli italiani o gli svizzeri. Evidentemente da quelle parti lo spirito di Crowell non è morto.
ecco il link
http://www.rischiocalcolato.it/2016/04/persino-londra-e-contro-il-ttip-e-noi-invece-obbediamo.html
Speriamo quindi. Non facciamoci illusioni, ma speriamo.
E se la BREXIT dovesse vincere la sera delle elezioni tutti davanti all’ambasciata inglese a brindare e cantare RULE BRITANNIA
PS Portare una bottiglia di qualcosa e anche bicchieri di carta.
PPS Per chi non lo sapesse l’ambasciata di Sua Maestà è dietro porta Pia all’inizio di via XX settembre
Gentile Professore,
mi scuso dell’intrusione poco pertinente nei commenti alla sua nota;ma sono una “antica tessera di Forza Italia”e venendo qui, nella sua pagina,la mia condizione di naufrago, a zuppa su un pezzo di legno da gran tempo si fa più lieve alla vista della terra promessa:torna la voglia di nuotare, per arrivarci.Il panorama non è limpido:arrendersi ai numeri e perdersi, o sparire per mancanza di eredi.Forse c’è un punto di equilibrio tra queste due catastrofi e dovrebbe essere la politica a trovarlo.Ma la politica è sparita cosi’ come è sparito il pensiero e l’individuo.Questo problema “continentale”risuona in piccolo nelle faccenducole italiane.Noi che fummo attivisti entusiasti nel 94, non abbiamo più casa:non so quale clandestino si sia impossessato di quella della libertà;un fatto è certo: che di cognome, l’occupante si chiama conformismo.Vengo al sodo:mi scusi:ma perchè mai non andiamo tutti insieme(….e siamo tantissimi…) per chiedere conto e ragione della linea politica?O meglio, per sapere se ancora esiste una linea politica?Per carità, io inorridisco pensando ai salvini e meloni vari, ma mi delucidi:cosa ci facciamo noi, ancora, nel Ppe?Aveva un senso quando come forza di maggioranza occorreva darsi-nella speranza di contare, non pochi “pizzichi sulla panza”.Ma ora, al cinque e qualche, non sarebbe meglio mettere mano a costruire un’alternativa di pensiero, originale, fresca, entusiasmante?Io penso che ^prima di arrendersi, occorre combattere con onore; e poi, se è il caso con onore morire.Morire da scemi è seccante.E pure di cattivo gusto.Sua devotissima, e Lei, sempre sia lodato.
Come sempre la Sua opinione, caro Professore, è perfetta !
Ma, a proposito di Europa, sarebbe sicuramente meglio, a mio avviso, uscirne, come stanno tentando di fare in Inghilterra e presto, spero, anche altri Stati, essendo veramente stanchi i cittadini europei di questa tirannia da Quarto Reich e da questa stupida Unione che richiede un’altissima quota di partecipazione e non ci viene incontro su niente, anzi !
Perchè non parlare col Presidente Berlusconi e dargli qualche buon consiglio in questo senso?
Il popolo italiano è davvero stanco e segue chiunque aspiri e faccia credere di avere la possibilità di uscire dalla UE, uno dei motivi del successo di Salvini
Grazie per l’attenzione
Cordialmente
Maria Venera
Anche io mi sento più in sintonia con il sig Biavaschi, non credo al problema demografico anzi, queste analisi a lungo termine mi sembrano più un atto terroristico che altro, idem la lettera arancione dell’INPS. Quando fanno queste azioni io comincio a mettere le mutande di ferro. Lei, prof, in un post di tanto tempo fa ha evidenziato come la Germania non ha perso il vizio di voler egemonizzare l’Europa. Una volta ha tentato con le bombe oggi con l’economia. Lei fini il concetto scrivendo che come ha perso la seconda perderà anche la terza guerra mondiale, perché guerra è questa, non ci sono bombe ma l’invasione c’è.
Saluti
GS
Intanto cerchiamo di ammazzare la UE
Condivido tutto.
E tra le cause, la prima e’ l’imposizione fiscale. La seconda e’ un cambio di mentalita’ comune ai paesi economicamente avanzati, cioe’ il fare un figlio e mezzo a famiglia, farlo piu’ tardi possibile, tenendoselo in casa fino quando comincia ad avere qualche ruga. E in questo noi siamo i campioni.
Ci vuole un drastico taglio delle tasse, a tutti e soprattutto a chi ha figli. E poi bisogna, attraverso televisone e stampa, riproporre il modello secondo il quale avere i primi figli a vent’anni non e’ uno scandalo, ma una scelta normalissima che lo Stato supporta.
E invece in Italia, prima di sposarsi, bisogna raggiungere una certa posizione nel mondo del lavoro, bisogna essersi divertiti a sufficienza (fino ai 45 anni), e cosi’ via…
P.S.: Nelle statistiche si parla di solito di numero di figli per coppia, e non si menziona l’eta’ alla quale la coppia fa questi figli. La cosa non e’ secondaria, in quanto se in media (a parita’ di numero di figli) si procrea a vent’anni invece che a quaranta, l’andamento demografico sara’ molto diverso.
Caro Biavaschi,
in genere, quello che dice sulle proiezioni a lungo termine è vero, ma non nel caso della popolazione perché le variazioni nel tasso di fertilità sono raramente tali da modificare il trend, almeno nel breve. Per il resto d’accordo, con la nota che il fascismo, anche se per la ragione sbagliata, aveva visto giusto: la politica demografica del regima, specie dal punto di vista fiscale e assistenziale, fu corretta.
am
Tutto giusto e condivisibile caro Professore. Il trend attuale è quello indicato, tuttavia ritengo poco attendibili le proiezioni a lungo termine, molte volte risultate sbagliate.
Rimane il fatto che in questo campo l’Italia sia messa peggio, ad esempio della Francia, a mio giudizio per le diversissime politiche fiscali sulla famiglia. Mi risulta che la natalità francese sia nettamente superiore a quella italiana proprio perché la tassazione su un capofamiglia con prole e di reddito medio permette alla moglie di fare la casalinga, mentre in Italia ciò è normalmente precluso.
Poi ci sono altri fattori (massiccia emigrazione dei giovani, sfiducia nel futuro, egoismo, edonismo, ecc. ecc.) , ma credo che il fattore economico sia quello prevalente in particolare per la stragrande maggioranza dei giovani.