Cari Amici,
io vorrei che per un istante sollevassimo lo sguardo dalle appassionate vicende di questo Congresso per guardare ai problemi in una prospettiva di più ampio respiro.
In un discorso parlamentare del 15 aprile 1851 destinato a restare famoso, Cavour sosteneva che il perseguimento del comune obiettivo del progresso economico generale e del miglioramento delle condizioni di vita delle classi meno agiate poteva essere affidato fondamentalmente ad uno dei seguenti due sistemi: da un lato quello basato sul “principio di liberta,… della libera concorrenza, del libero svolgimento dell’uomo morale ed intellettuale, e dall’altro quello fondato sull’allargare smisuratamente l’azione centrale… del Governo”.
Credo che quell’osservazione sia valida anche oggi. Allora come ora, le alternative possono in ultima istanza essere ridotte a due: quella statalista e quella liberale.
Nel corso di questo secolo in genere e negli ultimi venticinque anni in particolare, il metodo più largamente usato è stato quello statalista; non importa a quale indicatore si guardi – alla spesa pubblica pro-capite, alla fiscalità complessiva, all’indebitamento, al disavanzo, alla qualità e quantità di restrizioni alla libertà individuale ed alla proprietà privata – l’ingerenza burocratica nella vita dei cittadini è cresciuta a dismisura.
Per esempio, siamo passati da un costo del settore pubblico pro-capite a prezzi costanti di 1.732.000 lire nel 1960, ad uno di 9.060.000 lire nel 1987. Nel 1960 l’italiano medio lavorava fino al 29 aprile per lo Stato; nel 1987 ha dovuto lavorare fino all’8 luglio per lo Stato e solo il resto dell’anno per sé e per la sua famiglia.
Sembra arrivato il momento di fare un bilancio. Ora, a dire che lo statalismo è stato tentato ed ha sempre ed ovunque prodotto risultati deludenti sono anzitutto le cifre.
Basti pensare alla crescita dell’indebitamento, passato da 158.206 miliardi nel 1978 ad oltre un milione di miliardi nel 1988.
O al fatto che la sola spesa per interessi passivi nel 1987 (80.691 miliardi) è stata superiore all’intera spesa del settore pubblico di dieci anni prima.
Il finanziamento del debito pubblico ha sottratto risorse agli investimenti produttivi, riducendo il tasso di sviluppo a livelli molto inferiori alle potenziali capacità del nostro sistema economico.
Ma soprattutto questa montagna di debiti ha sclerotizzato l’economia: pensate a quante imprese piccole, medie, grandi o gigantesche si sarebbero potute creare se quel milione di miliardi fosse stato destinato a scopi produttivi. Il dissesto pubblico ha quindi ridotto il numero delle iniziative, proteggendo le imprese esistenti dalla concorrenza dei produttori potenziali. Vorrei se ne ricordassero i fautori di una legislazione anti-trust.
Lo statalismo ha distrutto opportunità di lavoro e prodotto disoccupazione diffusa. Stupirà gli adoratori dell’intervento pubblico, ma dal 1981 al 1987 mentre le spese pubbliche total,i sono aumentate di oltre il 130%, il numero complessivo degli occupati è aumentate di sole 293.000 unità, mentre la forza lavoro cresceva di 1.230.000.
In soli otto anni siamo quindi riusciti a creare quasi un milione di disoccupati in più.
Né la cosa stupisce dal momento che nel 1987 la retribuzione netta ha costituito solo il 54,8% del costo del lavoro, il che significa che la fiscalità in tutte le sue forme ha quasi raddoppiato il costo delle assunzioni rispetto al compenso netto.
Si potrebbe continuare a lungo.
Consentite anzitutto a me meridionale di ricordare che proprio nel Mezzogiorno, dove maggiore è stato l’intervento pubblico, più evidenti ne sono le conseguenze negative. Nel Mezzogiorno, come nel resto d’Italia, lo statalismo ha prodotto distorsione nell’uso delle risorse, disgregazione del tessuto sociale, sprechi, corruzione diffusa, e una fiscalità oppressiva, iniqua, farraginosa, caotica e indegna di un Paese civile.
Mi limiterò, quindi, soltanto a tre considerazioni.
Anzitutto la socialità dello statalismo. In passato chi criticava l’invadenza pubblica veniva accusato di essere senza cuore, di voler “rimettere in discussione le conquiste dello stato sociale”. Oggi la musica è cambiata, e non si vede come si possano qualificare sociali le larghezze di un settore pubblico che spende come un marinaio ubriaco: un sistema che prende a tutti, anche ai poveri, per dare a tutti, anche ai non poveri, e che tassa anche i diseredati per finanziare a suon di migliaia di miliardi i profitti di imprenditori non propriamente poveri. E’ quest’ultimo un punto particolarmente importante per noi liberali: la nostra difesa delle regole del capitalismo concorrenziale non ha nulla a che spartire con la tutela degli interessi dei capitalisti attuali. Dovremmo quindi opporci con tutte le nostre energie alla prassi scandalosa dei “trasferimenti alle imprese”, delle migliaia di miliardi che ogni anno lo Stato preleva dalle tasche dei contribuenti per distribuirli a vario titolo agli imprenditori. L’Italia di oggi ricorda l’analisi che Salvemini faceva del fascismo: “Nell’Italia fascista, diceva Salvemini, il profitto è privato e individuale, le perdite sono pubbliche e sociali”. Si tratta di un sistema che diffonde inefficienza e corruzione, è iniquo ed è illiberale; mi sarebbe piaciuto che i ministri dell’industria liberali avessero saputo resistere al “fascino dei potenti” e tenere presente il suggerimento di Adam Smith: “la bassa rapacità e lo spirito di monopolio dei mercanti e dei manifattori, i quali non sono né dovrebbero essere i reggitori dell’umanità… possono essere facilmente impediti dal turbare la tranquillità di ogni altra categoria di cittadini”.
Infine, non può essere passato sotto silenzio il fatto che l’inefficienza nella fornitura di servizi pubblici penalizza due volte i poveri, che sono costretti a pagare con l’imposizione dei servizi che vengono forniti in misura inadeguata e non possono permettersi il ricorso ad alternative private.
Spendiamo cifre colossali per “prestazioni sociali”, cifre che, se andassero direttamente ai poveri, li trasformerebbero in benestanti: se la spesa per “prestazioni sociali” del 1987 (166.897 miliardi) fosse stata distribuita direttamente al 20% più povero della popolazione avrebbe consentito di elargire 58.560.000 lire di reddito aggiuntivo ad ogni famiglia di quattro persone. SI tratta di uno spreco gigantesco e scandaloso.
In secondo luogo, la vecchia critica che veniva mossa dai male informati ai liberisti, secondo cui a questi mancherebbe il senso dello Stato, si ritorce, alla luce dell’esperienza, contro gli statalisti. E’ evidente, infatti, che lo statalismo ha distrutto lo Stato: abbiamo oggi troppo Stato in termini di costo, troppo poco Stato in termini di risultato. La ragione è evidente: uno Stato che ha la pretesa di provvedere a tutto ed a tutti, fallisce anche nei suoi compiti istituzionali.
Non credo sia necessario ricordare la situazione della giustizia, sia civile che penale, o dell’ordine pubblico per sottolineare la latitanza dello Stato proprio nel suo ambito. Ed è difficile considerare libero e civile un Paese che riesce ad essere contemporaneamente permissivo e liberticida, un Paese che non ci protegge dai criminali, ma in compenso lascia marcire in galera migliaia di nostri concittadini innocenti.
Infine, ma più importante, lo statalismo ha compromesso la libertà individuale. Non illudiamoci: votare ogni quattro anni non basta a fare libero un Paese! La libertà individuale può essere messa in pericolo sia da un dittatore che dallo strapotere di una maggioranza democratica. Un liberale non può che concordare con Tocqueville:
“Vi sono molti oggi che s’adattano volentieri a questa sorta di compromesso tra il dispotismo amministrativo e la sovranità popolare, e ritengono di aver garantito sufficiente la libertà degli individui col darla in tutela ad un potere nazionale. Per quel che mi riguarda, ciò non mi basta affatto: la natura del padrone mi interessa assai meno del dovere dell’obbedienza”.
Cerchiamo di non dimenticare che la libertà cosiddetta “economica” è il contenuto della libertà senza aggettivi ; che la libertà puramente “politica” è un ectoplasma, un contenitore vuoto; e che il controllo della produzione della ricchezza non è altro che il controllo della vita umana.
Il tema di questo Congresso accenna alla “crisi della politica”.
Cari Amici,
ad essere in crisi non è la politica, ma l’abuso della politica, il che è cosa ben diversa e che noi liberali dobbiamo salutare con favore. Un caro e stimato amico, con cui è gradevole anche trovarsi in disaccordo, ha recentemente avanzato una tesi che trovo assolutamente inaccettabile. Secondo quest’idea, sarebbe una moda deleteria il rifiuto della politica , quello che egli chiama il privatismo degli anni Ottanta. Io non so quali anni Ottanta egli faccia riferimento: la difesa della proprietà privata e delle libertà individuali contro l’assolutismo era “di moda” nel 1680 grazie agli scritti di John Locke, nel 1780 quando gli uomini di cultura conoscevano le tesi di David Hume e Adam Smith, nel 1880 quando l’umanità aveva digerito la lezione di John Stuart Mill e Alexis de Tocqueville, ed è più che mai “di moda” oggi, quando nessuno può permettersi di ignorare le opere, fra gli altri, di Sir Karl Popper, Friedrich A. Hayek e Milton Friedman.
La verità, caro Valerio, è che la difesa dell’individuo contro l’arbitraria estensione dei poteri dello Stato è il liberalismo, e non è affatto una moda transeunte, perché dura da secoli. E se posso permettermi una battuta, aggiungerei che non mancavano di progetto politico e fortemente credevano nell’importanza, nel primato della politica sia Adolfo Hitler che Giuseppe Stalin, ma non mi sembra che fossero liberali. Non mi stancherò mai di ripetere che oggi più che mai l’abuso della politica è il maggior nemico della libertà.
Sul piano delle idee, lo statalismo è un mito che è fallito; ha un passato, anche se inglorioso, ma non ha un futuro. A precluderglielo provvede la bancarotta intellettuale e soprattutto finanziaria in cui versa.
Oggi il fallimento è riconosciuto da tutti, anche dagli statalisti più dogmatici. Com’è ovvio, tuttavia, essi non sono in grado di indicare soluzioni alternative: tutte le loro proposte sono state adottate; sono esse la causa dei problemi attuali. La loro incapacità a suggerire soluzioni è confermata dal fatto che le ammissioni di fallimento sono confinate al campo della retorica, della macro-politica, mentre nella realtà quotidiana della micro-politica sono i vecchi sistemi a continuare a prevalere. Del resto sarebbe insensato chiedere proprio agli statalisti la soluzione ai guasti che hanno provocato.
C’è un solo partito che può, in virtù della sua storia e della sua cultura, indicare una soluzione alternativa ai problemi del presente: questo partito è il partito liberale. Raramente, nel corso di questo secolo, le idee liberali sono state tanto importanti quanto nel momento presente. Sale dal Paese una domanda di liberalizzazione che non è monopolio di nessuno, riguardando tutti i ceti sociali, i livelli di reddito, le condizioni personali, le opinioni politiche; mi sembra significativo che il fallimento dello statalismo venga riconosciuto persino dal leader del partito più statalista d’Italia, il partito comunista.
Cari Amici,
credo sia stato Aristotele a sostenere che “le cose differiscono in ciò che hanno in comune; ci rendiamo conto che i fiori hanno colori diversi perché hanno in comune il fatto di essere colorati”. Intendo dire che esiste un ampio patrimonio di valori che è comune a tutti i liberali; ma è anche vero che esistono interpretazioni diverse del liberalismo, ed è proprio a queste diversità che deve rivolgersi l’attenzione di questo Congresso.
Le domande cui dobbiamo rispondere sono due: “Dove andiamo?”, “Dove vorremmo andare?”.
Noi liberali abbiamo combattuto una battaglia ideale contro lo statalismo marxista. Sul piano delle idee non c’è dubbio che abbiamo vinto. Ogni volta che se ne presenta l’opportunità, la gente scappa dai “paradisi” comunisti verso le società liberali, e a scappare non sono i ricchi.
Abbiamo anche combattuto contro lo statalismo del “welfare state” burocratico e liberticida delle democrazie occidentali. Ancora una volta, abbiamo conseguito una schiacciante vittoria sul piano ideale. Se ricordiamo a noi stessi che il “welfare state” è un’invenzione di Bismark (17 novembre 1881) introdotta per svuotare di significato la posizione dei socialdemocratici tedeschi, e che l’assistenzialismo di stato versa un po’ dappertutto in condizioni di bancarotta fraudolenta, non possiamo che pervenire alla conclusione che la Stato assistenziale, come il mulo, non ha motivo di essere orgoglioso dei suoi ascendenti e non ha speranza di avere discendenti!
Tutto questo è vero, ma non risponde al quesito: se avevamo ragione, perché non abbiamo avuto successo sul piano elettorale? Credo di poter suggerire tre possibili fattori.
PRIMO: Mancanza di linea politica.
Anzitutto, gli elettori non votano sul passato, votano nel presente per il futuro; non si chiedono cioè se le posizioni passate di un partito siano state o meno avvalorate dagli eventi successivi, si chiedono invece quali soluzioni per il futuro quel partito è in grado di offrire ai problemi del presente. Si chiedono, cioè, quale sia in concreto la sua linea politica.
La “linea politica” del PLI in questi anni ha ricordato da vicino la linea euclidea. Come sapete, la linea euclidea ha posizione, ma non spessore. Imitando gli aristocratici del Gattopardo che godevano e soffrivano di cose cui alla gente comune non importa nulla, siamo stati prodighi di pronunciamenti solenni sulla nostra “collocazione” politica, ma non abbiamo saputo con altrettanta decisione suggerire soluzione ai problemi del presente. Abbiamo avuto posizione, ma non spessore, nessuno ha visto la nostra linea politica.
Un buon esempio è offerto dalla proposta di Renato Altissimo di costituzione di un’area laica di parcheggio per il PLI, un patto federativo con repubblicani, radicali e ambientalisti. Le alleanze, cari amici, sono strumento, non fine, dell’azione politica. Se il PLI avesse un programma, l’alleanza laica potrebbe contribuire a realizzarlo; da sola, tuttavia, non sarebbe sufficiente perché non dispone della necessaria maggioranza. Ma se il PLI non ha un programma, non sarà certo l’alleanza con altri partiti a prenderne il posto.
SECONDO: Mancanza di coraggio.
Gli insuccessi elettorali del PLI sono dovuti al fatto che la causa della libertà è stata affidata a liberali tremebondi, timorosi di guastare i rapporti con gli alleati, pronti a diluire, annacquare e moderare le proprie posizioni e, quindi, incapaci di indicare una via d’uscita dai guasti dello statalismo liberticida. In una parola, ci è mancato quello che Croce chiamava “il coraggio della libertà”.
Cari Amici, può apparire ingeneroso infierire su una decisione politica che è stata riconosciuta erronea anche da coloro che la presero. Ma non posso passarla sotto silenzio, sia perché illustra una tesi generale, sia perché sono convinto sia stata più grave di quanto si ritenga. Quando, nel novembre 1987, facemmo la crisi, su una questione di principio in una materia di enorme importanza, vidi finalmente giunto il momento in cui il PLI avrebbe cominciato a far seguire i fatti alle parole, riscattando anni di silenzi poco edificanti. Scrissi al segretario generale un biglietto con una sola parola: “grazie!”. Poi, dopo l’infelice conclusione di quell’episodio, fui tentato di replicare con un secondo biglietto di ispirazione goliardica, suggerendo a cosa avrebbe dovuto essere indirizzato il mio precedente ringraziamento. Non lo feci, ma non potei fare a meno di pensare che avessero sbagliato i giornali, nel commentare la nostra uscita dal governo, a parlare di “ruggito del topo”; sarebbe stato meglio parlare di “belato del topo”!
TERZO: Responsabilità senza potere.
Quando penso all’economia italiana, vedo milioni di persone che si distinguono nel mondo intero per la loro laboriosità, per l’ingegno, per la parsimonia, per la straordinaria inventiva. Sono loro che procurano a chi ha la fortuna di viaggiare il piacere di sentire prorompente l’orgoglio di essere italiani. Sono loro che hanno fatto del nostro tempo l’epoca più prospera nella nostra storia. Al disopra di questi milioni di lavoratori ingegnosi e produttivi incombe il peso di un “esercito di occupazione”, un esercito politico-burocratico forte di molte divisioni, di centinaia di migliaia di effettivi, dedito a taglieggiare, ostacolare, penalizzare, regolamentare, punire le attività produttive, scoraggiando il lavoro, il risparmio e l’investimento, mettendo in pericolo la proprietà privata e la libertà personale, rallentando lo sviluppo.
Nei confronti di questo esercito di occupazione, due atteggiamenti sono possibili: quello compromissorio, volto a tentare di mitigare le asprezze del comportamento degli invasori, e quello di aperta condanna, denunzia e proposta di alternative diverse. Il primo atteggiamento è stato tentato: con spirito di responsabilità, i liberali si sono adoperati per rendere governabile questo Paese. I risultati di questi sforzi sono sotto i nostri occhi: dal 1980 ad oggi il tasso di disoccupazione è raddoppiato, la fiscalità esplicita complessiva in termini reali è aumentata del 41,8%, il gettito delle imposte dirette è cresciuto del 63,6% sempre in termini reali, il deficit annuo è passato dai 37.138 miliardi del 1980 agli oltre 120.000 attuali e la spesa pubblica totale in termini pro-capite è aumentata del 48,3%.
Sarebbe difficile negare che siamo diventati un Paese tartassato, indebitato, sottoccupato, dissestato, iperregolato, corrotto, male amministrato e sotto-governato!
Questo è accaduto con governi di cui i liberali facevano parte: se eravamo al governo, siamo anche noi responsabili di quanto è accaduto; se, invece, non siamo responsabili, perché stiamo al governo?
Anche se il problema vero non è se stare al governo o all’opposizione, cerchiamo di non confondere lo strumento con il fine: stare al governo non è il nostro obiettivo, non è certo la presenza al governo di un ministro e qualche sottosegretario la ragion d’essere del nostro partito.,
La verità è che il consenso dell’elettorato può essere acquistato con la distribuzione di prebende e favori politici o conquistato con la forza delle idee. Il primo non è un metodo liberale; non vorrei che fosse vero del PLI oggi quanto Gobetti diceva dei liberali della fine del secolo scorso: “Dopo il ’70 il partito liberale - scrive Gobetti – è svuotato della sua funzione rinnovatrice perché privo di una dominante passione libertaria e si riduce ad un partito di governo, un equilibrismo per iniziati che esercita i suoi compiti tutori ingannando i governati con le transazioni e gli artifici della politica sociale”. (La rivoluzione liberale, p. 55)
Se il PLI vuole avere consensi deve saper esser un partito di idee. Ricordiamo le parole con cui si chiude la Teoria generale di Keynes: “le idee degli economisti e dei filosofi, sia quelle giuste che quelle sbagliate, sono più potenti di quanto si creda (…) presto o tardi sono le idee, non gli interessi costituiti, che sono pericolose sia in bene che in male”.
E’ stato detto che una battaglia di opposizione sarebbe durissima, che comporterebbe gravi rischi. Vorrei ricordare ai miei amici moderati che fra il peccato di omissione e quello di commissione è preferibile il secondo: se uno deve proprio peccare, che almeno si diverta! E’ vero che l’opposizione sarebbe difficile, ma stare al governo subendo le scelte altrui e rinunziando a batterci per le nostre idee non mi sembra un’alternativa accettabile.
Ma è poi vero che l’opposizione radicale sarebbe perdente sul piano elettorale? Non lo credo: fu per ascoltare tre professori universitari di idee liberali che 35.000 italiani di tutte le età, condizioni sociali e regioni d’Italia convennero a Torino domenica 23 novembre 1986 a sottolineare la loro protesta contro la fiscalità oppressiva. Quando le timorose affermazioni di liberalismo “prudente” care ai liberali moderati avranno lo stesso successo, crederò che la moderazione paghi.
Cari Amici,
non prendiamoci troppo sul serio: con o senza il PLI, la fiaccola della Libertà continuerà la sua marcia. Come liberali, tuttavia, abbiamo il dovere di cercare di farla marciare più speditamente.
Per secoli i liberali hanno sempre saputo raccogliere le sfide del loro tempo. Sono stati i liberali a sconfiggere i regimi assoluti, a dar vita ai Parlamenti, ad abbattere gli ostacoli alla circolazione internazionale di merci, uomini, idee e ad aprire le frontiere; e sono stati sempre i liberali a fare una l’Italia e a porre le basi perché sia una l’Europa!
Se noi, liberali di oggi, sapremo raccogliere la sfida del nostro tempo, il PLI divverà un partito che, orgoglioso delle sue grandi tradizioni, sarà anche capace di proporre soluzioni intelligenti ai problemi contemporanei; un partito forte, che tutti vorranno come alleato e nessuno come avversario, un partito straordinariamente rilevante.
E’ proprio tanto irragionevole la richiesta di questo liberale immoderato? A me non sembra, ma se lo fosse potrei trovare conforto nelle parole di George Bernard Shaw:
“L’individuo ragionevole si adatta al mondo in cui vive. L’individuo irragionevole insiste nella pretesa di adattare il mondo in cui vive a se stesso. Il progresso dipende soltanto dagli sforzi degli individui irragionevoli”.
Discorso ancora attulaissimo. Oggi più che mai.
Non servono miracoli, a volte basterebbe andare a rileggere vecchie pagine liberali, come questa.
Un caro e forte abbraccio all’Amico Antonio MARTINO, uno degli ultimi LIBERALI veri ancora con la voglia di combattare e dal quale abbiamo solo da imparare.
Ho letto il discorso dell’88, sembra scritto non ieri, bensì domani!
Mi auguro Lei diventi Presidente della Repubblica Italiana e che Riesca a dare il Giusto ed indispensabile, urgente contributo cui questa istituzione esige adesso.
Saluti Cordiali, Remo
Egregio Professore,
sono una sua conterranea, con la quale, alcuni mesi addietro, ha scambiato alcune idee sulla nostra Italia e ricordi della nostra città,
Non sono più riuscita a risalire alle mia e-mail intercorse con lei, ma mi piacerebbe ancora contattarla, per proseguire il nostro dialogo.
La ringrazio e le auguro una felice serata.
Giusi Faranda
Non credete che l’enfasi per i diritti degli omosessuali sia la stessa enfasi con cui qui si inneggia, lecitamente, alla libertà in tutte le sue forme? Perchè questo tema meriterebbe meno enfasi?
A tale PM qui sotto: l’orientamento sessuale è un fatto (naturale), non una dichiarazione. Assimilare l’omofobia al razzismo è doveroso e necessario. Differenti obiezioni, a mio lucido e liberale avviso, sono solamente farcite di pregiudizio e (mal)celato disprezzo.
In relazione all’argomento “astensione”, anche qui occorre fare chiarezza.
Un cittadino che vota un partito, lo sta premiando.
Ed incoraggiando a continuare a fare come ha fatto.
Le batoste elettorali, al contrario, suggerisconio la necessità di cambiare.
Tant’è vero che le batoste elettorali della sinistra hanno comportato, da parte del partito ideologicamente meno democratico di tutti, l’unica flebile forma di democrazia permessa in una partitocrazia: le “primarie”.
Ma “votare tappandosi il naso”, come pur suggeriva un grande intellettuale del passato, non può che conseguire un aumento della puzza.
Amici ADAMs,
mi piacerebbe che la questione SB fosse risolta una volta per tutte.
Io condivido la lealtà tra amici, e condivido anche la valutazione della buona fede e dell’impegno altuistico del Cav.
Ma è bene che siamo coscenti che dal punto di vista politico, questo signore è una peste bubbonica.
Possiamo tranquillamente dare il record della maglia nera dei governi della Repubblica ad un solo personaggio: M. Monti.
Le manovre di tale figuro sono state permesse ed appoggiate da SB e dalla sua MAGGIORANZA in parlamento.
Il peggior governo nr. 2 è stato quello di Amato. Che ha introdotto per la prima volta le imposte sulla casa, prelevato dai conti correnti dei cittadini ed inventato quell’obbrobrio giuridico delle fondazioni bancarie.
Ora, capisco la “lealtà affettiva”.
Ma se parlo di “lealtà politica”, o mi riferisco alle oscure manovre partitiche, oppure sto parlando di idee.
Ritenendo che della prima accezione questo blog voglia estraniarsi, appoggerei affettuosamente la persona Berlusconi, ma quanto al sostegno “politico” ritengo sia bene guardarsene.
prova
Caro Professore,
in quel congresso del 1988 la sostennero anche i fratelli Sorrentino di Bari, lo ricordavano sempre ai giovani come me che li seguivano negli anni ’80 e ’90.
Sempre loro mi presentarono a lei quando venne a Bari in compagnia dell’on. Mennitti: ricordo la sala della Provincia desolatamente vuota per ordine dell’allora segretario regionale di FI che ordinò il boicottaggio del convegno che vi vedeva relatori.
Oggi che i Sorrentino non ci sono più e FI è quello che è, ricordo con nostalgia gli anni in cui vedevamo vicinissima la rivoluzione liberale.
Un caro saluto.
Luigi Russo
Caro Lucio,
ha ragione. Stavolta la magistratura ha assolto le sue funzioni in maniera coraggiosa e corretta. Mi auguro che non sia solo la classica rondine che, da sola, non fa primavera.
am
Riguardo l’assoluzione di oggi:
Silvio Berlusconi è un vincente non perché vince tutte le battaglie, ma perché quando perde una battaglia si rialza e riparte per la battaglia successiva con l’obiettivo di vincere la guerra. Per questo Silvio Berlusconi è la rappresentazione vivente del Vincente.
Caro Matteo,
mala tempora currunt! Il ventennio berlusconiano finisce e non in bellezza. Restiamo uniti e pronti a vederne delle brutte.
am
Ho semplicemente scritto di essere d’accordo con il suo commento del 4 Luglio.
Riguardo il “paese che ha abboccato all’amo di Renzi ed alle sue mancette da 80 euro” ricordo che
nell’anno 2008, durante le elezioni politiche, il Pd di Veltroni prese circa 12 milioni di voti,
nell’anno 2014, durante le elezioni europee, il Pd di Renzi prende circa 11 milioni di voti, cioè il Pd vincente di Renzi ha ora preso meno voti del Pd sconfitto di Veltroni.
Ergo gli Italiani non hanno abboccato alla mancetta di Renzi.
La mancetta di Renzi è servita a portare al voto gli elettori che già votavano la sinistra perché avevano idee di sinistra ed ora hanno visto la sinistra comportarsi da sinistra. Ha anche convinto le partite iva ed i pensionati a non andare a votare perché dall’altra parte si è allo sbando.
Presidente Martino
Fino a quando noi di FI saremo costretti all’imbarazzante visuale di dover osservare, con metafora calcistica, il nostro allenatore esultare ad ogni goal degli avversari sulla nostra porta?
Buone vacanze
Saluti Matteo Napoletano
Mah avrei qualche dubbio a pensare che il tea party possa rappresentare il futuro di un paese che ha abboccato all’amo di Renzi ed alle sue mancette da 80 euro.
Anche lui nel Nuovo Centro Destra.
Comunque mi è piaciuto il suo commento di qualche giorno fa in cui citava il tea party.
Un commento proiettato verso il futuro.
Non penso che quando militavano nel PDL questi cinque fossero meno merde. Sono gli effetti del porcellum: berlusca si è scelto veramente i migliori, lasciando in panchina il professor Martino. Sempre in tema escretorio ed a supporto di quanto detto sopra, ricordo che quando era ancora nel PDL (ora non so che fine ha fatto, ma la navigazione e le di questi esseri che, per la loro natura, galleggiano naturalmente poco mi interessa) Formigoni propose l’istituzione della macroregione, come se non bastassero i tremila livelli di governo, con altri 100 posti da consigliere ed altri cento superstipendi e superpensioni ed alte 500 aurtoblu ed altri 20 beneficati da una scrivania ecc ecc.
A Tenerone Dolcissimo e a ilmedicodiprovincia,
tutti eletti nel PDL, ma per mettere i puntini sulle i ora sono:
MARINELLO NCD
RUVOLO GAL
MAZZONI FI (professione giornalista)
TORRISI NCD
PAGANO NCD
Capisco perché i Diversamente… stanno benissimo con la Sinistra.
Per il Forzista Mazzoni, ho letto la sua professione. Conflitto di interessi?
Pure! Massì dov’ è la novità poi, hai ragione, ma annassero … che pena …
mdp
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello! ”
Quindi Dante ai giorni nostri non avrebbe potuto pubblicare perché iscritto all’ Ordine dei Medici e Speziali!?
Scusate, ma che magnifico schifo sto’ Governo Renzi!! Subito tutti Bargello!
mdp
DISEGNO DI LEGGE n. 471 d’iniziativa dei senatori MARINELLO, RUVOLO, MAZZONI, TORRISI e PAGANO: tutti PDL ………….. MA ANNATE aff……
Caro Barabaschi,
collaboro con giornali e periodici dal 1976 e ho sempre rifiutato di iscrivermi all’ordine dei pubblicisti. Gli ordini professionali sono un residuo del medio evo, corporazioni volte a privilegioare gli iscritti e impedire la concorrenza. La tesi di PhD di Friedman, scritta assieme a Kutznets (anche lui poi vincitore del Nobel), è dedicato al “Reddito da pratiche professionali indipendenti”. In essa Friedman sostiene, col sostegno di una mole di dati, che l’AMA (associazione medica americana) è riuscita a ridurre il numero di studenti di medicina per tenere alto il reddito dei medici. La tesi suscitò tale scalpore che Friedman dovette attendere quattro anni prima che venisse pubblicata. Tuttavia, il caso da lei citato è molto peggiore, perché i giornalisti corporati hanno l’appoggio del legislatore che usa pene detentive e pecuniarie per proteggerne i privilegi. Uno scandalo, l’ennesimo!
am
Caro Professor Martino,
e cari collaboratori a questo magnifico blog, ho appena terminato di leggere sul Corsera odierno, rubrica Particelle elementari pagina 29, uno splendido articolo di Pierluigi Battista. Mi permetto di invitare tutti a leggerlo, dopo abbondante assunzione di un buon “tranquillante”.
Tratta di una nuova legge in elaborazione che prevede il carcere fino a 2 anni ed una multa da 10.000 a 50.000 euri per i ” giornalisti abusivi ” (senza cioè la regolare abilitazione dello Stato, e quindi anche noi blogger!!!
Questa non è Dittatura ma la peggior Tirannide che si possa immaginare!
Professor Martino la prego, ove lo ritenga opportuno, di far sentire la sua autorevole voce con la necessaria autorità. Colle mani ancora tremanti per tanta impudenza, contando su di lei, la saluto, assieme a tutti gli amici, con tutta cordialità.
Pietro Barabaschi
Letto e condiviso.
am
Vero. Ma, una volta liberale, si resta sempre liberale.
am
Al Professore e agli ADAM,
nuovo post sul sito-blog amatoriale Il Sogno Liberale Italiano intitolato “Il Centro Destra Italiano e L’Altra Italia” con tre sottotitoli “La domanda principe per tutti”, “L’Altra Italia” ed “Ecco perché”
http://ilsognoliberaleitaliano.com/2014/07/11/il-centro-destra-italiano-e-laltra-italia/
Grazie per la lettura
A Guido Cacciari:
Concordo pienamente sui tre punti di
“Ma a che servono se”
P.S.:Comunque io continuo a votare.
Carissimo Antonio Martino, sai bene che una volta beato poi si diventa santo.
GRAZIE!
am
Vabbè allora solo ora pro nobis beatus vir
Aah l’ Elba l’ Elba… meritato riposo Professore
mdp
Cari John e Mdp,
non esageriamo: santo è troppo. Vorrei solo essere beato, cioè godermi beatamente la mia barchetta, prendere sole, nuotare e fare parole crociate mentre mia moglie è occupata dall’altro lato della barca. I santi non vanno in vacanza, i beati sì!
am
Caro JC mi ha rubato le parole di bocca e come diceva il Ns sAMtopatrono, “in Italia molti intendono la libertà unicamente dalla cintola in giù” e credo che ciò faccia parte di quel fumo negli occhi con il quale si vuole contrabbandare la vera libertà politica, cioè, quella E C O N O M I C A!!!
PS ma il fumo negli occhi non dovrebbe far saltare la mosca al naso?! Forse perché il libberale de neoartri è ormai così abituato alla ZANZARA che ne mosche ne fumi l’ importunano più, mah … Santantoniomartino ora et labora pro nobis
mdp
Carissimo Antonio Martino. Tu le credenziali di Liberalismo le hai a 48 carati. E lo sanno tutti. E sono convinto che temano il confronto. Ho l’impressione che si voglia ridurre “liberale” a solo aggettivo, e svuotarlo del suo vero significato. E’ già accaduto con altre parole delle quali si faceva un uso/abuso in ogni momento. Tutto era “politica”. Col risultato di ficcare partiti e politicanti ovunque con conseguente morte della Politica. Tutti si riempiono la bocca di “cultura”, e ben si vede lo stato dell’arte in cui ci troviamo quanto a Cultura. Per non parlare della “libertà” di cui sono tutti strenui difensori, ma la Libertà qui da noi mi sembra minacciata. Tanti sproloquiano di “mercato” e di “liberismo”. Ma non conoscono nemmeno il mercatino rionale. Quanto al Liberismo lo vedono come il fumo negli occhi e cercano di far passare il messaggio che sia proprio quella la causa dei mali dell’economia nostrana, europea e globale. Ma se abbiamo delle economie ad alto tasso di statalismo e dirigismo. Vogliono fare una sorta di operazione “orwelliana” con il significato delle parole. Ma con il Liberalismo non sarà consentito. Perché è sotto la protezione di Santantoniomartino. Ciao.
Caro John,
nessuno mi ha interpellato. Evidentemente, sono convinti che le credenziali di liberalismo di altri siano migliori delle mie.
am
Visto, buono!
am
Grazie del commento.
E’ ovvio che le preferenze vanno in direzione della democrazia.
Ma a che servono se
– i candidati li hanno scelto i partiti
– è necessaria una maggioranza solida sia per la sopravvivenza di un inutile gruppo di ministri che per le necessarie riforme (che vorremmo tra l’altro in senso anti partitismo)?
– tali ministri vengono scelti anch’essi dai partiti tra i propri amici, senza alcuna conoscenza dei ministèri che andrebbero ad amministrare?
A niente.
Perciò, anche se ci fossero le preferenze, io continuerei a disertare quell’inutile voto.
Mi permetto di ricordarLe che è proprio con la legge elettorale che il Berlusca ha fatto fuori dal parlamento i veri liberali. Resta solo il professore ma sono sicuro che anche il suo seggio salterebbe se solo lo chiedesse la prima polverini che passa. E’ la legge elettorale che ci permette di scegliere o non scegliere i nostri rappresentanti. Sempre in tema sto ancora aspettando che qualcuno mi chiarisca come si possa eleggere il proprio presidente ma non il proprio deputato.
Al Professore e agli ADAM,
nuovo post sul sito-blog amatoriale Il Sogno Liberale Italiano intitolato “La situazione attuale” con due sottotitoli “La tempesta” e “La bussola ed il nocchiero… magari bastassero”
http://ilsognoliberaleitaliano.com/2014/07/10/la-situazione-attuale/#more-201
Grazie per la lettura
Presidente Martino, cari amici
Finalmente riesco a leggervi.
Le vostre idee sono le mie, siete, per me, preziosi come l’acqua nel deserto, una piccola isola liberale nel grande oceano del pensiero unico cattocomunista.Un abbraccio!
W LA LIBERTA’
Saluti Matteo Napoletano
Carissimo Antonio Martino, sulle pagine de il Giornale, in questi giorni vengono pubblicati interventi su cosa siano oggi il liberalismo e i liberali. Dopo un intervento di Paolo Guzzanti, mi pare sabato 5, oggi 9 luglio è la volta di Marcello Veneziani. Gradirei un commento semplicemente liberale. E se pensi di intervenire sulle pagine de il Giornale. Grazie.
Le hanno capite anche le migliaia di italiani che non votano più centrodestra.
PS Noto che quanto più il Berlusca ciancia di un ritorno alle origini di FI con collaterale rivoluzione liberale, tanto più manda in giro a parlare a nome del partito gente come Polverini e Galan (quest’ultimo fino a quando non è stato messo in condizione di non nuocere dalla magistratura). Ma non si faceva prima a dire CARI LIBERALI VI DECIDETE A TOGLIERVI DAI PIEDI???????
Non mi piace ne’ la legge elettorale ne’ la riforma del Senato, ma credo di comprendere le ragioni dell’accordo.
am
Caro Professore,
cosa ne pensa dell’accordo Berlusconi/Renzi su Senato e riforma elettorale?
Massimo B.
LA LEGGE ELETTORALE E LA CONSUSTANZIAZIONE
A mio parere, l’intera discussione sulle possibili forme di legge elettorale, in un sistema giuridico ed istituzionale totalmente folle come il nostro, ricorda un po’ il concilio di Trento.
Allora, di fronte allo sfacelo morale del papato, ed alla contestazione della pretesa di nominare Urbi et Orbi vescovi gabellieri, si discusse per vent’anni sulla materia dell’ostia.
Non che fosse la prima volta. Già 500 anni prima se ne parlò. Anziché tentare di giustificare con Bisanzio la pretesa del vescovo di Roma di nominare gli altri, questi si perse nel problema del lievito (e della barba dei preti).
Gli esiti, in ambo i casi, sono noti.
Mi chiedo cosa penseranno i posteri della classe intellettuale odierna.
Mi è piaciuto l’editoriale di Arturo Diaconale
“Berlusconi-partito, Berlusconi-movimento”
http://www.opinione.it/editoriali/2014/07/05/diaconale_editoriale-05-07.aspx
Scordavo il link: http://noisefromamerika.org/articolo/legge-elettorale-io-se-fossi-beppe#comment-101749
Come dicevo in un precedente post: peccato che non si possano modificare i propri interventi. Almeno finché nessuno gli ha letti.
Caro Professore,
e cari ADAM,
vi propongo il link ai miei interventi inerenti un dibattito su NfA relativo a modelli istituzionali.
I miei interventi sono solo gli ultimi tre (EQUIVOCO 1, 2 E 3).
A parte il merito degl interventi, penso sia interessante il formato del blog, con i “thread” espandibili e contraibili e con gli “oggetti” degli interventi.
Ed anche la compattezza del formato, nonostante la leggibilità ed i caratteri grandi.
Proprio ciò che proponevo per le modifiche a questo blog, assieme ad un’altra decina, che spero verranno prima o poi implementate.
Grazie MdP!
Anche per quello di P. Bracalini.
Grazie Lucio!
Caro Barabaschi,
alcune delle opere di de Jasay sono state tradotte in italiano. Credo sia il caso di The State, ma anche di altre. Provi a cercare sul catalogo di liberilibri e dell’IBL. de Jasay non è sempre facile da leggere, ma lo sforzo è largamente giustificato-
Cordialmente,
am
Caro professor Martino,
acquisterei volentieri il libro di de Jasay ma, purtroppo, non conosco l’inglese; ai miei tempi si poteva scegliere al liceo solo tra francese e tedesco. Le risulta che esista qualche buona recensione?
Scusandomi di averla importunata, grazie anticipate e.
Pietro Barabaschi cordialità
Se il professore si decidesse a battere i pugni sul tavolo -come ha saputo fare in certe occasioni (vedi fiscal compact)- magari appoggiandosi ai tea party.
Grazie, caro Lucio.
am
P.S. Sono siciliano e orgoglioso di esserlo ma, se avessi dovuto nascere altrove, mi sarebbe piaciuto nascere in Piemonte: regione di grandi liberali, eccelsi vini rossi, tartufi e grande civiltà.
ok grazie ,volentieri
Giovanni U.L .
Dopo aver letto il discorso del Professore qui sopra riportato, mi sono ricordato ed ho riletto lo scritto del Professore “Cavour economista liberale” in cui si può leggere l’interessante discorso di Cavour del 15 Aprile 1851 ed il bellissimo finale sull’Italia che è “sì uno Stato unitario relativamente recente ma è anche una delle nazioni più antiche d’Europa”. Da rileggere dall’inizio alla fine sempre con infinito piacere.
Ho infatti proposto le due letture al gruppo aperto su Facebook del Tea Party Piemonte, essendo io piemontese.
P.S.: Ho scritto un nuovo post sul mio sito-blog amatoriale Forza Libertà
http://forzaliberta.com/blog/2014/07/destra-sinistra-dicotomia-da-ammodernare-ritornando-al-passato-per-proiettarsi-nel-futuro/
che inizia con la dicotomia Destra-Sinistra ed arriva ai Borghi e Sparta
Grazie per la lettura.
Precedenti due post
http://forzaliberta.com/blog/2014/06/gli-individui-e-lo-stato/
http://forzaliberta.com/blog/2014/06/lo-stato/
in effetti ho sempre avuto questa impressione dagli estratti che Le ci ha riportato ( per es. da “The State” se non ricordo male), quest’ ultimo sembra già dal titolo e nella Sua presentazione in particolare alle parole “filosofia politica” ho avvertito un particolare richiamo e quando un libro mi chiama non me lo faccio ripetere, tuttavia nel frattempo finisco di leggere un più modesto, ma efficace “La Repubblica dei Mandarini di P. Bracalini” ancora mille grazie Professore
mdp
Grazie, caro Mdp. Sono certo che, avendolo letto, mi ringrazierà de Jasay è formidabile!
am
Grazie Professore, credo che lo comprerò, intanto posto il link http://www.amazon.com/Economic-Sense-Nonsense-Reflections-2008-2012/dp/0865978794
mdp
IMPORTANTE INFORMAZIONE: Il mio amico Anthony de Jasay mi ha mandato il suo ultimo libro. E’ una raccolta di saggi dal titolo “Economic Sense and Nonsense. Reflections from Europe, 2008-2012″, curata da Hartmut Klient e pubblicata da Liberty Fund, Indianapolis 2014. de Jasay è, a mio parere, il più grande filosofo politico vivente, oltre ad essere un grande economista. Sono certo che gli Adam che leggono in inglese troveranno la lettura di queste pagine assolutamente esaltante, imperdibile. Buona lettura!
am
Per TD: allo stato attuale delle cose mi sembra che non abbiano ne’ la capacità ne’ la forza di opporsi.Pero qualcuno dovrà pure iniziare a contrastare questa UE burocratica dirigista e social-catto.comunista,o no?
La Ue auspicata dal padre del ns Prof. Gaetano Martino era la vera Europa degli Stati.
Certo che FI cosi com’e’ non mi piace e cmq Renzi ha sempre la “ricetta” suggeritagli da Davide Serra,finanziere d’assalto della City londinese che consiglia di svendere i ns patrimoni (aziende e beni) e con ricette puramente keynesiane come quella di “fare crescita col debito”.
in Fi certo che non siamo messi meglio,perche con Brunetta e’ la stessa cosa (magari non svendera le ns aziende).
Certo è che ci vorrebbe una forza liberale guidata dal ns Prof.Antonio Martino che utilizzi gli strumenti economici piu idonei valorizzi capitale umano ed aziende e soprattutto che azzeri la spesa pubblica,carrozzoni Rai ecc.
Se si formasse questa forza liberale ne sarei ben felice.
saluti
Mi perdoni madmax, ma Lei seriamente pensa che FI e FdI e Lega abbiano intenzione di opporsi a questo diktat europeo?Cordiali saluti.
Allucinante!
am
Parole Sante caro PM, mi chiedo, ma non sarà che la continua proliferazione di diritto positivo consegni sempre più la residua libertà naturale e reale sotto il potere diretto della politica e della magistratura? Non sarà che così si costruiscono le dittature totalitarie giacobino-burocratiche? Non sono un esperto di filosofia politica, ma se il mio naso clinico e la mia memoria no mi sgambettano mi pare di ricordare qualcosa di simile ben espresso dal lucidamente laico Dr P. Ostellino, ma potrei sbagliarmi non si sa mai…
in ogni cazo crepi l’ omolatria!!! W W W la famiglia naturale con papà, mammà e una filalunghissimacosì di pargoletti!
mdp
Caro Giovanni U.L., completamente d’ accordo con Te, in effetti ciò che mi colpisce è il fatto che il concetto FLAT TAX venga sempre più spesso evocato. Da parte di taluni con opportunismo (anche), ma credo al contempo che, più in generale, la matematica, che ha la testa dura, finisca sempre con l’ imporre le semplici leggi del buon senso, dell’ esperienza e di ciò che è naturale. Ho sentito dire da un mio amico sinistrissimo e per di più giornalista, oggi partita iva, cose che voi umani … L’ unico timore è che tale concetto, da parte di talaltri, lo si voglia al più presto “bruciare” tramite sovraesposizione e successiva corruzione, sono convinto infatti che la FLAT TAX in quanto unica vera minaccia al desco del famelico coccodrillo sarà importante proteggerla come il Cavaliere fa con la Dama a Lei affidata, con il ferro!
a presto, è sempre un piacere, e visto che sei in zona Milano cercherò di pubblicare gli eventi Tea Party in Lombardia così potremo vederci.
mdp
Caro MDP , che appoggiando e rispolverando la Flat Tax il signor Brunetta sia diventato liberale mi sembra alquanto strano , probabilmente non ha più’ argomenti solidi contro Renzi e i demo- statalisti europeisti . La solita etica consequenzialista e utilitarista di alcuni Forzisti che potrebbe cambiare da un momento con l’altro ; ben venga comunque , e sfruttiamo qualsiasi il vento favorevole , speriamo si allarghi il consenso sulla Flat Tax . Con tutti i difetti che ha mister Brunetta e’ molto caparbio e capace nelle battaglie se ci si mette , speriamo che sia la Linea Politica di Forza Italia ( Basterebbe questo argomento su tutto il resto ) perché ‘ questa delle tasse e’ l ‘ unica battaglia vera e siamo soli contro tutti .
Giovanni
OK. Ben fatto.
Ora, bisognerebbe assegnare un titolo ad ogni commento,
nonchè la possibilità di chiudere ed aprire il thread (come in NFA).
Salve On.Martino,
a me questa cosa fa paura e non poco. consiglio di riunire subito lo staff di FI e fare pressione affinche nulla di tuto cio venga approvato.
Questa Europa e’ una catastrofe,alleiamoci con LEGA Fdi e andiamo contro questa europa.uno schifo!
http://www.rischiocalcolato.it/2014/07/leurofregatura-comincia-a-delinearsi-leuropa-vuole-immobili-ed-aziende-italiane-a-garanzia-del-debito-follia.html
saluti madmax
Caro Professor Martino,
Ringrazio di cuore lei e tutti coloro che hanno tanta stima di me senza conoscermi, sperando di non deludere. I più cordiali saluti.
Pietro Barabaschi
Grazie, caro Barabaschi. Lei merita di essere eletto a prescindere, non importa a cosa. Non solo io e Mdp, tutti gli Adam hanno per lei la più alta considerazione.
am
Car Professor Martino,
non posso che ringraziare il MDP, l’orda di elettori (?) e sopratutto la sua adesione che oltre ad un onore è un grande piacere; mi chiedo soltanto perché e a cosa eletto, nella speranza che il mio modesto sapere risponda alle esigenze.
Per quanto riguarda il suo, come al solito, splendido discorso pronunciato ben ventisei anni orsono ma impressionantemente attuale, terminatane la lettura il mio pensiero è volato su di un “Discorso” che avevo letto al liceo:” Il discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani”, scritto, circa duecento anni fa, da un altro Genio: Giacomo Leopardi. Pensando ad entrambi sono stato preso da una sana commozione, e mi sono chiesto se mai l’Italia sarà governata da un naturale liberalismo, oppure occorra pregare Madre Natura di inviarci un Cincinnato…non mi sgridi troppo…
Comunque, fin quando avrò le necessarie energie, io combatterò per una sana libertà reciproca.
Con tanta amicizia, cordialmente
Pietro Barabaschi
Caro Mdp,
credo si tratti di spam che, grazie alla modifica del blog, si inseriscono e vengono poi cancellati da Ernesto, quando se ne accorge.
am
Ridicolo e devastante, Il reato di omofobia come viene proposto, richiama la legge contro la discriminazione razziale. Ma basta dichiararsi omossessuale, (la razza è un fatto, non una dichiarazione) per processare qualcuno che ha sfiorato per la strada. Nei paese dove è stata applicata, un presunto omofobo ha passato 72 ore in stanze 2×2 con solo un buco per terra senza carta igienica, subendo interminabili interrogatori chiamati Hiroshima e Nagasaki. Chiunque può denunciare, nel caso una vecchia signora che passava, non necessariamente l’omossessuale. L’Eterofobia è già realtà in diversi paesi, siamo sicuri che protegge la libertà individuale?
Cioè dopo questo livello non si può più replicare?
Signori programnmatori, per piacere . . .
E poi perché tutte queste doppie interlinee? I commenti devono essere più compatti (in altezza) e più larghi.
In modo da vederne di più.
Non dovrebbe essere di fficiel da correggere. Dài, forza. Dopo tutto questo tempo.
Chiedo scusa, ma chi sono questi tizi che scrivono di braccialetti feste della mamma ecc. ecc. sul Blog di AM? Forse qualcuno scambia questo blog conl’ eventuale di antonio martino couture o giù di lì? Non credo sia un sabotaggio, tuttavia credo sarà necessario un intervento radicale
mdp
L’enfasi omofobica irrita anche me. Non sopporto i Gay Pride perchè li trovo come una becera manifestazione di stupidità. Perchè un omosessuale deve sbandierare ed esibire il suo orientamento? E’ una condizione naturale che va rispettata ma non esaltata.
Massimo B.
Caro Massimo,
concordo, anche se l’enfasi usata in queste materie mi irrita. Per esempio, la storia del reato di omofobia mi sembra francamente ridicola. Concordo anche sulle adozioni in via generale ma dovremmo anche tenere presente che ogni storia è diversa.
am
Mi permetto di suggerire un sito da cui è possibile scaricare gratuitamente molti libri.
en.bookfi.org
Basta indicare l’autore, oppure il titolo o una parola chiave presente nel titolo.
I libri sono quasi tutti in formato .pdf oppure .djvu (quest’ultimo, meno noto del pdf – ma ugualmente valido e più compatto – è scaricabile dal sito caminova (digitare djvu su google ed uno dei primi link che appare è caminova, il gestore ufficiale del formato.
I libri sono nella maggior parte in inglese (poi nell’ordine francese, tedesco e spagnolo) ma c’è anche qualcosa di italiano.0
Sperando di essermi reso utile.
Caro Prof. Martino mi scuso per alcuni o/errori di sintassi, vado un po’ di fretta… mancava solo un “null’ Aosta”, lo so, lo so e sono pure recidivo, culpa rubet …
a presto e buona settimana a Lei ed agli ADAM
mdp
Quando si dice l’ endorsement!!!!!!! Barabaschi si tolga la tuta/pigiama e inizi il risaldamento
mi consenta la celia …
Approfitto dell’ occasione per segnalare l’ articolo di R. Brunetta su “il Giornale” di oggi nel quale si fa menzione, ed in modo piuttosto preciso di FLAT TAX (22.8%) di iniziale proposta SB-Antonio Martino nel 1994, più varie cosette tra di cui sarebbe utilissimo avere il Suo parere, in ogni caso Le agevolo il link http://www.ilgiornale.it/news/interni/che-guaio-bluff-sugli-80-euro-flat-tax-crescita-1033171.html
più un altro link ad esso collegato dove trovare anche altri interventi sull’ argomento http://www.ilgiornale.it/search/google/flat%20tax%20brunetta?query=flat%20tax%20brunetta&cx=013165016752047527893%3AWMX733757075&cof=FORID%3A11&sitesearch=&cr=countryIT&gl=it&hl=it&ie=utf-8&lr=lang_it&oe=utf-8
a presto
mdp
Caro Professore, come vede l’apertura di Berlusconi ai diritti degli omosessuali? Personalmente non sono contrario. Da liberale ritengo che sia giusto concedere diritti a chi non li ha per una situazione, di fatto, discriminatoria da parte del nostro ordinamento. Perchè io, eterosessuale, devo essere contrario al fatto che un omosessuale abbia i suoi diritti civili? Sono in disaccorso invece con le adozioni. Non sono un diritto ma un’assunzione di responsabilità. A mio avviso l’interesse ed il diritto del bambino ad avere una madre ed un padre, viene prima di qualsiasi desiderio di una coppia omosessuale.
Massimo B.
Mi unisco all’orda di elettori di Pietro Barabaschi!
am
Proposta per valorizzare ancora di più il sito:
Penso vi siano molti classici della letteratura liberale che sono liberi da copyright.
Se ciò è vero, si potrebbe aggiungere alle rubriche di questo blog (colonna di destra, di fianco all’intestazione) una apposita per il download gratuito.
Io, ad esempio, ho una ventina di titoli che detengo in pdf per il lettore e-reader (peccato non averne nessuno del ns. Martino).
In questo modo, il blog diventerebbe di riferimento non solo per discussioni, ma anche per scaricare classici di economia e teoria politica.
a presto
mdp
Errata corrige
Caro MDP,
volevo dire . non mi consideriquello che non sono. Sono…
Caro MDP,
grazie degli auguri, la prego tuttavia di non ritenermi quello che sono: un imprenditore, ancorché non più operativo, che tra tanti difetti umani (io mi autodefinisco “il difetto”) sono un combattente e, sopratutto, un leale; il mio si è si ed i mio no è no. Pur sapendo mediare mai compromessi.
Al piacere di conoscerla personalmente la saluto con tutta cordialità.
Pietro Barabaschi
Caro Alberto,
al XXIV artigliera aveva sede il Circolo ippico peloritano: l’esercito aveva concesso al CIP l’uso delle scuderie e del maneggio. Ho imparato a montare lì e ho passato ore stupende a cavallo in quel maneggio. La zona da lei menzionata mi è, quindi, ben nota e la situazione da lei descritta, non essendo unica, mi ricorda altre simili. Questa è, ahinoi, l’Italia di oggi e, temo, quella di domani. Speriamo che dopodomani le cose vadano meglio!
am
caro Prof. e cari tutti,
siamo alla frutta. letteralmente.
cronaca di messina:
retata di ambulanti nella zona di minissale.
per via della crisi molti disoccupati hanno pensato di sbarcare il lunario vendendo frutta ad ogni angolo della strada. certo la licenza (se c’è) magari prevedeva che sò un m etro quadro e loro se ne prendevano dieci comunque erano mediamente in regola tanto è vero che per un anno hanno agito indisturbati. da notare che a poche decine di metri dalla zona incriminata si erge il comando dei vigili urbani e la caserma dei soldati (il famoso xxiv°). ora a seguito della retata delle forze dell’ordine questi delinquenti sono stati allontanati, la frutta sequestrata e la legge ha vinto. manco per niente. gli ambulanti si sono in….cavolati e hanno rovesciato tutto bloccando il traffico. la situazione era del tipo: volete che andiamo a rubare? ma come la frutta che sequestrate gliela date agli immigrati per cui a quelli tutto e a noi un calcio in culo e via discorrendo. di traverso le forze dell’ordine rispondono che ci sono state denuncie che non potevano far finta di niente. e ci credo dopo un anno che un negoziante che deve pagare affitto, bollette e tasse si vede scippato tutto perchè qualcuno ha permesso quello che si è permesso, si sarà pure rotto le scatole e magari avrà denunciato qualcuno per omissione d’ufficio, il quale quest’ultimo vedendo un grosso cetriolo puntare verso di lui ha dato atto alla retata dei fruttaroli. avrà un sicuro avanzamento di carriera.
morale della favola ancora oggi i poveri si ammazzano tra di loro. come i polli di renzo (o di renzi? ihihih).
purtroppo si sente sempre più l’esigenza di un “padrone” che mette ordine e poi si elimina. esiste qualcuno pronto al sacrificio?
ap
Il plagio, caro Alberto, è la più alta forma di complimento. L’idea, tuttavia, come lei sa non è mia. Fu Milton Friedman il primo ad avanzarla nei ’50.
am
Vero, caro TD.
am
Grazie, caro PM. Ah, il martini!
am
Professor, leggere queste righe è veramente un piacere. Piace a nostra anima come il martini al pallato. E tutto questo mi conferma che l’anima è immortale.
Mah è a forza di tali minimalia che ci troviamo nella merda. Scusi la franchezza.
Antonio Martino? L’omonimia è perseguibile? Quanto alle tesi del dott. Greco, si commentano da sole. De minimis non curat am!
Cordialmente,
am
Ecco dal sito svizzero mattinonline:
“FALLITALIA – Il magistrato italiano Francesco Greco si presenta a una conferenza a Lugano e attacca la Svizzera: “Smettetela di fare le vittime. Dite si allo scambio automatico di informazioni e dateci i soldi che ci spettano”.
In queste ore a Lugano si sta svolgendo una conferenza, promossa dall’Associazione Bancaria Ticinese, a proposito della proposta del governo italiano di autocertificazione degli italiani con conti in Svizzera. Come riporta un operatore bancario lettore del Mattinonline, a questa conferenza stanno partecipando per la maggior parte operatori bancari italiani sulla piazza finanziaria ticinese.
Ma ad essere italiani sono anche la maggior parte dei relatori della conferenza: tra questi, l’alto funzionario dell’agenzia delle entrate Antonio Martino, il colonnello della Guardia di Finanza Luigi Vinciguerra, il professore di diritto penale Francesco Mucciarelli, il componente della commissione tributaria ABI Renzo Parisotto e il magistrato Francesco Greco.
E proprio quest’ultimo si è esibito in uno ‘spettacolo’ che ha fatto letteralmente imbestialire i (pochi) ticinesi presenti alla conferenza. Il procuratore fallitalico infatti ha cominciato ad attaccare la Svizzera, sostenendo che l’Italia ha tutto il diritto di tenere la Svizzera nelle black list illegali e che anzi, sono gli svizzeri che starebbero facendo troppo le vittime!
Ma le assurdità non sono finite qui. Greco, con fare arrogante, ha continuato a inveire contro la Svizzera: “Non vi siete resi conto che il mondo è cambiato e non potete più continuare a riciclare denaro e ad accettare soldi sporchi. E, anche se nessun altro paese lo sta facendo, dovete procedere allo scambio automatico d’informazioni. Perché noi abbiamo bisogno di quei soldi e faremo in modo di venire a prenderli”.
MS”
Caro Barabaschi,
le faccio i miei migliori auguri di pronta guarigione e resto in attesa di un suo commento, come sempre gradito.
am
Caro TD,
non sono riuscito a sentire cosa dica Francesco Greco in questo video. Eppure ho aumentato il volume e indossavo i miei apparecchi acustici. Se possibile e se non le costa troppo, potrebbe dirmi di che si tratta? Grazie,
am
Egregio Professore, non so se è al corrente della seguente notizia
http://video.italiaoggi.it/italiaoggi/eventi/Voluntary-disclosure-lintervento-di-Francesco-Greco-a-Lugano-22263/
Penso che meriterebbe una risposta pubblica. Cordiali saluti
Caro Barabaschi mi permetta di augurarLe la più pronta guarigione e il più vigoroso stabilimento, Lei saprà che deve candidarsi per le prossime elezioni nazionali e far parte della prossima amministrazione Martino. Coraggio, niente paura, si riposi e mi saluti i bravi esimi Colleghi che l’ hanno in cura (non dimenticando di raccomandare loro di visitare il blog del Professore)
a presto
mdp
Caro Parrini, grazie davvero per il prezioso suggerimento, ne verrà fatta copia e sarà diffuso tra il volgo :)) l’ intervento del Prof., invece, è già in bacheca as usual.
Avrei tuttavia un rilievo da fare e mi dica Lei ( non ricordo se ci davamo del tu) se non sia un tantino irritante il fatto di parlare di proposte economiche liberali sempre in termini di sogni proibiti e simili, cose quasi da dire a mezza bocca, timidamente in ossequio ad una non precisata cosiddetta “cultura” statalista consolidata che altro non è che una sbornia che necessita solo di copiose, britanniche docce ghiacciate ad ore antelucane come avviene nei più prestigiosi college e scuole militari di quel paese, insomma non capisco questo farsi pecora per lasciarsi poi azzannare da improbabili leoni (muli in realtà) forti solo della pavidità di chi gli sta di fronte con millenni di prosperità e vero progresso contro 150 anni di miseria distruzione e morte. Temo che così la speranza finisce per diventare solo la strada della ritirata e della resa, allora è meglio essere disperati ed irragionevoli!
Right is right, left is wrong!
con stima ed affetto a tutti
mdp
Caro Professor Martino,
avrei già commentato i suo discorso; purtroppo sono costretto a letto da un serio attacco virale che ben seguito prima in Ospedale poi a casa sta lentamente migliorando.
Non appena in grado me lo gusterò anche perchè all’epoca avevo 54 anni e mi sarà facile rivivere e soprattutto capire quell’epoca.
Apresto dunque, cordialmete,
Pietro Barabaschi
Cari ADAM,
Qui buon articolo sulla necessità della flat tax…proposta come sappiamo tutti dal Professore e messa nel ’94 nel programma di FI.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/sogno-proibito-unaliquota-unicail-commento-2-1031470.html
Oggi a proporla è Matteo Salvini…uno che però dichiara in ogni dove che ci vuole più Stato e che il mercato ha fallito…Mah…
In attesa che FI si svegli (ora solo la speranza, che è l’ultima a morire, è rimasta…), ma invece sento il Presidente dire… TUTTI UNITI, TUTTI INSIEME…si magari si vince (anche se non credo) ma poi di politiche liberali non se ne vedrà traccia ancora…
Saluti
Parrini
Caro John,
grazie per il ricordo. Federico Orlando scrive su Europa. Allora criticava da destra Raffaele Costa, ora si professa di sinistra. Misteri della politica!
am
Grazie, caro Giovanni. Il momento e’ triste, ma ci restano le buone letture,
am
Bellissimo discorso professore , e complimenti per la nuova veste grafica del Blog .
Ma perché’ abbiamo ragione e nessuno ci capisce ? Perché’ il possibile non diventa mai realtà’ ?
Come diceva Robert Musil nel Romanzo L’uomo senza Qualità” ” la vita sembra essere sparita nell’astratto e l’ irrilevante succede nella realtà ” . E Berlusconi sembra coincidere con il protagonista de famoso romanzo : ha il senso del possibile ma la realtà’ gli sfugge .
Piu ‘ di 100 anni di Statalismo hanno “stordito” gli Italiani .
Dovremmo passare dalle ipotesi al congiuntivo al presente indicativo .
Come fare pero ‘ non lo so ‘ , proprio .
Per prendere sonno serenamente , continuo a leggere Hayek ,
seguo il suo blog , gli Adam e spero sempre che qualcosa di liberale accada
Cordialmente Giovanni ( urbanista liberale )
Caro Antonio Martino, ( uso il “tu” perché quando ebbi il piacere di conoscerti, ci presentammo solo con i nomi di battesimo e dandoci del “tu”. In quel congresso del PLI ). Ricordo bene come ci fece sentire tutti più liberali quel tuo discorso, e il fragore nella sala. Mi ricordo che, terminato il discorso ti ringraziai per aver detto proprio le cose che volevamo sentire pronunciare da un liberale. Eri in compagnia di Federico Orlando, che poi nel tempo è stato colto da antiberlusconismo viscerale ( che ne è stato di lui?). In quel congresso, tra noi oppositori di Altissimo il nome di Antonio Martino circolava continuamente, ma alcuni vociferavano che tu non avresti mai accettato di concorrere alla segreteria del PLI. Invece tu accettasti, e concludesti il tuo discorso proprio riferendoti a chi non credeva che avresti accettato: cito a memoria “Se pensate che il mio nome possa essere utile alle battaglie liberali non esitate a spenderlo”. E’ tempo che quel nome torni a essere speso. Cordialmente. John Carter.
Sui listoni bloccati concordo, ma non vedo cosa abbiano a che fare col presidenzialismo,
am
Grazie, caro Pierpaolo. Credo che SB lo sappia, anche se alcuni suoi compagni di viaggio suggerirebbero altrimenti,
am
Buongiorno.
Qualcuno è in gradi di spiegarmi come può conciliarsi la repubblica presidenziale, ipotizzata da FI, con i listoni bloccati (tipo porcellum ed italicum) propugnati sempre da FI?
Saluti a tutti
Caro Professore e Cari ADAM,
Prima di tutto mi unisco al coro per il Restyling del sito molto bello. Il suo discorso Professore è Alto quantomai alto e profondamente attuale. I Liberali oggi più che mai sono la soluzione, ma non per scienza esatta ma solo ed esclusivamente per la ragionevolezza delle idee dimostrata dai fatti. Mi auguro davvero che anche il nostro SB se ne renda conto di tale importanza e non abbia il demerito, prima di averne l’intuizione politica, di lasciar cadere il tutto.
Con Affetto e stima sempre Professore,
Pierpaolo Sette
Se lei è l’Ernesto che credo, forse dovrebbe astenersi dall’incrementare il numero dei commenti.
O no?
am
Caro Professore, cari Adams,
se il principe dei liberali non è riuscito ad abbattere il muro di gomma del Partito Liberale (!!!) Italiano con un tale discorso, che speranze abbiamo nell’attuale Forza Italia, in balia di democristiani, socialisti, delle smanie di voler tutti compiacere ed apparire moderato e ragionevole di SB?
Cordialità,
Franco Cattaneo
Posso permettermi, Professore?
Era invece il momento di spingere forte sull’acceleratore, il momento di prendere in mano il volante e disegnare meravigliose traiettorie sull’autostrada della Libertà!
Lei, Professore, avrà avuto le sue validissime ragioni; noi, il Paese, abbiamo perso un’occasione unica e forse irripetibile…
Caro Mdp,
lei è troppo buono, ma devo confessare che la rilettura di quell’intervento mi ha convinto che a 45 anni non ero poi tanto scemo! Le emozioni di quel giorno sono ancora vive nella mia memoria: alla fine del mio discorso, i giornalisti presenti, seduti nel settore a loro riservato, si alzarono in piedi ad applaudire e battevano le mani quelli che non erano stati dissuasi dal farlo dai sostenitori della maggioranza. La cosa, anche per mia decisione, non ebbe seguito ma fu un bel momento. Grazie,
am
Voglio unirmi agli ADAM e complimentarmi per la nuova veste grafica (layout?) del Suo bel blog, grazie!
Ho la sensazione che Lei Professore con questo post si sia di proposito cercato dei guai :)) facendoci balenare il sogno di una Sua scesa in campo vigorosa, autonoma col giusto tasso di sprezzo del pericolo ( quale poi?), volendo rilanciare un Suo ruolo diretto di leader senza compromessi, per una riproposta senza mezzi termini, di un programma economico liberale/antistatalista a 94 carati! Lei ci invita a nozze, ci sentiamo già come vikinghi che salpano alla conquista! Magnifico discorso, esaustivo impeccabile esaltante, ma per fortuna o purtroppo Lei ci ha insegnato a non meravigliarci più delle Sue doti di Uomo politico e fine intellettuale, ora non Le rimane che stupirci brandendo il ferro!
Daje Professò, n’a bbotta de vita come dicono nella Sua seconda città!
PS cari ADAM se posso vorrei prenotarmi per un’ altra maglia oltre quella di Goffredo:
“lo Stato assistenziale, come il mulo, non ha motivo di essere orgoglioso dei suoi ascendenti e non ha speranza di avere discendenti!” e direi che l’ insana idea che mi è balenata di andare tutti ad Arcore non sia ne male ne irrealizzabile, anzi mi chiedo se il Professor Martino, approfittando di una delle Sue tenere corvees in Lombardia, una volta garantito il Sacro dovere/piacere di nonno, passando al ruolo di Padre Nobile e Condottiero, non sarebbe dell’ idea di unirsi a noi e suonare personalmente il campanello di Villa San Martino. :)) e se non fossimo ricevuti andarcene lasciando incastrato lo stecchino di protesta, lo dicco tra il serio 80% ed il faceto 20%
a presto caro Professore ed ADAM
mdp
Cari amici,
sono lieto che lo restyling del blog incontri la vostra approvazione. Io dovrò abituarmici. Provo a postare questo commento, finora non ci sono riuscito
Egregio professore,
non vedo altri all’orizzonte, non vedo altre figure di politici in questo attuale contesto
storico che abbiano le qualità e le capacità di poter dare una svolta decisiva e nella
giusta direzione al nostro povero disastrato ma fascinoso Paese.
Non vedo altri al di fuori di Lei.
A parer mio Lei dovrebbe perché ne ha i numeri e le qualità riorganizzare e mettere a punto
“la rivoluzione liberale” fallita e sfuggita di mano a figure non all’altezza.
Lei nei confronti del Paese ha il dovere morale di riprendere in mano la situazione
e il percorso entusiasticamente iniziato nel ’94.
C’è bisogno di una guida sicura capace e competente.
Lei lo è.
Lo faccia per il nostro Paese.
Con stima
Michele De Luca
Mi prenoto per una maglia!
S ve prof.come non concordare con Parrini, mai più bel discorso fu fatto!
Parrini ho un idea appostarsi davanti ad arcore e regalare una maglia con quella scritta a SB .
Sauti
Buongiorno Professore e ADAM,
Innanzitutto Prof. Martino, complimenti per il restyling del sito, molto elegante e ben fatto!
Riguardo al Suo ultimo post, inutile dire che è tanto eccezionalmente attuale quanto malinconicamente ancora inattuato…soprattutto credo per le inadempienze della nostra parte politica.
Mi piacerebbe sentirLa pronunciare questo discorso ad un’assemblea di FI, magari per una battaglia delle primarie o comunque in un dibattito dove si deve decidere la linea del partito…rimarrebbero tutti a bocca asciutta, spero pentendosi di quello che non è stato fatto e della linea che è stata malauguratamente abbandonata.
E’ incredibile come l’azione di FI sia non solo macchinosa ma intempestiva…proporre ora la riforma presidenziale ma dire che accetteremo le riforme concordate è quantomeno incongruente! Bisognava fin dall’inizio imporre a Renzi la linea della riforma presidenziale…del tipo o le cose si fanno bene oppure non si fanno! Mah incredibile l’approssimazione che circonda l’apparato decisionale di FI…poi vedere Berlusconi con accanto Brunetta e Romani invece di Lei Professore mi da sui nervi (per essere educato!).
Che dice Professore riuscirà a contattare il Presidente per consegnargli questo discorso? Oppure noi ADAM dobbiamo organizzare un sit-in permanete ad ARCORE con uno striscione gigantesco : “Presidente risponda al telefono, richiami Prof. Martino che l’ha cercata!!”
Spero che la situazione si smuova in qualche senso…
Saluti e si ricordi che siamo tutti con Lei!!
Parrini